3 Aprile 2024

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    Poste, da Camera ok DPCM cessione ma tutela interessi pubblici e occupazione

    (Teleborsa) – Nella cessione di una quota del Ministero dell’Economia detenuta in Poste italiane, il governo valuti l’opportunità di “dare priorità” ai risparmiatori italiani e ai dipendenti della società, attuare la cessioni in tempi e modalità per consentire “la più proficua valorizzazione” delle quote cedute, prevedere “presidi di tutela degli interessi pubblici” e adottare le iniziative necessarie a “non pregiudicare il livello occupazionale e la presenza sul territorio”. È quanto si legge nel parere, favorevole con osservazioni, sul Dpcm relativo all’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef in Poste Italiane, parere approvato dalla Commissione trasporti della Camera. I voti favorevoli sono stati 14 e 11 quelli contrari. Il parere della maggioranza in Commissione Trasporti alla Camera “conferma che l’obiettivo del Governo Meloni è solo ottenere il massimo profitto dall’operazione svendita di #PosteItaliane”. Così su X il deputato del Pd, Andrea Casu, commenta il via libera della Commissione di Montecitorio al Dpcm sulla cessione di una quota del Mef detenuta in Poste Italiane. “Una scelta tutta politica senza nessuna relazione tecnica – aggiunge – nessuna rassicurazione per le lavoratrici e i lavoratori a fronte di un piano strategico che già tira in ballo i primi 10.000 tagli al personale”. “Vince la linea Giorgetti – prosegue Casu – carta straccia le rassicurazioni di Urso” che rispondendo al Question Time a una interrogazione presentata dal Pd “aveva garantito che la quota pubblica non sarebbe scesa sotto il 51%.Via libera della Commissione del Senato competente su Ambiente e Comunicazioni al Dpcm sulla cessione di una quota del Mef detenuta in Poste italiane. La Commissione ha approvato il parere favorevole, senza osservazioni.Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari il Dpcm, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 25 gennaio, deve tornare in Cdm per l’approvazione definitiva LEGGI TUTTO

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    Salvini: “Investiti 2,8 miliardi per potenziamento infrastrutture Basilicata”

    (Teleborsa) – “Complessivamente sono 2,8 miliardi di euro i fondi destinati alle strade della Basilicata, di cui 867 milioni da utilizzare in manutenzione programmata e 1,9 miliardi in nuove opere”. Lo ha spiegato il vicepremier e ministro di Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini secondo quanto riporta una nota durante il Question Time di oggi. Saranno completati entro quest’anno il primo lotto della SS 655 “Bradanica”, del valore di 77 milioni ed, entro giugno, i lavori di messa in sicurezza del tratto Potenza-Melfi della SS 658, del valore di 15 milioni. A questi interventi si aggiungono la variante Tito-Brienza, del valore di 108 milioni, e i lavori sulla statale 18 a Maratea, con la realizzazione di un bypass per la riapertura temporanea della strada in vista della stagione estiva, fa sapere il Mit. Nel nuovo contratto di programma Anas 2021-2025, prosegue la nota, sono state inoltre avviate le attività di progettazione della “Murgia-Pollino” e dell’itinerario “Salerno – Potenza – Bari”. Per quanto attiene agli interventi per le infrastrutture ferroviarie, entro il 2026, in linea con il Pnrr, saranno realizzati: la Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto, per un investimento di 396 milioni e la linea Ferrandina – Matera La Martella, valore 429 milioni. “Entro il 2028, poi, saranno completati i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Potenza – Foggia ed è in fase di progettazione il potenziamento dell’attuale stazione merci di S. Nicola di Melfi, con un impianto dedicato al servizio viaggiatori per i dipendenti della Zona Industriale. Per quanto attiene al trasporto pubblico locale, con i fondi PNRR abbiamo destinato 16 milioni per il rinnovo del parco mezzi (bus e treni). Inoltre, – dice ancora il Mit – , ulteriori risorse Pnrr sono state destinate alle infrastrutture idriche (circa 130 mln), ai progetti Pinqua di rigenerazione urbana (15 milioni) nonché 50 milioni per le infrastrutture nelle Zes”. LEGGI TUTTO

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    ANAC: oltre un milione di affidamenti da Gennaio 2024, per un valore di 78 miliardi di euro

    (Teleborsa) – “La digitalizzazione degli appalti in Italia funziona. Introdotta dal nuovo Codice dei contratti pubblici e operativa dal primo gennaio 2024, ha superato le prime settimane di rodaggio, e ora è quasi regime, a vantaggio di tutti, in particolare dei Comuni e dei piccoli Comuni. In tre mesi di attività sono state avviate attraverso la piattaforma digitale oltre un milione e centomila procedure di affidamento di contratti pubblici per un valore di circa 78 miliardi di euro”. Lo scrive l’Anac in una nota. “Il caso sollevato da Asmel, che in passato è stata soccombente in giudizio in più occasioni nei confronti dell’Autorità – prosegue l’Anac – riguarda esattamente questo: una stazione appaltante che ha condotto procedure di gara superiore alle soglie di qualificazione, pur non essendo qualificata per farlo. Inoltre, ha utilizzato ipotesi derogatorie non giustificate, e nei suoi confronti sono state riscontrate ulteriori, svariate illegittimità. Eventuali sanzioni che dovessero essere comminate alla singola stazione appaltante sono a garanzia di tutto il sistema e a tutela delle migliaia di stazioni appaltanti che, al contrario, hanno agito correttamente e nel pieno rispetto della legge, valorizzando al meglio le opportunita’ fornite loro dal processo di digitalizzazione”. “L’Autorità Nazionale Anticorruzione continuerà a lavorare a fianco delle tante pubbliche amministrazioni impegnate seriamente nel processo di digitalizzazione degli appalti, in special modo dei piccoli Comuni – conclude -, anche attraverso la pubblicazione di bandi tipo e supporto logistico attraverso la piattaforma Anac”. LEGGI TUTTO

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    Intel annuncia maxi perdita per divisione di produzione chip, titolo crolla

    (Teleborsa) – Si muove al ribasso il titolo Intel che mostra una flessione del 6,66%.Non solo il colosso Usa ha rivelato una perdita operativa di 7 miliardi di dollari per la sua divisione Foundry, colpa, secondo il CEO Pat Gelsinger di una serie di decisioni sbagliate. Nello scorso esercizio la divisione ha registrato un crollo dei ricavi del 37% a 18,9 miliardi di dollari.L’andamento del principale produttore di chip nella settimana, rispetto al Dow Jones, rileva una minore forza relativa del titolo, che potrebbe diventare preda dei venditori pronti ad approfittare di potenziali debolezze.La tendenza di breve di Intel è in rafforzamento con area di resistenza vista a 41,53 USD, mentre il supporto più immediato si intravede a 40,62. Attesa una continuazione della tendenza al rialzo verso quota 42,44. LEGGI TUTTO

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    Decarbonizzazione degli edifici: ‘Italia in ritardo e le opportunità degli smart building’

    (Teleborsa) – Il ritardo dell’Italia nel raggiungimento degli obiettivi “Fit for 55”, ulteriormente evidenziato anche dalla recente Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD), conferma l’importanza di intervenire sul settore edilizio per obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di CO2.La riqualificazione smart del patrimonio immobiliare italiano non solo attiverebbe diversi benefici dal punto di vista ambientale, ma garantirebbe anche un impatto considerevole sul tessuto economico e sociale del Paese. Riqualificare in ottica smart gli edifici vetusti del patrimonio immobiliare italiano, infatti, abiliterebbe investimenti per oltre 330 miliardi di euro, con benefici economici netti positivi pari a 17-19 miliardi di euro all’anno per i cittadini diminuendo quindi le spese per consumi energetici del 15-19%.Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalle stime elaborate da The European House – Ambrosetti nell’ambito dei lavori della Community Smart Building, iniziativa nata nel 2022 e che coinvolge le più importanti imprese di questa filiera.”Affinchè la filiera degli edifici italiana sia pronta a rispondere alle esigenze di decarbonizzazione poste dalla Direttiva europea “Case Green”, è fondamentale investire in competenze smart&green”, ha sottolineato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti. “La rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale passa attraverso le mani di professionisti qualificati e specializzati, per cui sarà chiave rafforzare i programmi di upskilling e reskilling dei lavoratori e sviluppare percorsi di formazione innovativi a partire dalle scuole superiori, gli ITS e le università”.Proprio per questo, per fare fronte alla trasformazione del parco immobiliare è essenziale valorizzare anche la professionalità e le competenze qualificate investendo sulla formazione di professionisti che possano rappresentare una risorsa per tutta la filiera. La diffusione degli Smart Building in Italia potrebbe infatti portare alla creazione di 200.000 nuovi posti di lavoro qualificati e specializzati, considerando 124 mila operatori specializzati, 54 mila installatori, 14 mila tecnici, 11 mila ingegneri e 10 mila progettisti. Questi sono i dati che emergono dalla mappatura dei profili chiave necessari per il settore sia in termini di competenze che in termini di nuovi posti di lavoro che si verranno a creare, realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con le aziende partner della Community Smart Building.L’Italia parte anche da una posizione privilegiata, dimostrando una forte spinta all’innovazione nell’ingegneria civile classificandosi al terzo posto per richiesta di brevetti in UE-27+UK e confermando quindi una buona propensione in questo ambito. Anche nel 2023 il focus dei nuovi occupati è stato chiaramente indirizzato verso le competenze smart e green, relative quindi agli interventi di efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale: nell’83,7% delle nuove assunzioni nel settore le aziende hanno richiesto competenze di questo tipo.Aspetto cruciale per sviluppare nuovi profili adatti all’evoluzione del settore edilizio e degli Smart Building, le aziende si stanno attivando con programmi di formazione e upskilling della forza lavoro come training on-the-job che prevedono percorsi di formazione ad hoc per ciascuna professione, collaborazione con aziende partner e professionisti esterni per formarsi sulle applicazioni e sulle soluzioni innovative richieste dal mercato e partnership con il sistema delle Università e ITS Academy. LEGGI TUTTO

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    Stellantis, oggi al Mimit l’incontro su Mirafiori. Urso: azienda chiarisca i suoi programmi

    (Teleborsa) – Vanno avanti gli incontri del ministero delle Imprese e del made in Italy con le Regioni che ospitano stabilimenti produttivi di Stellantis, azienda e parti sociali. Oggi a Palazzo Piacentini era il turno di Mirafiori. Secondo quanto riferito dai sindacati il presidente della Regione Piemonte, AlbertoCirio, ha espresso la sua preoccupazione sulla produzione di auto a Torino, sia per la situazione di Maserati che sui volumi di Mirafiori. Con Stellantis “ci rivedremo la prossima settimana a Torino perchè pensiamo che a Mirafiori, a Torino, in Piemonte, dove è nata l’industria automobilistica italiana, si debba ripartire con una prospettiva condivisa. E per fare questo è necessario che l’azienda chiarisca quali modelli, con quale produzione e, di conseguenza, con quali livelli occupazionali si può raggiungere questo obiettivo”, ha dichiarato il ministro Urso al termine del tavolo. “Siamo all’inizio di un percorso che dobbiamo compiere in breve tempo perché abbiamo la necessità di risposte chiare su cui poi realizzare un piano nazionale sull’automotive – ha aggiunto – che consenta la salvaguardia della filiera e dell’indotto, gioiello del made in Italy che vogliamo rafforzare e rilanciare”. Il ministro ha fatto sapere che l’obiettivo è quello di produrre almeno 200mila autovetture a Mirafiori.Urso ha poi dichiarato che d’accordo con la Regione Piemonte ha avanzato “la richiesta di almeno un nuovo modello di auto realizzato a Torino, che risponda alle esigenze del mercato italiano. Allo stato attuale si producono modelli che sono rivolti sostanzialmente al mercato estero. Chiediamo un modello competitivo rispondente alle esigenze del mercato interno”. Il ministro delle Imprese e del made in Italy ha inoltre sollecitato Stellantis “da subito” a “programmare la realizzazione di modelli di auto rispondenti anche agli incentivi che il governo ha messo in campo. È legittimo che Tavares tuteli i propri azionisti. Il governo deve tutelare i cittadini, che sono i nostri azionisti”.Al termine del tavolo ha parlato anche il rappresentante dell’azienda in questi incontri al ministero Davide Mele, Responsabile Corporate Affairs di Stellantis in Italia. “Siamo convinti di aver creato la capacità per garantire un futuro ai nostri stabilimenti adeguato all’ambizione comune del milione di veicoli. Ma sappiamo che la produzione di veicoli non può essere sufficiente a garantire la stabilità di un sistema industriale, essendo legata infine alla domanda del cliente, all’accessibilità del prodotto e alle dinamiche di mercato”, ha dichiarato. “Dobbiamo avere molto chiara la regola che la produzione è strettamente correlata alla domanda di mercato. In base alla domanda dei clienti, noi produciamo le auto e non il contrario. Ecco perché è fondamentale stimolare la domanda con auto a prezzi accessibili” attraverso incentivi “fornendo cosi’ attività e posti di lavoro ai nostri stabilimenti e a quelli dei nostri fornitori”. Mele ha quindi lamentato il ritardo degli incentivi annunciati dallo stesso Urso a febbraio. “Non abbiamo ancora certezza di quando questi provvedimenti saranno effettivamente operativi. E nel frattempo il mercato continua a perdere colpi, relegando l’Italia a fanalino di coda europeo nello sviluppo dell’elettrificazione. Una situazione che incide notevolmente sui nostri impianti italiani, ed in particolare Mirafiori”, ha sottolineato Mele.I sindacati Fiom e Fim hanno lamentato l’assenza di risposte da parte di Stellantis e hanno confermato lo sciopero del 12 aprile a Torino. Il tavolo al Mimit sullo stabilimento Stellantis di Mirafiori è stato, nella sostanza, “uguale a quello di ieri” su Melfi e il contributo dell’azienda è stato “imbarazzante” perché “non ha dato risposte”, ha dichiarato il segretario nazionale della Fiom, Samuele Lodi, al termine dell’incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy. “Siamo in una situazione molto difficoltosa – ha aggiunto – l’obiettivo è arrivare a 200mila auto prodotte in quello stabilimento, perché è l’obiettivo minimo per saturare l’impianto. L’incontro non ci soddisfa. Noi siamo ai tavoli al Mimit per trovare soluzioni, ma per il momento Stellantis non sta contribuendo a trovarle. Quindi, a partire dallo sciopero unitario che ci sarà a Torino il 12 aprile poi proseguiremo. Vogliamo risposte per Torino e tutti gli altri stabilimenti”.Anche il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, ha espresso preoccupazione sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Stellantis di Mirafiori. Intervenendo al tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy ha precisato come il lavoro di investimento su hub di riciclo e batterie, battery hub e cambi elettrificati, vadano bene. “Ma con questi numeri – ha aggiunto – con la sola 500 elettrica e le attuali Maserati non sono sufficiente a saturare gli impianti e l’occupazione”. LEGGI TUTTO

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    USA, ISM: settore terziario frena a febbraio ma resta in territorio espansivo

    (Teleborsa) – Il settore terziario americano frena ma resta in territorio espansivo. Secondo il sondaggio condotto dall’Institute for Supply Management fra i direttori acquisti delle aziende dei servizi, l’ISM non manifatturiero a febbraio si è portato a 51,4 punti, dai 52,6 punti del mese precedente, risultando anche inferiore alle attese del mercato (52,8 punti).Va ricordato che un indice inferiore a 50 denota una fase di contrazione degli affari ed una prevalenza di pessimismo fra i direttori acquisti delle aziende.Guardando alle singole componenti, quella sull’attività aziendale sale a 57,4 punti, mentre quella sugli ordini lima a 54,4 punti. Quella dell’occupazione si porta a 48,5 punti da 48 (atteso 49). Cresce anche la componente sui prezzi a 53,4 punti da 58,6 (attese 58,4). LEGGI TUTTO

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    Abi, sospensione rate mutui per territori di Genova e Spezia colpiti dal maltempo

    (Teleborsa) – L’Abi ha appena diffuso una lettera circolare agli Associati nella quale segnala che è stata pubblicata, sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, l’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile con cui è stata adottata una misura di sospensione del pagamento delle rate dei mutui, in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 23 ottobre al 6 novembre 2023 nel territorio della città metropolitana di Genova e della provincia della Spezia.Tale Ordinanza, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, recepisce i contenuti dell’accordo sottoscritto da Abi e dalle Associazionidei consumatori per assicurare tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sarà possibile per le banche dar seguito alla richiesta dell’Abi di dare immediata attuazione alla sospensione dei mutui per questo territorio. LEGGI TUTTO