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    Enel incrementa obiettivo riduzione emissioni gas serra da 70% a 80% per il 2030

    (Teleborsa) – Enel si è impegnata a ridurre dell’80% le proprie emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh entro il 2030, prendendo come anno di riferimento il 2017. L’azienda è divenuta così la prima grande utililty globale integrata che ha stabilito un obiettivo di taglio delle emissioni coerente con gli impegni delle Nazioni Unite a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e a raggiungere la neutralità in termini di emissioni entro il 2050, come certificato dalla Science Based Targets initiative (SBTi).”Con l’impegno per una riduzione così drastica delle nostre emissioni, stiamo guidando la lotta contro il riscaldamento globale” dichiara Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. “Procediamo lungo questo percorso, lavorando incessantemente per mantenere la nostra leadership nella transizione energetica con un’attenzione sempre crescente alle attività carbon free. Stiamo aumentando la quota di rinnovabili nel nostro mix di generazione. Stiamo lavorando con i nostri clienti per l’efficienza energetica e l’elettrificazione, abilitando il cambiamento attraverso reti affidabili, digitalizzate e resilienti. Un’azienda veramente innovativa e sostenibile non si rifiuta di abbracciare il cambiamento, ma si impegna per guidarlo”.Il nuovo obiettivo di Enel approvato da SBTi prevede un taglio delle emissioni dirette del Gruppo entro il 2030 a 82 gCO2eq/kWh rispetto ai 125 gCO2eq/kWh corrispondenti al precedente obiettivo del 70%, che era stato annunciato lo scorso anno.Enel sta contribuendo alla transizione energetica promuovendo un modello di business sostenibile lungo la propria intera catena del valore. È stata una delle prime società al mondo a aderire alla SBTi nel 2015. Il Gruppo sta realizzando importanti progressi nel raggiungimento dell’obiettivo SBTi considerando che nel 2019 le sue emissioni dirette per kWh sono state ridotte di oltre il 36% rispetto al 2007, e continuerà su questo percorso con importanti investimenti per lo sviluppo di capacità da fonti rinnovabili e con il decommisioning del termoelettrico. Grazie a Enel Green Power, che oggi è il principale operatore privato al mondo nel settore delle rinnovabili, Enel può vantare attualmente oltre 47 GW di capacità rinnovabile installata, un valore superiore rispetto a quello del termoelettrico. Inoltre, il Gruppo Enel sta lavorando per dismettere le proprie centrali a carbone entro il 2030. Si prevede che tutte queste attività conducano a una piena decarbonizzazione del Gruppo entro il 2050.Attualmente, Enel gestisce la più grande rete di distribuzione privata di elettricità al mondo con una infrastruttura di oltre 2,2 milioni di km per oltre 74 milioni di utenti finali, di cui oltre il 60% già pienamente digitalizzati. Inoltre, Enel X, la business line dedicata alle soluzioni energetiche avanzate di Enel, sta contribuendo attivamente alla decarbonizzazione di altri settori come quello dei trasporti, con oltre 140.000 punti di ricarica pubblici e privati per veicoli elettrici disponibili in tutto il mondo.La SBTi è una collaborazione tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) e indica alle aziende un percorso per individuare in che misura e in che tempi devono ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra per contenere il rialzo delle temperature globali. Inoltre, la SBTi consente alle aziende di stabilire target di riduzione delle emissioni coerenti con l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico del 2015, ovvero limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. LEGGI TUTTO

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    Althesys e Enel Foundation: “Elettricità e acqua alleate contro il cambiamento climatico”

    (Teleborsa) – Da una migliore gestione congiunta di energia e acqua in Italia si potrebbero ottenere 5,9 TWh annui di elettricità aggiuntiva e una disponibilità d’acqua di circa 2,8 miliardi di metri cubi in più, pari al 20% del volume delle grandi dighe italiane. Il raggiungimento di questi obiettivi significherebbe ulteriori investimenti per circa 6,4 miliardi di euro, che potrebbero far parte a pieno titolo del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza in corso di definizione per accedere al Recovery Fund, del quale il 37% andrà usato per attuare il Green New Deal. Queste alcune delle principali evidenze emerse dallo studio “Energy for water sustainability. Sviluppare le sinergie elettrico-idrico per la sostenibilità”, il primo in Italia a stimare i potenziali benefici che si avrebbero da una gestione congiunta delle due risorse. Condotto da Althesys con Enel Foundation, il lavoro è stato presentato questa mattina da Alessandro Marangoni, ceo di Althesys Strategic Consultants e da Giuseppe Montesano, vicedirettore Enel Foundation. All’incontro hanno partecipato anche Stefano Besseghini, presidente di Arera; Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia, Stefano Masini, responsabile Area Territorio e Ambiente di Coldiretti; Carlo Tamburi, direttore Italia del Gruppo Enel; Francesco Vincenzi, presidente di ANBI; Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente.La ricerca approfondisce l’evoluzione del water-energy nexus con le criticità e le opportunità che prospetta, allo scopo di avanzare proposte per raggiungere obiettivi di sostenibilità e di sicurezza delle forniture in un mondo sottoposto a una pressione continua derivante dalla progressiva riduzione delle disponibilità idriche a fronte di un aumento dei consumi energetici.”Lo studio condotto con Althesys conferma come la transizione in atto verso un modello energetico più sostenibile possa generare valore e opportunità con ricadute positive che vanno ben oltre il settore – ha commentato Montesano –. In particolare, lo sviluppo delle rinnovabili e di soluzioni innovative in grado di aumentare l’efficienza dell’utilizzo della risorsa idrica possono contribuire significativamente al water saving e alla tutela del territorio, all’interno del più ampio impegno per contrastare il cambiamento climatico”.”Le risposte al crescente impatto di situazioni di stress idrico connesse al cambiamento climatico – spiega Marangoni – possono essere molteplici e articolate, ma richiedono interventi su orizzonti temporali sufficientemente ampi e investimenti consistenti. Avrebbero però importanti ricadute economiche e occupazionali, contribuendo al contempo a migliorare l’ambiente, la sicurezza del territorio e la qualità della vita dei cittadini. Sono necessarie politiche proattive che, attraverso soluzioni win-win, coinvolgano in modo coordinato i vari settori, energia, industria, agricoltura, utility, nell’ottica dell’uso plurimo della risorsa”.I benefici derivanti da un uso plurimo dell’acqua – rileva la ricerca – non sarebbero solo di natura ambientale, ma avrebbero anche effetti positivi sul sistema economico ed energetico. L’industria elettrica, ad esempio, potrebbe offrire un forte contributo investendo nel rinnovamento dell’idroelettrico. Altre rinnovabili, come eolico e solare, che contribuiscono alla water footprint in misura nettamente inferiore rispetto ad altre fonti, – evidenzia lo studio – potrebbero portare in Europa a una riduzione dei consumi d’acqua fino a 1,6 miliardi di metri cubi, equivalenti ai consumi annui di una nazione come la Germania.Per raggiungere la supply security, la ricerca suggerisce un articolato insieme di proposte di policy, tra le altre: l’ultimazione delle opere incompiute; il rinnovamento dei grandi bacini idroelettrici; l’avvio del Piano Invasi; il ricorso agli accumuli a pompaggio; gli impianti di desalinizzazione e le vasche di laminazione.Dal completamento delle opere incompiute ancora presenti nel nostro Paese si potrebbe ottenere una produzione elettrica addizionale di quasi 30 GWh annui, con una disponibilità idrica aggiuntiva di circa 850 milioni di metri cubi. Per il rinnovamento dei grandi bacini idroelettrici, lo studio stima in circa 4 TWh l’apporto aggiuntivo e in 900 milioni di metri cubi quello alla sicurezza idrica.L’avvio del Piano Invasi – si legge nel Rapporto – può costituire un tassello importante, già finanziato con 250 milioni di euro per 30 interventi individuati nel periodo 2018-22 in vista di un Piano nazionale di piccoli e medi invasi di ben più ampia portata, che comporterebbe 20 miliardi di euro di investimenti stimati nel corso di 20 anni. Gli accumuli a pompaggio sono invece una delle possibili soluzioni individuate nel Pniec, con un’attenzione particolare sulla possibilità di riconvertire infrastrutture già esistenti nel Centro-Sud. Gli impianti di desalinizzazione prevedono investimenti in grado di fronteggiare la scarsità idrica, in particolare con impianti nelle isole minori abbinati a installazioni di generazione elettrica da rinnovabili. Il ricorso a vasche di laminazione e altri bacini eviterebbe invece allagamenti e inondazioni anche nei centri urbani.Lo studio segnala tuttavia la necessità di accelerare gli iter autorizzativi per poter cogliere queste opportunità in quanto procedure e tempistiche di permitting delle opere troppo dilatate ritardano la loro realizzazione. Dalla ricerca emerge, dunque, la necessità di percorsi facilitati con tempi certi, “fast track”, per attuare efficacemente molti degli interventi, in particolare quelli su opere esistenti, per le quali sono già state svolte in passato valutazioni di impatto ambientale e procedure autorizzative.(Foto: © Andrey Kryuchkov /123RF) LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Monceri: “Superbonus avrà notevoli benefici su consumi e valore immobili”

    (Teleborsa) – Il tema dell’economia “green” è “strategico” per Intesa Sanpaolo, che ha già messo in atto numerose iniziative, ma l’arrivo del Superbonus consentirà di accelerare l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano, con benefici a cascata sui consumi energetici ed anche sul valore degli immobili. Lo ha spiegato Pierluigi Monceri, Responsabile direzione regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo, in una intervista rilasciata a Teleborsa.Intesa Sanpaolo è particolarmente focalizzata sulle tematiche dell’efficienza energetica e più in generale dell’economia green. Quali sono?”Il Gruppo si è mosso da tempo sul tema dell’economia green, ritenendolo un tema strategico, che è entrato anche in maniera importante e pesante nel nostro Piano industriale”.”Ci stiamo lavorando con attenzione in un clima che si è reso sempre più sensibile a queste tematiche”, ha precisato il responsabile di Intesa, aggiungendo “lo scorso anno abbiamo erogato oltre 1 miliardo e mezzo a favore della green economy, dimostrando appunto cheil proscenio è sensibile”.”Quest’anno – ha sottolineato – è uscita la misura del Superbonus, che non potrà che avere grande successo, essendosi inserita in un terreno già fertile e credo che, attraverso le sue caratteristiche, questa misura riuscirà sicuramente ad ottenere proseliti importanti”.[embedded content]
    Parliamo di ristrutturazioni edilizie e del sostegno al settore edile ed immobiliare. Quali vantaggi dalla normativa in vigore? E quali benefici per l’Italia?”L’Italia ha un contesto immobiliare vecchio, oltre il 70% delle costruzioni è stato costruito prima degli anni ’70”, ha affermato Monceri, aggiungendo “abbiamo la possibilità quindi di riqualificare in maniera importante l’efficientamento energetico di queste strutture”.”Un terzo dei consumi energetici di questo Paese – ha spiegato – è generato dalle famiglie e, nell’ambito di questa porzione, il 60% è legato al fattore riscaldamento e raffreddamento”, quindi “lavorare sull’efficientamento energetico porterebbe i consumi a ridursi ad un quarto” e costituisce “un’opportunità rilevante per il Paese”.C’è poi un altro fattore rilevante citato dal responsabile di Intesa, che concerne l’aumento del valore del patrimonio immobiliare. “Mediamente un immobile efficientato dal punto di vista energetico ha un valore superiore del 35%”, ha sottolineato Monceri, parlando di “opportunità straordinarie” e di una “classica situazione win-win”, che “può effettivamente stimolare grandi investimenti” e “dare una spinta importante alla ripartenza economica del Paese”.Il superbonus darà un forte impulso agli interventi per l’efficienza energetica. Qual è l’offerta approntata dal Gruppo Intesa Sanpaolo?”L’offerta in realtà si sviluppa innanzitutto nella possibilità di anticipare il credito di imposta, quindi un proprietario o anche un semplice affittuario può effettuare i lavori con la consapevolezza che il vantaggio fiscale risulterà di beneficio per i cinque anni successivi”.”Noi interveniamo innanzitutto anticipando il credito d’imposta, per le famiglie il valore è 102, quindi le mettiamo nelle condizioni di recuperare più della cifra spesa, per le imprese il valore è 100″.”Il secondo ambito di intervento è rappresentato da un finanziamento ponte che può essere valutato a favore del richiedente, sia esso privato o azienda, per accompagnare la fase di perfezionamento del credito stesso”.”Un terzo ambito di intervento è rappresentato dalla messa a disposizione della consulenza gratuita e non obbligatoria di Deloitte, cui ci siamo affidati per accompagnare i processi al loro compimento, senza creare impedimenti di natura burocratica”, afferma Monceri, spiegando che una volta ottenuto un preventivo ed una certificazione APE, il privato può rivolgersi alla banca e accedere, gratuitamente e senza impegno, alla piattaforma Deloitte, che lo “accompagna” nel processo di raccolta e definizione della documentazione. Il processo si completerà al termine dei lavori, con l’intervento di Deloitte, che trasferirà il credito d’imposta al cassetto della banca ed, entro cinque giorni, accrediterà i soldi sul conto dei privati. LEGGI TUTTO

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    Trasporto pubblico sostenibile, siglata l'intesa tra ENEL e ASSTRA

    (Teleborsa) – Rendere più sostenibile il trasporto pubblico locale, contribuire a ridurre le emissioni delle linee urbane ed extraurbane e migliorare la qualità del servizio ai cittadini. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato da Enel X, la business line globale di Enel dedicata allo sviluppo di prodotti innovativi e soluzioni digitali, e Asstra – Associazione Trasporti, l’associazione che riunisce circa 140 aziende del trasporto pubblico locale.Il protocollo – spiega Enel in una nota – prevede una serie di attività finalizzate alla promozione della mobilità sostenibile nelle città italiane. Si va dallo sviluppo di nuovi modelli di business che accelerino la transizione energetica dei sistemi di approvvigionamento degli autobus e garantiscano un più efficiente utilizzo dei fondi pubblici messi a disposizione dal Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile del MIT, alla progettazione di infrastrutture e colonnine di ricarica all’avanguardia, passando per la definizione di nuove soluzioni per le Smart City in grado di ridurre i consumi delle flotte, i costi di manutenzione e rifornimento e di disegnare servizi di mobilità a più alto valore aggiunto. L’intesa prevede anche lo sviluppo di soluzioni di efficienza energetica da applicare presso le sedi dei depositi del trasporto pubblico.”L’obiettivo della collaborazione con Asstra – spiega Augusto Raggi, responsabile Enel X Italia – è accelerare la transizione energetica verso il trasporto elettrico pubblico. La collaborazione tra un grande player industriale come Enel X e Asstra porterà a individuare modelli di business innovativi per un sistema di trasporto pubblico integrato con soluzioni di efficienza energetica, green e digitali. In questo modo potremo aumentare il confort del trasporto per i cittadini e ridurre i costi di esercizio, con vantaggi per la Pubblica Amministrazione e esternalità positive per le città come il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico”.”Asstra con il protocollo d’intesa sottoscritto oggi, intende sostanziare ulteriormente il lavoro che sta svolgendo per sviluppare l’innovazione tecnologica applicata ai trasporti pubblici. L’elemento innovativo del protocollo siglato con Enel X Italia – commenta il presidente di Asstra Andrea Gibelli – risiede nell’esplorazione di nuovi modelli di business per i sistemi di trasporto collettivo elettrico su autobus, finalizzati ad accelerare la transizione energetica garantendo un utilizzo più efficace ed efficiente dei fondi pubblici, per un settore la cui importanza per il Paese sta emergendo drammaticamente proprio in questi giorni a causa della crisi pandemica. La nostra intenzione è guardare avanti per costruire oggi un futuro migliore per il TPL e dunque per i cittadini”.Nell’ambito del protocollo, le soluzioni innovative saranno sviluppate in considerazione del quadro normativo e con il coinvolgimento delle imprese di trasporto pubblico locale, secondo un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privato. L’intesa – conclude la nota – mira, infine, a incentivare azioni di sensibilizzazione sugli effetti nocivi dell’inquinamento ambientale e acustico, con particolare attenzione ai centri urbani. LEGGI TUTTO