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    Eni, avviata produzione a campo Cuica (Angola) a soli 4 mesi dalla scoperta

    (Teleborsa) – Eni ha comunicato di aver avviato la produzione del campo Cuica, situato nel Blocco 15/06, nel deep offshore angolano, attraverso l’unità galleggiante Armada Olombendo il 30 luglio 2021, dopo poco più di 4 mesi dalla scoperta. Il campo Cuica – scoperto nel marzo 2021 – si trova a una profondità di 500 metri, a circa 3 km dalla FPSO Olombendo, e la sua produzione iniziale aumenterà e sosterrà il plateau di produzione della FPSO di Olombendo.L’avvio della produzione del campo Cuica, a soli 4 mesi dalla scoperta, è per Eni “un ulteriore esempio dello straordinario successo esplorativo di Eni in Angola e nel mondo che, guidato dal principio dell’Infrastructure Led Exploration (ILX), e combinato con l’applicazione di una filosofia di sviluppo modulare e semplificata, sta permettendo a Eni di trasformare i successi esplorativi in produzione nel modo più efficiente ed efficace”.La FPSO Armada Olombendo – spiega la società in una nota – ha una capacità produttiva di 100.000 barili di olio al giorno ed è progettata per operare con zero discharge per l’intera vita produttiva. Il blocco 15/06 è operato da Eni Angola con una quota del 36,84%. Sonangol Pesquisa e Produção (36,84%) e SSI Fifteen Limited (26,32%) compongono il resto della Joint Venture. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +49 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano a un livello uguale alle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 6 agosto 2021, sono risultati in aumento di 49 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela uguale al consensus (+49 BCF). La settimana prima si era registrata una crescita di 13 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.776 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 16,5% rispetto ad un anno fa (quando erano pari a 3.324) e in diminuzione del 6% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.954 BCF). LEGGI TUTTO

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    L'OPEC conferma le stime sulla domanda di petrolio nonostante le nuove ondate di Covid

    (Teleborsa) – “Le aspettative di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2021 sono rimaste invariate rispetto alla valutazione del mese precedente”. È quanto sostiene l’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, nel suo Monthly Oil Market Report, il documento mensile che analizza i trend di mercato. La lettura del mercato che fa l’OPEC è quindi più ottimistica di quella dell’IEA (l’Agenzia internazionale dell’energia), che questa mattina ha tagliato le stime per la domanda del 2021 a causa del dilagare della variante Delta e delle nuove restrizioni nei Paesi asiatici.Le stime dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio sono rimaste invariate nonostante la leggera revisione al rialzo della crescita economica, poiché prevede che l’incremento della ripresa economica rivista al rialzo riguarderà principalmente i settori non ad alta intensità di petrolio. Nel rapporto viene stimato che la domanda di petrolio aumenterà ancora di circa 6 milioni di barili al giorno (MB/giorno) a una media di 96,6 MB/giorno.Per il 2022, l’OPEC prevede che la domanda mondiale di petrolio aumenterà di 3,3 MB/giorno su base annua, una stima invariata rispetto alla valutazione del mese scorso. La domanda mondiale di petrolio dovrebbe superare la soglia di 100 MB/giorno nel secondo semestre del 2022 e raggiungerà 99,9 MB/giorno in media per l’intero 2022. Le previsioni si basano sull’assunto che “le attività economiche guadagneranno ancora trazione, supportate da massicci pacchetti di stimolo” e che la pandemia “sarà controllata da programmi di vaccinazione e trattamenti migliorati, con conseguente ulteriore ripresa dell’attività economica e un costante aumento della domanda di petrolio sia nell’OCSE che nei paesi non OCSE”.Nelle sue analisi sull’economia globale, l’OPEC scrive inoltre che “le ipotesi alla base della crescita economica mondiale nel 2021 e nel 2022 sono sostanzialmente invariate. Ciò include, in particolare, l’ipotesi che il Covid-19 rimanga ben contenuto nelle economie avanzate, nel senso che non smorzerà la ripresa oltre i livelli attuali e che la pandemia non costituirà un grosso ostacolo anche per le principali economie emergenti”. LEGGI TUTTO

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    IEA, tagliate stime domanda petrolio 2021 su aumento contagi. Nuovo surplus nel 2022

    (Teleborsa) – La domanda mondiale di petrolio è aumentata di 3,8 milioni di barili al giorno (MB/giorno) mese su mese a giugno, guidata dall’aumento della mobilità in Nord America ed Europa. Tuttavia, la crescita della domanda ha “bruscamente invertito la rotta a luglio e le prospettive per il resto del 2021 sono state declassate a causa del peggioramento della progressione della pandemia e delle revisioni dei dati storici”. È quanto si legge nell’Oil Market Report del mese di agosto dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, la quale vede la domanda globale di petrolio aumentare in media di 5,3 MB/giorno, a 96,2 MB/giorno nel 2021 e di ulteriori 3,2 MB/giorno nel 2022.L’organizzazione sottolinea che “la crescita per la seconda metà del 2021 è stata ulteriormente ridotta, poiché le nuove restrizioni Covid-19 imposte in diversi importanti Paesi consumatori di petrolio, in particolare in Asia, sembrano destinate a ridurre la mobilità e l’uso di petrolio”.Nel frattempo, l’offerta globale di petrolio sta “aumentando rapidamente”. A luglio, i produttori hanno incrementato la produzione di 1,7 MB/giorno, poiché l’Arabia Saudita ha posto fine ai tagli volontari e il North Sea si è ripreso dalla manutenzione. L’offerta dovrebbe aumentare ulteriormente dopo che l’OPEC+ ha concordato (il 18 luglio) di aumentare la produzione di 400 KB/mese al mese da agosto fino alla graduale eliminazione dei restanti tagli.Secondo le previsioni dell’IEA, il mercato potrebbe comunque tornare al surplus nel 2022 se l’OPEC+ continua ad annullare i suoi tagli e i produttori che non prendono parte all’accordo aumentano l’output in risposta all’aumento dei prezzi. Dopo un modesto aumento di 600 KB/giorno in media nel 2021, l’offerta esterna al gruppo dovrebbe crescere di 1,7 MB/giorno il prossimo anno, con gli Stati Uniti che rappresenteranno quasi il 60% del totale. L’Agenzia internazionale dell’energia sottolinea che L’OPEC+ può ancora mettere in pausa, continuare o addirittura invertire le sue decisioni, sulla base dell’andamento del mercato, e ritiene improbabile che la rimozione dei tagli alla produzione continuerà su una traiettoria lineare nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Agatos cede GEA Energy ed esce dal comparto del minieolico

    (Teleborsa) – Agatos – holding quotata su AIM Italia e a capo di un gruppo industriale che costruisce impianti per il consumo efficiente dell’energia e per la produzione di energia rinnovabile – ha sottoscritto un contratto che prevede: la cessione per 1.000 euro del 100% delle azioni detenute in GEA Energy (società veicolo proprietaria di 31 impianti minieolici); la cessione, per 1,55 milioni di euro di parte dei crediti vantati da Agatos nei confronti della GEA, con la contestuale rinuncia di ulteriori crediti per un importo netto pari a circa 1,5 milioni di euro. Le cessioni delle azioni e dei crediti avverranno contestualmente al pagamento dei corrispettivi pattuiti e sono condizionate unicamente al waiver di cambio di controllo che GEA richiederà alla banca finanziatrice e che si prevede possa essere ottenuto a breve. La cessione porterà al deconsolidamento della Posizione Finanziaria Netta di GEA che al 30-6-2021 era circa 2,25 milioni di euro.La cessione – spiega la società in una nota – consente ad Agatos di: reperire risorse finanziarie da re-investire nel core business del Gruppo; concentrare tutte le proprie risorse nell’esecuzione del Piano 2021-2025; migliorare la PFN; uscire definitivamente dal businessminieolico ereditato da TE Wind in sede di reverse take over.”A valle di questa cessione, Agatos si configura come una delle poche società quotate in borsa focalizzate unicamente nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica e nella realizzazione per conto di clienti terzi di impianti innovativi alla base di tale transizione”, ha commentato il consigliere delegato di Agatos Michele Positano. “L’uscita dal minieolico trasforma il titolo azionario Agatos in un cosiddetto “pure play” ossia un titolo che permette di investire in maniera puntuale nel segmento che riceverà la maggiori parte dei fondi del PNRR”, ha aggiunto.(Foto: Johanna Montoya on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    F2i acquisisce Ital Gas Storage: gestisce impianto di stoccaggio di gas a Lodi

    (Teleborsa) – F2i SGR- il principale gestore italiano di fondi infrastrutturali – ha raggiunto un accordo per acquisire Ital Gas Storage, società che gestisce un impianto di stoccaggio di gas naturale sito a Cornegliano Laudense (Lodi). L’accordo prevede che tre fondi gestiti da F2i (il Fondo per la Infrastrutture Sostenibili, il Terzo Fondo F2i e il Fondo F2i-Ania) acquisiscano il 51% della società da parte degli attuali proprietari Sandstone Holding BV, una controllata di North Haven Infrastructure Partners II, fondo gestito da Morgan Stanley Infrastructure (92,5%) e Whysol Investments (7,5%). L’acquisto del restante 49% averrà nel 2023.”Gli impianti di stoccaggio del gas caratterizzati da elevata flessibilità produttiva, al pari di altre forme di accumulo, svolgono e continueranno a svolgere una funzione abilitante alla crescita delle fonti rinnovabili e alla progressiva elettrificazione e decarbonizzazione dei cicli produttivi e dei consumi energetici per uso civile”, ha commentato Renato Ravanelli, amministratore delegato di F2i SGR.L’impianto di stoccaggio è stato realizzato in un giacimento di gas naturale esaurito e ha una capacità di 1,6 miliardi di metri cubi. Ital Gas Storage ha registrato ricavi pari a 116 milioni di euro nel 2020. La sua quota principale verrà acquisita dal Fondo per le Infrastrutture Sostenibili (FIS), il quinto fondo lanciato recentemente da F2i che ha raccolto con successo al primo closing sottoscrizioni per circa 900 milioni di euro, con un obiettivo di raccolta pari a 1,5 miliardi. LEGGI TUTTO

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    Falck Renewables, ricavi in crescita nel 1° semestre. In calo la redditività

    (Teleborsa) – Falck Renewables, società quotata al segmento STAR e attiva nel campo delle energie rinnovabili, ha registrato ricavi pari a 234,2 milioni di euro nei primi sei mesi del 2021, rispetto a 195,3 milioni di euro del primo semestre del 2020. L’EBITDA è stato di 100,7 milioni di euro (106,3 milioni nel primo semestre 2020) e il risultato netto di pertinenza del gruppo di 11,6 milioni di euro (21,3 milioni nel primo semestre 2020).I capex comprensivi dell’acquisizione di impianti sono stati di 97,7 milioni di euro (63 milioni nel primo semestre 2020), mentre la posizione finanziaria netta (comprensiva del fair value dei derivati) siè assestata a 790,6 milioni di euro, rispetto ai 705,5 milioni di euro al 31 dicembre 2020. La produzione totale, a parità di perimetro, è stata in calo dell’11,5% rispetto al primo semestre 2020 per effetto della minore ventosità, mentre, per effetto dell’incremento di perimetro, è stata in calo del 2%.”Registriamo una forte accelerazione degli investimenti in impianti e nello sviluppo del nostro business nel primo semestre dell’anno – ha commentato l’amministratore delegato Toni Volpe – Con l’acquisto del 60% dell’azienda padovana SAET proseguiamo con convinzione nella strategia di sviluppo delle nostre competenze in ambito storage e connessione con la rete. Nei primi sei mesi del 2021 abbiamo firmato tre PPA in Italia, posizionandoci in prima linea nel mercato italiano dei contratti a lungo termine. Proseguiamo nel consolidamento della nostra azione di sostenibilità e con il posizionamento nei principali indici internazionali ESG”.(Foto: Zbynek Burival on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica ed ecologica, Enel sigla intesa con Confagricoltura

    (Teleborsa) – Offrire un pacchetto di soluzioni volto a sostenere le aziende del settore agricolo nella sfida della transizione energetica. Questo l’obiettivo dell’intesa siglata tra Enel e Confagricoltura. Una partnership – spiega una nota congiunta – che fa seguito al protocollo che lo scorso anno aveva individuato le priorità e i modelli di business sul fronte dell’energia, elettrica e gas, e dell’efficienza energetica per le imprese agricole. Gli accordi, che hanno coinvolto Enel X ed Enel Energia, prevedono la possibilità, per le aziende, di avere una consulenza dedicata, finalizzata a cogliere concretamente le opportunità in questo campo. In particolare, la proposta si articola, anche tramite il supporto di figure commerciali dedicate da parte di Enel Energia ed Enel X, in studi di progetto per valutare la convenienza economica e di fattibilità della proposta commerciale, prodotti dedicati per le commodities elettrica e gas, il Circular Economy Report per misurare attraverso un’azione di audit la circolarità dell’azienda e le azioni possibili di miglioramento per l’efficientamento energetico, come l’installazione di impianti fotovoltaici nuovi o l’ottimizzazione di quelli esistenti, le comunità energetiche rinnovabili, le infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Capitolo importante della sinergia – spiegano Enel e Confagricoltura – è inoltre favorire l’innovazione tecnologica, quindi anche il fotovoltaico, rispettando le aree rurali nel loro complesso, compresi gli aspetti paesaggistici.”Con questa intesa – commenta Carlo Tamburi, direttore Enel Italia – Enel intende rafforzare l’alleanza naturale tra fonti rinnovabili, soluzioni energetiche sostenibili e il settore agricolo. La transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica non è possibile senza fornire opportunità di crescita e di innovazione tecnologica alle imprese del settore agricolo, con cui intendiamo lavorare insieme anche per favorire una crescita armonica sul territorio di impianti e colture”. “Il contrasto al cambiamento climatico e il miglioramento della sostenibilità – spiega Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – passano attraverso le aziende agricole. L’agricoltura può dare il proprio contributo sui temi legati alla sostenibilità ambientale, all’abbattimento delle emissioni, all’assorbimento di CO2, nonché alla produzione di energia verde, puntando sull’innovazione delle aziende agricole. Le energie rinnovabili, e il fotovoltaico in particolare, hanno registrato uno sviluppo importante in agricoltura negli ultimi quindici anni, consentendo alle imprese di implementare percorsi di sostenibilità a livello aziendale, di partecipare attivamente alla decarbonizzazione del settore elettrico e di supportare la transizione ecologica del settore”. A settembre – conclude la nota – è previsto un primo incontro per illustrare nel dettaglio ai territori i contorni dell’intesa tra Enel, Enel X e Confagricoltura, quindi seguiranno altri appuntamenti nelle varie regioni per promuovere in modo specifico le opportunità della partnership. LEGGI TUTTO