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    Petrolio, compromesso tra Opec+ e Emirati Arabi su quote produttive

    (Teleborsa) – L’Opec+ ha raggiunto un compromesso con gli Emirati Arabi Uniti che consentirà a quest’ultimo di incrementare la propria quota di produzione di petrolio. Per ora si tratta ancora di indiscrezioni stampa riportare da varie agenzie internazionali, ma se verranno confermate si potrà così risolvere lo stallo tra i grandi Paesi esportatori sui livelli di output.Era stata proprio la posizione degli Emirati Arabi Uniti, decisiva, nelle scorse settimane a far mancare l’accordo sulla produzione a partire da agosto e sull’allungamento oltre aprile 2022 delle intese globali tra i membri dell’Opec+ sui tagli. Gli Emirati Arabi Uniti avrebbero ottenuto una modifica al livello di produzione usato come base di calcolo per quantificare i tagli. Il Paese affacciato sul Golfo Persico aveva richiesto 3,8 milioni di barili contro i 3,65 milioni al giorno a partire dall’aprile 2022 che gli sono stati riconosciuti e rispetto ai 3,2 milioni precedenti.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Terna, finanziamento da 300 milioni di euro dalla BEI

    (Teleborsa) – Terna, società quotata sull’MTA e attiva nella gestione di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, ha sottoscritto un accordo con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per un finanziamento da 300 milioni di euro a sostegno del Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy”, che prevede investimenti per complessivi 8,9 miliardi di euro per la transizione energetica.L’accordo è stato sottoscritto da Jean-Christophe Laloux, Director General of Lending Operations di BEI e Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna. Con questa operazione, salgono a circa 2,3 miliardi i finanziamenti complessivi in essere tra Terna e la BEI. Il prestito annunciato oggi ha durata pari a 22 anni, ed è caratterizzato da durata più lunga e costi più competitivi rispetto a quelli di mercato.Gli investimenti di Terna per i prossimi cinque anni, considerati al 95% sostenibili in base ai criteri della tassonomia europea, sono finalizzati all’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all’incremento della sicurezza e resilienza del sistema, con l’obiettivo di risolvere le congestioni di rete e potenziare le dorsali indispensabili al trasporto dell’energia dai luoghi di produzione a quelli di consumo. LEGGI TUTTO

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    Italgas, perfezionata l'acquisizione di Isgas33

    (Teleborsa) – Italgas ha perfezionato l’acquisizione da Conscoop, soc. coop. con sede in Forlì, dell’intero capitale sociale di Isgas33, la società titolare della concessione per la gestione del servizio gas nel Bacino 33 in Sardegna. L’operazione, annunciata lo scorso 28 gennaio, è stata portata a termine a seguito del verificarsi delle condizioni previste nell’accordo di compravendita. In particolare, a gennaio Isgas33 ha completato la conversione da aria propanata a gas naturale della rete di distribuzione nei comuni di Quartu S. Elena, Monserrato, Quartucciu, Settimo S. Pietro e Sinnai. Il perimetro degli asset della società comprende: 242 km di rete, circa 700 PdR (punti di riconsegna) attivi e un impianto GNL da 60 metri cubi.La valorizzazione dell’operazione (enterprise value) è di 25 milioni di euro, pari alla RAB stimata per gli asset della società, rettificata per il valore dell’indebitamento finanziario al closing. Con il completamento dell’operazione salgono a 18 (su 38) i bacini in cui Italgas è presente in Sardegna attraverso la controllata Medea. LEGGI TUTTO

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    Energia, Spinaci (Unem): domanda di energia cresce, fonti fossili ancora dominanti

    (Teleborsa) – Il presidente dell’Unione energie per la mobilità (Unem), Claudio Spinaci, ha dichiarato che “la domanda di energia ha ripreso a crescere in modo significativo” ed è “in larga parte coperta dalle fonti fossili che sono ancora dominanti, e lo saranno ancora per diversi decenni in assenza di soluzioni realmente alternative nel soddisfare i fabbisogni essenziali, soprattutto nelle zone più povere del Pianeta”. Nel corso dell’assemblea 2021, Spinaci ha affermato che la domanda di energia quest’anno dovrebbe crescere del 4,6%: “l’80% coperta da fossili con in testa petrolio, carbone e gas, e con le rinnovabili che ancora non ce la fanno a tenere il passo.Secondo i dati illustrati durante l’assemblea, il petrolio risulta ancora la prima fonte di energia con una quota di oltre il 30%, seguita dal carbone con il 26% e dal gas – “unica fonte che tornerà già quest’anno oltre i livelli pre-Covid – con il 23%. Quanto al ruolo delle rinnovabili, queste si aggirano intorno al 16%: “ci rendiamo conto che non riescono ancora a coprire il solo incremento di domanda atteso”.Il presidente Spinaci ha poi fatto riferimento alla domanda di petrolio “che oggi soddisfa oltre il 90% del fabbisogno energetico dei trasporti”, e che “è ripartita, inizialmente in modo più rapido, e continua a crescere; tanto che, stando alle stime dell’Aie, a fine 2021 dovrebbe tornare vicino ai 100 milioni di barili per giorno”. Secondo le stime fornite durante l’assemblea, la domanda arriverà a oltre 104 milioni di barili per giorno nel 2026. La richiesta di carburanti per le trasporto stradale si riprenderà prima, mentre per il trasporto aereo bisognerà aspettare almeno il 2024. Il presidente di Unem ha parlato anche dei prezzi dei carburanti. “Oggi gli automobilisti italiani pagano un sovraprezzo di 7-10 centesimi al litro rispetto agli europei interamente dovuto alla componente fiscale”, ha spiegato. Per l’Italia “nel 2021 si prevede una fattura petrolifera in crescita di circa 5 miliardi di cui 3,7 dovuti all’aumento del costo del greggio importato e 1,2 alla crescita dei consumi – ha spiegato – Recupera il gettito fiscale delle accise che nel 2021 dovrebbe tornare sopra i 23 miliardi di euro, cioè 2,6 miliardi di euro in più del 2020”.Per Spinaci “la vera sfida è quella di riuscire a gestire la transizione verso altre fonti evitando contraccolpi pericolosi: chi considera gli idrocarburi fossili superati e ritiene che non vi sia più la necessità di investire in questo settore non considera il rischio che ciò deflagri in una pesante crisi energetica”. “Si tratta di un rischio reale – ha aggiunto – come dimostrano anche i recenti aumenti dei prezzi del greggio, tornati sui massimi da 7 anni, che possono trasformarsi in un serio ostacolo sulla via della ripresa”. Spinaci ha infine fatto riferimento nel suo intervento alla crisi della raffinazione – per la quale ha chiesto un tavolo di confronto al ministero della Transizione ecologica per accompagnarne la trasformazione – ma anche della necessità di un approccio libero da ideologie di qui al 2050 per le filiere industriali e del possibile e “incomprensibile” stop al motore a combustione. LEGGI TUTTO

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    Saipem, perfezionata l'acquisizione di asset Naval Energies nell'eolico flottante

    (Teleborsa) – Saipem ha perfezionato l’acquisizione delle attività nel settore dell’energia eolica flottante di Naval Energies, società controllata da Naval Group. Le due società hanno comunicato che si sono verificate tutte le condizioni necessarie per perfezionare l’operazione, annunciata lo scorso 4 giugno.In particolare, Saipem ha acquisito da Naval Energies le attività nel settore dell’energia eolica flottante relative al know-how ingegneristico delle unità flottanti, i relativi diritti di proprietà intellettuale e ha integrato nella propria organizzazione un team dedicato di Naval Energies con competenze di modellizzazione e simulazione.Con questa operazione, Saipem “amplia il proprio portafoglio di tecnologie e consolida la propria posizione nel mercato delle energie rinnovabili offshore, in particolare nell’eolico flottante, ritenendo che innovazione e sostenibilità siano la chiave di volta per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”, sottolinea la società in una nota. LEGGI TUTTO

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    A Enel e Dompè il premio Attrattività Finanziaria 2021 promosso da Eccellenze d'Impresa

    (Teleborsa) – Si è svolta oggi a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana la cerimonia di consegna del Premio Attrattività Finanziaria 2021, il riconoscimento – giunto alla quarta edizione – rivolto alle imprese, quotate e non quotate, che presentano caratteristiche di eccellenza quanto a trasparenza, governance e capacità di attrarre risparmio privato per lo sviluppo e la crescita.Il Premio Attrattività Finanziaria, istituito nel 2018 da Eccellenze d’Impresa, Arca Fondi Sgr e Harvard Business Review Italia, con il patrocinio di Borsa Italiana, ha come obiettivo la valorizzazione delle eccellenze della piccola e media impresa italiana.Il regolamento del Premio prevede l’assegnazione del riconoscimento a due categorie di imprese: aziende quotate e aziende non quotate. Aperto a tutte le aziende italiane e straniere attive in Italia, senza alcun limite di dimensione o settore, il Premio ha l’obiettivo di assegnare il riconoscimento ad aziende solide sotto il profilo reddituale, con alta capacità di investimento e innovazione e soprattutto in grado – grazie a una governance corretta e trasparente – di attrarre capitali finanziari per la crescita.Per la categoria quotate il Premio Attrattività Finanziaria 2021 è stato assegnato a Enel con la seguente motivazione: “perché è una utility integrata, dalla generazione al consumatore finale. L’Italia rappresenta solo il 40% dell’EBITDA, la parte rimanente deriva principalmente da Spagna (20%) e Sud America (30%). Enel è il più grande player al mondo nelle rinnovabili per capacità installata (49 GW). La società si è impegnata a ridurre notevolmente le emissioni fissando dei target al 2030, 120GW in nuova capacità installata da rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2 dell’80% rispetto al 2017″.”Sono onorato di ricevere questo riconoscimento che premia il nostro modello di business sostenibile e integrato che si fonda su rinnovabili, distribuzione e servizi energetici avanzati e che fa leva sul ruolo centrale della digitalizzazione” ha dichiarato Michele Crisostomo, presidente di Enel. “I risultati confermano la nostra capacità di creare valore condiviso e sostenibile per gli azionisti e tutti gli stakeholder, promuovendo la decarbonizzazione e l’elettrificazione dei consumi. La profonda trasformazione in corso postula che le grandi aziende trasmettano il valore della sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva, per rendere le PMI competitive attraverso l’innovazione, a sostegno della ripartenza economica e sociale del Paese”. Tra le aziende non quotate il riconoscimento è invece andato a Dompè “perché ha da anni seguito una strategia di internalizzazione di tutte le fasi di sviluppo, produzione e commercializzazione dei farmaci e negli ultimi anni è cresciuta sia attraverso acquisizioni (es. divisione Farma del gruppo farmaceutico Bracco), sia attraverso lo sviluppo interno di nuove divisioni (es. Dompé Primary, divisione dedicata allo sviluppo e alla distribuzione di farmaci etici e di automedicazione)”.”Internazionalizzazione e innovazione sono le due strategie che possono permettere alle aziende italiane di competere e crescere a livello globale. L’Italia ha molte eccellenze che, se messe a sistema con un approccio di open-innovation, possono creare moltiplicatori importanti. In particolare, nel mondo della salute e della farmaceutica, dove siamo ai primi posti per produzione in Europa, le sinergie create dalla collaborazione pubblico-privato possono portare grandi frutti. Ne è una dimostrazione la nostra piattaforma Exscalate4Cov per l’intelligenza artificiale applicata alla polifarmacologia che vede Dompé capofila di un consorzio di 18 tra le migliori organizzazioni pubbliche e private europee. Questo tema sarà al centro anche delle raccomandazioni che il B20 offrirà al G 20 presieduto da Mario Draghi il prossimo Ottobre” ha commentato Sergio Dompè, presidente di Dompè e chair della Task force Health & Science del B20.La giuria del Premio – composta da Giovanna Della Posta, Marco Fortis, Federico Ghizzoni, Raffaele Jerusalmi, Emma Marcegaglia e Corrado Passera – ha anche riconosciuto due menzioni speciali per ognuna delle due categorie andate a Sanlorenzo e Sol per le quotate e ad Alfasigma e Frescobaldi per le non quotate.La cerimonia di consegna del Premio è stata preceduta dalla tavola rotonda “Dopo la crisi sanitaria: strategie e opzioni di investimento per il rilancio delle imprese italiane” nel corso della quale Luigi Consiglio, presidente di GEA, ha sottolineato come: “La potenza del sistema industriale italiano merita attenzione particolare del legislatore per aiutarne il rafforzamento patrimoniale. Pensiamo ad una nuova generazione dei PIR più adatta a mettere il risparmio delle famiglie al servizio dell’impresa. Dal lato delle aziende sarà fondamentale intraprendere il percorso di governance e controllo utili ad accogliere mezzi di terzi. Con questi semplici interventi il tessuto industriale italiano ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo autonomo e vincente nel panorama mondiale”. LEGGI TUTTO

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    Snam inaugura il primo TecHub: la rete del futuro parte da Bologna

    (Teleborsa) – Snam ha inaugurato oggi a Bologna il suo primo distretto del futuro (TecHub), interamente gestito con l’ausilio di tecnologie digitali funzionali all’abbattimento delle emissioni, al miglioramento della sicurezza e resilienza delle infrastrutture e all’efficienza operativa sul territorio. Il TecHub rientra in un piano complessivo di digitalizzazione delle attività di Snam che prevede 500 milioni di euro di investimenti al 2024.All’inaugurazione del TecHub di Bologna erano presenti, tra gli altri, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna, Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford e di Sociologia della comunicazione all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, nonché tra i massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, Antonino Rotolo, prorettore dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.Durante l’evento, Alverà e Rotolo hanno firmato un accordo di collaborazione tra Snam e l’Università Alma Mater, finalizzato ad avviare attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Le aree di collaborazione riguarderanno in particolare le tecnologie dell’idrogeno verde e l’Industrial IoT (Industrial Internet of Things), oltre a potenziali iniziative congiunte in ambito didattico, nonché di orientamento al lavoro e trasferimento tecnologico, coinvolgendo anche startup.”L’avvio del TecHub di Bologna – ha detto Marco Alverà, amministratore delegato di Snam – è una tappa chiave del percorso di digitalizzazione della nostra rete, che diventerà sempre più intelligente, sicura e pronta alla transizione ecologica, anche attraverso il trasporto di gas rinnovabili come biometano e idrogeno. Grazie alle innovazioni che stiamo introducendo sul territorio, a supporto delle competenze delle nostre persone, vogliamo diventare la società più tecnologicamente avanzata al mondo nel nostro settore, combinando la nostra attenzione alla sostenibilità e agli ecosistemi con un uso etico e virtuoso dei dati. Il distretto di Bologna sarà uno dei poli dell’innovazione di Snam, anche grazie alla collaborazione con l’Università Alma Mater, la più antica del mondo e al tempo stesso tra quelle più proiettate nel futuro”.Il distretto centro-orientale con sede a Bologna controlla oltre 4mila km di metanodotti, 80 impianti di riduzione e più di mille punti di riconsegna tra Emilia-Romagna e Marche ed è uno degli otto presidi di Snam, distribuiti lungo l’intera Penisola, con funzioni di supervisione e controllo delle attività dei 48 centri di manutenzione attivi su tutto il territorio nazionale.Il TecHub impiegherà sistemi di monitoraggio in tempo reale degli asset, droni e satelliti a supporto del personale nelle attività di ispezione della rete – soprattutto nelle zone impervie – e soluzioni di data analytics avanzati per l’ingegneria di manutenzione e la manutenzione predittiva. È stata inoltre avviata una campagna per il monitoraggio delle emissioni fuggitive e la loro eliminazione, che fa leva su strumenti di nuova generazione in uso ai tecnici. L’obiettivo è proseguire negli sforzi di riduzione delle emissioni in vista del target di neutralità carbonica fissato da Snam per il 2040. Il digitale avrà un ruolo chiave anche in ottica di ottimizzazione dei consumi, previsione della domanda di energia e protezione fisica delle infrastrutture.La trasformazione digitale è un capitolo importante del piano strategico di Snam. Nel giro di pochi anni, l’integrazione di Internet of Things e machine learning consentirà all’azienda di trasmettere, analizzare e storicizzare in tempo reale una quantità di dati giornaliera 100 volte superiore a quella attuale, dai circa 100 gigabyte di oggi a 10 terabyte, da cui trarre indicazioni utili per l’ottimizzazione della gestione degli asset. LEGGI TUTTO

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    Decarbozazione, studio rivela: idrogeno verde non competitivo senza sussidi

    (Teleborsa) – Anche con prezzi del carbonio triplicati a 200 euro, l’idrogeno verde avrebbe difficoltà per essere competitivo, senza un sistema sussidiato. E’ quanto emerge da una ricerca dei consulenti di Guidehouse pubblicata dal think tank tedesco Agora Energiewende.Secondo Bloomberg, per rendere competitivo l’idrogeno rinnovabile si stima che saranno necessari sussidi annuali fino a 24 miliardi di euro nell’arco di un decennio. Dopo il 2030, la dipendenza dai sussidi dovrebbe diminuire.”C’è un divario di costi e dobbiamo colmarlo con i soldi dei contribuenti”, ha affermato in una intervista Matthias Deutsch, senior associate di Agora Energiewende. La transizione verso l’idrogeno verde è una parte cruciale della strategia di decarbonizzazione della UE, che prevede l’azzeramento delle emissioni di carbonio al 2050, soprattutto in alcune industrie più inquinanti come l’acciaio, la navigazione e l’aviazione. Ma la ricerca evidenza che la transizione sarà una sfida significativa e che l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili non sarà competitivo per lungo tempo. Ovviamente la domanda cresce ed il mercato accelera, quindi i costi probabilmente diminuiranno in un secondo momento ed aziende come la danese Haldor Topsoe AS e la norvegese Nel ASA puntano a rendere l’idrogeno verde competitivo già nel 2025. Una aspirazione che si sconta però con un problema di capacità. LEGGI TUTTO