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    Italgas, ok Consob ad aumento di capitale da 1,02 miliardi di euro. Sconto del 24,8%

    (Teleborsa) – Consob ha autorizzato il prospetto relativo all’offerta e all’ammissione alle negoziazioni su Euronext Milan delle azioni ordinarie di nuova emissione di Italgas, rivenienti da un aumento di capitale in opzione, per un importo massimo complessivo di 1.020 milioni di euro, comprensivi di sovraprezzo.È previsto che: i diritti di opzione per la sottoscrizione delle Nuove Azioni siano esercitabili, a pena di decadenza, dal 2 giugno 2025 al 19 giugno 2025 (estremi inclusi); e che i Diritti di Opzione siano negoziabili su Euronext Milan dal 2 giugno 2025 al 13 giugno 2025 (estremiinclusi).Il CdA ha deliberato di determinare in 5,026 euro per ciascuna Nuova Azione il prezzo al quale saranno offerte le azioni Italgas rivenienti dall’aumento di capitale, da imputarsi quanto a 1,240 a capitale sociale e quanto a 3,786 a sovrapprezzo, e ha conseguentemente deliberato di emettere massime 202.938.478 Nuove Azioni, da offrire in opzione agli azionisti nel rapporto di n. 1 Nuova Azione ogni n. 4 Diritti di Opzione.Il prezzo di sottoscrizione delle Nuove Azioni incorpora uno sconto pari al 24,82% rispetto al prezzo teorico ex diritto (Theoretical Ex Right Price – TERP) delle azioni Italgas, calcolato secondo le metodologie correnti, sulla base del prezzo di chiusura di Borsa Italiana delle azioni Italgas al 28 maggio 2025. Il controvalore complessivo sarà pertanto pari a massimi 1.019.968.790,43 euro.J.P. Morgan, BofA, Citigroup, Morgan Stanley, Société Générale, in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner e Banca Akros, in qualità di co-global coordinator and joint bookrunner, hanno sottoscritto il contratto di garanzia relativo all’aumento di capitale e si sono impegnati a sottoscrivere eventuali azioni rimaste inoptate al termine dell’offerta in Borsa, fino a concorrenza dell’importo massimo complessivo pari a 755 milioni di euro. La restante parte sarà sottoscritta dall’azionista di maggioranza CDP Reti per l’intera quota di propria spettanza. LEGGI TUTTO

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    Eni, Moody’s migliora l’outlook a positivo. Confermato il rating Baa1

    (Teleborsa) – Moody’s ha confermato a Baa1 il rating dell’emittente a lungo termine di Eni e migliorato l’outlook da stabile a positivo. L’outlook positivo sui rating di Eni fa seguito all’azione di rating sul rating sovrano italiano del 23 maggio 2025, in cui l’outlook sull’Italia è stato modificato a positivo.Il rating della società continua a posizionarsi due livelli sopra il rating Baa3 del debito sovrano italiano, riflettendo la solidità creditizia di Eni, unita alla portata globale delle sue attività upstream. I parametri attuali supporterebbero un rating più elevato, ma il rating di Eni è limitato a due livelli sopra il rating del debito sovrano italiano a causa del grado di legame con l’Italia, attraverso la partecipazione azionaria del 31,8% detenuta dal governo e la sua capacità di presentare liste di candidati per il consiglio di amministrazione, nonché attraverso il business downstream focalizzato sul mercato nazionale. Dati i legami legati alla proprietà statale, è altamente improbabile che un emittente collegato al governo possa ottenere un rating superiore a due livelli sopra il debito sovrano.Una asset base considerevole e geograficamente ben diversificata di Eni nel business upstream; un solido track record di esplorazione di successo, con uno dei più alti tassi di rimpiazzo delle riserve del settore; una strategia globale e investimenti crescenti per ridurre l’impronta di carbonio; politiche finanziarie conservative; solidi parametri di credito per il rating, con un rapporto RCF/debito netto intorno al 34% entro il termine ultimo di marzo 2025, e un’eccellente liquidità, tutti fattori che supportano il rating.L’azienda è esposta ai prezzi volatili del petrolio e del gas , poiché i suoi utili sono prevalentemente trainati dall’attività upstream; ha una significativa esposizione ai paesi non OCSE nell’attività upstream; ha un profilo di business leggermente meno diversificato rispetto a quello delle principali compagnie petrolifere e del gas integrate più grandi, con attività upstream e downstream più bilanciate; e i rischi legati alla transizione energetica e alla pressione per ridurre l’impronta di carbonio, che si traducono in un rischio operativo e richiederanno investimenti considerevoli per l’adeguamento del portafoglio. LEGGI TUTTO

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    Utilities, Moody’s migliora outlook a positivo su A2A, ACEA e Hera

    (Teleborsa) – Moody’s ha confermato i rating e modificato l’outlook da stabile a positivo per le seguenti utilities italiane: A2A, ACEA e Hera. L’intervento segue il passaggio dell’outlook da stabile a positivo per il Governo italiano, avvenuto il 23 maggio 2025.A2AMoody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per A2A. Il cambiamento dell’outlook riflette i legami dell’azienda con il rating sovrano, dato che la maggior parte dei suoi utili è generata in Italia, nonché le migliorate prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica del Paese, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Ciò riflette anche la solida performance operativa e la solida flessibilità finanziaria, illustrate ad esempio da un rapporto tra FFO e debito netto che si è attestato costantemente tra il 23,1% e il 28,6% negli ultimi cinque anni (2020-24) e dalla previsione che tale rapporto supererà probabilmente il 26% nel periodo 2025-27.La conferma del rating riconosce l’ampia diversificazione del mix di attività dell’azienda, che beneficia della sua integrazione verticale nel settore energetico; utili della rete regolamentata italiana a basso rischio e relativamente stabili; solide performance operative e finanziarie; solida liquidità; e una politica finanziaria che bilancia gli interessi dei suoi azionisti e creditori. Ciò tiene conto anche del fatto che A2A è il quarto produttore di energia elettrica in Italia (con una produzione di 12 TWh nel 2024, escluso il WTE). Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione del gruppo alla volatilità dei prezzi dell’energia elettrica in Italia, sebbene tale rischio sia mitigato da un mix diversificato di tecnologie di generazione elettrica e dalla politica di copertura del gruppo; e dall’esposizione delle attività di A2A nel settore dei rifiuti al contesto macroeconomico ciclico.ACEA Moody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per ACEA. Il passaggio da stabile a positivo riflette i legami dell’azienda con il debito sovrano, dato che la maggior parte dei suoi utili è generata in Italia, nonché le migliorate prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica dell’Italia, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Ciò riflette inoltre il solido profilo finanziario di ACEA, illustrato ad esempio da un rapporto tra FFO e debito netto pari in media al 19,4% negli ultimi 3 anni, e dalla possibilità che questo rapporto superi il 20% nel periodo 2025-2027, il che potrebbe a sua volta supportare un rating più elevato in assenza di vincoli derivanti dalla qualità del credito sovrano.La conferma dei rating di ACEA riconosce il mix diversificato di attività della società e il suo portafoglio di attività regolamentate, che rappresentavano circa l’81% dell’EBITDA consolidato nel 2024. Queste attività, caratterizzate da caratteristiche monopolistiche e da quadri normativi consolidati, garantiscono un buon grado di prevedibilità e visibilità degli utili aziendali. Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione del gruppo, attraverso le sue attività non regolamentate (circa il 19% dell’EBITDA nel 2024), al contesto macroeconomico ciclico e alla concorrenza; e dal rischio di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) che potrebbero assorbire l’attuale flessibilità finanziaria.HeraMoody’s ha confermato il rating dell’emittente a lungo termine Baa2 per Hera. Il passaggio da stabile a positivo riflette il legame dell’azienda con il debito sovrano, dato che tutti i suoi utili sono generati in Italia, nonché il miglioramento delle prospettive fiscali e il previsto miglioramento della resilienza economica dell’Italia, rispecchiati dalle prospettive positive sul Governo italiano. Riconosce inoltre la solida performance operativa e il profilo finanziario dell’azienda, dimostrati ad esempio dal rapporto tra FFO e debito netto rettificato da Moody’s, pari in media al 24,2% negli ultimi cinque anni (2020-24), e dalla previsione che tale rapporto si manterrà nella fascia bassa del 20% in termini percentuali nel periodo 2025-2027, il che supporterebbe un rating più elevato in assenza di vincoli derivanti dalla qualità del credito sovrano.La conferma dei rating di Hera riflette il mix diversificato di business dell’azienda e il suo portafoglio di attività regolamentate e quasi regolamentate, che rappresentavano circa il 32% dell’EBITDA consolidato nel 2024, con una limitata esposizione a prezzi e volumi, supportata da quadri normativi favorevoli e trasparenti; il contributo delle attività quasi regolamentate (5% dell’EBITDA nell’esercizio 2024), che supportano la stabilità dei flussi di cassa; la strategia di crescita di Hera attraverso acquisizioni di piccola e media dimensione finanziate principalmente con lo scambio di azioni; e la sua solida liquidità. Questi fattori sono bilanciati dall’esposizione dell’azienda al ciclo macroeconomico e alla pressione competitiva attraverso le sue attività di fornitura di energia elettrica e gas e di trattamento dei rifiuti (circa il 63% dell’EBITDA nell’esercizio 2024) e dall’esposizione, seppur limitata, delle attività di generazione di energia elettrica e di gestione dei rifiuti di Hera alla volatilità dei prezzi dell’energia in Italia. LEGGI TUTTO

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    Teleselling, ARERA avvia procedimenti sanzionatori contro 8 società energetiche

    (Teleborsa) – L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti di otto venditori di energia elettrica e gas naturale per violazioni in materia di informazioni precontrattuali ai clienti finali. Le aziende interessate dal provvedimento sono Enel Energia, Eni Plenitude, Sorgenia, Alleanza Luce&Gas, Amg Gas, Pulsee, Vivigas e Wekiwi.L’Autorità spiega di aver intrapreso una specifica attività di vigilanza per verificare il rispetto delle disposizioni previste dal Codice di condotta commerciale in merito alle attività di promozione e vendita dei contratti di fornitura di energia elettrica e/o gas naturale, con particolare riferimento al canale telefonico.In particolare, ha attuato un programma di controlli telefonici mediante chiamate ai recapiti dei servizi telefonici commerciali dei venditori attivi nei mercati liberalizzati di energia elettrica e/o gas naturale, che sono stati svolti tra il 21 novembre e il 5 dicembre 2024, in collaborazione con il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza. Dalla documentazione trasmessa dal Nucleo Speciale e da quella acquisita dai siti web dei venditori o dal Portale Offerte è emerso che otto venditori non rispettano gli obblighi informativi prescritti del Codice di condotta commerciale.Segnatamente, si legge nella delibera di ARERA, quasi tutti gli operatori non hanno rappresentato al cliente finale i corrispettivi unitari dovuti dai clienti per la prestazione del servizio in misura fissa esclusivamente in euro/punto di prelievo/anno nel caso di fornitura di energia elettrica e in euro/punto di riconsegna/anno nel caso di fornitura di gas naturale; inoltre, alcuni di essi non forniscono informazioni complete e/o esatte sulla frequenza dei possibili aggiornamenti dei corrispettivi soggetti a indicizzazione, oltre che sul relativo criterio, sul valore unitario massimo raggiunto dal corrispettivo nel corso degli ultimi dodici mesi e sul periodo durante il quale tale valore massimo è stato applicato.Inoltre, tutti gli operatori non forniscono al cliente finale la stima della spesa annua di tutti i corrispettivi dovuti dal cliente finale in relazione all’esecuzione del contratto di fornitura o forniscono un’informazione inesatta. Tutti gli operatori non forniscono al cliente finale informazioni corrette sulle condizioni economiche dell’offerta e/o sulle garanzie richiestegli o, in due casi, sulle modalità di pagamento e di fatturazione (lett. c); quasi tutti gli operatori non forniscono informazioni complete o esatte al cliente in ordine alle modalità di rinnovo o alla durata delle condizioni economiche delle offerte.Plenitude fa sapere che ha “immediatamente iniziato a collaborare con gli uffici dell’Autorità” al fine di approfondire l’oggetto del provvedimento. La società ribadisce “il proprio costante impegno per il rispetto delle regole di corretta contrattualizzazione dei clienti”. LEGGI TUTTO

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    Enel aumenta capacità rinnovabile negli USA. Operazione da 50 milioni di dollari

    (Teleborsa) – Enel ha comunicato che la società interamente controllata Enel Green Power North America (EGPNA) ha firmato un accordo di swap con Gulf Pacific Power (GPP). Per effetto dell’accordo, EGPNA aumenterà la propria partecipazione indiretta in alcune società titolari di impianti eolici portandola al 51% in cambio delle sue partecipazioni, una del 100% e altre indirette di minoranza, in diverse società titolari di impianti eolici, e di un corrispettivo per cassa. Al perfezionamento dell’operazione, Enel aumenterà la propria capacità installata netta consolidata negli Stati Uniti di 285 MW.L’accordo prevede che EGPNA pagherà un corrispettivo netto per cassa di circa 50 milioni di dollari, soggetto a un meccanismo di aggiustamento tipico per questo tipo di operazioni. A seguito del perfezionamento dell’operazione, si stima un effetto netto positivo per anno sull’EBITDA ordinario consolidato del Gruppo Enel pari a circa 50 milioni di dollari (equivalenti a circa 44 milioni di euro).L’operazione ha un impatto negativo complessivo sull’indebitamento finanziario netto del Gruppo stimato ad oggi in circa 20 milioni di dollari (equivalenti a circa 18 milioni di euro).L’operazione è in linea con la strategia di crescita della capacità di generazione da fonti rinnovabili del Gruppo Enel anche attraverso l’acquisizione di asset già in esercizio (brownfield). La capacità rinnovabile consolidata installata netta totale di Enel negli Stati Uniti ammontava a 11.620 MW nel primo trimestre del 2025. LEGGI TUTTO

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    Bernabei, Enel Green Power: “rinnovabili fondamentali per stabilizzare prezzi. Serve sforzo comune, Enel ha solo il 13% della produzione nazionale”

    (Teleborsa) – “Una strategia energetica diversificata e orientata alle rinnovabili è fondamentale per stabilizzare e abbassare i prezzi e richiede il contributo di tutti gli operatori. Noi stiamo facendo la nostra parte, ma oggi Enelnon è più l’incumbent e in Italia rappresenta solo il 13% della produzione” Così Salvatore Bernabei, Direttore Enel Green Power e Thermal Generation, in un intervento al Festival dell’Economia di Trento. “Attualmente la generazione del Gruppo da fonte rinnovabile rappresenta il 10% della produzione totale nazionale, in aumento rispetto al 2023 in cui era l’8% – ha aggiunto e proseguito – la transizione energetica va accompagnata con interventi sulla flessibilità del sistema, favorendo lo sviluppo di sistemi di accumulo e reti e l’utilizzo di meccanismi che garantiscano stabilità per le rinnovabili, e l’Italia si è mossa con lungimiranza in questa direzione creando un framework regolatorio adeguato per poter attrarre investimenti”.Secondo Bernabei le rinnovabili sono l’elemento imprescindibile e per favorirne la crescita nel Paese “bisogna lavorare sui tempi del permitting, anche attraverso la digitalizzazione; un’altra sfida è aumentare l’accettazione sociale delle rinnovabili, sia studiando soluzioni per una loro maggiore integrazione nel territorio, come stiamo facendo con il concorso WinDesign, sia generando benefici diretti per i cittadini”. LEGGI TUTTO

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    UK, tetto massimo del prezzo dell’energia diminuirà del 7% da luglio

    (Teleborsa) – L’autorità di regolamentazione dell’energia del Regno Unito, l’Ofgem, ha annunciato una riduzione del 7% del tetto massimo del prezzo dell’energia per il periodo compreso tra luglio e settembre 2025. Il recente calo dei prezzi all’ingrosso è il principale fattore determinante della riduzione complessiva, che rappresenta circa il 90% del calo. La parte restante è dovuta principalmente alle modifiche alle detrazioni per i costi operativi che i fornitori di energia possono recuperare. I clienti che pagano con addebito diretto e prepagamento vedranno i costi fissi ridursi in media di circa 19 sterline all’anno.Il tetto massimo del prezzo, che stabilisce una tariffa massima per unità e un canone fisso che possono essere fatturati ai clienti per il loro consumo energetico, diminuirà di 129 sterline all’anno per una famiglia media, ovvero circa 11 sterline al mese, nell’arco dei tre mesi di validità del tetto massimo. Per una famiglia media che paga con addebito diretto per un’alimentazione dual fuel, ciò equivale a 1.720 sterline all’anno. Si tratta di 660 sterline (28%) in meno rispetto al picco della crisi energetica all’inizio del 2023, quando il governo ha implementato la garanzia del prezzo dell’energia. Tuttavia, i prezzi rimangono elevati, con il prossimo livello superiore di 152 sterline (10%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.”Un calo del tetto massimo di prezzo sarà una buona notizia per i consumatori e riflette una riduzione del prezzo internazionale del gas all’ingrosso – ha commentato Tim Jarvis, Direttore Generale dei Mercati di Ofgem – Tuttavia, siamo pienamente consapevoli che i prezzi rimangono elevati e alcuni continuano a lottare con il costo dell’energia”.”Nel lungo termine, abbiamo bisogno di un sistema energetico in cui i prezzi siano isolati dalla volatilità del mercato internazionale del gas e che garantisca prezzi più stabili e sicurezza energetica – ha aggiunto – Stiamo lavorando a stretto contatto con il governo per ottenere gli investimenti necessari per raggiungere i nostri obiettivi di energia pulita e zero emissioni nette il più rapidamente possibile”.”Confrontare le tariffe per una tariffa fissa può far risparmiare ad alcuni consumatori circa 200 sterline sulle tariffe fisse tradizionali rispetto al futuro tetto massimo di prezzo – ha sottolineato Jarvis – Attualmente il 35% dei clienti ha una tariffa fissa, in aumento rispetto al solo 15% di un anno fa, quando erano disponibili meno offerte”. LEGGI TUTTO

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    Altea Green Power, Alantra avvia copertura con Buy e TP a 12,4 euro

    (Teleborsa) – Alantra ha avviato la copertura sul titolo Altea Green Power, azienda quotata su Euronext STAR Milan e attiva nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabili, con un target price su 12,40 euro e una raccomandazione “Buy” visto l’upside potenziale del 71%.Gli analisti si aspettano che AGP consolidi la sua presenza nel mercato italiano del BESS, beneficiando al contempo di una presenza opportunistica negli Stati Uniti. Il piano industriale 2024-28 di AGP offre ulteriore visibilità sugli obiettivi a lungo termine e sulla direzione strategica del gruppo, con l’obiettivo di raggiungere il 10% della quota di mercato nazionale nel BESS. Il gruppo prevede di entrare nel settore della generazione di energia elettrica con un piano di investimenti di 42 milioni di euro per la costruzione di impianti da circa 90 MW entro il 2028. Ciò garantirebbe un flusso di ricavi e FCF più stabile, completando al contempo l’intera catena del valore nel mercato delle energie rinnovabili. Sono in programma potenziali M&A per accelerare il business IPP.Alantra fa notare che AGP ha registrato un notevole CAGR organico delle vendite superiore all’80% nel periodo 2020-24, trainato dal suo modello di co-sviluppo, e si prevede che manterrà un forte slancio, supportato da una pipeline di 5,6 GW in Italia. Prevede che i ricavi cresceranno a un CAGR del 20% nel periodo 2024-2027, raggiungendo 61,2 milioni di euro, con un EBITDA di 35,1 milioni di euro e un margine che dovrebbe gradualmente normalizzarsi dal 61,9% al 57,4% a causa dell’aumento dei costi relativi all’unità IPP. Le stime rimangono al minimo degli obiettivi del piano aziendale di AGP per il 2028, escludendo sia l’opzionalità della pipeline statunitense da 1,4 GW sia potenziali M&A nel settore IPP. Si prevede un FCF cumulativo di 42,2 milioni di euro (rendimento medio del FCF dell’11%), nonostante l’inclusione di circa 40 milioni di euro di investimenti per l’espansione del business IPP.(Foto: Sungrow EMEA su Unsplash) LEGGI TUTTO