Settembre 2023

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    Banche centrali, Svezia e Norvegia alzano i tassi di interesse

    (Teleborsa) – Contrariamente alla Fed, ieri e alla Banca centrale svizzera, oggi, che hanno deciso per un mantenimento dello status quo dei tassi di interesse, le istituzioni centrali di Svezia e Norvegia hanno optato per un ritocco all’insù del costo del denaro.In entrambi i casi, l’aumento è stato di 25 punti base. La Riksbank, la Banca centrale svedese, ha deciso di alzare il riferimento sul costo del denaro, al 4%. Nel comunicato diffuso al termine del direttorio avverte che potrebbe aumentare ancora i tassi. La banca centrale della Norvegia ha a sua volta alzato il livello di riferimento, al 4,25%. In questo caso l’istituzione precisa che un ulteriore aumento “è probabile” e che dovrebbe essere operato a dicembre.Tra poco è attesa la decisione della Banca d’Inghilterra. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca: industria regge a inflazione ma lavoratori penalizzati

    (Teleborsa) – Nel 2022 l’industria italiana ha retto all’inflazione, coi margini che migliorano rispetto al periodo pre-Covid, ma questo non si può dire per i lavoratori, che è stata la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22%. Lo rileva il rapporto dell’Area Studi Mediobanca sui “Dati Cumulativi”, indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione. L’inflazione ha gonfiato i ricavi delle imprese: il fatturato delle 2150 imprese esaminate ha segnato nel 2022 un incremento annuo nominale del 30,9%, superando in valore assoluto i 1.000 miliardi di euro. L’industria ha chiuso l’anno con vendite in aumento del 36,2% (ma senza le attività petrolifere ed energetiche l’incremento si attesta al +15,3%). Gran parte delle variazioni sono tuttavia alimentate dall’inflazione: tenuto conto della variazione dei prezzi alla produzione, la crescita reale delle vendite si è attestata al +0,6%. L’industria in senso stretto segna il +1,4% mentre la manifattura il +1,3%, sostenuta da moda, elettronica e farmacosmesi. Le 2.150 società hanno registrato un incremento della propria forza lavoro (+1,7%), con alcuni segmenti più performanti di altri come la filiera del made in Italy (+2,6%). Il costo medio unitario del personale (aggregato) ha riportato un aumento del 2% su base annua, ma la forza lavoro è la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22% per il 2022. Sul fronte dei margini, è la manifattura a mostrare la maggiore capacità di gestire i costi dell’inflazione, assorbendone l’impatto e riuscendo a segnare una significativa progressione della redditività rispetto ai cinque anni ante-Covid: l’Ebit margin è salito dal 5,3% al 6% (+13,2%) e il Roe dall’8,2% all’11,2% (+36,6%). Secondo Mediobanca, le imprese della manifattura affrontano le incertezze della congiuntura con cautela, con proiezioni positive sulle vendite totali e oltreconfine del 2023 (+6%). Questi aumenti potrebbero tuttavia attestarsi su valori reali decisamente più contenuti a causa dell’inflazione, difficilmente quantificabili per l’attuale dinamica dei prezzi.Nel 2022 gli investimenti materiali, espressi a prezzi costanti in moneta del 2013, hanno segnato un lieve incremento sul 2021 (+0,3%) portandosi in termini assoluti su valori che rappresentano il massimo del decennio. Questo valore si spiega con la progressione degli investimenti manifatturieri (+4,3%) al cui interno sono notevoli gli avanzamenti delle imprese medio-grandi (+11,2%) e delle produzioni riferibili alla filiera del made in Italy (+10,4%). Il terziario, in coerenza con i propri risultati economici, ha ridotto invece gli investimenti del 4,6% rispetto al 2021. La struttura finanziaria complessiva delle imprese analizzate è rimasta solida nel 2022, esprimendo un rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri pari all’81,6%, in linea con i livelli medi su cui il sistema si era stabilizzato nel quinquennio 2015- 19 (pari all’82,8%). Il comparto manifatturiero registra un Debt equity ratio ancora più equilibrato al 46,2% nel 2022 (contro il 52,9% medio del periodo 2015-19) Al rafforzamento della solidità patrimoniale concorre inoltre l’incremento delle disponibilità, il cui rapporto sui debiti finanziari è passato dal 21,9% del 2015-2019 al 23,1% del 2022, dato ancora più marcato per la manifattura (in crescita dal 30,1% al 33,2%). Il miglioramento patrimoniale ha consentito, peraltro, di fronteggiare in maniera adeguata i primi effetti della crescita dei tassi di interesse.Il report Mediobanca rileva, appunto, l’ inflazione record come nel 1980, ma le imprese italiane mostrano oggi profili finanziari maggiormente adatti a far fronte all’aumento dei prezzi, anche se il costo del lavoro si è praticamente dimezzato nel corso del tempo. In dettaglio, per ritrovare un impatto dell’inflazione di portata comparabile al 2022 bisogna risalire al 1980. La variazione di fatturato registrata nel 1979-80 è pari al +31,6%, analoga ai livelli del 2021-22, che si sono attestati al +30,9%. LEGGI TUTTO

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    Appuntamenti macroeconomici del 21 settembre 2023

    (Teleborsa) – Giovedì 21/09/202308:45 Francia: Fiducia imprese, mensile (atteso 97 punti; preced. 96 punti)10:00 Italia: Produzione costruzioni, mensile (preced. -0,7%)10:00 Italia: Produzione costruzioni, mensile14:30 USA: Partite correnti, trimestrale (atteso -221 Mld $; preced. -219,3 Mld $)14:30 USA: PhillyFed (atteso -0,7 punti; preced. 12 punti)14:30 USA: Richieste sussidi disoccupazione, settimanale (atteso 225K unità; preced. 220K unità)16:00 Unione Europea: Fiducia consumatori (atteso -16,5 punti; preced. -16 punti)16:00 USA: Leading indicator, mensile (atteso -0,5%; preced. -0,4%)16:00 USA: Vendita case esistenti (atteso 4,1 Mln unità; preced. 4,07 Mln unità)16:00 USA: Vendita case esistenti, mensile (preced. -2,2%)16:30 USA: Stoccaggi gas, settimanale (preced. 57 Mld piedi cubi) LEGGI TUTTO

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    Sicilia, a rischio fondi UE per oltre 1,6 miliardi

    (Teleborsa) – Le risorse dei fondi strutturali destinati alla Sicilia sono quelle più a rischio disimpegno del ciclo di programmazione 2014-2020 della Politica di Coesione. Lo rileva l’analisi dei dati disponibili sul portale della coesione della Commissione europea. Per la Sicilia mancano all’appello, tra Fesr e Fse, oltre 1,6 miliardi di euro.Per non perdere risorse europee il nostro Paese dovrebbe assorbire i fondi ancora non spesi né rendicontati entro il 31 dicembre 2023. Ma, a giugno 2023, la Sicilia aveva speso e rendicontato solo il 61,7% del Fondo di sviluppo regionale (Fesr) – circa 2,6 miliardi su 4,2 – e il 65,4% del Fondo sociale europeo (Fse), che ammonta in totale a circa 820 milioni di euro.La Regione ha registrato progressi molto lenti, aumentando la spesa di appena qualche punto percentuale negli ultimi due anni e per questo potrebbe vedersi costretta a disimpegnare le risorse che non verranno allocate in tempo. Ieri, intanto, Svimez nell’audizione nelle Commissioni di Senato e Camera sull’attuazione del PNRR ha rilevato che su 15,9 miliardi di euro di interventi del PNRR definanziati in base alla revisione del Piano elaborata dal governo, circa il 46% riguarda progetti del Mezzogiorno e “non tutti erano segnalati come critici nell’attuazione” precisando che “non tutti gli interventi soggetti a definanziamento erano identificati come critici nella Relazione del maggio scorso”.In particolare, sul totale delle misure definanziate pari a 15,9 miliardi, Svimez stima che quelle che interessano interventi localizzati nelle regioni meridionali ammontano a 7,6 miliardi, ossia quasi il 48% LEGGI TUTTO

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    Migranti, Meloni punta sull’ONU: “Italia non sarà campo profughi d’Europa”

    (Teleborsa) – “Non permetterò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa“. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine della cerimonia con cui ha deposto una corona di fiori al monumento di Cristoforo Colombo a New York. Per la Presidente del Consiglio ora “bisogna dichiarare guerra ai trafficanti di uomini”. “Per me è importante […] LEGGI TUTTO

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    Mercato americano positivo guardando alla Fed

    (Teleborsa) – Wall Street procede cauta a metà seduta, aspettando la Federal Reserve che fra circa mezz’ora annuncerà le decisioni in materia di tassi di interesse. Non sono attesi ritocchi al costo del denaro in questa riunione, mentre il mercato sta prendendo coscienza che i tassi resteranno elevati più a lungo del previsto. Alla Borsa di New York, l’indice Dow Jones mostra un rialzo dello 0,62%, mentre resta piatto l’S&P-500, con scambi attorno a 4.453 punti. Senza direzione il Nasdaq 100 (-0,05%); sulla stessa tendenza, pressoché invariato l’S&P 100 (0%).Risultato positivo nel paniere S&P 500 per i settori utilities (+1,07%), beni di consumo per l’ufficio (+0,73%) e beni industriali (+0,62%). In fondo alla classifica, sensibili ribassi si manifestano nel comparto telecomunicazioni, che riporta una flessione di -0,63%.Tra i protagonisti del Dow Jones, Amgen (+2,92%), IBM (+2,67%), United Health (+2,26%) e Travelers Company (+1,59%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Intel, che continua la seduta con -2,33%.Sottotono Apple che mostra una limatura dello 0,96%.Deludente Microsoft, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Enphase Energy (+3,64%), Lululemon Athletica (+3,21%), Amgen (+2,92%) e Xcel Energy (+2,61%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su PDD Holdings, che prosegue le contrattazioni a -2,89%.Sotto pressione Intel, che accusa un calo del 2,33%.Scivola Moderna, con un netto svantaggio dell’1,75%.In rosso Alphabet, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,67%. LEGGI TUTTO

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    Wilson, Ad Ryanair: “bene istruttoria Antitrust”

    (Teleborsa) – “È benvenuta l’istruttoria dell’Antitrust, speriamo che si estenda anche su altri aspetti, purché porti trasparenza per tutti”. Lo ha detto Eddie Wilson, amministratore delegato di Ryanair, nel corso della presentazione a Palermo della stagione invernale della compagnia irlandese.”Caro-voli? Abbiamo cercato di spiegare nel corso dell’incontro col presidente della Regione siciliana che le compagnie non controllano i prezzi ma la capacità di riempire i vettori – dice Wilson – il caro-voli è dipeso dalla compagnia di bandiera che è sparita e ha ridotto tanti collegamenti tra la Sicilia e la Sardegna. Meno voli, costi più alti”. “Per questo vogliamo aumentare le tratte in Sicilia e la nostra compagnia è una delle poche che può farlo. Stanno arrivando altri 400 aeromobili che si aggiungono alla flotta aerea”, ha concluso Wilson. Nella giornata di oggi, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento per possibile abuso di posizione dominante di natura escludente da parte di Ryanair Dac, primo operatore nel trasporto aereo di linea passeggeri nei voli nazionali e da e per l’Italia. Secondo quanto ipotizzato nel provvedimento, avviato a seguito di varie segnalazioni ricevute a partire dallo scorso mese di maggio, Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi. LEGGI TUTTO

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    Unicredit chiude in denaro con piano buyback

    (Teleborsa) – Prepotente rialzo per Unicredit, che mostra un rialzo del 4,74%in chiusura degli scambi, dopo aver accelerato nel corso del pomeriggio sull’annuncio del piano di buyback da 2,5 miliardi. Il numero uno Orcel ha anche parlato delle varie opzioni e confermato la preferenza per la distribuzione di capitale in luogo di operazioni di natura straordinaria tipo M&A. L’analisi del titolo eseguita su base settimanale mette in evidenza la trendline rialzista dell’istituto di credito più pronunciata rispetto all’andamento del FTSE MIB. Ciò esprime la maggiore appetibilità verso il titolo da parte del mercato.La tendenza di breve di Unicredit è in rafforzamento con area di resistenza vista a 23,56 Euro, mentre il supporto più immediato si intravede a 22,3. Attesa una continuazione della tendenza al rialzo verso quota 24,81. LEGGI TUTTO