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    Scuola, ANIEF: “Stipendi docenti troppo bassi: a fine carriera sono la metà di quelli di altri Paesi”

    (Teleborsa) – In Italia manca la valorizzazione stipendiale degli insegnanti: a fine carriera gli stipendi dei nostri docenti sono la metà di quelli di altri Paesi, come la Germania. Questo l’allarme lanciato da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief in vista del rinnovo del contratto per gli insegnanti. “Gli stipendi attuali – ha affermato Pacifico in un’intervista a Orizzonte Scuola – non valorizzano la professione, sono spesso più bassi di un operaio specializzato e per i precari sono consumati per lavorare fuori, servono quindi solo per la sussistenza. Siamo sui 7-8 punti sotto l’inflazione, lontani dall’aumento costo della vita in Italia, oltre che dalla media Ue. Eppure la pandemia ha fatto emergere il ruolo dell’insegnante: una figura fondamentale per rilanciare il Paese”.In tale scenario per Pacifico emerge, dunque, la necessità di contestualizzare gli aumenti da applicare con il prossimo contratto alle necessità del comparto: “non potranno – ha spiegato il sindacalista – essere inferiori ai 300-350 euro, ai quali vanno aggiunti i 100 euro previsti nelle linee guida, per poterli allineare all’inflazione degli ultimi 13 anni”. Per l’Anief la partita sul rinnovo contrattuale della scuola stavolta non si potrà fermare a poco più del 3% di aumento dell’ultimo contratto, scaduto da quasi tre anni. “Il ministro – ha detto Pacifico – ha emanato delle linee guida per l’atto di indirizzo, aspettiamo la convocazione Aran. Noi come Anief abbiamo già pronta la nostra piattaforma, che prevede l’utilizzo di quelle risorse che il governo ha promesso nel Patto per la scuola di maggio siglato con le confederazioni, firmato dal ministro Bianchi su delega del premier Draghi. Nel Patto si è detto di mettere delle risorse aggiuntive per la scuola e valorizzare la professionalità del mondo della scuola”.”Deve essere innanzitutto – sottolinea il sindacato in una nota – riconosciuta un’indennità di rischio biologico legata alla pandemia. Le vaccinazioni e le certificazioni verdi non hanno allontanato il rischio contagio, lo si vede dalle classi in quarantena. I rischi della didattica in presenza non sono stati annullati dalla vaccinazione né dall’obbligo del possesso del Green pass. Questo significa che quando si insegna nelle nostre scuole si può prendere il Covid. Il personale docente, come il personale medico, deve avere diritto a una specifica indennità di rischio Covid”. Secondo il presidente Anief i rischi professionali per la salute sono evidenti: sulla percentuale di indennizzo “se ne discuterà: diciamo almeno 10 euro al giorno e quindi 300 euro al mese”.Al tavolo di contrattazione, il sindacato autonomo ha annunciato che rivendicherà anche “un’indennità di incarico: tutto il personale a tempo determinato, dopo tre anni di supplenza, deve avere un’indennità che deve essere inserita nel contratto, senza dover ricorrere al tribunale”. Per Pacifico “bisogna eliminare tutte le differenze nel trattamento economico e giuridico tra precari e personale di ruolo. Inoltre, visto che tre dipendenti della scuola su quattro sono donne, con percentuali che superano il 90% alla scuola primaria, occorre pensare ai problemi che possono avere le nostre donne insegnanti soprattutto legati alla mobilità e quindi far cadere i paletti della mobilità per fare finalmente coniugare la vita affettiva e familiare con il lavoro. Parliamo – ha aggiunto il sindacalista – del vincolo dei tre anni e il vincolo riguardante le assegnazioni provvisorie: in Europa si parla tanto di favorire la mobilità transfrontaliera”.”Deve essere garantita – continua il leader dell’Anief – un’indennità di sede che favorisca quegli insegnanti che vanno a lavorare lontano dalla propria residenza. Nel privato si chiama indennità di trasferta. Dobbiamo premiare chi lavora in zone diverse dal proprio domicilio e chi lavora in contesti più difficili, dove oggettivamente è più difficile insegnare. Per concludere: deve essere riconosciuto il burnout per il personale docente, condizione che permetterebbe di usufruire delle finestre per andare in pensione a 63 anni senza penalizzazioni. Sarebbe opportuno a 59-60 anni come avviene per le forze dell’arma”. Il sindacalista autonomo, infine, si è soffermato sulla piattaforma che l’Anief sta definendo “per portare le proposte per rinnovare il contratto. I principi – ha spiegato Pacifico – li stiamo discutendo in più di 2mila assemblee sindacali programmate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre per arricchirli con le idee che vengono dai colleghi. Abbiamo aperto questo ciclo di assemblee a Palermo il primo ottobre con più di mille colleghi che hanno partecipato”. LEGGI TUTTO

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    Bianchi lancia la “nuova” scuola: coniugare spazi, sicurezza e innovazione

    (Teleborsa) – “E’ importantissimo lavorare sugli ambienti educativi. In Italia abbiamo più di 40mila edifici scolastici. Ricordo che da febbraio, quando siamo arrivati, questo Governo ha messo in campo quasi 5 miliardi per le scuole, tra sicurezza sismica e digitalizzazione. Annuncio che abbiamo fondi anche sulle Fsc (Formazione, scuola e sicurezza, ndr) e poi ci sono le risorse del PNRR. Dobbiamo sì mettere in sicurezza le scuole ma dobbiamo pensare anche a nuovi spazi di educazione: le nuove scuole sulle quali stiamo lavorando reinventano lo spazio che è molto più aperto”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel corso del convegno “Edilizia scolastica, Pnrr e nuove opportunità” organizzato da Drigenti scuola, in collaborazione con l’agenzia di stampa Consenso Europa. “Dobbiamo quindi accompagnare la trasformazione della didattica come punto fondamentale di una nuova scuola – ha aggiunto – lo spazio e la sicurezza di questi spazi”Bianchi ha anche sottolineato come Molti degli investimenti “verranno fatti nei piccoli comuni, in particolare nel Mezzogiorno, dove esistono dei problemi di incapacità di gestione di progetti complessi. Il rischio è che costruiamo una struttura che poi non possa essere realizzata nei tempi del PNRR che sono molto rigidi. Per questo, abbiamo deciso di coinvolgere Cassa depositi e prestiti”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Cartabellotta (Gimbe): a rischio l'obiettivo del 100% in presenza

    (Teleborsa) – Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “l’obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere fortemente disatteso come dimostra il numero di classi e studenti già in quarantena. È una strategia molto rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione senza screening sistematici e interventi di sistema su aerazione, ventilazione e gestione trasporti”. In occasione di un evento promosso da Cittadinanzattiva nel quale ha presentato un’anteprima del Report Gimbe sulla Sicurezza Covid 19 nelle scuole, Cartabellotta ha spiegato che “il rischio zero a scuola non esiste, serve un approccio multisistema” per combattere la diffusione del Covid nelle scuole. Stando ad alcune simulazioni citate dal presidente della Fondazione Gimbe, infatti, anche se ci sono gli studenti e il personale vaccinato, si usano le mascherine, c’è il distanziamento, si fanno gli screening, un 13% di studenti rischia comunque di infettarsi.”L’ipotesi di abbandono delle mascherine anche se tutti sono vaccinati in classe non poggia su alcuna evidenza scientifica”, ha aggiunto. “Gli studi evidenziano – ha spiegato l’esperto – che le mascherine riducono il rischio di contagio anche se tutti gli studenti sono vaccinati del 50% per la bassa immunità, del 35% per la media immunità e del 24 % per l’alta immunità. Con la variante le percentuali salgono al 70% al 57% e al 41%. Nella popolazione tra 0 e 19 anni tra il 30 agosto e il 12 settembre sono stati registrati 17.312 nuovi casi di Covid, 190 persone sono state ospedalizzate, 2 ricoverate in terapia intensiva, non si registrano decessi. Nella stessa fascia di età, tra il 16 e il 29 agosto, dunque quando le scuole non erano iniziate, i nuovi casi erano stati 22.843 con 297 ospedalizzazioni 4 ricoverati in terapia intensiva, 0 i decessi. Cartabellotta ha evidenziato che scendono i contagi soprattutto nella fascia 12-19 anni mentre sono aumentate le ospedalizzazioni dei bambini al di sotto dei 3 anni. Secondo l’analisi Gimbe, il 32,3% degli studenti in quest’ultima fascia di età non ha ricevuto nessuna dose. Per Cartabellotta i test salivari sono il futuro per la facilità dell’uso “ma i pochi studi compiti su essi mostrano che la possibilità di scoprire i positivi siano tra il 53 e il 73%. Sono necessari altri studi, anche per standardizzare il metodo di raccolta del campione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, ANIEF: “Atto d'indirizzo ministro Bianchi: il grande assente è il precariato”

    (Teleborsa) – “L’atto di indirizzo con il quale il ministro Patrizio Bianchi intende conformare la sua linea politica per il 2022 è sostanzialmente curvato sul Pnrr. Mentre trascura uno dei mali endemici della scuola: il precariato”. È quanto afferma l’Anief dopo aver analizzato il documento ufficiale del ministero dell’Istruzione. “Dal testo presentato – commenta il sindacato in una nota – non trapela la ferma volontà di procedere con il superamento del precariato, un fenomeno che pure nel 2021 andrà a determinare almeno 200mila supplenze annuali”.”Ignorare un docente e Ata su quattro – afferma il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico – significa dimenticare un pezzo fondamentale dell’istruzione pubblica nazionale. Significa allontanarsi dalle indicazioni sempre più incisive che l’Unione europea e i suoi tribunali inviano al nostro Governo. Significa volere andare davvero incontro ad una maxi-multa per la procedura d’infrazione avviata la Commissione Ue verso l’Italia proprio per l’abuso dei contratti a tempo determinato. Significa, infine, condannare centinaia di migliaia di precari all’incertezza e al mancato diritto alla stabilizzazione, oltre che a stipendi e carriere ferme. E con loro milioni di alunni, che dovranno ancora aspettare l’inverno per vedere tutti i loro docenti sedersi dall’altra parte della cattedra”.Secondo l’Anief “gli ultimi due ministri dell’Istruzione non sembrano volere prendere di petto il problema dell’eccesso di supplenti nominati ogni anno nelle nostre scuole. Con l’Atto d’indirizzo, – prosegue il giovane sindacato – il ministro dell’Istruzione in carica si limita a scrivere che ‘il tema del reclutamento assume una valenza strategica e centrale nell’azione del Ministero’ e in questo quadro si ‘intende riformare il sistema di reclutamento degli insegnanti per stabilire un nuovo modello’, basato sulla ‘semplificazione delle attuali procedure di concorso per il personale scolastico, prevedendo una periodica continuità delle prove, al fine di superare le difficoltà connesse alla ripresa annuale delle attività didattiche e attraverso nuovi concorsi a cadenza regolare e con logica di programmazione’. Nemmeno una riga viene spesa per l’immissione in ruolo di decine e decine di migliaia di precari storici, ignorando la risoluzione dell’Unione europea del 2018 che impegna la Commissione a trovare delle soluzioni sull’abuso di precariato, come pure una sentenza della Corte di Giustizia europea davvero esemplare”.Anief ricorda, infine, che complessivamente, sono otto le priorità individuate nell’Atto di indirizzo contenente le priorità politiche, per l’anno 2022 e per il triennio 2022-2024, definite in coerenza con i documenti di programmazione economico-finanziaria: garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti, potenziare l’offerta formativa nelle scuole di ogni ordine e grado, promuovere processi di innovazione didattica e digitale, oltre che politiche efficaci per la valorizzazione del personale, investire sull’edilizia scolastica e ripensare gli ambienti di apprendimento in chiave innovativa, rilanciare l’autonomia scolastica e valorizzare il sistema nazionale di valutazione, investire sul sistema integrato 0-6, rafforzare la capacità amministrativa e gestionale del Ministero.Per Anief, – conclude la nota – “sebbene l’atto definitivo contenga delle parti condivisibili, va detto, in linea con quanto osserva la stampa specializzata, che non vi è alcun superamento delle logiche che hanno caratterizzato l’azione dell’amministrazione degli ultimi anni. Se va bene il riferimento alla riduzione del numero di alunni per classe, che in tempo di Covid diventa un rischio che non possiamo permetterci, rimane necessario investire copiosamente su organici, plessi e aumento dell’offerta formativa”. LEGGI TUTTO

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    Green Pass, multa fino a 1.000 euro per chi entra a scuola, università e Rsa senza certificato

    (Teleborsa) – La bozza dell’ultimo decreto Covid approvato in Consiglio dei Ministri prevede che il personale che lavora in ambito scolastico, universitario e delle Rsa che verrà trovato a seguito dei controlli senza il Green Pass sarà punito con una sanzione che va da 400 a mille euro. La multa sarà applicata sia ai lavoratori che non avranno la certificazione, sia ai dirigenti e ai datori di lavoro ai quali sono demandati i controlli. Il provvedimento approvato oggi a Palazzo Chigi, infatti, estende l’obbligo di Green Pass anche al personale esterno della scuola e dell’università. Ad esempio, sarà necessario il certificato verde per i genitori per accedere ai colloqui con i professori. Misure ancora più stringenti per i lavoratori delle Rsa, siano essi interni o esterni: per loro il dl ha previsto l’obbligo di vaccinazione anti Covid. LEGGI TUTTO

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    Scuola, tra DAD e ripetizioni: uno studente su quattro alla prova di recupero debiti a settembre

    (Teleborsa) – Tre istituti superiori su quattro hanno organizzato corsi per gli studenti che dovevano recuperare un debito a settembre ma più della metà dei ragazzi (57%) ha seguito lezioni private in aggiunta. È quanto ha segnalato una ricerca effettuata durante l’estate da Skuola.net su un campione di 1.500 ragazzi dalla prima alla quarta superiore. In base al sondaggio, uno studente su quattro ha dichiarato di aver avuto almeno un debito in pagella (uno su sette ne ha dichiarati più di uno). Tra i ragazzi che hanno scelto di non aderire all’offerta della scuola – quasi 3 studenti su 10 – una discreta quota (36%) ha rinfrescato gli argomenti in programma con delle lezioni private. Un recupero individuale che si è svolto soprattutto in presenza (così per il 65%), a casa propria o al domicilio del docente. Quanto alle ripetizioni “a distanza”, i ripetenti digitali che hanno portato avanti la preparazione per tutta l’estate senza interruzioni sono stati il 59% – al 38% è capitato sporadicamente, per il 21% è stata una consuetudine – con un inevitabile esborso economico per le famiglie. Secondo la ricerca più di 1 su 2 ha investito almeno 200 euro nelle ripetizioni: circa 1 su 4 tra i 200 e i 300, il 14% tra i 300 e i 400, quasi 1 su 10 più di 400, e una percentuale simile ha addirittura sfondato il tetto dei 500 euro. Solamente un quarto (25%) ha contenuto la spesa entro i 200 euro, meno di 1 su 5 è riuscita a restare sotto i 100 euro. LEGGI TUTTO

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    Green pass, via libera a più “controllori” nella scuola

    (Teleborsa) – In attesa della Super-app per verificare il Green pass del personale della scuola, il ministero dell’Istruzione dà via libera a procedure semplificate a partire da domani, quando il certificato verde sarà obbligatorio per entrare nelle aule.Gli istituti, infatti, potranno “ricorrere all’opera contestuale di più soggetti verificatori, ciascuno delegato all’utilizzo della app Verifica C19”, quella già scaricabile da tutti e in uso a ristoranti, locali, musei dove il pass è già obbligatorio. Gli istituti, spiega ancora la circolare, “quando è opportuno e possibile potranno individuare ingressi diversi, per evitare assembramenti del personale”.Semaforo verde, intanto, del Garante per la Privacy alla Super App della scuola a partire da quando sarà utilizzabile. Dopo ristoranti, piscine, palestre, cinema, stadi e teatri, da domani, mercoledì 1 settembre, sarà necessario utilizzare il “Pass” per entrare negli istituti scolastici ma anche per viaggiare. Popolo del “no”, in fermento da giorni, pronto a manifestare. LEGGI TUTTO

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    Scuola, primo giorno con lo sciopero. Pacifico: “Ritorno in presenza in sicurezza”

    (Teleborsa) – L’anno scolastico 2021/2022 inizia già con uno sciopero il primo giorno di rientro in presenza. Lo annuncia il sindacato Anief, chiedendo al Governo soluzioni concrete per riaprire in sicurezza, il ripristino degli spazi minimi per il distanziamento in classe, l’abolizione della supplentite e dell’obbligo del green pass.”Da un anno aspettiamo regole nuove sul dimensionamento scolastico”, denuncia il Presidente Marcello Pacifico, aggiungendo “continuare a ripetere che l’obbligo vaccinale risolve il problema della DAD e anche quello del distanziamento interpersonale laddove non ci siano le condizioni equivale a mettere a rischio la salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle istituzioni scolastiche, e dei nostri studenti e studentesse. Per questo si sciopera già il primo giorno della campanella”. “Abbiamo bisogno di classi con non più di 15 alunni ogni 35 metri quadri – sottolinea il sindacalista – e non di sanzioni e multe per chi non possiede un green pass per libera scelta o perché non può fisicamente permetterselo”.”Abbiamo bisogno di organici seri che possano rispondere a questa sfida senza più supplenti chiamati ogni anno. – prosegue – Avremo infatti 180 mila precari nonostante le nuove 50 mila immissioni in ruolo e le 110 mila autorizzate e poco più della metà del cosiddetto organico Covid”, prosegue il leader del sindacato, chiedendo di evitare l’abuso die contratti a termine ed il ripristino del doppio canale di reclutamento.”Non ci saremo il primo giorno della campanella perché vogliamo esserci a scuola in sicurezza e in presenza tutto l’anno. Chiediamo ascolto. Dialogare significa discutere in due mentre ormai il ruolo del sindacato durante questa crisi si è ridotto a ratificare scelte irragionevoli, senza un preventivo confronto. Siamo pronti a riprendere il dialogo sul tema della sicurezza in classe con dati alla mano e non con slogan”, conclude Pacifico. LEGGI TUTTO