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    USA, richieste sussidi disoccupazione ai minimi da inizio pandemia

    (Teleborsa) – Diminuiscono oltre le aspettative le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 19 marzo, i “claims” sono risultati pari a 684.000 unità, in calo di 97 mila unità rispetto al dato della settimana precedente di 781.000 (777.000 unità la prima lettura). Il dato è migliore delle attese degli analisti, che erano per richieste in calo fino a 730 mila, e il più basso da quando è scoppiata la pandemia. Ciò evidenzia come gli Stati Uniti si stiano avviando verso la ripresa dell’economia.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 736.000 unità in calo di 13 mila unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente (749.000). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 13 marzo, le richieste continuative di sussidio sono scese a 3.870.000, con una contrazione di 264 mila unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente (4.134.000). LEGGI TUTTO

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    Euro Zona, fiducia consumatori migliora a marzo

    (Teleborsa) – Segnali di miglioramento per la fiducia dei consumatori europei. La stima flash dell’ultimo sondaggio mensile, condotto dalla Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN) evidenzia che il sentiment dei consumatori è salito di 4 punti ad un livello di -10,8 punti rispetto ai -14,5 di febbraio. Le attese del mercato erano per un miglioramento fino a -14,5 punti. Nel complesso dell’Unione Europea l’indicatore è pari a -12,1 punti.Entrambi gli indicatori si stanno avvicinando alla traiettoria di lungo termine (-11,1 per l’Area Euro e -10,6 punti per l’UE27).(Foto: Dimitris Vetsikas / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    USA, dati economici positivi a marzo. Pressione sui prezzi

    (Teleborsa) – Resta sostenuta l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a marzo. La stima flash sull’indice PMI elaborato da Markit indica infatti un livello di 59 punti, in lieve aumento dai 58,6 punti di febbraio, ma sotto le attese degli analisti (59,3 punti). L’indicatore si conferma ben al di sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione del settore manifatturiero.Segnali positivi giungono invece dal settore terziario. La stima flash, sul PMI dei servizi, pubblicata da Markit, indica un valore di 60 punti nel mese di marzo, rispetto ai 59,8 di febbraio e ai 60 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 59,1 punti dai 59,5 precedenti.”Un’altra impressionante espansione dell’attività commerciale a marzo ha posto fine al trimestre più forte dell’economia dal 2014 – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit – L’introduzione dei vaccini, la riapertura dell’economia e ulteriori 1,9 trilioni di dollari di stimoli hanno contribuito a sollevare la domanda a un livello che non si vedeva da oltre sei anni”.”Tuttavia, i produttori non sono stati sempre in grado di tenere il passo con la domanda, principalmente a causa di interruzioni e ritardi della catena di approvvigionamento – ha aggiunto Williamson – Ne sono conseguiti prezzi più alti, con conseguenze sia sui costi degli input che sui prezzi di vendita”. LEGGI TUTTO

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    USA, ordini beni durevoli in calo a febbraio

    (Teleborsa) – Si arresta la crescita degli ordinativi di beni durevoli americani a febbraio. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), gli ordini hanno evidenziato un decremento dell’1,1% su base mensile dopo il +3,5% del mese precedente (dato rivisto da +3,4%) e rispetto alle stime degli analisti (+0,8%).Il dato “core”, ossia al netto degli ordinativi del settore trasporti, risulta in calo dello 0,9% rispetto al +1,6% del mese precedente (rivisto da +1,4%) ed al +0,6% del consensus. Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi hanno visto una diminuzione dello 0,8% dopo il +0,6% precedente (dato rivisto da +0,5%). LEGGI TUTTO

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    USA, nuove domande per mutui continuano a crescere

    (Teleborsa) – Scendono le domande totali di mutuo negli Stati Uniti nella settimana al 19 marzo 2021. L’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un calo del 2,5% dopo il -2,2% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 5,1%, mentre quello relativo alle nuove domande segna un incremento del 2,6%. Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA) precisando che i tassi sui mutui trentennali sono saliti al 3,36% dal 3,28%.”Le richieste di acquisto sono state forti durante la settimana, guidate sia dalle famiglie in cerca di più spazio abitativo sia dalle famiglie più giovani che cercano di acquistare una casa”, ha commentato Joel Kan, economista di MBA.(Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    USA, indice manifatturiero Fed Richmond marzo sale a 17 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’indice Fed di Richmond sullo stato del settore manifatturiero a marzo. L’indicatore che sintetizza lo stato dell’attività del distretto è salito fino a 17 punti dai 14 di febbraio. Il dato, pubblicato dal Distretto Fed della capitale della Virginia, evidenzia un miglioramento della componente delle consegne che si porta a +22 punti da +12 del mese precedente, mentre quella dei servizi balza a +16 punti da -6. LEGGI TUTTO

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    USA, vendite case nuove crollano del 18% a febbraio

    (Teleborsa) – Crollano le vendite di case nuove negli Stati Uniti a febbraio. Il dato ha evidenziato un calo del 18,2% a 775 mila unità rispetto alle 948 mila unità di gennaio (dato rivisto da 923 mila).Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Il dato delude le attese degli analisti, che erano per una diminuzione più contenuta del 6,5% a 875 mila. Ha sicuramente giocato un ruolo importante il maltempo che ha interessato soprattutto gli Stati del Sud, come già dimostrato dalle rilevazioni di altri dati macroeconomici del mese scorso.Rispetto a febbraio 2020 si registra un incremento dell’8,2%.(Foto: Sebastian Wagner / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Spagna, banca centrale taglia stime di crescita per il 2021

    (Teleborsa) – La banca centrale spagnola ha tagliato le stime di crescita per il 2021, dal 6,8% previsto a dicembre al 6% attuale. Tra i principali motivi della revisione al ribasso ci sono un primo trimestre più debole del previsto (a causa delle restrizioni ancora in vigore) e una maggiore incertezza sui tempi di attivazione dei fondi europei per la ripartenza.”Le prospettive economiche rimangono soggette a forte incertezza”, ha sottolineato il Banco de Espana in una nota. In particolare, la banca centrale pone l’attenzione “sulle cicatrici” che la pandemia può lasciare sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro, “in termini di fallimenti di imprese e disoccupazione di lunga durata” e sui cambiamenti indotti dalla crisi sul comportamento dei soggetti economici (vengono citati il forte aumento del tasso di risparmio delle famiglie e il grave calo delle esportazioni turistiche).Un prezzo più alto del petrolio, un euro leggermente più forte e un aumento dei tassi di interesse a lungo termine sono gli altri elementi che hanno contribuito alla revisione al ribasso da parte della Banca di Spagna del suo scenario di base per l’andamento del PIL spagnolo per l’anno in corso.”Lo spiccato dinamismo del PIL previsto per la seconda metà del 2021″, viene sottolineato, darà un forte impulso al PIL nel 2022, quando dovrebbe crescere a un tasso del 5,3%, prima di rallentare e normalizzarsi nel 2023 (+1,7%). LEGGI TUTTO