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    Snam, già allocato 90% della capacità di stoccaggio offerta per anno termico 2025/26

    (Teleborsa) – Le stime più recenti sull’evoluzione della domanda di gas naturale in Italia per il 2025 prevedono un aumento rispetto al 2024, influenzata sia dall’incremento della produzione termoelettrica a gas per effetto del minor import netto di elettricità da altri Paesi e dalla minore produzione da idroelettrico, sia da un maggior uso del gas nel settore civile a seguito della climatica particolarmente mite che ha influenzato il 2024. Lo afferma Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, nella nota sui conti del primo trimestre 2025.Le forniture di gas russo in Europa sono diminuite nel primo quarter 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, principalmente a causa del mancato rinnovo dell’accordo per il transito del gas attraverso l’Ucraina. Tale calo è stato compensato attraverso il prelievo da stoccaggi e maggiori forniture di LNG, soprattutto proveniente dagli Stati Uniti, il cui contributo sugli afflussi di LNG ha raggiunto il 50%.Al 31 marzo 2025, gli stoccaggi di gas nelle riserve di Snam ammontavano approssimativamente a 2,9 miliardi di metri cubi. Tale ammontare, aggiunto alle riserve strategiche, corrisponde ad una percentuale di riempimento del 42%, più alto della media a 34%. Alla fine di aprile, il tasso di riempimento ha raggiunto il 47%, mentre è stata già allocata il 90% della capacità di stoccaggio offerta per l’anno termico 2025/26.”Questo rappresenta un segnale positivo con riferimento al raggiungimento del target di riempimento del 90% prima del prossimo inverno – viene sottolineato – Grazie alle continue azioni di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e agli investimenti per la sicurezza degli approvvigionamenti nei diversi Paesi, non si registrano situazioni di discontinuità o criticità di rilievo nel perimetro degli asset internazionali di Snam”. Con riferimento alla situazione in Medio Oriente, il conflitto nella striscia di Gaza non comporta, al momento, impatti diretti sugli asset di Snam e sull’operatività della pipeline EMG, che connette Israele ed Egitto. Queste turbolenze potrebbero pesare sull’economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che determinare ulteriori sfide nella gestione delle fonti di approvvigionamento energetico. LEGGI TUTTO

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    Rinnovabili, Asterion entra nel capitale di Revalue Energies

    (Teleborsa) – Asterion Industrial Partners, società spagnola di gestione di investimenti specializzata in infrastrutture per il mid-market europeo, è entrata nel capitale di Revalue Energies, piattaforma attiva nello sviluppo, costruzione e gestione di impianti nel settore delle energie rinnovabili in Italia.L’investimento di Asterion, di cui non sono stati divulgati i dettagli finanziari, conferisce a Revalue una capacità finanziaria permettendole di accelerare in modo significativo i propri obiettivi di sviluppo e di affermarsi tra i principali operatori IPP (Independent Power Producer) in Italia, con una visione di espansione verso altri mercati europei.Asterion Industrial Partners ha una presenza consolidata in Italia attraverso le società in portafoglio, tra cui Revalue e altre quattro realtà con sede nel Paese: Sorgenia, Retelit, Samso e 2i Aeroporti.”In qualità di investitore specializzato in infrastrutture per il mid-market europeo, riteniamo che l’Italia rappresenti un mercato di grande interesse – ha detto Guido Mitrani, Founding Partner di Asterion Industrial Partners – Le opportunità di investimento privato per modernizzare le infrastrutture, la priorità che il Paese attribuisce alle infrastrutture verdi – tra cui le reti di energia rinnovabile, le smart cities, i sistemi di trasporto sostenibile – e il suo solido tessuto industriale e ingegneristico, costituiscono una base ideale per partnership strategiche su progetti infrastrutturali di ampia portata”.Attualmente, Revalue Energies sta sviluppando 2,7 GW di impianti solari, eolici e sistemi di accumulo. Inoltre, nei prossimi 12 mesi completerà la costruzione di circa 40 MW di progetti assegnati tramite asta FER, con tariffa garantita per 20 anni.(Foto: Sungrow EMEA su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Esapro (Algebris) costruirà portafoglio italiano di impianti agrivoltaici avanzati

    (Teleborsa) – Esapro, società controllata da Algebris Investments attraverso il fondo di private equity Algebris Green Transition Fund, realizzerà otto impianti “agrivoltaici avanzati” in tre regioni italiane per complessivi 48 MW, grazie al finanziamento “non recourse” da parte di un soggetto terzo perfezionato oggi. Gli “agrivoltaici avanzati” sono innovativi impianti fotovoltaici dotati di specifiche tecnologie che da un lato consentono, nelle aree occupate dagli impianti, il pieno utilizzo per le attività agricole, dall’altro permettono un preciso monitoraggio del terreno e delle colture.Le attività saranno avviate nei prossimi giorni, con l’obiettivo di garantire la piena operatività entro il 30 giugno 2026, in linea con le specifiche richieste del Gestore Servizi Energetici (GSE). Gli impianti saranno realizzati per conto di Orchidea, primario sviluppatore e investitore nel settore del fotovoltaico in Italia.Esapro, nel corso del 2025, realizzerà complessivamente oltre 130 MW di impianti fotovoltaici, raddoppiando la capacità rispetto all’anno precedente e rafforzando il proprio posizionamento tra i principali EPC e O&M contractor fotovoltaici italiani.”Prosegue il percorso di crescita intrapreso da Esapro dopo l’ingresso nel capitale di Algebris Green Transition Fund con l’obiettivo di diventare un operatore leader nazionale sia in termini dimensionali sia di qualità e complessità dei servizi offerti agli investitori nel settore della generazione da fonte solare”, ha commentato Valerio Camerano, Managing Director e Senior Partner di Algebris Green Transition Fund.(Foto: Zbynek Burival on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Snam, Farina: per Innovation Plan importanti investimenti su tech e persone

    (Teleborsa) – “Innovazione e tecnologia sono elementi strategici per permettere al settore e alla filiera dell’energia di decarbonizzarsi e di farlo garantendo efficacia, efficienza, economicità e sicurezza delle forniture”. Lo ha detto Claudio Farina, Chief Strategy & Technology Officer di Snam, nel corso della presentazione del primo Innovation Plan del gruppo a Milano.”Le tecnologie su cui puntiamo sono sostanzialmente di due tipi: da una parte quelle legate alla digitalizzazione, all’intelligenza artificiale e al cloud computing, e dall’altra quelle più direttamente legate alla decarbonizzazione, ambito nel quale far rientrare le clean tech e le soluzioni per gestire la CO2 catturata e le molecole verdi come l’idrogeno”, ha sottolineato Farina.”Ciò che ci condurrà nella direzione in cui andremo, gestendo le incertezze di ogni giorno e reagendo ai cambiamenti, sono le persone, ovvero quel patrimonio di competenze tecniche e di ecosistema che Snam ha costruito nei decenni e su cui ci appoggiamo – ha detto il Chief Strategy & Technology Officer di Snam – Non è quindi importante solo l’investimento in tecnologie, ma soprattutto l’investimento nelle persone, per la costruzione e la valorizzazione di nuove competenze”. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE punta ad azzerare restanti importazioni di gas russo entro fine 2027

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato Roadmap REPowerEU, un programma che intende portare alla piena indipendenza energetica dell’UE dalla Russia. Nonostante i significativi progressi compiuti attraverso le sanzioni imposte dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nel 2024 l’UE ha registrato infatti una ripresa delle importazioni di gas russo.La roadmap prevede una graduale eliminazione del petrolio, del gas e dell’energia nucleare russi dai mercati dell’UE, che avverrà “in modo coordinato e sicuro, man mano che avanziamo nella nostra transizione energetica”, si legge in una nota. Le misure sono state concepite per “preservare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE, limitando al contempo qualsiasi impatto su prezzi e mercati”. La tabella di marcia odierna sarà seguita da proposte legislative della Commissione il mese prossimo.A partire dal 2025, si prevede che le forniture globali di GNL cresceranno rapidamente, mentre la domanda di gas diminuirà. Con la piena attuazione del quadro di transizione energetica e del Piano d’azione per un’energia accessibile, si prevede che l’UE sostituirà fino a 100 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, il che si tradurrà in una riduzione della domanda di 40-50 miliardi di metri cubi entro il 2027. Allo stesso tempo, si prevede che la capacità di GNL aumenterà di circa 200 miliardi di metri cubi entro il 2028, ovvero cinque volte di più rispetto alle attuali importazioni di gas russo dall’UE.”Con REPowerEU, abbiamo diversificato il nostro approvvigionamento energetico e ridotto drasticamente la precedente dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili russi – ha commentato la presidente Ursula von der Leyen – È giunto il momento che l’Europa interrompa completamente i suoi legami energetici con un fornitore inaffidabile. E l’energia che arriva nel nostro continente non dovrebbe pagare per una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, alle nostre aziende e ai nostri coraggiosi amici ucraini”.Per quanto riguarda il gas, le prossime proposte miglioreranno la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità del gas russo nei mercati dell’UE. Fondamentalmente, saranno impediti nuovi contratti con i fornitori di gas russo (gasdotti e GNL) e i contratti spot esistenti saranno sospesi entro la fine del 2025. Questa misura garantirà che, già entro la fine di quest’anno, l’UE ridurrà di un terzo le rimanenti forniture di gas russo. La Commissione proporrà inoltre di bloccare tutte le restanti importazioni di gas russo entro la fine del 2027.Nell’ambito della Roadmap, la Commissione presenterà anche nuove azioni per affrontare il problema della flotta ombra russa che trasporta petrolio. Per quanto riguarda il nucleare, le proposte che arriveranno il mese prossimo includeranno misure sulle importazioni russe di uranio arricchito, nonché restrizioni sui nuovi contratti di fornitura cofirmati dall’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom (ESA) per uranio, uranio arricchito e altri materiali nucleari provenienti dalla Russia. È inoltre prevista un’iniziativa europea per la “Valle dei radioisotopi” (Radioisotopes Valley) per garantire l’approvvigionamento dell’UE di radioisotopi medicali attraverso un aumento della produzione propria.”Oggi l’UE mostra forza e determinazione – ha commentato Dan Jorgensen, Commissario per l’Energia e l’Edilizia Abitativa – Il messaggio alla Russia è chiaro: “Non ricatterete più i nostri Stati membri. Non verserete più euro nelle vostre casse. Il vostro gas sarà vietato. La vostra flotta ombra sarà fermata”. Lo facciamo per preservare la nostra sicurezza. Ma è anche un passo importante verso l’indipendenza energetica. Produrre la nostra energia pulita e a prezzi accessibili invece di importare costosi combustibili fossili”.La Commissione europea ha spiegato che le importazioni di gas (sia GNL che tramite gasdotto) dalla Russia sono diminuite significativamente, dal 45% nel 2021 al 19% nel 2024. Le proiezioni indicano un ulteriore calo al 13% nel 2025, con la fine del transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Grazie alle sanzioni dell’UE, anche le importazioni di petrolio russo si sono ridotte, dal 27% all’inizio del 2022 al 3% attuale.Nonostante questi significativi progressi compiuti nell’ambito del piano REPowerEU e delle sanzioni, le forniture russe di gas, petrolio e nucleare continuano a far parte del mix energetico dell’UE. Nel 2024, l’UE ha importato 52 miliardi di metri cubi di gas russo (32 miliardi di metri cubi via gasdotto e 20 miliardi di metri cubi via GNL), oltre a 13 milioni di tonnellate di petrolio greggio e oltre 2800 tonnellate di uranio equivalente in forma arricchita o combustibile. Lo scorso anno, dieci Stati membri hanno importato gas naturale russo, tre Stati membri hanno importato petrolio russo e sei Stati membri hanno importato uranio arricchito o servizi di uranio dalla Russia. LEGGI TUTTO

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    Snam, presentato primo Innovation Plan: investimenti per 400 milioni di euro

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha presentato il suo primo Innovation Plan, una roadmap che illustra in dettaglio l’orientamento e i progetti del Gruppo in materia di innovazione trasformativa, che al pari della sostenibilità rappresenta una leva strategica trasversale identificata per il business del Gruppo. Con il Transition Plan e il Piano Strategico 2025-2029, presentati rispettivamente a ottobre 2024 e gennaio 2025, l’Innovation Plan completa il framework nel quale il Gruppo inquadra i propri investimenti nel medio-lungo periodo in sicurezza e transizione energetica, garantendo una coerenza complessiva tra le diverse prospettive e i diversi programmi di azione.”L’innovazione è da sempre nel DNA di Snam, sin dai suoi primi anni, ma le complessità crescenti della fase attuale, caratterizzata dalla fragilità degli equilibri complessivi e da un percorso di transizione energetica sempre meno lineare, hanno ulteriormente accresciuto l’importanza di un costante upgrade tecnologico di asset, processi e sistemi, sviluppando un innovativo modello di gestione e visione della prospettiva – ha dichiarato l’AD Stefano Venier – Nasce sotto questi presupposti anche il nostro Innovation Plan, una roadmap flessibile che include e mobilita risorse sia interne che esterne, che condividono con noi l’idea di non subire il cambiamento, ma di avere l’ambizione di guidarlo”.Relativamente al solo piano strategico 2025-2029, sono già stati pianificati investimenti in innovazione per 400 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto a quelli previsti dal piano precedente. Di questi, grazie all’approccio dual-track adottato da Snam, 338 milioni sostengono iniziative di proven innovation mentre 62 milioni alimentano progetti di explorative innovation, il tutto nel segno di un modello “people-centric”, che persegue il costante aggiornamento delle competenze di tutte le persone Snam e il conseguente livellamento dei gap generazionali.Con la proven innovation, in particolare, Snam si concentra su soluzioni tecnologiche scalabili, affidabili e già pronte per il mercato, che rispondono alle esigenze operative – sicurezza, affidabilità, ottimizzazione dei costi e riduzione delle emissioni – degli asset e dei processi industriali. Il suo cuore pulsante è SnamTEC, il programma di innovazione applicato alle operation attivo dal 2018, articolato in circa 50 progetti e dal quale è già nata l’Asset Control Room, una piattaforma digitale che grazie anche all’AI supporta oltre 2.000 persone nel monitoraggio e nella gestione data driven, da remoto e su device mobili, di asset fisici e di 47 processi end-to-end. L’Intelligenza Artificiale (IA) già oggi è incorporata nel 15% degli applicativi aziendali e che salirà al 40% entro 5 anni.Con l’explorative innovation Snam presidia invece una vasta gamma di idee nuove e tecnologie emergenti, da nuove applicazioni basate sull’AI alle clean tech per la produzione, l’uso finale e la trasformazione di molecole decarbonizzate. L’attenzione – attraverso iniziative come Centrale delle Idee, HyAccelerator, Innova.Lab e Decarbonisation Research Program, è rivolta ai programmi di R&S, scouting e testing condotti con startup, acceleratori, università e risorse interne. Le tematiche affrontate dall’innovazione esplorativa, oggi articolata in oltre 35 progetti, variano dalle cleantech /energy-tech – idrogeno, carbon capture utilization and storage (CCUS) e tecnologie di Long Duration Energy Storage (LDES) – alle tecnologie digitali di frontiera quali l’AI tradizionale e generativa, la robotica e il computing. L’obiettivo è testare e accelerare l’implementazione di soluzioni innovative ad alto potenziale ma non ancora mature o non ancora industrializzate nel contesto energetico, per disporre di opzioni di diversificazione, integrandole – ove possibile – al business stesso di Snam. Il T.LAB – strumento di Snam per collegare explorative e proven innovation – si occupa di questo, scalando e implementando le operational technologies più mature e promettenti fra quelle prese in esame. Fra i progetti attualmente al vaglio del T.LAB, Snam segnala il methane detector, una telecamera iperspettrale per rilevare e quantificare con precisione le perdite di gas su scala industriale, la sensoristica avanzata per il monitoraggio metereologico marino già implementata con successo presso i rigassificatori di Panigaglia e Ravenna, le tecnologie laser-scanner per il monitoraggio della biodiversità successivo ai ripristini vegetazionali effettuati a valle dei cantieri, ma anche valvole a zero emissioni regolate a distanza che non necessitano di sostituzioni, nonché progetti per il miglioramento dei sistemi elettrolitici tesi ad abbattere i costi della produzione di idrogeno verde e, così facendo, a favorire lo sviluppo del suo mercato. LEGGI TUTTO

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    Snam, Venier: vogliamo tenere assieme innovazione e sostenibilità affinché siano convergenti

    (Teleborsa) – “Siamo in un contesto assolutamente fragile e instabile, di cui facciamo fatica ad avere una lettura che va al di là del breve periodo, e caratterizzato da due fenomeni come digitalizzazione e decarbonizzazione, a volte convergenti e a volte divergenti. Convergenti perché le tecnologie aiutano a ottimizzare l’uso di energia e progettare nuove soluzioni più efficienti, ma divergenti perché le soluzioni sono particolarmente energy-intensive, facendo crescere la domanda globale di energia”. Lo ha affermato Stefano Venier, CEO di Snam, alla presentazione dell’Innovation Plan della società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan.”Di fronte a questo contesto, c’è bisogno di trovare risposte rapide, tempestive e che siano pragmatiche e coerenti rispetto al contesto – ha spiegato – Da un lato c’è la consapevolezza che molti dei jolly ce li siamo giocati in termini di innovazione e non possiamo commettere errori, ma dall’altro abbiamo davanti a noi una serie di opzioni che non conosciamo e che dobbiamo cercare di costruire e portare sul mercato”.”Abbiamo scelto di dotarci di framework strategico integrato – ha detto Venier – Non vogliamo inventarci una nostra filosofia dell’innovazione, ma integrare in maniera efficiente alcune delle tecnologie che ci aiutano a tenere insieme la transizione con la sicurezza energetica, che è un po’ la nostra missione e una delle sfide più importanti”.”L’Innovation Plan non si contrappone al Transition Plan, ma è complementare e abilitante – ha sottolineato il CEO di Snam – Vogliamo tenere assieme gli elementi di innovazione e sostenibilità, affinché siano convergenti”.”Snam ha l’innovazione nel suo DNA fin dalla sua fondazione – ha aggiunto – Ma l’innovazione è intrinsecamente incerta e non lineare. Se oggi riusciamo a immagine un primo pezzo di percorso, dobbiamo essere pronti a fare il successivo, sperando che il meglio debba ancora venire ed essendo pronti a coglierlo”. LEGGI TUTTO

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    UE, addio al gas russo entro il 2027

    (Teleborsa) – L’UE vuole porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi risparmiando energia, diversificando gli approvvigionamenti e accelerando la transizione verso l’energia pulita. Con questo obiettivo, nel marco 2022, i leader dell’Unione Europea hanno presentato il piano REPowerEU, con cui oggi sono pronti ad accelerare per affrancarsi dalla dipendenza dell’UE dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi.L’Unione Europea è dunque pronta a proporre misure per vietare le importazioni di gas russo, entro la fine del 2027, mentre spinge per recidere i legami con il Paese che un tempo era il suo principale fornitore di energia.L’UE, scrive l’agenzia Bloomberg che cita fonti vicine alla questione, sta portando avanti l’intenzione, a lungo accarezzata, di eliminare gradualmente i combustibili fossili russi, dopo aver rinviato all’inizio di quest’anno la pubblicazione della sua “road map” per valutare l’impatto degli sforzi statunitensi per porre fine alla guerra in Ucraina. I flussi di gas russo verso l’Europa sono diminuiti drasticamente, ma Mosca rappresenta ancora il terzo fornitore di gas (16,6%) dopo Norvegia (45,6%) e Algeria (19,3%). Ed è seconda nelle consegne di gnl ai Ventisette (17,5%), dietro soltanto agli Stati Uniti (45,3%).Ora, la Commissione europea sembra pronta a svelare Strasburgo l’attesa e preannunciata tabella di marcia per tagliare gli ultimi legami energetici rimasti con Mosca. La roadmap sarà presentata dal commissario Ue per l’Energia, Dan Jorgensen, e consiste in una comunicazione non vincolante contenente una serie di opzioni legali per aiutare le aziende europee a rescindere i contratti in essere con la Russia e il suo colosso energetico Gazprom. LEGGI TUTTO