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    Scuola, prove di ripartenza. Azzolina scrive a presidi e docenti

    (Teleborsa) – La scuola riparte con i corsi di recupero e gli istituti si organizzano per far fronte alle nuove linee guida. Nel frattempo è arrivato l’accordo sul trasporto pubblico locale.Niente mascherina a scuola se viene rispettata la distanza di un metro. Nella scuola primaria, “per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (ad esempio il canto). E’ quanto chiarisce il Comitato Tecnico Scientifico, in una nota.”Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria”.”Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente. Abbiamo una responsabilità storica grande. Sarà un anno duro. Ma anche l’inizio di un percorso diverso. Avremo le risorse dall’Europa con cui costruire la scuola di domani, a partire dagli insegnamenti di questi mesi. Abbiamo le idee e il coraggio per realizzarle”. Lo scrive la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una lettera indirizzata ai docenti, ai presidi e a tutto il personale scolastico alla vigilia della riapertura della scuola. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “I docenti italiani sono i più vecchi, meno pagati e considerati d'Europa”

    (Teleborsa) – “La gente considera gli insegnanti i paria del pubblico impiego”. A dirlo è l’esperto di malattie professionali Vittorio Lodolo D’Oria sottolineando come nel nostro Paese i docenti siano i “più anziani e peggio pagati d’Europa”. In tale contesto per l’Anief “l’emergenza Covid-19 deve essere anche un momento di riflessione per capire che il personale scolastico va valorizzato e svecchiato, considerandolo come una categoria da tutelare”. Tuttavia, per il giovane sindacato, le ultime decisioni del Governo non sembrano andare in questo verso.”Negli ultimi protocolli istituzionali sul rientro in classe – spiega l’Anief – ci si è dimenticati dei lavoratori fragili della scuola, si è cancellato solo per loro lo smart working, si è sorvolato sul fatto che più del 60% dei docenti è over 50 e che crescono le patologie derivanti dallo stress da cattedra”. Per il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico “la pandemia che ha colpito il mondo va giustamente affrontata in chiave di rinascita di determinati settori vitali per il benessere dei cittadini, come la Conoscenza, la Sanità e il Welfare. Auspichiamo, quindi, che le indicazioni fornite dall’Anief al premier Giuseppe Conte sull’utilizzo esclusivo per la scuola del 10% dei fondi dei 172 miliardi in arrivo dal Recovery Fund possano effettivamente trovare seguito. Occorre assolutamente cancellare dai vincoli di bilancio pubblico le spese di funzionamento della scuola, abbandonando la linea dei tagli e del dimensionamento degli ultimi 12 anni. E andare finalmente a valorizzare il corpo docente e tutti i lavoratori della scuola che negli ultimi anni sono scesi nella scala sociale a livelli indegni: è la sfida delle sfide. Che va vinta senza se e senza ma”.”Ci si è ricordati – dichiara Lodolo D’Oria in un’intervista a Orizzonte Scuola – che gli insegnanti esistevano solo grazie al loro preannunciato diniego a sottoporsi agli esami sierologici (un terzo di loro) e soprattutto dopo l’individuazione della cosiddetta categoria dei lavoratori fragili over 55. Solamente allora – continua l’esperto – si è compreso che, senza docenti, non si può fare scuola, anzi, la scuola senza di loro proprio non esiste. Ad aggravare il quadro di quelli che ormai la gente considera i paria del pubblico impiego ecco intervenire il fattore anagrafico perché il nostro Paese vanta gli insegnanti più anziani, oltreché i peggio pagati, d’Europa”. Lo stesso medico ricorda che il ministero dell’Istruzione, anche se le responsabilità maggiori sono di quello della Salute, ha confermato lo storico disinteresse “rispetto all’impegno nell’individuazione delle malattie professionali della categoria. Molti sindacati hanno tenuto lo stesso atteggiamento del dicastero di Trastevere, mentre altri (tra cui l’Anief) si sono fermati di fronte al muro di gomma opposto dal Ministero Economia e Finanze che si è sempre rifiutato ostinatamente di mettere a disposizione i dati nazionali sull’inidoneità all’insegnamento per causa di salute”.Per Lodolo D’Oria l’Italia, pur disponendo dei dati, “è l’unico Paese europeo a non possedere studi clinici su scala nazionale circa le inidoneità all’insegnamento per motivi di salute, mentre gli studi locali a disposizione (Milano, Torino, Verona) mostrano l’assoluta prevalenza dei disturbi psichiatrici tra le malattie professionali della categoria. Per quanto riguarda l’estero basti ricordare che in Francia (2005) e Gran Bretagna (2009 e 2012) negli insegnanti è stato accertato il maggior rischio suicidario tra tutte le categorie professionali. La speranza – aggiunge – è che la vicenda del Covid-19 faccia comprendere la centralità degli insegnanti e della loro salute nella scuola”.”È bene – afferma l’Anief – che chi governa il Paese dia seguito alle indicazioni fornite, perché collimano con quelle adottate da tutti i Paesi moderni. L’occasione per farlo c’è: è quella di utilizzare i miliardi provenienti dall’Unione europea e finalizzati proprio al sostegno dei Paesi membri più toccati, come l’Italia, dall’emergenza epidemiologica”.”Bisogna fare di tutto per cogliere l’occasione dello status di gravità in cui versa il settore scolastico – commenta Pacifico – per cancellare la politica assurda dei tagli e del dimensionamento. E per dare merito a chi permette la crescita formativa e umana delle nuove generazioni. Cominciamo con il ringiovanire il personale docente più vecchio del mondo, cancellando l’obbligo di andare in pensione a 67 anni, dopo anche oltre 40 anni di insegnamento, bisogna andare in pensione nella scuola a 61 anni senza penalizzazione come era prima della Legge Monti-Fornero. Inoltre, si riconosca una volta per tutte lo stress da lavoro correlato, visto che è scientificamente provato che la docenza porta malattie e patologie invalidanti anche in alto numero e crescenti con l’avanzare dell’età”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Ministro Speranza lancia coalizione europea per misure anti-Covid

    (Teleborsa) – Norme di igiene di base, distanziamento, politiche specifiche per bambini a rischio con esigenze di apprendimento o condizioni di salute speciali e per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili a infezioni più gravi.Sono le quattro misure per la riduzione del rischio contagio negli ambienti scolastici individuate in una dichiarazione congiunta del direttore Regionale per l’Europa dell’OMS, Hans Kluge, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del summit con 53 paesi per individuare misure comuni di contrasto al Coronavirus in tema di scuola. Promossa anche la didattica online in particolari situazioni.Immediato il plauso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’iniziativa. “Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro Roberto Speranza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità”, ha scritto Conte su Twitter.”Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente”. Si apre così, invece, la lettera inviata dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a docenti, presidi e personale scolastico a due settimane dalla riapertura ufficiale della scuola.”Una responsabilità storica” la definisce la titolare del Ministero di viale Trastevere, che riconosce che “sarà un anno duro”, “ma anche l’inizio di un percorso diverso”.La Ministra difende i lavoratori della scuola dalle voci che negli ultimi giorni sono circolate in merito a possibili forfait dovuti alla paura di contrarre il Covid-19. “Respingeremo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora – ha scritto Lucia Azzolina – Dimostriamo ancora una volta che il corpo dei docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e lo svolgono con professionalità e impegno”.Azzolina nella missiva ha anche difeso il lavoro del suo dicastero – “già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme ai tanti attori del sistema scolastico e istituzionale. Da allora non ci siamo mai fermati” –, spiegato come le modifiche intervenute nelle ultime settimane siano dettate dal mutamento della crisi sanitaria in corso – “il quadro di una pandemia non è una fotografia, non è statico, e al mutare delle condizioni la politica può e deve prendere nuove decisioni – e ha promesso nuovi interventi grazie al Recovery Fund.”Abbiamo un obiettivo preciso, da raggiungere in tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze di studentesse e studenti”, ha garantito la Ministra. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Gualtieri firma decreto per assunzione 80 mila docenti

    (Teleborsa) – Buone nuove per la Scuola che si prepara ad assumere 80mila nuovi docenti. Lo ha annunciato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un post su Twitter.”Firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti. Una buona notizia per gli insegnanti precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica”, ha affermato il titolare del MEF, aggiungendo “l’istruzione e la ripartenza della scuola sono priorità per questo Governo”.Frattanto, fervono i preparativi per la riapertura delle scuole in sicurezza. La Conferenza delle Regioni ha dato il via libera alle “indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, predisposte da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Inail.”Tutti si rendono conto che ci sono rischi ma la necessità assoluta è quella di riaprire la scuola”, ha affermato il Presidente del Cts Agostino Miozzo, aggiungendo “distanziamento, uso mascherine, igiene, rimangono fondamentali come prevede anche la comunità scientifica. Noi abbiamo adottato il parametro del metro e su quello abbiamo dato l’impostazione su tutto”.Questa mattina sono stati consegnati dal commissario straordinario Domenico Arcuri i primi banchi monoposto alle scuole di Alzano, Nembro e Codogno, zone simbolo della lotta al coronavirus: 350 i banchi, non a rotelle, ma leggermente più piccoli, sono stati consegnati ad alcuni istituti di Alzano e Nembro.Resta il nodo trasporto pubblico locale, in attesa di trovare una soluzione condivisa entro lunedì 31 agosto, quando si terrà una riunione straordinaria della Conferenza Unificata. LEGGI TUTTO

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    Scuola, ANP: “Mancata intesa su trasporti rischia di far arenare ripresa”

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla ripartenza dell’anno scolastico, sono ancora diversi i nodi da sciogliere. “È assolutamente necessario fare in modo che i ragazzi possano raggiungere le scuole e possano farlo in sicurezza. Non possiamo rischiare che la ripresa della scuola, dopo tanta fatica e un immenso lavoro dei dirigenti e del personale tutto, si areni ora sul problema trasporti che, lo ricordo, è noto da tempo” ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp), Antonello Giannelli.Ma la mancata intesa sui trasporti non è l’unica questione ancora da risolvere. Da qui l’appello di Giannelli affinché Governo e Regioni si mobilitino per agevolare una ripresa delle lezioni che, nell’anno dell’emergenza sanitaria, si prospetta particolarmente complessa. “Mi auguro – ha concluso il presidente dell’Anp – che il Governo e le Regioni riescano a trovare in tempi brevi un accordo e un coordinamento su questo e sugli altri problemi ancora da risolvere”. LEGGI TUTTO

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    Vertice scuola si chiude con un nulla di fatto. Resta nodo trasporti

    (Teleborsa) – Si chiude con un sostanziale nulla di fatto il vertice sulla scuola, convocato per la tarda mattinata per dare una risposta alle questioni irrisolte, come quella dei trasporti e dell’uso di mascherine in classe.All’incontro i ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. Presenti anche il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ed il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo.Fra tutti, il tema del trasporto scolastico resta il principale nodo da sciogliere, ma le proposte avanzate dalla Ministra De Micheli, fra cui quella di estendere il termine “congiunti” ai compagni di classe, non hanno trovato consenso unanime ed il governo si è preso “qualche altro giorno” per arrivare ad una decisione definitiva.”Il tema che desta più preoccupazione è quello dei trasporti, ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico”, ha ammesso Bonaccini.Altra questione calda l’uso delle mascherine in classe, laddove non ci sia lo spazio sufficiente a garantire il distanziamento fra gli alunni. Su questo punto, i Governatori hanno avanzato la proposta di valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata solo nei territori che presentano indici di contagio più elevati e focolai.”Dal Governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili”, ha commentato critico il Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Di nulla di fatto ha parlato anche il Governatore della Liguria Giovanni Toti tirando le somme del vertice: “nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula, né sulle modalità di rientro, così come sul trasporto pubblico locale”.Domani si terrà una nuova riunione della Conferenza delle Regioni sul documento dell’ISS per la gestione del Covid nelle scuole. Un documento che ha trovato un consenso di massima dei governatori così come la proposta del ministro della Salute Roberto Speranza di considerarlo un documento aperto, da arricchire ed aggiornare in via continuativa.Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha poi annunciato che venerdì inizierà la distribuzione dei banchi monoposto alle scuole, mentre è partita oggi la distribuzione di gel igienizzante e mascherine. LEGGI TUTTO

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    Ripartenza scuola, Conte-Azzolina a confronto

    (Teleborsa) – Quando mancano poco più di due settimane alla riapertura delle scuole, ancora tanti i nodi da sciogliere, con l’attenzione sempre rivolta alla curva dei contagi tornata a salire negli ultimi giorni, con annesse criticità.Proprio nell’ottica di affrontarle e gettare le basi di possibili soluzioni che servono in tempi record, previsto nel pomeriggio di oggi un vertice di Governo a Palazzo Chigi. A quanto apprende l’Ansa il Premier Giuseppe Conte, di rientro da Amatrice, farà il punto con la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e i ministri competenti sulla riapertura: la titolare del MIT Paola De Micheli e il Ministro della Salute Roberto Speranza. All’incontro, previsto tra le 16 e le 16:30, parteciperà anche il Commissario per la scuola Domenico Arcuri.Da oggi, intanto, al via i test in tutta Italia sul personale della scuola: dai docenti agli amministrativi, passando per i bidelli, che dovranno accogliere gli studenti in strutture sanificate e sicure. Disponibili 2 milioni di test appositamente approntati dal commissario straordinario Arcuri. I prelievi però saranno volontari, da effettuarsi presso i medici di famiglia, e dovranno concludersi entro il 7 settembre, una settimana prima del suono della prima campanella. In caso di positività, sarà necessario effettuare il tampone entro 48 ore. LEGGI TUTTO

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    Scuola verso la riapertura: al via test su insegnanti, bidelli e amministrativi

    (Teleborsa) – La clessidra è quasi giunta alla fine, anche la Scuola si prepara alla riapertura, dopo un interminabile lockdown e le vacanze estive. Dopo la pubblicazione delle linee guida del Ministero ed in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico fervono i preparativi, in primis l’esigenza di accertamento dello stato di salute del personale scolastico.E così scattano oggi test al tappeto in tutta Italia sul personale della scuola: dai docenti agli amministrativi, senza tralasciare i bidelli, che dovranno accogliere gli studenti in strutture sanificate e sicure. Disponibili 2 milioni di test appositamente approntati dal commissario straordinario Arcuri. I prelievi però saranno volontari, da effettuarsi presso i medici di famiglia, e dovranno concludersi entro il 7 settembre, una settimana prima del suono della prima campanella. In caso di positività, sarà necessario effettuare il tampone entro 48 ore.Confermate tutte le date – il 1° settembre per il recupero degli apprendimenti ed il 14 settembre per l’inizio delle lezioni – anche se resta il problema degli spazi dove collocare gli studenti, con 10mila aule che pare manchino ancora all’appello. Ma il Ministero di Viale Trastevere avrebbe già confermato che si farà ricorso anche alle scuole paritarie per reperire spazi aggiuntivi necessari all’avvio dell’anno scolastico.Altro problema, che potrebbe sorgere dopo l’avio dell’anno scolastico, è la possibilità di ripresa della didattica a distanza in caso di quarantena della classe. Il Ministro della famiglia Elena Bonetti ha intanto confermato la proroga della scadenza dei congedi parentali straordinari retribuiti (che cadeva il 31 agosto) e dello smart working (che terminava il 14 settembre) in caso di malattia del figlio o quarantena della classe. LEGGI TUTTO