More stories

  • in

    Scuola, scontro Governo-De Luca sul ritorno in presenza da lunedì

    (Teleborsa) – A pochi giorni dal rientro a scuola dopo le vacanze di Natale si riaccende lo scontro sulla didattica in presenza. Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha ribadito che la linea di Palazzo Chigi resta quello del ritorno tra i banchi di scuola lunedì, sottolineando che non c’è nessun ripensamento anche dopo l’appello di più di 1.500 presidi che hanno chiesto di posticipare di due settimane (restando in Dad) il rientro tra i banchi di lunedì, per permettere di vaccinare tutti gli alunni. “Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto Bianchi. “Abbiamo una situazione differenziata nel Paese e la si affronta differenziando. Abbiamo valorizzato l’autonomia dei dirigenti scolastici. Ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola”, ha aggiunto.Di tutt’altro avviso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato che su tutto il territorio regionale lunedì resteranno chiuse le scuole medie ed elementari. “È irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio”, ha dichiarato in una diretta Facebook. “Non ci sono le condizioni minime di sicurezza”, ha aggiunto. Stando a quanto riporta Ansa, a questo punto il governo sembra quindi intenzionato a impugnare la decisione del presidente della Campania. Per l’impugnativa però è necessario un passaggio in Consiglio dei Ministri.Ad assicurare la sicurezza del rientro a scuola già da lunedì in giornata è stato anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “È stata fatta un’attenta valutazione, con un lungo confronto, sono state prodotte linee guida che consentiranno la ripresa della scuola in sicurezza. È verosimile che questa variante Omicron che aumenterà ancora i casi rappresenti il canto del cigno della pandemia, credo che siamo alle battute finali. La pandemia si trasformerà presto in endemia”, ha affermato. “Sappiamo che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché minore è la popolazione vaccinata, ma minori sono anche i danni – ha aggiunto – con mascherine, distanziamento e quarantena credo che la situazione sarà sotto controllo. E’ chiaro che ci sarà una maggiore circolazione del virus dopo la pausa natalizia, ma credo che con le regole che sono state messe la scuola sarà un posto sicuro. Sicuramente ci saranno quarantene e dad, ma si può ripartire in sicurezza con queste regole”.Di parere contrario il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: “Non si può continuare con lo slogan ‘niente Dad, scuola sicura’ perché questo di fatto non è possibile in un momento di circolazione di un virus che raddoppia i casi ogni due giorni. È evidente che quello che stanno chiedendo i presidi, ovvero utilizzare queste due settimane per potenziare la vaccinazione, è ragionevole. Però due settimane di Dad senza nessun intervento di incremento delle coperture vaccinali in queste fasce d’età può lasciare il tempo che trova. È evidente che con questa circolazione virale sarà molto difficile mantenere le classi in presenza”. LEGGI TUTTO

  • in

    Allarme presidi per rientro in presenza. La replica di Bianchi: “Nessun ripensamento”

    (Teleborsa) – “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”. Così il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha risposto alle sollecitazioni dei presidi, che chiedevano 2-3 settimane di Dad per mettere in piedi un programma di ripresa delle lezioni in presenza che garantisse anche la sicurezza di studenti lavoratori della scuola.L’appello era stato firmato da circa 1.500 presidi, che definivano la situazione “ingestibile” e chiedevano più tempo per finalizzare le vaccinazioni dei più giovani, partite nel periodo natalizio. Fra le altre proposte quella di garantire mascherine Ffp2 a tutti e programmare una massiccia campagna di testing.”Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto Bianchi, aggiungendo “abbiamo valorizzato l’autonomia dei dirigenti scolastici. Ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola”.Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è intervenuto sulla ripartenza delle scuole, assicurando la ripresa in sicurezza. “Sappiamo che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché minore è la popolazione vaccinata – ha sottolineato – ma minori sono anche i danni e con mascherine, distanziamento e quarantena credo che la situazione sarà sotto controllo”.Preoccupato il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, secondo cui “non si può continuare con lo slogan ‘niente Dad, scuola sicura’, perché questo di fatto non è possibile in un momento di circolazione di un virus che raddoppia i casi ogni due giorni”. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, sulla ripresa ancora tante incognite

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica in presenza, fissata e ad oggi confermata per lunedì prossimo, 10 gennaio, continua ad essere la scuola uno dei temi più caldi per l’esecutivo, ancora in cerca di soluzione. Il picco dei contagi, in scia alla variante Omicron, minaccia infatti il calendario mentre aumenta il pressing di quanti chiedono uno slittamento. “Noi da sempre siamo per la scuola in presenza”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli su La7 a “L’aria che tira” sottolineando che “se però si vuole mettere in atto un piano effettivo con degli obiettivi da raggiungere allora non sarebbe una cattiva idea prendersi due/tre settimane di DAD e però raggiungere gli obiettivi”. “Al primo posto va messo l’aumento della percentuale di alunni vaccinati”, ribadisce Giannelli. Quel che è certo, intanto, è che per garantire la presenza in sicurezza a scuola, come auspicato dallo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sarà necessario rimettere mano ai protocolli sulla didattica a distanza, eliminando la distinzione tra vaccinati e non vaccinati e aumentando la soglia di casi positivi oltre la quale si finisce a casa.Sembra questa la linea che si appresta ad adottare il governo nel consiglio dei ministri, anche se resta ancora in piedi la proposta di alcune regioni – Campania in primis – di far slittare la riapertura delle scuole e contenere dunque l’ondata del virus.Dirimente, secondo i governatori, il parere del Comitato Tecnico Scientifico. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, Regioni: “Sopra i 12 anni quarantena per tutti con 3 contagi in classe”

    (Teleborsa) – Soglie diverse rispetto al numero minimo di contagi, dalla materna alle superiori, per far scattare la quarantena e la didattica a distanza. E per evitare “discriminazioni” lo stop alla frequenza sarà esteso a tutta la classe.Alla scuola materna quarantena prevista con un solo alunno positivo al Covid. Alle elementari e in prima media, la quarantena e l’interruzione della frequenza si hanno se ci sono almeno due contagiati (nel caso di un solo positivo i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza tampone). Per gli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, la quarantena scatta con un minimo di 3 casi. Sotto questa soglia è prevista l’autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari. Queste le indicazioni contenute nella bozza attualmente sul tavolo delle Regioni sulla base della quale i governatori avanzeranno la proposta al Governo. Nel documento si invita inoltre a “evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato; verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa; promuovere maggior utilizzo di FFP2; avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule”. Nonostante la posizione di alcuni governatori, favorevoli a posticipare il ritorno sui banchi visto il trend dei contagi in salita, il governo non sembra arretrare e intende confermare la prevista data di riapertura in presenza. Si lavora dunque a nuove modalità per la gestione delle quarantene. Il tema, sempre oggi, è stato al centro di un incontro a Palazzo Chigi, durato poco più di un’ora, tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, insieme al commissario Francesco Paolo Figliuolo. Alla riunione, convocata per fare un punto sulla scuola in vista della rientro in classe, presente anche il sottosegretario Roberto Garofoli. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, dal Governo nessun passo indietro sulla scuola: si rientra il 10 gennaio

    (Teleborsa) – Nonostante lo scatto in avanti di alcune Regioni, il Governo sembra orientato a confermare il rientro in classe per il 10 gennaio mentre si ragione sulla possibilità di modificare le regole per quel che riguarda le quarantene e la distinzione tra studenti vaccinati e non. Le Regioni, che proprio di questo parleranno domani durante la Conferenza, spingono per eliminare il distinguo e, nel contempo, aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in Dad.Su quest’ultimo punto l’idea è quella di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad. Al momento, su quest’ultimo aspetto l’ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l’autosorveglianza per tutti. L’Associazione Nazionale Presidi ha denunciato però “una serie di mancanze” in vista del rientro. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti – ha affermato – ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza”. Il Consiglio dei Ministri di mercoledì dovrebbe sciogliere invece i dubbi relativi all’estensione del Super Green Pass suoi luoghi di lavoro. Diversi organi di stampa danno il provvedimento per certo anche se resta un tema piuttosto complesso in cui pesa l’opposizione dei sindacati. In ogni caso la misura non dovrebbe essere immediata: la sua introduzione infatti potrebbe essere prevista a febbraio. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, non slitta il rientro. Regioni al lavoro su linee guida Dad

    (Teleborsa) – Il rientro in classe degli studenti italiani non slitterà oltre il 10 gennaio ma il governo – dopo la polemica sollevata da Movimento cinque stelle e Lega con il supporto dell’opposizione di Fratelli d’Italia e dei sindacati della scuola – starebbe ritrattando l’ipotesi iniziale di fare una distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati per la dad in caso di almeno due positivi al Covid in classe. Il tema sarà domani al centro della Conferenza delle Regioni che, dal canto loro, spingono per eliminare il distinguo e, nel contempo, aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in dad. A quanto si apprende, si lavora a nuove proposte da sottoporre al governo in vista della riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia e in considerazione dell’incremento dei casi a livello nazionale.Le Regioni starebbero ragionando innanzitutto su una possibile distinzione tra le diverse scuole, infanzia, primaria e secondaria, e su differenti soglie relative al numero di casi che farebbero scattare una quarantena per l’intera classe. Numeri che sarebbero contenuti nella scuola dell’infanzia, per crescere fino a un numero minimo di 3-5 casi per le medie e superiori. Sotto la cifra minima di contagi stabilita, prevista l’autosorveglianza per tutti. Il tema sarà discusso domani nell’incontro in programma tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i sindacati.In vista del rientro l’Associazione Nazionale Presidi denuncia “una serie di mancanze”. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti – afferma il presidente dell’ANP-Roma, Mario Rusconi – ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza”.La proposta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio” si è scontrata contro la linea dura di palazzo Chigi. Come ha ribadito nei giorni scorsi priBianchi l’obiettivo del governo è tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità”. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, la proposta di De Luca: rinviare il ritorno in classe di 20/30 giorni

    (Teleborsa) – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha proposto di rinviare il ritorno a scuola degli alunni. “Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca”, ha dichiarato. “Non sarebbe una misura ideale – ha aggiunto – ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico”.De Luca si è detto invece contrario ad una distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati. “In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre”, ha affermato il governatore campano.Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha invece parlato delle regole delle quarantene a scuola. “Porteremo una proposta al Tavolo nazionale delle Regioni che modifica le regole rispetto alla durata delle quarantene e di chi dovrà farle, rispetto alla situazione vaccinale”, ha affermato Zaia. “Sarà una decisione del Tavolo nazionale – ha precisato – su cui non posso dare anticipazioni, ma verrà presa da tutti. “Soprattutto per le superiori le percentuali di vaccinazione sono molto alte, per cui riusciamo a gestire le presenze in maniera migliore”, ha concluso. LEGGI TUTTO

  • in

    Ritorno a scuola appeso a Omicron

    (Teleborsa) – Prioritario tutelare la scuola in presenza. Lo ha ribadito stamattina dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a quanto si apprende, nel corso della riunione che si è svolta con gli assessori regionali alla Salute. “Per il Governo è fondamentale tutelare la didattica in presenza”, avrebbe detto nel corso del suo intervento.La riunione è stata chiesta dalle Regioni con i ministri della Pubblica Istruzione Bianchi e della Salute Speranza, alla quale partecipa il governatore del Friuli Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Al centro le misure di contrasto al Covid in vista della riapertura delle scuole. Certo è che Omicron e i numeri record di contagi che si registrano adesso anche nel nostro Paese (ieri oltre 127mila nuovi casi in 24 ore) insidiano la ripresa dopo le feste. Anche in quest’ottica, le Regioni hanno proposto nuove norme sulle quarantene degli studenti. Visto l’avvio della campagna vaccinale 5-11 anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – la proposta è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza (5gg) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. La proposta avrebbe trovato diversi punti di condivisione da parte del Governo. LEGGI TUTTO