11 Gennaio 2023

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    Telecomunicazioni, Urso: “Serve cambio di passo. Obiettivo è rete nazionale pubblica “

    (Teleborsa) – Serve un “cambio di passo” nel settore delle telecomunicazioni in Italia e in Europa. Lo ha ribadito oggi il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in audizione dinanzi alle commissioni Trasporti di Camera e Senato, ricordando che in Italia ci sono 5 operatori di settore e negli Stati Uniti 3e che questa differenziazione ha penalizzato i mercati italiano ed europeo.”I ricavi del mercato europeo delle telecomunicazioni sono in flessione da diversi anni. L’Italia, a causa della corsa al ribasso dei prezzi è il paese che ha più sofferto il fenomeno della contrazione ricavi”, ha ricordato Urso, quantificando il calo del fatturato al 33% negli ultimi 11 anni, a fronte del 15% della Francia, del 7% della Germania e dell’8% del Regno Unito. “Mentre i ricavi scendono in in tutta Europa e soprattutto in Italia e ininterrottamente dal 2010, i volumi di traffico crescono a ritmo sostenuto. Negli ultimi due anni il traffico da dati mobili ha registrato un +117% ed il fisso un +75%”, ha spiegato il Ministro, ricordando che al contrario “gli Ott hanno avuto un aumento dei ricavi di poco meno del 17%”.Urso ha dunque concluso che l’estrema frammentazione del mercato europeo, a fronte della concentrazione del mercato americano dove ci sono solo tre grandi player, fa emergere un “differenziale competitivo” che solo apparentemente va a vantaggio dei consumatori, mentre penalizza i cittadini e frena la Transizione digitale.Il Ministro ha confermato che “il governo intende sostenere la realizzazione di una rete di telecomunicazioni a copertura nazionale che consenta al paese di realizzare al più presto gli obiettivi che si è prefisso”. L’obiettivo – ha precisato – “non è la realizzazione di una rete unica, ma di una rete nazionale a controllo pubblico” che copra al più presto tutti gli ambiti del nostro territorio soprattutto quelli svantaggiati e si interconnetta con la rete ointernazionale. Urso ha parlato poi delle trattative che riguardano la rete TIM, affermando che “nel corso dell’ultimo mese si sono svolte proficue riunioni con tutti gli attori coinvolti per avere una fotografia chiara della situazione” ed aggiungendo che i colloqui “proseguono in modo franco e cordiale con tutti gli attori come confermato positivamente dai mercati che nell’ultimo mese hanno premiato il titolo di Telecom Italia con un aumento del 18% e un aumento di capitalizzazione di 1 miliardo”.Il titolare del MIMIT ha infine confermato dei ritardi accumulati dal concessionario Open Fiber nel cablaggio delle aree bianche, che dovrebbe portare alla copertura di 12 regioni entro il 2023 e le restanti entro il 2024. Un problema – ha spiegato – dovuto ad una “iniziale sottovalutazione del tema dei permessi e di errate politiche industriali nella quantificazione delle offerte e nell’avvio dei lavori e anche per responsabilità politiche”. “Il ministero ed il governo sono pienamente coinvolti, attraverso diverse azioni, che mettano nelle migliori condizioni possibili il concessionario di realizzare quanto dovuto da un lato con una azione di stimolo verso Open Fiber a rispettare il cronoprogramma dei lavori, dall’altro lavorando a stretto contatto con le regioni e la Conferenza delle regioni per consentire alle stesse di spendere i fondi comunitari entro i termini previsti dalla Commissione europea. Non possiamo fallire”, ha ribadito il Ministro. LEGGI TUTTO

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    Tesoro, collocati 7 miliardi di BOT 12 mesi con rendimenti in aumento

    (Teleborsa) – Il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha collocato 7 miliardi di euro di BOT a 12 mesi (scadenza 12-01-2024), per cui la domanda ha raggiunto 9,712 miliardi di euro, che corrispondono ad un rapporto di copertura di 1,39.Secondo il resoconto fornito dalla Banca d’Italia, il rendimento medio ponderato si è assestato al 3,086%, ovvero 42 punti base in meno rispetto a quello dell’asta analoga precedente, che risale al 9 dicembre 2022. LEGGI TUTTO

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    Banca d'Italia, a novembre in calo le sofferenze sui prestiti delle banche italiane

    (Teleborsa) – Nuovi aumenti a novembre dei tassi di interesse sui prestiti bancari in Italia, a seguito degli aumenti al costo del danaro fissa Bce in riposta all’elevata inflazione. In base all’ultima edizione della statistica “Banche e moneta: serie nazionali” della Banca d’Italia i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (i mutui quindi, considerando il Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 3,55 per cento, a fronte del 3,23% di ottobre. Secondo le tabelle storiche di via Nazionale, questa voce è così risalita ai massimi dal giugno del 2014, quando si era registrato un 3,5548%. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo hanno intanto raggiunto il 9,25 per cento, rispetto all’8,93% nel mese precedente. In questo caso il picco precedente è stato il 9,034% del settembre 2014. Guardando alle imprese, secondo lo studio in media i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2,94 per cento, dal 2,54 di ottobre. I tassi sui prestiti alle imprese per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 3,37 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a questa soglia si sono collocati al 2,67 per cento. Ancora una volta, invece, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono saliti in misura molto piu’ contenuta, allo 0,42 per cento a novembre a fronte dello 0,37 nel mese precedente.Si sono attenuate invece a novembre le consistenze delle sofferenze sui prestiti delle banche in Italia, a 22,4 miliardi di euro complessivi a fronte di quasi 23 miliardi nel mese di ottobre. Le sofferenze sui prestiti alle famiglie, che hanno una consistenza limitata rispetto al volume complessivo sono leggermente salite a 2,38 miliardi, a fronte di 2,44 miliardi di ottobre. Sono invece calate le sofferenze sui prestiti alle imprese non finanziarie, a 20,02 miliardi a novembre a fronte di 20,5 miliardi il mese precedente. LEGGI TUTTO

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    AutospedG (gruppo Gavio) acquisisce Aldo Ferrari Trasporti

    (Teleborsa) – G&A, società leader nel settore dei trasporti di prodotti petroliferi rete ed extrarete, ha siglato un accordo per l’acquisizione della maggioranza del capitale di Aldo Ferrari Trasporti – FA Chemical Logistic, azienda lodigiana che opera dal 1961 nel campo della logistica per trasporti di prodotti chimici, petrolchimici e dei rifiuti industriali. FA Chemical Logistic, con un fatturato di circa 25 milioni di euro nel 2021, opera attraverso circa 350 mezzi di proprietà, conta circa 110 dipendenti e ha 4 sedi in Italia e una nel Nord Europa (Anversa).L’operazione consentirà a G&A – controllata dal gruppo AutospedG (gruppo Gavio) e partecipata dalla famiglia Agogliati – di diversificare la gamma di prodotti trasportati e di posizionarsi tra gli operatori leader anche nel settore del trasporto di prodotti chimici.La struttura dell’operazione prevede l’acquisto da parte di G&A dell’80% del capitale della società, mentre i soci storici della Famiglia Ferrari manterranno il restante 20%.”Siamo entusiasti di entrare nel settore dei trasporti di prodotti chimici e di poter supportare, in qualità di partner industriale di lungo periodo, FA Chemical Logistic che la famiglia Ferrari, grazie alla sua visione e capacità imprenditoriale, ha guidato con grande successo negli ultimi 60 anni”, ha commentato Luca Giorgi, amministratore delegato di AutospedG. LEGGI TUTTO

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    Banche, BCE: coefficienti patrimoniali aggregati in calo nel 3° trim 2022

    (Teleborsa) – I coefficienti patrimoniali aggregati degli enti significativi dell’Eurozona (ovvero le banche vigilate direttamente dalla BCE) sono diminuiti nel terzo trimestre del 2022. Il coefficiente aggregato di Common Equity Tier 1 (CET1) si è attestato al 14,74% (rispetto al 14,97% del trimestre precedente e 15,47% nello stesso trimestre del 2021). I coefficienti aggregati di CET1 a livello di paese variavano dal 12,48% in Spagna al 24,06% in Estonia.L’NPL ratio (esclusi i saldi di cassa presso banche centrali e altri depositi) è sceso al 2,29% nel terzo trimestre del 2022. Il calo è stato trainato da un’ulteriore riduzione dello stock di NPL a 348 miliardi di euro (rispetto a 351 miliardi di euro nel trimestre precedente) nonché un aumento degli impieghi totali (esclusi i saldi di cassa) a 15.201 miliardi di euro (rispetto ai 14.962 miliardi di euro del trimestre precedente).Nel terzo trimestre del 2022 l’incidenza dei prestiti aggregati stage 2 sul totale dei prestiti ha continuato a crescere leggermente, raggiungendo il 9,79% (rispetto al 9,72% del trimestre precedente). I crediti classificati stage 2 sono crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito. Lo stock dei prestiti stage 2 ammonta a 1.434 miliardi di euro (rispetto a 1.399 miliardi di euro nel trimestre precedente). Il costo del rischio si è attestato a un livello aggregato dello 0,48% nel terzo trimestre del 2022 (in calo rispetto allo 0,52% del trimestre precedente). LEGGI TUTTO