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    “AmbientAzioni”, al via bando del Comitato Territoriale Iren di Piacenza

    (Teleborsa) – È online da oggi sul sito “irencollabora” il bando AmbientAzioni, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Piacenza. Il bando, che rientra nelle finalità espresse dal Comitato di realizzare iniziative concrete per la sostenibilità del territorio, è finalizzato a selezionare e a realizzare fino ad un massimo di tre progetti inerenti: il risparmio di risorse energetiche e idriche, la riduzione della produzione di rifiuti, la riduzione della produzione di CO2 e la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la promozione della fruibilità e della valorizzazione ambientale del territorio provinciale.La partecipazione – fa sapere Iren in una nota – e` gratuita e aperta a cittadini maggiorenni, Istituti Scolastici e Universitari, Enti e Associazioni di persone o di imprese che alla data di pubblicazione del bando, abbiano sede o residenza o siano studenti (anche non residenti) nella Provincia di Piacenza. La partecipazione dei soggetti sopra menzionati può` avvenire come singoli o come gruppi.La richiesta di partecipazione, compilata in tutte le sue parti, dovrà essere inviata, entro e non oltre il 21 novembre 2022, compilando il form online sulla piattaforma dei Comitati Territoriali Iren, previo caricamento di tutto il materiale richiesto, seguendo le istruzioni previste.Il bando mette a disposizione complessivamente 30mila euro che possono essere destinati alla realizzazione di un massimo di tre progetti, ciascuno di valore compreso tra un minimo di 3mila euro e un massimo di 30mila euro.Ai partecipanti viene richiesto di proporre elaborati innovativi, replicabili in altri contesti, con un budget non superiore ai 30mila euro e con benefici economici e sociali per la collettività con ricaduta sul territorio della provincia di PiacenzaTutti gli elaborati progettuali pervenuti nei termini previsti e in regola con le disposizioni del bando verranno esaminati da apposita giuria che selezionerà un massimo di tre progetti da realizzare sulla base di criteri legati alla coerenza al bando, alla originalità e innovatività` del progetto e alla fattibilità tecnico-economica. LEGGI TUTTO

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    Smart cities, Mims: firmato Protocollo d'intesa con nove città selezionate dalla Commissione Ue

    (Teleborsa) – Rafforzare la collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) e le Amministrazioni delle nove città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) selezionate dalla Commissione europea nell’ambito delle cento città che partecipano alla missione Climate-neutral & smart cities. Questo è l’obiettivo del Protocollo d’intesa firmato oggi dal ministro Enrico Giovannini e dai sindaci delle città coinvolte nell’iniziativa. Lanciata nel 2021 dalla Commissione Ue, la missione – spiega il Mims in una nota – si propone di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, azzerando le emissioni di gas serra o riducendole compensando quelle rimanenti. Il Mims, con le sue competenze in materia di infrastrutture e mobilità sostenibili, edilizia residenziale e politiche per le aree urbane, svolge un ruolo di primo piano nell’elaborare, insieme ai Comuni, proposte e progetti volti al raggiungimento degli obiettivi della missione.”Con la firma del Protocollo d’Intesa – ha spiegato Giovannini – poniamo le basi per una più stretta collaborazione tra Amministrazioni locali e Amministrazione dello Stato per centrare gli obiettivi europei destinati a rendere le città più sostenibili e resilienti per rispondere alle sfide climatiche, sociali ed economiche che ci aspettano da qui al 2030 e migliorare la qualità della vita delle persone”. Le nuove e più estese competenze attribuite al Ministero con l’avvio del Governo Draghi nel campo delle politiche urbane, nonché i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) hanno consentito al Ministero di avviare nell’ultimo biennio numerosi e importanti progetti per la transizione ecologica delle città, tra cui investimenti sulla mobilità sostenibile con l’eliminazione degli autobus più inquinanti, il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, comprese le metropolitane, le busvie e le tranvie, l’estensione delle piste ciclabili, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, il miglioramento degli acquedotti per ridurre le perdite idriche. “La dimensione urbana e metropolitana è fondamentale per il perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal europeo – ha aggiunto il Ministro – imponendo un approccio alle politiche che coniughi decarbonizzazione, riduzione delle disuguaglianze tra centri e periferie, sviluppo economico e maggiore inclusione sociale. Le esperienze che matureranno i nove comuni italiani selezionati dalla Commissione europea potranno essere utili per tutto il Paese: per questo, auspico che altri Comuni, specialmente del Mezzogiorno, sottoscrivano presto questo protocollo, anche per contribuire con le loro idee alla transizione ecologica di tutte le città italiane, indipendentemente dalla selezione operata dalla Commissione europea”.La collaborazione tra il Mims e le nove città è finalizzata a elaborare soluzioni utili per conseguire la missione, superare eventuali criticità, operative e normative, che possano impedire o ostacolare la sua realizzazione, promuovere la cooperazione per lo sviluppo di progetti specifici, anche attirando fondi privati, individuare eventuali risorse aggiuntive per il finanziamento degli interventi. Inoltre, per favorire un processo di sensibilizzazione sugli obiettivi di neutralità climatica dell’iniziativa europea, il Mims e le Amministrazioni firmatarie dell’accordo – conclude la nota – potranno raccogliere e condividere buone pratiche e le progettualità sviluppate con l’obiettivo di creare una base di conoscenze utile anche per altri Comuni o altre amministrazioni pubbliche. LEGGI TUTTO

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    Energia, Alleanza per il Fotovoltaico: “Non c'è più tempo: la politica investa subito sulle rinnovabili”

    (Teleborsa) – “In questa campagna elettorale si sta affrontando poco e male il tema dell’energia rinnovabile. In alcuni casi in modo approssimativo, come alternativa ecologica a cui non si può essere contrari, in altri senza la reale comprensione che le rinnovabili sono, nell’immediato, l’unico strumento possibile per aumentare i GW necessari al Paese per garantire […] LEGGI TUTTO

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    Autonomia energetica: “Italia quintultima in Europa ma seconda per disponibilità di risorse rinnovabili”

    (Teleborsa) – L’Italia è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. In termini comparativi, l’Italia è quintultima in Ue davanti solo a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Allo stesso tempo, tuttavia, l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di miglioramento dell’autonomia energetica, avendo aumentato il proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019. L’incremento dell’Italia è pari a oltre 2 volte quello della Francia (3,7 punti percentuali) e oltre 4 volte quello della Spagna (1,8 punti percentuali). Questa crescita è principalmente riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili. Considerando la fruibilità di acqua, sole e vento sul territorio, l’Italia è seconda in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili. Questi i principali dati che emergono dallo studio “Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A. Presentata oggi a Cernobbio in una conferenza stampa cui hanno preso parte Marco Patuano, presidente di A2A e Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A, la ricerca ha l’obiettivo di qualificare come la valorizzazione delle fonti energetiche disponibili sul territorio italiano possa contribuire all’autonomia energetica del Paese e il ruolo chiave che ricoprono in questo percorso le regioni e i territori.”Con questo studio è stato possibile analizzare il potenziale delle regioni in termini di valorizzazione delle fonti energetiche disponibili, e di definire il contributo dei diversi territori per l’autonomia energetica del Paese all’interno dei vincoli normativi e strutturali esistenti – dichiara Patuano –. Sono già stati compiuti passi avanti in termini di sviluppo di produzione energetica da fonti rinnovabili, come mostra l’indice definito da Ambrosetti secondo cui l’Italia registra l’incremento più marcato fra i principali peer europei nel periodo 2000-2019. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il pieno potenziale dell’Italia e di renderla meno soggetta a dinamiche esogene. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo attraverso un cambio di paradigma e il fondamentale coinvolgimento di istituzioni nazionali e locali, cittadini e imprese”.”Veniamo da un’estate caratterizzata dal perdurare degli effetti di una crisi geopolitica ed economica e da quelli sempre più evidenti del climate change. Uno scenario che sta favorendo la consapevolezza della necessità di utilizzare al massimo le fonti energetiche rinnovabili per rendere il Paese quanto più possibile autonomo e per accelerare il processo di decarbonizzazione e transizione ecologica – commenta Mazzoncini –. Oggi, secondo l’indicatore elaborato da Ambrosetti, l’Italia è quintultima in Europa per autonomia energetica ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Ed è proprio il pieno sfruttamento delle nostre fonti autoctone, quali acqua, vento, sole e rifiuti, che permetterebbe di triplicare l’indipendenza italiana dall’approvvigionamento energetico estero: un incremento di quasi quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni, a vantaggio di cittadini e imprese”. In prospettiva – come sottolinea Mazzoncini – quello che emerge dallo studio è “un messaggio di ottimismo” ma è necessario che vengano fatti passi avanti sia a livello italiano che europeo. “Sono convito – ha detto l’ad e dg di A2A – che oggi il price cap possa portare dei risultati insperati. Tanto è vero che sono bastati due giorni, in cui se ne è discusso seriamente a livello europeo, per dare già una buona flessione significativa del prezzo del gas. Credo che oggi la strada più importante sia pensare a una politica energetica europea che, in una situazione di emergenza, consenta di ragionare sul price cap, in accordo con i principali Paesi fornitori senza la Russia, in modo da garantirci che vada a buon fine. Potrebbe dare un risultato significativo. Non è un problema che può risolvere l’Italia da sola ma credo che, come l’Europa è riuscita ad affrontare insieme il problema del Covid, ora dovrebbe affrontare questa situazione di emergenza, come se fosse un gruppo di acquisto solidale”.”Il mutato contesto geopolitico mondiale ha messo al centro delle agende europee e nazionali il tema dell’autonomia energetica – afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti –. L’Italia è il secondo Paese in Unione Europea per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili: queste risorse devono essere attivate il prima possibile, attraverso un forte coinvolgimento dei territori. La valorizzazione di acqua, vento, sole e rifiuti – attivabili rapidamente alla luce di tecnologie e vincoli correnti – può aumentare la nostra autonomia energetica di quasi 36 punti percentuali, contribuendo in modo sostanziale a garantire gli attuali livelli di consumo e raggiungere i più importanti traguardi di sostenibilità e decarbonizzazione”. Le opportunità di sviluppo derivanti dall’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili nei territori italiani – Adottando una logica di rapida attivazione delle fonti energetiche sui territori, lo studio evidenzia come il potenziamento della produzione autoctona di energie rinnovabili consenta di aumentare l’autonomia energetica. Relativamente al fotovoltaico, l’opportunità di sviluppo in Italia – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – risulta pari a 105,1 GW addizionali, quasi 5 volte la capacità installata odierna. Di questi GW incrementali, circa il 40% è legato agli impianti installati sui tetti, mentre il 60% agli impianti a terra. In particolare, Lombardia, Sicilia e Puglia valgono insieme il 32% della potenza addizionale. Per quanto riguarda l’eolico, la valorizzazione delle opportunità di sviluppo nei territori del Paese – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – abilita un incremento di potenza di 21,1 GW rispetto ad oggi, ovvero quasi 2 volte la capacità attuale installata. In particolare, con 13,3 GW complessivi Sicilia, Puglia e Sardegna rappresentano il 63% dell’opportunità di sviluppo legata all’eolico. Infine, la valorizzazione dell’idroelettrico – attraverso il repowering di impianti esistenti e lo sviluppo di impianti di mini-idroelettrico – abilita un incremento della potenza di 3,3 GW (concentrata in Lombardia, Trentino A. A. e Piemonte), oltre il 20% della capacità idroelettrica oggi installata.Le opportunità di sviluppo derivanti dalla valorizzazione energetica dei rifiuti e dallo sviluppo della filiera del biometano –Una quarta risorsa presente nel territorio, che si affianca alle fonti energetiche rinnovabili, sono i rifiuti. Una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, tramite anche il ricorso al recupero energetico, – rileva lo studio – consente infatti sia di abbattere il ricorso alle discariche sia di contribuire ad accrescere la produzione nazionale di energia elettrica. Nel complesso, l’Italia presenta oggi un’opportunità di recupero energetico da rifiuti (urbani e speciali) e da fanghi di depurazione che ammonta a oltre 8 milioni di tonnellate. Valorizzare una simile opportunità può abilitare una generazione elettrica di oltre 7 TWh, pari a circa il 2% dell’attuale fabbisogno annuale di generazione elettrica italiana. Un’ efficace gestione di rifiuti e scarti di produzione può, inoltre, – evidenzia il report – creare le condizioni per lo sviluppo della filiera del biometano. Nello specifico, considerando la riconversione degli impianti di biogas oggi esistenti, la valorizzazione della FORSU e delle biomasse di integrazione, l’Italia può produrre circa 6,3 miliardi di m3 di biometano, circa il doppio della produzione nazionale di gas, l’8% del consumo nazionale di gas e il 22% delle importazioni di gas dalla Russia.Il contributo delle fonti energetiche disponibili sul territorio all’autonomia energetica – Il rinnovato contesto energetico internazionale ha fatto emergere la centralità del ruolo dell’autonomia energetica e della produzione domestica di energia e reso necessaria l’accelerazione lungo le traiettorie di sviluppo delineate dall’Unione Europea. Complessivamente, la valorizzazione di tutte le opportunità di sviluppo legate ad acqua, vento, sole e rifiuti e coerentemente con le prospettive di elettrificazione dei consumi e di efficientamento energetico consentirebbe quasi di triplicare l’autonomia energetica italiana (raggiungendo un livello del 58,4%), ovvero 35,9 punti percentuali in più rispetto ad oggi e circa 4 volte l’incremento registrato negli ultimi 20 anni. LEGGI TUTTO

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    Turismo sostenibile, Enel X Way installa stazione di ricarica per imbarcazioni elettriche a Cernobbio

    (Teleborsa) – Creare il perfetto connubio tra mobilità elettrica innovativa e turismo sostenibile in occasione del Forum Ambrosetti, uno dei più importanti appuntamenti politico-economici dell’anno che si svolgerà da oggi fino a domenica a Cernobbio. Con questo obiettivo Enel X Way, la società di Enel dedicata alla mobilità, ha installato un punto di ricarica per imbarcazioni elettriche presso il molo di Villa d’Este, che si aggiunge a quello recentemente installato a Portofino.La nuova stazione di ricarica, una JuicePole da 22 kW + 22, consentirà di fare il pieno di energia per muoversi da e verso Cernobbio con un’imbarcazione elettrica. Enel X Way – fa sapere la società in una nota – ha inoltre attivato un servizio di taxi boat a zero emissioni dedicato agli ospiti della tre giorni che potranno godere delle bellezze del lago di Como a bordo di un’imbarcazione silenziosa e con oltre 50 miglia di autonomia.L’iniziativa di Enel X Way si inserisce nella strategia della società che punta sull’integrazione e la rapida diffusione in Italia e a livello globale dei diversi tipi di mobilità elettrica, compresa quella in ambito nautico. La nautica elettrica è un segmento in rapida espansione a livello globale ed è dedicata a imbarcazioni alimentate da motori elettrici. Si tratta di una soluzione di navigazione che si sta affermando sempre di più in aree geografiche, marine o fluviali, particolarmente rilevanti dal punto di vista paesaggistico che si prestano perfettamente alla diffusione del turismo attento alle esigenze dell’ambiente. Ad oggi Enel X Way ha installato oltre 16mila punti di ricarica per veicoli elettrici in tutto il Paese, che a livello globale salgono a oltre 300mila grazie agli accordi di interoperabilità. LEGGI TUTTO

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    MSCI: Atlantia tra 4 multinazionali “Infrastrutture di trasporto” più efficaci su ESG

    (Teleborsa) – L’agenzia di rating internazionale MSCI ESG Ratings, specializzata sulla sostenibilità e sulle pratiche di governance, ha ulteriormente elevato il rating di Atlantia, holding quotata su Euronext Milan focalizzata sulle infrastrutture e sui servizi per la mobilità, da “BBB” ad “AA”. Con questo avanzamento, Atlantia è entrata nel gruppo delle migliori quattro società a livello globale presenti nel settore “Transportation Infrastructure” dell’indice MSCI ACWI (che tiene traccia di migliaia di titoli in 48 diversi paesi).Tra le principali motivazioni del miglioramento del rating, c’è la capacità del gruppo di minimizzare l’impatto delle proprie attività sulla biodiversità, mediante una programmazione efficiente e sostenibile delle modalità di utilizzo del territorio e attraverso l’impiego di buone pratiche per il confronto con le realtà territoriali. Significativi avanzamenti sono stati registrati anche sul fronte della Governance.Atlantia ricorda che ad aprile 2022 è stata la prima azienda italiana, e una tra le poche al mondo, a sottoporre al voto degli azionisti il piano di decarbonizzazione delle proprie attività, con lo scopo di azzerare le emissioni dirette di CO2 entro il 2040. Oltre il 98% degli azionisti ha approvato il piano di azione per il clima.Tra gli ultimi riconoscimenti sul fronte della sostenibilità ci sono anche il miglioramento del rating ESG da C+ a B+ da parte di Refinitiv, la conferma dell’inserimento nell’indice FTSE4Good e nell’indice MIB ESG. LEGGI TUTTO

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    Autorità vigilanza: etichetta UE per benchmark ESG combatte greenwashing

    (Teleborsa) – L’Autorità di vigilanza europea sui mercati finanziati (ESMA) crede che la forte crescita del segmento dei benchmark ESG e la coesistenza di approcci divergenti alle metodologie dei benchmark “provocano la frammentazione del mercato interno perché non è chiaro agli utenti dei benchmark quale livello di ambizione stia alla base delle diverse categorie di benchmark ESG”. È quanto si legge nella risposta a una consultazione della Commissione europea riguardante l’uso di indici finanziari. Ad esempio, l’assenza di un’etichettatura chiara solleva interrogativi sull’inclusione di aziende con un impatto ambientale o sociale negativo in questi parametri di riferimento.L’ESMA ricorda che attualmente gli unici requisiti regolamentari applicabili ai benchmark ESG sono i requisiti di informativa previsti dai regolamenti. L’Autorità ritiene però che questi requisiti di informativa “non siano sufficienti per garantire un livello adeguato di armonizzazione tra i diversi benchmark ESG forniti”.”La definizione degli standard minimi per l’armonizzazione della metodologia di questi parametri di riferimento è fondamentale per garantire un’etichetta di qualità e un livello elevato di protezione dei consumatori e degli investitori”, viene aggiunto. I benchmark sono utilizzati dagli asset manager per scegliere gli investimenti per i clienti, anche se i loro criteri e la loro gestione ha portato ad accuse di greenwashing (termine che indica ecologismo o ambientalismo di facciata).Inoltre, l’ESMA ritiene che l’introduzione di un’etichetta di riferimento ESG da parte dell’Unione europea sarebbe “un ulteriore strumento di supporto contro il greenwashing”. Requisiti di trasparenza rafforzati sulla metodologia contribuirebbero a ridurre le asimmetrie informative tra gli amministratori di indici di riferimento e gli utenti di indici di riferimento e aiuterebbe gli investitori a effettuare una valutazione informata delle affermazioni relative alla sostenibilità dell’indice di riferimento, secondo l’Autorità.(Foto: Photo by micheile dot com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Turismo e mobilità sostenibile, Costa Crociere e Trenitalia siglano intesa

    (Teleborsa) – Favorire uno sviluppo turistico più attento all’ambiente sul territorio nazionale, anche grazie a servizi integrati nave-treno e collegamenti ferroviari di “ultimo miglio” fra porto, città e infrastrutture aeroportuali. Con questo obiettivo Costa Crociere e Trenitalia (Gruppo FS Italiane) hanno firmato un’intesa per lo sviluppo di iniziative a favore della mobilità turistica sostenibile, in particolare per gli spostamenti dei passeggeri delle navi da crociera. L’accordo – si legge in una nota – prevede lo studio di soluzioni di viaggio integrate nave-treno, valorizzando il territorio e le sue caratteristiche.”Il nostro impegno per raggiungere l’ambizioso progetto di navi a zero emissioni nette entro il 2050 si estende anche allo sviluppo di operazioni a terra più sostenibili, che prediligano forme di trasporto alternative e green, quali il trasporto ferroviario – ha dichiarato Giuseppe Carino, vice president Guest Experience & Onboard Revenues di Costa Crociere –. Con Trenitalia lavoreremo non solo per offrire soluzioni di trasporto sempre più confortevoli e sostenibili per i nostri ospiti, ma anche per creare valore nelle destinazioni in cui operiamo, promuovendo le eccellenze turistiche locali e sviluppando reti di mobilità sostenibile con un sistema dual use, che integri le esigenze di trasporto dei residenti locali con quelle dei passeggeri delle navi”.”La valorizzazione del turismo sostenibile – ha dichiarato Alessandro Zoratti, direttore Strategie di Trenitalia – è uno dei nostri principali obiettivi, soprattutto in questa fase di forte ripresa di spostamenti dopo due anni difficili. Sempre di più il treno si deve porre come alternativa valida ad altri mezzi di trasporto più inquinanti e l’accordo con Costa Crociere vuole invogliare i crocieristi a scegliere i nostri mezzi per raggiungere i porti di partenza o per tornare a casa dopo la vacanza in nave. Questa è anche la mission del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, focalizzato sulla mobilità delle persone e di cui Trenitalia è capofila”.Costa Crociere e Trenitalia avviano così un progetto strategico di trasporto sostenibile dei passeggeri, focalizzato su alcuni collegamenti con i porti di destinazione delle navi di Costa Crociere, con il coinvolgimento anche delle istituzioni nazionali, regionali e locali.Tra le iniziative che rientrano nell’ambito dell’accordo ci sono anche lo studio di feeder locali elettrici che colleghino porto e stazione, con il contributo di altre società del “Polo Passeggeri” del Gruppo FS Italiane, e di collegamenti ferroviari di “ultimo miglio turistico” porto-città-aeroporto. Altrettanta attenzione verrà riservata alla valorizzazione dei treni storici, attraverso la creazione di escursioni dedicate per i crocieristi, alla realizzazione di treni dedicati ai clienti Costa Crociere e allo sviluppo di servizi per migliorare la connessione con il treno.Le attività incluse nel protocollo saranno coordinate da una cabina di regia, con il compito di favorire la condivisione di informazioni, l’individuazione di progetti e la loro implementazione. LEGGI TUTTO