2 Aprile 2024

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    Websolute acquista il 70% di Lunghezza d’Onda per 3,47 milioni di euro

    (Teleborsa) – Websolute, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nei settori della comunicazione e tecnologia digitale e del digital marketing e-commerce, ha acquisito il 70% del capitale sociale di Lunghezza d’Onda per un corrispettivo pari a 3,467 milioni di euro, finanziato mediante un mutuo chirografario di 3 milioni di euro con supporto di garanzie pubbliche. L’accordo prevede al l’opzione di acquisto (call) del residuo 30% delle quote in favore di Websolute, da esercitarsi, a pena di decadenza, entro 5 anni da oggiFondata nel 2010 da Antonio De Cicco e Andrea Zofrea, Lunghezza d’Onda è proprietaria di Showefy, suite di servizi software dove il cuore è un sistema di configurazione 3D in modalità SAAS specializzata in configurazione prodotti e gestione dei servizi per il mondo dell’arredamento, adottato da molti leader di settore del mercato italiano a vocazione internazionale.Nel 2023, in continuità con i risultati del 2022, Lunghezza D’Onda ha registrato performance positive: Ricavi delle Vendite e delle Prestazioni “produttive” di marginalità pari a 916 migliaia di euro, Valore della Produzione pari a 935 migliaia di euro, EBITDA pari a 585 migliaia di euro con EBITDA margin pari al 63%, Indebitamento Finanziario Netto cash positive per 785 migliaia di euro”Siamo lieti di annunciare una nuova importante e strategica operazione per il settore dell’Home & Design, con la quale il Gruppo Websolute rafforza notevolmente il suo percorso di crescita intrapreso con la quotazione e saldamente poggiato su una politica di acquisizioni strategiche di quote di controllo in società con ottime performance, considerate complementari ed incrementative del business del Gruppo, con particolare attenzione alle verticalità settoriali, ritenute core-business e rilevanti a livello di economia nazionale, in cui detiene una leadership distintiva di mercato”, Lamberto Mattioli, Presidente e Amministratore Delegato di Websolute.”Espandendo la base clienti attivi anche a quelli del parco clienti delle società rientranti nel perimetro di consolidamento del nostro Gruppo promuoveremo una azione commerciale congiunta, potendo beneficiare di un modello di business che genera molta marginalità aggiuntiva e ottimi flussi di cassa a beneficio sia della società acquisita che di Websolute”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Comuni contro Anac: “Multati da chi viola la legge”

    (Teleborsa) – “ANAC invece di chiarire perché non rispetta il Codice Appalti che la obbliga a non autorizzare le Stazioni appaltanti non qualificate a bandire gare in proprio, chiede chiarimenti a queste ultime, da trasmettere in 5 giorni, pena multe salate fino a un massimo di 5mila euro”. È solo una delle tante doglianze che si leggono in una lettera aperta sottoscritta in pochi giorni da oltre 300 Comuni aderenti ad ASMEL, l’Associazione che ne aggrega oltre 4.400 in tutt’Italia.I Comuni ricordano di aver “salutato con favore l’obbligo di digitalizzazione dell’intero ciclo degli appalti scattato dal 1 gennaio scorso, perché avrebbe dovuto produrre non solo trasparenza, ma anche semplificazione delle procedure” ed evidenziano che “l’Autorità di vigilanza ha chiesto e ottenuto di assumere il ruolo di ‘orchestratore’ dell’interscambio dati tra le diverse piattaforme informatiche coinvolte nel nuovo sistema”. Ma lamentano che la “data del 1 gennaio ha comportato un blocco delle attività causato dai troppi malfunzionamenti del sistema di digitalizzazione”.”L’Autorità di vigilanza ha scelto la tecnica dello struzzo – dichiara Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL –. Mette la testa sotto terra e non vuole riconoscere errori di funzionamento tutti imputabili all’imperizia del novello orchestratore. Emana però comunicati e proclami indicando artifizi procedurali in grado di ovviare ai malfunzionamenti, in attesa della loro risoluzione. Gli artifizi non sono altro che deroghe temporanee alle regole e a precise disposizioni di legge. In altri termini, ANAC non riesce come orchestratore e per rimediare si sostituisce al legislatore”. “Ma l’autorità – incalza Giovanni Caggiano, presidente ASMEL – non dimentica di essere chiamata a vigilare sulla corretta applicazione delle leggi e trasmette richieste di chiarimenti ai Comuni, chiamandoli a discolparsi sul perché hanno bandito gare, senza le prescritte autorizzazioni. Non dice però che esse sono state rilasciate dal sistema governato con imperizia da ANAC violando la legge che le impone di non rilasciare il codice di accesso agli Enti non qualificati. Inaccettabile, in questo contesto, la minaccia di multe salate in mancanza di risposte entro 5 giorni”. La lettera aperta ASMEL conclude invitando ANAC a un incontro pubblico. LEGGI TUTTO

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    Euronext, quotazione dei primi ETF attivi a Parigi dopo cambio normativa

    (Teleborsa) – Euronext, la principale infrastruttura di mercato paneuropea, ha annunciato la quotazione dei primi nove ETF attivi su Euronext Paris, a seguito delle modifiche della normativa da parte della Autorité des marchés financiers (AMF).Questi ETF appena quotati sono: AXA IM ACT Biodiversity Equity UCITS ETF USD Acc, AXA IM ACT Climate Equity UCITS ETF USD Acc, AXA IM Euro Credit PAB UCITS ETF EUR Acc, AXA IM USD Credit PAB UCITS ETF USD Acc, AXA IM US High Yield Opportunities UCITS ETF USD Acc, BNP Paribas Easy Sustainable EUR Corporate Bond Acc, BNP Paribas Easy Sustainable EUR Titoli di Stato Acc, BNP Paribas Easy Sustainable EUR Corporate Bond Dist, BNP Paribas Easy Sustainable EUR Titoli di Stato Dist.Con 122 ETF attivi già quotati su altri mercati Euronext, le nove nuove quotazioni di Parigi armonizzano l’accesso agli ETF attivi sui mercati Euronext. Il numero totale di ETF attivi quotati sui mercati Euronext è ora 131. Gli ETF quotati su Euronext rappresentano oltre il 78% del totale degli asset in gestione (AuM) degli ETF attivi quotati in Europa, si legge in una nota della società che gestisce i listini di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Milano, Oslo e Parigi.”La quotazione degli ETF attivi su Euronext Paris rafforza il nostro impegno a mantenere la nostra posizione di principale mercato europeo degli ETF, il luogo preferito da investitori ed emittenti – ha commentato Anthony Attia, Global Head of Derivatives and Post-Trade di Euronext – Forniamo un supporto completo ai nostri clienti e siamo continuamente pionieri di innovazioni per guidare l’evoluzione degli investimenti in ETF”. LEGGI TUTTO

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    Morgan Stanley Capital Partners acquisisce Resource Innovations

    (Teleborsa) – Morgan Stanley Capital Partners (MSCP), il team di private equity focalizzato sul middle-market di Morgan Stanley Investment Management, ha acquisito Resource Innovations, società di servizi abilitati dalla tecnologia focalizzata sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità. Secondo i termini dell’accordo, MSCP ha acquisito una partecipazione di controllo nella società da BV Investment Partners e da alcuni altri azionisti. La fondatrice Lauren Casentini continuerà a ricoprire il ruolo di CEO e rimarrà un azionista significativo dopo il completamento della transazione.Con sede nell’area della Baia di San Francisco, Resource Innovations fornisce servizi di consulenza, servizi di gestione dei programmi e software a clienti di utilities, governi e aziende nei settori dell’efficienza energetica e della decarbonizzazione con l’obiettivo di abbassare i costi energetici, ridurre gli sprechi, ridurre le emissioni di gas serra e migliorare resilienza della griglia.L’acquisizione di Resource Innovations da parte di MSCP rappresenta il suo terzo investimento in settori industriali e servizi in outsourcing, dopo l’acquisizione di Apex nel 2023 e Alliance Technical Group nel 2021. LEGGI TUTTO

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    Stellantis, Urso: “Governo ha già dato, ora tocca all’azienda”

    (Teleborsa) – “Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia. Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l’azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall’Anfia”. È quanto ha affermato – secondo quanto si apprende – il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo sullo stabilimento Stellantis di Melfi. “Stellantis – ha spiegato Urso – ha ribadito che intende realizzare cinque modelli a Melfi, che era l’impegno preso da Tavares quando ci incontrammo al Mimit”. “Il Governo ha già messo in campo la politica, ha già dato. Ora tocca all’azienda dare all’Italia – ha detto Urso –. Al termine dei tavoli sui vari stabilimenti italiani di Stellantis avremo sufficiente chiarezza su quali possono essere le prospettive sulla produzione, sui modelli, gli investimenti e sull’occupazione nei singoli siti noi abbiamo presentato ciò che il governo è riuscito a fare: abbiamo cambiato la politica europea sull’auto, indirizzato l’Europa a tutelare la produzione nazionale nell’elettrico rispetto alla concorrenza sleale cinese, realizzato un piano straordinario per incentivare l’innovazione, un piano incentivi di quasi un miliardo di euro per indirizzare l’acquirente verso la produzione nazionale”. Gli ecoincentivi, ha aggiunto Urso, sono “una cartina di tornasole: se quest’anno aumenterà in maniera significativa la produzione nazionale di auto confermeremo la misura l’anno prossimo. Altrimenti, destineremo le ulteriori risorse del fondo a sostenere nuovi produttori. Oggi non ha presentato un piano completo. Abbiamo chiesto che nel più breve tempo possibile presentino un piano stabilimento per stabilimento. Vedremo se c’è un terreno comune di confronto per un piano condiviso con le parti sui piani di sviluppo dei siti”. Il governo “tirerà le somme quando chiuderemo il confronto – ha detto Urso – quello su cui sono stato chiaro è che il governo ha sviluppato una politica dell’auto in Europa, cambiando i dossier, e in Italia, con gli incentivi all’acquisto. Ora è necessaria una risposta significativa e concreta sull’aumento dei livelli produttivi e il mantenimento dei rapporti con l’indotto”. L’Italia – ha aggiunto il ministro delle Imprese e del made in Italy – è il Paese “con maggiore attrattività” per i produttori di auto, perché è “l’unico Paese in Europa ad avere una sola casa automobilistica. Negli altri Paesi ci sono da 4 a 7 produttori. C’è un mercato interno che facilmente può acquisire i prodotti di un’altra casa. Il delta tra produzione e immatricolazione – ha proseguito – è il più alto in Europa. Abbiamo anche la fortuna di avere una forza lavoro predisposta, con un’industria dell’indotto eccellente all’Italia e all’estero. Abbiamo le migliori condizioni per attrarre altre case automobilistiche. Forse anche per questo il numero che si è affacciato a questo ministero sia ormai di 6-7-8 case automobilistiche”. Soddisfatti i sindacati della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi ma non mancano le polemiche. “Confermati a Melfi 5 modelli full elettric, ma resta l’incongnita sulla capacità di saturazione degli impianti e dell’indotto” commenta il leader della Fim, Ferdinando Uliano, al termine dell’incontro al Mimit sullo stabilimento Stellantis di Melfi. L’azienda, ha riferito la Fim, ha ricordato come il gruppo abbia istallanto a Melfi la piattaforma Stella Medium (per le produzioni dei segmenti C e D), una piattaforma estremamente flessibile, confermando la produzione di 5 vetture multibrand full electric a Melfi. L’implementazione dei primi modelli è già in corso, il primo modello sarà legato al brand DS e tutti e 5 i modelli avranno una calendarizzazione che si dipanerà nei prossimi 2 anni, entro 2026. Come capacità produttiva inziale si pensa a circa 40 vetture ad ora, per un tolate di 260mila vetture anno che dovrebbero saturare l’impianto. Per quanto riguarda le attuali produzioni, la 500 X continuerà fino prima metà 2025, mentre la Jeep Renegate si protrarrà fino al 2026. Uliano ha precisato come Melfi rappresenti un unicum rispetto agli altri stabilimenti italiani, in particolare per il sistema dell’indotto che ruota esclusivamente intorno al sito produttivo di Stellantis che complessivamente impiega circa 9 mila lavoratori tra diretti (5675) e indiretti. Uliano ha poi ricordato come lo stabilimento di Melfi oggi produca 170mila unità, circa la metà di quelle che si producevano sette anni fa. Le attuali tre vetture prodotte verranno sostituite con 5 modelli full electric, resta da capire il modello Opel che era stato annunciato con cosa verrà sostituito e le tempistiche. “Soprattutto – ha detto Uliano – abbiamo la necessità di capire se la proiezione rispetto ai volumi dei 5 modelli full electric sarà capace di saturare gli impianti o gli impatti effettivi sull’occupazione, perché per noi sarà necessario gestire e preservare l’occupazione. A questo si aggiunge anche la nostra preoccupazione rispetto alle aziende della componentistica su cui non abbiamo ancora una risposta. Per quanto riguarda gli incentivi sarà necessario avere una continuità visto che resta un delta nei costi dell’elettrico rispetto alle motarizzazioni endotermiche di oltre il 40% in più a cui vanno aggiunti sostegni e incentivi per sostenere la ricoversione industriale in particolare della componentistica. Sarà fondamentale la definizione a termine dei vari incontri di stabilimento, di un accordo complessivo che stabilisca concretamente impegni e garanzie di tutti i soggetti presenti al tavolo a partire da Stellantis”.”Siamo soddisfatti della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che una parte di questi sia ibrida giacché i full electric stentano ad imporsi sul mercato. Inoltre chiediamo tutele per i lavoratori dell’indotto, vale a dire della componentistica, dei servizi e della logistica, che a ben vedere sono i più esposti ai rischi occupazionali – dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, al termine dell’incontro al Mimit –. Per la fabbrica Stellantis di Melfi abbiamo accolto con sollievo la conferma dei cinque modelli sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che si prenda in considerazione la possibilità di produrre anche vetture ibride e quindi non di focalizzarsi esclusivamente sul full electric. A detta di Stellantis la capacita iniziale dello stabilimento sarà pari a 40 vetture per ora, ossia a 260mila vetture anno, ma un numero del genere sarebbe difficile raggiungerlo con vetture esclusivamente elettriche, che stanno facendo molta fatica ad imporsi fra i consumatori, tanto da indurre ad un approccio più equilibrato e gradualista perfino la politica europea. Per le stesse ragioni chiediamo di prorogare al massimo la produzione degli attuali modelli con motorizzazioni più tradizionali”. “Resta in ogni caso da affrontare il problema più drammatico – aggiunge Ficco – che è quello dei lavoratori dell’indotto, che ammontano a circa 4mila persone a fronte di circa 5.500 dipendenti diretti di Stellantis. Ebbene per loro chiediamo meccanismi di passaggio dalle imprese che perdono le commesse a quelle che le vincono o che le reinternalizzano, nonché più specificamente a Stellantis un atteggiamento di responsabilità sociale verso un tessuto industriale che è mono committente. Infine appoggiamo la richiesta della Regione Basilicata di abolire il costo di utilizzo della cassa integrazione, cosa assolutamente urgente per le imprese che versano in maggiore difficoltà”. A Melfi “abbiamo conquistato con le forze sindacali una missione produttiva per i prossimi anni – conclude – ma ci sono aspetti del piano industriale che vanno migliorati e da soli non possiamo farcela, tanto più che le ricadute occupazionali della transizione elettrica saranno pesantissime, nel migliore dei casi quantificabili in una perdita del 30% dei posti di lavoro. Occorre che il Governo adotti quanto prima le proposte scaturite proprio dai tavoli tecnici del Mimit, condivise da sindacato, imprese e istituzioni, a incominciare da quelle relative al rafforzamento degli ammortizzatori sociali e allo sgravio dei costi dell’energia. Speriamo che la articolazione del confronto del tavolo automotive stabilimento per stabilimento, distretto industriale per distretto industriale, possa dare finalmente concretezza alla discussione col Governo e con Stellantis, abbandonando chimere e rimpianti, concentrandoci piuttosto sugli aspetti più problematici del piano industriale e della transizione all’elettrico”. “Al tavolo di oggi Stellantis non ha risposto alle garanzie sociali, produttive e occupazionali per i suoi dipendenti e per quelli dell’indotto. Attualmente a Melfi si assemblano le Jeep Renegade, la Jeep Compass e la Fiat 500X. Stellantis ha annunciato con l’arrivo della piattaforma STLA Medium 5 nuovi modelli elettrici, i cui tempi non sono allineati rispetto a quelli degli incentivi – dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil –. Il primo modello previsto sarà DS, mentre l’attuale 500X sarà prodotta fino alla prima metà del 2025 e le due Jeep fino a tutto il 2026. Attualmente le lavoratrici e i lavoratori sono tutti in contratto di solidarietà fino a luglio 2024 . Per quanto riguarda i dipendenti di Stellantis si deve registrare che la maggior parte degli ultimi assunti a Melfi (i 1.800 dell’epoca del Jobs Act) sono già usciti con gli incentivi all’esodo. Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell’occupazione. Le aziende della componentistica e della logistica stanno già pagando l’effetto del calo dei volumi produttivi, l’internalizzazione di diverse attività in Stellantis e l’esclusione dalla possibilità di partecipare alle gare per nuove commesse. Senza risorse pubbliche e private non c’è la possibilità di gestire la transizione ecologica, il punto però è porre dei vincoli e arrivare ad un’intesa che serva a dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori. L’intera discussione su l’automotive iniziata al Mimit lo scorso 6 dicembre, deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis. La mancanza di risposte concrete da parte dell’azienda, in relazione agli investimenti finalizzati a rilanciare la produzione e l’occupazione nello stabilimento di Melfi e nell’indotto, rischia di vanificare anche gli interventi fatti dal Governo per l’istituzione dell’area di crisi complessa con lo stanziamento di 20 milioni di euro per quell’area in Basilicata”. “Abbiamo chiesto unitariamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un tavolo a Palazzo Chigi – concludono De Palma e Gesmundo –, perché abbiamo bisogno di un tavolo nazionale, non di tavoli regionali, al fine di arrivare ad una trattativa vera e quindi ad un accordo. Intanto nei prossimi incontri, a partire da domani su Mirafiori e giovedì su Atessa, auspichiamo che Stellantis cominci a dare le risposte che oggi su Melfi non ha dato. Il 12 aprile ci sarà uno sciopero unitario con manifestazione a Torino di tutto il settore automotive, uno sciopero che parla a tutta la città e al Paese”. LEGGI TUTTO

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    WIIT, Equita incrementa target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Equita ha incrementato a 23 euro per azione (da 22 euro) il target price su WIIT, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel mercato del Cloud Computing, confermando la raccomandazione sul titolo a “Buy”. Gli analisti hanno incorporato nelle stime la recente acquisizione di Econis che consente a WIIT di entrare nel mercato svizzero con una base di ricavi (circa 20 milioni di franchi svizzeri di ricavi ricorrenti) e clienti (circa 50, di cui 20 rilevanti) significativa.”Anche se l’operazione è diluitiva sui margini (in particolare sul 2024, ma anche post sinergie), come commentato in prima battuta ci sembra strategicamente corretta per le opportunità di crescita che apre in un paese (la Svizzera) e in un settore di riferimento (finanza) interessante e finanziariamente accretive visto che viene pagato un valore quasi nullo (anche includendo leases e capex di integrazione) a fronte di un beneficio in 2-3 anni di 2-3 milioni di FCF”, si legge nella ricerca.(Foto: Bethany Drouin) LEGGI TUTTO

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    Snam, Fabrizio Rutschmann è il nuovo Chief People & Corporate Services Officer

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha comunicato che Fabrizio Rutschmann è il nuovo Chief People & Corporate Services Officer del gruppo, Dirigente con Responsabilità Strategiche a diretto riporto dell’Amministratore Delegato Stefano Venier. Nel suo percorso professionale, Rutschmann ha ricoperto numerosi ruoli nell’ambito delle risorse umane, maturando un’esperienza consolidata in realtà industriali di primo piano in Italia e all’estero.Laureato in Amministrazione Aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con una specializzazione ottenuta presso l’Università SDA Bocconi di Milano, ha iniziato la sua carriera in Electrolux, per poi ricoprire posizioni di crescente responsabilità in Unicredit, Tim e Pirelli. Prima di entrare in Snam, è stato Chief Human Resources & Organization Officer di Prysmian, nell’ambito del quale è stato anche Board of Directors member and Strategy Committee Chair di Oman Cable Industries. LEGGI TUTTO

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    ESMA avvia consultazioni su modifiche a quadro normativo delle agenzie di rating

    (Teleborsa) – L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha avviato una consultazione sulle proposte di modifica del regolamento delegato (UE) n. 447/2012 della Commissione e dell’allegato I del Credit Rating Agencies Regulation (CRAR). L’obiettivo è garantire una migliore integrazione dei fattori ESG nelle metodologie di rating del credito e la successiva informativa al pubblico, nonché rafforzare la trasparenza e la credibilità del processo di rating del credito, si legge in una nota.In particolare, le proposte mirano a: garantire che la rilevanza dei fattori ESG nell’ambito delle metodologie di rating del credito sia soggetta a documentazione sistematica; migliorare l’informativa sulla rilevanza dei fattori ESG nei rating creditizi e nelle prospettive di rating; fornire un processo di rating del credito più solido e trasparente attraverso l’applicazione coerente delle metodologie di rating del credito.L’ESMA prenderà in considerazione tutti i commenti ricevuti entro il 21 giugno 2024 e presenterà il proprio parere tecnico alla Commissione europea entro dicembre 2024. LEGGI TUTTO