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    Saipem, Standard Ethics conferma rating di sostenibilità

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) di Saipem, società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture, a “EE-“. Si tratta del quinto notch su nove (nella fascia “Adequate”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Secondo la metodologia di Standard Ethics, il livello di compliance di Saipem alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità rimane adeguato. Si osserva: una rendicontazione ESG in linea con le migliori pratiche del settore; l’utilizzo di ampi riferimenti sovranazionali (Onu, Ocse e Ue) nella documentazione pubblica e negli strumenti di governo; un sistema di policy socio-ambientali; obbiettivi di medio-lungo periodo; una composizione quali-quantitativa dell’organo apicale conforme ai principi di indipendenza e parità di genere.Il mantenimento del principio “one share one vote” e di indipendenza all’interno degli organi decisionali appare coerente agli interessi degli azionisti di minoranza in presenza di un patto di sindacato tra primi azionisti del Gruppo (CDP ed Eni). LEGGI TUTTO

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    Snam, collocata prima emissione obbligazionaria in dollari da 2 miliardi

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha collocato con successo la sua prima emissione obbligazionaria in dollari statunitensi destinata a investitori istituzionali, in formato Sustainability-Linked multi-tranche 144/A / Reg S, per un ammontare complessivo di 2 miliardi di dollari statunitensi, equivalenti a circa 1,8 miliardi di euro. Il prestito obbligazionario si articola in 3 tranches a 5, 10 e 30 anni, di rispettivamente 750, 750 e 500 milioni di dollari.L’operazione – che rappresenta la prima emissione obbligazionaria SustainabilityLinked al mondo con obiettivo Net Zero sulle emissioni GHG su Scope 1, 2 e 3 – ha ricevuto una domanda di circa 5 volte l’offerta, con ordini per circa 10 miliardi di dollari. Il collocamento segna anche il debutto di Snam sul mercato dei capitali statunitense e consente alla società di diversificare ulteriormente le fonti di finanziamento di medio e lungo termine, che oggi sono rappresentate per oltre il 10% da valuta estera.”Questa prima emissione obbligazionaria in dollari statunitensi rappresenta un traguardo importante nella nostra strategia di diversificazione delle fonti di finanziamento, accelerazione sul fronte della finanza sostenibile e ampliamento della base di investitori a livello internazionale – ha affermato il CEO Agostino Scornajenchi – In un contesto in cui Snam si consolida come operatore infrastrutturale nazionale e paneuropeo, rafforzare la nostra presenza sui mercati globali è fondamentale per sostenere le nostre ambizioni di crescita nel lungo periodo. L’elevato interesse da parte degli investitori statunitensi di fixed income, oltre alla larga componente di azionisti americani nella nostra base azionaria, conferma la forte fiducia nei confronti della strategia di sostenibilità, solidità finanziaria e visione industriale di lungo periodo di Snam”.A seguito dell’operazione, la quota di finanziamento sostenibile sul totale del funding committed di Snam sale all’86%, avvicinandosi al target del 90% al 2029. Il collocamento è stato organizzato e diretto, in qualità di Joint Bookrunners, da Barclays, BNP Paribas, BofA, Citigroup, Goldman Sachs, HSBC, JPMorgan, Morgan Stanley, SMBC e Société Générale. LEGGI TUTTO

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    Terna, nuovo massimo storico del titolo. Domani l’assemblea

    (Teleborsa) – Terna, gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica quotato su Euronext Milan, ha chiuso la seduta odierna di Borsa a 8,824 euro per azione (+1,19%), aggiornando il massimo storico del titolo dalla quotazione del 23 giugno 2004 e superando quota 8,8 euro per azione. Il precedente record del titolo del gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia era stato di 8,768 euro alla chiusura di Borsa del 30 aprile.Domani è in programma l’assemblea degli azionisti di Terna che dovrà approvare, fra i punti all’ordine del giorno, i risultati del 2024 del Gruppo che hanno evidenziato valori in crescita a doppia cifra rispetto all’esercizio precedente. LEGGI TUTTO

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    INBRE, Giovanni Parolini nuovo vicepresidente al posto di Riccardo Parolini

    (Teleborsa) – Il CdA di Iniziative Bresciane – INBRE, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore delle energie rinnovabili, ha deliberato di cooptare Giovanni Parolini in sostituzione di Riccardo Parolini, Vice-Presidente e Consigliere Delegato di INBRE, dimessosi in data 14 maggio 2025, attribuendo a Parolini gli stessi poteri di Riccardo Parolini.Il board ha anche approvato la delibera quadro relativa ad operazioni con parti correlate e, in particolare, avente ad oggetto il supporto finanziario per l’esecuzione del cosiddetto “Progetto Fiume Arno”, realizzato per il tramite della società Iniziative Toscane, società di progetto controllata da INBRE. LEGGI TUTTO

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    Saipem, Barclays ha una quota potenziale del 5,036%

    (Teleborsa) – La banca britannica Barclays ha una partecipazione potenziale pari al 5,036% in Saipem, società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 12 maggio 2025.In particolare, lo 0,585% sono diritti di voto riferibili ad azioni, il 4,266% sono “Right to recall” senza data di scadenza, obbligazioni convertibili con scadenza l’11/09/2029, e lo 0,186% sono “Portfolio Swap” con data di scadenza compresa tra il 17/12/2025 e il 29/04/2027, equity Swap con data di scadenza compresa tra il 25/03/2027 e il 05/04/2027. LEGGI TUTTO

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    Dolomiti Energia, approvato nuovo piano: EBITDA a 600 milioni di euro nel 2030

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Dolomiti Energia, multiservizi trentina che opera in tutta Italia, ha approvato il nuovo Piano Strategico 2025-2030, che prevede investimenti per 2,1 miliardi di euro. I due ambiti strategici alla base del Piano sono: l’integrazione lungo la filiera energetica dal produttore al cliente finale e le infrastrutture di rete per garantire la resilienza del sistema a servizio dei territori.Sul primo fronte, l’obiettivo al 2030 è una crescita costante della capacità installata che supererà i 2 GW, con investimenti per la decarbonizzazione pari a 1,3 miliardi di euro. La crescita della capacità installata è volta a diversificare le fonti sia dal punto di vista tecnologico che geografico focalizzata, in particolare su eolico e solare con 1 GW di pipeline in corso di sviluppo e in progettazione di cui 150MW in fase di costruzione. Inoltre, il Piano punta a raddoppiare la base clienti commodity al 2030 (1,3 milioni), superando il concetto tradizionale di fornitura. L’obiettivo è offrire un’esperienza completa e integrata: servizi a valore aggiunto, soluzioni digitali, prodotti innovativi e un’interazione continua, che consenta a ogni cliente di contribuire attivamente alla trasformazione del sistema energetico.Il secondo pilastro del Piano prevede investimenti per circa 800 milioni di euro nelle infrastrutture di rete e nei servizi ambientali, a sostegno della transizione energetica e della sostenibilità territoriale. A seguito di questi investimenti, il valore regolato degli asset è previsto in forte crescita (+60%).L’EBITDA è previsto in crescita costante, passando da circa 430 milioni di euro del 2024 (dato depurato dall’eccezionale idraulicità e da componenti straordinarie) a circa 600 milioni di euro nel 2030, con un tasso di crescita medio annuo del 6%. Il Piano presenta un profilo di rischio ben bilanciato, con circa il 45% dell’EBITDA 2030 generato da attività regolate o semi-regolate, caratterizzate da crescita costante e prevedibile. Il restante 55% deriva da attività a mercato come la generazione idroelettrica a bacino e la vendita di commodity a prezzo variabile che valorizzano la competitività strutturale del Gruppo, fondata su una base produttiva rinnovabile efficiente e sostenibile.La crescita mantiene al centro una solida struttura finanziaria, in grado di sostenere l’ambizione industriale nel rispetto di un rapporto PFN/EBITDA inferiore a 2 lungo l’arco di Piano con un forte impegno a mantenere i parametri per un rating solid investment grade.La politica dei dividendi prevista nel Piano si basa su un principio di crescita sostenibile, strettamente correlata alle performance economiche del Gruppo. È previsto un incremento annuo fino al 5% nel periodo di Piano, in linea con l’andamento dell’utile e nel pieno rispetto degli obiettivi di solidità finanziaria, in particolare del rapporto PFN/EBITDA.Il Piano prevede un importante rafforzamento dell’organico, con un incremento da circa 1.600 a oltre 2.000 dipendenti al 2030.”Il piano industriale che presentiamo oggi – ha commentato il CEO Stefano Granella – segna un punto di accelerazione rispetto al passato: si tratta di una vera e propria evoluzione nel nostro modo di operare e di creare valore. Abbiamo individuato due pilastri strategici su cui costruire il nostro futuro: l’integrazione di generazione e mercato e i servizi a rete e ambientali. Attraverso questi due assi portanti, intendiamo ridisegnare la nostra presenza di abilitatore della transizione ecologica per i nostri clienti in modo più sinergico, efficiente e sostenibile”.”Gli investimenti previsti, significativi e focalizzati sulle rinnovabili, ci consentiranno di innovare lungo tutta la filiera, aumentando la nostra capacità produttiva, promuovendo l’integrazione tra business e valorizzando il capitale umano dell’azienda – ha aggiunto – In parallelo, daremo forte impulso all’evoluzione dei nostri servizi a rete, integrandoli in un ecosistema digitale e sostenibile, interconnessi e in grado di rispondere in modo flessibile e proattivo alle esigenze del Paese e delle singole comunità che serviamo, un piano che continuerà a garantire solidità finanziaria al gruppo, un piano credibile anche in base alla capacità del gruppo di implementare velocemente azioni di crescita come già dimostrato nel 2024″. LEGGI TUTTO

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    Goldman Sachs: improbabile che domanda industriale europea di gas torni mai a livelli pre-crisi

    (Teleborsa) – I drastici tagli alle esportazioni di gas naturale russo verso l’Europa nel corso del 2022 hanno ridotto la quota russa nell’approvvigionamento di gas dell’Europa nord-occidentale all’8%, dal precedente 26%, ma l’Europa non è riuscita a ridurre totalmente la sua dipendenza dal gas russo diversificando completamente verso altre fonti. Lo sostiene Goldman Sachs in una ricerca sul tema, facendo notare che i prezzi del gas e dell’elettricità da inizio anno rimangono rispettivamente del 123% e del 119% superiori alla media pre-crisi energetica. Gli aumenti delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) non sono riusciti nemmeno lontanamente a compensare la perdita di gas russo, costringendo il mercato a bilanciarsi attraverso la distruzione della domanda, ma “questa situazione sta per cambiare”, dice Goldman Sachs. “E non perché il gas russo proveniente dal gasdotto possa tornare a fluire verso l’Europa occidentale, cosa che riteniamo sia diventata meno probabile negli ultimi mesi, ma a causa di una maggiore offerta di GNL – ha sottolineato – Nello specifico, ci troviamo ora all’inizio di quella che prevediamo sarà la più grande ondata mai registrata di aumenti di capacità di esportazione globale di GNL”.Goldman Sachs prevede un aumento della fornitura globale di GNL nel 2030 di oltre 200 mtpa, pari al 50% rispetto ai livelli del 2024. Questa ondata sarà trainata principalmente dagli Stati Uniti (50% del totale) e dal Qatar (27%), con l’83% della futura capacità di esportazione di GNL nel periodo che ha raggiunto una decisione finale di investimento per la costruzione. Viene stimato che il conseguente eccesso di offerta di gas porterà i prezzi del gas naturale europeo al di sotto della media storica di 19 EUR/MWh (6,25 dollari/mmBtu) a partire dal 2027 e probabilmente fino alla fine del decennio.”Sebbene prezzi dell’energia così bassi contribuiranno a un rafforzamento dell’attività industriale europea, avvertiamo che è improbabile che la domanda industriale europea di gas naturale torni mai ai livelli pre-crisi, principalmente a causa delle chiusure di capacità industriali e dell’indebolimento delle esportazioni di beni verso la Cina – viene sottolineato – Questa brusca perdita di domanda potrebbe essere invertita in parte se l’Europa entrasse in un periodo di spesa sostenuta per la difesa e le infrastrutture, come sembra essere alle porte, ma questo resta da vedere”. LEGGI TUTTO

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    Eni avvia nuovo programma di buyback da 1,5 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Eni ha comunicato che nei prossimi giorni sarà avviato il nuovo programma di acquisto di azioni proprie. Il nuovo programma di buyback, da realizzarsi entro la fine di aprile 2026, riguarderà fino a un massimo di 315 milioni di azioni Eni (circa il 10% del capitale sociale) con un esborso fino a un massimo di 1,5 miliardi di euro, come comunicato a febbraio in occasione del Capital Markets Update. Tale ammontare potrà essere incrementato, sulla base di eventuali aumenti del Cash Flow From Operations, fino ad un massimo complessivo di 3,5 miliardi di euro.Il nuovo Programma di buyback avrà la finalità di riconoscere agli azionisti Eni un’ulteriore remunerazione rispetto alla distribuzione dei dividendi; pertanto, le azioni proprie acquistate saranno annullate senza riduzione del capitale sociale entro e non oltre il mese di luglio 2026. LEGGI TUTTO