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    UE autorizza l’acquisizione di Kohler Energy da parte di Platinum Equity Group

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento comunitario sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di Kohler Energy da parte di Platinum Equity Group, entrambi gruppi statunitensi. La transazione riguarda principalmente la produzione di sistemi energetici industriali, tecnologie di propulsione e soluzioni energetiche domestiche.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -37 BCF

    (Teleborsa) – Diminuiscono gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 29 marzo 2024 sono risultati in calo di 37 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela quasi in linea con il consensus (-42 BCF). La settimana prima si era registrato un decremento di 36 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.259 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento del 23% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.837) e in crescita del 38,9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 1.626 BCF. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza l’acquisizione di asset Teck da parte di Glencore

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo delle attività e degli asset del carbone canadese di Teck Resources da parte di Glencore. L’operazione riguarda principalmente la produzione e la fornitura di carbone metallurgico.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Salvini – Santanchè, doppia mozione di sfiducia: maggioranza fa quadrato

    (Teleborsa) – Con 211 no e 129 si, la Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, primo firmatario il capogruppo di Azione Matteo Richetti, contro il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. La mozione contro il ministro delle Infrastrutture e vicepremier poggia sul rapporto siglato dalla Lega e da Salvini con il partito di Vladimir Putin “Russia Unita”, ma sono stati lo stesso Salvini e il suo partito ad affermare che quel rapporto è annullato nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina.Vicenda più spinosa, anche all’interno della stessa maggioranza per la stessa presidente Meloni , quella che riguarda invece la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Fra i deputati della maggioranza, nessuno ha dubbi che per la seconda volta verrà respinta la sfiducia, come il 26 luglio al Senato, quando votarono a favore solo M5s, Pd e Avs. Questa volta anche Azione ne chiede le dimissioni, alla luce di quanto emerso sulle società Visibilia, Bioera e Ki Group. Non Italia viva. “Santanchè ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi – ha spiegato Matteo Renzi – non usiamo le indagini per attaccarla”.Nei prossimi giorni però è attesa la chiusura dell’inchiesta su Visibilia per false comunicazioni sociali, e poi la Procura – a meno che Santanchè non chieda di farsi interrogare e dimostri il contrario – scaduti i venti giorni canonici, si avvia alla richiesta di rinvio a giudizio. Se dovrà affrontare un processo, “la ministra farà le sue riflessioni”, il refrain nel centrodestra. “Siamo garantisti, dopodiché – chiarisce il vicesegretario leghista Andrea Crippa – Meloni, che è premier e leader di FdI deciderà di fronte a un rinvio a giudizio”. LEGGI TUTTO

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    Piano incentivi auto: ecco quando sarà operativo

    (Teleborsa) – “Non può Stellantis da sola reggere lo straordinario indotto italiano, è necessario almeno un altro grande produttore in Italia” che “ha bisogno di un mercato interno produttivo di almeno 1,3 milioni di auto l’anno”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato a Zapping su Rai Radio 1.Torino con Mirafiori rimane il “cuore pulsante” di Stellantis, ma per aumentare la produttività dello storico stabilimento Fiat dove si realizzano 500 elettriche e Maserati, servono gli incentivi per l’elettrico e occorre lavorare sulla competitività del sito agendo su “fattori esterni”, come il costo del lavoro e dell’energia. È quanto sostenuto da Davide Mele responsabile Corporate Affairs di Stellantis in Italia all’incontro su Mirafiori al Mimit, la seconda riunione dedicata ai siti produttivi del gruppo a cui hanno partecipato anche le istituzioni locali (Regione Piemonte e Comune di Torino), Anfia e le organizzazioni sindacali.Per il Ministro Urso a Mirafiori si devono produrre “almeno 200mila auto” per arrivare all’obiettivo condiviso con Stellantis di realizzare un milione di veicoli in Italia. Sul piano incentivi: scatterà “tra qualche settimana” dopo il via libera della Corte dei Conti, ha detto ancora Urso sottolineando che Il decreto è stato pubblicato nel senso che, avendo conseguito le firme di tutti i dicasteri interessati, è di fatto pubblico ma il piano incentivi scatterà quando avremo il via libera definitivo tra qualche settimana” ha detto sottolineando che “favorisce i modelli prodotti nel nostro Paese”. Il provvedimento, ha aggiunto, “stanzia 950 milioni di euro con più incentivi per chi rottama le auto più inquinanti, euro 0,1,2,3, e più incentivi a chi ha un reddito più basso in modo che il combinato disposto tra chi rottama un auto più inquinante per acquistare un auto elettrica, e ha reddito sotto i 30mila euro, può ricevere contributi fino a 13,750 euro”. LEGGI TUTTO

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    DEF verso il via libera, cosa ha detto Giorgetti

    (Teleborsa) – Riflettori puntati sul prossimo Consiglio dei ministri, in programma per martedì 9 aprile alle 11. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che “entro i primi 10 giorni di aprile” verrà approvato il Def. Nel Def “ci saranno numeri interessanti comunque”, ha detto il ministro. “Un po’ di suspence”, ha aggiunto a chi lo incalzava chiedendogli se il debito sarà inferiore a quello 2023. “Noi facciamo le cose in base alle istruzioni che abbiamo ricevuto – ha aggiunto -, in un contesto in cui tutte queste regole non sono ancora declinate e precisate e non si possono applicare, ma questo era facilmente prevedibile, data la complessità delle medesime e la situazione complessa di natura esterna”.Intanto è arrivata anche la replica di Giorgetti in audizione alla Camera alla domanda del deputato di Avs Marco Grimaldi che chiedeva se sarà un Def con lo specchietto retrovisore: “L’introduzione dello specchietto retrovisore è stata un’enorme rivoluzione per la guida dei veicoli, ha salvato molte vite umane”, ha rimarcato il titolare del Tesoro non senza una punta di ironia.”Fare il Def con lo specchietto retrovisore oggi è molto utile, molto più che affidarsi ai voli pindarici della programmazione in un contesto complicato. Lo faremo come la commissione Ue ci ha chiesto di fare e Sarà un po’ differente dal passato prendendo atto delle circostanze”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Tassi USA, Powell (Fed) allontana il taglio: serve più fiducia su calo inflazione

    (Teleborsa) – I dati sull’economia e sull’inflazione non hanno “materialmente cambiato” il quadro, è troppo presto per dire se i recenti dati sull’inflazione sono solo un balzo temporaneo o meno. Lo ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, durante il suo intervento alla Stanford University, ribadendo che la banca centrale americana decide la sua politica monetaria riunione per riunione. Un chiaro messaggio che la Fed non ha così fretta di tagliare i tassi ed ha bisogno di maggiori prove del rallentamento dei prezzi prima di ridurli. La Fed “ha tempo per decidere” su possibili tagli e vuole avere una maggiore fiducia sulla traiettoria al ribasso dell’inflazione prima di ridurre il costo del denaro – ha detto il banchiere – aggiungendo che data la forza dell’economia e i progressi finora compiuti sull’inflazione, “abbiamo tempo per lasciare che i dati economici in arrivo guidino le nostre decisioni”. Se l’economia evolve “come ci attendiamo, la maggior parte dei membri della Fed ritiene probabilmente appropriato un taglio dei tassi a un certo punto quest’anno”, ha detto Powell. Il presidente della Fed ha sottolineato che le condizioni del mercato del lavoro sono meno rigide rispetto agli ultimi anni, il che ha attenuato le preoccupazioni che buste paga e prezzi possano aumentare di pari passo. “I dati recenti non cambiano sostanzialmente il quadro generale, che continua ad essere caratterizzato da una crescita solida, un mercato del lavoro forte, ma in riequilibrio e un’inflazione che scende al 2% su un percorso a volte accidentato”, ha detto.Powell è tornato a difendere l’indipendenza della banca centrale in un anno elettorale che la dovrebbe vedere protagonista con dei tagli dei tassi di interesse. “L’indipendenza ci consente e ci richiede di assumere le nostre decisioni di politica monetaria senza considerazioni politiche di breve termine”. LEGGI TUTTO

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    Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza: atto di responsabilità

    (Teleborsa) – L’industriale Edoardo Garrone ha annunciato il ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ha spiegato le ragioni in una lunga lettera inviata ai colleghi dell’associazione. “È evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di impegni o scambi eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili – si legge nella lettera –. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria”. “La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – ha spiegato – di fare un passo indietro e di consentire ad EmanueleOrsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.”Questa è una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi – ha sottolineato Garrone –. È una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all’intero Paese”.Il ritiro del presidente di Erg e del Sole 24 Ore per il “bene dell’associazione” spiana la strada ad Emanuele Orsini, amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti e attuale vicepresidente di Confindustria. La decisione di Garrone arriva infatti alla vigilia del Consiglio Generale di Confindustria che a scrutinio segreto designerà il nuovo presidente per il quadriennio 2024-2028 con Orsini ora unico candidato in gara. Per la presidenza di Confindustria inizialmente si erano candidati anche Alberto Marenghi e Antonio Gozzi. Si chiuderà quindi domani la campagna elettorale per la guida dell’Associazione degli industriali, una delle più divisiva della sua storia.Anche il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha espresso “grande apprezzamento per la sensibilità” dimostrata da Edoardo Garrone che ha deciso di offrire un segnale di unità. “Conosco e stimo Orsini da anni – ha dichiarato Salvini –: un abbraccio e in bocca al lupo per le importanti sfide che sarà chiamato ad affrontare” LEGGI TUTTO