15 Marzo 2023

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    Saras torna in utile per 710 milioni nel 2022. PFN positiva e dividendo

    (Teleborsa) – Saras, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore della raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 15.836 milioni di euro, in crescita dell’83% rispetto allo scorso esercizio. Il significativo incremento è legato sia alle mutate condizioni di scenario sia ai maggiori volumi prodotti e venduti tra i due periodi.L’EBITDA reported è pari a 1.170,3 milioni di euro (pari a 277,1 milioni di euro nel 2021) per effetto dell’incremento dei prezzi e dei margini dei prodotti petroliferi e della performance operativa della raffineria. Il risultato netto comparable è pari a 709,8 milioni di euro (negativo per 136 milioni di euro nel 2021).La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2022, ante effetti dell’applicazione dell’IFRS 16, è risultata positiva per 269 milioni di euro, rispetto alla posizione negativa per 453 milioni di euro riportata al 31 dicembre 2021. Proposto un dividendo pari a 0,19 euro per azione.”I profondi cambiamenti del mercato petrolifero globale che hanno caratterizzato l’anno appena concluso, hanno posto il tema della sicurezza energetica come priorità, in particolare in Europa – ha commentato il presidente Massimo Moratti – In un contesto di emergenza, Saras, pur uscendo dai due anni di crisi della pandemia, grazie alla resilienza che da sempre la contraddistingue, si è confermata un punto di riferimento tra i fornitori di energia, continuando a garantire il proprio fondamentale contributo alla sicurezza energetica del Paese e non solo”. “Massimizzando la produzione, la raffineria ha saputo prontamente rispondere a una domanda in forte aumento – ha aggiunto – Gli eccellenti risultati ottenuti ci hanno consentito di ristabilire una situazione finanziaria positiva, grazie alla quale possiamo riconoscere ai nostri azionisti un ritorno in linea con l’attuale dividend policy, pur tenendo conto degli oneri legati al contributo sugli extra-profitti”. LEGGI TUTTO

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    TIM, parte processo competitivo per Rete. Offerte migliorative entro 18 aprile

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha esaminato l’offerta non vincolante presentata dal consorzio formato da CDP e Macquarie per l’acquisto di una costituenda società cui farebbe sostanzialmente capo il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusi gli asset e le attività di FiberCop, nonché la partecipazione in Sparkle (Netco). La proposta segue l’offerta non vincolante presentata da KKR per l’acquisto di una partecipazione in Netco.Il CdA “ha molto apprezzato l’interesse espresso” dal consorzio, ma ritiene che l’offerta – al pari di quella di KKR – “non riflette il valore dell’asset e le aspettative di TIM”.Pertanto, conformemente a quanto avvenuto con KKR, il consiglio ha deliberato di mettere a disposizione del consorzio – non in esclusiva – alcuni specifici elementi informativi e di richiedere le ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics dell’offerta.Inoltre, al fine di consentire sia al consorzio, sia a KKR, di presentare le loro offerte migliorative in un processo competitivo definito, ha dato mandato all’AD Pietro Labriola affinché avvii un processo regolato, trasmettendo a entrambi gli offerenti una process letter che indichi: i termini a cui verrà dato loro accesso a ulteriori specifici elementi informativi, uguali per entrambi gli offerenti; le forme attraverso le quali ciascuno di essi potrà presentare entro il termine del 18 aprile 2023 un’offerta migliorativa non vincolante. LEGGI TUTTO

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    Le Borse europee affondano su timori per Credit Suisse e prima della BCE

    (Teleborsa) – Seduta negativa per Piazza Affari, che scambia in netto calo, in accordo con gli altri Listini continentali, che accusano perdite consistenti. Sul sentiment degli investitori pesa il crollo di Credit Suisse, dopo che il suo principale azionista ha escluso di investire ulteriormente nella travagliata banca svizzera. Ciò aumenta le preoccupazione sulla salute del settore bancario mondiale, dopo i fallimenti di alcune banche statunitensi dei giorni scorsi.Crescono intanto le attese per il meeting di questa settimana della BCE, con i banchieri centrali che sono ancora orientati verso un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale, nonostante le turbolenze nel settore bancario.”I banchieri centrali si trovano in una situazione sempre più difficile – ha commentato Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac – Non hanno ancora terminato il ciclo di tightening, ma le crepe stanno già iniziando a mostrarsi in successione, dopo un decennio di politiche procicliche ultra-accomodanti. Devono infatti continuare a cercare di rallentare l’economia riducendo e, allo stesso tempo, ripristinando la liquidità nel sistema bancario per garantire l’integrità dei depositi, minati dal marcato deprezzamento degli asset “risk-free” negli ultimi tre anni”.Sul fronte macroeconomico, la produzione industriale dell’Eurozona è aumentata più del previsto a gennaio 2023. L’inflazione francese di febbraio è stata rivista al rialzo, mentre i prezzi all’ingrosso in Germania sono saliti a febbraio trainati dagli alimentari.Giornata nera per l’Euro / Dollaro USA, che affonda con una discesa dell’1,56%. L’Oro, in aumento (+1,07%), raggiunge 1.922,8 dollari l’oncia. Prevalgono le vendite sul petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua la giornata a 69,97 dollari per barile, in forte calo dell’1,91%.Lo Spread peggiora, toccando i +185 punti base, con un aumento di 8 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 4,05%.Nello scenario borsistico europeo seduta negativa per Francoforte, che scende del 2,91%, sensibili perdite per Londra, in calo del 2,94%, e in apnea Parigi, che arretra del 3,52%.Giornata nera per la Borsa di Milano, che affonda con una discesa del 3,69%; sulla stessa linea, si abbattono le vendite sul FTSE Italia All-Share, che continua la giornata a 27.925 punti, in forte calo del 3,63%. Pessimo il FTSE Italia Mid Cap (-3,24%); sulla stessa linea, in forte calo il FTSE Italia Star (-2,78%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Terna (+0,85%), ERG (+0,76%) e Campari (+0,66%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Saipem, che prosegue le contrattazioni a -7,63%.Unicredit scende del 7,32%.Tonfo di Fineco, che mostra una caduta del 7,13%.Calo deciso per Intesa Sanpaolo, che segna un -6,85%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Intercos (+4,74%), MARR (+4,59%), Antares Vision (+1,28%) e Datalogic (+1,18%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Banca MPS, che prosegue le contrattazioni a -7,37%.Lettera su Credem, che registra un importante calo del 6,68%.Scende Reply, con un ribasso del 6,48%.Crolla Sesa, con una flessione del 5,88%. LEGGI TUTTO

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    USA, Empire State index marzo peggiore a -24,6 punti

    (Teleborsa) – Peggiora a marzo 2023 l’indice manifatturiero Empire State di New York. L’indicatore si è portato a -24,6 punti dai -5,8 punti di febbraio. Il dato è anche peggiore delle stime degli analisti che erano per un livello a -8 punti. L’indice misura le condizioni del settore manifatturiero nel distretto di New York. Si ricorda che un livello del dato superiore/inferiore allo 0 indica che la maggior parte delle compagnie riportano miglioramenti/peggioramenti delle condizioni. Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini peggiore a quota -21,7 (da -7,8), mentre quella sulle consegne raggiunge i -13,4 punti (da -0,1 punti) e quella sulle scorte passa a -1,9 punti (da 6,4 punti). LEGGI TUTTO

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    USA, vendite al dettaglio febbraio -0,4% su mese

    (Teleborsa) – Sono diminuite più delle attese le vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Nel mese di febbraio 2023, si è registrato una variazione negativa dello 0,4% su base mensile a 697,9 miliardi di dollari, dopo il +3,2% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +3%). Il dato comunicato dall’US Census Bureau è peggiore delle attese degli analisti che avevano stimato un decremento dello 0,3%.Su base annua si è registrato un aumento del 5,39% (+7,68% a gennaio 2023).Il dato “core”, ossia le vendite al dettaglio escluse le auto, registra un -0,1% su base mensile dopo il +2,4% di gennaio e rispetto al -0,1% del consensus. LEGGI TUTTO

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    USA, prezzi alla produzione febbraio -0,1% mese +4,6% anno

    (Teleborsa) – Giungono dati positivi dai prezzi alla produzione USA nel mese di febbraio 2023. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,1% su mese rispetto al +0,3% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,7%) e inferiore al consensus (+0,3%).Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 4,6%, un valore inferiore al consensus (+5,4%), rispetto al +5,7% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +6%).I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano un +0% su mese (+0,1% il mese precedente) risetto al +0,4% atteso, mentre su anno registrano un +4,4% dopo il +5,4% precedente (+5,2% atteso).(Foto: Foto di Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Cina, produzione industriale sale meno delle attese. Vendite dettaglio in linea

    (Teleborsa) – Segnali misti giungono da alcuni importanti dati macro cinesi pubblicati stamattina, che indicano una crescita inferiore alle attese della produzione industriale e risultati in linea con le aspettative per le vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazioneSecondo i dati del Bureau of Statistics cinese, la produzione industriale è cresciuta del 2,4% su base annua a febbraio 2023, più del mese precedente (+1,3%) e meno del consensus (+2,6%). Crescono sotto le attese anche gli investimenti delle imprese, che segnano un +5,5%, contro il +4,4% atteso, rispetto al +5,1% del mese precedente.Centrano invece le le aspettative le vendite al dettaglio. I consumi, infatti, registrano sempre a febbraio un incremento del 3,5% su base annua dopo il -1,8% rilevato a gennaio. Le stime del mercato erano per una crescita del 3,5%. Dall’inizio dell’anno, il dato è salito del 3,55%.Il tasso di disoccupazione infine è salito al 5,6% di febbraio dal 5,5% precedente. LEGGI TUTTO