12 Marzo 2024

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    Intesa Sanpaolo, al via programma internazionale assunzione giovani

    (Teleborsa) – IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo lancia “I’M IN Graduate Program”: 10 giovani neolaureate e neolaureati saranno assunti nella Divisione e accederanno a un percorso di formazione intensiva dalla durata di 18 mesi. Dopo una selezione in più fasi, le persone verranno inserite, con contratto a tempo indeterminato, nelle sedi di Londra o Milano, come Analyst nei team di Global Markets o Advisory & ESG e avranno la possibilità di intraprendere un programma di crescita personalizzato, stimolante e dinamico che liporterà a lavorare con rotazioni internazionali e inter-funzionali.In linea con le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo, la Divisione IMI CIB – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – avvia così un percorso che seleziona i migliori talenti per inserirli in un circuito di esperienze in Italia e all’estero per costruire la leadership della banca del futuro.Tra i requisiti richiesti ai candidati: una laurea magistrale in discipline economico-finanziarie, statistiche e quantitative, un’ottima conoscenza della lingua inglese, nonché la disponibilità alla mobilità internazionale. La conoscenza di una seconda lingua è considerata un ulteriore plus così come pregresse esperienze lavorative o stage.Le candidature potranno essere presentate fino al 3 aprile 2024 attraverso la sezione Careers del sitoIntesa Sanpaolo.”I’M IN Graduate Program è un percorso di formazione pensato per attrarre nuovi talenti determinati a costruire il loro futuro lavorativo nelle aree di elevata specializzazione della Divisione IMI Corporate & Investment Banking. Il programma è un’ulteriore conferma del nostro impegno per l’orientamento professionale dei giovani attraverso iniziative strategiche che ci permettano di far conoscere, in particolare ai neolaureati, la ricchezza delle nostre professioni, le competenze e i valori che ci contraddistinguono” ha dichiarato Mauro Micillo, Chief della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo.L’iniziativa, in linea con il Piano d’Impresa del Gruppo Intesa Sanpaolo 2022-2025, rientra nel più ampio impegno della Divisione nei confronti dei giovani, siano essi già all’interno dell’organizzazione, sia non ancora inseriti nel mondo del lavoro. Ne è conferma, ad esempio, il recente avvio della seconda edizione del programma biennale Next Generation Executive Program della Divisione IMI CIB in collaborazione con SDA Bocconi e l’iniziativa “La Finanza e le buone storie”, un ciclo di incontri, in collaborazione con Guido Maria Brera, autore del best seller Diavoli, per avvicinare gli studenti dei principali atenei italiani ai meccanismi che regolano i mercati finanziarimoderni. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, remunerazione AD Orcel a 9,95 milioni di euro. Bonus top manager +12%

    (Teleborsa) – Il valore totale del bonus pool per i Group Material Risk Takers di UniCredit, ovvero i dipendenti che hanno un impatto significativo sul profilo di rischio dell’istituto, è di circa 128 milioni nel 2023 (leggermente inferiore rispetto al 2022, data la riduzione della popolazione GMRT da 935 ad 827 risorse), con un bonus medio pro-capite di 155 mila euro, in aumento del +12% rispetto al 2022, coerentemente con la performance positiva sia a livello di Gruppo che a livello di Divisioni. È quanto emerge dalla Relazione sulla Politica di Gruppo in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, pubblicata in vista della prossima assemblea.”Il 2023 è stato il miglior anno di UniCredit di sempre, a coronamento di tre anni di successi e risultati da record, sprigionati in 12 trimestri consecutivi di crescita redditizia sostenibile e di qualità in tutte le regioni, con rendimenti di alto livello per i nostri azionisti – ha scritto Jeffrey Hedberg, Presidente del Comitato Remunerazione – Sotto la guida di Andrea Orcel, UniCredit ha realizzato risultati nel presente, trasformando al contempo la nostra Banca e preparandola per il futuro, con l’obiettivo di raggiungere nuovi traguardi per difendere e far leva sulla leadership raggiunta”.”Il framework di remunerazione di UniCredit è parte di questa strategia, progettato per essere “fit for purpose and fit for future”, adatto allo scopo e al futuro, e continuerà a sostenere l’ambizioso percorso di trasformazione della Banca, dando nuovo stimolo a superare gli obiettivi, continuando ad allineare pienamente gli interessi del management e degli azionisti per la creazione di valore a lungo termine della Banca”, ha aggiunto.La remunerazione totale effettiva dell’Amministratore Delegato Andrea Orcel per il 2023 è di 9.957.000 euro e comprende 3.250.000 euro di remunerazione fissa, 207.000 euro di other fixed/altre componenti fisse a e 6.500.000 euro di remunerazione variabile effettiva assegnata nel 2023.”Abbiamo trasformato UniCredit da Banca lenta e macchinosa a vero e proprio leader e ora vogliamo passare da leader a campioni e nel corso del nostro cammino continueremo a difendere e a far leva sulla leadership raggiunta – si legge nel documento – In questo contesto positivo, sia il management che il CdA sono al lavoro per rivedere l’approccio complessivo alla retribuzione. L’obiettivo è quello di realizzare una politica che incentivi efficacemente i comportamenti più corretti e il raggiungimento dei risultati in modo sostenibile. La meritocrazia e la remunerazione della performance sono al centro di questa revisione, in quanto riteniamo che siano essenziali per attrarre e fidelizzare efficacemente i migliori talenti sul mercato”. LEGGI TUTTO

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    Kohl’s prevede vendite piatte nell’esercizio 2024

    (Teleborsa) – Kohl’s, catena statunitense di grandi magazzini, ha chiuso il quarto trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 3 febbraio 2024) con vendite nette in calo dell’1,1% a 5,7 miliardi di dollari e vendite comparabili in diminuzione del 4,3%. L’utile netto è stato di 186 milioni di dollari, ovvero 1,67 dollari per azione; ciò si confronta con la perdita netta di 273 milioni di dollari, ovvero -2,49 dollari per azione, dell’anno precedente.Le vendite nette dell’anno fiscale 2023 sono diminuite del 3,4% a 16,6 miliardi di dollari e le vendite comparabili sono diminuite del 4,7%. L’utile netto è stato di 317 milioni di dollari, ovvero 2,85 dollari per azione; ciò si confronta con la perdita netta di 19 milioni di dollari, o -0,15 dollari- per azione, dell’anno precedente.”Il 2023 ha rappresentato un anno importante per Kohl’s – ha commentato il CEO Tom Kingsbury – Abbiamo migliorato l’esperienza del nostro negozio, ampliato la nostra partnership con Sephora e investito in categorie scarsamente penetrate. Abbiamo inoltre semplificato le nostre strategie di valore e implementato nuovi processi di gestione dell’inventario. Il successo iniziale delle nostre strategie è evidente. La nostra attività di negozio ha registrato la migliore performance di vendita comparabile dal 2010, Sephora presso Kohl ha continuato a promuovere una significativa crescita delle vendite di prodotti di bellezza e abbiamo gestito l’inventario in calo del 10% alla fine dell’anno”.”Guardando al futuro, siamo incredibilmente concentrati sul raggiungimento di una crescita delle vendite comparabile nel 2024 – ha aggiunto – Le nostre iniziative strategiche sono posizionate per creare slancio e contribuire in modo più significativo, e collaboreremo con Babies “R” Us per espandere in modo significativo la nostra presenza nella categoria degli articoli per bambini che rappresenta un’interessante opportunità per Kohl’s”.Per l’intero anno 2024, che prevede 52 settimane rispetto alle 53 settimane dell’intero anno 2023, le linee guida della società includono il potenziale impatto derivante dalle modifiche normative sulle commissioni per ritardo delle carte di credito nella seconda metà del 2024. La società attualmente prevede quanto segue: vendite nette da un calo dell’1% a un aumento dell’1%; vendite comparabili nell’intervallo dallo 0% al 2%; EPS compreso tra 2,10 e 2,70 dollari, escluse eventuali spese non ricorrenti LEGGI TUTTO

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    Generali, Donnet: “Impegnati ad attuare Piano. Centrato target dividendi”

    (Teleborsa) – I risultati del 2023 confermano la posizione di forza di Generali, la crescita profittevole di tutte e aree di business e la solida posizione finanziaria. E’ quanto affermato dal Ceo del Gruppo Generali Philippe Donnet aprendo a conference call con gli anallsti. Il numero uno del Leone di Trieste ha voluto mettere in evidenza alcuni punti chiave, confermando in particolare che il risultato record del 2023 sia a livello operativo che a livello di utile netto è stato ottenuto grazie al contributo di tutte le aree di business in cui opera il gruppo. Il manager si è detto fiducioso che nel 2024 torneranno “flussi positivi sul segmento Vita” ed ha anticipato che un impatto positivo nel 2024 sarà esercitato dalle recenti acquisizioni di Liberty Seguros e Conning Holdings.Donnet ha voluto anche sottolineate a solida posizione di liquidità (Solvency 2 ratio) e la forte generazione di cassa del Gruppo Generali, affermando che questo consente di essere “fiduciosi ed ambiziosi” per il futuro.A proposito del dividendo proposto (1,28 euro per azione), il Ceo ha segnalato che risulta in crescita del 10% rispetto a quello pagato l’anno scorso ed in amento del 60% rispetto al dividendo 2016 (0,80 euro) ed ha indicato che è stato già raggiunto i target di dividendi cumulativi di 5,5 miliardi per il periodo 2022-2024.”Siamo sulla buona strada per centrare altri target del Piano e LifeTime Partner 24″, ha ribadito Donnet concludendo la sua presentazione e ricordando che il management è totalmente impegnato sull’attuazione di questo Piano, mentre già guarda al prossimo ciclo che culminerà cn la presentazione del prossimo piano nel 2025. Un piano – ha aggiunto – che si prospetta sempre ambizioso in un contesto sfidante.Il numero uno di Generai non ha voluto esprimere un’opinione in merito al Dl Capitali, limitandosi a dire che la “posizione è perfettamente allineata” a quella di Asogestioni, e non ha voluto fare commenti sulla presentazione e della lista del CdA e sull’arrotondamento della quota di Fondazione CRT nel capitale, rispetto al quale ha affermato “non commentiamo le mosse dei nostri azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Termometro Altroconsumo 2023: una famiglia italiana su 10 è in gravi difficoltà economiche

    (Teleborsa) – La capacità di spesa delle famiglie italiane continua ad essere debole. Sebbene il peggioramento costante registrato a partire dal 2021 sembri essersi fermato, nel 2023 ancora non si registra alcuna ripresa e la situazione si conferma allarmante. Questo il quadro emerso dall’indagine annuale Termometro Altroconsumo 2023. L’indagine stima, tramite un indice ad hoc, il livello di difficoltà dei consumatori nell’affrontare le spese durante l’anno precedente, le differenze fra le aree geografiche e fra le tipologie di famiglia, e al contempo le aspettative per l’anno a venire. Nel 2023 il Termometro Altroconsumo registra una stabilizzazione – ma a livelli ancora negativi – della capacità di sostenere le spese correnti nei 6 ambiti analizzati: abitazione, mobilità, salute, alimentazione, istruzione, cultura e tempo libero. L’indice di quest’anno è pari infatti a 45,1 (-0,1 rispetto al 2022), una lievissima flessione che fa tuttavia segnare un nuovo record negativo da quando l’indagine viene svolta, ovvero dal 2018.L’analisi evidenzia come una famiglia su dieci (10%) risulti in gravi difficoltà economiche, ovvero abbia avuto difficoltà nel corso del 2023 a sostenere le prinicipali spese quotidiane in tutti gli ambiti presi in esame: un dato sostanzialmente stabile rispetto al 9% del 2022, ma che ancora una volta è il peggiore da quando viene effettuata l’indagine. Solo una famiglia su quattro (27%), invece, ha dichiarato di non aver avuto nessuna difficoltà.Contestualmente aumentano le famiglie che faticano a risparmiare: tre su quattro (74%) hanno avuto difficoltà a mettere da parte risparmi (+4 punti percentuali sul 2022) e nello specifico, quelle che hanno avuto grosse difficoltà sono passate dal 35% al 40%.In generale, la stabilizzazione della situazione rispetto al 2022 mostra il permanere di una percezione fortemente negativa degli italiani in molti ambiti quotidiani di spesa, nonostante un contesto nazionale di crescita economica e di miglioramento dell’occupazione, a cui si è accompagnato nel corso dell’anno un rallentamento dell’inflazione. Sembra dunque – spiega Altroconsumo – che le politiche messe in campo a sostegno ai redditi, dalla proroga del taglio del cuneo fiscale, alle iniziative per il contenimento dell’inflazione e ai diversi bonus attivati o prorogati, dalla prima tranche di fondi sbloccati per la sanità alla messa a terra del Pnrr, non stiano avendo le ricadute positive che ci si attendeva.”La stabilizzazione del quadro in cui versavano le famiglie italiane già nel 2022 rappresenta un dato solo apparentemente positivo, perché, sebbene indichi un’interruzione di un trend di progressivo peggioramento in atto dal 2021, in realtà denota come ci si sia arenati in una situazione negativa e non si trovino soluzioni efficaci per invertire la rotta – dichiara Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo –. È evidente che anche gli elementi di contesto che avrebbero potuto avere un impatto positivo, come la crescita del Pil e l’aumento dell’occupazione, non sono riusciti ad incidere nel senso di un miglioramento nella percezione che hanno gli italiani della loro capacità di spesa in molti ambiti quotidiani. La mancata accelerazione della dinamica salariale e l’inflazione ancora alta per gran parte dell’anno hanno eroso ogni margine di miglioramento proiettando un’ombra di timore e pessimismo anche sul 2024. Di fronte al permanere di una situazione nazionale negativa, a cui si aggiunge l’aumento di incertezza dello scenario geopolitico mondiale, gli italiani nutrono una sfiducia sempre più radicata nella politica da cui ci si aspetta poco, ma si ottiene ancora meno. Una delusione e un calo di aspettative che rischiano di proiettarsi nel voto europeo di giugno, quando la disillusione potrebbe alimentare l’astensionismo o confluire verso un populismo nazionalista che imputa all’UE la responsabilità di problemi che sono invece tutti italiani. In questo scenario, il ruolo delle Istituzioni è dunque centrale nel fornire soluzioni concrete che tutti noi auspichiamo possano restituire fiducia nel futuro ai cittadini provati dalle difficoltà di un momento storico segnato da molte incertezze”.Gli ambiti di spesa – Nel 2023 gli ambiti che creano difficoltà al maggior numero di famiglie sono le spese per l’abitazione (51% ha avuto difficoltà a sostenerle) e per la salute (47%), seguite da altri due aspetti rilevanti come la mobilità (42%) e, soprattutto, l’alimentazione (41%). Il peggioramento più evidente rispetto al 2022 lo registrano salute e alimentazione, con un aumento delle famiglie in difficoltà di 5 e 4 punti percentuali rispettivamente. Guardando nel dettaglio si scopre che le voci più problematiche sono visite mediche (52%, in aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2022) e cure dentistiche (51%), per quanto riguarda la salute; carne e pesce (47%) e frutta e verdura (44%) per quanto riguarda l’alimentazione, con aumenti sostenuti, pari a 7 punti percentuali per entrambe le voci. In crescita anche il numero di quanti fanno fatica a concedersi qualche sfizio come andare al bar o al ristorante (44%, 8 punti percentuali in più rispetto al 2022). Salute e alimentazione sono ambiti che influenzano fortemente la qualità di vita delle persone e la difficoltà a far fronte alle spese per provvedervi mette a rischio la tenuta sociale e minaccia i diritti fondamentali dei cittadini. Dai dati emersi appare evidente l’inefficacia delle iniziative intraprese dalla politica, sia sul fronte della lotta all’inflazione del carrello della spesa (Carrello Tricolore), sia per quanto riguarda il contrasto all’allungarsi delle liste di attesa, un fenomeno che spinge gli italiani a fare sempre più ricorso al privato, con un esborso significativamente maggiore e alla portata di pochi fortunati. Secondo gli ultimi dati disponibili la spesa sanitaria privata nel 2022 ha raggiunto i 40,1 miliardi di euro e nel 2023 il 7% di chi aveva bisogno di cure ha rinunciato per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio.Confronto fra aree geografiche – Per quanto riguarda la comparazione fra le diverse zone della Penisola, si conferma anche nel 2023 il divario fra Nord e Centro-Sud. Le difficoltà a sostenere le spese sono maggiori al Centro (indice pari a 43,5) e al Sud e isole (43,6); migliore invece la situazione al Nordest (45,3) e soprattutto al Nordovest (47,5). Rispetto all’anno precedente si nota un una divaricazione tra le due aree settentrionali, con il valore del Termometro che diminuisce di 1,4 punti per il Nordest e invece aumenta di 1 punto per il Nordovest. Più stabile l’andamento del Centro (-0,6) e del Sud e isole (+0,2). Non sorprende quindi che le Regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restino principalmente nel Nordovest. Il valore dell’indice è significativamente superiore alla media per Liguria (49,3), Lombardia (48,3) e Piemonte (47,1), ma anche Trentino-Alto Adige, Sicilia e Veneto superano, anche se non di molto, il dato medio. Le regioni invece in cui la capacità di sostenere le spese è inferiore alla media sono: Umbria, Campania, Calabria e Abruzzo. Confronto per tipologia di famiglia – Passando al confronto per tipologia di famiglia, il titolo di studio si conferma ancora una volta come un fattore importante nell’influenzare la capacità di spesa: i nuclei familiari in cui entrambi i partner hanno un titolo universitario mostrano una migliore capacità di affrontare le spese (50,0) rispetto a quelle in cui nessuno dei due partner è laureato (39,8). La situazione appare poi più agevole per chi vive da solo (49,3), mentre le difficoltà aumentano di pari passo con il numero dei componenti della famiglia, cosìcchè alla fine i nuclei numerosi risultano i più penalizzati, con un indice a 40,5 per quelli composti da 5 o più persone. Emerge dunque con chiarezza come il titolo di studio rifletta diseguaglianze di reddito. È fondamentale pertanto tornare ad investire nell’istruzione per riattivare la scala sociale e aumentare il numero di giovani in possesso di una laurea o di un titolo di studio terziario, che nel nostro Paese è sensibilimente al di sotto della media europea (29,2% vs il 42% nella fascia 25-34 anni)[3]. Inoltre, le difficoltà maggiori in cui versano le famiglie – e non solo quelle numerose – rispetto ai single, denuncia un sistema in cui le spese di ogni componente si sommano a quelle degli altri senza che intervengano meccanismi di attenutazione: ciò porta a riflettere sulla necessità di politiche pubbliche a sostegno dei nuclei con figli più incisive rispetto quelle ad oggi messe in campo, quali l’assegno unico universale, i diversi bonus (assegno di natualità, bonus mamma.. ), l’estensione dei congedi parentali.Le aspettative per il 2024 – L’indagine rileva, inoltre, le previsioni per il 2024: ancora una volta si conferma la tendenza di consumatori e famiglie italiane a guardare al futuro con timore e pessimismo. Le attese sono infatti di un ulteriore peggioramento della situazione: l’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso è inferiore di 1 punto rispetto a quello registrato per l’anno trascorso. Un terzo degli intervistati (32%) ritiene che la sua famiglia avrà più difficoltà a sostenere le spese nel 2024 rispetto a quanto avvenuto nel 2023. La metà (50%) stima che la situazione resterà invariata, mentre solo il 19% prevede che sarà più facile. Aspettative al ribasso anche per la capacità di risparmio: il 76% ritiene che sarà difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2024 e ben il 44% immagina che sarà molto difficile, se non impossibile, farlo (rispetto al 40% del 2023).Il confronto con gli altri Paesi – Infine, il confronto con gli altri Paesi europei che hanno partecipato all’indagine mostra che, anche nel 2023, l’Italia si colloca ad un livello simile alla Spagna (valore dell’indice 46,0), mentre in testa restano le famiglie belghe (53,5) e in coda quelle portoghesi (43,4). Meno positivo il fatto che l’Italia, come la Spagna, mostri una sostanziale stabilità dell’indice rispetto al valore dello scorso anno: +0,2 per la Spagna, -0,1 per l’Italia, mentre Belgio (+1,4) e Portogallo (+1,3) fanno segnare un miglioramento. Sono le spese sanitarie a segnare il passo rispetto agli altri Paesi: la percentuale di famiglie italiane in difficoltà da questo punto di vista (47%) è particolarmente elevata rispetto a quanto avviene in Spagna (38%), in Portogallo (36%) e in Belgio (28%). LEGGI TUTTO

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    Italgas, utile 2023 sale a 439,6 milioni. Dividendo di 0,352 euro

    (Teleborsa) – Italgas ha chiuso il 2023 con ricavi totali adjusted pari a 1.774,8 milioni di euro, in aumento di 237,5 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2022 (+15,4%) e si riferiscono a ricavi regolati (1.451,2 milioni di euro) e a ricavi diversi (323,6 milioni di euro). L’EBITDA adjusted del 2023 ammonta a 1.183,7 milioni di euro (+9,3% rispetto al 31 dicembre 2022) e l’utile netto adjusted attribuibile al Gruppo è pari a 439,6 milioni di euro (+11,1% rispetto al 31 dicembre 2022). Ne deriva la proposta di distribuzione di un dividendo per azione di 0,352 euro, equivalente al 65% di payout, in crescita dell’11% rispetto al 2022, e maggiore del floor di 4% CAGR rispetto al 2022.Nel 2023 sono stati realizzati 906,5 milioni di euro di investimenti (in aumento dell’11,3% rispetto al 2022) che hanno reso possibile la posa di ulteriori 965 km di condotte (di cui 724 km in esercizio). Significativo il contributo delle attività in Grecia dove, a fronte di un investimento complessivo di circa 106,7 milioni di euro, sono stati posati anche circa 600 chilometri di condotte gas.”28 trimestri di crescita ininterrotta sono un risultato straordinario, a maggior ragione per una società come Italgas che opera prevalentemente in un settore che negli ultimi anni ha dovuto confrontarsi con un contesto internazionale particolarmente instabile”, ha commentato l’AD Paolo Gallo.L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023, escludendo gli effetti derivanti dai debiti finanziari ex IFRS 16 pari a 79,1 milioni di euro (72,0 milioni di euro al 31 dicembre 2022), ammonta a 6.555,2 milioni di euro in aumento di 627,1 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022 (5.928,1 milioni di euro). LEGGI TUTTO

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    Popolare di Sondrio, bond luglio 2029 riacquistato per 108,7 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banca Popolare di Sondrio ha comunicato i risultati del lancio dell’offerta di riacquisto per cassa del proprio prestito obbligazionario subordinato denominato in euro a tasso fisso “Euro 200,000,000 Fixed Rate Reset Subordinated Notes due 30 July 2029”. La banca ha comunicato che accetterà di acquistare tutti i titoli validamente portati in adesione. L’importo di acquisto è pari a 108.719.000 euro. L’importo nominale complessivo dei titoli che rimarrà in circolazione dopo la data di regolamento dell’offerta sarà pari a 91.281.000 euro. LEGGI TUTTO

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    BBVA supera i 420.000 clienti in Italia, obiettivo 2024 sale a 600 mila

    (Teleborsa) – Numeri record per BBVA che a febbraio ha superato i 420.000 clienti, al di sopra del suo obiettivo iniziale. Il 2023 – spiega la nota – è stato un anno record, con un totale di 220.000 nuovi clienti, grazie a una gamma di prodotti e servizi molto interessante. Per questo motivo, la banca ha fissato un nuovo obiettivo per l’anno in corso: 600.000 clienti, in anticipo di due anni rispetto al piano iniziale stabilito al suo arrivo nel Paese.”Chiudiamo il 2023 di BBVA in Italia con ottimi risultati, superando le nostre aspettative e con la convinzione che il 2024 sarà un anno di crescita e di consolidamento del modello a lungo termine con cui vogliamo che gli italiani ci scelgano come banca principale”, ha dichiarato Javier Lipúzcoa, Direttore Digital Banking di BBVA in Italia. “Sempre più clienti si fidano di noi e hanno scelto BBVA come banca principale in Italia. E questo è possibile perché abbiamo un’offerta molto diversa sul mercato, totalmente digitale e personalizzata allo stesso tempo, perché il nostro modello ha il meglio di entrambi i mondi”, ha aggiunto il direttore del Digital Banking.A questo proposito, BBVA dispone di un servizio clienti attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, e di un’applicazione mobile agile, facile e intuitiva, che offre ai clienti italiani la comodità di poter operare quando e dove ne hanno bisogno.Nel 2023 BBVA è stata riconosciuta da Forbes e Statista come una delle cinque migliori banche in Italia, avendo consolidato la propria posizione sul mercato con un’offerta di prodotti sempre più completa. Nel 2024, la banca completerà la sua offerta nel Paese con nuovi prodotti che saranno annunciati nel corso dell’anno. LEGGI TUTTO