21 Settembre 2023

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    USA, indice Philly Fed peggiora a settembre e fa peggio delle attese

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A settembre, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto FED di Philadelphia (Philly FED) si è roportato in terreno negativo a -13,5 punti dai +12 di agosto. Il dato nettamente più basso delle attese degli analisti, che indicavano un livello di -0,7 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a -10,2 punti da +16 punti, quello sulle condizioni di business è migliorato a +11,1 punti da +3,9 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è salito a +7,5 da -4,5, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -5,7 da -6 punti e quello sui prezzi a 25,7 da 20,8 punti. LEGGI TUTTO

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    Factory Tax lancia “il sogno da realizzare”

    (Teleborsa) – Sostenere le spese relative all’iscrizione universitaria per quei giovani che non siano nelle condizioni di poter affrontare, col sostegno delle proprie famiglie un percorso accademico. È con questo obiettivo che Factory Tax – realtà che opera su tutto il territorio nazionale con sedi a Milano, Roma, Napoli e Sorrento, guidata da Ezio Stellato e Daniele D’Ambrosio – ha lanciato il progetto “il sogno da realizzare” con l’istituzione di una borsa di studio a titolo gratuito. “Questo progetto – ha dichiarato Stellato – è un invito a tutti i giovani perché possano sognare in grande, credendo convintamente nelle proprie aspirazioni. Un aiuto a non perdere la speranza di conseguire un’adeguata istruzione universitaria, indispensabile per poter fare ingresso nel mondo del lavoro, alle stesse condizioni e con le stesse opportunità concesse ad altri. È pertanto un piccolo gesto, una buona pratica che speriamo che tanti altri studi professionali o aziende adottino”.”La nostra realtà – spiega Factory Tax in una nota – vuole abbattere le barriere ai sogni dei ragazzi, scommettere così sulla formazione di future figure professionali talentuose, sulla determinazione dei giovani che non devono abbandonare le proprie speranze. I giovani, che appartengono a nuclei familiari che versano in difficoltà economiche, alle soglie dei criteri di povertà, potranno presentare la propria candidatura alla borsa di studio, secondo le modalità e con la documentazione che sarà successivamente portata a conoscenza di tutti, inviando un’e-mail all’indirizzo sogno@factorytax.it. La Factory Tax vuole lanciare un messaggio di speranza, invitare i ragazzi a sognare in grande e a credere che, con impegno e dedizione, ogni aspirazione possa essere raggiungibile, spingendoli anche a partecipare e a condividere le proprie storie”. LEGGI TUTTO

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    “Uniti per la Legalità 2023”: consegnato al ministro Nordio il premio dei giovani commercialisti

    (Teleborsa) – “Uniti per la Legalità 2023 al ministro della Giustizia Carlo Nordio è un segnale importante che la categoria dei dottori commercialisti ha voluto lanciare al Paese. Il premio istituito dall’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili nasce, infatti, dalla necessità di porre chiarezza rispetto ad un punto: che i commercialisti sono sinonimo di legalità e non permettono a nessuno di insinuare il contrario”. Lo ha affermato Matteo De Lise, presidente dell’UNGDCEC, a margine della consegna del premio “Uniti per la Legalità 2023” al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.”Il riconoscimento al ministro Nordio, che sta portando avanti un grosso lavoro per un maggiore garantismo rispetto alla riforma della Giustizia, – ha detto De Lise – è un atto dovuto da parte di professionisti che troppo spesso vedono le loro carriere finire “a mezzo stampa”, per inchieste inconcludenti. Grazie, dunque, al ministro per questa opportunità e per gli impegni presi. Insieme, ci impegneremo per tenere accesi i riflettori verso una categoria che è baluardo di giustizia e legalità, ma che ha bisogno di maggiori garanzie per operare in un contesto sempre più complicato”. “Ringrazio l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili – ha dichiarato Nordio – per il gradito riconoscimento: ogni progetto di riforma ed ogni quotidiano impegno è finalizzato ad assicurare ai cittadini una risposta di giustizia sempre più vicina alle richieste”. Il premio è stato consegnato al ministro dal presidente UNGDCEC De Lise insieme alla vicepresidente Sonia Mazzucco e al delegato di area, Francesco Savio. LEGGI TUTTO

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    Borse europee ostaggio delle banche centrali

    (Teleborsa) – Giornata negativa per Piazza Affari, che scambia in pesante ribasso, assieme agli altri Eurolistini, l giorno dopo il verdetto Fed. La banca centrale americana ha rispettato le attese del mercato mantenendo i tassi di interesse fermi, ma il governatore Powell ha avvertito di nuove strette monetarie.Oggi si sono espresse anche altre banche centrali: come la Bank of England che ha deciso lo status quo, mentre Svezia e Norvegia hanno alzato i tassi di interesse. Attesa domani la Bank of Japan. Sul mercato valutario, stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,064. Prevale la cautela sull’oro, che continua la seduta con un leggero calo dello 0,47%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la seduta poco sotto la parità con una variazione negativa dello 0,70%.In lieve rialzo lo spread, che si posiziona a +177 punti base, con un timido incremento di 3 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 4,51%.Tra le principali Borse europee preda dei venditori Francoforte, con un decremento dell’1,07%, tentenna Londra, che cede lo 0,20%, e si concentrano le vendite su Parigi, che soffre un calo dell’1,42%. Giornata nera per la Borsa di Milano, che affonda con una discesa dell’1,55%; sulla stessa linea, vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che continua la giornata a 30.677 punti.Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, Unicredit avanza dell’1,86%.Piccolo passo in avanti per Amplifon, che mostra un progresso dell’1,09%.Composta Banca MPS, che cresce di un modesto +0,66%.Performance modesta per Banco BPM, che mostra un moderato rialzo dello 0,63%.Le più forti vendite, invece, si manifestano su Saipem, che prosegue le contrattazioni a -3,94%.Vendite su Recordati, che registra un ribasso del 3,52%.Seduta negativa per CNH Industrial, che mostra una perdita del 3,30%.Sotto pressione Tenaris, che accusa un calo del 3,25%.Unica maglia rosa tra i titoli del FTSE MidCap, Safilo raggiunge un +5,9%.Le peggiori performance, invece, si registrano su Ariston Holding, che ottiene -5,00%.Scivola Eurogroup Laminations, con un netto svantaggio del 4,65%.Pesante Webuild, che segna una discesa di ben -4,18 punti percentuali.In rosso IREN, che evidenzia un deciso ribasso del 3,29%. LEGGI TUTTO

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    Bank of England conferma tassi al 5,25%. Comitato diviso

    (Teleborsa) – Il Monetary Policy Committee (MPC) della Bank of England ha votato per aumentare il tasso di interesse chiave di 25 punti base al 5,25%. La decisione era attesa dal mercato alla luce del recente dato sui prezzi al consumo che ha registrato un inatteso calmieramento al 6,7% ad agosto.Secondo quanto riporta un comunicato diffuso al termine della riunione, il direttorio si è sostanzialmente spaccato: cinque membri avrebbero votato per lo status quo, mentre altri quattro avrebbero preferito un ulteriore aumento dei tassi da 25 punti base.L’istituzione prevede che l’inflazione torni al valore obiettivo del 2% nel secondo trimestre del 2025. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, INPS: in primi sei mesi saldo positivo un milione contratti

    (Teleborsa) – Nel primo semestre dell’anno le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 4.287.000, in leggera flessione rispetto allo stesso periodo del 2022 (-1%), ma comunque superiori al livello prepandemico del primo semestre 2019. Le cessazioni sono state 3.286.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3%). Il saldo nei primi sei mesi è dunque positivo (+1.001.308 contratti). Lo rileva l’osservatorio dell’Inps sul precariato.In flessione, rispetto al 2022, risultano quelle di contratti in somministrazione (-9%), a tempo indeterminato (-6%) e in apprendistato (-4%). Tutti gli altri contratti registrano una leggera crescita: lavoro intermittente +3%, stagionali +2% e tempo determinato +1%. Si registra altresì una lieve flessione per tutte le classi di dimensione aziendale: fino a 15 dipendenti -1%, da 16 a 99 dipendenti -0,3%, per 100 e oltre -2%. Per quanto riguarda le tipologie orarie l’incidenza del part time è rimasta stabile sia per l’insieme delle assunzioni a termine (37%) che per quelle a tempo indeterminato (32%). Le trasformazioni da tempo determinato nel corso del primo semestre del 2023 sono risultate 400.000, in lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+5%), ma comunque inferiori al livello straordinario del primo semestre 2019 (quando erano risultate 420.000). Contemporaneamente le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione rispetto al corrispondente semestre 2022 (-19%).Al calo del 3% delle cessazioni nei primi sei mesi dell’anno, spiega l’Inps, concorrono i contratti a tempo indeterminato (-8%), i contratti in somministrazione (-7%) e i contratti in apprendistato (-6%). In controtendenza invece risultano i contratti a tempo determinato (+1%), i contratti stagionali (+3%) e quelli di lavoro intermittente (+4%). Le attivazioni di rapporto di lavoro incentivati, considerando sia le assunzioni che le variazioni contrattuali, presentano complessivamente una variazione pari al -7% rispetto al semestre dell’anno precedente. In particolare gli esoneri contributivi totali per i giovani e le donne hanno registrato un’importante flessione rispetto allo stesso periodo del 2022. L’agevolazione “Decontribuzione Sud” segna ancora una crescita (+5%) confermandosi come l’agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti. Nei primi sei mesi dell’anno c’è stata una “forte riduzione” dei licenziamenti di natura economica (-18%) rispetto al primo semestre dello scorso anno. Calano anche i licenziamenti disciplinari (-12%) e le dimissioni (-3%). Sono invece in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale.Il report segnala anche che nel primo semestre del 2023 è “praticamente completato” il processo di ritorno della cassa integrazione guadagni a “consistenze fisiologiche”, dopo il massimo e straordinario sviluppo registrato ad aprile 2020 con 5,6 milioni di dipendenti interessati. A maggio 2021 i lavoratori in Cig risultavano scesi a poco meno di 1,5 milioni con una media mensile pro capite di 69 ore. Nel corso del 2022, dopo le oscillazioni invernali e la riduzione nella primavera e l’estate, si registra un lieve aumento negli ultimi mesi dell’anno. A giugno 2023 i cassintegrati risultano 255.000, con una media di 39 ore pro capite LEGGI TUTTO

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    Banche centrali, Svezia e Norvegia alzano i tassi di interesse

    (Teleborsa) – Contrariamente alla Fed, ieri e alla Banca centrale svizzera, oggi, che hanno deciso per un mantenimento dello status quo dei tassi di interesse, le istituzioni centrali di Svezia e Norvegia hanno optato per un ritocco all’insù del costo del denaro.In entrambi i casi, l’aumento è stato di 25 punti base. La Riksbank, la Banca centrale svedese, ha deciso di alzare il riferimento sul costo del denaro, al 4%. Nel comunicato diffuso al termine del direttorio avverte che potrebbe aumentare ancora i tassi. La banca centrale della Norvegia ha a sua volta alzato il livello di riferimento, al 4,25%. In questo caso l’istituzione precisa che un ulteriore aumento “è probabile” e che dovrebbe essere operato a dicembre.Tra poco è attesa la decisione della Banca d’Inghilterra. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca: industria regge a inflazione ma lavoratori penalizzati

    (Teleborsa) – Nel 2022 l’industria italiana ha retto all’inflazione, coi margini che migliorano rispetto al periodo pre-Covid, ma questo non si può dire per i lavoratori, che è stata la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22%. Lo rileva il rapporto dell’Area Studi Mediobanca sui “Dati Cumulativi”, indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione. L’inflazione ha gonfiato i ricavi delle imprese: il fatturato delle 2150 imprese esaminate ha segnato nel 2022 un incremento annuo nominale del 30,9%, superando in valore assoluto i 1.000 miliardi di euro. L’industria ha chiuso l’anno con vendite in aumento del 36,2% (ma senza le attività petrolifere ed energetiche l’incremento si attesta al +15,3%). Gran parte delle variazioni sono tuttavia alimentate dall’inflazione: tenuto conto della variazione dei prezzi alla produzione, la crescita reale delle vendite si è attestata al +0,6%. L’industria in senso stretto segna il +1,4% mentre la manifattura il +1,3%, sostenuta da moda, elettronica e farmacosmesi. Le 2.150 società hanno registrato un incremento della propria forza lavoro (+1,7%), con alcuni segmenti più performanti di altri come la filiera del made in Italy (+2,6%). Il costo medio unitario del personale (aggregato) ha riportato un aumento del 2% su base annua, ma la forza lavoro è la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22% per il 2022. Sul fronte dei margini, è la manifattura a mostrare la maggiore capacità di gestire i costi dell’inflazione, assorbendone l’impatto e riuscendo a segnare una significativa progressione della redditività rispetto ai cinque anni ante-Covid: l’Ebit margin è salito dal 5,3% al 6% (+13,2%) e il Roe dall’8,2% all’11,2% (+36,6%). Secondo Mediobanca, le imprese della manifattura affrontano le incertezze della congiuntura con cautela, con proiezioni positive sulle vendite totali e oltreconfine del 2023 (+6%). Questi aumenti potrebbero tuttavia attestarsi su valori reali decisamente più contenuti a causa dell’inflazione, difficilmente quantificabili per l’attuale dinamica dei prezzi.Nel 2022 gli investimenti materiali, espressi a prezzi costanti in moneta del 2013, hanno segnato un lieve incremento sul 2021 (+0,3%) portandosi in termini assoluti su valori che rappresentano il massimo del decennio. Questo valore si spiega con la progressione degli investimenti manifatturieri (+4,3%) al cui interno sono notevoli gli avanzamenti delle imprese medio-grandi (+11,2%) e delle produzioni riferibili alla filiera del made in Italy (+10,4%). Il terziario, in coerenza con i propri risultati economici, ha ridotto invece gli investimenti del 4,6% rispetto al 2021. La struttura finanziaria complessiva delle imprese analizzate è rimasta solida nel 2022, esprimendo un rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri pari all’81,6%, in linea con i livelli medi su cui il sistema si era stabilizzato nel quinquennio 2015- 19 (pari all’82,8%). Il comparto manifatturiero registra un Debt equity ratio ancora più equilibrato al 46,2% nel 2022 (contro il 52,9% medio del periodo 2015-19) Al rafforzamento della solidità patrimoniale concorre inoltre l’incremento delle disponibilità, il cui rapporto sui debiti finanziari è passato dal 21,9% del 2015-2019 al 23,1% del 2022, dato ancora più marcato per la manifattura (in crescita dal 30,1% al 33,2%). Il miglioramento patrimoniale ha consentito, peraltro, di fronteggiare in maniera adeguata i primi effetti della crescita dei tassi di interesse.Il report Mediobanca rileva, appunto, l’ inflazione record come nel 1980, ma le imprese italiane mostrano oggi profili finanziari maggiormente adatti a far fronte all’aumento dei prezzi, anche se il costo del lavoro si è praticamente dimezzato nel corso del tempo. In dettaglio, per ritrovare un impatto dell’inflazione di portata comparabile al 2022 bisogna risalire al 1980. La variazione di fatturato registrata nel 1979-80 è pari al +31,6%, analoga ai livelli del 2021-22, che si sono attestati al +30,9%. LEGGI TUTTO