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    Generali tra le aziende più trasformative in Italia

    (Teleborsa) – Generali è stata riconosciuta dall’Institute for Transformative Innovation Research dell’Università di Pavia come una delle dieci aziende italiane più innovative in termini di trasformazione del business e digitale e transizione sostenibile, sociale ed ambientale.L’innovazione – spiega Generali in una nota – rappresenta uno dei pilastri strategici del piano “Lifetime Partner 24: Driving Growth” del Gruppo Generali, che prevede investimenti in tecnologia e digitalizzazione pari a 1,1 miliardi di euro, con l’obiettivo di aumentare il valore del cliente attraverso il modello “Partner di Vita”, ampliare le capacità di consulenza digitale e stabilire un approccio omnicanale di distribuzione.Il Gruppo sta investendo inoltre nello sviluppo di piattaforme condivise, nuove competenze nell’utilizzo dei dati e una maggiore adozione di tecnologie di smart automation e di intelligenza artificiale. L’Institute for Transformative Innovation Research ha l’obiettivo di generare un impatto per l’ecosistema dell’innovazione, attraverso l’indagine delle forme di trasformazione all’interno di organizzazioni ed ecosistemi. LEGGI TUTTO

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    Sanità, Fondazione GIMBE: “Sistema in codice rosso”

    (Teleborsa) – Quattordici punti per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale(SSN) ormai in “codice rosso” per la coesistenza di varie “patologie”: imponente sotto-finanziamento, drammatica carenza di personale sanitario, crescenti diseguaglianze, modelli organizzativi obsoleti e inesorabile avanzata del privato. Una crisi di sostenibilità senza precedenti di un SSN vicino al punto di non ritorno: tanto che il diritto costituzionale alla tutela della salute nell’indifferenza di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni si sta trasformando in un privilegio per pochi, lasciando indietro le persone più fragili e svantaggiate, in particolare nel Sud del Paese. È questo il quadro della sanità pubblica tracciato dalla Fondazione GIMBE nel corso della 15esima Conferenza Nazionale in corso oggi a Bologna. “Per la nostra democrazia – ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – non è più tollerabile che universalità, uguaglianza ed equità, i princìpi fondamentali del SSN, siano stati traditi e ora troneggino parole chiave come: infinite liste di attesa, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni sanitarie, inaccessibilità alle innovazioni, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata, rinuncia alle cure, riduzione dell’aspettativa di vita. Da oltre dieci anni – ha continuato Cartabellotta – assistiamo all’assenza di visione e strategia politica a supporto della sanità pubblica, in un immobilismo che si limita ad affrontare solo problemi contingenti: per questo abbiamo elaborato il ‘Piano di rilancio del Servizio Sanitario Nazionale’, a seguito di una consultazione pubblica che ha coinvolto oltre 1.500 persone, che sarà utilizzato dalla Fondazione GIMBE come standard di riferimento per monitorare scelte e azioni di chi decide sul diritto alla tutela della salute”. Un rilancio progressivo e consistente del finanziamento pubblico per la sanità – rileva la Fondazione – è cruciale e inderogabile. Al momento, la Nota di Aggiornamento del DEF nel triennio 2023-2025 prevede una riduzione della spesa sanitaria media dell’1,13% per anno e un rapporto spesa sanitaria/PIL che nel 2025 precipita al 6%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Nel 2021 la spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è inferiore alla media OCSE (3.052 dollari vs 3.488) e in Europa ci collochiamo al 16esimo posto: ben 15 Paesi investono di più in sanità, con un gap che va dai 285 dollari della Repubblica Ceca ai 3.299 dollari della Germania. Impietoso il confronto con i paesi del G7 sulla spesa pubblica: dal 2008 siamo fanalino di coda con distanze sempre più ampie e oggi ormai incolmabili. “Senza più pretendere di guardare a paesi come Germania e Francia ponendosi obiettivi irrealistici – commenta Cartabellotta – entro il 2030 occorre allineare il finanziamento pubblico almeno alla media dei paesi europei rispetto ai quali nel 2020 il gap era già di quasi 12 miliardi di euro nel 2021. E vincolando la destinazione d’uso delle risorse: rilanciare le politiche del personale sanitario, garantire l’erogazione uniforme dei LEA e consentire un equo accesso alle innovazioni”.L’entità delle diseguaglianze regionali, e in particolare la “frattura” Nord-Sud, è ormai di tale entità che è indispensabile potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni, nel rispetto dei loro poteri, per ridurre diseguaglianze, iniquità e sprechi e garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute su tutto il territorio nazionale. “Al netto di riforme costituzionali – spiega Cartabellotta – è fondamentale che il monitoraggio dei LEA venga integrato nei meccanismi di programmazione e riparto delle risorse alle Regioni, rivedendo interamente il sistema dei Piani di rientro che, puntando esclusivamente al riequilibrio finanziario,hanno impedito alle Regioni del Centro-Sud di recuperare il gap. E attenzione alle autonomie differenziate che rischiano di dare il colpo di grazia al SSN”.Al fine di ridurre le diseguaglianze e garantire l’uniforme esigibilità dei LEA in tutto il territorio nazionale è necessario garantirne l’aggiornamento continuo per rendere rapidamente accessibili le innovazioni e potenziare gli strumenti per monitorare le Regioni. “Le intenzioni politiche – prosegue Cartabellotta – devono essere riallineate con l’esigibilità dei diritti delle persone. Oggi da un lato la mancata approvazione del cd. ‘Decreto Tariffe’ impedisce ai pazienti di accedere a prestazioni innovative di specialistica ambulatoriale e protesica, dall’altro i LEA non vengono aggiornati da oltre 6 anni, rendendo inaccessibili ai pazienti numerose innovazioni diagnostico-terapeutiche che nel frattempo la ricerca ha reso disponibili”. Quanto ai sanitari, “il tetto di spesa sul personale imposto dal progressivo definanziamento – spiega Cartabellotta – i blocchi contrattuali, la mancata programmazione dei nuovi specialisti hanno determinato prima una carenza quantitativa e adesso, soprattutto dopo la pandemia, una crisi motivazionale che porta sia a disertare alcune professioni (es. scienze infermieristiche) e specialità mediche (es. emergenza-urgenza), sia a lasciare le strutture pubbliche per quelle private, o addirittura per l’estero”. In tale scenario per la Fondazione è inderogabile rilanciare le politiche sul capitale umano in sanità al fine di valorizzare e (ri)motivare la colonna portante del SSN: investire sul personale sanitario con risorse vincolate, programmare adeguatamente il fabbisogno di tutti i professionisti sanitari, riformare i processi di formazione, valutazione e valorizzazione delle competenze secondo un approccio multi-professionale. “L’erogazione dell’assistenza sanitaria – ha spiegato il presidente della Fondazione GIMBE – oggi risulta molto frammentata, dicotomizzata tra ospedale e territorio e scarsamente integrata con quella socio-sanitaria, generando sprechi e inefficienze, ridotta qualità dei servizi e disagi per i pazienti”. Ecco perché bisogna programmare l’offerta di servizi sanitari in relazione ai bisogni di salute e renderla disponibile tramite reti integrate, che condividono percorsi assistenziali, tecnologie e risorse umane. “Le opportunità offerte dal PNRR, in particolare la riorganizzazione dell’assistenza territoriale – ha precisato Cartabellotta – sono necessarie ma non sufficienti perché richiedono coraggiose riforme per essere utilizzate al meglio”. In tal senso le risorse disponibili per la telemedicina, ha continuato il Presidente, “devono far parte di una trasformazione digitalemirata a promuovere cultura e competenze digitali nella popolazione e tra professionisti della sanità e a rimuovere ostacoli infrastrutturali, tecnologici e organizzativi”. L’annuario statistico del SSN pubblicato il 23 marzo documenta l’espansione delle strutture sanitarie private accreditate, ovvero rimborsate con il denaro pubblico. Nel 2021 le strutture private accreditate ospedaliere sono 995, un numero quasi raddoppiato in 10 anni (n. 525 nel 2011, 46,9% del totale) e pari al 48,6% del totale. Tra il 2011 e il 2021 aumentano anche quelle di specialistica ambulatoriale da 5.587 a 8.778 (da 58,9% a 60,4% del totale), quelle deputate all’assistenza residenziale che da 4.884 strutture passano a 7.984 (da 76,5% all`84% del totale) e semiresidenziale che da 1.712 salgono a 3.005 (da 63,5% a 71,3% del totale). Infine le strutture riabilitative passano da 746 a 1.154 (da 75,1% al 78,2% del totale).”Il nostro Piano di Rilancio – ha precisato Cartabellotta – mira ad arginare l’espansione incontrollata del privato accreditato, sia normando l’integrazione pubblico-privato, sia riordinando la normativa sui fondi sanitari oggi un vero e proprio ‘cavallo di troia’ che dirotta su assicurazioni e sanità privata accreditata risorse pubbliche provenienti dalla defiscalizzazione dei fondi sanitari”. Il Piano di Rilancio del SSN include altri punti: dall’attuazione del principio health in all alla prevenzione e promozione della salute; dalla necessità di potenziare l’informazione istituzionale basata sulle evidenze scientifiche e migliorare l’alfabetizzazione sanitaria delle persone all’aumento delle risorse da destinare alla ricerca clinica indipendente e alla ricerca sui servizi sanitari che devono arrivare almeno al 2% del finanziamento pubblico per la sanità; sino alla rimodulazione di ticket e detrazioni fiscali per le spese sanitarie, secondo princìpi di equità sociale ed evidenze scientifiche. “Per la sanità pubblica – conclude Cartabellotta – è ormai scaduto il tempo della ‘manutenzione ordinaria’ che ha portato allo sgretolamento dei princìpi di equità e universalismo. Ecco perché serve innanzitutto la visione sul modello di sanità che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni; quindi, occorre definire quante risorse pubbliche investire per la salute e il benessere delle persone; infine, bisogna attuare coraggiose riforme per condurre il SSN nella direzione voluta. Naturalmente tutto questo richiede ancor prima un patto politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governi, riconosca nel SSN un pilastro della nostra democrazia e una conquista sociale irrinunciabile. In alternativa, se mantenere un SSN pubblico, equo e universalistico non è più una priorità del nostro Paese, la politica dovrebbe avere l’onestà di scegliere apertamente un altro modello di sanità, governando in maniera rigorosa i processi di privatizzazione che si stanno già concretizzando in maniera subdola, creando di fatto una sanità a doppio binario”. LEGGI TUTTO

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    Germania, vendite dettaglio febbraio peggio di attese

    (Teleborsa) – Risulta peggiore delle attese l’andamento del commercio al dettaglio in Germania a febbraio.Le vendite in termini reali hanno registrato infatti un decremento dell’1,3% su mese, dopo il +0,1% registrato il mese precedente. Il dato è anche peggiore delle attese degli analisti che erano per un incremento dello 0,5%. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (DESTATIS), inoltre, la variazione annua si attesta a -7,1% dal -6,9% rilevato a gennaio e rispetto al -6,1% del consensus. LEGGI TUTTO

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    Giappone, disoccupazione in aumento a febbraio

    (Teleborsa) – Risulta in aumento la disoccupazione in Giappone. Il Ministero degli Affari interni delle poste e telecomunicazioni nipponico segnala che nel mese di febbraio il tasso dei senza lavoro è salito al 2,6%, oltre il 2,4% del mese precedente e delle stime degli analisti.Il numero di disoccupati è calato a 1,55 milioni, in diminuzione di 10 mila unità. Gli occupati sono pari a 59,11 milioni, in calo di 20 mila unità rispetto all’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    USA, Gran Giurì incrimina Trump: perchè e cosa succede ora

    (Teleborsa) – Donald Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere incriminato nella storia americana: nella giornata di ieri, infatti, la procura di Manhattan lo ha incriminato per il pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels con l’obiettivo di farla tacere sulla loro relazione.Arriva subito la reazione furiosa del Tycoon che parla di “una persecuzione politica e una interferenza elettorale”, “una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden”, ma la decisione del gran giurì è destinata ad avere ripercussioni senza precedenti sulla politica statunitense oltre che a influenzare la corsa alla Casa Bianca per il 2024, anche se non la fermerà. Il voto del gran giurì è arrivato a sorpresa visto che i giurati avrebbero dovuto valutare nella giornata di ieri altri casi e quindi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. Neppure lo staff di Trump si aspettava una decisione e probabilmente neanche l’ex presidente che in queste ore a Mar-a-Lago sta valutando le sue prossime mosse. Nel frattempo, la CNN, che cita due fonti a conoscenza del caso, informa che l’ex presidente deve affrontare oltre 30 capi di accusa di frode aziendale nell’inchiesta da parte della procura di Manhattan. Cosa accadrà ora e quando Trump dovrà presentarsi alla procura non è ancora chiaro: i dettagli devono essere definiti dal Secret Service con le autorità di New York, anche se il legale dell’ex presidente ha assicurato che il suo assistito si presenterà spontaneamente e si sottoporrà alle procedure del caso, dalle impronte digitali alle foto. Dovrebbe essergli risparmiata l’umiliazione dell’arresto. Uno dei suoi avvocati, Susan R.Necheles, citata dal New York Times, ha detto che il tycoon potrebbe consegnarsi alle autorità di Manhattan martedì prossimo per laformalizzazione delle accuse. Intanto, la polizia della Grande Mela è da giorni in allerta per possibili manifestazioni e proteste visto che l’ex presidente, rievocando una retorica simile a quella dell’assalto al Congresso, ha già invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza. LEGGI TUTTO

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    Giappone, forte rimbalzo della produzione industriale a febbraio

    (Teleborsa) – Cresce più delle attese la produzione delle fabbriche giapponesi a febbraio. Secondo la stima preliminare del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice della produzione industriale ha registrato un incremento mensile del 4,5% dopo il -5,3% registrato a gennaio. Le stime degli analisti erano per un aumento del 2,7%.Le previsioni per i mesi a venire indicano una salita del 2,3% per il mese di marzo e del 4,4% per il mese di aprile. Su base annuale, il dato non destagionalizzato della produzione evidenzia una variazione pari a -0,6% a febbraio. La crescita mensile della produzione è accompagnata dal forte aumento delle consegne (+3,6%) mentre le scorte salgono dell’1,4%. La ratio delle scorte è pari a -1,6%. LEGGI TUTTO

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    Banche, Yellen, negli USA servono più regole

    (Teleborsa) – Janet Yellen, segretaria al Tesoro statunitense, torna a ribadire la necessità di regole più rigide per il settore bancario statunitense. Intervenendo ad una conferenza della National Association for Business Economics, che le ha consegnato un premio in memoria di Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve, Yellen ha spiegato che le regole sono state allentate troppo negli ultimi anni e pertanto serve intervenire, alla luce delle chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank. “Questi fatti recenti ci ricordano del bisogno urgente di finire il lavoro”, iniziato dopo la crisi finanziaria del 2008 – ha avvertito la segretaria al Tesoro -. “Dobbiamo chiederci se la deregolamentazione non sia andata oltre i limiti e riparare le crepe nel perimetro regolatorio che i recenti choc hanno rivelato”.Dall’altra parte dell’oceano la Banca centrale europea è tornata a sottolineare che le decisioni di politica monetaria saranno prese in base ai dati macro. I rischi per le prospettive di crescita economica dell’Eurozona “sono orientati al ribasso” – ha detto la BCE nel suo Bollettino economico, spiegando che “le tensioni persistentemente elevate sui mercati finanziari potrebbero inasprire le condizioni del credito più ampie più del previsto e smorzare la fiducia”. “L’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le decisioni sui tassi ufficiali, che sarà determinato dalla valutazione delle prospettive di inflazione da parte del Consiglio direttivo alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza di trasmissione della politica monetaria”, viene ricordato nel report n cui ribadisce la solidità delle banche europee così come la determinazione ad agire se necessario. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Gentiloni: prolungamento dei tempi di valutazione segnale di attenzione UE

    (Teleborsa) – Il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha dichiarato che l’allungamento dei tempi di esame dell’attuazione del PNRR dell’Italia “è un segnale dell’attenzione con cui i nostri servizi verificano il pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi, che non sono pochi”. “In gioco – ha aggiunto nel suo intervento in collegamento al forum organizzato da Febaf a Roma – ci sono le prospettive di crescita sostenibile per l’Italia, e le sorti di un programma europeo senza precedenti”. “Sapete che siamo nella fase della valutazione del rispetto degli obiettivi e dei target legati alla terza richiesta di pagamenti. Avrete visto in questi giorni che la Commissione, di comune accordo con il Governo, ha esteso i tempi di questa valutazione come già avvenuto per altri paesi”, ha sottolineato Gentiloni. In generale “siamo ancora nella prima parte dell’attuazione dei piani di Recovery ma un impatto già lo stanno avendo: il rapporto investimenti pubblici-PIL è risalito ai livelli più alti degli ultimi anni, invertendo quel trend di declino degli investimenti pubblici che dopo la crisi finanziaria aveva segnato gli anni ’10 e che è stato tra i responsabili della crescita striminzita di quegli anni”. “Nessuno ignora le difficoltà di attuazione, ma tutti dobbiamo concentrarci sullo sforzo per superarle”, ha affermato il Commissario UE.Gentiloni è poi intervenuto sulla possibilità da parte di Bruxelles di creare un Fondo per incentivare la produzione di tecnologie green. “In queste settimane si è parlato molto della sfida della competitività, in particolare per le tecnologie pulite. La competitività dell’industria europea va sostenuta anche con nuovi strumenti comuni, come il Fondo di sovranità europeo evocato dalla presidente von der Leyen”, ha dichiarato. “Questo, a mio avviso, sarebbe il modo più efficace di finanziare progetti di interesse comune nella transizione ecologica e nelle tecnologie pulite”, ha aggiunto. “L’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato, se restasse l’unica scelta comune, rischierebbe di far crescere la divergenza tra paesi – ha sottolineato – e incrinare il mercato unico”. LEGGI TUTTO