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    ENEL, Starace: non credo ci si debba abituare ad energia cara

    (Teleborsa) – “I clienti non hanno visto il caro bolletta, noi non abbiamo avuto extra-profitti”. Così l’AD dell’Enel Francesco Starace, intervistato da Skytg24. “Per i nostri clienti non c’è stato un caro-bollette – ha spiegato -. Noi abbiamo acquistato l’energia consegnata nel 2022 ai nostri clienti nel 2020 e 2021 quando i prezzi erano assolutamente diversi, noi non vendiamo energia a prezzo variabile ma a prezzo fisso 1-2 anni prima, avendo comprato il gas nel 2020-21 per il 2022 e avendo fatto le coperture siamo stati in grado di vendere energia a prezzo fisso ai nostri clienti, senza fare gli extra-profitti perché avevamo fatto delle coperture”.”Non sono tra quelli che dicono ci dobbiamo abituare a pagare di più l’energia – ha spiegato ancora Starace -, è vero che purtroppo finché la guerra impazza e non abbiamo stabilizzato il fronte del gas ci sarà ancora volatilità ma sicuramente minore rispetto a quella vista l’anno scorso visto che c’è un tetto e delle contro-misure abbastanza robuste. C’è la possibilità di contenere ulteriore volatilità”.Sui 3,5 miliardi di euro del PNRR che riguarderanno interventi sulla rete elettrica “Enel rispetterà la tabella di marcia”, ha assicurato Starace. “Pensiamo di rispettare la tabella di marca perché ci siamo attrezzati da tempo per cercare di farcela negli anni prescritti, su questo mi sento abbastanza tranquillo”, ha detto. “Sono 3,5 miliardi che vanno tutti in investimenti nelle reti di medio e bassa tensione, che vanno a essere rese più resilienti, si va ad aumentare la capacità di queste reti di assorbire la produzione rinnovabile da fonti molto distribuite, e anche una più robusta magliatura della rete in certe zone di Italia in moda da renderla più robusta rispetto agli eventi straordinari climatici”. “Sono interventi sulla rete elettrica, pensiamo di farcela – ha proseguito Starace. Questo richiede un intervento di circa 6mila persone in più, su cui ci siamo mossi con due anni di anticipo con una formazione per far sì che ci siano tecnici specializzati in grado di trasformare questa massa di soldi in cose sul terreno durante i prossimi tre anni”.Quanto al nuovo piano industriale europeo per il Green Deal presentato ieri dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è “un’ottima idea”. “Il passo è stato cambiato già robustamente se si guardano i dati sull’installato annuale 2022 dell’Europa sulle rinnovavili che mostrano una crescita straordinaria, nonostante siano figlie di una traiettoria che non prevedeva la guerra. Ma certamente – ha spiegato Starace – la competizione con gli Usa su tutta la transizione industriale, non solo energetica, prevede un confronto su temi che non sono solo energetici ma che riguardano anche l’industrializzazione necessaria per questa transizione nei prossimi anni, quindi manifattura automotive, pompe di calore, tante cose che rischiano di non trovare in Europa le stesse condizioni favorevoli che gli Usa hanno messo a disposizione. Quindi, l’idea è ottima, chiaramente – ha proseguito Starace – non si può usare lo stesso strumento fiscale, perché in Europa non c’è una armonizzazione fiscale, l’alternativa che ha scelto la Commissione mi sembra molto interessante, dipende dai dettagli ma credo che l’intenzione è stata ben chiarita dalla Von der Leyen”. LEGGI TUTTO

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    Aeroporto di Milano Bergamo: nel IV trimestre 2022 confermato apprezzamento servizi offerti ai passeggeri

    (Teleborsa) – En-plein sul fronte della qualità dei servizi per l’Aeroporto di Milano Bergamo che chiude il 2022 confermandosi ai livelli di vertice secondo rilevazioni effettuate da ACI World, l’associazione mondiale degli aeroporti.Nell’ultimo trimestre del 2022, le rilevazioni effettuate da ACI World confermano l’apprezzamento dei servizi offerti dall’aeroporto di Milano Bergamo che mostra un sensibile incremento dei livelli raggiunti nella qualità dei servizi e degli spazi sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.La periodica indagine sull’indice di gradimento manifestato dell’utenza aeroportuale, che rientra nel programma ASQ di Airports Council International (ACI) World e coinvolge circa 300 tra i più importanti aeroporti a livello mondiale, evidenzia per lo scalo bergamasco un grado di soddisfazione globale di 4,6 (su un massimo di 5) contro un valore medio mondiale di 4,3 ed un valore medio italiano di 4,2. I valori di riferimento premiano lo scalo nel suo complesso con incremento del gradimento di cinque punti percentuali rispetto al trimestre precedente.I passeggeri dello scalo bergamasco esprimono la soddisfazione massima per i servizi business (4,8), la più elevata in Italia, ma premiano in modo considerevole anche l’agevole accessibilità allo scalo (4,7), la chiarezza della segnaletica (4,7), la fruizione degli spazi all’interno del terminal (4,4) insieme a comfort e pulizia (4,4), di assoluto rilievo inoltre il gradimento della professionalità e disponibilità del personale dei servizi di assistenza (4,6). Il buon rapporto qualità prezzo dell’offerta degli esercizi commerciali e di ristorazione viene sottolineato infine dai passeggeri con il massimo punteggio italiano (4,4)I clienti dello scalo di Milano Bergamo si caratterizzano per la loro giovane età (il 72% di loro ha meno di 45 anni), l’elevata conoscenza degli strumenti informatici e di internet (il 95% utilizza internet per la prenotazione del viaggio aereo ed effettua il web check-in), l’importante ricorso a mezzi di trasporto pubblici per raggiungere l’aeroporto (circa il 40%) e motivazioni del viaggio aereo alternativamente turistiche (il 60%), di lavoro/personali e famigliari (40%). LEGGI TUTTO

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    Italcementi sposta uffici a Milano e vende a Brembo, che espande quartier generale

    (Teleborsa) – Italcementi, storica azienda italiana di materiali da costruzione che fa parte del gruppo tedesco HeidelbergCement, ha deciso di spostare dal Kilometro Rosso di Bergamo all’area metropolitana di Milano i propri uffici direzionali, preparandosi anche ad abbracciare il nuovo brand globale “Heidelberg Materials.In un mondo sempre più globale – spiega Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi – un’azienda ambiziosa deve avere la lungimiranza di fare scelte importanti per il proprio futuro, come quella di avvicinarsi ancora di più al più importante centro economico del nostro paese e come quella di adottare il nuovo brand globale del gruppo, che è tra i maggiori player mondiali del nostro settore”Il legame storico con Bergamo e il suo territorio resterà saldo: rimarrà in centro città (negli uffici di via Divisione Tridentina) una parte consistente della struttura amministrativa, mentre i laboratori di ricerca saranno trasferiti nella cementeria di Calusco D’Adda, in provincia di Bergamo, che resta uno degli impianti più importanti della rete produttiva di Italcementi insieme a quello di Tavernola Bergamasca.L’attuale sede sarà ceduta entro l’anno a Brembo, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nella produzione di sistemi frenanti, che così espande il proprio quartier generale al Kilometro Rosso di Stezzano. Il moderno edificio, situato all’estremità nord del Kilometro Rosso, è stato progettato dall’architetto Richard Meier e realizzato nel 2012. L’intero complesso di cui fa parte la struttura si estende su una superficie complessiva di 23.000 metri quadrati.”La crescita di Brembo continuerà ad attrarre nuovi talenti – commenta Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo – Da qui la decisione di espandere il nostro quartier generale, che non può che guardare a Bergamo e al Kilometro Rosso. Un luogo che è parte della nostra storia, nel quale convivono numerose realtà che hanno a cuore la ricerca e l’innovazione ai massimi livelli. Qui abbiamo solide radici e questo investimento rafforzerà ancora di più le relazioni profonde che abbiamo con il nostro territorio”. LEGGI TUTTO

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    Professioni, Sisto: “Aula approvi subito il testo su equo compenso”

    (Teleborsa) – “Mi auguro che il testo normativo sull’equo compenso venga approvato in Aula in tempi brevi per salvarlo dalle tante insidie delle volubilità parlamentari. Comprendo alcune perplessità sulle situazioni non ordinistiche e sulle sanzioni ai professionisti, ma parliamo di una norma che è sempre possibile migliorare nel domani legislativo. Ritengo prioritario portare a casa subito il testo attuale che è stato il frutto di una proposta composita con un enorme sforzo di sintesi dei partiti che sono stati in grado di superare le criticità poste dal Mef e dalla Ragioneria che hanno più volte messo il veto per le ripercussioni sulle casse dello Stato”. È quanto ha dichiarato Francesco Paolo Sisto, vice ministro della Giustizia nel corso dell’intervento che lo ha visto protagonista al Convegno “2023: un’agenda possibile per professionisti e imprese” promosso dall’Associazione nazionale Commercialisti.”La grande riforma economica del Paese parte da imprese e professioni – ha proseguito Sisto – dalla ripresa di un dialogo nel rispetto dei ruoli di ciascuno dove il privato diventa partner del pubblico. I professionisti sono il metronomo dei rapporti tra cittadini e Stato. Un ruolo determinante affinchè pubblico e privato siano sulla stessa lunghezza d’onda. Per questo bisogna regolamentare il mercato professionale. Anche io sono contrario alle continue tracimazioni, frutto delle tante difficoltà del mercato. Lavoreremo insieme su questo punto ricordando che il ruolo della politica è quello di muovere l’economia, migliorare la pubblica amministrazione per renderla più rapida ed efficiente, creando così le condizioni per favorire l’attività dei professionisti”.”Per i commercialisti italiani occorre una riforma fiscale organica complessiva per rilanciare l’economia del Paese che è in stallo. Purtroppo abbiamo assistito fino a oggi a provvedimenti tampone, invece dobbiamo pensare tutti insieme – ha sottolineato Marco Cuchel, presidente di Anc – a una riforma complessiva partendo dal migliorare i rapporti tra cittadini contribuenti e pubblica amministrazione, dando certezza del diritto ed elevando lo Statuto del contribuente a rango costituzionale. Occorre semplificare alcune procedure del Pnrr, in particolare nei casi in cui si sono previsti bandi di gara, e ci sono le rendicontazioni e lo stato di avanzamento dei lavori. Se non semplifichiamo le procedure rischiamo di perdere le risorse così come vanno riviste le procedure di reclutamento messe in atto fino adesso per i professionisti. Per quanto attiene la riforma della giustizia tributaria – ha aggiunto –, riteniamo che non sia completa. Occorre il trasferimento in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di tutta la struttura e la modifica della mediazione tributaria”.La prima tavola rotonda del forum ha registrato un confronto serrato tra maggioranza e opposizione sulla Legge di Stabilità e su un nuovo Fisco. Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze ha evidenziato la necessità di “un nuovo fisco per cambiare il rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadino che abbandoni la visione sovrano/suddito passando a quella cittadino/Stato. Questo passaggio – ha detto – lo abbiamo già messo in atto con diversi interventi in manovra di bilancio. Vogliamo far crescere un nuovo contribuente puntando sull’educazione economico – finanziaria soprattutto tra le nuove generazioni”.”L’ampliamento della flat tax costa poco allo Stato garantendo un gettito ampio. Il sistema fiscale italiano – ha messo in evidenza Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati – è tra i più complicati al mondo e una delle sfide del futuro è quella della semplificazione. Anche se quando si cerca di semplificare, in Italia, quasi sempre la vita del professionista peggiora. Ricordo che nella manovra approvata sono stati destinati 20 mld per ridurre l’impatto del caro energia. A marzo questi aiuti vanno prorogati per famiglie e imprese modulandoli sulla nuova situazione e sui nuovi costi energetici”.Critico Antonio Misiani, commissione Bilancio del Senato. “Siamo delusi da questa legge – ha detto Misiani – perché non incide sui problemi legati all’economia in forte rallentamento e all’inflazione all’11%. Queste condizioni allargano le diseguaglianze. Si è depressa la domanda interna non sostenendo i redditi più bassi e tagliando le misure di contrasto alle povertà scendendo da 8,8 mld a 7,1 mld. Una scelta profondamente sbagliata”.”La Legge di Bilancio – ha affermato Marco Osnato, numero uno della Commissione Finanze a Montecitorio – ha affrontato il tema del caro energia in modo efficace e tempestivo impegnando 21 mld per sostenere imprese e famiglie. Una scelta di responsabilità grazie alla quale tante aziende sono rimaste aperte. La partita determinante per la ripresa dell’economia si gioca sul Pnrr per il quale fa bene il governo a chiedere dei cambiamenti, come d’altronde hanno fatto anche Francia e Germania considerando gli aumenti dei costi energetici e di materie prime”.Mario Turco, commissione Finanze a Palazzo Madama, ha ritenuto “la legge di Bilancio contraddittoria e povera di risorse, che si accontenta di una crescita economica dello 0,6% senza investimenti che possano aumentare produttività delle imprese. È una legge dunque – ha detto – di tagli alle pensioni e di regali alle società di calcio, alle imprese energetiche agli evasori”.Equo compenso e malattia del professionista sono stati i temi al centro della seconda tavola rotonda. “Lunedì in Aula – ha ricordato Daniela Dondi componente della Commissione Giustizia – Camera dei Deputati – arriva il testo normativo sull’equo compenso. Torniamo a regolamentare così i costi delle prestazioni dopo anni di incertezze. L’Equo compenso serve a tutelare il professionista per questo concordo con il mantenere l’impianto della legge e votarla quanto prima”.Andrea De Bertoldi, commissione Finanze della Camera si è soffermato sul tema della malattia e dell’infortunio del professionista: “Proviamo a migliorare la legge allargando ai figli minori, entro i 14 anni, la possibilità di parificare la malattia del professionista. Prevedendo il differimento dei termini anche in questo caso. Credo – ha aggiunto De Bertoldi – sia un atto dovuto anche per combattere l’inverno demografico di cui ha parlato Papa Francesco”.Chiara Gribaudo, vicepresidente della Commissione Lavoro a Montecitorio, ha chiarito che “sull’equo compenso le associazioni e gli ordini devono essere valorizzati e riconoscendo alcuni diritti. Ho votato a favore della proposta di legge Meloni perché penso che si debba fare uno sforzo nel dialogo. Al punto in cui siamo arrivati, però, – ha detto Gribaudo – si rischia di produrre una norma che lascia ampie zone grigie sulle sanzioni in capo ai professionisti. Ritengo inoltre che la politica non possa decidere al posto degli ordini sui procedimenti disciplinari a carico degli iscritti”.Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, ha posto l’attenzione verso il futuro e i grandi cambiamenti che già stanno avvenendo nel mondo delle professioni con il ricorso all’intelligenza artificiale. “La Cnpr per il welfare attivo – ha detto Pagliuca – ha scelto l’interlocuzione diretta tra politica e commercialisti per evidenziare il ruolo strategico dei 120mila professionisti che rappresentano anche un presidio di legalità”.”Bisogna attivare al meglio i tavoli di confronto periodici con le associazioni di categoria nazionali – ha affermato Michele de Tavonatti, vice presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – per portarne le istanze agli organi politici. Il Consiglio nazionale deve essere punto di sintesi per avere più forza contrattuale e una univocità sul tavolo delle contrattazioni”. LEGGI TUTTO

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    Carburanti, domani nuovo incontro Governo-benzinai

    (Teleborsa) – Tiene banco ormai da giorni il tema dei prezzi dei carburanti con le organizzazioni di categoria dei gestori che sono state formalmente convocate dal Governo per domani 19 gennaio, alle ore 09:30 presso la Sala Parlamentino del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Lo riferiscono le stesse organizzazioni di categoria.Intanto, arriva la nota del Garante sugli Scioperi: “Con riferimento alla proclamazione dell’11 gennaio 2023 (atto pervenuto in data 12 gennaio 2023), di chiusura dei distributori di carburante su rete ordinaria e autostradale ‘dalle 19 del 24 gennaio 2023 alle 7 del 27 gennaio 2023’, la commissione nella seduta del 16 gennaio 2023 su proposta del commissario delegato Alessandro Bellavista ha deliberato, allo stato, la presa d’atto dello sciopero, ritenendone regolare la formale proclamazione, effettuata nel rispetto di quanto previsto dalla legge 146/90, e successive modificazioni, e dalla regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili nel settore dei distributori di carburante, adottata dalla commissione di garanzia con deliberazione n. 01/94 del 19 luglio 2001 e pubblicata in G.U. n. 179 del 3 agosto 2001”. È quanto si legge nella nota diffusa dal garante sugli scioperi Giuseppe Santoro-Passarelli inviata a Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio. “Tuttavia, al fine di limitare i disagi a cui, inevitabilmente, andrebbero incontro i cittadini utenti, a fronte di una prolungata chiusura dei distributori di carburante sulla rete ordinaria e autostradale – prosegue il documento – questa commissione invita le associazioni in indirizzo a valutare l’opportunità di ridurre la durata complessiva della chiusura degli impianti”.Sciopero che per l’Angac Confsal “sarebbe solo un regalo alle compagnie che oggi sono critiche rispetto alle determinazioni governative e nel contempo si indebolirebbe la via del dialogo con governo ed il consenso del consumatore il quale interpreterebbe lo sciopero ed il disagio che ne deriva come lo strumento di difesa del benzinaio che vuole speculare”. “Il governo in carica – si legge nella nota – ha lanciato con l’ultimo decreto il classico sasso nello stagno, ribadendo la necessità impellente di fare chiarezza e trasparenza in un settore che ha al suo interno troppi punti oscuri, prevedendo la pubblicazione del prezzo medio regionale di vendita dei prodotti petroliferi”. “Secondo Angac, la pubblicazione del prezzo di cessione va portata avanti e conseguita” perché, prosegue l’associazione “l’esposizione del prezzo di cessione farebbe immediatamente rendere palese le contraddizioni del sistema rete/extrarete (impossibilità di vera concorrenzialità); parimenti sarebbe evidente come la pressoché totalità del differenziale self/servito venga assorbita dalle compagnie petrolifere a discapito dei gestori che hanno totalmente a carico i costi del servizio”. “Angac – conclude – ha bisogno di risposte concrete e non di approssimazione. Angac, se il governo non apporterà i correttivi proposti, valuterà altre forme di sensibilizzazione e di protesta”. LEGGI TUTTO

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    Turismo, ENIT: “Arrivi aeroportuali dalla Spagna superano il 2022: a gennaio +125,6%”

    (Teleborsa) – Nei primi 9 mesi del 2022, i viaggiatori spagnoli in Italia crescono del +175,2% rispetto lo stesso periodo del 2021 così come la spesa turistica sostenuta. Anche il numero dei pernottamenti vede un incremento consistente pari al +125,0% circa su gennaio-settembre 2021. Per tutto dicembre, gli arrivi aeroportuali spagnoli in Italia crescono del +44,0% sul 2021. Per gennaio 2023 le prenotazioni dalla Spagna sono circa 17.300 al momento e superano del +125,6% lo stesso mese 2022. Questi i dati diffusi da Enit in una nota. “Tra i viaggiatori spagnoli, quelli più interessati a visitare l’Italia – commenta Sandro Pappalardo consigliere cda Enit – sono i madrileni: dalla capitale oltre 14mila prenotazioni, l’83,2% dei volumi previsti in gennaio dalla Spagna e il 5,8% del complessivo internazionale”.”È vivace il turismo spagnolo verso l’Italia. Il quadro che restituiscono le festività è promettente, con prenotazioni oltre il 40 per cento in più durante le festività rispetto allo stesso periodo del 2021/2022. Sintomo che stiamo lavorando bene in termini di promozione e di relazioni con i principali stakeholders” dichiara Ivana Jelinic ceo Enit.In generale, la visita delle città d’arte è la principale motivazione che spinge i turisti spagnoli a fare una vacanza in Italia. Tra gli altri prodotti, cresce l’interesse per il balneare, spesso abbinato alla vacanza culturale, la montagna da vivere soprattutto in estate, i laghi e praticare sport. Di tendenza per il mercato anche il turismo enogastronomico e il turismo rurale/natura.”A sugellare il successo dell’offerta turistica italiana promossa da Enit – si legge nella nota – anche i reali spagnoli, Filippo VI con la consorte Letizia Ortiz, in visita allo stand Italia in occasione della principale fiera del settore in Spagna, la Fitur dal 18 al 22 gennaio 2023 presso il centro fieristico Ifema di Madrid. Una cinque giorni che consente all’Italia turistica di farsi apprezzare a livello internazionale in un appuntamento che riunisce i maggiori professionisti del settore turistico e accorpa le ultime tendenze, e che nel 2022 ha superato con 600 espositori e rappresentanti ufficiali di 70 Paesi per oltre 111.193 presenze. Enit è presente con uno stand di 400 mq con 4 Regioni quali Calabria, Campania, Emilia Romagna, Veneto e la Repubblica di San Marino insieme a Visit Brescia e privati nonché la compagnia di bandiera Ita Airways. Quest’anno Enit per manifestare la vicinanza ad Ischia ha dedicato uno spazio particolare alla campagna This is Ischia messa in piedi in tempi record in meno di 2 mesi dalla tragedia che ha colpito l’isola. L’ intento è coinvolgere sempre di più artisti e influencer internazionali per mantenere viva l’attenzione su una delle perle del golfo di Napoli. LEGGI TUTTO

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    ITA Airways, Lufthansa presenta offerta a MEF

    (Teleborsa) – Come da attese, Lufthansa annuncia di aver presentato un’offerta per una quota di minoranza in ITA Airways. Lo si legge in una nota della compagnia tedesca, in cui annuncia di aver presentato una lettera di intenti al MEF che a sua volta comunica di aver ricevuto una lettera di intenti da parte di Deutsche Lufthansa AG per acquisire una quota di minoranza di Ita Airways Spa. Il Mef si riserva di esaminare la congruità dell’offerta nel rispetto dei requisiti previsti dal DPCM. E specifica che non sono arrivate altre offerte alla scadenza dei termini prevista per le ore 18 di oggi.”Deutsche Lufthansa – afferma la compagnia nella nota – sta cercando di acquisire una partecipazione nel vettore nazionale italiano ITA Airways. Inizialmente, verrà definito l’acquisto di una quota di minoranza e saranno concordate opzioni per il successivo acquisto delle azioni rimanenti. In data odierna, il Gruppo Lufthansa ha presentato una lettera di intenti al Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano”.”Qualora entrambe le parti decidano di firmare il memorandum d’intesa, ulteriori negoziati e discussioni saranno condotti su base esclusiva – prosegue -. Gli ulteriori colloqui di approfondimento andranno quindi a concentrarsi principalmente sulle forme e modalita’ del possibile investimento azionario, sull’integrazione commerciale e operativa di ITA nel Gruppo Lufthansa e sulle sinergie che ne deriveranno. Nell’eventualità di un raggiungimento di un accordo contrattuale, l’effettiva attuazione sarà soggetta all’approvazione delle autorità competenti”.In linea con quanto dispone il DPCM, il MEF avvierà una trattativa in esclusiva con l’offerente. Una volta raggiunto l’accordo, l’acquisizione della partecipazione potrà avvenire, in tutto o in parte, tramite la sottoscrizione da parte dell’acquirente di uno o più aumenti di capitale, anche riservati, deliberati da ITA. Al MEF saranno riconosciuti adeguati poteri di controllo sulla gestione e il diritto di gradimento su nuovi azionisti. Saranno inoltre adottati meccanismi di presidio da parte del Ministero dell’economia e delle finanze sulle decisioni rilevanti ai fini del perseguimento degli obiettivi di sviluppo e potenziamento di Ita”.Il prezzo di acquisto della partecipazione dovrà tenere conto del valore del patrimonio netto di Ita, come risultante dal bilancio della società, dalle relazioni finanziarie intermedie e dalle stime di chiusura dell’esercizio prodotte da ITA.Intanto, secondo i media, Air France-KLM ha informato il governo italiano che non parteciperà alla gara per l’acquisizione di una partecipazione azionaria di Ita. Lo riportano i media citando un portavoce di Air France KLM che comunque continuerà a monitorare da vicino il processo di privatizzazione di Ita ed ha ribadito il “forte” interesse a mantenere il suo rapporto commerciale con la compagnia aerea italiana. LEGGI TUTTO

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    Mercato auto Europa, UNRAE: “Il 2022 chiude in perdita (-4,1%)”

    (Teleborsa) – Con il quinto risultato positivo consecutivo registrato a dicembre (1.091.119 immatricolazioni, +14,8% rispetto alle 950.052 di dicembre 2021), il mercato dell’auto in Europa (nei 30 Paesi dell’UE+UK+EFTA) chiude pero` il 2022 con 11.286.939 auto immatricolate, pari a una perdita del 4,1% e 488mila veicoli in meno rispetto alle 11.774.822 unita` vendute nel 2021. I 5 Major Markets sono caratterizzati in dicembre da un andamento molto differenziato: si passa dalla crescita a doppia cifra di Germania, Italia e Regno Unito (+38,1%, +21% e +18,3% rispettivamente), al pareggio della Francia (-0,1%), sino al vasto calo della Spagna (-14,1%). L’anno si chiude invece in negativo quasi per tutti, con la percentuale peggiore in capo all’Italia (-9,7%), seguita da Francia (-7,8%), Spagna (-5,4%), Regno Unito (-2,0%) e con l’eccezione della Germania (+1,1%). Il mercato italiano si conferma comunque al quarto posto sia a dicembre che nell’intero 2022, ma nel confronto annuale con il principale mercato europeo, la Germania, il suo peso perde 6 punti percentuali, passando dal 55,6% al 49,7%. Nel mese l’Italia si distingue nuovamente, fra i cinque, come ultimo mercato per quota di auto “con la spina” (ECV): 9,4% contro il 55,4% della Germania, il 39,4% del Regno Unito, il 25% della Francia e 10,9% della Spagna. A fine 2022 in Italia le ECV coprono l’8,8%, rispetto al 31,4% della Germania, 22,8% del Regno Unito, 21,6% della Francia e 9,6% della Spagna.”L’UNRAE esprime soddisfazione per l’approvazione dei due decreti per la realizzazione di oltre 21.000 colonnine di ricarica per veicoli elettrici entro i prossimi 3 anni, in centri urbani e superstrade – afferma il direttore generale Andrea Cardinali – pur non potendo conoscere i dettagli del Decreto che non sono ancora disponibili”. Cardinali fa riferimento – spiega l’UNRAE in una nota – alla approvazione, da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica delle modalita` di accesso ai 713 milioni del PNRR (destinati a finanziare fino al 40% dei costi di realizzazione) per installare entro fine 2025 almeno 7.500 infrastrutture di ricarica super- rapide (da 175 kW) sulle strade extraurbane (escluse autostrade) e 13.755 infrastrutture di ricarica veloci (da almeno 90 kW) in aree urbane. “Sulle superstrade – spiega Cardinali – sono previste infrastrutture super veloci, privilegiando l’installazione presso stazioni di servizio esistenti e aree di parcheggio esistenti. Il decreto riguardante le colonnine nei centri urbani tiene invece conto, nella definizione dei criteri per l’ubicazione delle stesse, dell’attuale parco circolante, della disponibilita` di rimesse, parcheggi e box auto privati, della qualita` dell’aria, dell’attuale penetrazione di auto elettriche, della vocazione turistica dei territori. E` un primo passo importante, che l’UNRAE chiede da tempo, per garantire al nostro Paese uno sviluppo accelerato della mobilita` a zero o bassissime emissioni, altrimenti l’Italia restera` ancora molto indietro in termini di diffusione della rete di ricarica. Secondo gli ultimi dati al 30 settembre 2022, infatti, il nostro Paese occupa la quindicesima posizione nel ranking europeo, con 6,7 punti di ricarica ogni 100 Km contro gli 8,9 della media europea. Come da tempo proposto da UNRAE – conclude Cardinali – i Decreti appena approvati, andrebbero affiancati da interventi quali: potenziamento degli incentivi per privati e aziende all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante, almeno fino al 2026; elaborazione di una politica infrastrutturale anche per il rifornimento di idrogeno; revisione dell’impianto fiscale del settore, modulando detraibilita` Iva e deducibilita` dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali; pianificazione rapida per una riconversione industriale della filiera automotive e della componentistica per riportare il nostro Paese a essere un riferimento a livello europeo”. LEGGI TUTTO