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    Legge Bilancio, i Giovani commercialisti: “Governo non ponga freno a crediti imposta agevolativi”

    (Teleborsa) – “La bozza della legge di bilancio 2026 sembrerebbe porre un freno all’utilizzo dei crediti di imposta agevolativi in forma “orizzontale”, ovvero compensabili con imposte erariali, locali, contributi previdenziali e assistenziali. In questo modo si andrebbero però a colpire gli strumenti che negli ultimi anni hanno sostenuto investimenti, occupazione e competitività, togliendo ossigeno alle imprese italiane proprio nel momento in cui necessiterebbero di un aiuto per riprendere vigore”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.”ZES unica, il credito R&S, la transizione 4.0 e 5.0, i bonus per Innovazione e Design sono le maggiori agevolazioni che hanno spinto migliaia di imprenditori a scommettere sull’Italia e a non delocalizzare – commenta Cataldi –. Ora però, chi ha programmato investimenti contando su una normativa chiara e vigente, rischia di trovarsi senza la liquidità necessaria per onorare i propri impegni e continuare a innovare. Se la motivazione è combattere le frodi, non ci sembra corretta: la legalità è un valore che noi difendiamo ogni giorno, ma punire tutti per colpa di pochi non è una soluzione”.Per Roberto Gennari e Carlo De Luca, rispettivamente consigliere e segretario UNGDCEC, “siamo di fronte a un segnale pericoloso: chi si fida dello Stato, rispetta le regole e investe, viene penalizzato. Riteniamo necessario intervenire sin da subito, assicurando la piena e continuativa compensabilità dei crediti d’imposta e tutelando i diritti già maturati da imprese che hanno creduto nell’Italia e nella sua capacità di crescere”. L’UNGDCEC sarà al tavolo del confronto “per difendere le imprese, mettendo a disposizione le proprie competenze e costruire insieme misure concrete e sostenibili – commentano Gennari e De Luca –. Chiediamo coerenza e una politica che sostenga chi crea lavoro, chi rischia ogni giorno in prima linea, chi non si è mai arreso, nemmeno nei momenti più difficili”. LEGGI TUTTO

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    Amundi, Fitch: rischio di mancato rinnovo dell’accordo con UniCredit pesa su rating

    (Teleborsa) – Il profilo di credito standalone (SCP) di Amundipotrebbe essere messo a dura prova se UniCredit non rinnovasse l’accordo di distribuzione tra le due entità. Lo afferma Fitch Ratings, specificando tuttavia che il Long-Term Issuer Default Rating (IDR; A+/Stabile) di Amundi non ne risentirebbe, grazie all’altissima probabilità di supporto da parte dell’azionista di maggioranza Credit Agricole (A+/Stabile). Amundi ha dichiarato nella presentazione dei risultati del terzo trimestre 2025, il 28 ottobre 2025, che il suo accordo di distribuzione con UniCredit (A-/Stabile), in scadenza a luglio 2027, “potrebbe essere rinnovato o meno, secondo termini che al momento non sono noti”.UniCredit sta rivedendo il suo accordo di distribuzione con Amundi e il suo mancato rinnovo indebolirebbe probabilmente la valutazione di Fitch sulla performance patrimoniale, sugli utili e sulla redditività di Amundi. Entrambi questi fattori chiave del rating presentano outlook negativi e la loro revisione al ribasso potrebbe innescare una revisione al ribasso di un livello del SCP di Amundi. Le prospettive negative riflettono il fatto che il mancato rinnovo da parte di UniCredit comporterebbe la perdita da parte di Amundi di un canale di distribuzione retail primario e una potenziale contrazione significativa del margine operativo lordo di Amundi, che Fitch stima fino al 23%.La stima di Fitch presuppone l’immediato deflusso degli attuali asset in gestione (AUM) di UniCredit e si basa sui 12 mesi fino alla fine del primo semestre del 2025, prima della realizzazione dei risparmi previsti e potenziali sui costi di non distribuzione e prima dei ricavi aggiuntivi derivanti dalle iniziative di crescita di Amundi. La contrazione del margine operativo lordo stimata da Fitch riflette il margine netto da commissioni superiore alla media di Amundi sugli AUM raccolti tramite UniCredit, pari a circa 40 punti base al netto dei costi di distribuzione, rispetto ai 17 punti base dell’intera attività a fine primo semestre del 2025.Fitch afferma che Amundi ha generato oltre il 10% delle sue commissioni ricorrenti nette sugli AUM raccolti tramite UniCredit (fine terzo trimestre 2025: 88 miliardi di euro, di cui circa 70 miliardi di euro in Italia e il resto in Germania, Austria e altri paesi dell’Europa centro-orientale). Questo nonostante gli AUM relativi a UniCredit rappresentassero meno del 5% degli AUM totali di Amundi, escludendo le joint venture e la distribuzione negli Stati Uniti (fine terzo trimestre 2025: 1.903 miliardi di euro). I deflussi dagli AUM relativi a UniCredit hanno superato i 10 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2025 e sono probabili ulteriori deflussi nei prossimi due anni.Secondo Fitch, il controllo delle banche sulla distribuzione al dettaglio è un fattore chiave per i nuovi flussi netti di denaro presso i gestori di investimenti tradizionali, e il rischio di rinnovo prima della scadenza del contratto evidenzia l’esposizione dei gestori di investimenti terzi ai cambiamenti di strategia bancaria. I cambiamenti di strategia bancaria includono la re-internalizzazione delle attività di gestione degli investimenti, e la propensione delle banche ad acquisire gestori di investimenti tradizionali rimane elevata, in quanto ricercano ricavi basati su commissioni e a basso impiego di capitale.Amundi pubblicherà il suo nuovo piano strategico triennale il 18 novembre. Il piano, secondo il management, includerà proiezioni finanziarie che terranno conto “dell’incertezza relativa alla distribuzione di UniCredit dal 2027 in poi”. LEGGI TUTTO

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    Aumento carburanti: gasolio servito autostrada a 2,011

    (Teleborsa) – Ancora in aumento la quotazione del gasolio, in calo quella della benzina; prosegue il rialzo dei prezzi medi dei carburanti alla pompa, con nuovi movimenti all’insù anche sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana,Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,698 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,703, pompe bianche 1,689), gasolio self service a 1,636 euro/litro (+2, compagnie 1,641, pompe bianche 1,626). Benzina servito a 1,839 euro/litro (+1, compagnie 1,880, pompe bianche 1,760), gasolio servito a 1,775 euro/litro (+2, compagnie 1,817, pompe bianche 1,696). Gpl servito a 0,690 euro/litro (invariato, compagnie 0,701, pompe bianche 0,678), metano servito a 1,408 euro/kg (invariato, compagnie 1,421, pompe bianche 1,398), Gnl 1,230 euro/kg (-1, compagnie 1,223 euro/kg, pompe bianche 1,234 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,799 euro/litro (servito 2,060), gasolio self service 1,745 euro/litro (servito 2,011), Gpl 0,832 euro/litro, metano 1,491 euro/kg, Gnl 1,297 euro/kg.(Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Almawave, Almaviva sale al 78,6% dopo acquisti sul mercato

    (Teleborsa) – Almaviva ha acquistato, in data odierna, 7.190 azioni ordinarie di Almawave, rappresentative dello 0,02% del relativo capitale sociale. La comunicazione è arrivata in quanto la controllante ha deciso di promuovere un’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria sulla società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo dell’Intelligenza Artificiale (AI), dell’analisi del linguaggio naturale e dei servizi Big Data, finalizzata al delisting da Piazza Affari.Le operazioni sono state effettuate tramite Banca Akros – Gruppo Banco BPM. A seguito delle operazioni di acquisto, Almaviva risulta complessivamente titolare di 23.565.847 azioni ordinarie di Almawave, rappresentative del 78,60% del capitale.Le operazioni di acquisto sono state effettuate ad un prezzo unitario non superiore a 4,30 euro per azione, ovvero il corrispettivo offerto per ciascuna azione ordinaria Almawave nel contesto dell’OPA LEGGI TUTTO

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    Manovra, ASSOTIR: “Sui crediti di imposta innescata una bomba fiscale per i trasportatori?”

    (Teleborsa) – Per i trasportatori, il divieto generalizzato di compensazione dei crediti d’imposta con i debiti previdenziali e assicurativi produrrà effetti a dir poco devastanti. ASSOTIR boccia senza appello la previsione contenuta nell’art. 26 della Legge di Bilancio che introduce una stretta sulle compensazioni dei crediti di imposta a partire dal 1 luglio 2026. L’Associazione dei trasportatori ricorda che il divieto finora interessava solamente gli intermediari finanziari e i crediti derivanti da agevolazioni edilizie; adesso invece viene esteso a tutte le imprese. Per il settore dei Trasporti, tuttavia, finisce con l’annullare il credito d’imposta sulle accise, lo strumento oggi più efficace per la gestione della liquidità. Le imprese di trasporto, infatti, utilizzano comunemente il credito d’imposta sulle accise sul gasolio per compensare i debiti sia verso il Fisco, sia verso gli Istituti previdenziali. Venendo meno questa possibilità, che vale diverse migliaia di euro l’anno per ogni veicolo, moltissimi operatori corrono il rischio concreto di finire in default finanziario. “Vista la poca chiarezza della norma – commenta Claudio Donati, segretario generale di ASSOTIR – ne stiamo completando l’approfondimento sul piano tecnico. Non è ancora chiaro infatti se il credito di imposta sulle accise rientri o meno tra quelli non compensabili. Occorre definire fin da subito il perimetro esatto della norma, per evitare che arrechi al settore un danno enorme e ingiustificato. L’unica motivazione sembra infatti quella di reperire risorse, senza curarsi però del danno arrecato alle imprese. Oltretutto, ancora una volta, i soggetti maggiormente penalizzati sarebbero quelli di dimensione minore”.”Ci rivolgiamo – aggiunge Anna Vita Manigrasso presidente nazionale ASSOTIR – al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, e al governo nel suo insieme. Inoltre, ci muoveremo anche per sensibilizzare tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento”. E qui di avverte che “se il divieto di compensazione del credito d’imposta venisse confermato anche nel caso delle accise sul gasolio, annunciamo fin da subito iniziative di risposta forti, nel rispetto della legge, fino alla sospensione generalizzata del servizio”. LEGGI TUTTO

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    OPA Fervi, superata la soglia del 90% dopo i primi tre giorni d’adesione

    (Teleborsa) – Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria su Fervi, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore della fornitura di attrezzature professionali per officine, l’offerente ha comunicato che dal 29 ottobre 2025 al 31 ottobre 2025 sono state portate in adesione all’offerta 44.910 azioni, corrispondenti al 15,69% delle azioni oggetto dell’offerta e all’1,77% del capitale sociale.Tenuto conto delle adesioni alla data odierna, le azioni che verrà a detenere l’offerente saranno complessivamente pari al 90,50% del capitale sociale di Fervi. Pertanto, risulta superata la soglia del 90% del capitale sociale. A seguito dell’adempimento della procedura congiunta, Borsa Italiana disporrà il delisting.Il periodo di adesione all’offerta ha avuto inizio in data 29 ottobre 2025 e terminerà alle ore 17:30 (ora italiana) del 18 novembre 2025 (incluso), salvo proroghe. Il corrispettivo, pari a 16,25 euro per ciascuna azione portata in adesione all’offerta, verrà corrisposto agli aderenti all’offerta in data 25 novembre 2025 (o, in caso di riapertura dei termini, in data 9 dicembre 2025). LEGGI TUTTO

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    Poco mossa Wall Street, corre Amazon dopo i conti

    (Teleborsa) – A New York, si muove sotto la parità il Dow Jones, che scende a 47.376 punti, con uno scarto percentuale dello 0,31%, portando avanti la scia ribassista di tre cali consecutivi, avviata mercoledì scorso, mentre, al contrario, incolore l’S&P-500, che continua la seduta a 6.819 punti, sui livelli della vigilia.Sulla parità il Nasdaq 100 (+0,16%); con analoga direzione, senza direzione l’S&P 100 (+0,04%).Beni di consumo secondari (+3,59%) e energia (+0,53%) in buona luce sul listino S&P 500. Nel listino, i settori utilities (-1,19%), materiali (-0,91%) e beni di consumo per l’ufficio (-0,68%) sono tra i più venduti.Vola Amazon che ha pubblicato utili trimestrali superiori alle stime, sostenuti da una ripresa dei margini al dettaglio e da una solida crescita della sua divisione cloud, Amazon Web Services, che ha visto il suo fatturato crescere del 20% (l’aumento più rapido dal 2022). LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea supera ampiamente i requisiti patrimoniali fissati dalla BCE

    (Teleborsa) – BCC Banca Iccrea ha ricevuto da parte della Banca centrale europea la notifica della decisione prudenziale (SREP decision), contenente gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP). Tenuto conto delle analisi e delle valutazioni effettuate dall’Autorità di Vigilanza, la BCE ha determinato per il 2026, per il Gruppo BCC Iccrea, un “Pillar 2 Requirement” pari a 2,25% (tale requisito era pari al 2,52% nel 2025).Per effetto di tale decisione prudenziale il requisito di Common Equity Tier 1 ratio da rispettare su base consolidata sarà pari a 9,36%, anche in considerazione dell’inclusione del Gruppo BCC Iccrea fra le istituzioni finanziarie significative del nostro Paese da parte della Banca d’Italia che ne conferma la rilevanza sistemica. In particolare, tale requisito comprende: il requisito minimo di Pillar 1 pari al 4,50%; un requisito di capitale Pillar 2 (P2R) pari a 1,27%; la riserva di conservazione del capitale pari al 2,50%; la riserva O-SII buffer pari a 0,25%; la nuova riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, recentemente introdotta, (Systemic Risk Buffer – SyRB) pari a 0,84%.Inoltre, per effetto di tale decisione, gli ulteriori requisiti che il Gruppo BCC Iccrea deve rispettare sono i seguenti: 11,28% in termini di Tier 1 capital ratio; 13,84% in termini di Total capital ratio. Al 30 Giugno 2025 i coefficienti patrimoniali del Gruppo BCC Iccrea erano ampiamente superiori ai requisiti richiesti; il Common Equity Tier 1 ratio si è attestato al 25,31% ed il Total Capital ratio al 25,82%. LEGGI TUTTO