Aprile 2022

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    Rete Ferroviaria Italiana: “Dai big data nasce l'Atlante della mobilità dolce”

    (Teleborsa) – Un “Atlante della mobilità dolce in Italia” sviluppato sui big data per mettere in relazione stazioni ferroviarie, ciclovie, cammini, sentieri e greenways con il patrimonio storico, artistico e naturalistico presente su tutto il territorio nazionale. È l’iniziativa promossa da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) e dalle 29 associazioni che compongono l’Alleanza per la Mobilità Dolce (A.MO.DO.) per contribuire alla mobilità slow e incentivare il turismo sostenibile.Il protocollo di durata triennale firmato da RFI e AMODO permetterà di sperimentare una nuova formula di geografia collaborativa, basata sulle tecnologie digitali, per mappare stazioni, percorsi ciclopedonali, borghi, parchi e beni storici per costruire un modello di mobilità sostenibile, integrata e diffusa sul territorio, a sostegno del turismo e dell’economia locale e delle aree interne, dando continuità alla collaborazione avviata un anno fa. Le attività svolte durante il primo anno hanno riguardato lo studio, il rilevamento e l’integrazione delle informazioni sulle infrastrutture, l’individuazione degli “hub dell’intermodalità dolce” funzionali ai servizi di interscambio tra treno, bicicletta e cammini, la condivisione di banche dati e l’utilizzo dei rispettivi sistemi informativi GIS (Geographic Information System) delle reti di mobilità attiva e dolce e dei luoghi di attrazione dislocati sul territorio, correlati al fitto reticolo delle stazioni.L’Atlante racchiude una preziosa raccolta di informazioni, utile a orientarsi fra innumerevoli siti di interesse storico e culturale presenti nelle vicinanze delle stazioni. Un pratico strumento di divulgazione in grado anche di orientare valutazioni, scelte e soluzioni di Istituzioni ed Enti Locali (Regioni, Province, Enti Parco, ecc.) nello sviluppo della mobilità dolce nei propri territori. È il primo compendio nel suo genere a comprendere in modo integrato la rete di cammini, ciclovie, ferrovie turistiche, parchi, borghi, beni storici e bellezze paesaggistiche presenti in tutta Italia.La prima edizione dell’Atlante della Mobilità Dolce in Italia, di prossima pubblicazione, contiene la mappatura delle oltre 3mila stazioni ferroviarie attive (di cui circa 2mila di RFI), delle 28 linee ferroviarie turistiche attive o in progetto (per circa 1.300 km), dei circa 900 borghi delle reti appartenenti ad AMODO (Bandiere Arancioni, Borghi Autentici d’Italia, Cittaslow, Comuni Virtuosi, Borghi più Belli d’Italia), dei circa 12.000 km di sentieri (Sentiero Italia del CAI e i sentieri internazionali di FIE), degli 83 cammini (per un totale di circa 23.000 km), delle 1.656 aree protette per un totale di circa 100mila km2 (24 Parchi Nazionali, 147 Riserve Naturali Nazionali, 134 Parchi Naturali Regionali e Riserve Naturali Regionali, 68 SIC e 610 ZPS, 171 Altre Aree Naturali Protette, 112 Oasi WWF, 3 Parchi Naturali Sommersi e 27 Aree marine protette, 66 Parchi Minerari ReMI), dei 55 siti Unesco (per circa 5.700 km2), dei circa 18mila km di greenways e ciclovie, esistenti e in progetto (37 greenways, 3 itinerari Eurovelo, 10 Ciclovie Turistiche Nazionali, 20 itinerari Bicitalia).A tutte queste reti, si aggiungono 50 linee ferroviarie locali in esercizio di straordinaria bellezza che attraversano le aree interne ed i territori italiani, che sono state denominate da RFI e AMODO come “Linee del paesaggio” da proporre per il turismo slow.La collaborazione tra RFI e AMODO è finalizzata a divulgare un nuovo strumento a favore della mobilità attiva, una spina dorsale delle reti del trasporto ferroviario, a lavorare per creare servizi per l’intermodalità dolce nelle stazioni e nei territori, stimolando esperienze di viaggio multimodali e multiculturali.L’iniziativa intende supportare il rilancio del turismo di prossimità, slow e sostenibile che vede protagonisti il trasporto ferroviario e le stazioni nel riscoprire e valorizzare le eccellenze di un’Italia ricca di peculiarità territoriali, paesaggistici, culturali. LEGGI TUTTO

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    Supply chain, ExportUSA presenta nuovi percorsi per le infrastrutture critiche

    (Teleborsa) – “Pandemia e l’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina stanno generando complicazioni per tutti i sistemi di fornitura: dalle materie prime, ai semiconduttori, ai chip, all’energia. C’era bisogno incontrarci, fare il punto della situazione e determinare quali azioni intraprendere per superare questo difficile momento storico”. È quanto ha affermato Lucio Miranda, presidente di ExportUSA in occasione dell’incontro “Verso una supply chain più sostenibile: nuovi percorsi per le infrastrutture critiche”. L’iniziativa, organizzata dalla società ExportUSA presso la Sede della rappresentanza Commissione e del Parlamento europeo, in collaborazione con ‘Formiche’, ha riunito esperti del mondo imprenditoriale e istituzionale provenienti da entrambe le sponde dell’Atlantico e dai Balcani. Un primo incontro, al quale seguiranno riunioni tecnico operativo dove saranno definite proposte concrete, per aiutare le istituzioni e definire nuove azioni in grado di aiutare le imprese a supere le criticità determinate da una supply chain troppo distante.”Il contesto e la struttura normativa per superare i problemi legati alla Supply Chain esiste già: non serve inventare la ruota. Basterebbe inserirsi nel Rapporto sullo stato della supply chain pubblicato dalla Casa Bianca il 24 febbraio 2022, al cui interno le principali agenzie federali hanno individuato le categorie merceologiche per le quali sussiste una criticità nel mercato americano. Tengo a sottolineare – ha proseguito Miranda – che all’interno del rapporto redatto dalla Casa Bianca, l’orientamento dell’Amministrazione Biden è quello di superare l’offshoring puntando al friend-shoring, guardando quindi all’Europa e al Giappone. Esistono quindi tutti i presupposti per approfondire il dialogo con gli Stati Uniti in maniera concreta, presentando le aziende italiane attive nelle categorie merceologiche interessate. Nonostante il rafforzamento del ‘Buy American’ effettuato da Biden, gli spazi ci sono ma serve un engagement a livello istituzionale consapevole, deciso e possibilmente anche veloce”.Per garantire una migliore e più sicura cooperazione transatlantica la Commissione europea ha introdotto lo strumento del “Trade and Technology Council”. “Un’importante piattaforma che – ha spiegato Antonio Parenti, rappresentante della Commissione europea in Italia – è volta a rappresentare le esigenze delle imprese europee in materia di tecnologie, ma anche di supply chain”. Tra i relatori, aziende del calibro di Bonfiglioli Riduttori e Maserati che hanno sottolineato l’esigenza di cambiare approccio per fronteggiare l’emergenza.”L’Italia rischia di essere danneggiata più di altri paesi. Fenomeni emergenti come la transizione all’elettrico dell’automotive – ha affermato Sonia Bonfiglioli, presidente del Gruppo Bonfiglioli – possono avere ripercussioni negative sull’economia italiana: le auto elettriche hanno, infatti, bisogno di meno manodopera per essere costruite. In Germania le aziende automobilistiche non licenziano: si muovono, piuttosto, verso modelli di integrazione della produzione dove la scelta tra ‘make’ o ‘buy’ si sta spostando dal ‘buy’ al ‘make’ riducendo quindi la dipendenza dalle forniture straniere. La crisi dell’approvvigionamento si sta estendendo, progressivamente anche all’energia. La maggiore incidenza del costo dell’energia in Italia (+82,3%) rispetto a Germania (+17,6%) e Francia (+6%), ci penalizza anche rispetto agli altri paesi europei. Le aziende italiane pagano 60 euro a megawatt ora in più rispetto alle tedesche. Incentivare maggiore autonomia energetica delle imprese ricorrendo a soluzioni consolidate come il fotovoltaico (tetti e parcheggi) per le imprese stesse può essere una soluzione che alleggerisce i costi”. “L’auto è un prodotto molto complesso, composto da migliaia di parti diverse che richiedono una catena logistica altrettanto complessa. Per tali ragioni, – ha sottolineato Luca Delfino, head of Maserati Emea – il problema della supply chain tocca molto da vicino l’automotive. Inoltre, l’orientamento verso l’elettrico sta generando nuove sfide. La carenza dei semiconduttori è una nuova variabile. Al fine di assicurare una stabilità nella fornitura dei chip, Maserati si sta orientando ancora di più verso un modello di custom made dove il “pronta consegna” non costituisce un fattore competitivo. Facciamo parte di Stellantis e quindi possiamo beneficiare di accordi fatti dal Gruppo con produttori di chip per assicurare la stabilità delle forniture”. Come ha evidenziato Paolo Glisenti, commissario generale dell’Italia a Expo Dubai “la partita di un 30% dell’export italiano si gioca in Medio Oriente, Sud Est Asiatico, Nord Africa”. Per Glisenti il segnale lasciato da Expo Dubai è chiaro: “con gli Emirati Arabi Uniti il nostro interscambio commerciale è passato da 5 a 10 miliardi di euro in appena 3 anni, da prima della pandemia alla guerra Russia-Ucraina di oggi. Questa zona del Mondo è la frontiera del cambiamento”. Sulla questione delle sanzioni è intervenuto John Shoening, avvocato americano, esperto di Diritto Doganale. “Le aziende devono capire che le normative doganali stanno proliferando e porre attenzione all’aumentato rischio sanzionatorio. Ad esempio un capo abbigliamento prodotto anche solo in parte con cotone che arriva da regione cinese UIGUR – ha spiegato Shoening – può essere fermato alla dogana americana finché l’azienda non prova che il cotone è stato prodotto senza usare ‘slave labor’. Senza una pianificazione a monte la prova documentale diventa impossibile. Lo stesso dicasi per dazi punitivi: se un mio prodotto include componenti soggette a dazi puntivi il rischio è quello di un sensibile e inaspettato aggravio dei costi di importazione”.”Nell’attuale scenario – ha aggiunto Fatmir Mediu, già ministro della Difesa albanese – occorre ricordare anche il ruolo della Cina. La Cina sta colmando il vuoto lasciato dalle sanzioni contro la Russia e di fatto la sta aiutando a continuare nella sua politica. Ricordiamoci quanto avvenuto nel 2018 a riguardo del 5G con Huawei e il ruolo della Cina nello sniffing dei dati che si muovevano sul network 5G di Huawei”.Dal momento che Green deal e politiche di decarbonizzazione richiedono materie prime e materiali per poter essere implementate, Corrado Clini, ex ministro per l’Ambiente, ha evidenziato come “la crisi delle forniture rischia di rallentare la transizione verso un’economia sostenibile e di ritardare l’implementazione programmi europei da parte dei governi. Ricordiamoci – ha concluso Clini – che non ci possono essere politiche di decarbonizzazione di successo senza la partecipazione di Cina e India. LEGGI TUTTO

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    Banca d'Italia, con conflitto in Ucraina aumentano i rischi per la stabilità finanziaria

    (Teleborsa) – Con lo scoppio del conflitto in Ucraina sono aumentati a livello globale l’incertezza sulle prospettive economiche e i rischi per la stabilità finanziaria. L’inflazione è in marcato rialzo nelle principali economie mondiali per i rincari dei prodotti energetici e di altre materie prime e per il permanere di strozzature nell’offerta. Le banche centrali hanno avviato o accelerato il ritorno verso politiche monetarie meno accomodanti. La flessibilità dell’azione della BCE continuerà a essere un elemento caratterizzante della politica monetaria qualora i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi. È quanto si legge nel rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato dalla Banca d’Italia.Le condizioni sui mercati finanziari internazionali sono peggiorate dopo l’invasione dell’Ucraina. I tassi di interesse a lungo termine hanno continuato a salire sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro, in un contesto di alta volatilità. Le forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime hanno determinato un deciso ampliamento dei margini di garanzia sui derivati richiesti agli operatori e malfunzionamenti sui relativi mercati. L’emergere di nuove tensioni potrebbe colpire anche le imprese che operano su questi mercati per finalità di copertura. I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati anche in Italia, sebbene rimangano contenuti rispetto a episodi di tensione del passato. Come per gli altri paesi dell’area dell’euro, in un contesto di forte incertezza le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso e le aspettative di inflazione sono salite.Il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dei tassi di interesse potrebbero comportare pressioni sulle finanze pubbliche. Dallo scorso novembre il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è ampliato. Vi hanno contribuito la maggiore avversione al rischio e le attese di riduzione dell’accomodamento monetario. Ciò nonostante, pur con rendimenti all’emissione in rialzo, le condizioni di finanziamento sul mercato primario dei titoli pubblici italiani rimangono complessivamente favorevoli. Malgrado la revisione al ribasso della crescita economica, il Governo ha confermato gli obiettivi di riduzione dell’indebitamento netto rispetto al PIL.I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie si mantengono limitati. Nel 2021 il reddito disponibile è aumentato e il clima di fiducia è migliorato, ma la guerra in Ucraina e la crescente inflazione condizionano negativamente le prospettive. Gli interventi del Governo contribuiscono a contenere gli effetti dei rincari dei beni energetici sui nuclei finanziariamente più vulnerabili. L’indebitamento complessivo del settore delle famiglie rimane basso nel confronto internazionale e la capacità di rimborso dei prestiti è adeguata.La vulnerabilità finanziaria delle imprese è in aumento, nonostante il miglioramento ciclico del 2021. I differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni e i tassi privi di rischio sono saliti, come nel resto dell’area. Pesano la maggiore incidenza della spesa energetica, le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi e, per alcune imprese, le conseguenze dirette delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia. Alle aziende esportatrici maggiormente esposte ai mercati interessati dal conflitto fanno capo quote contenute del fatturato e del totale dei prestiti bancari.Le banche italiane hanno rafforzato la propria posizione, ma gli effetti della guerra accrescono i rischi. Nel 2021 la qualità degli attivi del sistema bancario si è mantenuta mediamente buona, grazie alla ripresa economica e alle misure di sostegno a famiglie e imprese; la crescita dei prestiti a queste ultime ha riguardato le società più solide, soprattutto quelle di piccola dimensione. Il tasso di deterioramento dei prestiti resta su livelli storicamente bassi; sono proseguite le cessioni di crediti deteriorati. La redditività delle banche è migliorata, soprattutto per effetto del calo delle rettifiche di valore su crediti, e la patrimonializzazione è rimasta stabile. La guerra rappresenta tuttavia una significativa fonte di incertezza per il sistema bancario; può produrre conseguenze rilevanti attraverso molteplici canali, di natura finanziaria ed economica. L’esposizione diretta verso controparti russe è nel complesso limitata, ma concentrata nei due gruppi di maggiore dimensione; l’impatto del conflitto su questi ultimi, seppure non insignificante, appare comunque gestibile. È cresciuto inoltre il rischio di attacchi informatici. Il contesto suggerisce prudenza e attenzione nella classificazione contabile e prudenziale dei prestiti, nelle politiche di accantonamento e in quelle di distribuzione.Nel 2021 la patrimonializzazione e la raccolta premi del comparto assicurativo hanno continuato a migliorare, mentre la redditività si è ridotta. L’esposizione delle compagnie agli effetti del conflitto è moderata; la capacità di tenuta del settore è confermata dai risultati dei recenti stress test. È proseguita infine la dinamica positiva della raccolta netta dei fondi comuni italiani; la quota di patrimonio gestito da quelli potenzialmente soggetti a richieste di rimborsi elevati o a variazioni di margini di garanzia sui derivati è diminuita. L’esposizione verso emittenti residenti in Russia, Bielorussia e Ucraina è molto contenuta. LEGGI TUTTO

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    Wall Street amplia ribasso e conferma bilancio aprile negativo

    (Teleborsa) – Pioggia di vendite sul listino USA che amplia il ribasso dell’avvio complici alcune trimestrali deludenti, in particolare delle big tech come Amazon ed Apple. Il nervosismo tra gli investitori è dettato anche in vista del nuovo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, atteso la prossima settimana, mentre sullo sfondo restano i timori per il trascinarsi della guerra in Ucraina. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones scambia con una pesante flessione dell’1,57%; sulla stessa linea, viene venduto parecchio l’S&P-500, che continua la seduta a 4.193 punti. In forte calo il Nasdaq 100 (-2,7%); sulla stessa tendenza, pesante l’S&P 100 (-2,48%).Risultato negativo a Wall Street per tutti i settori dell’S&P 500. Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori beni di consumo secondari (-4,35%), informatica (-2,32%) e utilities (-2,03%).La sola Blue Chip del Dow Jones in sostanziale aumento è Honeywell International (+2,58%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Intel, che prosegue le contrattazioni a -6,14%.Pessima performance per Verizon Communication, che registra un ribasso del 3,68%.Sessione nera per Walgreens Boots Alliance, che lascia sul tappeto una perdita del 3,05%.In perdita Salesforce, che scende del 2,92%.Sul podio dei titoli del Nasdaq, Pinduoduo Inc Spon Each Rep (+16,50%), JD.com (+8,08%), NetEase (+5,93%) e Baidu (+5,68%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Verisign, che ottiene -13,16%.Pesante Amazon, che segna una discesa di ben -13,14 punti percentuali.Seduta negativa per Atlassian, che scende dell’11,13%.Sensibili perdite per Charter Communications, in calo del 9,51%.Tra i dati macroeconomici rilevanti sui mercati statunitensi:Venerdì 29/04/202214:30 USA: Indice costo lavoro, trimestrale (atteso 1,1%; preced. 1%)14:30 USA: Spese personali, mensile (atteso 0,7%; preced. 0,6%)14:30 USA: Redditi personali, mensile (atteso 0,4%; preced. 0,7%)15:45 USA: PMI Chicago (atteso 62 punti; preced. 62,9 punti)16:00 USA: Fiducia consumatori Università Michigan (atteso 65,7 punti; preced. 59,4 punti). LEGGI TUTTO

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    OPA Falck Renewables, adesioni al oltre l'8,3%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Green BidCo (veicolo di Infrastructure Investments Fund) sulle azioni Falck Renewables, risulta che oggi, 29 aprile 2022, sono state presentate 2.018.893 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 8.008.650, pari all’8,35% dell’offerta.L’offerta, iniziata l’11 aprile 2022, terminerà il prossimo 10 maggio 2022. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie di Falck Renewables acquistate sul mercato nei giorni 9 e 10 maggio 2022 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Mameli: “PIL in calo a inizio 2022, ma il dato e` migliore delle stime del Governo”

    (Teleborsa) – “Nel I trimestre 2022, il PIL italiano e` calato di -0,2% t/t, dopo che il dato relativo a fine 2021 e` stato rivisto al rialzo a 0,7% da un precedente 0,6%. Il dato e` in linea con le aspettative di consenso, ma migliore delle nostre attese e di quelle, fra gli altri, di Governo e Banca d’Italia”. È quanto afferma Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, commentando il dato PIL.La variazione annua – sottolinea Mameli nel report – e` rallentata a 5,8% dal 6,2% del IV trimestre 2021. Il dato lascia il PIL appena -0,4% al di sotto dei livelli pre-pandemici (di fine 2019). La crescita “acquisita” per il 2022 (in caso di stagnazione in ciascuno dei restanti trimestri dell’anno) e` pari al 2,2% (in precedenza era stimata al 2,3%).”Il dettaglio per componenti verra` diffuso dall’Istat in occasione della seconda stima il prossimo 31 maggio. Tuttavia, – prosegue l’economista – l’agenzia statistica ha anticipato che il calo del PIL e` dovuto ai servizi, mentre il valore aggiunto e` rimasto stagnante nell’industria: pensiamo che l’industria in senso stretto abbia contribuito negativamente, mentre le costruzioni dovrebbero aver mantenuto un trend espansivo. Dal lato della domanda, c’e` stato un apporto positivo della componente interna (al lordo delle scorte) mentre il commercio estero ha contributo negativamente, il che non sorprende dato che in questa fase le importazioni sono piu` vivaci delle esportazioni, non soltanto in termini nominali ma anche al netto dell’effetto-prezzo. In ogni caso, pensiamo che la domanda interna sia stata spinta dagli investimenti e dalle scorte, mentre i consumi potrebbero essersi contratti per il secondo trimestre consecutivo, trascinati al ribasso soprattutto dalla spesa per servizi”. In sintesi, – commenta Mameli – “il dato sul PIL a inizio anno e` stato meno debole di quanto ci aspettassimo. Peraltro, l’evoluzione nel corso del trimestre e` stata irregolare, con una contrazione dell’attivita` economica a gennaio, sulla scia del picco dell’ondata pandemica, un rimbalzo a febbraio e poi verosimilmente un nuovo rallentamento a marzo sulla scia dei primi effetti della guerra in Ucraina. La debole conclusione del trimestre segnala rischi al ribasso anche per il trimestre corrente. A nostro avviso, il PIL a inizio anno e` calato soprattutto per via del picco dell’ondata pandemica, come visibile dal contributo negativo del settore dei servizi, mentre non sembra aver risentito ancora appieno degli effetti della crisi geopolitica internazionale, nemmeno considerando il solo canale di trasmissione dei prezzi. Al momento il nostro scenario di base – conclude Mameli – prevede un rimbalzo del PIL nel trimestre corrente, sia pure piu` debole di quanto ci aspettassimo prima della guerra in Ucraina. Tuttavia, non si possono escludere scenari piu` severi, soprattutto nel caso in cui nelle prossime settimane venga deciso un embargo al gas russo, che avrebbe effetti soprattutto sul settore industriale”. LEGGI TUTTO

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    Covid, Speranza: continuiamo il nostro percorso di gradualità, la pandemia è ancora in corso

    (Teleborsa) – Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito la necessità di una certa “gradualità” nell’eliminazione delle restrizioni per contenere la diffusione del Covid-19 nel Paese. “Con le decisioni assunte ieri continuiamo il nostro percorso di gradualità – ha spiegato –. I numeri ci dicono che la pandemia è ancora in corso e occorre un approccio prudente. Bisogna insistere con la campagna di vaccinazione e con l’utilizzo della mascherina in tutte le occasioni in cui si rischia il contagio”.”Gradualità” è la parola chiave utilizzata anche dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nel descrivere le decisioni del Governo sull’uso della mascherina e sul Green Pass. “Il governo ha scelto la gradualità: col primo maggio si archivia la stagione del Green pass, abbiamo previsto il prolungamento dell’uso delle mascherine in alcune situazioni fino al 15 giugno. Dopo di ché, se il quadro lo permetterà, allenteremo ulteriormente, eliminando l’obbligo in ogni luogo e situazione”, ha affermato Costa ai microfoni di Rai Radio 1. Dopo L’1 maggio “nei luoghi di lavoro – ha aggiunto Costa – non è previsto l’obbligo di mascherina, ma in alcune realtà ci sono protocolli che comunque ne prevedranno l’uso”. Ad esempio, “nei supermercati, dal punto di vista normativo, non esiste più obbligo, ma ci può essere la sigla di una grande azienda che, attraverso un protocollo condiviso con associazioni datoriali e di categoria, continuerà a prevedere la mascherina. Ma questa è una scelta, non è dettata da un obbligo”.Nel frattempo sono 58.861 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore secondo i dati del ministero della Salute (ieri erano stati 69.204). Sono invece 133 le vittime contro le 131 registrate ieri. I tamponi effettuati sono 381.239 (ieri 441.526). Il tasso di positività è al 15,4%, in lieve calo rispetto al 15,7% di ieri. Sono 371 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 11 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 38. I ricoverati nei reparti ordinari tornano ancora sotto quota 10mila: sono 9.942, ovvero 134 in meno rispetto a ieri. LEGGI TUTTO

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    D-Share: Dario Pagani nuovo ad, Giuseppe Macchia confermato presidente

    (Teleborsa) – Il Consiglio di amministrazione di D-Share, società controllata al 100% da AGI Agenzia Italia, news company del gruppo Eni, il 22 aprile scorso ha nominato Dario Pagani, head Digital & IT di Eni, nuovo amministratore delegato di D-Share e confermato Giuseppe Macchia, ad di AGI, alla presidenza. Completano il consiglio d’amministrazione Alessandra Ferrari, Silvia Rappini e Teresa Schiavariello.”La nomina dei vertici di D-Share – sottolinea la nota – perfeziona l’integrazione all’interno di AGI e di Eni dell’azienda leader in tecnologie e progetti digitali per l’editoria, le imprese e le istituzioni. L’ad Dario Pagani e il presidente Giuseppe Macchia daranno ulteriore impulso a una realtà unica, che mixa l’esperienza di due mondi: la potenza degli strumenti digitali tailor-made e il giornalismo autorevole e puntuale di AGI”. LEGGI TUTTO