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    Terremoto Turchia-Siria, quasi 2000 morti. Erdogan: “Il più grande disastro dal 1939”

    (Teleborsa) – Continua, purtroppo, a crescere il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria: il numero di morti nei due Paesi è di circa 1.800. Nella sola Turchia sarebbero almeno 1.014 le vittime, mentre in Siria 783. Secondo quanto riferisce l’istituto geologico danese le scosse del devastante terremoto si sono avvertite fino alla Groenlandia. “Il terremoto che ha colpito la Turchia la notte scorsa è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939”: lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. Il terremoto di Izmit del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17.000 persone. “Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni”. Lo afferma il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riporta la Bbc in lingua turca.Immagini drammatiche che rimbalzano su tv e social di tutto il mondo mentre Papa Francesco si è detto “profondamente addolorato per l’ingente perdita di vite” provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia, assicurando a tutti i colpiti “la sua vicinanza spirituale”. E oltre alla sua “vicinanza” e al suo “cordoglio”, esprime incoraggiamento al personale di soccorso. Analoghi sentimenti il Pontefice li manifesta anche per le vittime causata dal terremoto nella zona del Nord-Ovest della Siria. Lo si legge in due telegrammi inviati, a nome del Papa, dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, mons. Marek Solczynski e card. Mario Zenari.Intanto, sono oltre 30 le scosse di terremoto registrate finora in Turchia, inclusa la prima – la notte scorsa – di magnitudo 7.8 e quelle più recenti di magnitudo 7.5 e 6.0.”Abbiamo già pronte le risorse e squadre dedicate per la ricerca in contesti urbani drammatici come quelli che si sono verificati. Esprimo solidarietà e vicinanza al governo e al popolo turco. Noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto. Abbiamo già un modulo pronto dei vigili del fuoco, più altre risorse di natura tecnologica, siamo pronti a partire non appena ci sarà il consenso del paese aiutato. È questione di ore”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Foggia, a margine del comitato per la sicurezza. LEGGI TUTTO

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    CdM, sul tavolo autonomia differenziata: opposizione critica

    (Teleborsa) – Arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 16 il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, presentato dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli. Sul testo, cui sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera ai Ministeri, dovrebbe arrivare un’approvazione preliminare, cui seguirà un ulteriore esame in un CdM successivo.Nel centrodestra soprattutto la Lega si prepara a festeggiare l’approvazione del testo, a venti giorni dalle Regionali in Lazio e Lombardia, una delle tre regioni che hanno già avviato il percorso per ottenere funzioni finora svolte dallo Stato.L’autonomia “migliorerà” il Paese e “conviene a tutti, i comuni del centro e del sud ci guadagnerebbero di più”, assicura Matteo Salvini. “Le Regioni avranno più risorse e più poteri con l’autonomia, per gestire i servizi essenziali per i cittadini, a partire naturalmente dalla sanità – è il commento di Silvio Berlusconi -. Ogni anno 200mila cittadini raggiungono la Lombardia da altre Regioni per interventi chirurgici. Quindi, dobbiamo garantire a tutti una sanità di assoluta qualità”. Dalle opposizioni invece arrivano critiche, soprattutto per la scelta discutere il ddl prima che ci siano i Lep, di affidare la loro definizione al presidente del Consiglio, nonché di non consentire al Parlamento di partecipare alla definizione delle intese. “L’articolo 8 conferma tutti i nostri sospetti – affonda il dem Francesco Boccia -: dall’applicazione del ddl ‘non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. È la riprova che non investono un centesimo per ridurre le diseguaglianze”.Secondo il ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere. Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i “ritocchi” decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri – pare anche su input di Giorgia Meloni – si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in AulaLe intese durano fino a 10 anni: possono essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno. È il rischio che vuole evitare la premier. “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”, aveva detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni. LEGGI TUTTO

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    USA, nuove sanzioni contro rete pro Russia

    (Teleborsa) – L’Ufficio di controllo dei beni stranieri (OFAC) del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni nei confronti di 22 individui ed entità in più Paesi legati ad una rete di evasione delle sanzioni a sostegno del complesso militare- industriale della Russia. L’azione di oggi – si legge nel comunicato – fa parte della strategia Usa volta a limitare l’accesso della Russia alle entrate necessarie per portare avanti il brutale conflitto in Ucraina.In particolare, le sanzioni prendono di mira il leader della rete, il trafficante d’armi russo Igor Zimenkov, così come suo figlio e diversi membri della loro rete, per aver fornito alla Russia “dispositivi ad alta tecnologia”. Zimenkov e i suoi soci sono stati “coinvolti in molteplici accordi per la sicurezza informatica russa e la vendita di elicotteri” e mantengono stretti rapporti con l’esportatore di armi russo Rosoboronexport, secondo il Tesoro.Intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha sottolineato la necessità di aumentare le sanzioni contro la Russia affermando che “lo Stato terrorista deve sentire il prezzo del terrore”. “Ho sottolineato la necessità di aumentare le sanzioni contro la Russia e il nostro team ha evidenziato che lo Stato terrorista deve sentire il prezzo del terrore e che la sua capacità di continuare l’aggressione dovrebbe essere limitata”, ha detto Zelensky in una conferenza stampa dopo l’incontro a Kiev con il presidente austriaco Alexander Van der Bellen.Zelensky ha continuato a fare pressioni sulle imprese austriache affinché “intensifichino” la loro cooperazione con l’Ucraina e aiutino a ricostruire e modernizzare i sistemi energetici del paese, esortando le imprese a lasciare la Russia e stabilirsi in Ucraina. LEGGI TUTTO

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    Brasile, Lula: “Atti terroristici, vandalici e golpisti”

    (Teleborsa) – Sono più di mille le persone arrestate nell’accampamento montato da oltre due mesi di fronte al quartier generale dell’esercito a Brasilia: lo rende noto GloboNews, precisando che gli arrestati sarebbero legati ai disordini scoppiati ieri.Secondo il portale, gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia federale, in ottemperanza a quanto disposto ieri con decreto dal presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva. Gli arrestati sono stati portati al quartier generale della polizia federale con almeno 40 autobus. Di attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche, ha parlato il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, visibilmente alterato, assicurando che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare”. Almeno 46 le persone ferite, di cui sei gravi e due che sono stati sottoposti a intervenuti d’urgenza, in seguito ai disordini seguiti all’assalto.I titolari dei tre poteri dello Stato hanno divulgato una nota congiunta in cui affermano di “rifiutare” gli “atti terroristici” commessi dai bolsonaristi radicali a Brasilia e chiedono alla popolazione di “difendere la pace e la democrazia”. La nota è firmata dal presidente della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva, dal presidente pro tempore del Senato, Veneziano Vital do Rêgo, dal presidente della Camera, Arthur Lira, e dalla presidente della Corte suprema, Rosa Weber. Parole di condanna sono arrivate anche dal predecessore Bolsonaro: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto. Intanto, il presidente americano Joe Biden ha condannato quello che definisce “l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile”, assicurando il pieno sostegno di Washington, il capo dello stato brasiliano è tornato a Brasilia, dove è andato a constatare il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Inacio Lula da Silva, in carica solo da una settimana, aveva detto in precedenza in un discorso dallo stato di San Paolo che il suo predecessore di estrema destra aveva “incoraggiato” i “vandali fascisti” a invadere i luoghi del potere nella capitale. LEGGI TUTTO

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    GB: infuria scandalo sulle consulenze d'oro

    (Teleborsa) – Tiene banco in Gran Bretagna, soprattutto in tempi di crisi economica, d’inflazione e di vertenze salariali che interessano da vicino milioni di persone, la polemica sulle consulenze e gli incassi lavorativi d’oro di esponenti politici tuttora in attività nel Parlamento di Westminster. A rivelare la classifica dei 20 deputati della Camera dei Comuni arricchitisi di più fra il 2019 e il 2022 – con entrate lecite secondo la normativa nazionale, ma comunque parallele all’appannaggio parlamentare e considerate da più parti inopportune in termini sia d’immagine sia di potenziali conflitti d’interesse – un’inchiesta realizzata di SkyNews e Tortoise Media.In testa, a dispetto dell’incerto carisma e delle modeste risorse oratorie, la ex premier conservatrice Theresa May la quale ha monetizzato il rango di ex capo di governo con conferenze, expertise e interventi pubblici vari fatturando in tre anni 2,55 milioni di sterline extra, oltre lo stipendio standard da deputata (più basso che in Italia) pari a 84.000 sterline annue. Subito dopo, con 2,2 milioni l’ex attorney general Geoffrey Cox, avvocato di fama nel Regno Unito. Al terzo posto, senza sorprese – data l’indiscussa capacità tribunizia e la popolarità di conferenziere apprezzata anche all’estero (Usa in primis) Boris Johnson: in grado di accumulare un milione tondo nei pochi mesi trascorsi fin dalle dimissioni da Downing Street e dalla fine delle restrizioni legali a suo carico dovute alle norme sull’incompatibilità col ruolo di primo ministro. In totale, 17 dei parlamentari top 20 quanto a entrate ‘secondarie’ appartengono alla maggioranza Tory, tradizionalmente più corteggiati da chi può pagare sia per l’orientamento ideologico sia poiché al potere. Non mancano però casi imbarazzanti per le opposizioni, con almeno due esponenti di rilievo del Labour di Keir Starmer in lista: il ministro degli Esteri ombra, David Lammy, compensato con 200.000 sterline per conferenze svolte qua e là; e (a quota 162.000) la deputata Jess Phillips, laburista liberal gradita all’alla neo blairiana del partito.(Foto: © Eros Erika / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Migranti, Svezia: “nessun nuovo patto europeo”

    (Teleborsa) – Durante la presidenza svedese del Consiglio dell’Ue, nei primi sei mesi del 2023, non ci sarà alcun patto sull’immigrazione. E’ quanto prevede il rappresentante permanente della Svezia presso l’Unione europea, Lars Danielsson, in un colloquio con il Financial Times. “Faremo sicuramente avanzare il lavoro…con piena forza. Ma non vedremo un patto migratorio completato durante la presidenza svedese”, ha detto Danielsson, aggiungendo che questo non accadrà prima della primavera del 2024.Quanto all’Ucraina rimarrà in cima all’agenda dell’Unione europea sotto la presidenza di turno Svedese, nel primo trimestre del 2023, ha detto Danielsson, in un colloquio con il Financial Times. L’ambasciatore di Stoccolma ha affermato che un maggiore sostegno umanitario e militare a Kiev e il rinnovo di un programma dell’Ue per sostenere i rifugiati ucraini dovrebbero essere tutti concordati senza alcun dissenso. Il dibattito, ha aggiunto Danielsson, dovrà concentrarsi anche sui nuovi pacchetti di sanzioni alla Russia già in lavorazione, sulla potenziale spesa di denaro russo confiscato e su come ritenere Mosca responsabile per i suoi presunti crimini di guerra in Ucraina.Le dichiarazioni dell’ambasciatore svedese “non solo non rappresentano una presa di posizione contro alcuno Stato membro specifico, tantomeno contro l’Italia, ma soprattutto non possono in alcun modo essere strumentalizzate politicamente a livello nazionale”. Così il ministro Raffaele Fitto ricordando che il dossier migranti “soprattutto grazie all’azione del presidente Meloni, è, per la prima volta, alla massima e urgente attenzione” della Ue e del prossimo Consiglio.L’intervista al Ft si riferisce “alla riforma strutturale del sistema di asilo”, un dossier “molto complesso” con interessi nazionali “molto sentiti e diversi” Non è nostro interesse né tantomeno nostra intenzione accettare un compromesso ad ogni costo o al ribasso anzi, a differenza di come è stato fatto in passato, difenderemo gli interessi nazionali senza alcun arretramento né ambiguità”, afferma il ministro per Affari europei il Sud le politiche di coesione e il Pnrr in una nota, nella quale si sottolinea che le parole dell’ambasciatoresvedese Danielsson non sono in alcun modo “contro l’Italia” anche perché riferite al più complessivo processo di riforma del sistema di asilo europeo.Una riforma “strutturale e complessiva del sistema di asilo europeo” proprio perché “destinata al superamento delle attuali regole, tra cui Dublino, è un dossier molto complesso dove gli interessi nazionali dei singoli Stati membri sono molto sentiti e diversi. Come tutte le riforme strutturali a livello europeo, anche questa potrebbe richiedere dei tempi più lunghi. Si tratta di una circostanza normale, quasi fisiologica”, aggiunge Fitto. “L’Italia intende affrontare il negoziato con un atteggiamento costruttivo e sosterrà gli sforzi della presidenza svedese in tale direzione. In questa prospettiva mi recherò a Stoccolma già la settimana prossima per un incontro con la mia omologa svedese Roswall per discutere anche di questo e per ribadire la volontà del governo italiano di avviare una proficua collaborazione con la presidenza Svedese” LEGGI TUTTO

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    Dl rave, ok definitivo con “ghigliottina”: protesta il PD

    (Teleborsa) – Via libera definitivo dell’Aula della Camera al dl Rave con la ghigliottina. I voti a favore sono stati 183, 116 i no, un astenuto. Fontana ha annunciato di porre immediatamente in votazione il decreto “constatato il numero di interventi e preso atto della impossibilità di un orario condiviso sulla conclusione dell’esame del decreto in scadenza oggi. Come annunciato in precedenza, considerato che tutte le fasi del procedimento si sono svolte e tutti i gruppi hanno pronunciato una dichiarazione di voto mi vedo costretto nell’esercizio delle mie responsabilità a porre immediatamente in votazione il decreto legge al fine di assicurare che la conversione avvenga nei tempi costituzionali”.Al voto finale sul decreto tutti i deputati del Pd nell’Aula della Camera hanno sventolato una copia della Costituzione “per sottolineare l’incostituzionalità di questo provvedimento”, è stato sottolineato.”Questo governo non ce la può fare. Oppure, come avrebbe detto la presidente Meloni, questo governo ‘gna fa’. Questo governo non ce la può fare perché non può essere da una parte euroatlantista ed europeista e dall’altro litigare con la Francia sui migranti. Non può essere quello che dice di usare la mascherina e poi reintegra i medici no vax. Non può fare due parti in commedia. Questo governo non ce la fa perché è inadeguato, inadatto e non sta rispondendo alle esigenze ed ai bisogni del Paese”. Lo ha detto la presidente dei deputati Pd Debora Serracchiani. Intanto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la conversione in legge del decreto. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Meloni invita Zelensky a Roma e rinnova sostegno

    (Teleborsa) – Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una conversazione telefonica con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e ha invitato il presidente Zelensky a venire in visita a Roma. Lo rende noto Palazzo Chigi spiegando che il cordiale colloquio ha fatto seguito alla conversazione telefonica che Meloni e Zelensky avevano avuto il 28 ottobre. Meloni ha rinnovato il pieno sostegno del Governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina. Meloni ha ribadito il massimo impegno dell’Italia per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione ucraina.”Ho ringraziato Giorgia Meloni per la solidarietà e il supporto all’Ucraina. Ho lodato lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti. Meloni mi ha informato che si sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini. Abbiamo discusso del piano di pace”. Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. LEGGI TUTTO