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    Scuola prepara ritorno in presenza: sì all'assunzione di oltre 112 mila docenti

    (Teleborsa) – Per la scuola, la ripresa delle attività in presenza è il primo obiettivo da centrare. Un segnale forte, anche per il Paese che – nonostante la variante Delta abbia rallentato la corsa verso la normalità – prova a guardare avanti.”Ieri il Consiglio dei ministri ha autorizzato 112.473 assunzioni di docenti. Siamo già partiti con le procedure per effettuarle rapidamente. La scuola ha bisogno di stabilità e di una ripartenza serena”. Lo ha scritto su Twitter il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 la sfida è assicurare a tutti, anche per quanto rilevato dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS), lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese”. Questa la premessa contenuta nella bozza del Piano scuola messo nero su bianco dal ministero dell’Istruzione in vista della ripresa dell’attività scolastica.In ottica ripartenza, ovviamente, vaccini fondamentali per prevenzione e pulizia accurata degli ambienti oltre ovviamente al rispetto delle norme igieniche LEGGI TUTTO

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    Scuola prepara piano per rientro in presenza

    (Teleborsa) – L’obiettivo è la riapertura in presenza a settembre, ovviamente in sicurezza. Green pass non solo a professori e personale, ma anche agli studenti che possono farlo per riaprire la scuola a settembre e alternative per i non vaccinati. A chiederlo l’associazione dei presidi che ha incontrato il Ministro dell’Istruzione Bianchi che ha sottolineato: “Il mondo della scuola ha reagito con responsabilità alla campagna di vaccinazione, il Governo si è predisposto per tempo alla ripresa, stanziando in totale per la sicurezza più di 1,6 miliardi negli ultimi mesi. Ora siamo pronti per il Piano scuola che condivideremo con Regioni e autonomie locali in Conferenza Unificata” (il prossimo 29 luglio). Oltre al personale scolastico, serve anche l’obbligo di vaccino per gli studenti che possono farlo. Ma bisogna anche valutare tutte le possibilità riguardo alle alternative per i non vaccinati. Se questi ultimi dovessero essere una percentuale significativa, una delle alternative potrebbe essere la Dad ma vorremmo capire come fare per evitare disparità di trattamento”. Questa la posizione di Antonello Giannelli, presidente dell”Associazione Nazionale Presidi, al centro dell’incontro con Bianchi. La questione, ovviamente, accende anche il dibattito politico. “Occorre anche che tutto il corpo docente che ancora non si è vaccinato, lo faccia entro l’inizio dell’anno scolastico per ridurre al minimo il rischio di contagi e scongiurare l’ennesima chiusura degli istituti. Se non sarà garantita la soglia di sicurezza di personale immunizzato, è bene valutare l’ipotesi di introdurre l’obbligo vaccinale per questa categoria”. Lo scrive sui social il ,governatore della Liguria Giovanni Toti. “Basta Dad o distinzioni tra classi elementari, medie e superiori: non possiamo più permetterci – conclude – di negare anche a un solo ragazzo il suo diritto allo studio in presenza”.”Il green pass per accedere agli istituti scolastici? Non scherziamo, piuttosto dobbiamo continuare a vaccinare gli anziani e le persone fragili”: aveva detto ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini, in Umbria, a margine della sua presenza a sostegno del referendum sulla Giustizia. “Il vaccino salva la vita e questo è fuori discussione, ma dico no nell’obbligare i bimbi di 12-13 anni alla vaccinazione” ha ribadito il leader del Carroccio. Sulla scuola “noi dobbiamo far di tutto per consentire le lezioni in presenza, la Dad si è sviluppata per troppo tempo”, dice l’ex Premier Giuseppe Conte, oggi alla guida del M5s. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi a sindacati: obiettivo ripresa in presenza

    (Teleborsa) – “L’obiettivo di tutto il Governo è la riapertura in presenza a settembre”. E’ quanto ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante l’incontro con i sindacati.”Il mondo della scuola ha reagito con responsabilità alla campagna di vaccinazione – ha osservato Bianchi – Il Governo si è predisposto per tempo alla ripresa, stanziando in totale per la sicurezza più di 1,6 miliardi negli ultimi mesi. Ora siamo pronti per il Piano scuola che condivideremo con Regioni e autonomie locali in Conferenza Unificata”.”Raggiungere la massima copertura vaccinale è una misura di sicurezza e un dovere civico che fin da subito abbiamo promosso, ma per avere davvero tutti in presenza a settembre servono risorse, spazi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie”, sottolinea Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: obbligo di vaccinazione per gli insegnanti in CdM questa settimana

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha dichiarato che la decisione in merito all’obbligo vaccinale per gli insegnanti sarà presa dal Consiglio dei Ministri in settimana. “Stiamo lavorando, abbiamo più di un miliardo già investito per la sicurezza: per le persone e per i trasporti, quindi siamo pronti. In merito alle mascherine, il CTS ci ha detto che dovranno restare in atto tutte le precauzioni sanitarie possibili. Per il resto, il Governo si riunirà per tutte le altre misure. Noi ci troveremo questa settimana col Consiglio dei ministri e la decisione sull’obbligo vaccinale o meno per gli insegnanti andrà presa dall’intero collegio”, ha spiegato in occasione dell’inaugurazione LEF, centro di eccellenza per la formazione esperienziale nel campo della trasformazione digitale.Nel frattempo, secondo i dati forniti dal Generale Figliuolo al ministro, la doppia dose di vaccino è stata somministrata al 75% degli insegnanti mentre la quota dei vaccinati sale all’84% se si considerano anche quelli che hanno ricevuto solo la prima: “c’è stata una risposta molto responsabile e ne terremo conto”, ha affermato Bianchi.”Per quanto riguarda cattedre e supplenze, siamo molto avanti – ha aggiunto – con gli interventi che abbiamo fatto come Governo e che sono poi passati in Parlamento, che si chiudono il 24, abbiamo praticamente coperto i posti vacanti con concorsi straordinari, con la chiamata dei concorsi pregressi, con gli interventi previsti per immettere nel concorso dell’anno prossimo tutti i posti vacanti disponibili; abbiamo anticipato più di 40 giorni per le supplenze residue, quindi tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Su questo mi sento sicuro”.Il ministro ha anche ribadito che la didattica in presenza resta una priorità assoluta. “Dobbiamo guardare con fiducia alla ripartenza delle scuole – ha spiegato Bianchi – stiamo lavorando moltissimo su questo, e abbiamo da tempo messo la scuola in presenza come la nostra priorità assoluta. Lo abbiamo detto dall’inizio, quando durante l’ultima ondata abbiamo voluto che i bambini rimanessero a scuola e facessero gli esami in presenza. Anche l’apporto della scuola in estate, grande successo, ha consentito di recuperare moltissime attività perdute. Lavoriamo giorno e notte per riaprire in presenza”. LEGGI TUTTO

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    Covid, scuola: priorità alla didattica in presenza, per il Cts è “assolutamente necessario”

    (Teleborsa) – Secondo il Comitato tecnico-scientifico è “assolutamente necessario” dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico che partirà a settembre non solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicologico dei ragazzi. La posizione è emersa da un verbale dello stesso Cts in risposta ai quesiti avanzati dal Ministero dell’Istruzione e anticipato da Ansa. Tra i punti sottolineati dal documenti c’è anche l’importanza di promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico quanto degli studenti, e la raccomandazione di mantenere le regole sul distanziamento ma, qualora non fosse possibile, resta fondamentale mantenere le altre misure, a partire dall’uso delle mascherine di tipo chirurgico nei luoghi chiusi. Il Comitato ha chiesto alla politica di mettere in campo ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale di docenti e non docenti, sia promuovendo delle campagne informative, sia individuando delle misure, anche legislative, appropriate, per garantire la più elevata soglia di persone vaccinate, in particolare in quelle Regioni nelle quali ci sono livelli inferiori di dosi somministrate rispetto ad altre Regioni.Tra le raccomandazioni del Cts c’è anche quella di assicurarsi che nelle mense scolastiche sia previsto l’utilizzo delle mascherine da parte del personale che serve i pasti. La vera novità riguarda però il servizio che potrà essere erogato nelle forme senza porzione monouso, cioè con il servizio mensa tradizionale. Andranno comunque predisposti punti per il lavaggio delle mani all’ingresso e all’uscita. Per quel che riguarda i test è stato chiarito che non dovranno essere eseguiti test in ambito scolastico né screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica. Nessun test diagnostico preliminare è necessario, mentre – dove tale soluzione fosse giuridicamente percorribile – si può ipotizzare la richiesta del green pass per il personale. Nel caso di sintomi di infezione acuta delle vie respiratorie del personale scolastico o degli studenti, si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della Asl competente. Quanto, infine, alle misure di igienizzazione degli ambienti, il Cts raccomanda la pulizia quotidiana, accurata e ripetuta, di tutti gli ambienti. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Gradone 3-8 nella ricostruzione di carriera: ANIEF vince in Tribunale

    (Teleborsa) – Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, proseguono le vittorie in tribunale per l’Anief a tutela dei diritti del personale immesso in ruolo dall’a.s. 2011/2012, ma con almeno un anno di servizio precedente. “Il CCNL economico 2011 discrimina palesemente i lavoratori che hanno prestato servizio precedente al 2011 con contratti a termine e la clausola di salvaguardia prevista solo per il personale in servizio con contratti a tempo indeterminato deve essere estesa a tutto il personale, anche – afferma il leader del sindacato Marcello Pacifico – a quanti lavoravano alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione con contratti a tempo determinato, per l’imprescindibile principio di non discriminazione dettato dalla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE”. Il sindacato fa sapere che è “ancora possibile aderire al ricorso Anief per ottenere il corretto inquadramento stipendiale anche con l’applicazione del gradone 3-8 anni e il computo integrale e immediato del servizio svolto durante il precariato nella ricostruzione di carriera”. “Per i Tribunali del Lavoro – spiega l’Anief sulla base di quanto è emerso dalle sentenze ottenute dai legali del sindacato in tutta Italia – il personale che ha prestato servizio a tempo determinato prima dell’anno scolastico 2011/2012 ed è stato successivamente immesso in ruolo, ha diritto all’applicazione della clausola di salvaguardia contenuta nel CCNL 2011 e al conseguente riconoscimento, in sede di ricostruzione di carriera, del gradone stipendiale 3-8 anni che la contrattazione, illegittimamente, ha riconosciuto solo al personale già in servizio a tempo indeterminato”.Tra le più recenti sentenze ottenute dagli avvocati Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga in stretta collaborazione con i legali del sindacato sul territorio, figurano le sentenze di accoglimento emanate dal Tribunale di Catania (avv. Marco Di Pietro), di Forli (avv. Tiziana Sponga), di Marsala (avv. Giuseppe Massimo Abate) e di Modena (avv. Irene Lo Bue). “Tutte – sottolinea l’Anief in una nota – confermano nuovamente la piena vittoria per il giovane sindacato che da subito si è mosso per denunciare la grave discriminazione posta in essere dalla contrattazione a discapito di chi aveva lavorato con contratti a tempo determinato”. L’Anief ricorda, infine, a tutti i propri iscritti che “è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all’integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere immediatamente il corretto inquadramento stipendiale anche con l’applicazione del gradone 3-8 anni per gli immessi in ruolo dopo il 2011”. LEGGI TUTTO

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    Laureati, Italia fanalino di coda in Europa nella fascia di età 25-34 anni

    (Teleborsa) – Nel 2020 in Italia i laureati di età compresa tra i 25 e i 34 anni risulta essere il 29%, in crescita di due punti percentuali rispetto a quanto registrato nel 2019. Seppur in aumento, la quota di laureati del Paese in quella fascia di età resta però una delle più basse in Europa. Secondo in dati diffusi da Eurostat infatti, dietro l’Italia c’è solo la Romania (25%). Un risultato che mantiene lontano l’obiettivo fissato da Bruxelles, cioè quello di far salire al 45% entro il 2030 la media dei giovani che ha completato l’istruzione universitaria. In testa alla classifica europea stilata in base alla quote dei laureati registrate nei singoli Paesi c’è il Lussemburgo (61%), seguito da Irlanda e Cipro (entrambi 58%), Lituania (56%) e Paesi Bassi (52%). Questi Paesi, insieme a Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Slovenia e Svezia, formano il gruppo di Stati che ha raggiunto in anticipo l’obiettivo europeo. Se si guarda all’intersa Ue, complessivamente nel 2020 il 41% della popolazione di età compresa tra 25 e 34 anni aveva completato l’istruzione universitaria. Le quota delle laureate (46%) è risultata decisamente superiore a quella degli uomini (35%). Un divario di genere che è aumentato nel tempo: da 9,4 punti percentuali registrati nel 2011 a 10,8 nel 2020. Secondo quanto rilevato da Eurostat, infatti, la quota di uomini laureati è cresciuta negli ultimi dieci anni ma a un ritmo più lento rispetto a quello delle donne. È in crescita negli anni anche la percentuale di chi ha terminato con successo gli studi universitari: i laureati di età compresa tra 25 e 54 anni sono risultati essere mediamente il 36% mentre quelli tra 55 e 74 anni si fermano al 22%. La differenza maggiore tra i due gruppi di età, ben 25 punti percentuali, è stata registrata in Irlanda. LEGGI TUTTO

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    Scuola, ANIEF: “Tfa sostegno, nei prossimi anni possibili nuovi 90mila posti per conseguire la specializzazione”

    (Teleborsa) – “Per coprire posti vacanti per il sostegno, con il ministero dell’Università, abbiamo avanzato al Mef richiesta di attivazione di percorsi per 90mila posti per il 2021- 2024 con un forte incremento dell’offerta formativa. È stato inoltre chiesta l’attivazione di oltre 15mila posti per il VI Ciclo per complessivi 25mila posti disposti”. È quanto ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, oggi in question time rispondendo a Luca Pastorino di LeU. La stessa richiesta era stata avanzata dai legali di Anief nel contenzioso che ha portato alla sentenza in consiglio di Stato sulle illegittimità del numero programmato dei bandi di concorso precedenti per l’accesso ai corsi, in considerazione di bisogni rilevati. “È un primo passo: ora – ha commentato il presidente nazionale del sindacato Anief Marcello Pacifico – bisogna garantire l’assunzione in ruolo entro il primo settembre di tutti i docenti specializzati o anche senza specializzazione dalle graduatorie per le supplenze come da richiesto dal nostro sindacato”. LEGGI TUTTO