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ACRI, Profumo: Positiva risposta Paese a crisi ma coesione sociale a rischio

(Teleborsa) – “In questo anno terribile ci sono stati però anche alcuni segnali positivi” e tra questi, “innanzitutto, la risposta dell’Italia tutta. A partire dal Governo, che ha dovuto affrontare un’emergenza assolutamente senza precedenti, che ha travolto soprattutto il Nord della Penisola”. Lo ha detto Francesco Profumo, Presidente di Acri, nel suo intervento in occasione della 96esima Giornata Mondiale del Risparmio.

“In una fase in cui il nostro Paese si è trovato a essere l’avanguardia di quello che sarebbe successo nelle settimane e nei mesi successivi nel resto del mondo, le misure messe in campo sono riuscite progressivamente ad arginare la diffusione del contagio. Il sistema sanitario nazionale – ricorda ancora Profumo – pur evidenziando alcune criticità organizzative legate principalmente alle carenze strutturali e al dialogo tra Stato centrale e Regioni, ha sostanzialmente retto l’onda che rischiava di farlo soccombere. Il merito va riconosciuto a medici e operatori sanitari che hanno prodotto uno sforzo straordinario, a volte anche a costo della loro vita. A loro va tutta la nostra stima e gratitudine“.

Poi un monito. La crisi Covid pone “seri rischi per la tenuta della coesione sociale del nostro Paese” e, se salta la coesione sociale, è a rischio la tenuta della democrazia”, osserva ancora Profumo sottolineando che “dobbiamo avere cura di quello che è il bene più prezioso della nostra società: i corpi intermedi e il loro ruolo insostituibile di coesione sui territori, che devono essere adeguatamente tutelati e promossi.” “Dobbiamo avere a cuore valori come inclusione e solidarietà: sono questi che ci aiuteranno nei mesi e negli anni a venire”.

Per questo “si può far ricorso a una ricetta antica. Un approccio innovativo, ma sedimentato nei secoli. Un modo di operare riconosciuto anche nella nostra Costituzione. Si chiama sussidiarietà. Prevede un’ottica per cui lo Stato riconosce il concorso di altri soggetti privati nella cura del bene comune” come appunto le fondazioni.

Il Presidente ha quindi osservato che lo stop della BCE alla distribuzione dei dividendi da parte di banche e assicurazioni rischia di “mettere in seria difficoltà molte fondazioni nelle loro attività. “La raccomandazione della Bce agli istituti di credito e assicurativi del continente di non distribuire dividendi per tutto il 2020, alla quale le banche italiane si sono prontamente adeguate, rischia di mettere seriamente in difficoltà molte fondazioni nel portare avanti la loro attività erogativa e nel programmare la loro attività pluriennale. Proprio in una fase in cui ci sarebbe ancora più bisogno di loro”.
“Prudenzialmente – ha spiegato – per prevenire l’erraticità dei mercati, le fondazioni hanno già da tempo costituito degli appositi fondi di stabilizzazione, che attualmente ammontano in media al doppio delle erogazioni annuali. Il prevedibile peggioramento complessivo dei mercati finanziari, però, non aiuterà a migliorare la dotazione destinata alle erogazioni”.

“Quindi – ha sottolineato il Presidente – l’obiettivo della raccomandazione della BCE è comprensibile perchè intende “preservare la capacità delle banche di assorbire le perdite e sostenere l’economia in questo contesto di eccezionale incertezza”, ma potrebbe danneggiare ulteriormente le comunità a causa della probabile contrazione dei flussi erogativi che ne conseguirà”.

“Sarebbe dunque auspicabile – ha aggiunto Profumo – un ripensamento della Banca centrale europea, che contemplasse una maggiore proporzionalità. Ovvero prevedere alcuni parametri per fare in modo che questa misura diventi maggiormente selettiva, in funzione dei diversi livelli di capitalizzazione degli istituti di credito del continente”.

Profumo ha poi affermato che è “necessario ridurre le tasse per le fondazioni di origine bancaria, imposte che sono quintuplicate negli ultimi 10 anni”.

Viviamo in uno scenario di grande incertezza del quale è impossibile, con precisione, calcolare gli effetti. “Il 2020 – incalza Profumo – è già stato affidato alla storia come un annus horribilis. E non è ancora concluso” e, inoltre, “le stime sull’impatto economico complessivo che la pandemia ha prodotto sul nostro Paese e sul resto del pianeta sono ancora piuttosto altalenanti. Ma alcune ci prospettano uno scenario catastrofico. La Banca Mondiale ha calcolato che la crisi innescata dal Covid-19 farà crescere di quasi 2 punti percentuali la quota della popolazione mondiale che vive in condizione di povertà estrema”.

“Dobbiamo guardare con fiducia alle settimane e ai mesi che ci aspettano, ma, fino a quando non sarà disponibile un vaccino per la maggioranza della popolazione, dovremmo continuare a fare i conti con una situazione difficilissima”, conclude Profumo.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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