12 Aprile 2024

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    Cherry Bank diventa primo socio di Banca Macerata, cerca sinergie con Valconca

    (Teleborsa) – Cherry Bank, banca specializzata nei servizi di supporto alle imprese, nella creazione di valore dalla trasformazione di portafogli NPL e nell’acquisto dei crediti fiscali, ha finalizzato l’acquisizione da un unico socio del 9,6% di Banca Macerata. L’acquisizione si inserisce nel programma di ampliamento dell’operatività di Cherry Bank per il tramite di accordi commerciali con istituti bancari a forte radicamento territoriale, si legge in una nota.Secondo quanto già reso noto da Banca Macerata, l’acquisto ha interessato 174.349 azioni ordinarie del valore nominale di 25 euro (per un controvalore totale di oltre 4,35 milioni di euro), pari al 9,68% del capitale sociale.L’intervento nel capitale – che mette Cherry Bank nella posizione di essere il primo socio della banca marchigiana – è volto alla realizzazione di sinergie sull’offerta, in linea con la gamma di soluzioni per famiglie e imprese già presente da parte di Banca Macerata e avviata anche da Cherry Bank nella contigua regione romagnola e nell’area di Pesaro, dove l’ampliamento di Cherry Bank è avvenuto recentemente grazie alla fusione di Banca Popolare Valconca perfezionata solo 4 mesi fa.”Banca Macerata è una realtà solida sul territorio e stabilmente profittevole – ha commentato l’AD Giovanni Bossi – Vogliamo collaborare quali soci, nel pieno rispetto delle rispettive autonomie e in coerenza con le linee guida tracciate a sostegno della nostra desiderata espansione. Collaboreremo con Banca Macerata per far sentire al meglio la nostra vicinanza, certi che la collaborazione potrà fare bene ad entrambi e, soprattutto, consentire di servire al meglio le esigenze di una comunità che ha avuto mille occasioni di dimostrarsi capace e intraprendente”. LEGGI TUTTO

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    Direttiva UE Case Green: 270 miliardi di euro per la riqualificazione immobiliare

    (Teleborsa) – E’ in arrivo un conto da 270 miliardi di euro per gli immobili italiani come conseguenza del via libera finale dell’Unione europea alla direttiva sulle case green. E’ la stima del Centro studi di Unimpresa, alla luce delle nuove regole contenute nella direttiva Case green secondo le quali entro il 2050 tutte le case in Europa dovranno essere a impatto ambientale zero. Su quasi 12,5 milioni di unità totali, sono oltre 7,6 milioni (61%) gli immobili italiani classificati nelle peggiori classi energetiche, ovvero F e G, quindi rientranti fra quelli che, sulla base delle nuove regole europee, dovranno essere riqualificati, con importanti investimenti a carico di famiglie e imprese. La spesa per ristrutturare tre abitazioni su cinque – si legge nel comunicato di Unimpresa – quelle che non rispettano i parametri della direttiva Ue, si attesta a circa 270 miliardi, calcolata considerando un investimento che oscilla, per ciascun immobile dai 20mila euro ai 55mila euro. “Questo provvedimento dimostra come l’Unione europea non guardi agli interessi complessivi, ma operi molto frequentemente sulla base di ideologie. Con il risultato che alcuni paesi risultano avvantaggiati e altri, come l’Italia, ma anche la Spagna, la Grecia e il Portogallo, arrancano e pagano un conto molto salato – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara -. Serve un ripensamento, soprattutto determinazione da parte dei partiti italiani e di quelli che rappresentano i paesi europei piu’ danneggiati dalle nuove norme. I governi hanno due anni di tempo per attuare nei rispettivi ordinamenti questa follia normativa dell’Ue e a giugno si insediera’, dopo le elezioni, il nuovo Parlamento europeo. Esiste lo spazio teorico, dunque, ma va riempito con la volonta’ politica, di cambiare le regole perche’ stavolta si corre il rischio di danneggiare seriamente l’economia italiana”.(Foto: Tumisu / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Borse europee perdono slancio con rosso Wall Street. Milano chiude sopra la parità

    (Teleborsa) – Chiusura sulla parità per la maggior parte delle Borse europee, Piazza Affari compresa, mentre il FTSE 100 si distingue in senso positivo. I listini si rimangiano gran parte dell’aumento della mattina a causa dell’andamento in ribasso di Wall Street, appesantita da alcune trimestrali deludenti dei colossi bancari. JPMorgan ha registrato un utile per azione migliore delle attese di consenso, tuttavia, hanno deluso le indicazioni sul margine d’interesse per l’intero esercizio. Citigroup ha superato le stime degli analisti, mentre Wells Fargo ha disatteso le previsioni sul margine di interesse.Segno meno per l’Euro / Dollaro USA, in una sessione caratterizzata da ampie vendite (-0,76%). L’Oro, in aumento (+0,99%), raggiunge 2.397,1 dollari l’oncia. Seduta positiva per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mostra un guadagno dell’1,70%.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +139 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,73%.Tra le principali Borse europee senza slancio Francoforte, che negozia con un -0,14%, ben comprata Londra, che segna un forte rialzo dello 0,91%, e Parigi è stabile, riportando un moderato -0,16%.Nessuna variazione significativa in chiusura per il listino milanese, con il FTSE MIB che si attesta sui valori della vigilia a 33.764 punti; sulla stessa linea, rimane intorno alla linea di parità il FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 35.921 punti. Sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap, che mostra un calo dello 0,31%; come pure, leggermente negativo il FTSE Italia Star (-0,64%).In Borsa di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta del 12/04/2024 è stato pari a 2,6 miliardi di euro, dai 2,68 miliardi della seduta precedente; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,61 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,55 miliardi.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Saipem (+3,92%), Amplifon (+3,42%), Enel (+2,91%) e ENI (+2,69%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Interpump, che ha chiuso a -5,63%. In rosso Stellantis, che evidenzia un deciso ribasso del 3,27%. Sottotono Banco BPM che mostra una limatura dell’1,20%. Deludente STMicroelectronics, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Danieli (+3,78%), Maire Tecnimont (+2,09%), Juventus (+1,88%) e D’Amico (+1,87%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su OVS, che ha chiuso a -3,86%. Pessima performance per MFE A, che registra un ribasso del 3,83%. Spicca la prestazione negativa di Digital Value, che scende del 2,67%. GVS scende del 2,45%. LEGGI TUTTO

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    Risanamento, ok da soci a bilancio e nuovo CdA. Claudio Calabi confermato presidente

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Risanamento, property company quotata su Euronext Milan, ha approvato: il bilancio relativo all’esercizio 2023 che evidenzia un risultato netto positivo pari 11,9 milioni di euro (che si confronta con la perdita netta registrata nell’esercizio precedente pari a 59,9 milioni di euro); la proposta di destinare a nuovo gli utili del risultato di esercizio.Inoltre, i soci hanno determinato in cinque il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione e hanno nominato amministratori: Claudio Roberto Calabi, Antonia Maria Negri Clementi, Giulia Pusterla, Paolo Baessato, tratti dalla lista 1 presentata da Intesa Sanpaolo (titolare del 48,9 % delle azioni ordinarie Risanamento) che ha ottenuto voti pari all’81,34% del capitale rappresentato in assemblea; e Gian Marco Nicelli, tratto dalla lista 2 presentata da Unicredit (titolare del 11,1% delle azioni ordinarie Risanamento) che ha ottenuto voti pari al 18,66% del capitale rappresentato in assemblea.A Claudio Roberto Calabi è stata attribuita la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, CdA conferma presidente Pietro Carlo Padoan e AD Andrea Orcel

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit, riunitosi a valle dell’assemblea, ha nominato il Consigliere Pietro Carlo Padoan quale Presidente del Consiglio di Amministrazione e il Consigliere Andrea Orcel quale Amministratore Delegato con tutti i poteri e le deleghe necessarie a tal fine. Ha anche nominato il Consigliere Elena Carletti quale Vicepresidente con funzioni vicarie.Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha nominato i membri dei Comitati consiliari come segue: Comitato Governance e Sostenibilità: Consiglieri Pietro Carlo Padoan (Presidente), Elena Carletti, Vincenzo Cariello, Jeffrey Alan Hedberg; Comitato Rischi: Consiglieri Elena Carletti (Presidente), Paola Bergamaschi, Marcus Johannes Chromik, Marco Giuseppe Maria Rigotti; Comitato Remunerazione: Consiglieri António Domingues (Presidente), Paola Bergamaschi, Maria Pierdicchi; Comitato Nomine: Consiglieri Jeffrey Alan Hedberg (Presidente), Beatriz Ángela Lara Bartolomé, António Domingues; Comitato Parti Correlate: Consiglieri Maria Pierdicchi (Presidente), Vincenzo Cariello, Francesca Tondi.La banca ricorda anche che l’assemblea ha nominato quali componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione i consiglieri Marco Giuseppe Maria Rigotti (Presidente), Paola Camagni, Julie Birgitte Galbo, Gabriele Villa. LEGGI TUTTO

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    Direttiva Ue case green, via libera Ecofin: Italia vota contro

    (Teleborsa) – Via libera del Consiglio Ecofin, a Lussemburgo, alla nuova direttiva Ue sulle performance energetiche degli edifici, più nota in Italia come direttive “Case green”, che impone agli Stati membri di garantire il passaggio, a termine, alla classe superiore di efficienza energetica per tutti gli edifici oggi nella classe più bassa del patrimonio immobiliare nazionale. La direttiva, già oggetto di accordo tra Consiglio Ue e Parlamento europeo e già approvata recentemente dallo stesso Parlamento europeo, ha ricevuto l’approvazione a maggioranza qualificata degli Stati membri con solo due voti contrari, Italia e Ungheria, mentre cinque altri paesi si sono astenuti, Polonia, Svezia, Croazia, Slovacchia e Repubblica ceca.L’Italia ha votato contro la direttiva Ue sulle “Case green”, ma con il voto in Consiglio Ecofin oggi “si è purtroppo concluso l’iter”, e la direttiva ora dovrà essere recepita dagli Stati membri.”La posizione dell’Italia è nota. Bellissima direttiva, bellissima, ambiziosa ma alla fine chi paga?, ha detto il ministro italiano dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, parlando con i giornalisti a Lussemburgo al termine dell’Ecofin dopo l’approvazione della direttiva che sarà ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. I 27 Paesi Ue avranno poi due anni di tempo per adeguarsi, un arco di tempo in cui tutte le capitali, compresa Roma, dovranno presentare all’Ue un piano nazionale di ristrutturazione, ovvero una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi. LEGGI TUTTO

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    Banca di Asti, Fondazione CRT acquista il 6% per 37 milioni di euro

    (Teleborsa) – È stato siglato un accordo tra Banca di Asti e Fondazione CRT finalizzato all’ingresso di Fondazione CRT nel capitale di Banca di Asti con una partecipazione pari al 6%, nonché un patto parasociale di durata quinquennale tra la medesima Fondazione CRT e la Fondazione CR Asti. L’operazione è finalizzata a sostenere lo sviluppo strategico/industriale e di lungo termine della banca quale una delle principali banche di prossimità per il Piemonte e il Nord del paese, si legge in una nota.I patti parasociali in essere tra Fondazione CR Asti e rispettivamente Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, sottoscritti nel dicembre 2019 e con scadenza nel dicembre 2024, non sono oggetto di modifiche ed è previsto che si rinnoveranno automaticamente per un ulteriore quinquennio sino al 2029.”L’impegno di Fondazione CRT in Banca di Asti conferma l’attenzione di CRT allo sviluppo dell’economia dei territori piemontesi – ha commentato il Presidente di Fondazione CRT, Fabrizio Palenzona – Grazie al sostegno di tutti i suoi azionisti, l’istituto astigiano potrà diventare un esempio concreto di banca capillarmente diffusa sui territori, ma anche polo per l’attrazione di investimenti di caratura europea al servizio delle famiglie e delle troppo spesso dimenticate piccole e piccolissime aziende, che costituiscono la ricchezza e il futuro del nostro territorio”.A nome della Banca di Asti, il Presidente, Giorgio Galvagno, e l’Amministratore Delegato, Carlo Mario Demartini, hanno commentato: “Siamo lieti per la conferma del sostegno delle Fondazioni socie, a cui si è aggiunta la Fondazione CRT. Ciò rafforza la stabilità e la visione di lungo termine della governance della Banca, su cui potremo ancor più saldamente fondare lo sviluppo strategico/industriale della stessa, quale una delle principali banche di prossimità per il Piemonte e il Nord del paese”.Fondazione CR Asti e Fondazione CRT hanno sottoscritto un patto parasociale quinquennale volto a consentire a Fondazione CRT la nomina di un amministratore di minoranza. A tal fine, l’Assemblea degli azionisti della banca del 29 aprile 2024 (30 aprile 2024, in seconda convocazione) sarà chiamata a deliberare in merito.È stato spiegato che Banca di Asti ha venduto a Fondazione CRT azioni proprie rappresentative dell’1,77% circa del capitale sociale a un prezzo per azione di 8,75 euro, per complessivi 10,9 milioni di euro, e si è impegnata a vendere, in più tranche, ulteriori azioni proprie rappresentative del 4,23% circa del capitale sociale (per complessivi 26 milioni di euro) che si prevede siano acquistate dalla banca sul mercato nel contesto di un intervento di supporto in via straordinaria della liquidità del titolo. LEGGI TUTTO

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    Tajani, ‘Stellantis mi ha assicurato che rimarrà in Italia’

    (Teleborsa) – Stellantis ha assicurato che “intende assolutamente rimanere in Italia”. L’ha segnalato oggi il vicepremier Antonio Tajani, rispondendo ad alcune domande a margine del Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Cina in corso a Verona. “Posso dirvi che io ho ricevuto assicurazioni da Stellantis che intende continuare assolutamente a rimanere in Italia e che non c’e’ alcuna intenzione di abbandonare il nostro paese”, ha detto Tajani.Queste rassicurazioni sono state pronunciate anche “con una forma di rammarico per quello che era stato detto, quindi io ne prendo volentieri atto, vedremo come sarà la produzione”. Per quanto riguarda l’ipotesi di un secondo produttore, anche cinese, in Italia, “vedremo se ci saranno altre opportunità nel settore automobilistico: noi siamo per la crescita, vedremo quello che accadrà, c’è tempo per decidere”. Tajani ha segnalato che “sono settimane importanti, per noi”, perchè “ci sono tanti dialoghi in corso, quindi mi auguro che poi i dialoghi, quando ci sono, portino risultati concreti”. LEGGI TUTTO