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    Da CDP, Montepaschi e Intesa Sanpaolo 63 milioni per Piano industriale Renco

    (Teleborsa) – Cassa Depositi e Prestiti, Gruppo Montepaschi e Intesa Sanpaolo hanno supportato i piani di crescita nazionali ed internazionali di Renco, azienda leader nell’ingegneria, nella costruzione e nel facility management nei settori Energy, Oil&Gas ed infrastrutture civili, con un finanziamento, suddiviso in due linee di credito, di complessivi 63 milioni di euro, (15 milioni CDP, 27 milioni Gruppo Montepaschi, 21 milioni Intesa Sanpaolo), di durata 7 anni. L’operazione prevede anche l’intervento di SACE a garanzia della quota di Cdp.Le risorse finanziarie saranno dedicate allo sviluppo dimensionale del Gruppo attraverso alcune iniziative immobiliari funzionali all’internazionalizzazione dell’azienda di Pesaro. Il processo di espansione sui mercati esteri e il rafforzamento della leadership globale di Renco saranno supportati dalla partecipazione congiunta di CDP e SACE al finanziamento insieme all’importante sostegno messo in campo da Intesa Sanpaolo e Gruppo Montepaschi.Renco ha acquisito una vasta e rilevante esperienza internazionale ed è diventato un leader globale che opera in 10 paesi in tutto il mondo. L’azienda di Pesaro presenta una forte integrazione industriale e commerciale nelle geografie di riferimento sfruttando le forti sinergie tra le diverse attività interne ed impiegando oltre 500 tra ingegneri e tecnici. Il Gruppo opera attraverso 3 principali società (Renco Spa, Renco Asset Management e Renco Valore) e vanta una storia di numerosi ed importanti progetti in oltre 50 nazioni. Nel 2019 ha consolidato un fatturato di oltre 275 milioni di euro e punta ad una forte crescita nell’orizzonte di Piano fino al 2022.Nunzio Tartaglia, Responsabile della Divisione CDP Imprese ha così commentato: “Il supporto al Piano Industriale di Renco risponde agli obiettivi di CDP di sostegno alle migliori Mid Cap italiane, già affermate nel settore dell’impiantistica e che intendono aumentare la propria competitività e la dimensione del proprio business. Renco ha saputo costruirsi negli anni una combinazione economica agile in grado di cogliere opportunità internazionali e adattarsi a realtà sfidanti in diversi Paesi in via di sviluppo, rappresentando un esempio di riconosciuta eccellenza italiana nel mondo”.Maurizio Bai, responsabile Direzione Rete di Banca Mps ha affermato:”Da sempre siamo attenti alla crescita e all’espansione sui mercati esteri delle imprese italiane e, grazie a quest’operazione di finanziamento, il Gruppo Montepaschi garantisce un sostegno concreto allo sviluppo dimensionale di un leader globale dell’industria come il Gruppo Renco. Come Mps riteniamo che questo contributo, destinato a incrementare ulteriormente l’internalizzazione delle attività produttive di Renco nel mondo, sia un ulteriore passo concreto al sostegno del tessuto produttivo del Paese”.Cristina Balbo, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “L’operazione a sostegno delle strategie di sviluppo della Renco di Pesaro conferma la presenza concreta del nostro Gruppo a sostegno delle aziende di eccellenza che operano nel territorio marchigiano. Vogliamo continuare a essere il motore per lo sviluppo dell’economia reale dei nostri territori e sentiamo il dovere di impegnare ogni risorsa per dare il massimo sostegno alle nostre imprese.”Simonetta Acri, Chief Mid Market Officer di SACE, ha commentato: “Ancora una volta siamo al fianco di un’eccellenza del Made in Italy che ha saputo interpretare le evoluzioni del mercato diversificando negli anni sia le geografie di export che le proprie linee di business dimostrando quella innovazione e flessibilità tipiche dei champions italiani. SACE da partner storico di Renco ha fatto la sua parte, in sinergia con CDP, Intesa Sanpaolo e Mps Capital Services, per sostenere lo sviluppo industriale del gruppo che in un contesto complesso come quello attuale ha saputo comunque cogliere strumenti e soluzioni concrete per continuare a realizzare nuovi investimenti e a guardare al futuro con ottimismo”.Giovanni Rubini, Chief Executive Officer di Renco: “In un contesto internazionale sempre più complesso, grazie al supporto di CDP, di Monte Paschi ed Intesa San Paolo, il Gruppo Renco può sviluppare con sicurezza e determinazione il suo piano strategico di crescita e di ulteriore consolidamento sui mercati internazionali. Un piano strategico fatto di opportunità che sono tali solo se colte con tempismo ed immediatezza. Grazie a questa operazione, saremo in grado di mettere a frutto i vantaggi competitivi acquisiti negli ultimi anni in nuovi mercati”. LEGGI TUTTO

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    Enel, rinnovabili superano energia termoelettrica

    (Teleborsa) – La produzione a zero emissioni di Enel “ha raggiunto il 65% della generazione totale del Gruppo Enel considerando unicamente la produzione da capacità consolidata, mentre è pari al 67% includendo anche la generazione da capacità gestita”.Lo sottolinea la nota del Gruppo diffusa al termine dei CdA sui risultati del primo semestre 2020 in cui si chiarisce che “l’obiettivo a lungo termine resta la “decarbonizzazione del mix” entro il 2050″.La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, includendo anche i volumi da capacità gestita, precisa Enel, “è stata ampiamente superiore rispetto a quella termoelettrica, raggiungendo i 56,2 TWh (52,5 TWh nel primo semestre 2019, +7,0%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 33,8 TWh (52,6 TWh nel primo semestre 2019, -35,7%)”. LEGGI TUTTO

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    ENEA: nel secondo trimestre 2020 calo record nei consumi di energia

    (Teleborsa) – Calo record dei consumi di energia (-22%) nel II trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il picco negativo è stato raggiunto ad aprile (-30%) in coincidenza con il lockdown, mentre su base semestrale la riduzione è stata del 14% rispetto alla prima metà del 2019. Inoltre, il forte calo dei consumi di energia elettrica (-13%) ha accresciuto il ‘peso’ delle fonti rinnovabili che nel mese di maggio hanno soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità (il 20% da eolico e solare), raggiungendo un nuovo massimo storico.È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA che registra anche una rilevante diminuzione delle emissioni di anidride carbonica (-26% nel II trimestre e -17% nel I semestre).“I cali di consumi e di emissioni sono senza precedenti. E, anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6% dei consumi di energia)”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che ha curato l’Analisi. “Le emissioni sono diminuite più dei consumi di energia in quanto si è ridotto principalmente il ricorso alle fonti fossili con maggiore intensità carbonica, come carbone e petrolio”.Nel secondo trimestre, infatti, la domanda di petrolio è diminuita del 30%, quella di gas naturale del 18% e le importazioni di energia elettrica sono crollate del 70% a fronte di un aumento del 7% delle fonti rinnovabili. Tuttavia, le stime preliminari evidenziano consumi di energia in ripresa a luglio rispetto ai mesi precedenti – anche se restano molto inferiori rispetto ai livelli allo stesso mese del 2019 – sulla spinta del traffico stradale, ormai vicino ai livelli dell’anno scorso per i veicoli pesanti, e del traffico aereo, raddoppiato in luglio rispetto al mese precedente.Le condizioni eccezionali che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno, hanno consolidato il miglioramento (+15%) iniziato nella seconda metà del 2019 dell’indice sintetico ISPRED, elaborato da ENEA per monitorare la transizione del sistema energetico sulla base dell’andamento dei prezzi, della sicurezza e del livello di emissioni.Il contesto di profonda crisi della domanda di energia ha invece comportato un complessivo peggioramento dell’indice ISPRED relativo alla sicurezza del sistema energetico (-10%). “Le cause sono da ricercare soprattutto nei settori della raffinazione – che ha sofferto un forte calo dell’utilizzo degli impianti con margini in territorio negativo – e della gestione in sicurezza del sistema elettrico, nel quale, anche senza eventi critici evidenti, sono emerse problematiche legate alla crescente penetrazione delle fonti rinnovabili intermittenti”, sottolinea Gracceva.Quanto alla decarbonizzazione, il crollo delle emissioni di CO2 ha determinato un forte miglioramento di questa componente dell’indice (+30%).“Tuttavia è plausibile che in uno scenario di ritorno dell’attività economica sui livelli pre-crisi, la traiettoria delle emissioni torni a discostarsi dagli obiettivi al 2030, se si confermasse il trend degli ultimi anni di modesto disaccoppiamento tra andamento dell’economia e consumi di energia”, conclude Gracceva. LEGGI TUTTO

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    ACEA, redditività e fatturato in crescita con accelerazione investimenti semestre

    (Teleborsa) – Il Gruppo ACEA, municipalizzata romana nell’energia, ha chiuso il primo semestre con un risultato netto di 144 milioni di Euro, in crescita dell’1% rispetto al 1° semestre 2019.I ricavi consolidati sono aunetati del 4% ad oltre 1,6 miliardi di Euro, mentre l’EBITDA registra un incremento del 13% a 569 milioni di Euro e l’EBIT del 7% a 277 milioni di Euro.Commentando questi risultati, l’Ad Giuseppe Gola parla di “una crescita strutturale, che conferma la solidità dei fondamentali anche in un periodo di difficoltà dovuto alla crisi sanitaria”. “Questa performance – ha spiegato – è stata possibile grazie agli importanti investimenti realizzati sulle nostre infrastrutture e all’impegno costante sul territorio delle nostre persone che hanno garantito qualità e continuità nell’erogazione di tutti i nostri servizi e rispettando il piano degli investimenti”.Gli investimenti sono stati peri a 411 milioni di Euro, registrando un aumento del 20% rispetto al 1° semestre 2019.Indebitamento Finanziario Netto pari a 3.528 milioni di Euro, a fronte die 3.063 milioni di Euro del 31 dicembre 2019.Acea ha rivisto al rialzo la guidance a livello di EBITDA, indicato al di sopra dell’8% rispetto al 2019, Confermati gli investimenti sostanzialmente in linea con il 2019 e con il Piano Industriale 2019-2022 e l’indebitamento finanziario netto, a fine 2020, tra 3,45 miliardi di Euro e 3,55 miliardi di Euro. LEGGI TUTTO

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    ENI testa con successo scoperta di Bashrush nel permesso di North El Hammad

    (Teleborsa) – Eni (opertare) BP e Total (partner), hanno testato con successo il pozzo perforato sul prospetto di Bashrush situato nella licenza di North El Hammad, ubicato nelle acque convenzionali egiziane del Delta del Nilo.Il pozzo in fase di test ha prodotto fino a 900.000 metri cubi di gas al giorno. Le portate sono state limitate dalle infrastrutture di superficie. Con i dati acquisiti si stima che il potenziale produttivo del pozzo, in produzione, sia fino a 3 milioni di metri cubi di gas e 800 barili di condensato al giorno.Eni proseguirà, assieme ai partner (BP e Total) e in coordinamento con l’Egyptian Natural Gas Holding Company, la fase di studio delle opzioni di sviluppo di Bashrush, che sarà mirata ad accelerare la rapida messa in produzione mediante la massima sinergia con le infrastrutture già presenti nell’area.Nella concessione di North El Hammad, che è in partecipazione con Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS), Eni, attraverso la sua affiliata IEOC, detiene il 37,5 % di interesse e il ruolo di Operatore, mentre BP detiene il 37,5 % e Total il 25% della quota del gruppo contrattuale.Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera tramite IEOC Production BV. La produzione equity nel Paese è oggi di circa 280,000 boepd. LEGGI TUTTO

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    Eni annuncia nuova scoperta nella Concessione di South West Meleiha in Egitto

    (Teleborsa) – Eni annuncia l’esito positivo della perforazione del pozzo SWM-A-6X localizzato nella Concessione di sviluppo ed esplorazione di South West Meleiha, nel Deserto Occidentale egiziano, a circa 130 km a nord dell’oasi di Siwa.Lo sviluppo della concessione viene portato avanti tramite AGIBA, una Joint Venture paritetica con la Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC). La produzione da South West Meleiha è iniziata nel luglio del 2019 e in un solo anno è salita oggi ad oltre 12.000 barili al giorno di petrolio grazie al contributo di nuove scoperte.Il pozzo SWM-A-6X, perforato nel bacino del Faghur sino a 4,815 metri di profondità, ha incontrato 40 metri di spessore netto mineralizzato di petrolio nelle arenarie paleozoiche della formazione Dessouky. Il pozzo ha una produzione giornaliera di 5000 barili di olio. Il pozzo è stato perforato nelle vicinanze di infrastrutture produttive già esistenti ed è già stato collegato alla produzione. LEGGI TUTTO