Ottobre 2022

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    OCSE, con pandemia balzo dei NEET

    (Teleborsa) – Nel periodo del Covid è aumentata la quota dei Neet, ossia i giovani adulti che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo per periodi prolungati. Lo rileva l’Ocse nel suo report annuale Education at a Glance 2022 – Uno sguardo sull’istruzione sottolineando come la quota di Neet di età compresa tra 25 e 29 anni in Italia era già in aumento al 31,7% durante la pandemia da Covid nel 2020, e ha continuato ad aumentare fino al 34,6% nel 2021. LEGGI TUTTO

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    USA, si rafforza l'attività manifatturiera a settembre

    (Teleborsa) – Si rafforza l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a settembre. Lo conferma l’indice dei direttori acquisto delle aziende elaborato da Markit-S&P Global, che conferma una fase di crescita dell’economia.A settembre, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 52 punti, dai 51,8 indicati dal consensus e dalla stima preliminare, e contro i 51,5 punti del mese precedente.L’indice si conferma sopra la soglia chiave di 50 punti, che denota espansione dell’attività. LEGGI TUTTO

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    Wall Street avvia ottobre sull'onda degli acquisti

    (Teleborsa) – Partenza al rialzo per la borsa di Wall Street che tenta un rimbalzo nella prima seduta di ottobre dopo lo scivolone di venerdì e la chiusura negativa del mese di settembre. L’attenzione degli investitori resta concentrata sulla Federal Reserve e sull’alta inflazione: venerdì la vicepresidente della Federal Reserve, Lael Brainard, ha sottolineato la necessità di affrontare l’inflazione e l’importanza di non sottrarsi a questa sfida fino a quando non sarà raggiunto un equilibrio. Focus anche sui prezzi del petrolio in forte rialzo sulle indiscrezioni che l’OPEC+ sarebbe pronto a un taglio alla produzione di oltre un milione di barili al giorno, il più grande dallo scoppio della pandemia di Covid-19.Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones mostra un guadagno dello 0,89%; sulla stessa linea, l’S&P-500 guadagna lo 0,82% rispetto alla seduta precedente, scambiando a 3.615 punti. In frazionale progresso il Nasdaq 100 (+0,46%); come pure, poco sopra la parità l’S&P 100 (+0,69%).In buona evidenza nell’S&P 500 i comparti energia (+4,66%), utilities (+1,54%) e materiali (+1,52%). Il settore beni di consumo secondari, con il suo -0,79%, si attesta come peggiore del mercato.Tra i protagonisti del Dow Jones, Chevron (+4,77%), DOW (+1,97%), Home Depot (+1,87%) e Verizon Communication (+1,84%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Nike, che prosegue le contrattazioni a -0,55%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Zscaler (+2,83%), Regeneron Pharmaceuticals (+2,52%), T-Mobile Us (+2,39%) e Datadog (+2,24%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Tesla Motors, che continua la seduta con -6,54%.Crolla JD.com, con una flessione del 3,68%.Vendite a piene mani su Docusign, che soffre un decremento del 2,93%.In rosso Pinduoduo Inc Spon Each Rep, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,41%.Tra le grandezze macroeconomiche più importanti dei mercati statunitensi:Lunedì 03/10/202215:45 USA: PMI manifatturiero (preced. 51,5 punti)16:00 USA: ISM manifatturiero (atteso 49 punti; preced. 52,8 punti)Martedì 04/10/202216:00 USA: Ordini industria, mensile (atteso 0,3%; preced. -1%)Mercoledì 05/10/202214:15 USA: Occupati ADP (atteso 205K unità; preced. 132K unità)14:30 USA: Bilancia commerciale (atteso -68 Mld $; preced. -70,7 Mld $). LEGGI TUTTO

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    Bonomi, Governo concentri risorse su crisi energetica

    (Teleborsa) – Il prossimo governo “deve aver ben chiaro che bisogna salvare il sistema industriale italiano dalla crisi energetica. Migliaia di aziende e centinaia di migliaia di persone sono a rischio. Tutte le risorse disponibili, salvo quelle a sostegno dei poveri, dei poveri veri, vanno concentrate su questo”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso del suo intervento all’assemblea degli industriali della provincia di Varese. “Senza industria non c’è Italia”, ha concluso.Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax sull’Irpef, non possiamo permetterci nuovi strumenti di prepensionamenti. Non vogliamo negare ai partiti il loro legittimo desiderio di perseguire quanto promesso agli elettorali, ma oggi energia e finanza pubblica sono due fronti di emergenza che non possono tollerare follie, ma che richiedono di concentrare grandi risorse per evitare l’incontrollata crescita di debito e deficit” ha aggiunto nella sua prima uscita pubblica dopo l’esito elettorale. “Nella montagna di 1000 miliardi di quest’anno di spesa pubblica, dirottarne qualche decina su queste emergenze si può e si deve fare”, ha proseguito. Sulle due questioni, energia e conti pubblici, “c’è bisogno di unità, serietà e responsabilità”. Il prossimo governo – sottolinea Bonomi – “non solo deve essere autorevole, ma deve essere fermo ribadire la collocazione internazionale dell’Italia, perché una linea diversa “rischierebbe di mettere in ginocchio l’Italia e le sue imprese”. Su Draghi “è stato essenziale per mantenere la barra dritta in Europa, nella Nato dopo l’invasione russa dell’Ucraina, così come nella definizione delle sanzioni e nella linea di totale sostegno italiano al popolo ucraino. Non possiamo che augurarci un governo – ha proseguito Bonomi – che confermi la posizione dell’Italia, dell’Europa e lavori nel rispetto delle regole di bilancio, di tutela dei diritti e dello stato di diritto, della scelta atlantica, della Nato, con totale condivisione delle misure comuni definite a causa dell’invasione russa all’Ucraina coi nostri partner europei e occidentali”. LEGGI TUTTO

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    Gas, prezzi ai minimi da fine luglio. Focus su prossime mosse UE

    (Teleborsa) – Il prezzo del gas in Europa scende al livello più basso da fine luglio, con una serie di fattori che incidono sull’andamento delle quotazioni della materia prima. Nonostante la tensione con la Russia rimanga alta, e lo testimoniano le accuse incrociate riguardanti il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, gli stoccaggi dei paesi UE sono quasi pieni, le navi che trasportano GNL continuano ad arrivare, i consumi del Vecchio Continente dovrebbero diminuire (anche a causa dei prezzi alti) e i paesi membri potrebbero arrivare anche a un accordo sul price cap.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un ribasso del 9,2% a 171,5 euro/MWh alle 15.30 ora italiana, dopo aver toccato anche i 170,5 euro/MWh poco dopo le 14. Si tratta di un prezzo che non veniva toccato da fine luglio, ed è ben lontano dai picchi di circa 350 euro/MWh toccati a fine agosto.Intanto, è slittato ad almeno a dopo il vertice dei leader informale di Praga il piano d’azione della Commissione UE sull’energia. La presentazione del piano, nei giorni scorsi, era stata prevista per la giornata di domani, quando si riunirà il collegio dei commissari europei. “Il punto non è in agenda. Venerdì il dossier sarà al centro del Consiglio informale europeo, dopo il quale procederemo rapidamente per continuare il nostro lavoro sui prezzi dell’energia”, ha spiegato una portavoce dell’esecutivo UE.La scorsa settimana i ministri dell’energia hanno trovato un accordo su misure tra cui un obiettivo di riduzione della domanda di energia e una tassa sui profitti delle società energetiche, anche se non hanno trovato una quadra sulla definizione di un tetto ai prezzi all’ingrosso del gas.Un report odierno dell’International Energy Agency (IEA) ha fatto notare che il consumo di gas in Europa è diminuito di oltre il 10% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato da un calo del 15% nel settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione. Se si uniscono questi dati alle ulteriori limitazioni ai consumi previsti dagli accordi UE, in inverno potrebbe essere usato sensibilmente meno gas rispetto al solito.Oltre a diversificare l’approvvigionamento, l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno adottato misure per aumentare la sicurezza del gas, come la definizione di obblighi minimi di stoccaggio e l’attuazione di misure di risparmio energetico per il prossimo inverno. Tuttavia, l’assenza di forniture russe potrebbe presentare sfide per il riempimento dell’anno prossimo. LEGGI TUTTO

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    Italia: aziende vitivinicole in calo, ma diventano più strutturate

    (Teleborsa) – Negli ultimi vent’anni le aziende vitivinicole italiane si sono ridotte di oltre 500 mila unità, ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. È quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio di Unione italiana vini sull’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020.Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania – che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) – oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%). La Puglia è la regione con il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila).”L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino – ha commentato il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.Gli appezzamenti sono in media più grandi al Nord, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte.Secondo l’Unione italiana vini, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole (1,1 milioni) censite da Istat. Nella classifica per incidenza vino sul totale imprese, si piazza la primo posto il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche. LEGGI TUTTO

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    Energia, UE approva Aiuti per 2 miliardi all'Italia su riassicurazione rischio credito

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme Ue sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 2 miliardi di euro per la riassicurazione del rischio di credito commerciale legato agli scambi di gas naturale ed elettricità. Lo schema mira a limitare i rischi che gli assicuratori stanno attualmente affrontando offrendo ai clienti un’assicurazione del credito commerciale, continuando quindi a rendere questi strumenti disponibili alle imprese. “Questo schema italiano da 2 miliardi di euro contribuirà a garantire che l’assicurazione del credito commerciale rimanga disponibile per le aziende per garantire i loro scambi commerciali – ha commentato la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza – Ciò li aiuterà a far fronte alle loro esigenze di liquidità e a continuare le loro attività nel contesto dell’attuale crisi geopolitica e del conseguente aumento dei costi dell’elettricità e del gas naturale”. LEGGI TUTTO

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    Tesla, consegne record nel terzo trimestre ma delude le attese

    (Teleborsa) – Tesla ha annunciato di aver prodotto oltre 365.000 auto e averne consegnate oltre 343.000 nel terzo trimestre del 2022, registrando un aumento consistente rispetto ai 241.300 veicoli consegnati nello stesso trimestre dell’anno precedente e il miglior risultato della sua storia. Il dato è però peggiore delle previsioni degli analisti, che erano per 364.660 consegne, secondo le stime di Street Account.Del totale delle auto prodotte, 345.988 sono state Model 3 e Y, cioè i modelli di fascia media, mentre le rimanenti 19.935 sono state Model S e X.Tesla ha anche segnalato che i problemi alla supply chain continuano a pesare sulle operazioni. “Poiché i nostri volumi di produzione continuano a crescere, sta diventando sempre più difficile garantire la capacità di trasporto dei veicoli e a un costo ragionevole durante queste settimane di punta della logistica”, si legge nella nota sulla consegne. “Nel terzo trimestre, abbiamo iniziato a passare ogni settimana a un mix regionale più uniforme di veicoli costruiti, il che ha portato a un aumento delle auto in transito alla fine del trimestre – viene aggiunto – Queste vetture sono state ordinate e saranno consegnate ai clienti all’arrivo a destinazione”. LEGGI TUTTO