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    TLC, Asstel: In Italia ricavi 2022 in calo di 800 milioni, dal 2012 prezzi -34%

    (Teleborsa) – Nel 2022 i ricavi degli Operatori Tlc in Italia sono stati pari a 27,1 miliardi (-0,8 miliardi rispetto al 2021). Prosegue, dunque, il calo dei ricavi, a differenza di quanto registrato in Francia (+2%) e Germania (+1%). È quanto emerge dal Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2023 presentato oggi – presso l’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università Luiss Guido Carli di Roma – da Asstel-Assotelecomunicazioni e dalle Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil ed elaborato grazie alla collaborazione con gli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano. Il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in Italia Edizione 2023 “Connessi per l’Italia Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” è stato patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e si è tenuto alla presenza del Presidente del BEREC, Konstantinos Masselos, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessio Butti e del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon.I primi sei mesi del 2023, secondo gli ultimi dati Agcom, evidenziano una ripresa dei ricavi del mercato fisso (+3,4%), mentre per il mercato mobile continua il segno negativo (-3,5%). I costi operativi in aumento del +1% nel 2022, malgrado i programmi di contenimento attivati, a causa principalmente dell’andamento dell’inflazione in Italia e dell’imprevedibile aumento dei costi energetici. Tra il 2021 e il 2022 in Italia i prezzi relativi a terminali e servizi di comunicazione sono scesi del -1,4%, contro una media europea del -0.4%. Da dicembre 2012 a dicembre 2022 l’Italia mostra un calo del -34%, il maggiore tra i principali Paesi europei. Nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Agcom, si assiste ad una leggera ripresa dei prezzi con un +0,4%. Gli investimemti invece sono stati pari a i pari a 7 miliardi, con un’incidenza del 26% sui ricavi totali degli operatori Tlc. Il saldo di cassa degli operatori Tlc (differenza tra Ebitda e Capex) per la prima volta è negativo e pari a -3,8 miliardi (nel 2010 era 10,5 miliardi), “segno che la marginalità del settore, in continuo calo da diversi anni, è sempre più assorbita dagli investimenti sostenuti. Il valore negativo registrato nel 2022 risente soprattutto della maxi-rata di 4,5 miliardi di euro pagati per le frequenze 5G e della riduzione dell’Ebitda, frutto di un aumento dei costi e di una continua contrazione dei ricavi. Al netto delle licenze, il valore sarebbe comunque in diminuzione e pari a 0,7 miliardi”. Nel 2022 continuano a crescere i volumi di traffico dati da rete fissa (+10%) e da rete mobile (+31%). Considerando solo gli ultimi tre anni, il valore del traffico dati mobili è quasi triplicato (+184%) mentre quello fisso è aumentato del 93%. Gli operatori tlc nel 2022 hanno coinvolto in attività di upskilling e reskilling quasi il 97% del totale dei lavoratori, in crescita rispetto al 94% del 2021. Mediamente nel corso del 2022, ciascuna persona coinvolta ha seguito circa 6 giornate di formazione, in aumento rispetto alle 4/5 previste. Anche tra gli altri attori della Filiera Tlc la percentuale di lavoratori coinvolti in attività di formazione è elevata: quasi uno su due. La filiera delle Tlc è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e Pa in tutti i principali settori del sistema economico. “La Filiera delle TLC è strategica in quanto – ha affermato Massimo Sarmi, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni – abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico. La TLC vedono nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali. Tuttavia, le dinamiche economiche stanno minando la sostenibilità del Settore. In uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali, l’Italia mostra un quadro particolarmente difficile. Tra i principali Paesi europei, l’Italia risulta quello con la diminuzione dei ricavi più significativa negli ultimi 12 anni. Nel 2022, rispetto all’anno precedente – ha proseguito Sarmi – i ricavi degli Operatori TLC, nel nostro Paese, sono diminuiti del 3%, come effetto di una riduzione del 4% del segmento mobile e del 2% di quello fisso, mentre in Francia, Germania e Spagna si è registrato un incremento dei ricavi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio. Gli Operatori italiani hanno messo in campo programmi di contenimento dei costi, ostacolati dall’inflazione crescente e dall’elevato costo di approvvigionamento energetico. Nel 2022, inoltre, è diminuito lievemente il valore dei CAPEX infrastrutturali per gli Operatori italiani, attestandosi, comunque, nell’intorno dei 7 miliardi di euro. L’effetto netto di questi andamenti è una riduzione del saldo di cassa (EBITDA -CAPEX), pari a 0,7 miliardi di euro nel 2022 e che, considerando anche il pagamento della maxi-rata per le frequenze 5G, 4,5 miliardi di euro, diventa addirittura negativo. Questo indicatore mette in evidenza come la marginalità del Settore sia assorbita dagli investimenti necessari per lo sviluppo dell’infrastruttura e il supporto alla trasformazione digitale del Paese. Per la sostenibilità e lo sviluppo industriale della Filiera sono fondamentali da un lato la sfida della trasformazione digitale, la costruzione delle competenze necessarie, accanto a nuove strategie di business, dall’altro la realizzazione di una nuova politica industriale dedicata per accompagnare le trasformazioni in atto e la modifica del quadro normativo per ridurre i costi e la burocrazia nonché per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi. Questa consapevolezza sta maturando anche a livello Europeo, come emerge dalle più recenti iniziative comunitarie. Un’infrastruttura di telecomunicazioni all’avanguardia è un pilastro fondamentale per l’innovazione e la crescita del Paese”.”Anche quest’anno la fotografia dello stato del settore – commenta Fabrizio Solari, Segretario Generale SLC-CGIL – non si discosta dal trend negativo che perdura da almeno un decennio. L’anomalia continua ad essere costituita da una domanda che cresce, sia in quantità che in qualità, mentre i ricavi arrancano. Il minimo è ribadire che gli attuali assetti di mercato sono gravemente squilibrati sul lato dell’ossessiva attenzione al consumatore e perdono di vista gli interessi generali del Paese. Un prolungato contesto di questo tipo frena gli investimenti e l’industria delle TLC rischia di trasformarsi da fattore abilitante dell’innovazione a freno dello sviluppo. Permane l’assenza di una politica industriale di raccordo delle diverse azioni in campo, si fa quel che si può, comprando tempo senza però avere una reale prospettiva di rilancio duraturo. Penso che la novità più significativa del tempo presente non sta nei numeri del Rapporto, ma in quello che quei numeri stanno provocando. In effetti è in corso un profondo riassetto delle principali aziende del settore. Purtroppo, il tratto distintivo di queste iniziative non ci fa ben sperare, lo stato di necessità sembra farla da padrone e il modello prevalente dell’Europa che conta si sta sempre più allontanando da noi. Tutto questo peggiora la condizione del lavoro di oggi e pregiudica il lavoro di domani, con buona pace dei propositi di innovazione e di crescita economica e sociale”.”I dati presentati oggi – ha dichiarato Alessandro Faraoni, Segretario Generale Fistel Cisl – descrivono un quadro della Filiera TLC molto complesso. La sfida per la sostenibilità della Filiera nel suo insieme passa dalla sua trasformazione attraverso l’individuazione di nuove tendenze tecnologiche e nuove strategie di business che dovranno essere accompagnate da una nuova politica industriale. Siamo alla vigilia della presentazione della piattaforma contrattuale e guardando il contesto di difficoltà oggettiva della Filiera siamo consapevoli che sarà una sfida particolarmente complessa che però, come componente sindacale, dobbiamo intraprendere per dare risposte alle persone che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di una Filiera strategica per il Paese. Abbiamo la necessita di creare forti competenze digitali per includere i nativi digitali nella Filiera e allo stesso tempo trovare soluzioni per non escludere la fascia di lavoratrici e lavoratori più maturi. Determinante diventa quindi un significativo investimento sulla formazione permanente, anche per offrire nuovi gradi di occupabilità alle persone. Il Fondo di Solidarietà della Filiera TLC è uno strumento essenziale per favorire il raggiungimento di questo obiettivo. Per questo è necessario che il Fondo venga messo in condizione di operare fin da subito anche attraverso un contributo economico pubblico. L’appello è quello di lavorare insieme, Istituzioni, Sindacati e Asstel per gli interessi primari del Paese senza pregiudizi, valorizzando il nostro modello di Relazioni Industriali partecipativo, che da sempre rappresenta un fattore abilitante del cambiamento, che diventa ancora più importante in funzione del prossimo rinnovo del CCNL TLC e delle sfide che interessano tutte le imprese della Filiera a partire da quelle del CRM/BPO”.”La Filiera TLC è arrivata a un bivio drammatico. I numeri presentati oggi lo dimostrano in maniera evidente. Allo stesso modo anche sul lavoro abbiamo dovuto registrare un lungo periodo caratterizzato da modelli difensivi, che hanno visto un forte utilizzo di ammortizzatori sociali e razionalizzazioni, elementi che hanno inciso sia sulla contrattazione aziendale che sulla necessità di avviare l’indispensabile ricambio generazionale. Per questo, come già fatto lo scorso anno rinnoviamo la richiesta, ancora una volta, dell’apertura di un tavolo con il Governo per affrontare i tanti temi su cui abbiamo necessità di confrontarci per individuare soluzioni utili al rilancio del Settore. È necessario dare corso, insieme alle Istituzioni, – commenta Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom-Uil – ad un intervento strutturale che possa dare stabilità alla Filiera rilanciando un asset strategico per il sistema Paese e tutelando oltre 200mila lavoratori che operano nel variegato mondo delle Telecomunicazioni cominciando dal mondo del CRM/BPO. Questo Settore merita delle regole che vadano nella direzione di dare una prospettiva industriale con una forte attenzione al mondo del lavoro e alle persone che ci lavorano, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta”.”La trasformazione in atto della Filiera TLC richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di evoluzione generazionale. Sono questi i fattori chiave – concludono il Presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Fabrizio Solari (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL) – per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese, dotando soprattutto i giovani delle skill necessarie, attraverso un dialogo costante con le Istituzioni scolastiche, accademiche e gli ITS Academy, per essere pronti al mondo del lavoro di oggi e di domani, per rispondere ai nuovi modelli di business che le imprese stanno sviluppando, grazie anche all’impulso dei fattori abilitanti digitali come i Big data, il Cloud, l’IoT, la Cybersecurity, l’Intelligenza Artificiale e il 5G. Abbiamo il compito di accompagnare il processo di evoluzione del lavoro e riteniamo che il futuro della Filiera passi anche per la creazione di percorsi formativi permanenti, in chiave di upskilling e di reskilling. Resta fondamentale un pieno sostegno da parte delle Istituzioni agli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, agli investimenti in formazione delle competenze e al rafforzamento dell’istruzione professionale e STEM. Sono queste le sfide che ci vedono impegnati, e per affrontarle è necessario poter disporre anche di strumenti come il Contratto di Espansione che in questi anni ha dimostrato la sua capacità di accompagnare l’evoluzione del lavoro in linea con le trasformazioni in corso. Sarebbe, quindi, determinante che il Governo rifinanzi questo strumento in ragione della sua capacità di favorire il cambio generazionale e i necessari percorsi di aggiornamento delle competenze dei lavoratori in coerenza con la trasformazione digitale delle imprese. Inoltre, crediamo che il Fondo di Solidarietà TLC, istituito con il Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 4 agosto 2023 sia un ulteriore strumento essenziale per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi di innovazione tecnologica. Il Fondo sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e per consentirne fin da subito, per il primo triennio di attività, il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno economico pubblico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori. Per questo è determinante un dialogo costante con le Istituzioni per dare forma a strumenti che rispondano concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle imprese”. LEGGI TUTTO

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    USA, l’inflazione rallenta a ottobre

    (Teleborsa) – Rallenta l’inflazione negli Stati Uniti nel mese di ottobre. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato una variazione nulla su base mensile, contro il +0,1% delle attese, dopo il +0,4% di settembre.Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 3,2%, inferiore al consensus (+3,3%), dopo aver riportato una espansione del 3,7% il mese precedente. Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, contro il +0,3% del consensus e del mese precedente. La variazione tendenziale si attesta al 4%, dopo il +4,1% delle stime degli analisti e del mese di settembre.(Foto: QuinceCreative / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Gruppo BPER Banca, via al servizio “CercaBandi” per le imprese

    (Teleborsa) – Il Gruppo BPER ha lanciato il nuovo Servizio “CercaBandi” per la fornitura di attività consulenziale specialistica e di ricerca di compatibilità tra imprese, territorio e strumenti di finanza agevolata; L’obiettivo è ascoltare le imprese per ricercare soluzioni finanziarie di medio periodo più adatte alle loro esigenze. Il servizio – spiega il Gruppo BPER in una nota – consiste in un modello integrato che prevede diverse opportunità: la prima è l’utilizzo di una piattaforma messa a disposizione delle imprese per la ricerca e la selezione delle agevolazioni, grazie all’accordo siglato con PwC Italia, organizzazione che offre servizi professionali multidisciplinari alle imprese. Tramite la piattaforma le aziende potranno consultare, con il supporto dei gestori e degli specialisti territoriali del Gruppo Bancario, un elenco dei bandi di contributo e degli incentivi fiscali attualmente attivi, aggiornato quotidianamente, con la possibilità di effettuare una simulazione per verificare le misure applicabili in base alle proprie caratteristiche. La seconda è la possibilità di usufruire degli accordi di collaborazione in essere con partner leader di mercato nell’ambito della consulenza nel campo della finanza agevolata quali PwC, Warrant Hub e Credit Data Research. Attraverso la piattaforma, i clienti – accedendo alle schede di sintesi delle singole misure – potranno richiedere i servizi professionali offerti dai partner dalla presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni fino alla rendicontazione delle spese sostenute. Infine, la possibilità di usufruire di specifici prodotti della Banca che anticipano o integrano i contributi previsti dalle misure agevolate.Il Servizio “CercaBandi”, quindi, non si esaurisce nel presentare l’opportunità contingente, ma si propone di costruire con l’impresa un piano di copertura per il suo programma di sviluppo, in particolare in ottica di sostenibilità e di accompagnamento alla transizione, all’innovazione, alla digitalizzazione e alla sicurezza informatica.La Piattaforma, che per i clienti del Gruppo BPER ha accesso gratuito, è, a differenza di quelle presenti sul mercato, – sottolinea la nota – utilizzata dai gestori e dagli specialisti del Gruppo presenti sul territorio, con l’obiettivo di tenere sempre il cliente al centro per dargli supporto e ascolto. L’attivazione della consulenza specialistica passa attraverso l’accesso alla piattaforma che consente al cliente di ottenere una serie di servizi di cortesia gratuiti affinché sia sempre aggiornato e informato delle opportunità del PNRR e, più in generale, della finanza agevolata.”Il servizio CercaBandi conferma il ruolo di partner di riferimento del Gruppo BPER nei confronti del tessuto imprenditoriale italiano, in particolare delle piccole e medie imprese – ha dichiarato Stefano Vittorio Kuhn, Chief Retail and Commercial Banking Officer di BPER Banca –. Il nostro obiettivo è favorire la connessione tra i grandi progetti del PNRR, le opportunità della nuova programmazione economica regionale e la rete delle PMI italiane, essenziale per il rafforzamento del sistema produttivo ed economico del nostro paese”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Giorgetti: fatto il meglio possibile, sul debito segnale di responsabilità

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che nella stesura della Legge di Bilancio “il confronto all’interno dell’esecutivo ha dovuto individuare una sintesi tra le diverse istanze e i vincoli, interni ed esterni, di bilancio. È stato un lavoro niente affatto facile, ma ritengo che sia stato fatto il meglio possibile, da un lato, per fornire risposte concrete alle esigenze immediate e, dall’altro, per gettare le basi dell’attuazione graduale del programma di legislatura”. Cel corso di un’audizione sulla manovra davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato, Giorgetti ha aggiunto che la cresciuta economica nel 2023 potrebbe essere rivista al ribasso rispetto allo 0,8% stimata nel Documento programmatico di bilancio. “L’attività non è difforme da quanto preventivato in sede di stesura della Nadef, che prefigurava una graduale ripresa, con un ultimo trimestre dell’anno in ulteriore miglioramento rispetto al terzo – ha affermato il ministro –. La nostra modellistica a breve, alla luce dei dati più recenti ci conferma queste indicazioni”. “Tuttavia – ha aggiunto – se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8 per cento) potrebbe essere soggetto ad una, sia pure contenuta, correzione al ribasso. Allo stato attuale, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024″.”Gli oneri del debito sono condizionati anche dal merito di credito del nostro Paese, che a sua volta è legato alla capacità di crescita della nostra economia e all’adozione di politiche sostenibili e responsabili – ha poi sottolineato Giorgetti –. Su questo abbiamo dato un segnale preciso, che gli investitori sembrano aver apprezzato”. “Il disavanzo pubblico è infatti previsto scendere al di sotto della soglia del 3 per cento entro il 2026, per rispettare non solo i vincoli europei, ma anche per realizzare il necessario consolidamento dello stock del debito” ha aggiunto il Ministro.”L’andamento del rapporto debito/PIL dei prossimi anni è fortemente influenzato dall’aumento del fabbisogno di cassa riconducibile agli incentivi edilizi, in particolare il superbonus”, ha sottolineato il Ministro sottolineando che “la spesa per interessi passivi in rapporto al PIL è prevista raggiungere il 4,6 per cento nel 2026”, stima elaborata considerando una progressiva salita dei rendimenti anche nei prossimi anni, sebbene con un ritmo inferiore a quello che ha avuto luogo a partire dalla fine del 2021. Il secondo fattore che limita gli spazi di manovra, ha precisato Giorgetti “è rappresentato dall’andamento della spesa per prestazioni sociali”.Il ministro Giorgetti ha poi assicurato che “la manovra, coerentemente con quanto esposto nel Documento Programmatico di Bilancio presentato alla Commissione Europea lo scorso ottobre, è conforme alle Raccomandazioni ricevute dalla Commissione Europea per il 2024”.In materia fiscale, Giorgetti ha spiegato che il taglio del cuneo contributivo di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti per i redditi fino a 25.000 euro è ritenuto “fondamentale dal governo” e necessario per “salvaguardare la stabilità e la coesione sociale”. L’intervento è fondamentale, ha ribadito Giorgetti “per sostenere i redditi e i consumi dei lavoratori, in particolare quelli con redditi più bassi, che hanno subito una rilevante perdita del potere d’acquisto riconducibile sia alla prolungata fase inflazionistica, sia al mancato rinnovo dei contratti di lavoro in 11 diversi settori produttivi”. Di fronte a tali disagi “lo Stato non può restare indifferente ma, al contrario, deve adoperarsi per salvaguardare la stabilità e la coesione sociale. Riteniamo, inoltre, che questo sostegno può contribuire a mitigare le pressioni salariali”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    GB, rimpasto di governo: Cleverly rimpiazza Braverman. Cameron agli Esteri

    (Teleborsa) – Dopo il siluramento della sua controversa ministra dell’Interno, Suella Braverman, falco della destra Tory più oltranzista, il premier conservatore britannico di Rishi Sunak ha completato l’annunciato rimpasto di governo. È James Cleverly, finora ministro degli Esteri, il nuovo titolare in pectore del dicastero dell’Interno. Braverman nei giorni scorsi si era resa protagonista di un inedito attacco a mezzo stampa ai vertici della polizia, da lei accusati di non reprimere a sufficienza gli eccessi attribuiti a frange di partecipanti degli imponenti raduni di protesta filo-palestinesi svoltisi nel Regno Unito per invocare il cessate il fuoco israeliano sulla Striscia di Gaza. Clamoroso ritorno al governo confermato per David Cameron. L’ex premier – travolto del 2016 dal risultato del referendum sulla Brexit che lui stesso aveva convocato, salvo far poi campagna per il no e perdere – è stato designato oggi ministro degli Esteri da Sunak. Cameron, premier Tory dal 2010 al 2016, è stato parallelamente cooptato d’urgenza nella Camera non elettiva dei Lord: non essendo più in Parlamento – cosa obbligatoria per i membri del governo britannico – fin dalle sue dimissioni da deputato di 7 anni fa. Sunak nel completare l’ampio rimpasto del suo governo ha cambiato altri ruoli chiave per avere al suo fianco, come affermano i commentatori del Regno Unito, il maggior numero possibile di esponenti a lui fedeli e più vicini alla sua linea rispetto al precedente esecutivo. Un primo avvicendamento di rilievo riguarda il ministero della Sanità, di cui diventa titolare l’ex viceministra del Tesoro Victoria Atkins, al posto di Steve Barclay. Quest’ultimo è stato sostituito dopo la gestione non fortunata della crisi del servizio sanitario pubblico (Nhs) e degli scioperi del personale medico ma resta comunque nel gabinetto di Sunak con l’incarico, meno di peso, di ministro dell’Ambiente in seguito alle dimissioni di Thérèse Coffey, fedelissima dell’ex premier Liz Truss e non adatta alla nuova squadra del primo ministro non più impegnato, come in passato, a circondarsi di esponenti delle diverse espressioni della compagine Tory. Cambia inoltre il presidente del partito conservatore, con l’uscita di Greg Hands che paga il prezzo delle recenti sconfitte nelle elezioni suppletive, sostituito dal 38enne Richard Holden, in precedenza sottosegretario ai Trasporti. Diversi gli esponenti giovani scelti per incarichi importanti, come anche Laura Trott, 38 anni, che diventa la numero 2 del ministero del Tesoro al posto di John Glen, a poco più di una settimana dalla presentazione della manovra d’autunno. Si era parlato addirittura di una sostituzione al vertice, ma Jeremy Hunt resta al suo posto di Cancelliere dello Scacchiere. Una serie di avvicendamenti sono avvenuti anche per gli incarichi dei viceministri con l’idea di presentare una squadra il più possibile rinnovata in vista dei prossimi mesi di avvicinamento alla sfida delle elezioni politiche in programma fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.(Foto: © Eros Erika / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Manovra, Banca d’Italia conferma stime PIL 2023 (+0,7%) ma avverte: rischi da crisi in Medio Oriente

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha confermato per 2023 una crescita del PIL pari allo 0,7% ma ha anche sottolineato che esistono “significativi rischi al ribasso” derivanti dalla crisi in Medio Oriente e dall’irrigidimento delle condizioni di finanziamento. Andrea Brandolini, Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, ha illustrato la posizione dell’Istituto di via Nazionale nel corso dell’audizione sulla manovra nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato. “Le nuove informazioni non alterano le valutazioni pubblicate lo scorso ottobre dalla Banca d’Italia, secondo le quali la crescita del prodotto si attesterebbe allo 0,7 per cento quest’anno. L’attività – ha spiegato Brandolini – si rinforzerebbe gradualmente nel corso del prossimo biennio, grazie soprattutto al recupero del potere d’acquisto delle famiglie, all’irrobustimento degli scambi internazionali e all’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Brandolini ha poi evidenziato che la manovra implica che “il rapporto tra il debito pubblico e il PIL scenda solo marginalmente nel prossimo triennio” e il debito elevato “è un elemento di vulnerabilità per il Paese”. “Anche per effetto della restrizione monetaria attuata dalla BCE, nell’attuale contesto il differenziale tra i tassi di interesse sul debito pubblico e la crescita del PIL nominale è meno favorevole che nel recente passato – ha detto dirigente di Bankitalia – permangono inoltre i costi assai significativi per la finanza pubblica di misure decise negli 20 anni precedenti”.La Banca d’Italia ha poi commentato le misure in materia fiscale. In particolare, Brandolini ha spiegato che se il taglio del cuneo contributivo fosse reso permanente “tale riduzione degli oneri previdenziali a carico dei lavoratori modificherebbe il nesso tra contributi versati e benefici erogati alla base del sistema pensionistico contributivo, con conseguenze che andrebbero attentamente valutate”. “Lo sgravio contributivo, la voce che assorbe più risorse nell’attuale manovra, ha natura transitoria, come nello scorso biennio, con un impatto limitato al prossimo anno. Per evitare di dover ricorrere tra un anno a bruschi aumenti delle aliquote contributive o a nuovi scostamenti di bilancio, sembra opportuno definire nei prossimi mesi l’orientamento per il medio termine”, ha sottolineato. “Se si decidesse di rendere permanente la riduzione del cuneo andrebbero individuate coperture certe e strutturali”, ha però avvertito il rappresentante di Bankitalia.”Le tendenze illustrate nella NADEF e l’aumento del finanziamento al Servizio sanitario nazionale indicano che la spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL nel prossimo triennio diminuirebbe gradualmente, al di sotto del livello medio nel quinquennio precedente la pandemia (6,5 per cento)”, ha rilevato la Banca d’Italia in audizione. “In prospettiva – secondo Bankitalia – l’invecchiamento della popolazione italiana, tra i più pronunciati al mondo, e l’associata diffusione di patologie croniche genereranno ulteriori pressioni per un incremento dell’offerta pubblica di prestazioni sanitarie”. LEGGI TUTTO

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    Ue, Gentiloni: “PIL frena ma in 2024 potremmo avere ancora crescita”

    (Teleborsa) – “L’economia europea ha dimostrato una notevole resilienza di fronte agli shock che si sono succeduti negli ultimi anni. E se guardiamo alla prospettiva per il prossimo anno, potremmo avere ancora un certo livello di crescita. Abbiamo evitato la recessione ma sappiamo che la crescita sta perdendo slancio e presenterò le previsioni economiche aggiornate dell’Ue mercoledì”. È quanto ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo al Jubilee Vienna Economic Forum. In Europa – ha sottolineato Gentiloni – cedere alla tentazione di chiudersi agli scambi internazionali per riportare dentro i confini le catene di approvvigionamento sarebbe “un grave errore”. Secondo Gentiloni “di fronte alle tensioni geopolitiche potrebbe esserci la tentazione di chiudere” gli scambi “e riportare nei nostri confini la produzione”. “Si parla tanto di restringere e proteggere le catene di forniture. Penso – ha aggiunto – che anche una versione semplificata sarebbe un grave errore”. Una stretta cooperazione con le regioni più vicine all’Ue è “un destino geografico”. Ma secondo Gentiloni “dobbiamo cogliere questo momento per rafforzare la cooperazione. E questo forum non potrebbe essere più tempestivo visto che cade cinque giorni dopo l’adozione di un importante pacchetto di allargamento dell’Ue”.”Ci può piacere o no ma il processo guidato dalla guerra in Ucraina e della crisi sta cambiando il meccanismo di adesione all’Ue e introducendo una diversità nella velocità. Non abbiamo alternative e dobbiamo discutere di come l’Ue cambierà in questo processo inevitabile – ha detto il commissario europeo all’Economia –. Se guardi a tutte le crisi che abbiamo visto, ci serve una Unione europea più ampia e con diversi livelli di integrazione. Questo – ha aggiunto Gentiloni – è facile da descrivere ma un po’ più complicato da attuare”. LEGGI TUTTO

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    Sciopero generale, Commissione di garanzia: “Mancano requisiti”

    (Teleborsa) – “All’esito dell’audizione odierna con le Confederazioni sindacali Cgil e Uil, in merito alla proclamazione dello sciopero nazionale del 17 novembre la Commissione di garanzia ha ritenuto di confermare il contenuto del provvedimento adottato in data 8 novembre, ai sensi dell’articolo 13, lett. d) della legge n. 146/90. Lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell’applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici (delibera n. 03/134)”. È quanto comunica la Commissione di garanzia sugli scioperi in una nota sottolineando, in merito allo sciopero di venerdì 17 proclamato da Cgil e Uil contro la manovra del Governo, la necessità della rimodulazione dello stop in alcuni settori tra cui i trasporti. “La Commissione di garanzia, con la decisione assunta, – si legge ancora – non intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero, ma continuare ad assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona”. Nel dettaglio la Commissione di garanzia sugli scioperi ha invitato la Cgil e la Uil ad escludere dallo sciopero nazionale indetto contro la legge di bilancio, i settori del trasporto aereo e dell’igiene ambientale, a rimodulare l’orario dell’astensione per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e a ridurre la durata dell’astensione nel trasporto ferroviario, Tpl, trasporto merci su rotaia, circolazione e sicurezza stradale e elicotteri. La Commissione ha sottolineato le violazioni del mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva e della regola della durata massima della prima azione di sciopero. In alternativa, la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, ha invitato i sindacati a riformulare la proclamazione dello sciopero nazionale indetto per il 17 novembre, in conformità alla legge e alle discipline di settore.”Quello proclamato per venerdì 17 novembre è e rimane uno sciopero generale e non uno sciopero intersettoriale come vorrebbe far passare l’autorità garante degli scioperi ed è per questo motivo che la Uiltrasporti è intenzionata ad andare avanti con questa protesta non ottemperando alle limitazioni richieste – commenta il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi –. il diritto dei lavoratori allo sciopero va preservato e difeso e non capiamo come mai ad essere fermati siano solo gli scioperi indetti dalle organizzazioni confederali, mentre per i quattro scioperi proclamati nei mesi scorsi dai sindacati autonomi non sia intervenuto nessuno. I trasporti – continua Tarlazzi – vivono un momento particolarmente problematico con vere e proprie emergenze aperte su più fronti, a partire dal mancato finanziamento del trasporto pubblico locale, che in questo modo rischia di diventare un servizio sempre più obsoleto, ma anche il taglio previsto dalla legge di bilancio all’indennità di malattia dei marittimi, il taglio delle aliquote per il calcolo delle pensioni che penalizza i lavoratori dell’igiene ambientale pubblica e aumenta a tutti i lavoratori del settore a 63,5 anni la possibilità di uscire con l’opzione dell’Ape social; e molte altre questioni irrisolte. Servono in generale risorse per rinnovare i contratti con salari adeguati al costo della vita e riduzioni di orari e carichi di lavoro; interventi normativi che riducano la precarietà e serve l’applicazione e il rafforzamento delle norme sulla sicurezza sul lavoro che rimane un problema gravissimo per i settori dei trasporti. Problematiche che il Governo, occupato a fare cassa attraverso nuove privatizzazioni come con il Gruppo Fs Italiane ed Enav, che indebolirebbero le poche aziende strategiche italiane ancora rimaste, ha deciso di non affrontare. Necessità per le quali noi continueremo a batterci e venerdì 17 novembre scenderemo in piazza, per far sentire forte e chiara la voce delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti”. In vista delle sciopero generale proclamato da alcune sigle sindacali per il 17 novembre, il Mit ha ribadito in una nota che “la mobilitazione non potrà paralizzare il settore trasporti per l’intera giornata (guardacaso come sempre prima del weekend), e con milioni di italiani il cui diritto alla mobilità non può essere cancellato. In questo senso, pur auspicando una soluzione ragionevole, – prosegue la nota – il vicepremier e ministro Matteo Salvini ribadisce la determinazione affinché vengano limitati al massimo i disagi. Ed è pronto ad assumere tutti i provvedimenti del caso consentiti dalla legge”. LEGGI TUTTO