More stories

  • in

    Da caro bollette a siccità: i temi sul tavolo del CdM

    (Teleborsa) – Prevista per domani pomeriggio, intorno alle 17 (salvo slittamenti) la riunione del Consiglio dei Ministri. La convocazione ancora non è stata ufficializzata da Palazzo Chigi, ma l’ordine del giorno dovrebbe prevedere il decreto legge sulle nuove misure di sostegno per le bollette energetiche per famiglie e imprese. Gli aiuti in vigore, infatti, scadono il 31 marzo e il governo ha annunciato un nuovo provvedimento per prorogare gli aiuti, anche se con misure e forme diverse, con particolare riferimento alle famiglie più fragili. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE: ancora possibile impatto su mercato europeo del diesel da sanzioni a Russia

    (Teleborsa) – Il mercato europeo del diesel rimane teso nonostante l’UE abbia rafforzato le sue importazioni di petrolio raffinato prima del 5 febbraio, data in cui è entrato in vigore l’embargo sui prodotti petroliferi raffinati dalla Russia, e potrebbe ancora concretizzarsi un impatto più forte delle sanzioni sui mercati petroliferi globali. Lo afferma uno studio della Banca centrale europea (BCE) sul tema.Viene infatti osservato che l’embargo e il corrispondente meccanismo di price cap sui prodotti petroliferi raffinati sono ancora in una fase iniziale di attuazione, il che implica che permane un’elevata incertezza sull’impatto finale sui mercati dei prodotti petroliferi raffinati. Nel tempo l’embargo “potrebbe aggiungere ulteriori pressioni sui prezzi in un mercato europeo del diesel già teso, con l’UE che dovrà fare offerte per barili di diesel dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente in concorrenza con i clienti tradizionali di quei fornitori”.Il divieto dell’UE sulle importazioni marittime di greggio russo è entrato in vigore il 5 dicembre 2022, seguito dall’embargo sui prodotti petroliferi raffinati a partire dal 5 febbraio 2023. Parallelamente agli embarghi dell’UE, anche il G7, l’UE e i paesi partner hanno vietato la fornitura di servizi marittimi per le spedizioni di greggio russo e per i prodotti petroliferi russi, a meno che il petrolio non venga acquistato sotto un certo prezzo.Il report evidenzia che la Russia aveva già reindirizzato gran parte della sua fornitura di petrolio prima che entrassero in vigore l’embargo dell’UE e il price cap del G7. In particolare, più greggio è stato esportato in Cina e India, con la loro quota complessiva delle esportazioni di petrolio russo che è salita a circa il 70% nel novembre 2022 (prima che il nuovo regime di sanzioni entrasse in vigore il 5 dicembre 2022), rispetto a poco meno del 20% nel periodo prebellico.Le nuove sanzioni hanno inizialmente portato a un notevole calo delle esportazioni russe di greggio via mare, ma da allora i volumi si sono ripresi. Inoltre, i prezzi globali del petrolio hanno mostrato una volatilità limitata nonostante l’introduzione dell’embargo sul petrolio greggio dell’UE e del massimale del prezzo del greggio.Le esportazioni russe di prodotti petroliferi raffinati sono invece leggermente diminuite con l’entrata in vigore di nuove misure. Contrariamente alle esportazioni di greggio, dall’invasione dell’Ucraina la Russia ha reindirizzato solo volumi limitati di prodotti petroliferi raffinati dall’UE ad altri paesi, indicando che il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio raffinato verso altri paesi potrebbe essere più impegnativo per la Russia rispetto al reindirizzamento di greggio via mare. LEGGI TUTTO

  • in

    Stop auto Ue: 7,5 milioni di italiani pronti ad acquistare l'elettrica

    (Teleborsa) – Nelle ultime settimane si è parlato molto dell’ipotesi avanzata dal Parlamento europeo di vietare la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035. La norma è al momento bloccata fino a data da destinarsi, ma come si comporterebbero gli automobilisti italiani se la misura diventasse realtà? Secondo l’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat, quasi 17 milioni di italiani (38,7%) hanno dichiarato di voler prendere un veicolo ibrido, valore che raggiunge addirittura il 43% tra i rispondenti del Centro Italia. Il 17,9%, vale a dire oltre 7,5 milioni di rispondenti, addirittura, opterebbe per una vettura completamente elettrica, percentuale che arriva al 19,8% al Nord Est.Guardando alle fasce anagrafiche, le generazioni maggiormente propense all’alimentazione alterativa risultano essere quelle più giovani: il 43,6% degli italiani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni sarebbe indirizzato all’acquisto di un veicolo ibrido, mentre il 26,6% dei 18-24enni sceglierebbe un’auto completamente elettrica, il tutto chiaramente senza contare i costi del veicolo.In caso di acquisto anche prima del 2035, il 9,9% non comprerebbe più una vettura ma opterebbe per mezzi alternativi. Sono quasi 4 milioni, infine, coloro che si indirizzerebbero al noleggio a lungo termine.Lo studio di Facile.it ha voluto poi indagare cosa farebbero i nostri connazionali se dovessero comprare un nuovo veicolo dopo il 2035, quindi quando potrebbe non essere più possibile scegliere i motori a diesel o benzina. Più di 1 su 3, vale a dire quasi 15 milioni di italiani, comprerebbe un’automobile elettrica, valore che sale al 46,8% tra i 18-24enni, coloro che, per motivi anagrafici, più probabilmente effettueranno l’acquisto di un mezzo dopo il 2035.Più di 4 milioni (9,7%), invece, sono coloro che useranno solo auto a noleggio lungo termine, mentre il 7% opterebbe i mezzi pubblici. Tanti, circa 13,5 milioni, gli italiani che invece non hanno ancora le idee chiare su come si comporteranno in caso di acquisto dopo il 2035. LEGGI TUTTO

  • in

    Auto, Pichetto: ancora aperto confronto con la Commissione sui biocarburanti

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che il governo italiano sta ancora discutendo con la Commissione “per uno spazio di apertura nel Preambolo 11 ai biocarburanti”. In generale sulla questione dello stop ai motori endotermici dal 2035, “stiamo perdendo la bussola fondamentale – ha affermato il ministro intervenendo al convegno “Dal Mediterraneo il futuro energetico europeo” organizzato dalla Fondazione Merita con Unioncamere Roma – . L’obiettivo è difendere il motore endotermico, c’e’ un interesse nazionale: metà della produzione Ue è italiana e grazie alla Germania rimarrà il motore endotermico”. Per quel che riguarda gli e-fuels promossi dalla Germania, “se parliamo di decarbonizzazione gli e-fuels non ci sono ancora, mentre i biocarburanti che proponiamo noi li abbiamo subito. Qualcosa emettono è vero, ma ci vuole una verifica basata su un ragionamento scientifico non ideologico”, ha aggiunto. Il ministro questa sera sarà a Bruxelles per il Consiglio Energia in programma domani che dovrebbe adottare il regolamento sulle emissioni delle auto.Sulle case green “diciamo no a scelte ideologiche da parte dell’Ue”. I fabbricati, ha ricordato il Ministro, sono responsabili del 40% delle emissioni: “dobbiamo agire, in particolare nella pianura Padana”, ma servono risorse e tempo. In Italia ci sono “31 milioni di fabbricati, 21 milioni sono nelle classi energetiche E, F, G. Con l’Ecobonus siamo intervenuti su 360mila, ne rimangono almeno 10 milioni”.Il ministro ha poi confermato che il governo dopo Piombino e Ravenna sta valutando un nuovo rigassificatore “per arrivare a 30-35 miliardi di metri cubi l’anno di capacità che ci permetteranno di comprare gas da tutto il mondo”. Le ipotesi confermate dal ministro riguardano Gioia Tauro e Porto Torres. Sempre in tema gas, Pichetto Fratin ha affermato che gli stoccaggi sono pieni oggi al 57,4%. “Abbiamo 9-10 miliardi di metri cubi di gas di riserva, siamo abbastanza fiduciosi di affrontare l’autunno senza problemi e penso anche l’estate, ma su questo attendo conferme dagli operatori”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Alitalia, Bruxelles giudica illegale aiuto di Stato erogato nel 2019

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha giudicato illegale, in base alle norme europee sugli aiuti di Stato, il prestito di 400 milioni di euro concesso nel 2019 ad Alitalia ed alla sua controllata al 100% Alitalia CityLiner. E questo perché Bruxelles ha valutato che il governo italiano, nel concedere il prestito in questione, non si è comportato come avrebbe fatto un operatore privato, valutando cioè la probabilità di rimborso del prestito e degli interessi, ma avrebbe mirato esclusivamente a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali della compagnia Nel maggio 2017 la compagnia aerea italiana era stata posta sotto procedura concorsuale speciale, ai sensi del diritto fallimentare italiano, ed aveva continuato ad operare come compagnia aerea. Al fine di mantenere operativa Alitalia, nel 2017 e nel 2019, il governo italiano aveva concesso due prestiti, rispettivamente per un importo di 900 milioni di euro e 400 milioni di euro, che non sono mai stati rimborsati.Nel 2018 e poi ancora nel 2020, la Commissione aveva avviato un’indagine formale, per stabilire se i due prestiti concessi rispettivamente nel 2017 e nel 2019 fossero conformi alle norme UE sugli aiuti di Stato. Nel settembre 2021 la Commissione aveva concluso che i prestiti di Stato da 900 milioni di euro del 2017 erano illegali ed ora ha deciso che anche il prestito di 400 milioni del 2019 è illegale e questo perché il prestito non può neanche essere considerato un aiuto di salvataggio mancando la caratteristica di “una tantum” prevista dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione.Su questa base, oggi la Commissione ha concluso che nessun investitore privato avrebbe concesso all’epoca il prestito alla compagnia e che il prestito ha conferito ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali, costituendo un aiuto di Stato incompatibile con la normativa europea. L’Italia deve ora recuperare da Alitalia l’aiuto di Stato illegittimo pari a 400 milioni di euro più interessi. La Commissione aveva già rilevato, nel settembre 2021, che ITA Airways, che aveva acquisito parte degli asset di Alitalia nel 2021, non è il successore economico di Alitalia e che pertanto non è tenuta a rimborsare l’aiuto di Stato illegale ricevuto da Alitalia.Il Ministro dlel’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito le conclusioni della Commissione europea “attese e ampiamente previste” ed ha affermato che l’esclusione di Ita Airways “è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada”. La decisione è stata accolta con accenti polemici da Assoutenti, che ha sottolineato i salvataggi sono già costati 13,4 miliardi di euro della collettività, pari a circa 519 euro a famiglia 224 euro a cittadino residente, neonati compresi. LEGGI TUTTO

  • in

    ArtWeek 2023, Banca Generali per il quinto anno al fianco del Comune di Milano

    (Teleborsa) – Banca Generali al fianco dell’arte contemporanea nella promozione di Milano ArtWeek 2023 e nella crescita del progetto BG ArTalent dedicato agli artisti italiani piu` interessanti nel panorama mondiale. Per il quinto anno consecutivo la Banca private sara` main sponsor della kermesse in programma dall’11 al 16 aprile, organizzata dal Comune di Milano, con l’apertura gratuita per tutta la giornata di sabato 15 aprile del Museo del Novecento. Inoltre l’ArtWeek sara` l’occasione per far conoscere le nuove acquisizioni della propria collezione racchiusa nel progetto BG ArTalent con la mostra nella sede di Piazza S. Alessandro 4. “Siamo felici di tornare al fianco del Comune di Milano in quella che consideriamo una delle iniziative piu` importanti per la promozione dell’arte al grande pubblico nel nostro Paese. Milano ArtWeek e` una straordinaria vetrina che anticipa MiArt portando lo sguardo non solo degli operatori ma di tutti gli appassionati d’arte sulla nostra citta` e per questo siamo onorati di supportarne la diffusione e la comunicazione – dichiara Marco Bernardi, vice direttore generale di Banca Generali –. Da realta` vicina all’innovazione e allo scambio culturale nell’arte, la banca presenta la propria collezione, racchiusa nel progetto BG ArTalent, che oggi conta su opere originali molto interessanti di sette artisti riconosciuti a livello internazionale che contribuiscono a portare la bandiera del genio italiano nel mondo”.Giunta alla sua settima edizione, la Milano ArtWeek 2023 si caratterizza per un fitto programma di mostre, retrospettive, installazioni e performance sia fisiche che digitali che coinvolgeranno l’intera citta` per una settimana. Le nuove opere della collezione d’arte di Banca Generali – Le opere che entrano a far parte della collezione della Banca, esposte durante la settimana di ArtWeek nella sede di P.za S. Alessandro 4 (visite su prenotazione da martedi` al venerdi` dalle 8:30 alle 18.00 scrivendo a eventi@bancagenerali.it), sono state selezionate, in continuita` con le precedenti edizioni del progetto Bg ArTalent, da Vincenzo De Bellis, direttore, Fiere e piattaforme espositive Art Basel, e realizzate dagli artisti Patrizio Di Massimo e Alessandro Pessoli. Il primo vive a Londra da anni e rappresenta un nome sempre piu` riconosciuto a livello internazionale, complici le numerose mostre nel mondo. L’Autoritratto acquistato da Banca Generali vede l’artista assopito tra lenzuola di color verde in compagnia solo di un personaggio elettivo: appoggiato sulle coperte c’e` infatti il libro “I paint what I want to see” del pittore statunitense Philip Guston”. Direttamente da Los Angeles provengono invece le opere di Alessandro Pessoli che rappresentano un dittico che fonda in se´ cultura pop e immaginario contemporaneo con riferimenti alla storia dell’arte e alla tradizione italiana. Figure eccentriche che si rifanno al mondo della fantascienza, del fumetto, del cinema e del teatro. BG ArTalent mira a supportare l’arte italiana e a valorizzare il talento nelle sue varie espressioni. In questo contesto si inserisce il recente acquisto delle opere di Pessoli e Di Massimo, esposte presso la sede di piazza Sant’Alessandro, insieme a quelle degli artisti selezionati nelle precedenti edizioni di BG ArTalent (Francesco Arena, Rosa Barba, Enrico David, Lara Favaretto e Linda Fregni Nagler). Museo del Novecento – ingresso gratuito sabato 15 aprile – Per avvicinare il grande pubblico ai capolavori dell’arte contemporanea italiana, Banca Generali e il Comune di Milano aprono in via straordinaria per il quinto anno consecutivo le porte del Museo del Novecento di Piazza del Duomo 8. Nella giornata di sabato 15 aprile, il biglietto sara` simbolicamente offerto dalla Banca del leone cosi` da consentire a tutti l’ingresso gratuito agli spazi del piu` importante museo cittadino d’arte contemporanea. All’entrata del Museo, tutti i visitatori riceveranno in omaggio un leafleat sull’educazione finanziaria sviluppato da Banca Generali, nell’ambito dei propri programmi sociali. E sempre sabato 15 aprile alle ore 10.30, il Museo ospitera` una tavola rotonda organizzata da Banca Generali, con la presenza di Vincenzo De Bellis, Gianfranco Maraniello (Direttore del Museo del Novecento) e Nicola Ricciardi (Direttore Artistico miart) sul tema “Il valore dell’arte”. L’incontro sara` moderato da Maria Ameli, Head of Corporate, Real Estate, Art Advisory della banca private. LEGGI TUTTO

  • in

    CRIF-Unifi: il 64% delle imprese garantite dai Confidi ha margini di miglioramento nell'ESG

    (Teleborsa) – Il 64% delle imprese finanziate o garantite da Confidi si trova nella situazione di dover fare investimenti per migliorare la propria valutazione ESG. L’analisi dei fattori ESG sta assumendo sempre più attenzione all’interno dei processi di gestione del rischio tra gli intermediari finanziari in un contesto in cui anche le imprese stanno acquisendo crescente consapevolezza sul fatto che migliorare le dimensioni ESG sia fondamentale e rappresenti un importante elemento di supporto nel rapporto con le stesse istituzioni finanziarie. Questa è la principale evidenza emersa da una ricerca CRIF condotta in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, che ha approfondito per la prima volta le istanze ESG nel mondo dei Confidi con l’applicazione dello score ESG di CRIF sulle imprese garantite.”L’obiettivo della ricerca – spiega Lorenzo Gai, ordinario di Economia degli intermediari finanziari dell’Università degli Studi di Firenze – è stato quello di analizzare le differenze nella popolazione di imprese nel portafoglio di quasi 100 Confidi italiani, vigilati e non, in termini di fattori ESG. I risultati forniscono una chiave di lettura sintetica, frutto di diversi livelli di aggregazione dei dati, ma al tempo efficace e utile ai Confidi. Disporre di un sistema di score ESG delle imprese socie rappresenta infatti per i Confidi un importante strumento di controllo e presidio sia nella fase di concessione delle garanzie/finanziamenti diretti sia in quella di monitoraggio dell’esposizione del proprio portafoglio a tale tipologia di rischi”.”Lo score ESG – commenta Simone Capecchi, executive director di CRIF – non è solo un termometro del livello di adeguatezza verso la sostenibilità di un’impresa ma una bussola. Una volta individuate le aree di miglioramento delle imprese socie in ambito sostenibilità, i Confidi possono fornire un servizio di consulenza ad elevato valore aggiunto a loro favore, in una logica simile a quella del rating creditizio. Con l’obiettivo di evidenziare i singoli gap, simulare gli impatti di un miglioramento dello score ESG e accompagnare gli associati nella transizione con la proposta di prodotti di credito/garanzia dedicati, anche integrati con i bandi PNRR”.A livello di settore e area geografica i valori medi dello Score ESG di CRIF mostrano una non marginale dispersione (minimo 2,27 e massimo 4,38). I migliori valori medi dello Score ESG si collocano tra le imprese del settore Servizi (2,55) e del Nord Ovest (2,58) mentre quelli peggiori tra le imprese del settore Primario (4,01) e in quelle del Sud e Isole (3,39).Appare interessante osservare i gap delle imprese a livello di settore e zona geografica per singolo fattore ESG. Nello specifico della dimensione Environmental: nel Primario e nel Commercio vi sono gap per quanto concerne il Factor Emission (esposizione al rischio fisico ed emissioni) e l’Environmental hazards (esposizione al rischio fisico); nell’Industria vi è un gap per quanto concerne il Factor Emission; nelle Costruzioni vi è un gap per quanto concerne la Waste Production (gestione dei rifiuti); il settore dei servizi risulta quello con la migliore valutazione ambientale complessiva. A livello di fattori Social, il gap più critico è rappresentato dall’Employee Relationship (attenzione al dipendente o benessere dei dipendenti) del settore Primario e – in misura minore – dei settori Costruzioni e Servizi. In particolare per il settore Primario il gap è presente in quasi tutte le zone geografiche. Sul fronte della Governance, gli elementi di debolezza si ravvisano nella Strategy (attenzione alle strategie per la sostenibilità) per il settore Primario e nell’ambito della Ethical considerations (attenzione ai temi etici) per tutti gli altri settori.La ricerca CRIF-Unifi ha indagato inoltre in maniera specifica il rischio fisico (rischio di impatti finanziari derivanti dai cambiamenti climatici) su cui si è recentemente focalizzata l’aspettativa di vigilanza di Banca d’Italia in materia di ESG. Dall’analisi emerge un risultato molto elevato nel Nord Est e nel Sud e Isole, principalmente espressione del settore Primario e, in misura minore, e del Commercio.”Nonostante l’estrema attualità e rilevanza, si ha la percezione che nel mondo dei Confidi il tema ESG – aggiunge Gai – non sia ancora pienamente sviluppato in tutte le sue componenti e potenzialità, in particolare per quanto attiene alle ricadute sulle PMI. Anche se alcuni Confidi risultano essere più virtuosi, sono presenti gap più o meno accentuati come il ridotto numero di figure interne dedicate, l’assenza/incompletezza di basi dati su cui impostare analisi per campagne marketing e campagne commerciali, lo sviluppo embrionale di metriche di valutazione del rischio ESG e l’assenza di meccanismi per incorporare il rischio/opportunità ESG nel pricing”.”I Confidi dovranno curare anche la propria valutazione ESG, essendo parte attiva del finanziamento in qualità di garanti. Per farlo, i Confidi – conclude Capecchi – dovranno migliorare la valutazione ESG del portafoglio garanzie e affidamenti diretti, intraprendere azioni volte al miglioramento delle componenti ESG evidenziandole nei bilanci e acquisire certificazioni ambientali. Senza dimenticare che sarà fondamentale porre attenzione alla valutazione del rischio fisico all’interno dello score ESG, poiché una volta che si identifica e misura un rischio operativo di una impresa socia il passaggio successivo potrà essere la determinazione di maggiori accantonamenti per tutelarsi dal rischio stesso”. LEGGI TUTTO

  • in

    Elenco dei professionisti che provvedono a operazioni di vendita, De Lise: “Problemi irrisolti e giovani penalizzati”

    (Teleborsa) – “Elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita: la riforma è nuova, ma i problemi restano i soliti e riguardano soprattutto i giovani professionisti. In alcuni Tribunali, infatti, indipendentemente dall’aver avviato il procedimento di formazione del nuovo Albo, i Giudici Delegati stanno continuando ad attingere, per le nomine dei custodi e professionisti delegati, ai vecchi elenchi; altri invece intendono nominare soltanto i professionisti che hanno svolto dieci incarichi negli ultimi cinque anni”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.”Lascia perplessi anche che l’unico Elenco al quale possa fare accesso un professionista è quello della circoscrizione giudiziaria del Tribunale dove ha la propria residenza – evidenzia De Lise –. Un criterio che non garantisce la specializzazione necessaria per gestire la speditezza delle procedure. E intanto, mentre resta l’impasse, una ricca proliferazione di corsi professionalizzanti si sta affermando su internet, con il rischio che i futuri custodi delegati non abbiano l’adeguata abilitazione allo svolgimento dell’attività”.Alessio Saraullo, consigliere nazionale Ungdcec, ricorda come “alla luce della riforma Cartabia la domanda di iscrizione nell’Elenco non va più inoltrata agli Ordini Professionali di appartenenza ma al presidente del Tribunale. Il primo popolamento dell’Albo sarà consentito solo a chi avrà dimostrato di essere in possesso di titoli che provano la specifica competenza tecnica del richiedente: aver svolto nei cinque anni antecedenti non meno di dieci incarichi di professionista delegato alle vendite; essere in possesso del titolo di avvocato specialista in diritto dell’esecuzione forzata; aver partecipato, e superato la prova finale, a scuole o corsi di alta formazione”. L’impasse riguarda proprio la formazione “perché – sottolinea Saraullo – l’elaborazione delle linee guida generali per la definizione dei programmi dei corsi di formazione e di aggiornamento sono demandati alla Scuola Superiore della Magistratura, che, ad oggi tarda alla elaborazione degli stessi. In questo modo si ritarda tutta la procedura di ammissione all’Elenco, che deve essere vagliata da un comitato presieduto dal presidente del Tribunale, un giudice addetto alle esecuzioni immobiliari e un professionista iscritto all’Albo professionale di appartenenza”. LEGGI TUTTO