Ottobre 2021

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    Pensioni, niente intesa: fumata nera Draghi-Sindacati

    (Teleborsa) – Finisce con un nulla di fatto il round sulle pensioni tra il Premier Mario Draghi e i Sindacati che minacciano mobilitazioni. E’ quanto emerge al termine dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi sulla Legge di Bilancio, durato più di due ore. Clima teso, dunque, sul nodo pensioni, con quello che viene definito “un braccio di ferro”. Così fonti sindacali descrivono la riunione. Le posizioni restano distanti, al momento non si profila una intesa.”L’incontro non è andato bene”: Sulle pensioni ci sono “solo 600 milioni. Non ci sono risposte sulla riforma complessiva necessaria. Il sindacato valuterà nei prossimi giorni forme e strumenti di mobilitazione per fare scelte adeguate”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra.”Intanto abbiamo posto una questione di metodo. Questa legge di Stabilità rischia di andare avanti con grandi insufficienze e squilibri, per effetto del mancato dialogo e confronto con le parti sociali”, dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra: “Nel merito ci sono luci e ombre”, ma le risorse sono “largamente insufficienti” sia per le pensioni, che per gli ammortizzatori sociali e per la non autosufficienza, dice Sbarra confermando che “nelle prossime ore decideremo come dare luogo alla mobilitazione” unitaria dei sindacati.”Se giovedì il governo confermerà questa impostazione nei prossimi giorni valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione”. Lo anticipa il leader della Cgil, Maurizio Landini rispondendo a chi chiede se il sindacato stia valutando anche lo sciopero generale. “E’ chiaro quello che ci siamo detti stasera, nessuno può dire che non ha capito”, ha detto. “Se poi vorranno confrontarsi con noi siamo pronti a farlo giorno e notte, ma se non dovesse avvenire valuteremo quello che il governo fa e decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte”.41 anni di contributi e 62 anni d’età. Questa, intanto, la proposta che la Lega avrebbe avanzato al governo, nell’ambito del confronto sulle pensioni in legge di bilancio. Si tratterebbe in sostanza di Quota 41, ma con un limite minimo d’età di 62 anni.Ci si avvia, intanto, verso la proroga di Opzione Donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi. Lo si apprende da fonti di governo, a margine delle riunioni in corso in queste ore sulla manovra. Il ripristino dello strumento per l’anticipo della pensione delle donne e l’ampliamento dell’Ape social sono tra le proposte del ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenute dalla gran parte dei partiti della maggioranza. LEGGI TUTTO

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    Post Quota 100 e taglio tasse: Governo cerca la quadra

    (Teleborsa) – In corso a Palazzo Chigi l’incontro tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ed i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, sulla prossima Legge di Bilancio. Per il Governo al tavolo partecipano il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e il ministro della Pa, Renato Brunetta, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. “Siamo pronti ad ascoltare cosa dirà il Governo. Riproporremo, cosa che facciamo da sei mesi, una discussione strutturale sulla riforma del welfare in questo Paese. Se poi la strada del ritorno alla normalità dovesse essere quella della riforma Fornero, noi su questo tema non ci stiamo”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, arrivando all’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra. “Ricordiamo la lettera che Draghi mandò e che diede inizio al Governo Monti, le condizioni oggi sono cambiate. La riforma non può cambiare ad ogni tornata elettorale, quindi ci aspettiamo delle risposte in tal senso. Se non ci saranno Cgil, Cisl e Uil valuteranno le risposte da dare”, aggiunge Bombardieri, sottolineando che “andiamo senza nessuna preclusione, nessuna pregiudiziale. Vediamo che cosa ci diranno”.”Il nostro atteggiamento è propositivo e costruttivo. Sulle pensioni abbiamo offerto 4-5 alternative. Noi vogliamo scongiurare il ritorno alla Fornero. Mentre altri sono concentrati su altre battaglie a noi interessa non tornare alla Fornero. In Draghi ho trovato ascolto ci stiamo confrontando con il ministero dell’economia e contiamo di trovare una soluzione partendo dalla conferma di opzione donna e tenendo più basso possibile il limite di età anagrafico. Senza la Lega ci sarebbe il ritorno probabile alla Fornero. Noi siamo per lavoro e pensioni e abbiamo idee chiare. L’intervento deve durare un anno poi si andrà a votare e gli italiani sceglieranno quale sistema pensionistico vogliono. Sicuramente troveremo una soluzione”. Così il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa. In particolare, Carroccio in pressing per quota 103 nel 2022 (41 anni di contributi con 62 anni di età) e quota 104 nel 2023 (41 anni di contributi con 63 anni di età).Ci si avvia verso la proroga di Opzione Donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi. Lo si apprende da fonti di governo, a margine delle riunioni in corso in queste ore sulla manovra. Il ripristino dello strumento per l’anticipo della pensione delle donne e l’ampliamento dell’Ape social sono tra le proposte del ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenute dalla gran parte dei partiti della maggioranza.NODO TASSE – Pronto, intanto, finanziamento del fondo ad hoc per il taglio delle tasse. E solo in un secondo momento, probabilmente durante l’iter in Parlamento (o in extremis con un decreto successivo) il dettaglio delle misure: sarebbe questo, secondo quanto si apprende da diverse fonti, l’orientamento del governo. I tempi sarebbero troppo stretti, viene spiegato, per raggiungere un’intesa prima del varo della manovra, previsto giovedì. Quindi si procederebbe a stanziare nell’articolato della legge di Bilancio i sei miliardi aggiuntivi, che porteranno ad 8 le risorse disponibili per il 2021, lasciando più tempo per chiudere l’accordo sulle misure.Intanto potrebbe essere convocato domani, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo, il Consiglio dei ministri per approvare il nuovo decreto Recovery, con le misure necessarie ad accelerare la realizzazione del Pnrr. La manovra, invece, dovrebbe essere oggetto di una successiva riunione del CdM. LEGGI TUTTO

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    OPA Cattolica, adesioni oltre il 26%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Assicurazioni Generali sulle azioni Cattolica, risulta che oggi, 26 ottobre 2021, sono state presentate 1.760.969 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 45.425.887, pari al 26,06% dell’offerta. L’offerta, iniziata il 4 ottobre 2021, terminerà il prossimo 29 ottobre 2021. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Cattolica acquistate sul mercato nei giorni 28 e 29 ottobre 2021 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Eni e Point Resources avviano revisione quote su Var Energi

    (Teleborsa) – Eni e Point Resources, società di HitecVision, proprietarie rispettivamente del 69,85% e del 30,15% di Var Energi AS, hanno intenzione di avviare una revisione strategica riguardante il futuro assetto proprietario di Vår Energi, al fine di perseguire al meglio la crescita futura e massimizzare la generazione di valore. La revisione – si legge in una nota congiunta – prenderà in considerazione varie alternative, inclusa una possibile offerta pubblica iniziale (IPO). Eni continuerà a detenere una quota di maggioranza nella società, mantenendo il consolidamento a patrimonio netto.Var Energi è una società integrata di esplorazione e produzione, costituita nel 2018 dalla fusione di Eni Norge e Point Resources, e oggi è il più grande operatore indipendente della piattaforma continentale Norvegese, con una produzione di 239.000 barili di olio equivalente al giorno nel primo semestre 2021 e una base di riserve 2P (SEC) di 1.147 milioni di boe a fine 2020. LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, al via dibattito UE

    (Teleborsa) – L’Italia ha già adottato misure a livello nazionale per mitigare l’impatto dei rincari dei prezzi energetici sulle categorie più vulnerabili, ha riserve di gas che sono superiori a quelle della media UE, e accoglie con favore le intenzioni manifestate dalla Commissione di lavorare alle ipotesi di approvvigionamento volontario congiunto di scorte di gas, e su regole che definiscano le modalità operative a livello europeo per la gestione degli stoccaggi, ma senza distorsioni di mercato.Questo, in sintesi, quanto ha affermato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel suo intervento alla riunione straordinaria del Consiglio Energia dell’UE oggi a Lussemburgo. Nel dibattito pubblico che è stato ritrasmesso sul sito web del Consiglio, il ministro ha anche sollecitato la Commissione a promuovere più concorrenza fra i fornitori esteri e lo sviluppo di una maggiore produzione interna di gas. Cingolani ha anche sottolineato che va affrontato, nella revisione delle norme sul mercato dell’energia, il cosiddetto “effetto pancaking”, ovvero la stratificazione dei costi lungo la rotta del gas importato, che penalizza i paesi periferici (e l’Italia fra questi). Il Ministro, infine, ha affermato che l’Italia è favorevole a investire nella ricerca e innovazione per le rinnovabili, lo stoccaggio e per tutte le tecnologie emergenti.”L’aumento dei costi è dovuto essenzialmente a un aumento della domanda globale, all’accelerazione nella decarbonizzazione e alla ripresa economica, ma anche a dinamiche di mercato una forma di nervosismo dei mercati”, ha esordito Cingolani. “Come Italia – ha proseguito -, noi abbiamo adottato delle misure per proteggere consumatori e imprese, che sono in linea con il ‘Toolbox'”, l’elenco di provvedimenti che possono essere presi a livello nazionale presentato dalla Commissione agli Stati membri. “In particolare – ha spiegato il ministro -, per il quarto trimestre dell’anno, una parte del carico degli incentivi sulle rinnovabili, che è nelle bollette, è stato trasferito sulla fiscalità generale; è stata ridotta l’IVA sul gas naturale, sono state introdotte agevolazioni ai clienti vulnerabili e una parte dei costi di queste misure è stato compensato con i proventi delle quote del mercato Ets”, la borsa europea dei permessi di emissioni di CO2. Cingolani ha anche sottolineato che “il mercato europeo, basato su regole di concorrenza e su sistemi infrastrutturali interconnessi, deve consentire il libero flusso di gas tra i vari Stati membri e l’integrazione di tutti i mercati che lo compongono”. Insomma, gli stoccaggi da parte degli Stati membri non devono diventare un ostacolo alla libera circolazione del gas.Inoltre, “l’Italia si attende che nella prossima revisione della legislazione sul mercato del gas vengano prese misure per affrontare il cosiddetto effetto pancaking (cumulo dei costi, ndr) delle tariffe regolamentate sui punti di interconnessione intra Unione europea”. Queste misure dovrebbero essere volte a “non penalizzare con oneri eccessivi i consumatori finali, in particolare quelli dei mercati periferici”. L’Italia, infine, “è fortemente favorevole a ricerca, sviluppo e innovazione nel settore dello stoccaggio e di tutte le forme di energia pulita; e quindi – ha concluso Cingolani – anche noi siamo convinti che, sempre in base al principio di neutralità tecnologica, si debba investire su tutte le tecnologie emergenti per il futuro”. LEGGI TUTTO

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    Digitale: cresce mercato italiano, spesa ICT supera 34 miliardi

    (Teleborsa) – La pandemia ha accelerato la trasformazione digitale delle imprese e gli investimenti previsti dal PNRR stanno iniettando fiducia e nuovi progetti: in Italia il mercato dell’Information & Communications Technology chiuderà il 2021 con una spesa pari a 34,4 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 2020. Nel 2022 continuerà a crescere superando i 35 miliardi di euro, per poi arrivare a 36,4 miliardi di euro nel 2023, con una crescita media annua del +3,3%. Questa la sintesi che emerge dalla presentazione di Assintel Report 2021, la ricerca realizzata da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese Ict e Digitali, insieme alla società di ricerca indipendente Idc Italia, con la sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.Secondo quanto riporta un comunicato, nell’ultimo anno di quest’era Covid, gli investimenti Ict si sono focalizzati sui servizi e sulle tecnologie strategiche per migliorare la connessione dell’azienda, per consentire il lavoro e le vendite da remoto e per gestire i processi mission critical. Nel 42% delle imprese la spesa Ict complessiva è rimasta invariata, ma è stata indirizzata su progetti specifici a sostegno delle attività durante la crisi, mentre il 9% delle imprese ha aumentato la spesa per sviluppare progetti innovativi e un altro 3%, pur riducendo la spesa totale, ha continuato a investire su progetti innovativi.Ma, rileva lo studio, resta un significativo 32% di aziende che non è riuscita ad attivare il cambiamento, riducendo o rimandando gli investimenti. E’ su questa fascia che occorrerà intervenire a livello locale per un coinvolgimento nei progetti di rilancio del PNRR. “Non ci capiterà un’altra opportunità come questa, unica nel suo genere. Assintel è pronta a fare “all in”, investendo tutte le proprie risorse per contribuire alla Digitalizzazione e Innovazione del sistema economico del Paese”, commenta Paola Generali, Presidente Assintel, introducendo il documento di sintesi dell’associazione per massimizzare gli effetti del Pnrr sulla crescita digitale. “Le proposte che lanciamo al Governo sono concrete e seguono tre filoni fondamentali: creare le condizioni normative per la partecipazione del Made in Italy digitale al processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione Centrale e Locale – prosegue – favorire la trasformazione digitale delle micro, piccole e medie imprese attraverso bandi, incentivi fiscali e nuove regole che agevolino ex ante gli investimenti; sostenere la ricerca e sviluppo nelle aziende ICT e Digitali e dell’Offerta, che sono esse stesse costituite per la stragrande maggioranza da micro, piccole e medie imprese”. LEGGI TUTTO

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    Ddl appalti pubblici, Confindustria: restituisce efficienza a settore

    (Teleborsa) – Confindustria ritiene che “gli obiettivi di semplificazione, razionalizzazione e digitalizzazione del Ddl possano realmente contribuire a restituire efficienza ed efficacia al settore degli appalti pubblici, mettendo le nostre imprese nelle condizioni di operare alla pari rispetto ai loro competitors europei”.Lo ha sottolineato dal direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, in audizione sul Ddl Appalti pubblici presso la Commissione Lavori pubblici del Senato. Secondo Mariotti “la scarsa capacità amministrativa resta uno dei principali freni in tema di programmazione, pianificazione e accelerazione degli investimenti pubblici e un nodo fondamentale da affrontare e’ certamente rappresentato dal rapporto tra amministrazione, imprese e cittadini”.Occorre, quindi, “ricostruire un rapporto di fiducia reciproca tra P.A. e utenti, superando un’antica e consolidata cultura del sospetto nei confronti dei cittadini, delle imprese e degli stessi funzionari pubblici”, ha aggiunto. Confindustria considera, dunque, il Disegno di legge delega in esame “un tassello fondamentale di un necessario percorso di adeguamento graduale del nostro Paese ai livelli di efficienza amministrativa dei suoi principali competitors”.Il mercato degli appalti pubblici sconta, secondo Mariotti, “criticità dovute, in primis, ad un quadro normativo complesso, assai instabile e poco attento all’efficienza dei processi, in buona parte motivato dall’esigenza di scongiurare pericoli di corruzione e/o di infiltrazione”. L’obiettivo principale di questa riforma “deve essere, pertanto, quello – ha osservato Mariotti – di pervenire ad un apparato normativo e regolatorio il più possibile semplice, chiaro, flessibile e stabile, affidando prevalentemente ad altre norme (strumenti preventivi e repressivi penali dell’antimafia, dell’antiriciclaggio, dell’anticorruzione) la lotta alle infiltrazioni criminali e alla corruzione”. Più in generale, secondo il direttore generale di Confindustria, appare “indispensabile intervenire sulla materia per darle una stabilità definitiva, dopo le numerose riforme (sebbene tutte rivolte alla semplificazione) che si sono succedute dal 2016 in poi e, soprattutto, dal 2019 ad oggi”. LEGGI TUTTO

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    Banche, da NPL a sfida Unione bancaria: a che punto siamo?

    (Teleborsa) – Ad oggi si sono viste “buone notizie” sulla riduzione dei crediti deteriorati nelle banche europee, ma il Presidente della Vigilanza bancaria della BCE, Andrea Enria ribadisce i richiami alla prudenza agli istituti, sia sulle previsioni sia sulle politiche sugli accantonamenti.”Per assicurare che non allentino troppo presto le policy e poi e ne pentano”, ha spiegato intervenendo ad un panel del convegno in occasione del decimo anniversario dell’Autorità bancaria europea (EBA). Sugli Npl (Non performing loans, o crediti deteriorati) finora abbiamo avuto buone notizie. Fondamentalmente, le banche pensano che il peggio della pandemia sia alle spalle e prevedono ulteriori cali degli Npl su 2022 e 2023. Noi, alla Vigilanza Bce siamo più cauti – ha avvertito Enria – e dobbiamo renderci conto che quando ti trovi di fronte e eventi così nuovi i modelli previsionali possono creare illusioni e che bisogna essere prudenti nelle stime, ma anche nelle politiche di accantonamenti”. “Finora gli sviluppi sono stati positivi, le prospettive oggi sono tutte migliori di mesi fa”, ma sul calo dei crediti deteriorati va anche considerata “l’efficacia delle misure di supporto pubblico” messe in campo (e che prima o poi verranno rimosse) e “vediamo ancora che alcuni indicatori” sono meno univoci. “Dobbiamo restare cauti”, ha concluso.”Se vogliamo sostenere un settore bancario forte dobbiamo completare l’Unione bancaria, per prepararci alle crisi future e per assicurare stabilità”. Lo ha affermato la commissaria europea ai Servizi finanziari, Mairead McGuinnes nel corso del convegno. “Ora dobbiamo dare seguito ai nostri impegni e trovare i compromessi necessari e stabilire uno schema europeo comune di tutela dei depositi”, ha detto. E l’Unione bancaria, una volta completata, “assieme all’Unione dei mercati dei capitali assicurerà stabilità”. Mentre guardando avanti, sulle “prospettive della regolamentazione dei prossimi 10 anni” bisognerà fare i conti con digitale e green economy. “Sarà moto diverso dagli ultimi 10 anni e dobbiamo definire il cambiamento”, ha avvertito, dopo che “ovviamente la pandemia ha accelerato” il processo di digitalizzazione. Mentre ha ribadito il mantra Ue che “il cambiamento climatico” va drasticamente affrontato subito. LEGGI TUTTO