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    Velivoli elettrici, Stellantis sfida Tesla: alleanza con Archer

    (Teleborsa) – Stellantis e Archer Aviation estendono in modo significativo la loro partnership unendo le forze per produrre Midnight, il velivolo elettrico di punta di Archer, a decollo e atterraggio verticale (eVTOL). Stellantis collaborerà con Archer nella realizzazione dell’impianto di produzione annunciato di recente dall’azienda stessa a Covington, in Georgia, in cui le società prevedono di iniziare a produrre il velivolo Midnight nel 2024. “Midnight – spiega una nota – è progettato per essere sicuro, sostenibile, silenzioso e, con un carico utile previsto di oltre 1.000 libbre (454 kg), è in grado di trasportare quattro passeggeri più un pilota. Con un’autonomia di 100 miglia (161 km), Midnight è ottimizzato per viaggi back-to-back di breve distanza intorno alle 20 miglia (32 km), con un tempo di ricarica di circa 10 minuti”. “Negli ultimi due anni abbiamo lavorato a stretto contatto con Archer e sono rimasto sempre positivamente impressionato dall’ingegno e dall’impegno incrollabile nei confronti dei risultati”, ha dichiarato Carlos Tavares, Ceo di Stellantis. “Approfondendo la nostra partnership con Archer come investitore strategico e con piani di crescita della nostra partecipazione azionaria, dimostriamo come Stellantis stia superando i limiti per fornire una libertà di mobilità sostenibile, che non si limiti alla strada, ma arrivi fino al cielo. Sostenere Archer con la nostra esperienza produttiva è un altro esempio di come Stellantis guiderà il modo in cui il mondo si muove”.Questa partnership “unica nel settore della mobilità aerea urbana sfrutterà i rispettivi punti di forza e le competenze di ciascuna azienda per portare il velivolo Midnight sul mercato”. “Archer porta il suo team internazionale di esperti in eVTOL, propulsione elettrica e certificazione, mentre Stellantis apporterà alla partnership tecnologie e competenze avanzate nell’ambito della produzione, oltre mettere a disposizione personale esperto e capitali”. L’unione è destinata a consentire una rapida ascesa della produzione del velivolo per soddisfare i piani di commercializzazione di Archer, permettendo al contempo alla stessa Archer di rafforzare il proprio percorso verso la commercializzazione, aiutandola a ridurre la spesa di centinaia di milioni di dollari durante la fase di avvio della produzione. L’obiettivo per Stellantis è quello di produrre in serie il velivolo eVTOL di Archer sulla base di un contratto in esclusiva. “Il continuo riconoscimento da parte di Stellantis dei progressi di Archer verso la commercializzazione, e l’impiego attuale di importanti risorse per costruire con noi il velivolo Midnight, pone Archer in una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza”, afferma Adam Goldstein, fondatore e Ceo di Archer. “Le nostre due aziende stanno compiendo insieme questi passi importanti per realizzare l’opportunità unica di ridefinire il trasporto urbano per un’intera generazione.”Stellantis “fornirà fino a 150 milioni di dollari di capitale azionario per un potenziale utilizzo a discrezione di Archer nel 2023 e nel 2024, a condizione che vengano raggiunti determinati traguardi aziendali che Archer prevede di conseguire nel 2023”. Lo annuncia il gruppo che ha reso noto oggi un potenziamento della partnership con Archer per la produzione di velivoli elettrici, in particolare il Midnight. “Stellantis intende inoltre aumentare la propria partecipazione strategica mediante futuri acquisti di azioni di Archer sul mercato aperto. Queste azioni, unitamente agli altri elementi di questa partnership, consentiranno a Stellantis di diventare un investitore di riferimento a lungo termine in Archer.”Il 2023 è iniziato molto bene con la partnership con Archer. Per noi è tutto sulla libertà della mobilità pulita, sicura e sostenibile”. Lo afferma l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares “Abbiamo un profondo rispetto per Tesla, è molto competitiva. Abbiamo raggiunto un livello di sofisticatezza che ci consente di sfidare altre case, inclusa Tesla. La nostra tecnologia è pronta, vogliamo competere” e “competeremo con Tesla”: “cercheremo di batterla” anche se “non sarà facile prosegue Tavares che aggiunge. “Siamo nel racing mode”. LEGGI TUTTO

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    Energia, ARERA: approvato Testo unico autoconsumo

    (Teleborsa) – Approvato il testo unico che regola le modalità per valorizzare l’autoconsumo diffuso, con indicazioni chiare e semplificazioni procedurali rispetto alla disciplina transitoria vigente dal 2020. Il provvedimento, spiega l’ARERA, completa il quadro regolatorio relativo alle configurazioni in cui è possibile valorizzare l’autoconsumo e fa seguito alle innovazioni relative ai Sistemi semplici di produzione e consumo e ai Sistemi di distribuzione chiusi adottate nei mesi scorsi.Insieme al decreto di incentivazione in emanazione nelle prossime settimane da parte del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, il provvedimento fornisce il quadro delle regole che contribuiranno a rispondere alle sfide della transizione energetica tramite la diffusione degli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili e, poiché essi saranno realizzati in contesti di autoconsumo, contribuirà alla riduzione della spesa energetica dei clienti finali. Nel nuovo ‘Testo integrato autoconsumo diffuso’ rientrano tutti i sistemi per l’autoconsumo diffuso: gruppi di autoconsumatori che agiscono collettivamente in edifici e condomini, comunità energetiche e autoconsumatori individuali su rete pubblica. Le prime due configurazioni hanno già avuto una prima regolazione transitoria basata su un modello regolatorio virtuale, con limitato riferimento all’autoconsumo derivante da nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 200 kW e ubicati sotto la medesima cabina secondaria a cui sono collegati i clienti finali della configurazione.Tra le novità, le definizioni univoche per tutte le varie configurazioni di autoconsumo diffuso e la distinzione di due perimetri geografici: la zona di mercato che rileva per individuare l’energia elettrica condivisa e l’area sottesa alla medesima cabina primaria che rileva per individuare la vera e propria energia elettrica autoconsumata. Quest’ultima è oggetto di maggior valorizzazione per tenere conto dei costi di esercizio delle reti elettriche mediamente evitati proprio per effetto dell’avvicinamento geografico di produzione e consumo nella medesima ora. E poiché la valorizzazione dell’autoconsumo diffuso ora è riferita all’area sottesa alla cabina primaria (e non più alla cabina secondaria), vengono delineati i criteri sulla base dei quali i gestori di rete individuano, in modo convenzionale, le aree sottese a ciascuna cabina primaria a partire dalla reale configurazione delle reti elettriche e introducendo correttivi di carattere geografico. Sarà invece cura del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica la prossima definizione degli incentivi. Inoltre, vengono semplificate le procedure operative per la costituzione e la gestione delle configurazioni.Infine, grazie alla conferma del modello regolatorio virtuale già adottato nel periodo transitorio iniziale, sono garantiti a tutti i clienti finali e ai produttori gli attuali diritti (ad esempio quello di scegliere liberamente il proprio fornitore indipendentemente dai rapporti legati all’autoconsumo). L’applicazione del Tiad è prevista dal 1 marzo 2023 o in concomitanza con l’entrata in vigore del decreto del Mase con gli strumenti di incentivazione economica, se successiva. LEGGI TUTTO

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    Bce: “Debiti possono restare sostenibili nonostante stretta”

    (Teleborsa) – Nonostante il rifinanziamento del debito sia diventato “più costoso per i governi” a causa del rialzo dei tassi di interesse, i debiti dell’Eurozona possono restare “sostenibili” perché “l’alta inflazione tende a migliorare alcuni dati rilevanti della sostenibilità fiscale”,provocando un aumento del PIL nominale e una contestuale “riduzione del rapporto debito-PIL”. È quanto emerge dallo studio degli economisti di Francoforte “Politica fiscale: da un pranzo gratis a uno abbordabile”, pubblicato sul blog della Bce.Nello studio si segnala come “nonostante il rialzo dei tassi il debito governativo possa restare su un sentiero solido”.Gli economisti della Bce evidenziano come “costi di finanziamento più alti si applicano solo al debito di nuova emissione” mentre “i costi di finanziamento medi dell’Eurozona restano relativamente bassi, in quanto i governi si sono garantiti tassi più bassi” rifinanziandosi negli anni in cui il costo del denaro era ai minimi storici.”Fino a quando i tassi di interesse nominali sul debito governativo restano inferiori al tasso di crescita del PIL il rapporto debito-PIL di un Paese può restare stabile anche in presenza di un deficit primario (cioè di spese superiori alle entrate fiscali al netto del costo del debito) – si legge nella ricerca –. Nell’Eurozona, i costi di finanziamento medi siano stati inferiori, negli anni recenti, ai tassi di crescita del PIl e, a dispetto dei recenti aumenti nei tassi di mercato, i costi per gli interessi sono attesi ancora per qualche tempo sotto i tassi di crescita”.Col passare del tempo però il progressivo rifinanziamento del debito a tassi più alti – rileva lo studio – farà salire il costo medio del debito mentre la riduzione dell’inflazione ridurrà la crescita nominale del PIL rendendo più impegnativo garantire la sostenibilità del debito. E in questo contesto arriva un monito a Paesi, come l’Italia, che hanno un debito elevato. “I tassi pagati dai governi sul nuovo debito dipendono anche dalla solidità della loro posizione fiscale. Indebitamenti più alti possono spingere al rialzi gli spread di credito verso livelli ai quali le dinamiche di debito si deteriorano”, con il rischio, nel caso in cui peggiori l’accesso al mercato dei capitali, che “la sostenibilità fiscale venga messa a rischio”.Per questo gli economisti mettono in guardia i governi dalla tentazione di fare “pasti gratis”, cioè deficit eccessivi, facendo leva sul fatto che la crescita nominale del PIL è stata recentemente superiore a quella dei costi di finanziamento.”Alti debiti” infatti possono “far salire i rendimenti” e alla fine “il costo medio del debito”. “Per i Paesi ad alto indebitamento” una crescita del 10% del rapporto debito-PIL costa, secondo le stime di Francoforte, “un aumento di 65 punti base” del rendimento dei propri bond. LEGGI TUTTO

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    Giochi, 10,3 miliardi nelle casse dello Stato (+22%)

    (Teleborsa) – Dopo lo stop del 2020, il settore dei giochi nel 2022 torna ad avvicinarsi ai livelli pre-pandemia. Nel 2022 lo Stato riscuoterà circa 10,3 miliardi di euro dal settore, un dato inferiore (-9%) rispetto a quello del 2019 (11,3 miliardi) ma superiore al 2021 (+22%), anno in cui l’onda lunga del Covid aveva fatto ancora sentire i suoi effetti su sale giochi e agenzie di scommesse, chiuse per circa 6 mesi. È quanto emerge dall’analisi sui dati dell’industria effettuata da Agipronews. Anche la spesa (incassi depurati delle vincite) tende a stabilizzarsi. Secondo le stime di Agipronews, nel 2022 i giocatori hanno speso oltre 19,6 miliardi di euro, +2% rispetto ai 19,3 miliardi del 2019 e +28% rispetto ai 15,4 miliardi dello scorso anno. La distribuzione della spesa cambia, tuttavia, rispetto al 2019. Si registra un calo dell’8,7% (da 17,4 a 15,9 miliardi) del network dei punti vendita retail dovuto soprattutto alla flessione degli apparecchi da intrattenimento slot e Vlt, che nel giro di tre anni perdono il 17% (da 10,2 a 8,5 miliardi).È l’online a trainare la ripresa del settore: la spesa raddoppia nel giro di tre anni da 1,8 a 3,7 miliardi, trainata da poker e casinò – che passano dai 969 milioni del 2019 a 3,7 miliardi – e dalle scommesse, che registrano un aumento dell’89% (1,4 miliardi vs. 783 milioni).In termini di raccolta, il mercato supera i valori di tre anni fa (131 miliardi vs 110 miliardi, +19,5%). I dati confermano lo spostamento di parte dei giocatori verso il web, anche se la forbice si restringe con la completa riapertura dei negozi. Il retail risale a quota 61,3 miliardi, mentre la raccolta del gioco online ha registrato 70,5 miliardi, il doppio rispetto ai 36,4 miliardi del 2019. LEGGI TUTTO

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    Infrastrutture, Salvini: deve essere anno liberazione cantieri

    (Teleborsa) – “Dal mio punto di vista, il 2023 deve essere l’anno della liberazione dei cantieri”. Lo ha detto il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, durante la conferenza stampa dopo la visita al cantiere del tunnel per il collegamento stradale Passo San Giovanni-Cretaccio e la sede dell’A22. Parlando poi dei 7 miliardi di gare bandite da RFI, il ministro ha aggiunto che “Stiamo chiedendo di accelerare. È fondamentale che questi 7 miliardi diventino cantieri, gru e lavoro. L’obiettivo è che entro mesi estivi si parta””Nel mese di gennaio convocherò la cabina di regia” sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. “L’input è correre, correre, correre”, ha aggiunto il ministro. LEGGI TUTTO

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    Covid, UE cerca linea comune sugli arrivi dalla Cina

    (Teleborsa) – L’Ue lavora alla stretta sugli arrivi dalla Cina. Il meccanismo sulle crisi europee (Ipcr) è stato convocato oggi alle 15 per discutere una linea comune nei confronti dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l’esplosione dei contagi Covid nel paese.La riunione tecnica, che non prevede la presenza di ministri, terminerà intorno alle 18,30: non è prevista una conferenza stampa ma la diffusione di informazioni dalla presidenza.”L’abolizione delle restrizioni alle partenze dalla Cina, in combinazione con la crescente diffusione del Covid-19 nel Paese, ha reso concreta la necessità di un’azione europea congiunta” ha dichiarato il primo ministro svedese e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Ulf Kristersson.L’Europa si è finora mossa in ordine sparso sui controlli negli aeroporti con Italia, Francia e Spagna che richiedono un tampone negativo per chiunque arrivi dagli scali cinesi, mentre la Germania non ha ancora imposto l’obbligo di tampone. È, dunque, necessario trovare una linea comune per evitare una nuova ondata pandemica ma anche la divisione dei Ventisette nelle misure adottate.”Le misure che potrebbero essere adottate – ha detto il portavoce della Commissione europea Tim McPhee – sono in linea con quelle che sono state definite dalla commissaria alla Salute Stella Kyriakides in una lettera che ha inviato ai ministri della salute dopo la riunione del 29 dicembre” dal Comitato per la sicurezza sanitaria. E “potrebbero includere il potenziamento del monitoraggio delle acque reflue o la sorveglianza genomica. Continueremo a svolgere il nostro ruolo di facilitatori di queste discussioni tra gli Stati membri e siamo pronti a convocare ulteriori riunioni se necessario”.Ieri il Comitato per la sicurezza sanitaria – ha fatto sapere la commissaria Ue alla Salute – ha trovato convergenza sulle azioni da intraprendere, tra cui: ?test prima della partenza per i viaggiatori provenienti dalla Cina; accelerazione del monitoraggio delle acque reflue; aumento della sorveglianza interna. LEGGI TUTTO

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    Cresce la sfiducia tra le imprese per la ripresa: incertezza e costi dell'energia preoccupano anche nel 2023

    (Teleborsa) – Tra le imprese c’è ancora un sentiment di sfiducia sulla ripresa economica registrato a livello globale nella prima metà del 2022. Secondo l’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market, è ancora diffuso un clima generale di sfiducia sulle aspettative future verso alcuni dei principali driver di sviluppo economico che lasciano intravedere un anno ricco di sfide per il buon andamento del business. La percentuale delle aziende ottimiste subisce infatti un ulteriore rallentamento nel secondo semestre (-5%) passando dal 64% al 59%. Tale trend colpisce anche l’Europa dove la frenata dell’ottimismo supera la media globale al -9% (dal 52% del primo al 43% del secondo semestre) mentre l’Italia rimane stabile scendendo di un solo punto percentuale, dal 48% al 47%. Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’inflazione elevata e l’impennata dei prezzi dell’energia hanno infatti causato un peggioramento delle aspettative di crescita verso cui le aziende continuano a mostrare una certa prudenza. In particolare, il 60% delle aziende cita l’incertezza economica insieme ai costi dell’energia come vincolo principale alla crescita, a cui seguono la disponibilità di forza lavoro qualificata (57%) e il costo del lavoro (55%). Guardando ai ricavi, scende lievemente il numero di imprese che ne stima una crescita per il 2023, passando dal 58% al 56% del secondo semestre 2022, mentre l’indice è in miglioramento in Italia dove le aziende ottimiste aumentano dal 44% al 49%, resta stabile in Europa al 49%. Diminuisce, seppur in modo marginale, anche la percentuale delle aziende che prevede di assumere personale nel prossimo anno, passando dal 50% del primo semestre dell’anno al 48% del secondo semestre, in Europa passa dal 40% al 36%, mentre in Italia il dato si abbassa di un solo punto percentuale dal 41% al 40%. Per quanto riguarda la redditività, migliora leggermente il numero di aziende che ne stima una crescita per il 2023, passando dal 54% al 55% nella seconda metà dell’anno, cala invece in Europa da 42% al 41%, mentre rimane costante in Italia al 45%. Sull’aumento dei salari, sebbene la percentuale delle imprese che prevede di aumentare lo stipendio dei propri dipendenti resti molto alta (82%), si registra dopo 2 anni consecutivi di crescita un lievissimo calo del -1%. In tale contesto di instabilità le aspettative di espansione sui mercati internazionali restano però elevate, con il 45% delle aziende globali che si aspetta una crescita dell’export (44% nel primo semestre), segue l’Italia al 41% (rispetto al 34%) e l’Europa al 37% (rispetto al 35%). Contrariamente alla flessione che si manifesta in Europa e nel mondo, in Italia un numero crescente di aziende prevede di aumentare sia i ricavi connessi alle esportazioni (passando dal 37% al 39%) sia il numero di Paesi nei quali esportare (passando dal 33% al 35%), e si mostrano ottimiste anche in merito al ricorso a fornitori sui mercati esteri che dovrebbe aumentare secondo il 30% delle aziende (25% nella prima metà dell’anno).Nella seconda metà dell’anno le aziende del mid-market continuano ad intraprendere, in risposta al clima di sfiducia, alcune misure strategiche per lo sviluppo del business. Il 57% delle aziende prevede di aumentare gli investimenti in tecnologia nei prossimi 12 mesi (60% nel primo semestre), seguito dal 47% dell’Europa (46% nel primo semestre) e dal 54% dell’Italia (dato rimasto invariato). Seguono gli investimenti in competenze del personale (53%) e ricerca e sviluppo (51%). In Italia, al fine di identificare e colmare le lacune nell’area nelle competenze professionali e restare così competitive sul mercato, la maggior parte delle aziende si è posta l’obiettivo di migliorare l’analisi del mercato e delle abitudini della concorrenza (52%), e ha intenzione di attuare una più qualificata valutazione interna delle carenze nelle abilità professionali (50%). Guardando al 2023, in riferimento agli obiettivi considerati prioritari dalle aziende italiane per la crescita del business, si trova in cima alla classifica il taglio dei costi dell’energia riportato dal 47% del campione, al secondo posto l’incremento della redditività (40%), segue l’incremento del portfolio clienti (37%) e al quarto posto gli investimenti in ricerca e sviluppo (32%). “Per le aziende del mid-market che oggi si trovano ad operare in un contesto che le rende particolarmente vulnerabili, complice una serie di fattori quali l’ondata inflazionistica, il caro energia e la guerra – ha commentato Alessandro Dragonetti, managing partner e Head of Tax di Bernoni Grant Thornton – le sfide che si troveranno ad affrontare sono molteplici. In questo nuovo scenario di riferimento sarà necessario rivedere la strategia e i modelli operativi per una pianificazione a lungo termine in grado di contrastare i possibili rischi derivanti dal peggioramento delle condizioni di approvvigionamento dei fattori produttivi e dalla volatilità del mercato di riferimento”. “In tale contesto le imprese dovranno altresì aumentare gli investimenti in innovazione e tecnologia per efficientare i processi – azioni che molte di loro hanno già intrapreso, come emerso dall’analisi – ma anche acquisire professionalità qualificate tali da comprendere i mercati e i settori in cui operano i competitor nonché, porre in essere azioni tese a stimolare la loro permanenza nell’impresa. Puntare infine – ha concluso Dragonetti – sull’internazionalizzazione. Espandere il business oltre confine è stata da sempre una delle principali risposte vincenti all’incertezza”. LEGGI TUTTO

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    Polo Infrastrutture del Gruppo FS: chiuso il 2022 con oltre 25miliardi di nuove gare

    (Teleborsa) – Oltre 25,5 miliardi di nuove gare lanciate e 15 miliardi di appalti aggiudicati per il Polo Infrastrutture del Gruppo FS nel 2022. Quello appena concluso è stato un anno ad alta velocità per Rete Ferroviaria Italiana e Anas, impegnate nell’esecuzione di un piano infrastrutturale complesso in un contesto difficile, caratterizzato dal conflitto in Ucraina e dal conseguente aumento del costo dei materiali. Uno scenario che comunque – sottolinea il Gruppo FS in una nota – non ha precluso il raggiungimento degli obiettivi che le due società si erano prefissati, superando di ben 10 miliardi di euro le gare lanciate nel 2021 (+64%). In particolare, RFI ha lanciato sul mercato 283 nuove gare, superando il tetto dei 21 miliardi di procedure avviate nel 2022, di cui oltre 10 miliardi per opere in PNRR. Per quanto riguarda gli appalti aggiudicati invece la quota supera i 10 miliardi, di cui la metà in PNRR. Nel solo mese di dicembre sono state pubblicate 46 gare per oltre 8 miliardi di euro. Tra le gare lanciate nel corso dell’anno da RFI, sono numerose quelle dedicate a progetti per il Sud Italia: le 6 gare da 6 miliardi totali in Sicilia, che permetteranno di aprire tutti i cantieri della Palermo-Catania-Messina nel corso del 2023; la realizzazione della tratta Battipaglia-Romagnano, parte della nuova linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, del valore di oltre 2,16 miliardi di euro finanziati con risorse PNRR; la nuova linea Ferrandina – Matera La Martella. Nel resto di Italia spiccano le gare per la Circonvallazione di Trento, il passante e della stazione AV del nodo di Firenze, i collegamenti con gli aeroporti di Bergamo e Venezia, la Codogno – Cremona – Mantova e il Nodo di Verona – Ingresso Ovest. Tra le gare già aggiudicate figurano quelle per la realizzazione su tutto il territorio nazionale dell’ERTMS, la fornitura di oltre 200 mila tonnellate di acciaio per rotaie, per il raddoppio della Termoli-Lesina, due lotti della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione del passante e della stazione AV del nodo di Firenze. LEGGI TUTTO