8 Ottobre 2021

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    Moderna debole in Borsa. Paesi scandinavi ne limitano l'uso nei giovani

    (Teleborsa) – Si muove al ribasso la società americana di biotecnologia con i prezzi allineati a 306,1 per una discesa dell’1,04%. A contribuire al ribasso del titolo Moderna è la notizia che Finlandia, Danimarca e Svezia stanno limitando l’uso del suo vaccino Covid-19 nei giovani a causa delle preoccupazioni relative a rari effetti collaterali cardiovascolari.In Finlandia, a tutti i maschi di età pari o inferiore a 30 anni verrà offerto il vaccino Pfizer-BioNTech, la Svezia ha fermato l’utilizzo del vaccino Moderna per i nati dopo il 1991, mentre la Danimarca ha deciso di non usarlo più per i minori di 18 anni. Le autorità sanitarie dei tre Paesi hanno citato uno studio non ancora pubblicato che è stato inviato all’Agenzia europea per i medicinali per una valutazione.Le maggiori attese vedono un’estensione del ribasso verso l’area di supporto stimata a 297,8 e successiva a 289,4. Resistenza a 314,3. LEGGI TUTTO

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    Whirlpool, appello Sindacati a Governo

    (Teleborsa) – Il Governo sostenga la nostra richiesta di spostare la tagliola del 15 ottobre e confermi la presenza di Invitalia nel consorzio. Lo scrivono Fim, Fiom, Uilm in merito alla vertenza Whirlpool.”Nell’incontro tenutosi oggi al Ministero dello Sviluppo Economico è emerso con chiarezza che il consorzio interessato a reindustrializzare il sito di Napoli, per costituirsi, ha bisogno di un lasso di tempo maggiore di quello scarsissimo messo a disposizione dalla procedura di licenziamento in corso”, si legge in una nota dei sindacati. “D’altronde Whirlpool ribadisce la volontà di chiudere la procedura il giorno 15 ottobre, data dopo la quale avrebbe la possibilità di inviare le lettere di licenziamento. Come sindacato abbiamo avanzato due richieste precise: a Whirlpool chiediamo di spostare il termine del 15 ottobre per consentire un confronto effettivo sull’ipotesi di rilancio del sito di Napoli; al Governo chiediamo di conoscere gli imprenditori privati interessati e di coinvolgere direttamente Invitalia fra i soggetti del consorzio, per accelerarne i tempi di costituzione e per offrire maggiori garanzie ai lavoratori”.”Fino ad ora – proseguono i sindacati – ci è stato detto dal MiSE che non vi sono pregiudiziali al diretto impegno di Invitalia, se sussisteranno le condizioni poste dal Fondo salvaguardia. Ma dall’ assenza di pregiudiziali occorre passare a un impegno preciso, per sua stessa natura da accompagnare al disvelamento dei soggetti privati coinvolti. In ogni caso dinanzi all’incomprensibile indisponibilità di Whirpool a concedere alla discussione tempi sufficienti, confidiamo in un intervento dei Ministri Giorgetti e Orlando e della viceministro Todde sui vertici della multinazionale. Nel frattempo naturalmente porteremo avanti le nostre ragioni anche in sede giudiziaria”. LEGGI TUTTO

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    Generali, Fitch migliora outlook a positivo. Confermato rating IFS ad 'A-'

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha rivisto l’outlook di Assicurazioni Generali e delle principali controllate a Positivo da Stabile, confermando i rating IFS (Insurer Financial Strength) ad “A-” (Strong) e Long-Term Issuer Default Rating (IDR) ) a “BBB+”. La revisione dell’outlook, scrive l’agenzia di rating in una nota, “riflette il miglioramento della leva finanziaria del gruppo e la riduzione del rischio di concentrazione verso il debito sovrano italiano”. Fitch prevede che Generali continuerà a ridurre gradualmente la propria esposizione ai titoli di Stato italiani nel 2021-2022. Inoltre, i rating della compagnia assicurativa italiana “riflettono la capitalizzazione e il profilo di business molto forti di Generali, nonché utili solidi e stabili”. Viene sottolineato che questi punti di forza sono in parte compensati dall’elevata esposizione del gruppo ai titoli di debito sovrani italiani. In particolare, Generali ha ridotto le obbligazioni italiane detenute a 61 miliardi di euro a fine 2020, da 63 miliardi di euro nel 2019. LEGGI TUTTO

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    OCSE, storica intesa tra 136 Paesi: tassa minima del 15% per le multinazionali

    (Teleborsa) – Dopo l’intesa di massima raggiunta a luglio, è stato firmato un accordo globale in sede OCSE per introdurre una tassa minima globale per le multinazionali. 136 paesi e giurisdizioni, che rappresentano oltre il 90% del PIL globale, hanno deciso che le imprese multinazionali saranno soggette a un’aliquota minima del 15% a partire dal 2023. L’OCSE ha detto che la tassa minima vedrà i Paesi raccogliere circa 150 miliardi di dollari di nuove entrate all’anno, mentre i diritti di tassazione su più di 125 miliardi di dollari di utili verranno spostati nei Paesi dove le grandi multinazionali realizzano i loro profitti.La svolta arriva dopo che sono state apportate alcune modifiche al testo originale. In particolare, l’aliquota del 15% non sarà aumentata in un secondo momento e le piccole imprese non saranno colpite dalle nuove aliquote (il limite è fissato a entrate superiori a 750 milioni di euro). Con Estonia, Ungheria e Irlanda che hanno aderito all’accordo, ora è supportato da tutti i paesi dell’OCSE e del G20. Quattro paesi – Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka – non hanno ancora aderito all’accordo.”L’accordo odierno renderà i nostri accordi fiscali internazionali più equi – ha affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann – Questa è una grande vittoria per un multilateralismo efficace ed equilibrato. Si tratta di un accordo di vasta portata che garantisce che il nostro sistema fiscale internazionale sia idoneo in un’economia mondiale digitalizzata e globalizzata”.”L’accordo odierno rappresenta un traguardo irripetibile per la diplomazia economica – ha commentato il segretario al Tesoro USA, Janet Yellen – Abbiamo trasformato instancabili negoziati in decenni di maggiore prosperità, sia per l’America che per il mondo. Dopo la giornata odierna, praticamente l’intera economia globale ha deciso di porre fine alla corsa al ribasso sulla tassazione delle imprese”. LEGGI TUTTO

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    USA, i dati negativi sull'occupazione aumentano l'incertezza sul tapering

    (Teleborsa) – Il dati sul mercato del lavoro USA di settembre hanno disatteso le aspettative degli economisti. L’US Bureau of Labor Statistics ha comunicato che, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 194 mila nuovi posti di lavoro, mentre le stime del consensus erano per un aumento di 500 mila buste paga. Il dato era molto atteso non solo perché un indicatore dello stato di salute dell’economia statunitense, ma anche perché è molto osservato dalla banca centrale statunitense. I mercati scontano infatti da qualche settimana che la FED possa annunciare il processo di tapering – ovvero di riduzione degli stimoli monetari – già dalla riunione di inizio novembre.Secondo alcuni osservatori, il dato deludente sulla creazione di posti di lavoro aumenta i dubbi sulle tempistiche di intervento. “La nostra view rimane che l’intervento della FED sia assolutamente necessario – ha commentato Filippo Diodovich, Senior Market Strategist, IG Italia – Non è più possibile aspettare. L’aumento della crescita dei salari evidenziato nel report sul mondo del lavoro incrementa le possibilità che le pressioni inflazionistiche possano assumere un carattere di persistenza e non essere temporanee come affermato dai banchieri centrali statunitensi”.”Pensiamo che la FED possa annunciare l’inizio del processo di tapering nel meeting del FOMC di novembre – ha aggiunto – Riteniamo che gli acquisti di Treasuries e MBS saranno ridotti in modo graduale. Per il rialzo dei tassi d’interesse le nostre previsioni rimangono ancora a metà 2022″. “La FED sperava in un numero abbastanza grande da rendere facile la decisione di iniziare il tapering il mese scorso – ha affermato Carl Tannenbaum, economista presso Northern Trust – Ora, le discussioni del 2-3 novembre potrebbero essere più difficili e il mercato dovrà fare i conti con qualche incertezza aggiuntiva”. I dati “hanno chiarito che il tapering non è necessario attualmente poiché il mercato del lavoro del Paese è ancora estremamente fragile”, ha invece commentato Naeem Aslam, capo analista di mercato di AvaTrade. LEGGI TUTTO

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    Pirelli, la holding Camfin (Tronchetti Provera) sale al 14,1%

    (Teleborsa) – Camfin, la holding di Marco Tronchetti Provera, è salita al 14,096% del capitale di Pirelli, di cui l’imprenditore italiano è vice presidente esecutivo e amministratore delegato di Pirelli. Lo rende noto il produttore di pneumatici, sottolineando che l’operazione è il perfezionamento dell’accordo sottoscritto e reso noto al mercato in data 30 giugno 2021.Camfin ha completato un aumento del proprio capitale riservato a Longmarch Holding, che lo ha integralmente sottoscritto tramite conferimento di 40.000.000 azioni Pirelli, pari al 4% del capitale sociale. Al fine di determinare la quota del capitale Camfin spettante a Longmarch le azioni Pirelli detenute da Camfin e quelle oggetto di conferimento sono state valorizzate a 6,5 euro per azione, mentre in sede di determinazione dell’entità dell’aumento il valore preso a riferimento è stato di 5 euro. L’aumento di capitale è stato pertanto determinato in complessivi 200 milioni di euro.A esito dell’aumento, Camfin detiene complessive 140.959.399 azioni Pirelli. Longmarch Holding, veicolo di proprietà della famiglia cinese Niu, continuerà nel contempo a detenere una partecipazione pari al 3,68% del capitale sociale di Pirelli. L’accordo siglato a giugno prevede che rimangano in essere gli impegni già assunti da Longmarch lo scorso anno e in particolare la preventiva consultazione tra Camfin e Longmarch e le indicazioni di Camfin in relazione all’esercizio del voto nelle assemblee Pirelli. LEGGI TUTTO

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    PIL, Giorgetti: può esserci ipotesi oltre 6%

    (Teleborsa) – E’ possibile una crescita del PIL oltre il 6% quest’anno. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo economico, intervistato da Bruno Vespa all’evento Forum in Masseria. “Siamo in una fase di contenimento della pandemia, incrociamo le dita – ha affermato – ma ci sono due incognite: una è la domanda dei consumi e l’altra è la dinamica dell’industria manifatturiera che è soggetta ai colli di bottiglia, e questa è una grandissima incognita che non riguarda solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale. Se andasse tutto bene si può anche fare..”.Sul cuneo fiscale: “è il problema dei problemi, qualcosa è stato fatto, adesso integreremo sull’Irap, così dice la delega fiscale, al Sud ci sono dei significativi vantaggi per quanto riguarda l’abbattimento sulle nuove assunzioni, però dobbiamo avviare una crescita solida e duratura solo questo permette di affrontare il problema del debito, e dei margini, per poter comprimere la pressione fiscale. Questa e’ la vera sfida”. Quanto al futuro di ITA “dipende ovviamente dalle condizioni di mercato, il problema e’ capire come si apre il mercato che è un mercato molto complicato, in cui sopravvivono o i grandi o le low cost: Ita non vuole essere una low cost e non può essere grande e io penso che ragionevolmente dovrà in qualche modo andare a cercare una qualche forma di collaborazione, non so quale perchè non è cosa che dipende da me”. “Io penso – ha proseguito – che chi cerca la collaborazione di Ita ha bisogno del brand italiano, fa comodo anche a un grande gruppo avere una compagnia caratterizzato da un brand come quello italiano”.Ancora su ITA: “io vedo tante critiche da fuori ma se uno conoscesse i regolamenti europei, i regolamenti nazionali, la legge delle procedure fallimentari si renderebbe conto che quello che si sta facendo è una specie di miracolo: se va a buon fine tanti si lamenteranno ma sarà un miracolo, e io incrocio le dita”. LEGGI TUTTO

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    The Italian Sea Group, delibera per contratti con parti correlate

    (Teleborsa) – Il CdA di The Italian Sea Group (TISG, operatore della nautica di lusso quotato sull’MTA di Borsa Italiana, ha adottato, ai sensi dell’art. 9 della procedura per le operazioni con parti correlate e previo parere del Comitato Controllo e Rischi, una delibera quadro avente ad oggetto l’eventuale fornitura dalla parte correlata Celi S.r.l. di arredi ed altri allestimenti di falegnameria inerenti a una o più commesse, per un importo complessivo massimo di 15 milioni di euro (oltre IVA) su base annua. La delibera fa riferimento a commesse attualmente già nel backlog della società o per le quali sono in corso trattative con clienti prospect.Il consiglio di amministrazione ha anche approvato la stipula di un contratto di appalto con la società correlata TISG Turkey Yat Tersanecilik Anonim Sirketi per la costruzione dello scafo e della sovrastruttura del motor yacht 597 a marchio Admiral, della lunghezza di 100 metri, per un valore totale di circa 10 milioni di euro (oltre IVA). LEGGI TUTTO