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    Energia, Pichetto incontra Primo ministro slovacco Fico

    (Teleborsa) – Il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha icontrato presso l’Ambasciata slovacca a Roma il Primo Ministro Slovacco Robert Fico e il Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia, Denisa Saková, competente per l’energia. Il Ministro Pichetto Fratin ha partecipato, insieme al Primo Ministro Fico e al Vice Primo Ministro Saková alla cerimonia per la firma di un accordo per la costituzione di una nuova joint venture tra Newcleo e due delle principali aziende nucleari slovacche, Javys e Vuje, e al rinnovo del memorandum di cooperazione tra l’italiana Snam e la controparte locale. “L’Italia – ha sottolineato il ministro italiano – sostiene il ruolo strategico della ricerca e dell’innovazione nel nucleare di nuova generazione. Ciò naturalmente – ha aggiunto – attraverso le nuove tecnologie nucleari sostenibili in corso di sviluppo, con i più elevati standard di sicurezza e sostenibilità, in particolare nel settore degli Small Modular Reactor (SMR), dei microreattori e degli Advanced Modular Reactor (AMR) di IV generazione, nonché della fusione nucleare nel lungo termine”.”La sicurezza energetica – ha evidenziato il ministro Pichetto Fratin nel bilaterale avuto con la ministra Sakovà – è diventata una priorità per i nostri governi, non solo come indipendenza da fornitori esteri non affidabili ma anche come sicurezza delle infrastrutture critiche e come maggiore autonomia rispetto alle fonti”. “L’Europa – ha ricordato Pichetto Fratin – si è posta obiettivi di neutralità climatica molto ambiziosi che dovranno tener conto degli aspetti di sicurezza energetica e sostenibilità economica e sociale per famiglie e imprese. In tal senso l’Italia ritiene necessario anzitutto un intervento per la riduzione dei prezzi dell’energia. Occorre seguire – ha rimarcato – un approccio realistico e tecnologicamente neutro considerando tutte le soluzioni disponibili e utili per la decarbonizzazione”. In questa direzione il ministro Pichetto Fratin ha auspicato, insieme al Vice Premier Sakovà, una collaborazione sempre più forte tra i due Paesi amici sui principali dossier europei che riguardano in modo particolare l’energia, compreso il ruolo dei biocarburanti. LEGGI TUTTO

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    Energia, Pichetto Fratin: “Siamo in transizione verso un nuovo modello”

    (Teleborsa) – “Siamo in transizione da un modello di economia, di utilizzo delle energie, di emissioni verso un nuovo modello. Ci siamo resti conto che dobbiamo diminuire le emissioni, quindi quella che viene definita l’azione di mitigazione, e dall’altra parte dobbiamo adattare il nostro modo di vivere, i nostri territori, e quello è l’adattamento al cambiamento climatico, e quindi a un nuovo modello di viverlo”. È quanto ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin a margine del convegno “Il futuro è ancora verde? A che punto è la transizione ecologica?” organizzato da Il Tempo all’Ara Pacis, a Roma. “La questione è europea ed è nazionale – ha detto Pichetto Fratin parlando delle strategie per diminuire il costo dell’energia–.Nnoi per decenni non abbiamo avuto il nucleare, ci siamo affidati al gas, e la riconversione ad altre fonti energetiche, anche creando un mix, non la si fa con un decreto da un giorno all’altro. Va fatto un accompagnamento del gas: man mano abbandoneremo alcune fonti di produzione energetica, tipo il carbone. Si tratta di andare verso le energie più pulite, fotovoltaico e eolico, che però sono intermittenti, il fotovoltaico funziona di giorno, l’eolico funziona di notte, funziona quando c’è il vento, e quindi è necessario avere gli accumuli per la notte, ed è un percorso che durerà qualche anno, il primo obiettivo è il 2030 nel ribaltare il rapporto attuale. Oggi abbiamo i due terzi dell’energia che provengono dal fossile e un terzo delle rinnovabili, dobbiamo arrivare al 2030 ad vere almeno i due terzi da rinnovabili e un terzo da fossile. Questo è il primo obiettivo. Il percorso per arrivare al net zero al 2050 – che vuol dire a questo punto aver fatto il goal, aver raggiunto l’obiettivo – richiede anche nuove forme di produzione tra cui io aggiungo il nucleare nuova generazione. LEGGI TUTTO

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    Snam avvia collocamento diritti opzione in aumento capitale Italgas

    (Teleborsa) – Snam ha avviato – tramite una procedura di accelerated bookbuilding riservata a investitori istituzionali – il collocamento di un numero massimo di circa 83,6 milioni di diritti di opzione su un totale di circa 109 milioni diritti di opzione ad essa riservati nell’ambito dell’aumento di capitale di Italgas.I proventi derivanti dal collocamento, si legge in una nota, saranno utilizzati da Snam per l’esercizio dei restanti diritti di opzione ad essa spettanti e non oggetto del collocamento, attraverso un’operazione di tail swallowing.Nell’ambito del collocamento e per un periodo di 90 giorni a decorrere dalla conclusione dello stesso, Snam si è impegnata a non vendere, offrire o disporre in altro modo delle azioni ordinarie di Italgas che Snam attualmente detiene e che deterrà a seguito dell’aumento di capitale (lock-up period), con l’eccezione delle azioni Italgas sottostanti l’exchangeable bond emesso da Snam nel settembre 2023. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali scendono di 2,8 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono scese a sorpresa le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di petrolio, negli ultimi sette giorni al 23 maggio 2025, sono calati di circa 2,8 milioni di barili a 440,4 MBG, contro attese per un aumento di 1 milione.Gli stock di distillati hanno registrato una discesa di 0,7 milioni, arrivando a 103,4 MBG, contro attese per un variazione di +1 milione, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 2,4 milioni a quota 223,1 MBG (era atteso un incremento di 0,1 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,8 milioni a 401,3 MBG. LEGGI TUTTO

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    Gas, scorte USA crescono più delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano a sorpresa gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 23 maggio 2025 sono risultati in crescita di 101 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus che stimava una crescita più contenuta di 98 BCF, ma in calo rispetto alla variazione della settimana prima (+120 BCF).Le scorte totali si sono dunque portate a 2.476 miliardi di piedi cubici, risultando in calo dell’11,3% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.792) e in crescita del 3,9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.383 BCF. LEGGI TUTTO

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    Italgas, ok Consob ad aumento di capitale da 1,02 miliardi di euro. Sconto del 24,8%

    (Teleborsa) – Consob ha autorizzato il prospetto relativo all’offerta e all’ammissione alle negoziazioni su Euronext Milan delle azioni ordinarie di nuova emissione di Italgas, rivenienti da un aumento di capitale in opzione, per un importo massimo complessivo di 1.020 milioni di euro, comprensivi di sovraprezzo.È previsto che: i diritti di opzione per la sottoscrizione delle Nuove Azioni siano esercitabili, a pena di decadenza, dal 2 giugno 2025 al 19 giugno 2025 (estremi inclusi); e che i Diritti di Opzione siano negoziabili su Euronext Milan dal 2 giugno 2025 al 13 giugno 2025 (estremiinclusi).Il CdA ha deliberato di determinare in 5,026 euro per ciascuna Nuova Azione il prezzo al quale saranno offerte le azioni Italgas rivenienti dall’aumento di capitale, da imputarsi quanto a 1,240 a capitale sociale e quanto a 3,786 a sovrapprezzo, e ha conseguentemente deliberato di emettere massime 202.938.478 Nuove Azioni, da offrire in opzione agli azionisti nel rapporto di n. 1 Nuova Azione ogni n. 4 Diritti di Opzione.Il prezzo di sottoscrizione delle Nuove Azioni incorpora uno sconto pari al 24,82% rispetto al prezzo teorico ex diritto (Theoretical Ex Right Price – TERP) delle azioni Italgas, calcolato secondo le metodologie correnti, sulla base del prezzo di chiusura di Borsa Italiana delle azioni Italgas al 28 maggio 2025. Il controvalore complessivo sarà pertanto pari a massimi 1.019.968.790,43 euro.J.P. Morgan, BofA, Citigroup, Morgan Stanley, Société Générale, in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner e Banca Akros, in qualità di co-global coordinator and joint bookrunner, hanno sottoscritto il contratto di garanzia relativo all’aumento di capitale e si sono impegnati a sottoscrivere eventuali azioni rimaste inoptate al termine dell’offerta in Borsa, fino a concorrenza dell’importo massimo complessivo pari a 755 milioni di euro. La restante parte sarà sottoscritta dall’azionista di maggioranza CDP Reti per l’intera quota di propria spettanza. LEGGI TUTTO

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    Eni, Moody’s migliora l’outlook a positivo. Confermato il rating Baa1

    (Teleborsa) – Moody’s ha confermato a Baa1 il rating dell’emittente a lungo termine di Eni e migliorato l’outlook da stabile a positivo. L’outlook positivo sui rating di Eni fa seguito all’azione di rating sul rating sovrano italiano del 23 maggio 2025, in cui l’outlook sull’Italia è stato modificato a positivo.Il rating della società continua a posizionarsi due livelli sopra il rating Baa3 del debito sovrano italiano, riflettendo la solidità creditizia di Eni, unita alla portata globale delle sue attività upstream. I parametri attuali supporterebbero un rating più elevato, ma il rating di Eni è limitato a due livelli sopra il rating del debito sovrano italiano a causa del grado di legame con l’Italia, attraverso la partecipazione azionaria del 31,8% detenuta dal governo e la sua capacità di presentare liste di candidati per il consiglio di amministrazione, nonché attraverso il business downstream focalizzato sul mercato nazionale. Dati i legami legati alla proprietà statale, è altamente improbabile che un emittente collegato al governo possa ottenere un rating superiore a due livelli sopra il debito sovrano.Una asset base considerevole e geograficamente ben diversificata di Eni nel business upstream; un solido track record di esplorazione di successo, con uno dei più alti tassi di rimpiazzo delle riserve del settore; una strategia globale e investimenti crescenti per ridurre l’impronta di carbonio; politiche finanziarie conservative; solidi parametri di credito per il rating, con un rapporto RCF/debito netto intorno al 34% entro il termine ultimo di marzo 2025, e un’eccellente liquidità, tutti fattori che supportano il rating.L’azienda è esposta ai prezzi volatili del petrolio e del gas , poiché i suoi utili sono prevalentemente trainati dall’attività upstream; ha una significativa esposizione ai paesi non OCSE nell’attività upstream; ha un profilo di business leggermente meno diversificato rispetto a quello delle principali compagnie petrolifere e del gas integrate più grandi, con attività upstream e downstream più bilanciate; e i rischi legati alla transizione energetica e alla pressione per ridurre l’impronta di carbonio, che si traducono in un rischio operativo e richiederanno investimenti considerevoli per l’adeguamento del portafoglio. LEGGI TUTTO

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    Utilities, Moody’s migliora outlook a positivo su A2A, ACEA e Hera

    (Teleborsa) – Moody’s ha confermato i rating e modificato l’outlook da stabile a positivo per le seguenti utilities italiane: A2A, ACEA e Hera. L’intervento segue il passaggio dell’outlook da stabile a positivo per il Governo italiano, avvenuto il 23 maggio 2025.A2AMoody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per A2A. Il cambiamento dell’outlook riflette i legami dell’azienda con il rating sovrano, dato che la maggior parte dei suoi utili è generata in Italia, nonché le migliorate prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica del Paese, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Ciò riflette anche la solida performance operativa e la solida flessibilità finanziaria, illustrate ad esempio da un rapporto tra FFO e debito netto che si è attestato costantemente tra il 23,1% e il 28,6% negli ultimi cinque anni (2020-24) e dalla previsione che tale rapporto supererà probabilmente il 26% nel periodo 2025-27.La conferma del rating riconosce l’ampia diversificazione del mix di attività dell’azienda, che beneficia della sua integrazione verticale nel settore energetico; utili della rete regolamentata italiana a basso rischio e relativamente stabili; solide performance operative e finanziarie; solida liquidità; e una politica finanziaria che bilancia gli interessi dei suoi azionisti e creditori. Ciò tiene conto anche del fatto che A2A è il quarto produttore di energia elettrica in Italia (con una produzione di 12 TWh nel 2024, escluso il WTE). Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione del gruppo alla volatilità dei prezzi dell’energia elettrica in Italia, sebbene tale rischio sia mitigato da un mix diversificato di tecnologie di generazione elettrica e dalla politica di copertura del gruppo; e dall’esposizione delle attività di A2A nel settore dei rifiuti al contesto macroeconomico ciclico.ACEA Moody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per ACEA. Il passaggio da stabile a positivo riflette i legami dell’azienda con il debito sovrano, dato che la maggior parte dei suoi utili è generata in Italia, nonché le migliorate prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica dell’Italia, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Ciò riflette inoltre il solido profilo finanziario di ACEA, illustrato ad esempio da un rapporto tra FFO e debito netto pari in media al 19,4% negli ultimi 3 anni, e dalla possibilità che questo rapporto superi il 20% nel periodo 2025-2027, il che potrebbe a sua volta supportare un rating più elevato in assenza di vincoli derivanti dalla qualità del credito sovrano.La conferma dei rating di ACEA riconosce il mix diversificato di attività della società e il suo portafoglio di attività regolamentate, che rappresentavano circa l’81% dell’EBITDA consolidato nel 2024. Queste attività, caratterizzate da caratteristiche monopolistiche e da quadri normativi consolidati, garantiscono un buon grado di prevedibilità e visibilità degli utili aziendali. Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione del gruppo, attraverso le sue attività non regolamentate (circa il 19% dell’EBITDA nel 2024), al contesto macroeconomico ciclico e alla concorrenza; e dal rischio di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) che potrebbero assorbire l’attuale flessibilità finanziaria.HeraMoody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per Hera. Il passaggio da stabile a positivo riflette il legame dell’azienda con il debito sovrano, dato che tutti i suoi utili sono generati in Italia, nonché il miglioramento delle prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica dell’Italia, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Riconosce inoltre la solida performance operativa e il profilo finanziario dell’azienda, dimostrati ad esempio dal rapporto tra FFO e debito netto rettificato da Moody’s, pari in media al 24,2% negli ultimi cinque anni (2020-24), e dalla previsione che tale rapporto si manterrà nella fascia bassa del 20% in termini percentuali nel periodo 2025-2027, il che supporterebbe un rating più elevato in assenza di vincoli derivanti dalla qualità del credito sovrano.La conferma dei rating di Hera riflette il mix diversificato di business dell’azienda e il suo portafoglio di attività regolamentate e quasi regolamentate, che rappresentavano circa il 32% dell’EBITDA consolidato nel 2024, con una limitata esposizione a prezzi e volumi, supportata da quadri normativi favorevoli e trasparenti; il contributo delle attività quasi regolamentate (5% dell’EBITDA nell’esercizio 2024), che supportano la stabilità dei flussi di cassa; la strategia di crescita di Hera attraverso acquisizioni di piccola e media dimensione finanziate principalmente con lo scambio di azioni; e la sua solida liquidità. Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione dell’azienda al ciclo macroeconomico e alla pressione competitiva attraverso le sue attività di fornitura di energia elettrica e gas e di trattamento dei rifiuti (circa il 63% dell’EBITDA nell’esercizio 2024) e dall’esposizione, seppur limitata, delle attività di generazione di energia elettrica e di gestione dei rifiuti di Hera alla volatilità dei prezzi dell’energia in Italia. LEGGI TUTTO