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    Calamità naturali, immobili inagibili restano fuori dal patrimonio

    (Teleborsa) – Anche nel 2024 gli immobili e i fabbricati distrutti o non agibili a causa di calamità naturali saranno esclusi dal computo del patrimonio immobiliare, e dunque non peseranno sulla situazione patrimoniale. La legge di bilancio 2024, spiega la relazione illustrativa, proroga a tutto l’anno prossimo “la disposizione che esclude dal computo del patrimonio immobiliare, ai fini dell’accertamento dell’indicatore della situazione patrimoniale, gli immobili e i fabbricati di proprietà distrutti o non agibili in seguito a calamità naturali, nel limite di spesa di 2 milioni di euro annui”.Sempre nell’ambito della strategia per far fronte alla calamità naturali la legge di bilancio prevede, inoltre, che dall’anno prossimo le aziende avranno l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro le catastrofi naturali, pena l’esclusione da qualunque aiuto statale. E le assicurazioni non potranno rifiutarsi di garantire contro le catastrofi, altrimenti saranno costrette pagare multe dai 200mila al milione di euro. Ma il rischio di dover pagare risarcimenti miliardari non se lo assumeranno da sole: a loro volta potranno riassicurarsi presso Sace, cedendo al veicolo statale il 50% di quel rischio a fronte del pagamento di un premio. Nonostante le proteste delle associazioni delle imprese, che non vogliono nuovi oneri, il governo è andato avanti e ha mantenuto l’obbligo di assicurazione nel testo della legge di bilancio depositato al Senato. Le imprese dovranno assicurare terreni, fabbricati e macchinari, entro il 31 dicembre 2024, per coprirsi dai danni causati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Se non lo faranno saranno escluse da contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, anche quelle previste in occasione di eventi calamitosi. Sono esentate le aziende agricole, che possiedono già una copertura mutualistica di base contro i danni alle produzioni (Agricat). Inoltre, le zone terremotate dell’Aquila e del Centro Italia potranno utilizzare contro il dissesto idrogeologico le risorse già disponibili per l’assistenza tecnica del Piano nazionale per gli investimenti complementari (il Pnc, che integra il Pnrr con risorse nazionali). Infine, Sace potrà erogare nuove garanzie alle imprese per gli investimenti che mitigano gli effetti del clima o rafforzano l’adattamento al meteo estremo.(Foto: © federicofoto / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Gas, Arera: bolletta a +12% per i consumi di ottobre

    (Teleborsa) – In aumento la bolletta gas per la famiglia tipo (consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui) in tutela per i consumi di ottobre 2023 che sale del 12% rispetto a settembre. Per il mese di ottobre, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso superiore rispetto a quella del mese di settembre, il prezzo della sola materia prima gas (CMEM,m), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 43,73 €/MWh. È quanto comunica l’ARERA nell’aggiornamento bollette per i consumatori gas in tutela valido per il mese di ottobre 2023.La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEM,m), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da ARERA come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. L’aumento complessivo del 12% per la famiglia tipo per il mese di ottobre – spiega l’ARERA – è determinato dall’incremento della spesa per la materia gas naturale, +7,9%, e dall’aumento della spesa per il trasporto e la gestione del contatore, +4,1%, quest’ultimo legato all’incremento tipico della stagione invernale degli oneri di stoccaggio per assicurare la piena funzionalità degli stoccaggi nel periodo di maggior utilizzo. Rimangono invece invariati gli oneri generali.In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (novembre 2022 -ottobre 2023) è di 1.457 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 14,4% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (novembre 2021 – ottobre 2022).Confermati per ottobre e per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento.Molto critiche, difronte agli aumenti, le associazioni dei consumatori. “Un disastro annunciato! Una mera speculazione, senza se e senza ma! I mercati approfittano di ogni pretesto per guadagnare più che possono. Gli stoccaggi sono pieni, il mese di ottobre è stato caldo, la guerra Israele-Hamas non ha mai creato né poteva creare problemi alle forniture. Insomma, il rialzo di oggi è immotivato e pretestuoso. Almeno si tassino gli extraprofitti al 100 per cento” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, per una famiglia tipo in tutela il +12% significa spendere 159 euro in più su base annua, 158,90 per la precisione. La spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024, nell’ipotesi di prezzi costanti) passa così da 1327 a 1486 euro, che sommati ai 764 della luce, determinano una stangata complessiva pari a 2250 euro. Inoltre, se il prezzo del gas sale del 12% rispetto a quello di settembre, rispetto ai tempi pre-crisi, ovvero nel confronto con ottobre 2020, il rialzo è astronomico: +58,2%. Rispetto alla spesa complessiva del 2020, pari a 975 euro, ora si pagheranno 511 euro in più, +52,4 per cento.”L’aumento delle bollette del gas pesa su imprese e famiglie costrette a fare i conti con costi fuori controllo” afferma la Coldiretti. “La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo dell’inverno. Il costo dell’energia si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea”.Secondo il Codacons l’aumento del 12% delle tariffe deciso oggi da Arera determinerà una maggiore spesa annua per il gas pari a +159 euro a famiglia, portando la bolletta a quota 1.486 euro annui a nucleo nell’ipotesi di prezzi costanti. “Come previsto nei giorni scorsi dal Codacons, la guerra scoppiata in Israele ha avuto effetti diretti sulle tasche degli italiani attraverso un incremento della bolletta del gas – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. Un aumento che non fa ben sperare in vista del periodo invernale, quando cioè si concentra l’80% dei consumi di gas delle famiglie. Proprio per questo, e considerata l’eccessiva volatilità dei prezzi dell’energia, chiediamo a gran voce al Governo di prorogare il mercato tutelato almeno per tutto il 2024”.Proprio per contrastare gli aumenti e aiutare gli italiani a risparmiare nei prossimi mesi sulla voce di spesa relativa al gas, il Codacons lancia oggi una campagna di autoriduzione dei consumi adottando alcuni semplici accorgimenti: ridurre la temperatura dei termosifoni in casa limitandola a 20 gradi nella zona giorno e a 16-18 gradi nella zona notte. Per ogni grado in meno di temperatura si risparmia circa l’8% sulla bolletta del gas; preferire la doccia alla vasca da bagno, non aprire l’acqua con troppo anticipo e chiuderla quando ci si insapona riducendo la durata totale della doccia fa risparmiare fino al 15% sui consumi di gas; non coprire i termosifoni con mobili o tessuti, inserire un pannello riflettente o un foglio di carta stagnola tra il radiatore e la parete, schermare porte e finestre e usare valvole termostatiche per ottenere risparmi in bolletta fino al 20%; in cucina prediligere cibi che richiedono cotture veloci, usare coperchi su padelle o pentole, sfruttare la cucina passiva, ottimizzare l’utilizzo del forno per cuocere più pietanze contemporaneamente, scegliere fornelli adeguati alle dimensione delle pentole. LEGGI TUTTO

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    Da Banca MPS un aiuto per famiglie e imprese colpite dal maltempo

    (Teleborsa) – La Monte Paschi ha stanziato un plafond di 200 milioni di euro per un primo intervento a supporto di famiglie e imprese residenti o con sede in Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia che hanno subito gravi danni a causa degli eccezionali eventi atmosferici che si sono verificati negli ultimi giorni. La Banca MPS ha previsto, inoltre, la possibilità di sospendere per 12 mesi i pagamenti delle rate dei mutui per privati e aziende che hanno subito danni e che ne faranno richiesta.Le misure straordinarie prevedono la concessione di finanziamenti alle imprese, ai commercianti, agli artigiani, per ripristinare nel più breve tempo possibile le attività produttive, così come alle famiglie le cui abitazioni sono state danneggiate dal forte vento e dalle insistenti piogge. Dedicati interventi sono previsti per tutte le filiere agricole. I finanziamenti beneficeranno di condizioni di particolare favore e seguiranno un iter istruttorio prioritario per accelerare i tempi di concessione. Tutte le filiali e i centri imprese della Banca sono a disposizione per accogliere le richieste, per fornire assistenza e ogni ulteriore informazione. LEGGI TUTTO

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    TIM, si apre la tre giorni di riunioni: al vaglio l’offerta Kkr

    (Teleborsa) – In vista di una decisione epocale per Tim, quella della vendita della rete NetCo a Kkr, il cda torna a Milano. La riunione, nella sede legale della società iniziata poco dopo le 14.30. L’ad Pietro Labriola è arrivato negli uffici in mattinata, i consiglieri invece sono stati visti entrare alla spicciolata dopo le 13. Una riunione del Collegio Sindacale ha preceduto la riunione dei consiglieri. Questa mattina la Uilcom Uil alla vigilia delle due convocazioni del cda di Tim ha chiesto ai consiglieri di amministrazione “di non dare l’ok al piano di scorporo della rete”. “Ci preme rappresentare – si legge in una nota della Uilcom che riteniamo assolutamente sbagliato il modo con cui si sta decidendo il destino di questa azienda e delle persone che ci lavorano. Noi siamo all’oscuro degli effetti che questa eventuale scelta, unica nel suo contesto, provocherebbe. Nessun confronto c’è stato, malgrado i ripetuti inviti al governo per aprirlo. Nessun dialogo su questo tema con l’azienda. Non ci sembra – prosegue la nota – che sia questo il metodo più corretto e trasparente per decidere. Da qui l’invito a non prendere decisioni da parte del cda. Confermiamo la nostra disponibilità ad essere ascoltati dallo stesso consiglio di amministrazione per rappresentare, almeno a loro, la nostra visione e magari potere avere lumi su un progetto che nessuno ha voluto rappresentare al Sindacato. Noi continuiamo a credere che bisogna ricercare altre soluzioni. Certamente in assenza di un vero confronto, valuteremo tutte le possibilità per difendere una realtà come Tim e le persone che ci lavorano”.”L’unica offerta per Tim che, come organizzazione sindacale, possiamo ritenere accettabile, è quella che saprà essere socialmente sostenibile, con garanzie occupazionali nel presente e nei prossimi anni per gli oltre 37mila lavoratori, sorretta da un preciso disegno industriale, che non contempli cioè smantellamenti o vendite pezzo per pezzo – sottolinea in na nota Stefano Conti, segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni –. Va sottolineato poi che, dall’esito della vertenza Tim, dipendono anche le sorti dell’intero settore delle Tlc, che necessita di urgenti interventi strutturali a sostegno, ormai non più rinviabili. Così come resta fondamentale la presenza dello Stato nella Rete per difendere un asset strategico nazionale e garantire la tutela dei dati sensibili. Chiediamo pertanto una convocazione da parte del Governo per conoscere il destino della più grande azienda di telecomunicazioni in Italia e di migliaia di famiglie”.Sempre oggi il fondo lussemburghese Merlyn ha scritto al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti chiedendo un incontro per presentare il piano elaborato per Tim, alternativo alla vendita della rete a Kkr che ha presentato un’offerta vincolante che viene discussa oggi e domenica dal cda. Il ministero dell’Economia ha espresso ufficialmente, nelle scorse settimane, la volontà di far parte del piano di Kkr rilevando una quota azionaria della futura società che nascerà con lo scorporo della rete. Per Merlyn il progetto alternativo è caratterizzato da “un piano industriale di rilancio che riteniamo possa massimizzare il valore per tutti gli stakeholder della società”. “Il piano alternativo redatto è allineato alla visione del Governo e massimizza il valore per tutti gli azionisti e stakeholder del gruppo salvaguardando l’occupazione, l’esecuzione del Pnrr e gli interessi del Paese e dell’agenda digitale. È per tale motivo che avremmo piacere di incontrarla – si legge nella lettera – per poterle raccontare questo piano e, se permette, questo sogno di italiani che vogliono solo permettere a Tim, alla vecchia Telecom forse figlia di una privatizzazione affrettata, di tornare in possesso del proprio futuro”. Nel pomeriggio Merlyn ha fatto sapere di aver ribadito a TIM di avere più dossier titoli, per una quota del capitale inferiore al 3%. “Parimenti – spiega Merlyn in una nota – è stata data disclosure di un solo dossier titoli per dimostrare correttamente il suo essere azionista. Lo stesso ha fatto RN Capital che ha dichiarato un dossier titoli di Stefano Siragusa. Il fondo dichiara che la somma di tutti i suoi dossier portano a una quota inferiore al 3%. Non è compito della società verificare le quote, ma ascoltare gli azionisti. Quello che stupisce è che la società si rifiuti di ascoltare le idee degli azionisti grandi o piccoli nonostante questo sia previsto dal codice di engagement della società pubblicato sul sito. Con sconcerto assistiamo alla mancanza di rispetto del mercato e della governance e ribadiamo la nostra intenzione da azionisti di presentare al mercato la nostra visione di TIM per il bene di tutti gli azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Cdm: via libera a dlgs accertamento e concordato biennale

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introdurrà disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale. Il decreto – spiega Palazzo Chigi in una nota – in attuazione della delega per la riforma fiscale, contiene disposizioni in materia: di accertamento tributario, in particolare al fine di una migliore partecipazione del contribuente al procedimento accertativo e per rafforzare forme di cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere; di concordato preventivo biennale, al quale potranno accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato. “Abbiamo approvato un importante provvedimento: un decreto legislativo collegato al tema della riforma fiscale che – ha affermato la premier Giorgia Meloni – interviene sulla disciplina dell’accertamento favorendo la partecipazione del contribuente anche in fase di accertamento, disegnando un fisco più collaborativo con il contribuente, intervenendo anche dal lato della riduzione delle delle sanzioni senza abbassare la guardia sulla lotta all’evasione fiscale. La previsione più significativa – ha spiegato Meloni – è quella dell’introduzione di un concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni che è uno strumento che aumenta la collaborazione con il fisco e rappresenta un segno di fiducia dello Stato verso i contribuenti che, con l’adesione al concordato preventivo, viene liberato dagli accertamenti successivi per due anni quindi è un accordo che si fa a monte con lo Stato. Ma dall’altra parte interveniamo anche per rafforzare l’azione di contrasto all’evasione fiscale attraverso strumenti informatici digitali, soprattutto la capacità di far interoperare le banche dati per essere più efficaci, ovviamente sempre garantendo la tutela della privacy”. Per quanto riguarda le disposizioni in materia di procedimento accertativo, riferisce il governo, si introducono disposizioni finalizzate alla razionalizzazione e alla partecipazione del contribuente al procedimento accertativo. Si prevede – in coordinamento con le modifiche apportate allo “Statuto del contribuente” – che lo “schema di provvedimento” che dovrà essere comunicato al contribuente ai fini del contraddittorio preventivo con l’amministrazione debba contenere anche l’invito alla definizione del “procedimento con adesione”. Viene abrogata la disciplina dell'”invito obbligatorio”, che impone all’amministrazione finanziaria, prima di emettere un avviso di accertamento, di notificare l’invito a comparire al contribuente per l’avvio del procedimento di definizione dell’accertamento. Si introduce la disciplina dell’adesione ai verbali di constatazione, stabilendo che il contribuente possa prestare adesione anche ai verbali di constatazione e disciplinando il procedimento istruttorio.Viene introdotta, inoltre, la disciplina generale degli “atti di recupero” finalizzati al recupero dei crediti non spettanti o inesistenti, utilizzati indebitamente in compensazione. A tal fine si descrive un unico procedimento accertativo, indipendente dalla natura del credito indebitamente utilizzato in compensazione, che prevede tra l’altro la possibilità di definire in via agevolata le sanzioni e un unico periodo di decadenza, di otto anni dall’utilizzo del credito, del potere di notifica dell’atto. In assenza di specifiche disposizioni, le previsioni introdotte si applicano anche per il recupero di tasse, imposte e importi non versati, compresi quelli relativi a contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti o a cessioni di crediti di imposta in mancanza dei requisiti. Tutti gli atti, i provvedimenti, gli avvisi e le comunicazioni, compresi quelli che per legge devono essere notificati, potranno essere inviati tramite posta elettronica certificata. La nuova disciplina relativa al domicilio digitale si estende alle cartelle di pagamento e agli atti e alle comunicazioni dell’agente della riscossione. Si introducono – prosegue ancora la nota di Palazzo Chigi – disposizioni finalizzate alla razionalizzazione e al riordino delle disposizioni normative in materia di attività di analisi del rischio finalizzata alla prevenzione e al contrasto dell’evasione fiscale, della frode fiscale e dell’abuso del diritto in materia tributaria, nonché a stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti. In tema di cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere, si introducono lo “scambio di informazioni su richiesta”, con Paesi dell’Unione Europea e altri Stati con i quali ci siano specifici accordi, e la disciplina degli “strumenti di cooperazione amministrativa avanzata” volti a minimizzare gli impatti dei controlli di amministrazioni estere nei confronti dei contribuenti e delle loro attività economiche, anche attraverso una nuova disciplina dei controlli simultanei e delle verifiche congiunte.Si rafforzano la prevenzione e il contrasto dei fenomeni evasivi e fraudolenti in ambito IVA. In particolare, i soggetti non residenti nel territorio dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo, che adempiono gli obblighi derivanti dall’applicazione delle norme in materia di IVA tramite un rappresentante fiscale, potranno effettuare operazioni intra-comunitarie solo previo rilascio di idonea garanzia. Inoltre, il rappresentante fiscale dovrà essere in possesso di determinati requisiti soggettivi di onorabilità (quali non aver riportato condanne, anche non definitive, per reati finanziari e non aver concluso accordi di applicazione della pena su richiesta delle parti in relazione agli stessi); in caso di nomina di una persona giuridica, i requisiti di cui sopra devono essere posseduti dal legale rappresentante dell’ente che si intende nominare rappresentante fiscale. Col decreto, spiega ancora Palazzo Chigi, si rivede la disciplina della revisione dei termini di prescrizione e decadenza dell’azione dello Stato e dell’apparato sanzionatorio dell’imposta sui premi di assicurazione, con la possibilità di presentare la denuncia tardiva entro 90 giorni dal termine ultimo di presentazione, ferma restando l’applicazione delle sanzioni amministrative per il ritardo. Le denunce presentate con ritardo superiore a novanta giorni si considerano omesse, ma costituiscono, comunque, titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicate. Inoltre, si modifica il termine per la notifica degli avvisi nei casi di omessa o infedele denuncia annuale dei premi incassati, che si uniforma a quelli delle altre imposte indirette: in caso di infedele denunzia, l’azione dello Stato per il conseguimento delle imposte, degli interessi e delle sanzioni previste decade decorso il 31 dicembre del quinto anno successivo.Per quanto riguarda poi il Concordato preventivo biennale il dlgs stabilisce che vi possono accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato. Per l’applicazione del CPB, l’Agenzia delle entrate formulerà una proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall’esercizio d’impresa, o dall’esercizio di arti e professioni, rilevante ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione netta rilevante ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. Il decreto disciplina anche le procedure informatiche a supporto del concordato preventivo e stabilisce che il contribuente può aderire alla proposta di concordato entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi. Nel dettaglio, potranno accedere al concordato preventivo biennale i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) che, con riferimento al periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta, sono in possesso di determinati requisiti (quali l’aver ottenuto un punteggio di affidabilità fiscale pari almeno a 8 sulla base dei dati dichiarati; non avere debiti tributari ovvero, aver estinto quelli che tra essi sono d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro). Si individuano per tali contribuenti le ipotesi che non consentono l’accesso al concordato (come la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei 3 periodi d’imposta precedenti; la condanna per uno dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, falso in bilancio riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, commessi negli ultimi 3 periodi d’imposta antecedenti). Nei periodi d’imposta oggetto di concordato, i contribuenti sono comunque tenuti agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e alla comunicazione dei dati mediante la presentazione dei modelli per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale. Decorso il biennio oggetto di concordato, permanendo i requisiti, l’Agenzia delle entrate formula una nuova proposta di concordato biennale relativa al biennio successivo, a cui il contribuente può aderire. L’adesione non produce effetti ai fini dell’IVA, la cui applicazione avviene secondo le regole ordinarie. Potranno aderire al CPB anche gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfettario. Anche per tali contribuenti, si prevede che l’accettazione della proposta dell’Agenzia delle entrate per la definizione biennale del reddito costituisca l’obbligo di dichiarare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi dei periodi d’imposta interessati, nei quali contribuenti saranno inoltre tenuti agli obblighi previsti per i soggetti che aderiscono al regime forfettario. Inoltre, si disciplinano le modalità di individuazione del reddito ai fini del concordato e si disciplina l’ipotesi di rinnovo, cessazione e decadenza dal concordato (come per il concordato per gli ISA). Per i periodi d’imposta oggetto del concordato, gli accertamenti non potranno essere effettuati salvo che in esito all’attività istruttoria dell’Amministrazione finanziaria ricorrano le cause di decadenza dal concordato; l’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono concordato preventivo biennale o ne decadono; i soggetti che adottato il regime concordatario potranno godere di termini maggiori per effettuare i versamenti relativi all’acconto e al saldo in scadenza al 30 giugno. LEGGI TUTTO

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    Aiuti di Stato, UE approva regime da 450 milioni per settore agricolo italiano

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, un piano italiano da 450 milioni di euro per sostenere il settore agricolo favorendo gli investimenti legati alla produzione agricola primaria, nonché alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.Il regime sarà aperto alle imprese attive nella produzione agricola primaria e nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli in Italia. Nell’ambito della misura, che durerà fino al 31 dicembre 2025, gli aiuti assumeranno la forma di prestiti agevolati e copriranno fino all’80% dei costi ammissibili.Lo scopo del regime è quello di rafforzare la competitività e la resilienza del settore agricolo, promuovendo progetti legati, tra l’altro, alla costruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili; all’acquisto di macchinari e attrezzature; all’acquisto, sviluppo o utilizzo di soluzioni informatiche. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Federcontribuenti “Chiediamo lo spostamento della prima rata rottamazione”

    (Teleborsa) – “Un governo attento alle esigenze reali della gente non si sarebbe limitato a spostare di appena sette giorni la prima scadenza della rottamazione quater. Farlo come è stato annunciato, quasi vantandosi dell’attenzione verso i contribuenti in difficoltà, è disdicevole per qualsiasi governo, tanto più per questo che, per bocca non di un semplice deputato, ma del vicepremier e segretario della Lega, Salvini, ha sempre parlato della necessità che il fisco diventi amico del cittadino e non indossi più soltanto le vesti di inflessibile esattore”. Così Federcontribuenti in una nota chiede lo spostamento di almeno un mese della prima rata del pagamento relativo alla “rottamazione quater”. “Federcontribuenti non pretende che, all’improvviso, il fisco rinunci o anche solo deroghi ai suoi compiti, ma spetta al governo, a questo governo, tendere la mano a chi è stato messo sull’orlo del baratro da una contingenza drammatica che si perpetua da troppi anni”, continua la nota. Per questo l’associazione dei consumatori conclude chiedendo che i termini per pagare la prima scadenza della rottamazione “sia fatta slittare almeno a fine novembre. E se questo governo tiene veramente alla gente, potrebbe avere il coraggio di spostarla a fine anno, per consentire a chi ha il cappio alla gola di potere tornare a respirare”. LEGGI TUTTO

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    USA, indice ISM non manifatturiero in calo a ottobre a 51,8

    (Teleborsa) – Il settore terziario americano rallenta, pur confermandosi in territorio espansivo. Secondo il sondaggio condotto dall’Institute for Supply Management fra i direttori acquisti delle aziende dei servizi, l’ISM non manifatturiero a settembre si è portato a 51,8 punti, dai 53,6 punti del mese precedente, risultando inferiore alle attese del mercato (53 punti).Va ricordato che un indice inferiore a 50 denota una fase di contrazione degli affari ed una prevalenza di pessimismo fra i direttori acquisti delle aziende.Guardando alle singole componenti, quella sull’attività aziendale è scesa a 54,1 punti dai 58,8 del mese precedente, mentre migliorano quella sugli ordini a 55,5 punti da 51,8 punti (attese a 51,5) e quella dell’occupazione passata a 50,2 punti da 53,4 (attes 53,5). Cala la componente sui prezzi a 58,6 punti da 58,9 (attese 56,6). LEGGI TUTTO