More stories

  • in

    Sostenibilità, ENI lancia il suo primo Energy Compact

    (Teleborsa) – Accelerare il progresso verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 7 “Energia accessibile e pulita” e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. A tal fine Eni ha lanciato il suo primo Energy Compact, un impegno pubblico riconosciuto dalle Nazioni Unite. “Nell’ambito dell’Energy Compact, Eni – spiega la società in una nota – si impegna a giocare un ruolo di leadership sugli obiettivi climatici a livello globale, in linea con l’impegno strategico dell’azienda di raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2050″. In particolare, entro il 2030 l’azienda si è impegnata ad aumentare la capacità rinnovabile installata a più di 15GW, ridurre le emissioni assolute (Scope 1, 2, 3) del 25%, ridurre l’intensità carbonica netta (Scope 1, 2, 3) del 15% e raggiungere il net-zero carbon footprint per le emissioni (Scope 1, 2) delle attività Upstream.”Attraverso l’Energy Compact, Eni mostra concretamente le azioni che intende perseguire in questo decennio per affrontare la sfida più urgente per il settore energetico: garantire l’accesso all’energia a tutti, accelerando al contempo la transizione energetica per combattere il cambiamento climatico – ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni –. L’SDG 7 è fondamentale per tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, così come per gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, e l’Energy Compact è uno strumento concreto per promuovere l’azione collettiva verso questo obiettivo comune”. Gli Energy Compact consistono in impegni volontari, ossia azioni specifiche intraprese da aziende, governi e altri stakeholder per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica entro il 2030, incluso l’accesso universale a un’energia pulita e a prezzi accessibili. Gli Energy Compact mobilitati da Sustainable Energy for All (SEforALL) insieme ai membri di UN-Energy saranno presentati domani, venerdì 24 settembre al Dialogo di alto livello delle Nazioni Unite sull’energia – il primo incontro globale inclusivo sul tema dell’energia sotto gli auspici dell’Assemblea generale dal 1981 – così come già avvenuto in questi giorni ai Pre-Summit Energy Action Days. Gli Energy Compact continueranno ad essere mobilitati e aggiornati durante l’attuale Decennio d’azione. I progressi saranno monitorati su base annuale, con la pubblicazione dei risultati su una piattaforma online, per assicurare coerenza nelle azioni e un solido track record. In vista del Dialogo di alto livello delle Nazioni Unite sull’energia, Eni – si legge nella nota – ha partecipato al “Working Group 3: Enabling SDGs through Inclusive, Just Energy Transitions” che ha riunito i principali stakeholder per mobilitare le azioni in vista del Dialogo di alto livello delle Nazioni Unite sull’energia. Il Report Tematico del gruppo di lavoro costituirà la spina dorsale di una roadmap globale per il raggiungimento dell’SDG 7 entro il 2030.Eni si è impegnata a diventare un’azienda integrata a zero emissioni di carbonio entro il 2050, raggiungendo la neutralità carbonica sia per i propri prodotti che per le proprie operazioni. LEGGI TUTTO

  • in

    Transizione energetica, WWF: “Sardegna alimentata solo da fonti rinnovabili: si può fare”

    (Teleborsa) – “Guardiamo al futuro e non al passato”. Questo in sintesi il messaggio lanciato nel corso del webinar “Sardegna alimentata solo da fonti rinnovabili: si può fare”. Al centro dell’incontro la presentazione dello studio intitolato “Una valutazione socio-economica dello scenario rinnovabili per la Sardegna” realizzato dall’Università di Padova e del Politecnico di Milano per conto del WWF che conferma fattibilità e convenienza della transizione verde in Sardegna. Chiudere gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a carbone entro il 2025, e decarbonizzare il sistema energetico al 2050 in Sardegna, evitando nuovi investimenti in combustibili fossili, – rileva lo studio – è possibile e porta molti posti di lavoro. In tale scenario – secondo gli esperti – la Regione deve guardare avanti non rimanendo vincolata al progetto, ormai obsoleto, della metanizzazione. “La Sardegna è alimentata principalmente da centrali a carbone. Da alcuni anni si sta cercando di attuare la metanizzazione ma il mondo sta andando da un’altra parte verso l’elettrificazione perché questo permette di usare direttamente fonti rinnovabili” ha affermato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia. Un progetto in cui il WWF ha eletto l’Enel partner di eccezione in quanto – ha spiegato Midulla – “la società, in linea con la visione del WWF, ha presentato studi e prese di posizione in cui sceglie la via delle rinnovabili e dell’elettrificazione per questo guardiamo con molta attenzione alle proposte che sono venute e verranno da Enel”. Dei vantaggi dell’elettrificazione in Sardegna ha parlato Arturo Lorenzoni, docente di Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics alla Scuola di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, dipartimento che ha curato lo studio. “Lo scenario a cui si è lavorato – ha spiegato Lorenzoni – prevede un 50% di generazione elettrica da eolico, un 25% da fotovoltaico, un 11% dall’idroelettrico, un 10% di importazione, un 10% da idrogeno verde. Tecnicamente, sulla base dei nostri risultati, la rete tiene ed è possibile alimentare il fabbisogno energetico dell’isola senza ricorrere ai combustibili fossili. A fianco degli investimenti nella generazione di 17 GigaWatt complessivi tra fotovoltaico ed eolico, è necessario investire su degli accumuli. Si tratta di investimenti importanti ma allineati con lo sviluppo del sistema energetico: stiamo parlando, a seconda dei diversi scenari ipotizzati, di una cifra compresa tra i 350 e i 450 milioni di euro l’anno di investimenti in 10 anni. Complessivamente si tratta di circa 20 miliardi di euro di investimenti necessari da oggi al 2050. Investimenti che in buona parte sono comunque da farsi a prescindere dal tema della decarbonizzazione. Bisogna, inoltre, tenere conto che questo porterà alla creazione di circa 3mila posti di lavoro permanenti al 2030 e 4mila al 2050 a cui se ne aggiungono altrettanti nel caso dello sviluppo degli accumuli a idrogeno. Un’economia basata su una generazione distribuita è un’economia che fa riferimento a un lavoro anch’esso distribuito basato su imprese locali. Questi elementi fanno privilegiare uno scenario basato su fonti rinnovabili rispetto a uno scenario basato sul gas anche se orientato alla produzione di idrogeno e alla progressiva decarbonizzazione. Senza considerare che il potenziale dell’isola in termini di energie rinnovabile è certamente superiore a quello ipotizzato nello studio. Tutte le ipotesi, dalle ricadute occupazionali al risparmio di CO2 (stimato in 25 euro a tonnellata fino al 2030 e 50 euro a tonnellata tra il 2030 e il 2050), sono infatti state caute. Lo scenario rinnovabili in Sardegna – ha concluso – è uno scenario tecnicamente fattibile, uno scenario che valorizza l’economia locale, crea posti di lavoro e che indubbiamente riesce ad anticipare gli obiettivi dati a Parigi senza oneri per i consumatori sardi”.”Parliamo di sostanza e non di spot. Con il nostro progetto “Sardegna isola verde” – ha sottolineato nel corso del suo intervento Sonia Sandei, responsabile dell’unità Elettrificazione nella Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Italia – abbiamo immaginato che questo territorio, particolarmente vocato per la presenza di fonti di rinnovabili, fosse il contesto ideale in cui provare a saltare la transizione a gas passando direttamente a una transizione verso le fonti rinnovabili con l’utilizzo dello storage. La nostra analisi, portata avanti per più di una anno e mezzo, aveva l’obiettivo di accelerare il percorso verso la transizione ecologica utilizzando l’elettrificazione. La Sardegna è un contesto particolare e unico per lo sviluppo dell’elettrificazione perché ha un metano marginale che rende l’elettrificazione molto più attrattiva dl punto di vista economico. La propensione all’elettrificazione dei sardi è, infatti, al 28%. L’isola conta già un 42% di edifici già elettrificati. Uno dei pilastri del Pnrr è, inoltre, l’elettrificazione dei porti e la Sardegna ne ha 9. L’industria sarda è attualmente elettrificata al 44% nei settori più trainanti: alimentare, manifattura e macchinari. Questo per dire che partiamo da un contesto già favorevole nel quale, tuttavia, c’è spazio per migliorare. L’elettrificazione corrisponde anche a una riduzione della bolletta per i consumatori che può arrivare, con una triplicazione dell’efficienza energetica, fino al 50% comportando, inoltre, un taglio dell’80% delle emissioni di CO2. Da un sondaggio che abbiamo effettuato è emerso che la propensione all’elettrificazione dei consumatori sardi stimata intorno al 25% arrivava all’80% dopo che si spiegavano loro i benefici e si illustrava la presenza, attualmente, di incentivi. Nelle imprese, già molto elettrificate, l’abbattimento stimato della spesa sarebbe del 20% con una riduzione delle emissioni dell’80%. I tre pillar su cui si basa l’elettrificazione della domanda energetica in Sardegna sono: la mobilità elettrica, privata e trasporto pubblico; le abitazioni; i porti e le flotte. Non soltanto ce la faremo a gestire in condizioni di assoluta sicurezza del sistema la transizione verso le fonti rinnovabili ma riusciremo a generare dei benefici sul territorio sotto forma di investimenti, ricadute e occupazione nuova creata”. “La classe dirigente sarda – ha affermato Carmelo Spada, delegato WWF Regione Sardegna – è fossilizzata sul metano. È assurdo che si porti ancora avanti questa rivendicazione quando, attualmente, la mancata metanizzazione dell’isola è un’opportunità. Si racconta che le bollette con il metano scenderanno del 30-40% ma questo può essere vero ora con il prezzo calmierato ma bisogna considerare che si tratta di una fonte fossile che in Sardegna non viene prodotta e andrà acquistata all’esterno ai prezzi di mercato che sono destinati a salire”. Altro tema di dibattito è stata la questione dell’impatto delle fonti rinnovabili sul territorio. “Come WWF – ha assicurato Midulla – lavoriamo attivamente per la minimizzazione dell’impatto delle fonti rinnovabili sul territorio. Un impatto che è nullo in confronto a quello del cambiamento climatico”. “L’Aiea dice che entro il 2035 i sistemi devono essere elettrici. È inutile dire – ha commentato Matteo Leonardi, direttore Generale ECCO – che le fonti rinnovabili occupano troppo territorio. Non c’è attualmente alternativa e bisogna impegnarsi da subito per trovare la giusta collazione di tali impianti e armonizzarli il meglio possibile. Altrimenti arriveranno comunque le fonti rinnovabili e se non si è pensato per tempo a dove installare gli impianti, arriveranno in maniera disordinata con meccanismi non attenti al territorio”. LEGGI TUTTO

  • in

    Finanza sostenibile, da Borsa Italia, FFS e FeBAF nasce ESGeneration Italy

    (Teleborsa) – Consolidare un ruolo attivo dell’Italia nella finanza sostenibile a livello globale, sostenendo il posizionamento internazionale della comunità finanziaria e contribuendo alla diffusione della cultura della sostenibilità attraverso la condivisione di analisi e di buone pratiche. Sono i principali obiettivi di ESGeneration Italy, la rete nazionale per la finanza sostenibile globale (National Network for Global Sustainable Finance) promossa da Borsa Italiana, Forum per la Finanza Sostenibile e Federazione Banche Assicurazioni e Finanza che verrà presentato il primo ottobre nell’ambito delle iniziative collegate alla Pre-COP26. ESGeneration Italy esprime la continuità dell’impegno di Borsa Italiana, FFS e FeBAF in tema di sostenibilità e nel solco dei lavori conclusi nel 2019 dall’Osservatorio sulla Finanza Sostenibile presso il Ministero dell’Ambiente. Le tre organizzazioni hanno infatti guidato il gruppo di lavoro per la costituzione del Centro Finanziario Italiano per la Sostenibilità assumendone la rappresentanza all’interno della rete globale dei centri finanziari per la sostenibilità (International Network of Financial Centres for Sustainability – FC4S) avviata in seno all’ultimo G7 a guida italiana del 2017. Il network si ispira ai principi comuni della finanza sostenibile e in particolare a: valorizzazione dei criteri ESG, trasparenza e orizzonte di medio-lungo periodo. Tutti principi che sono contenuti nella “Carta dell’Investimento Sostenibile e Responsabile della finanza italiana” siglata nel 2012 e che trovano conferma anche nell’elaborazione della definizione di “Investimento Sostenibile e Responsabile” elaborata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con i soci nel 2014. A siglare la costituzione del network negli scorsi giorni, l’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, il Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, Francesco Bicciato, e il Segretario Generale della FeBAF, Paolo Garonna. “La nascita di ESGeneration Italy – ha detto Jerusalmi – conferma l’impegno di Borsa Italiana nel contribuire allo sviluppo in Italia di mercati finanziari e dei capitali sempre più sostenibili. Come parte del Gruppo Euronext, svolgiamo un ruolo fondamentale nel sostenere e facilitare la crescita di un ecosistema finanziario in grado di promuovere un’economia sostenibile a lungo termine. In tal senso, ESGeneration Italy si inserisce all’interno di una serie di iniziative volte a diffondere la cultura della finanza sostenibile e a sensibilizzare le imprese nella scelta di percorsi di crescita sempre più circolari”. “Per il Forum, che nel 2021 celebra i vent’anni di attività – ha detto il Segretario generale del Forum per la Finanza Sostenibile, Francesco Bicciato – ESGeneration Italy rappresenta un ulteriore consolidamento delle buone pratiche raccolte e valorizzate fino a oggi: ci impegniamo in questa nuova iniziativa mettendo a disposizione la nostra esperienza e il nostro partenariato nazionale e internazionale”. “Come FeBAF metteremo a disposizione del network l’esperienza del nostro mondo associativo e i rapporti che abbiamo costruito e incrementato in questi anni a livello europeo e globale”, ha dichiarato Paolo Garonna, per il quale è significativa la decisione di costituire il network in questo momento di centralità del nostro Paese nei principali consessi internazionali, tra COP26 e G20″. LEGGI TUTTO

  • in

    RFI, Fiorani al Congresso Andaf. Infrastrutture ferroviarie volano per la sostenibilità

    (Teleborsa) – Proprio in questi giorni è in corso a Genova il 43esimo Congresso Nazionale ANDAF (Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari) “CFO: Next Generation Sostenibile”. Alla manifestazione ha preso parte anche Vera Fiorani, Amministratrice Delegata di RFI che intervistata da Sergio Luciano, direttore di Economy, davanti a una platea di CFO riuniti, nel corso del suo intervento ha parlato di sostenibilità, nella sua triplice accezione, sociale, economica e ambientale, lungo il percorso di realizzazione del PNRR. Sostenibilità che è anche lavorare per raggiungere una reale “parità di genere”, come recita il quinto degli SDGs dell’agenda ONU. Chi meglio di lei – si legge su FS News, il portale di informazione di Ferrovie dello Stato – che ha voluto fortemente declinare il titolo di amministratore delegato al femminile, può affrontare questo tema? La verità però è che servono anche strumenti normativi ed infatti la Fiorani ha detto “come ha ricordato due giorni fa il ministro Giovannini, RFI ha già applicato le clausole di premialità per l’inclusione di genere e il lavoro giovanile in due fondamentali gare di alta tecnologia già bandite, una da 500 milioni di euro per la progettazione e realizzazione del sistema ERTMS sulle linee oggetto del PNRR, e l’altro per un accordo quadro che ci consentirà di internalizzare la realizzazione degli Apparati di Comando Centralizzato della Circolazione (ACC), che rappresentano un elemento chiave, di altissima tecnologia digitale, nella gestione del traffico ferroviario”Vera Fiorani ha lanciato un forte segnale al mondo della scuola e delle università sulla sempre più pressante necessità di ingegneri ferroviari altamente specializzati: “Stiamo finanziando dei master post laurea con i più importanti atenei, perché abbiamo grande bisogno di ingegneri che sostengano e sviluppino i nostri progetti di innovazione tecnologica”Tornando sul PNRR – si legge sul portale – l’AD Fiorani ha raccontato di come RFI intenda procedere cercando di promuovere la massima condivisione con tutti gli stakeholder interessati sui progetti delle nuove opere. “Come richiede il legislatore i nostri progetti di fattibilità tecnico economica sono accompagnati da un’analisi di sostenibilità e sottoposti a dibattito pubblico. Ad un confronto trasparente e costruttivo che porti, per quanto riguarda soprattutto le opere inserite nel PNRR alle quali il legislatore ha attribuito caratteri di priorità assoluta, a soluzioni condivise in tempi contenuti e certi. Altrimenti si potrà e dovrà ricorrere ad ambiti superiori, come il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici fino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, com’è accaduto due giorni fa per il progetto di collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo di Venezia”.Vera Fiorani, Commissaria straordinaria di governo per varie opere, ha ricordato come tra le prerogative che le attribuisce il decreto di nomina, ci sia anche quella di approvare i progetti unicamente con i presidenti delle Regioni coinvolte, Campania e Calabria per la Salerno Reggio-Calabria. “E’ una prerogativa alla quale non vorrei mai ricorrere perché per RFI è fondamentale il confronto con le comunità locali. E’ quanto stiamo facendo anche qui a Genova, con l’ascolto e la discussione in piazze pubbliche con i cittadini coinvolti nei lavori sul nodo ferroviario”. “Fondamentale per la sostenibilità delle nuove infrastrutture – conclude l’articolo – anche la capacità di integrare la ferrovia con porti e aeroporti. E il PNRR guarda con attenzione anche a questo fronte. Nodo di Genova e Terzo Valico, parti integranti del Corridoio europeo Reno – Alpi, sono un esempio concreto di come si debbano realizzare le condizioni per una reale ed efficace intermodalità, e una delle opere su cui RFI è impegnata”. LEGGI TUTTO

  • in

    A2A, oltre 1 miliardo di euro il valore economico distribuito a Milano nel 2020

    (Teleborsa) – Oltre un miliardo di euro il valore economico distribuito sul territorio della provincia di Milano, 184 milioni di euro investiti per il mantenimento e lo sviluppo degli impianti, 707 milioni di euro di ordinato ai fornitori locali, 610 assunzioni nelle sedi milanesi (il 40% under 30). Sono questi i principali numeri contenuti nella quinta edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale di Milano della multi-utility A2A, presentata oggi dal presidente Marco Patuano e dall’AD Renato Mazzoncini. Nella provincia di Milano, A2A si occupa della gestione dei rifiuti, della produzione, distribuzione e vendita di energia e gas, della rete di teleriscaldamento, di mobilità elettrica e illuminazione pubblica.”A2A ha proseguito il suo percorso di crescita rafforzando la propria capacità di generare valore sui territori dove opera, nonostante un 2020 segnato da grandi difficoltà per tutta la comunità – ha commentato Mazzoncini – Lo scorso anno il gruppo ha contribuito a sostenere lo sviluppo socio economico del territorio milanese con oltre un miliardo di euro di valore distribuito, con un incremento del 58% rispetto al 2019, e 184 milioni di euro di investimenti in infrastrutture. In questo contesto sono più che raddoppiati gli ordini ai fornitori locali, passati da 325 a 707 milioni di euro”. “Le attività del gruppo a Milano rendono tangibile ciò che per A2A significa essere una life company: prendersi cura ogni giorno del benessere delle persone e della qualità della loro vita, attraverso servizi e tecnologie innovative e sostenibili”, ha aggiunto Patuano.La raccolta differenziata nella città e nella provincia di Milano nel 2020 ha superato il 64%, raggiungendo 62,6% in città e 67,6% in media nella provincia. Sul totale delle oltre 747mila tonnellate di rifiuti urbani raccolti nel territorio, il 64% è stato destinato al recupero di materia e il 36% è stato inviato ai termovalorizzatori: nessun rifiuto urbano è andato in discarica. Grazie ai rifiuti, sono stati prodotti oltre 307 GWh di energia elettrica – pari al consumo medio annuo di 114.000 famiglie – e oltre 456 GWh di energia termica – pari al fabbisogno di riscaldamento e acqua calda di 30.000 famiglie. L’utilizzo del termovalorizzatore ha evitato l’immissione in atmosfera di oltre 442 mila tonnellate di CO2 e di oltre 96 mila tonnellate equivalenti di petrolio (TEP).Nel 2020 A2A ha sostenuto lo sviluppo socio economico del territorio distribuendo circa 1.053 milioni di euro sotto forma di dividendi, imposte locali, ordini a fornitori, canoni e concessioni, sponsorizzazioni e liberalità e remunerazione dei dipendenti. Sono stati attivati 869 fornitori locali per un importo totale degli ordini pari a 707 milioni di euro: 96 milioni di euro sono stati fatturati a micro o piccole imprese con meno di 50 dipendenti e 3,6 milioni di euro a cooperative sociali ed onlus.Il bilancio di sostenibilità della multi-utility evidenzia anche che il teleriscaldamento fornisce un importante contributo alla lotta al cambiamento climatico: nel 2020 sono state risparmiate oltre 48 mila TEP, 2,9 tonnellate di PM10, 121 mila tonnellate di CO2, 25 tonnellate di SO2 e 99 tonnellate di NOx. Inoltre, la società è presente a Milano con 386 punti di ricarica di veicoli elettrici e, nel 2020, sono state effettuate quasi 73 mila ricariche presso le colonnine presenti nell’Area Metropolitana Milanese, che hanno permesso di percorrere circa 6 milioni di km risparmiando 649 tonnellate di CO2. LEGGI TUTTO

  • in

    Eu Eco-Tandem, aperta selezione per esperti in turismo, sostenibilità e startup greentech

    (Teleborsa) – C’è tempo fino alla mezzanotte del 25 settembre 2021 per candidarsi in veste di advisor per il progetto internazionale EU Eco-Tandem, promosso dall’Enit, Agenzia Nazionale Italiana del Turismo, e cofinanziato dall’Unione Europea. “Un programma – spiega una nota – finalizzato a incoraggiare piccole e medie imprese, finora legate a un turismo di tipo tradizionale, favorendo la nascita di nuove sinergie ed approcci più ecosostenibili”. Quindici, i posti disponibili, per questo ruolo di responsabilità, retribuito, per il quale si cercano esperti in turismo, sostenibilità e startup greentech. Tra gli altri requisiti richiesti agli aspiranti consulenti, che insieme andranno a formare una commissione ad hoc, figurano: abilità di coaching, sufficiente disponibilità di tempo, un inglese fluente, esperienza e profonda conoscenza del settore e una grande attenzione nei confronti dell’Ambiente e della sostenibilità.Una volta scelti, i “Tandem advisor” avranno il compito di valutare, selezionare e abbinare PMI e startup partecipanti al programma, monitorare le attività che le vedono coinvolte e fornire loro – attraverso regolari incontri virtuali – assistenza e consulenza, captando in tempo anche eventuali ostacoli, che potrebbero impedire il corretto svolgimento del progetto. I consulenti dovranno quindi supportare e guidare i team (due Tandem per ogni advisor), lungo il loro percorso professionale ed assicurarsi, che seguano alla lettera le linee del programma, oltre ad identificare le aziende e le idee più promettenti.Prendendo parte a questa attività accademica i futuri advisor avranno la possibilità, tra l’altro, di: migliorare le proprie capacità di leadership e di gestione; tenersi informati sugli sviluppi e le ultime tendenze relativi alla sostenibilità applicata al turismo; partecipare ad un importante programma di ricerca e lavorare in un ambiente collaborativo con persone provenienti da diversi Paesi europei.La selezione per i consulenti avverrà a fine settembre ed entro il 14 ottobre 2021 è prevista la firma del Codice di Condotta. LEGGI TUTTO

  • in

    BTP Green 2045, MEF: proventi per rinnovabili, trasporti e tutela ambientale

    (Teleborsa) – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha reso noto il dettaglio delle spese green sostenute dallo Stato finanziate con i proventi della prima emissione del BTP Green, avvenuta lo scorso 3 marzo 2021. Il titolo – con scadenza 30 aprile 2045 e tasso nominale annuo pari a 1,50% – è stato emesso per un importo di 8,5 miliardi di euro.L’importo raccolto è stato suddiviso in sei voci di spesa green: fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica (circa 119 milioni di euro), efficienza energetica (3,5 miliardi), trasporti (3,1 miliardi), prevenzione e controllo dell’inquinamento e economia circolare (336 milioni), tutela dell’ambiente e della diversità biologica (966 milioni) e ricerca (472 milioni).”Conformemente all’impostazione del Framework, sono state selezionate le spese incluse nel bilancio dello Stato relativo all’anno di emissione e ai consuntivi per i tre anni precedenti – si legge nella nota del MEF – Nello specifico, per gli anni 2018, 2019 e 2020 sono stati considerati i valori dello speso mentre per il 2021 i valori dell’ultimo stanziamento di bilancio”Per quanto riguarda le Categorie 1 e 2 (fonti rinnovabili ed efficienza energetica), “si tratta di cosiddette spese fiscali, ossia minori introiti fiscali dovuti ad agevolazioni su interventi di efficientamento energetico e incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, CGIL Sardegna: “Ancora nessuna chiarezza su transizione”

    (Teleborsa) – “Non c’è ancora traccia del confronto sollecitato dai sindacati sardi con i ministri Cingolani e Giorgetti, la Regione e le aziende interessate, e non c’è alcuna chiarezza su come il presidente Solinas e la sua Giunta vogliano gestire la transizione energetica, a partire dall’imminente decarbonizzazione”. È quanto rileva il segretario generale della Cgil Sardegna Samuele Piddiu, sollecitando un incontro su un tema cruciale che richiede una pianificazione a lungo termine. Nel frattempo, si attende l’approvazione del decreto Sardegna da parte del governo nazionale ma il sindacato ricorda che sul tema era stato promesso un confronto, anche con le organizzazioni sindacali, proprio al rientro delle ferie estive. “Al momento – ha proseguito il segretario regionale Cgil – al di là di qualche dichiarazione in ordine sparso, il governo regionale appare in balia di eventi e scelte fatte altrove e addirittura orientate da singole aziende: non ha una strategia, un’idea, un progetto su come dovrà strutturarsi la Sardegna rispetto ai processi di innovazione tecnologica, transizione energetica e decarbonizzazione, e ciò nonostante siano scelte che condizionano tutto il mondo economico e produttivo isolano”. Il riferimento va ai poli industriali ed energetici in gravissima sofferenza, ai quali va data una risposta nell’emergenza attuale ma guardando alla prospettiva.”Crediamo – ha detto Piddiu – sia necessario realizzare il piano di metanizzazione con la relativa rete da Nord a Sud della Sardegna, passando per Macchiareddu e centro dell’Isola, aree da rilanciare con decisione. Le centrali di Porto Torres e Portovesme possono essere riconvertite a metano e nello stesso tempo divenire siti nei quali investire sull’innovazione legata alle rinnovabili, che non significa trasformare la Sardegna in centro di produzione per approvvigionare i sistemi produttivi del Nord Italia ma scommettere su sviluppo e ricerca da realizzare qui. Quando qualcuno dice che la rete di interconnessione dei bacini del gas non serve dice una cosa errata e non vera perché quella stessa rete verrà realizzata proprio con le caratteristiche utili a trasportare in futuro idrogeno e gas di sintesi, ed è anche con questa consapevolezza che noi sosteniamo quell’opera”. Per il sindacalista, la Regione su questi temi latita e non fornisce alcun indirizzo chiaro su ciò che immagina per il futuro energetico della Sardegna. “Lo dimostra – spiega Piddiu – l’atteggiamento nei confronti di Enel che, nell’assenza totale di una strategia politica regionale, ha annunciato progetti che possono decretare la fine di intere filiere produttive e la perdita di migliaia di posti di lavoro”.Secondo la Cgil, il compito di chi governa è dialogare, indirizzare, portare avanti gli obiettivi prefissati. “In questo quadro siamo fortemente preoccupati per il futuro del polo metallurgico-non ferroso del Sulcis-Iglesiante, per il quale auspichiamo che i soggetti coinvolti, Enel compresa, siano portati a un tavolo per chiarire modalità e tempi certi della ripartenza – sottolinea Piddiu. Serve un governo forte che faccia sentire la sua voce e la smetta di navigare a vista senza dialogare con nessuno”. Il tema della giusta transizione, e le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa (dal Recovery al Just transition fund), rappresentano un importante banco di prova per Solinas e la sua Giunta. “Avviino il confronto chiesto e sollecitino i livelli istituzionali nazionali, convochino subito le parti sociali per discutere di quale direzione imprimere alla straordinaria fase di cambiamento già in atto, il rischio – conclude Piddiu – è esserne travolti anziché governarne i processi”. LEGGI TUTTO