Aprile 2023

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    Enpaia chiude il bilancio 2022 con 10.6 milioni di utile

    (Teleborsa) – La Fondazione Enpaia approva il bilancio consuntivo 2022 con un utile di 10.6 milioni di euro. “Un risultato sopra le aspettative – spiega il presidente di Enpaia Giorgio Piazza nella sua relazione al Cda – considerando le difficoltà del contesto economico-finanziario che hanno contraddistinto l’anno 2022”. L’avanzo dell’esercizio 2022 è frutto dell’ottima performance della gestione finanziaria, grazie al processo di diversificazione del patrimonio mobiliare iniziato nel 2019, e del risultato positivo del piano di turnaround immobiliare. Nel 2022 la Fondazione ha effettuato nuovi investimenti finanziari per circa 755 milioni di euro e disinvestimenti per circa 591 milioni di euro. Il risultato positivo della gestione finanziaria della Fondazione ha generato un rendimento netto del 4,55%, in leggera flessione rispetto al 2021 (4,79%).Nonostante il rallentamento del mercato immobiliare, nel 2022 la Fondazione ha venduto immobili per 46 milioni di euro, realizzando una plusvalenza lorda di circa 24 milioni. Con il piano di turnaround del patrimonio immobiliare la Fondazione vuole incrementare la redditività del comparto immobiliare passando dall’attuale rendimento netto inferiore all’1% a un rendimento netto pari al 3%. Il rendimento netto complessivo, calcolato sui valori di libro dell’intero portafoglio (mobiliare e immobiliare) della Fondazione, si attesta così al 5,03%, rispetto al 4,88% del 2021. “L’impennata dell’inflazione – sottolinea il direttore generale di Enpaia Roberto Diacetti – ha determinato per la Fondazione una crescita significativa, pari a circa 46 milioni di euro, dell’accantonamento al Fondo TFR rispetto all’anno 2021 a causa del conseguente aumento del coefficiente di rivalutazione che è passato dal 4,36% del 2021 al 9,97% del 2022. In questo contesto molto difficile – conclude Diacetti – la Fondazione ha saputo reagire prontamente mettendo in atto tutte le strategie utili a garantire i servizi ai propri iscritti, dimostrando la propria resilienza in termini di tempestiva capacità di risposta e adattamento al contesto economico finanziario”. LEGGI TUTTO

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    OpenAI: “ChatGpt è di nuovo disponibile in Italia”

    (Teleborsa) – “Bentornata, Italia! Siamo lieti di riprendere ad offrire ChatGPT in Italia”. È questo il messaggio che da oggi appare accedendo sul sito dell’applicazione gestita dalla società statunitense OpenAI. “ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante” ha spiegato un portavoce dell’azienda in una comunicazione ufficiale a pochi giorni dal termine ultimo, del 30 aprile, fissato dal Garante della Privacy italiano. “Abbiamo affrontato o chiarito le questioni sollevate dal Garante – ha aggiunto il portavoce – tra cui le nuove informazioni sul Centro assistenza e su come raccogliamo e utilizziamo i dati; maggiore visibilità della nostra Informativa sulla privacy sulla homepage di OpenAI e sulla pagina di accesso di ChatGpt. Maggiore visibilità del nostro modulo di disattivazione dei contenuti degli utenti negli articoli del Centro assistenza e nell’Informativa sulla privacy”. L’Autorità aveva annunciato il 31 marzo scorso l’avvio di un’istruttoria, dopo aver rilevato, tra l’altro, la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati venivano raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica per giustificare la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali. Poi l’11 aprile aveva inviato una serie di prescrizioni all’azienda.”Continuiamo ad offrire il nostro processo di risposta alle email e alle richieste di privacy via e-mail – spiega la nota di OpenAI – nonché un nuovo modulo per gli utenti dell’Ue per esercitare il loro diritto di opporsi al nostro utilizzo dei dati personali per alimentare i nostri modelli. E uno strumento per verificare l’età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso”.”OpenAI, la società che gestisce ChatGPT, ha fatto pervenire una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti” spiega il Garante della Privacy. È alla luce di questi miglioramenti che OpenAI ha potuto rendere nuovamente accessibile ChatGPT in Italia. L’elenco delle misure decise da OpenAI – OpenAI, ha reso noto il Garante, ha attuato diverse misure. Nel dettaglio: ha predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento; ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio; riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile; ha introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChtaGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi; ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori; ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse; ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi; ha inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori; ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell’ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio.L’Autorità ha espresso “soddisfazione per le misure intraprese” auspicando che OpenAI, nelle prossime settimane, ottemperi alle ulteriori richieste impartitele con lo stesso provvedimento dell’11 aprile “con particolare riferimento all’implementazione di un sistema di verifica dell’età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi”. L’Autorità “riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati”. Il Garante “proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea”. LEGGI TUTTO

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    Stabilità finanziaria, Banca d’Italia: rischi elevati anche in Italia ma impatto tensioni internazionali limitato

    (Teleborsa) – Nell’ultimo aggiornamento del suo Rapporto sulla stabilità finanziaria la Banca d’Italia ha sottolineato che i rischi “restano elevati anche in Italia”, ma l’impatto delle tensioni sui mercati bancari internazionali “è stato limitato, grazie alle contenute esposizioni delle banche italiane verso gli intermediari in crisi e, più in generale, al rafforzamento dei bilanci conseguito negli ultimi anni”. Secondo il rapporto come per gli altri paesi dell’area dell’euro “pesano la persistente instabilità geopolitica, le rilevanti pressioni inflative e il rallentamento della crescita”. Il quadro generale su scala globale è di “grande incertezza, le condizioni sui mercati finanziari globali sono tornate a peggiorare dallo scorso febbraio. I recenti episodi di crisi bancarie negli Stati Uniti e in Svizzera hanno determinato un forte aumento della volatilità – prosegue l’istituto di via Nazionale – un incremento dei rischi di contagio e significative riallocazioni di portafogli dalle attività a più alto rischio verso quelle ritenute più sicure”. Queste tensioni, tuttavia “si sono attenuate dopo gli interventi delle autorità”. Intanto, nel primo trimestre dell’anno “è proseguita la fase di debolezza dell’economia mondiale, ma emergono segnali di miglioramento. Le stime di crescita per il 2023 continuano a prefigurare un deciso rallentamento, ma meno marcato rispetto alle previsioni dello scorso autunno”. La Banca d’Italia ha poi sottolineato che le condizioni del sistema bancario italiano “sono complessivamente buone. La qualità degli attivi non mostra segnali di peggioramento e la redditività è migliorata, favorita dall’aumento del margine di interesse. Pur in presenza di una riduzione della raccolta e di una ricomposizione dei depositi della clientela, il profilo di liquidità si mantiene equilibrato sia sulle scadenze a breve sia in un orizzonte di medio periodo”. L’istituzione ha sottolineato che, in caso di necessità “la disponibilità di attività stanziabili per operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema (i cosiddetti titoli collaterali-ndrt) resta ampia”. “Le principali fonti di vulnerabilità per il sistema bancario continuano a provenire dalle deboli prospettive macroeconomiche e dall’incertezza del quadro geopolitico internazionale, aggravata dal perdurare del conflitto in Ucraina”, si legge nel rapporto. Secondo la Banca d’Italia appare “poco probabile” che si materializzi una situazione che veda le banche italiane costrette a vendere titoli in portafogli prima della scadenza, incappando in eventuali perdite da minusvalenze. Nelle banche “la redditività rimarrebbe positiva anche nel 2023, ma la capacità di rimborso dei prestiti da parte di famiglie e imprese potrebbe indebolirsi, con potenziali ricadute sulle rettifiche di valore – ha aggiunto – che si attestano ancora su livelli bassi. Potranno inoltre manifestarsi ulteriori pressioni al rialzo sul costo della raccolta, anche per la necessità di continuare a sostituire i fondi acquisiti attraverso le operazioni straordinarie di rifinanziamento dell’Eurosistema (Tltro3) e per l’esigenza di emettere strumenti idonei a soddisfare il requisito minimo di fondi propri e passività soggette a bail-in (Mrel)”. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Putin: regioni annesse sono “terre storiche” russo e vanno difese

    (Teleborsa) – Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che le quattro regioni dell’Ucraina annesse da Mosca sono “terre storiche” russe e i loro abitanti “parte del nostro popolo”. Parlando a San Pietroburgo a una riunione del Consiglio dei Legislatori, che comprende membri delle due camere del Parlamento nazionale e rappresentanti dei Parlamenti delle repubbliche, ha affermato che per questo oggi è necessario “difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia”.Tutte le autorità russe devono lavorare come “una squadra coesa e ben coordinata” per far fronte alla “aggressione economica dell’Occidente”, ha aggiunto Putin sostenendo che la Russia ha “molti amici” anche tra i cittadini “degli Stati Uniti e dell’Europa”. Questo tuttavia non vale per le elite di quei Paesi “che non sempre perseguono politiche negli interessi dei loro popoli”, e questo “in futuro ricadrà su di loro”.Putin ha poi affermato che i residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno “una minaccia alla sicurezza nazionale” con attività che comprendono anche la “partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate”. La misura è prevista da una legge firmata e promulgata oggi da Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.La norma prevede l’introduzione del carcere a vita come possibile pena per il reato di “alto tradimento”, finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici. LEGGI TUTTO

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    Professioni, De Lise (commercialisti): “Aggregazioni e reddito d’impresa”

    (Teleborsa) – “Favorire le aggregazioni professionali è una necessità. La nostra proposta per accelerare su questo tema è quella di consentire ai soggetti inseriti nel regime forfettario di partecipare alle associazioni professionali, seppur con parametri ben definiti”. È quanto ha affermato Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del 60esimo congresso nazionale dell’associazione a Palermo.”L’idea – spiega De Lise – è quella di considerare nel limite dei compensi di 85mila annui sia la quota parte svolta in maniera individuale, che quella percentuale nella partecipazione all’associazione. In caso di assenza di contestuale Partita Iva individuale dei soci, le stesse associazioni, formate da tutti soggetti con i requisiti del regime forfettario, potrebbero così potenzialmente raggiungere un volume di affari di 85 mila euro moltiplicato per il numero di soggetti, ognuno dei quali applicherebbe il forfettario. Ai fini Iva, l’associazione applicherebbe invece la normativa ordinaria di rivalsa e detrazione dell’imposta e questo consentirebbe di superare il problema del limite comunitario di esenzione Iva di 85mila euro e sarebbe un vantaggio anche per lo Stato”.La seconda proposta dell’Ungdcec riguarda il reddito di impresa. “L’idea è di riportare le perdite fiscali all’indietro (attualmente si possono riportare solo in avanti) – prosegue De Lise – . Il suggerimento era stato fatto a livello europeo a seguito della pandemia: riportando le perdite all’indietro, infatti, le stesse andrebbero compensate sugli utili pregressi e si maturerebbe subito un credito d’imposta. Sarebbe dunque un’immissione di liquidità per le imprese”. Le proposte sono state presentate insieme al presidente della Commissione studio Imposte dirette dell’Unione, Claudio Turi.Al Teatro Massimo sono state due giornate di dibattito con esponenti della politica, delle professioni e della società civile. Presenti i vertici del Consiglio nazionale dei commercialisti, delle Casse di previdenza e degli Ordini territoriali.”L’impegno dei giovani commercialisti, in prima linea nel fare proposte legate al fisco e all’economia, – ha detto Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia – è molto apprezzato. Il governo, pur essendo pienamente consapevole dei problemi, agisce nell’interesse del Paese su principi che mi sembra stiamo dando i frutti sperati. Oggi, finalmente, tecnica e politica vanno a braccetto, non siamo più di fronte a scelte lontane dalle competenze specifiche: l’idea è di fare delle competenze sempre più un punto di forza del Paese”.Per Andrea De Bertoldi, commissione Finanze a Montecitorio, “il governo sta lavorando a un fisco diverso, più ‘umano’. Il contribuente vedrà nel fisco non più un nemico ma un interlocutore con il quale dialogare: penso ai concordati preventivi e al rafforzamento della compliance, ma anche a una flat tax che semplificherà sensibilmente il meccanismo. Un fisco che prevederà anche agevolazioni per le imprese che reinvestiranno nelle proprie aziende”.”I professionisti, chiamati ogni giorno a mediare tra Stato, imprese e cittadini, – ha sottolineato Ettore Rosato, Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati – sono un esempio per la politica di un Paese che sta attraversando una crisi economica e anche demografica. Servono soluzioni nuove, che producano ricchezza, sfruttando anche le risorse previste dal Pnrr”.Sono intervenuti tra gli altri anche Luigi Marattin, Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera, e Francesco Fimmanò, professore ordinario di Diritto Commerciale e direttore scientifico dell’Università Mercatorum. LEGGI TUTTO

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    Rinnovo contratto docenti e ata, Anief: “Mancano 300 euro al mese”

    (Teleborsa) – “Al personale della scuola, docenti e Ata, mancano nello stipendio 300 euro netti al mese: sono quelli che servirebbero per allineare le loro buste paga alla media UE e a spazzare gli effetti del caro energia e inflazione che alla fine di quest’anno arriverà a sfiorare il +15% in soli due anni. Un piccolo passo avanti è l’impegno preso ieri dal Governo che ha approvato una mozione con cui si impegna ad innalzare le spese per l’istruzione e la valorizzazione del personale”. È quanto sostiene il sindacato Anief.”Stando così le cose – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – reputiamo che oltre ad aumentare la spesa per la Conoscenza rispetto al Prodotto interno lordo nazionale, sia dovere di chi governa il Paese dare un compenso giusto a chi si occupa della sana crescita dei giovani. Oltre ad un aumento generalizzato, ricordiamo che serve una indennità specifica per chi svolge l’attività in trasferta fino a 81 euro di rimborso al giorno, ma anche sotto forma di buoni pasti, come avviene in altri settori, ad esempio con i metalmeccanici. Non sono delle concessioni, ma indennità assegnate a tutti i lavoratori, sia privati che pubblici. Perché nella scuola non si può? Noi non ci rassegniamo e lo torneremo a chiedere nel prossimo incontro all’Aran, dell’11 maggio, per il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto Istruzione e Ricerca. Anche noi vogliamo chiudere la trattativa, come ha intenzione di farlo la parte pubblica: l’intenzione, però, deve essere reciproca, perché se sulla parte economica possiamo solo contrattare sulla destinazione, che per noi deve riguardare anche il personale Ata, invece sulla parte normativa chiediamo di ricevere risposte positive. Come pure per introdurre le indennità oggi inesistenti, i tanti diritti calpestati, partendo da personale precario e donne, sino alla formazione per il personale in orario di servizio”.Il giovane sindacato ricorda che nel corso degli incontri di maggio all’Aran, che riguarderanno anche Afam e Ricerca, con i sindacati si parlerà anche della parte economica, con l’amministrazione che, a tal proposito, intende utilizzare le risorse finanziarie aggiuntive messe a disposizioni dalle precedenti leggi di bilancio: 300 milioni di euro per la scuola, messi a disposizione della contrattazione tramite atto di indirizzo integrativo del ministro per l’Istruzione e il merito, Giuseppe Valditara; 66,63 milioni per l’università; 53,46 milioni per la ricerca; 9,57 milioni per Afam. Per questi settori – riporta in queste ore la stampa specializzata – i soli incrementi mensili aggiuntivi sono pari a:70 euro per Afam, 116 euro per gli enti di ricerca e 66,63 euro per le università. Queste risorse sommate a quelle già corrisposte con l’accordo di dicembre consentono incrementi medi complessivi mensili così suddivisi: Scuola 118 euro (124 per i docenti); Università 164,48 euro; Afam 169,28 euro; Enti di ricerca 263,25 euro (questi ultimi riguardano essenzialmente gli enti di ricerca vigilati dal ministero Università e ricerca). È su queste basi, nelle intenzioni della parte pubblica, che – sottolinea l’Anief – si dovrebbe procedere all’accordo conclusivo che porti alla stipula del Ccnl 2019-2021.”Non si può firmare alcun contratto – ricorda Pacifico – senza la valorizzazione dei profili professionali, a partire dai Dsga che non sono mai stai pagati come direttori, ma anche da tutte le posizioni economiche del personale Ata, come pure per ristorare i docenti delle spese per il servizio reso lontano dalla loro residenza, per prevedere una specifica indennità di trasferta e per prevenire il burnout. È giunto il momento di assegnare delle indennità di incarico anche ai precari, a quali possiamo dobbiamo cominciare a pagare i permessi non retribuiti, come anche per finanziare il congedo delle donne vittime di violenza. Perché non possiamo continuare a parlare di continuità della didattica senza incentivare il personale docente e Ata che lavora lontano della propria residenza: come fanno, altrimenti, questi lavoratori a sopperire la costo della vita. Ecco perché dobbiamo dargli un’indennità di sede o di trasferta”.Anief a maggio tornerà anche a battersi per fare introdurre nel nuovo contratto l’estensione al personale docente dei permessi orari per visite mediche come disposto per gli Ata nel contratto 2018. Negli incontri previsti nei prossimi giorni, l’Anief chiederà ancora di includere i Glo tra le attività funzionali all’insegnamento e di stralciare la parte relativa alle sanzioni disciplinari per gli insegnanti, di cancellare i vincoli alla mobilità del personale, di rivedere anche i profili del personale di Enti di ricerca e Università, dove permane la discriminazione dei tecnologi e dell’Afam. LEGGI TUTTO

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    Def, arriva l’ok anche del Senato sulla risoluzione. Meloni: governo lavora bene bisogna però garantire i numeri

    (Teleborsa) – Il Senato ha approvato la risoluzione sul Documento di economia e finanza che è stata riproposta dai gruppi di maggioranza, dopo il mancato quorum raggiunto ieri alla Camera sullo scostamento di bilancio collegato al Def. I voti a favore sono stati 112, 57 contrari e nessun astenuto. “Quando si sbaglia semplicemente si chiede scusa. Scusa al presidente Meloni e al ministro Giorgetti, perché il governo non c’entra nulla; scusa all’opposizione che merita rispetto; e scusa ai cittadini che dal Parlamento si aspettano che risolva i problemi e non polemiche”, ha esordito in aula il senatore leghista Massimo Garavaglia nelle dichiarazioni di voto sul Def.”Credo che dobbiamo fare i conti con il fatto che il taglio dei parlamentari incide perché il doppio incarico rende più facile che in Aula manchino i numeri. Bisogna parlare con i capigruppo e trovare un modo per garantire che si riesca a fare il doppio lavoro, lavorando di più se necessario perché purtroppo riguarda tutti ma non prevedo ipotesi di sostituzioni di doppi incarichi, credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri”, ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa all’ambasciata italiana a Londra a proposito del voto sul Def.”Credo che dagli errori si impara. Quindi spero che per il futuro non si ripetano situazioni simili”, aveva affermato in precedenza il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, lasciando la commissione Bilancio del Senato dove era stato convocato dalle opposizioni affinché spiegasse le nuove finalità presenti nella nuova relazione allegata al Def.Nel frattempo il Consiglio dei ministri è stato convocato per lunedì primo maggio alle ore 10 a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno dovrebbero trovare un decreto legge con misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute. Fra i provvedimenti in esame, anche un disegno di legge in materia di lavoro e un decreto legislativo in attuazione della Delega al Governo in materia di disabilità del 2021 LEGGI TUTTO

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    Dl Lavoro, dal 2024 addio al Reddito di cittadinanza: arriva l’Assegno di inclusione

    (Teleborsa) – Reddito di cittadinanza, addio. Dal primo gennaio 2024 la misura di punta del Movimento cinque stelle, da sempre mal digerita dalle forze politiche dell’attuale maggioranza, verrà sostituita dall’Assegno di inclusione. Una nuova “misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro” che – si legge nella bozza del decreto – potrà essere richiesta solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi). La scala cambia e vale uno per il primo componente, 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti over 60 o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori. L’Assegno di inclusione – spiega la bozza – “è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa”. I richiedenti devono essere residenti in Italia da almeno cinque anni e gli ultimi due in modo continuativo. La famiglia deve avere un Isee non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6mila annui moltiplicati per la scala di equivalenza. Nel calcolo del reddito sono incluse le pensioni e i compensi da lavoro sportivo nell’area del dilettantismo. Il valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non può superare i 30mila euro e non si possono possedere auto con oltre 1600 di cilindrata o moto oltre i 250cc immatricolati nei tre anni precedenti. La soglia massima dei 6mila euro annui viene incrementata in caso di affitto della casa di abitazione fino ad un massimo di 3.360 euro annui. L’assegno è erogato per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. In caso di inizio di lavoro dipendente la retribuzione non è considerata nel reddito fino a un massimo di 3mila euro annui lordi. Per avere il beneficio economico previsto dall’assegno di inclusione si deve effettuare l’iscrizione presso il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). I beneficiari devono presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro centoventi giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Successivamente devono presentarsi ogni novanta giorni per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio economico è sospeso. I componenti del nucleo familiare di età compresa tra 18 e 59 anni attivabili al lavoro vengono avviati ai centri per l’impiego per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato. La famiglia perde il beneficio economico se uno dei componenti rifiuta un’offerta di contratto di lavoro che preveda un periodo di almeno un mese. Nel caso di contratti tra uno e sei mesi il beneficio è solo sospeso. LEGGI TUTTO