Maggio 2022

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    Banche, inaugurato a Torino il progetto pilota della nuova UniCredit University Italy

    (Teleborsa) – UniCredit ha inaugurato oggi a Torino la nuova UniCredit University Italy. “L’iniziativa – spiega UniCredit in una nota – rappresenta un progetto pilota del Gruppo che sara` poi esteso a tutti i mercati in cui UniCredit e` presente, permettendo di assicurare ai dipendenti lo sviluppo continuo delle proprie competenze professionali e l’adattamento a un mondo in continua evoluzione”. Il progetto UniCredit University e` stato ideato e sviluppato per consentire a tutti i partecipanti di liberare il proprio potenziale e le proprie capacita`, apprendendo quelle competenze critiche che li sosterranno nel corso della loro carriera. Nello specifico, l’obiettivo dell’iniziativa e` sia la riqualificazione delle competenze, sia l’aggiornamento professionale dei partecipanti e – sottolinea la Banca – “permettera` di costruire un team di persone in grado di lavorare in modo piu` agile, resiliente e adatto al futuro, anche grazie alle relazioni che UniCredit ha instaurato con le piu` grandi istituzioni a livello mondiale per fornire le migliori strutture di insegnamento e apprendimento”. UniCredit University e` stata progettata e sviluppata in collaborazione con la Luiss Business School e offrira` oltre cento diversi percorsi di apprendimento ai dipendenti.”Attraverso UniCredit University – afferma Andrea Orcel, Group ceo di UniCredit – continuiamo a investire sulle nostre persone migliorando ulteriormente la nostra offerta formativa attraverso un approccio personalizzato, rivolto sia all’apprendimento che allo sviluppo professionale, applicando le migliori metodologie e facendo leva sul nostro know-how collettivo in modo da poter continuare a far progredire sia le nostre persone, sia le nostre comunita`Sono molto lieto di aver lanciato il nostro progetto pilota universitario in Italia, che sara` poi esteso a tutti gli altri nostri paesi. La nostra ambizione e` quella di essere la banca per il futuro dell’Europa, e possiamo farlo solo sbloccando l’enorme valore che UniCredit ha al suo interno, fornendo ai nostri colleghi gli strumenti necessari per avere successo”. La nuova UniCredit University Italy e` suddivisa in quattro aree di competenza, scelte per l’importanza che ricoprono all’interno di UniCredit: People, Business, Risk e Training by role. Le lezioni saranno erogate di persona o in maniera virtuale da esperti selezionati all’interno e all’esterno della banca, che si alterneranno nei sette training center creati appositamente in ogni Region Commerciale in cui opera la banca e nei circa settanta training point e aule distribuite su tutto il territorio italiano. LEGGI TUTTO

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    CNH Industrial, outlook confermato dopo 1° trimestre solido

    (Teleborsa) – CNH Industrial ha registrato ricavi consolidati pari a 4,6 miliardi di dollari nel primo trimestre 2022, in aumento del 13,4% rispetto al primo trimestre del 2021 per le Continuing Operations. L’utile netto è stato pari a 336 milioni di dollari (363 milioni un anno fa), l’utile netto Adjusted a 378 milioni di dollari (352 milioni nello stesse trimestre 2021), e il risultato diluito per azione (Adjusted) si è assestato a 0,28 dollari. L’EBIT Adjusted delle Attività Industriali è risultato pari a 429 milioni di dollari, in aumento di 36 milioni di dollari rispetto al primo trimestre del 2021. Il Free cash flow delle Attività Industriali è negativo per 1.059 milioni di dollari, a causa della stagionalità del business e delle continue interruzioni nella catena logistico-produttiva.”Nel nostro primo trimestre come pure player nei segmenti Agriculture e Construction, il team di CNH Industrial ha ottenuto una solida performance che dimostra il potenziale di un’azienda focalizzata e incentrata sul cliente – ha commentato il CEO Scott W. Wine – Con un impegno sempre maggiore verso un’innovazione ispirata ai bisogni del cliente, un’esecuzione operativa diligente e una qualità del prodotto che favorisce l’espansione dei margini, abbiamo realizzato un fatturato netto delle attività industriali di quasi 4,2 miliardi di dollari, in aumento del 15% rispetto allo scorso anno, a cambi costanti. Il mix di prodotti favorevole ha generato un margine lordo adjusted del 22,2%, in aumento di 60 punti base rispetto al primo trimestre del 2021. Il portafoglio ordini rimane eccezionalmente forte, con un aumento del 40% circa nel segmento Agriculture e dell’80% circa nel segmento Construction, grazie ad un buon mantenimento del livello della domanda”.”Stiamo gestendo attivamente gli effetti legali all’aumento dei prezzi dei cereali, della potenziale carenza alimentare e dell’aumento dei costi energetici – ha aggiunto – Nonostante questi macro-fenomeni non aiutino, stiamo mantenendo la nostra guidance iniziale per il 2022. Non era stato pianificato un flusso di cassa positivo nel primo trimestre e, a causa di interruzioni critiche nella catena logistico-produttiva che hanno limitato la nostra capacità di consegnare i prodotti finiti, abbiamo chiuso il trimestre con un deflusso di cassa di 1,1 miliardi di dollari. Si prevede che le pressioni logistiche e la carenza di semiconduttori, che non toccano solo CNH Industrial, rimarranno sfavorevoli per tutto l’anno”.CNH Industrial ha confermato le seguenti prospettive per il 2022 per le sue Attività Industriali: ricavi netti in aumento tra il 10% e il 14% anno su anno, inclusi gli effetti di conversione della valuta; spese generali, amministrative e di vendita inferiori o uguali al 7,5% dei ricavi netti; Free cash flow superiore a 1 miliardo di dollari; spese di ricerca e sviluppo e spese in conto capitale pari a circa 1,4 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    Gas, Cingolani: “Price cap nazionale non è sostenibile”

    (Teleborsa) – La fissazione a livello nazionale di un price cap (tetto al prezzo) del gas “sarebbe estremamente difficile da sostenere” per l’Italia o per qualunque altro paese europeo. Lo ha ribadito in un’audizione alla Camera il Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, aggiungendo che “non sarebbe una politica particolarmente intelligente” perché “il mercato semplicemente lo salterebbe a piè pari perché non è conveniente vendere lì il gas”.”Ben diverso se questo diventa una politica europea e tutto il continente si mette d’accordo”, ha affermato il titolare del MITE, ricordando che la Ue è il principale consmer a livello globale e “può un po’ fare il prezzo e mettere una regola che sia sostenibile”. Cingolani ha spiegato che il prezzo del gas naturale in pochi mesi, da gennaio 2021 ad aprile, è quintuplicato da circa 20 euro/MWh a circa 100 euro/MWh, con punte giornaliere che hanno superato i valori record di 200 e/MWh nei mesi scorsi. Per quanto riguarda i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso – ha aggiunto – il PUN ha registrato valori record e negli ultimi giorni si è attestato tra i 200 e i 250 e/MWh, come diretta conseguenza dei prezzi del gas naturale, che determinano il costo marginale degli impianti di generazione elettrica a gas. Il Ministro ha anche ricordato che “il Governo e il Parlamento sono intervenuti negli ultimi trimestri per attutire l’impatto dei rincari energetici per 29 milioni di famiglie e 6 milioni di imprese, con un mix di misure per un valore superiore a 15 miliardi di euro in tre trimestri che Arera ha attuato per le componenti regolate”. Cingolani a titolo di esempio ha fatto cenno all’annullamento “transitorio” degli oneri di sistema in bolletta, al potenziamento del bonus sociale alle famiglie che versano in gravi difficoltà economiche, alla riduzione dell’IVA sul gas destinato a usi civili e industriali, al credito d’imposta a favore delle imprese energivore e delle imprese a forte consumo di gas naturale, al sostegno alla liquidità delle imprese gravate dagli aumenti dei prezzi dell’energia . LEGGI TUTTO

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    Carburanti, Unc: speculazione su 25 aprile e 1 maggio

    (Teleborsa) – “Una speculazione bella e buona. Figuriamoci se dal 25 aprile al 1 maggio i prezzi dei carburanti scendevano. Come al solito ci si è approfitta di 2 giorni festivi di spostamenti maggiori per intascare più soldi. Questa volta, però, è veramente intollerabile visto il livello di partenza dei prezzi, che per il gasolio, nonostante il taglio delle accise del Governo, non è mai sceso sotto i rincari scattati dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina”. È quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Se secondo i dati di oggi del Mite, – prosegue Dona – la benzina in modalità self service è a 1,778 euro al litro, un prezzo inferiore a quello della rilevazione del 24 gennaio, quando era pari a 1,779 euro al litro, il gasolio è a 1,791 a euro al litro, un prezzo ancora superiore a quello del 28 febbraio, dopo l’inizio della guerra, quando era a 1,740 euro. Da quando è stata invasa l’Ucraina il 24 febbraio, un litro di benzina, nonostante il taglio di 30,5 cent del Governo, costa solo 7 cent in meno (7,166 cent), con un calo di appena il 3,9%, pari a soli 3 euro e 58 cent per un pieno da 50 litri, mentre un litro di gasolio è addirittura maggiore di quasi 7 cent (+6,876 cent), con un rialzo percentuale del 4%, pari a 3 euro e 44 cent a rifornimento. Tutti i carburanti, poi, sono molto più cari rispetto all’inizio dell’anno. La benzina è salita del 3,4%, pari a 2 euro e 93 cent per un pieno di 50 litri, 70 euro su base annua, il gasolio è aumentato del 13%, 10 euro e 29 cent a rifornimento, equivalenti a 247 euro annui. Ecco perché speravamo che ieri il Governo riducesse ulteriormente le accise. Inoltre – conclude Dona – servono urgenti modifiche legislative per bloccare queste intollerabili speculazioni, proposte che abbiamo fatto in Senato come osservazioni al ddl sulla concorrenza ma che il Parlamento e il Governo non hanno accolto, come la definizione di prezzo anomalo e l’ampliamento delle definizioni di pratica commerciale scorretta, per dare nuovi strumenti all’Antitrust”. (Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Guerra, energia e sanzioni: le parole di Draghi a Strasburgo

    (Teleborsa) – “Sono davvero felice di essere qui, nel cuore della democrazia europea. Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli, che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli che non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, un nuovo progetto di speranza per ‘un’Europa che innova, che protegge, che illumina’.Lo ha detto il Premier Mario Draghi ha esordito nel suo primo discorso da premier di fronte all’Europarlamento sottolineando che “la guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica”.”L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia – ha ribadito Draghi – ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente”. “Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati”. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il Presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste”.”L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.”La guerra in Ucraina – ha evidenziato ancora il Presidente del Consiglio – ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L’Italia è uno degli Stati membri più esposti”. “Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L’Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell’Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro”. “In Italia, nei primi 4 mesi di quest’anno, il prezzo dell’elettricità è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un impatto durissimo sull’economia”. “L’Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest’anno”. Ma “il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Il problema del costo dell’energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C’è bisogno di decisioni forti e immediate”.”Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti”. “Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”, ha aggiunto.”La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee – ha detto Draghi – non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’UE”.”Se l’Italia è favorevole all’embargo su tutte le energie fossili? Abbiamo appoggiato le sanzioni Ue” e “continueremo a farlo anche in futuro. Bisogna” però anche “darsi da fare per rendersi indipendenti. Noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”. LEGGI TUTTO

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    INWIT, Ferigo: sostenibilità è uno degli abilitatori del piano industriale

    (Teleborsa) – “Il 2021 ci ha visto consolidare e rafforzare il cammino verso la creazione di un business sostenibile, avviato a settembre 2020. La sostenibilità rappresenta uno degli abilitatori del nostro piano industriale e il forum di oggi è ormai un appuntamento imprescindibile nel percorso di coinvolgimento dei nostri interlocutori, consapevoli che le relazioni con gli azionisti e gli altri stakeholder sono parte integrante di una gestione responsabile e sostenibile del business e sono fondamentali nel processo di creazione di valore per l’azienda”. Lo ha affermato Giovanni Ferigo, AD di INWIT, in occasione del secondo Stakeholder Forum di INWIT.Al Forum hanno partecipato: Giovanni Ferigo, AD di INWIT, Laura Cavatorta, Presidente Comitato Sostenibilità INWIT e comitato ESG SNAM, Daniela Bernacchi, Segretario Generale UN Global Compact Network Italia, Paola Mascaro, Presidente Valore D e Michelangelo Suigo, Direttore External Relations, Communication & Sustainability di INWIT. La società, quotata su Euronext Milan e attiva nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, ha aggiornato il Piano di Sostenibilità 2022-2024 nel CdA del 24 febbraio 2022 e, in seguito, ha pubblicato il secondo Report Integrato. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura, ENEA: “Nuova tecnologia smart contro le invasioni di specie esotiche dannose”

    (Teleborsa) – A causa del riscaldamento climatico nuove aree di Europa, Asia e America potrebbero diventare ambienti favorevoli, entro pochi anni, alla diffusione di insetti dannosi per l’agricoltura, come la tignola del pomodoro (Tuta absoluta), in grado di colpire le coltivazioni di pomodoro, patata e melanzana. Uno studio internazionale realizzato nell’ambito del progetto europeo MED-GOLD coordinato da Enea e pubblicato su Biological Invasions ha messo in campo una tecnologia resa disponibile grazie a una lunga collaborazione tra l’Agenzia e l’Università della California a Berkeley per prevedere il potenziale invasivo in Europa e in Nord Africa ma anche in aree non ancora colpite dalla tignola del pomodoro, come Stati Uniti d’America e Messico. Rispetto alla comune correlazione statistica tra presenza di una specie e clima osservato nella stessa località (il metodo più usato per stimare il rischio da specie invasive), la tecnologia utilizzata da Enea in questo studio proietta la biologia stessa delle specie nel clima futuro, consentendo sia una maggiore affidabilità dei risultati sia la possibilità di valutare anche eventuali strategie di controllo e di eradicazione a livello territoriale.”Abbiamo utilizzato modelli demografici basati sulla fisiologia che simulano la dinamica di popolazione di questi insetti in relazione agli scenari di cambiamento climatico e alle condizioni meteorologiche, compresi gli effetti di umidità e radiazione solare sulle temperature microclimatiche sperimentate dalle larve e dalle pupe all’interno della foglia”, spiega Luigi Ponti, ricercatore del Laboratorio Enea di Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari, tra gli autori dello studio.La tignola del pomodoro è una specie subtropicale originaria del Sud America, in particolare del Perù, dove è stata inizialmente identificata ad oltre 3mila metri di altitudine. Il suo potenziale invasivo non è stato identificato fino a quando non ha raggiunto la Spagna nel 2006, percorrendo, in pochi anni, circa 4mila chilometri e raggiungendo ogni angolo del bacino del Mediterraneo, per poi espandersi a livello globale, dove ha causato anche problemi di sicurezza alimentare. In dieci anni Tuta absoluta è arrivata a colpire il 60% della superficie mondiale di coltivazione del pomodoro, che comprende sei tra i dieci principali Paesi produttori (India, Turchia, Egitto, Iran, Italia e Spagna). Di recente ha invaso anche il primo produttore mondiale, la Cina, risparmiando per il momento Usa e Messico che sono rispettivamente il quarto e il nono produttore a livello mondiale. “All’inizio nel 2006, i dati relativi alla ‘biologia termica’ di Tuta absoluta erano disponibili solo per temperature superiori ai 12 °C. Solo dopo l’invasione dell’Europa centrale, avvenuta nel 2015, – prosegue Ponti – gli studi sono stati ampliati al di sotto di quella soglia. Ma solo nel 2019 è stato evidenziato come Tuta absoluta possa sopravvivere a temperature sottozero, cosa che conferisce a questa specie un potenziale invasivo molto elevato e purtroppo sottovalutato. Infatti, studi condotti per oltre un decennio dopo il primo ritrovamento della specie in Europa nel 2006, basati su dati parziali, avevano identificato solo l’area costiera dell’Europa meridionale come ambiente favorevole al dilagare di questo parassita. Da qui la necessità di mettere in campo nuovi strumenti di studio che superassero i limiti dei tradizionali modelli che impiegano ‘solo’ i dati relativi alla presenza o all’assenza del parassita per trovare le correlazioni con il clima e prevedere così il potenziale invasivo. Abbiamo ottenuto risultati straordinari: per effetto del riscaldamento climatico, secondo le nostre previsioni, al 2040 questo insetto si espanderà in modo considerevole verso nord e verso est in Europa, fino ad arrivare a zone dell’Eurasia ancora indenni; mentre Nord Africa e Medio Oriente diventeranno sempre di più luoghi inospitali a causa delle alte temperature. Infatti, abbiamo dimostrato che una temperatura superiore ai 25 °C ha un impatto sulla mortalità di Tuta absoluta 16,5 volte maggiore rispetto alle basse temperature, inferiori a 7,9 °C. Qualcosa di impensabile quando questo fitofago è arrivato in Europa, essendo noto come principale parassita del pomodoro in aree del Brasile con clima caldo simile alle zone costiere del Mediterraneo”.L’espansione di questo insetto ora include molti Paesi in via di sviluppo sia in Africa che in Asia dove le risorse per attuare politiche di prevenzione e di eradicazione dei parassiti sono insufficienti. In otto anni, la tignola del pomodoro ha invaso l’intero continente africano con una grave minaccia per la sicurezza alimentare e le perdite economiche sono state finora tra i 70 e gli 80 milioni di dollari l’anno. Inoltre, Africa ed Asia hanno un’agricoltura caratterizzata da piccole aziende a conduzione familiare, molte delle quali non avevano mai utilizzato insetticidi prima delle recenti e repentine invasioni biologiche a carattere globale da parte di specie quali Tuta absoluta. “Con questo studio – conclude Ponti – vogliamo offrire un strumento efficace per migliorare la nostra capacità di prevenzione e di mitigazione delle attuali e future minacce all’agricoltura, come le specie esotiche invasive, che purtroppo tendono in genere a peggiorare per effetto dei cambiamenti climatici”. LEGGI TUTTO

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    CIA, effetto guerra su ortofrutta

    (Teleborsa) – L’aumento degli eventi climatici estremi con effetti diretti sui campi, i danni da insetti alieni come la cimice asiatica, la frammentazione della filiera e una catena del valore ancora non equa per gli agricoltori. I rincari energetici, così come quelli di fertilizzanti, trasporti e imballaggi, hanno piu’ che raddoppiato i costi correnti per la produzione di frutta e verdura, con incrementi tra il 65% e il 70% in particolare per l’orticoltura, e perdite di reddito che raggiungono anche l’80% nelle aziende specializzate, solo in parte compensate dal rialzo dei prezzi al consumo. Ecco perchè adesso occorre intervenire con misure di sostegno specifiche per il comparto ed evitare di far andare in pezzi un patrimonio nazionale da 15 miliardi di euro di fatturato all’anno, che coinvolge oltre 300 mila imprese per 1,2 milioni di ettari coltivati. Questo il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani alla vigilia di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma al Rimini Expo Centre dal 4 al 6 maggio, dove l’organizzazione è protagonista con tanti eventi e uno spazio dedicato.Sul versante del commercio, negli ultimi dieci anni, l’ortofrutta europea è stata più volte vittima delle controversie geopolitiche -ricorda Cia- diventando oggetto di sanzioni. Destinazioni importanti dell’export sono state una a una sospese: la Russia nel 2014, l’Algeria nel 2016, la Bielorussia a gennaio 2022. E se il conflitto in Ucraina non ha avuto immediati effetti shock sul comparto, come è successo ad esempio per cereali e mangimi, le ripercussioni indirette sono altrettanto drammatiche, con i rialzi eccezionali di tutti gli input di produzione che, secondo le previsioni, per il settore ortofrutticolo Ue rappresentano un costo aggiuntivo di quasi 10 miliardi di euro l’anno. E quasi 4 miliardi sono solo l’addizionale logistico totale (disponibilità di container, trasporti a lunga distanza, distribuzione locale) per i prodotti freschi. In più, il perdurare della guerra può ridurre i consumi, frenare le esportazioni in Ucraina e reindirizzare quei Paesi terzi che ancora riforniscono il mercato russo verso l’Europa, con il rischio di creare sovrapposizioni commerciali e volumi invenduti di frutta e verdura, che sconta anche il problema della deperibilità.Tutto ciò in uno scenario, quello italiano, già difficile per l’ortofrutta. “Servono interventi immediati per difendere un settore fondamentale della nostra economia, che da solo rappresenta il 25% della produzione agricola italiana -sottolinea il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Per far fronte ai contraccolpi della guerra e dei rincari di energia e materie prime, bisogna prevedere innanzitutto misure Ue per i ritiri dal mercato di prodotto ortofrutticolo eccedente da destinare agli indigenti; monitorare i flussi con valutazioni di impatto dedicate; sostenere con incentivi gli investimenti sulle produzioni orticole, particolarmente gravate dall’aumento dei costi, per frenare il rischio di contrazione delle superfici coltivate”.Quanto alle misure introdotte dal Governo con Il Decreto Ucraina, aggiunge Scanavino, occorre “estendere il credito d’imposta per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica anche per le colture in serra; aumentare la dotazione del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole e meglio indirizzare i finanziamenti sull’ortofrutta; incrementare le risorse dedicate alla rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari, così da garantire a una platea maggiore di beneficiari la liquidità necessaria a fronteggiare l’emergenza”. Inoltre, è sempre piu’ necessario “favorire e incoraggiare la ricerca e l’innovazione, sia tecnologica che genetica, per garantire la sostenibilità e salvaguardare le produzioni ortofrutticole Made in Italy contro i cambiamenti climatici e le malattie, costruendo anche un modello efficace di gestione integrata del rischio con nuovi strumenti di difesa attiva e passiva delle colture, piu’ tempestivi e snelli. Senza la tutela degli agricoltori -conclude il presidente di Cia- non si tutela nè l’economia nè l’ambiente”. LEGGI TUTTO