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    Consob, Savona: esposti banche saliti a 61, alcuni piuttosto fuori luogo

    (Teleborsa) – “La Consob è una istituzione incompleta e io l’ho costantemente sottolineato”. Anche perchè “la Consob ha funzioni di garantire la trasparenza delle informazioni sul mercato. È la autorità della trasparenza e non possiamo entrare nella sostanza delle scelte o delle dichiarazioni rese dagli operatori”. Lo ha detto Paolo Savona, presidente della Consob, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo del Senato.”Le risposte rimangono al nostro interno perché ci servono per formare la decisione e quando a un certo punto riteniamo che le informazioni del mercato e la trasparenza vengono alterate allora ordiniamo agli operatori che hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali o dichiarazioni personali di rendere pubblica la loro posizione, in modo tale che il mercato abbia la possibilità di giudicare”, ha sottolineato.Sul risiko bancario, ha detto che “il 20 di giugno avevo dichiarato che abbiamo avuto 52 esposti. Oggi abbiamo 61 esposti che provengono dalle sei società che sono attualmente coinvolte nelle principali vicende. E le dichiarazioni al mercato sono state superiori agli esposti, quindi noi abbiamo chiesto 70 chiarimenti, mentre abbiamo praticamente ingiunto 9 volte di comunicare al mercato come la pensano”. “E ci sono anche vicende come quello odierna che stanno probabilmente generando” altri esposti, con gli uffici che “stanno lavorando per chiedere alle persone che hanno rilasciato dichiarazioni di spiegare meglio queste dichiarazioni”, ha aggiunto.Sulla decisione di concedere a UniCredit 30 giorni di pausa nell’OPS, “che peraltro si aggiungevano ai famosi sei mesi già trascorsi”, Savona ha sottolineato che “la legge consente agli operatori che hanno dei comportamenti che non piacciono di avere altri 30 giorni di tempo. Alla Consob si dà solo la possibilità di averne solamente 30. Parrebbe che la legge non lasci altri spazi per altre concessioni. Noi abbiamo messo chiaramente in evidenza che non abbiamo risposto al sollecito che ci ha rivolto Unicredit, ma abbiamo autonomamente deciso che cosa andava fatto sulla base della legge”.Parlando degli esposti delle banche al centro del consolidamento, ha detto che alcuni di questi erano “offensivi no ma piuttosto fuori luogo”. “Praticamente dicevano tu Consob non ti sei sufficientemente soffermato sul contenuto della legge che state rispettando – ha aggiunto – Alcuni di questi addirittura contenevano minacce che spaventano i funzionari ma non me. Io non sono minimamente preoccupato da questo”.Savona ha parlato di “persone che litigano tra di loro per spartirsi la torta tradizionale e ricorrono a questi esposti per cercare di avere ragione. Potremmo aver commesso degli errori, ma non è arrivata nessuna contestazione”.Tornando sulla possibilità di un altro allungamento dei tempi dell’OPS di UniCredit su Banco BPM, ha detto: “Stiamo studiando se abbiamo ancora poteri di concedere altro. La prima risposta che abbiamo è che non è così, ma se dall’analisi giuridica emerge che li abbiamo allora interverremo”. Savona non sa dire se il Golden Power comanda TUF e norme europee, ma ha sollecitato un intervento in questo senso, un tavolo di lavoro per avere più chiarezza complessiva sulla normativa. LEGGI TUTTO

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    Opas illimity, Banca Ifis ha il 92,488%: confermati i risultati provvisori

    (Teleborsa) – Banca Ifis comunica che i risultati definitivi della riapertura dei termini di adesione all’Opas su illimity Bank hanno confermato i risultati provvisori comunicati lo scorso 11 luglio.Pertanto, il totale delle azioni illimity attualmente detenute da Banca Ifis, comprensivo delle azioni proprie di illimity, si attesta al 92,488%.I risultati definitivi confermano inoltre che si sono verificate le condizioni per il delisting e per il pagamento del premio in denaro del 5% che era condizionato al raggiungimento di una partecipazione superiore al 90% del capitale di illimity, pari a 0,1775 euro per ciascuna azione illimity portata in adesione all’offerta.Il pagamento del corrispettivo sarà effettuato il 18 luglio.La procedura di sell-out avrà luogo dal 28 luglio al 29 agosto 2025 LEGGI TUTTO

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    OPS MPS su Mediobanca, 5.586 adesioni nel terzo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 16 luglio 2025 sono state presentate 5.586 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 8.594, pari allo 0,0010% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata, il 14 luglio 2025 e terminerà l’8 settembre 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    OPS di Unicredit su Banco BPM, adesioni allo 0,15%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, risulta che oggi 16 luglio 2025 sono state presentate 117.762 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 2.326.570, pari allo 0,153551% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e terminerà il 23 luglio 2025. CONSOB aveva sospeso l’OPS per un periodo di 30 giorni.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banco BPM acquistate sul mercato nei giorni 22 e 23 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Morgan Stanley, utile secondo trimestre sale a 3,5 miliardi di dollari nonostante calo investment banking

    (Teleborsa) – Morgan Stanley ha registrato un fatturato netto di 16,8 miliardi di dollari per il secondo trimestre del 2025, rispetto ai 15 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile netto è stato di 3,5 miliardi di dollari, pari a 2,13 dollari per azione (sopra le attese di 1,96 dollari), rispetto ai 3,1 miliardi di dollari, pari a 1,82 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente.”Morgan Stanley ha registrato un altro trimestre positivo – ha commentato il CEO Ted Pick – Sei trimestri consecutivi di utili costanti – 2,02 dollari, 1,82 dollari, 1,88 dollari, 2,22 dollari, 2,60 dollari e 2,13 dollari – riflettono livelli di performance più elevati in diversi contesti di mercato”. “Institutional Securities ha registrato solidità ed equilibrio tra le attività e le aree geografiche – ha spiegato – Wealth continua a generare risultati, aggiungendo 59 miliardi di dollari di nuovi asset netti e 43 miliardi di dollari di flussi basati su commissioni. Il patrimonio totale dei clienti di Wealth and Investment Management ha raggiunto gli 8,2 trilioni di dollari. Abbiamo annunciato un aumento del dividendo trimestrale in azioni ordinarie a 1,00 dollari per azione, con la flessibilità necessaria per impiegare capitale incrementale”.La divisione Institutional Securities ha registrato un fatturato netto di 7,6 miliardi di dollari, rispetto ai 7 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile ante imposte è stato di 2,1 miliardi di dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari di un anno fa.Al suo interno, i ricavi dell’Investment Banking sono stati in calo del 5%. In particolare, i ricavi da consulenza sono diminuiti rispetto all’anno precedente a causa del minor numero di operazioni di M&A completate, i ricavi da sottoscrizione azionaria sono aumentati rispetto all’anno precedente, grazie all’aumento di follow-on, obbligazioni convertibili e IPO, i ricavi da sottoscrizione obbligazionaria sono diminuiti rispetto all’anno precedente, a causa del minor numero di emissioni non investment grade.Inoltre, i ricavi netti azionari sono stati in aumento del 23% e riflettono l’aumento rispetto all’anno precedente in tutte le linee di business e le regioni, grazie alla maggiore attività dei clienti, con solidi risultati nel prime brokerage. I ricavi netti del reddito fisso sono stati in aumento del 9%, principalmente grazie ai maggiori risultati nei prodotti macroeconomici, grazie alla maggiore attività dei clienti in un contesto di mercato più volatile, parzialmente compensati dai minori risultati nelle materie prime. LEGGI TUTTO

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    Goldman Sachs, utile secondo trimestre sale a 3,7 miliardi di dollari con trading azionario record

    (Teleborsa) – Goldman Sachs ha registrato un fatturato netto di 14,58 miliardi di dollari (+15% rispetto a un anno fa e sopra le attese degli analisti) e un utile netto di 3,72 miliardi di dollari (+22%) per il secondo trimestre del 2025. L’utile per azione ordinaria (EPS) è stato di 10,91 dollari (vs attese per 9,53 dollari), rispetto agli 8,62 dollari del secondo trimestre del 2024 e ai 14,12 dollari del primo trimestre del 2025. Il ROE è stato del 12,8% per il secondo trimestre, mentre il valore contabile per azione ordinaria è aumentato dell’1,6%, raggiungendo i 349,74 dollari.”I nostri solidi risultati trimestrali riflettono i solidi livelli di attività dei clienti in tutte le nostre attività, le nostre posizioni di franchising differenziate e il talento e l’impegno del nostro personale – ha commentato il CEO David Solomon – In questo momento, l’economia e i mercati stanno generalmente rispondendo positivamente all’evoluzione del contesto politico. Tuttavia, poiché gli sviluppi raramente si sviluppano in modo lineare, rimaniamo molto concentrati sulla gestione del rischio. Date le decisioni strategiche e gli investimenti che abbiamo effettuato, continuiamo a credere che la società sia ben posizionata per ottenere risultati per i nostri azionisti”.I ricavi netti della divisione Global Banking & Markets sono stati pari a 10,12 miliardi di dollari per il secondo trimestre del 2025, in aumento del 24% rispetto al secondo trimestre del 2024 e del 5% rispetto al primo trimestre del 2025.Scendendo nei dettagli, le commissioni di investment banking sono state pari a 2,19 miliardi di dollari, in aumento del 26% rispetto al secondo trimestre del 2024, grazie a ricavi netti significativamente maggiori nell’Advisory, che riflettono la solidità delle Americhe e dell’area EMEA. I ricavi netti dell’attività di sottoscrizione di titoli di debito sono stati leggermente inferiori, a causa di una diminuzione dell’attività di leveraged finance, mentre i ricavi netti dell’attività di sottoscrizione di titoli azionari sono rimasti sostanzialmente invariati.I ricavi netti nel settore Fixed Income, Currency and Commodities (FICC) sono stati di 3,47 miliardi di dollari, in aumento del 9%.I ricavi netti nell’Equities sono stati di 4,30 miliardi di dollari, in aumento del 36% rispetto al secondo trimestre del 2024 a un valore record nella storia della banca, grazie a ricavi netti significativamente maggiori nell’intermediazione azionaria (trainata sia da prodotti cash che derivati) e nel finanziamento azionario (principalmente trainato dal finanziamento di portafoglio).L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 384 milioni di dollari per il secondo trimestre del 2025, rispetto ai 282 milioni di dollari del secondo trimestre del 2024 e ai 287 milioni di dollari del primo trimestre del 2025. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Giorgetti: risponderemo con il Tar, si tratta di sicurezza

    (Teleborsa) – “Risponderemo semplicemente riprendendo la sentenza del Tar che ci soddisfa e riconosce un principio, che la sicurezza economica è parte della sicurezza nazionale”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, replica alla Commissione Europea che ha avvertito che il Dpcm rischia la revoca perché contrario al diritto europeo, nella missiva sui rilievi del Golden Power applicato a UniCredit-Banco BPM. “E’ legittimo che le banche puntino a fare profitto”. Ma lo Stato non fa profitto e “deve garantire la sicurezza nazionale”. Perché “secondo noi non ci sono solo aspetti della concorrenza, ma anche e soprattutto quelli della sicurezza nazionale”, ribadisce Giorgetti intervistato nel corso di un collegamento con l’evento di festeggiamenti dei 165 anni del quotidiano marchigiano Corriere Adriatico. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: infrastrutture, energia e innovazione per accelerare la competitività

    (Teleborsa) – Il ruolo delle infrastrutture, della transizione energetica e dell’innovazione come fattori chiave per la competitività del Regno Unito e dell’Europa è stato al centro della conferenza “Infrastructure and Growth Opportunities for Europe and the UK: Focus on the UK Infrastructure Strategy”, tenutasi a Londra e organizzata dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo.L’incontro – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale,finanziario e accademico per analizzare il nuovo Piano decennale per le infrastrutture del Regno Unito (2025-2035) e discutere delle opportunità connesse e delle iniziative utili per attrarre investimenti tra i diversi paesi.”Siamo convinti – ha commentato Mauro Micillo, chief della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo – che un dialogo costruttivo tra settore pubblico e privato sia la chiave per accelerare progetti che rafforzano la competitività del Regno Unito e dell’Europa. Ilfinanziamento delle infrastrutture sostenibili, oltre a supportare la cosiddetta twin transition (green e digital), continuerà a rappresentare un pilastro chiave della strategia della Divisione IMI CIB, per la distintiva capacità di mobilitare capitali di mercato a favore dell’economia reale e per le competenze tecniche e specialistiche di advisory e di strutturazione nel project e public financing. In questo ambito, nel 2024 i volumi del mercato Project Finance a livello globale hanno superato i 300 miliardi di euro, di cui 45 miliardi – pari a circa il 15% del mercato complessivo – hanno riguardato operazioni che hanno coinvolto la nostra Divisione. A conferma, siamo impegnati, con un ruolo dicatalizzatori, nel sostenere gli investimenti, accanto a istituzioni, aziende, fondi e investitori per supportare i progetti chiave del nuovo piano decennale per le infrastrutture del Regno Unito, collaborando per creare sinergie e opportunità di business, con l’obiettivo di migliorare la competitività, promuovendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile”.Grandi operazioni strategiche a supporto della transizione e dell’innovazioneLa Divisione IMI CIB ha partecipato dal 2023 a oggi a diverse operazioni internazionali originate nel Regno Unito, con il coinvolgimento di partner e investitori globali, per un controvalore complessivo di circa 11 miliardi di euro, consolidando la propria presenza a supporto di progetti strategici nei settori infrastrutture, energia, telecomunicazioni e transizione digitale. Tra questi, a titolo di esempio, il progetto di trasporto e stoccaggio di CO2 Liverpool Bay T&S (T&S), il perfezionamento dell’acquisizione di National Grid Transmission da parte di Macquarie AM, e operazioni nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica a fianco di TRIG e SEEIT. “Queste iniziative – si legge nella nota – confermano l’impegno del Gruppo Intesa Sanpaolo, guidato dal CEO Carlo Messina, nell’affiancare la trasformazione sostenibile e digitale, favorendo la nascita di nuovi modelli di crescita in linea con gli obiettivi del Piano d’Impresa 2022-2025”.L’evento a Londra su Infrastrutture e Strategie di crescitaIl Piano decennale per le infrastrutture varato recentemente dal Governo del Regno Unito prevede investimenti pari a 725 miliardi di sterline (oltre 846 miliardi di euro) per stimolare lo sviluppo economico, modernizzare i servizi pubblici, accelerare il percorsoverso una economia low-carbon. Con un forte accento sul valore sociale, il piano mira ad affrontare le sfide di rilancio a lungo termine, stimolare la crescita economica del Regno Unito, attrarre nuovi talenti, adottare tecnologie all’avanguardia e migliorare lacompetitività globale. Il piano si articola su tre direttrici principali: opere infrastrutturali, transizione energetica e potenziamento delle strutture sociali e ambientali, con focus su mobilità urbana, edilizia residenziale, fonti rinnovabili, sanità e istruzione. Sulla scia della recente approvazione, la Divisione IMI CIB ha riunito a Londra aziende corporate, fondi infrastrutturali, investitori istituzionali provenienti da Italia, Regno Unito e Middle East per analizzare le opportunità offerte dal piano, sottolineando la crescente necessità di investimenti che vedano la partnership tra pubblico e privato e offrendo spunti sulle iniziative utili per supportare una crescita sostenibile in Europa e in UK.L’incontro si è aperto con l’intervento di Mauro Micillo, seguito dai Keynote Speech di John Edwards, Director e COO of the Office for Investment UK Government, di Enrico Letta, già Primo Ministro italiano, e di Alan Morrison, Intesa Sanpaolo Professor of Business, Ethics and Finance presso la Saïd Business School dell’Università di Oxford. La tavola rotonda ha poi riunito esponenti di IKIGAI Capital, ENI UK, Masdar, Macquarie AM, Ofgem, SSE Renewables e della Divisione IMI CIB.Presenza storica nel Regno UnitoLa branch di Londra della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, divenuta filiale nel 1981, rappresenta oggi una delle principali realtà del network internazionale, nonché hub di riferimento per le attività nella Regione UK & MEA, che include anche le sedi di Dubai, Abu Dhabi, Doha e Istanbul. Il volume di finanziamenti a clienti corporate e financial institutions ammonta a circa 8,5 miliardi di euro (dato al 31/12/2024). Nella regione operano circa 310 professionisti per la gestione delle relazioni commerciali con oltre 600 Gruppi tra Regno Unito e Medio Oriente, tra cui grandi multinazionali attive nei settori infrastrutture, energia, telecomunicazioni, real estate, principali financial sponsor, fondi sovrani e investitori istituzionali. A queste si aggiungono circa 400 filiali locali di importanti gruppi italiani e globali.Scambi commerciali tra il Regno Unito, l’UE e il Medio OrienteIl Regno Unito, l’Unione Europea (UE) e il Medio Oriente hanno forti relazioni commerciali, ben consolidate nel tempo, con ulteriori prospettive di sviluppo nel prossimo futuro. Queste tre geografie, unite, rappresentano oltre il 30% del PIL mondiale.Regno Unito – UE: l’UE è un importante partner commerciale per il Regno Unito: nel 2024, le esportazioni britanniche di beni e servizi verso l’UE ammontavano a 358 mld di sterline (41% di tutte le esportazioni del Regno Unito). Le importazioni dall’UE sono state pari a 454 mld di sterline (51% del totale del Regno Unito). Nel 2024, le esportazioni di servizi dal Regno Unito verso l’UE sono state superiori del 19% rispetto ai livelli del 2019 in termini reali.Regno Unito – Medio Oriente: il commercio del Regno Unito con il Gulf Cooperation Council (GCC)3 ammonta a circa 59 mld di sterline all’anno, rappresentando il settimo mercato d’esportazione per il Regno Unito. I singoli stati del Golfo perseguono specifici partenariati con il Regno Unito, e i fondi sovrani dei paesi del Golfo, tra cui quelli dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, sono alcuni dei maggiori investitori stranieri nel Regno Unito.UE – Medio Oriente: l’UE è il secondo partner commerciale del GCC, rappresentando l’11,7% degli scambi totali di merci del GCC con il mondo nel 2024, pari a 161,7 mld di euro. LEGGI TUTTO