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    ENEA, al via in Sicilia la manifestazione “Green Salina Energy Days”

    (Teleborsa) – Da giovedì 10 a domenica 13 settembre si svolgerà a Salina, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, la terza edizione della manifestazione Green Salina Energy Days, dedicata agli aspetti chiave della transizione energetica nelle isole minori. L’evento – fa sapere Enea in una nota – è parte integrante della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2020) e della campagna Italia in Classe A, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata dall’Enea.Dal 2019 Salina figura tra le prime 6 Isole Pilota dell’Unione europea per la transizione verso l’energia pulita e la sostenibilità ambientale e sociale. La designazione è stata effettuata dal Secretariat del Clean Energy for EU Islands della Commissione europea dopo una selezione fra oltre mila isole. La candidatura di Salina – spiega Enea – è stata sostenuta da un gruppo di enti e istituzioni comprendente i tre comuni dell’isola (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), l’Associazione degli albergatori Salina Isola verde”, Marevivo, INGV, Regione Siciliana attraverso l’Assessorato dell’Energia e l’Enea che, in qualità di partner scientifico, ne coordina le attività. Da quest’anno anche Favignana e Pantelleria, designate Isole Pioniere assieme ad altre 18 realtà europee, seguiranno il percorso tracciato dalle Isole Pilota.Nel dettaglio la manifestazione si soffermerà sui programmi Ue per il sostegno alla transizione energetica, gli incentivi nazionali per l’efficienza energetica e gli interventi antisismici e quelli del Conto Termico e del DM MiSE per le fonti rinnovabili nelle isole minori non interconnesse. In primo piano anche aspetti paesaggisti e sociali, come la comunità energetica e l’economia circolare, connessi con interventi di messa in efficienza e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Un focus, con relativa esposizione di auto e scooter, elettrici, sarà dedicato alla mobilità sostenibile e ai trasporti innovativi sia terrestri che marittimi, la cui incidenza sui consumi di energia dell’isola è pari a circa il 31% per la mobilità interna e a più del 72% se si considerano anche i trasporti marittimi da e per l’isola.Oltre a rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali, la giornata d’apertura vedrà tra gli altri gli interventi del direttore del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’Enea, Ilaria Bertini, e della presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, che lancerà il nuovo concorso di idee per le isole minori.La giornata inaugurale sarà chiusa da una tavola rotonda dedicata al nuovo “superbonus” del 110% per lavori di efficientamento energetico, con la partecipazione di rappresentanti di Enea, Agenzia delle Entrate, GSE, ANCE, CNA e Intesa Sanpaolo.Nel corso della manifestazione, in collegamento con la 77a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nell’ambito del Premio “Green Drop Award”, sarà presentato in anteprima nazionale il cortometraggio “Isole da Sole”, dedicato alle piccole isole del Mediterraneo realizzato a cura del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’Enea per la campagna Italia in Classe A. LEGGI TUTTO

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    ENEL, Tamburi: “Rispetteremo target chiusura centrali carbone nel 2025”

    (Teleborsa) – Enel rispetterà il termine del 2025 fissato dal Gruppo per la decarbonizzazione e, dopo la centrale di Brindisi, è pronta a chiudere in le centrali a carbone di Fusina e La Spezia per gli inizi del 2021. È quanto ha annunciato il direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi, in audizione in commissione Bilancio alla Camera sul Recovery Fund.Per la chiusura di La Spezia e Fusina – ha evidenziato Tamburi – “è importante che si possa avere le autorizzazioni per l’inizio del 2021 per procedere alle aste con capacity market. Enel investe tre miliardi circa all’anno per rinnovabili e il prossimo piano sarà incrementato. Questi sono impegni che Enel si prende direttamente. Il Recovery Fund può dare una mano con risorse di nuova natura”.Quanto al processo di decarbonizzazione Enel “vuole rispettare” il target del 2025 per “chiudere tutti gli impianti a carbone” che poi saranno compensati con gas e rinnovabili. “Creeremo energia da rinnovabili e daremo energia da idrogeno all’Ilva” ha affermato Tamburi illustrando i piani di transizione energetica sulla quale sta lavorando Enel. Fra questi Enel punta a “decuplicare la capacità produttiva di pannelli fotovoltaici del sito di Catania”. Sul fronte delle energie non programmabili come l’eolico e il fotovoltaico – ha spiegato Tamburi – “nei prossimi 10 anni la capacità installata dovrà essere raddoppiata per l’eolico arrivando a 10mila Megawatt e per il fotovoltaico si dovrà passare da 20 Gw a 50-52 Gw”.Motivo per cui ha detto Tamburi, richiamando il decreto Semplificazioni, “se le autorizzazioni non arriveranno in tempi certi o rapidi o comunque facilitati rispetto ai termini precedenti gli obiettivi non saranno raggiungibili”. LEGGI TUTTO

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    Idrogeno scelta strategica per l'Italia: coprirà un quarto dei consumi di energia

    (Teleborsa) – L’idrogeno, una risorsa strategica per l’Italia, che può aspirare a diventare un hub infrastrutturale nel Mediterraneo, un ponte fra il Nord Africa e l’Europa continentale. Lo sfruttamento delle più moderne tecnologie di produzione di idrogeno garantirà all’Italia un recupero di competitività ed un balzo in avanti negli obiettivi di decarbonizzazione, garantendo benefici in termini di PIL, produzione e posti di lavoro.E’ quanto emerge dallo studio H2 Italy 2050: una filiera nazionale dell’idrogeno per la crescita e la decarbonizzazione dell’Italia, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Snam. La ricerca è stata presentata oggi al Forum Ambrisetti di Cernobbio da Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, ed Esko Aho, esperto di innovazione ed ex primo ministro della Finlandia.“L’idrogeno può essere il migliore alleato dell’elettricità rinnovabile per consentire all’Italia di essere protagonista nella lotta globale ai cambiamenti climatici e al tempo stesso di promuovere nuove opportunità di sviluppo e occupazione”, ha affermato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, sottolineando che “nel 2000 il prezzo dell’idrogeno da rinnovabili era quaranta volte superiore a quello del petrolio, oggi stimiamo che potrà diventare competitivo con alcuni combustibili attuali nel giro di cinque anni e soddisfare circa un quarto della domanda di energia in Italia al 2050″.”È indubbio che la transizione energetica sia un percorso che tutti gli Stati europei devono perseguire con rigore e costanza per poter combattere il cambiamento climatico e lasciare in eredità alle prossime generazioni un mondo libero dalle fonti fossili”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, affermando che “i risultati dell’analisi mettono in evidenza un posizionamento altamente competitivo dell’Italia nella produzione di alcune tecnologie chiave dell’idrogeno (ad esempio, quelle per la produzione di idrogeno rinnovabile, quelle meccaniche e quelle termiche), in grado di abilitare importanti impatti in termini di produzione industriale e nuova occupazione”.I risultati della ricercaLa ricerca, in un contesto di crescente interesse per l’idrogeno in Europa dopo la presentazione della Hydrogen Strategy della Commissione Ue lo scorso 8 luglio, esamina il contributo di questo vettore energetico al processo di transizione energetica e stima gli impatti economici, sociali e ambientali attivabili in Italia da un suo sviluppo al 2050.Si stima al 2050 una penetrazione potenziale del 23% dell’idrogeno nei consumi finali, che può permettere un taglio nelle emissioni di C02 del 28% rispetto all’anno base 2018.Un contributo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, poiché l’idrogeno potrà accelerare, in maniera complementare con altre tecnologie, i processi di decarbonizzazione, soprattutto nei settori che ancora oggi contribuiscono maggiormente alle emissioni climalteranti, dall’industria pesante (es. industria chimica e siderurgica) al trasporto pesante e a lunga percorrenza (es. veicoli commerciali pesanti e bus), dal trasporto ferroviario non elettrificato fino al residenziale, per il quale vengono esaminati vari tipi di impieghi in particolare nel riscaldamento.Grazie al maggior impiego negli usi finali, l’industria dell’idrogeno e le filiere collegate a monte e a valle potranno ambire a un incremento del valore della produzione cumulato nel periodo 2020-2050 compreso tra 890 e 1.500 miliardi di Euro. L’incremento della produzione permetterà anche di creare un impatto occupazionale importante compreso tra 320.000 e 540.000 posti di lavoro al 2050 considerando effetti diretti, indiretti e indotti sulla catena del valore.Una opportunità strategica per l’ItaliaDal momento che il trasporto, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’idrogeno presentano molte sinergie con il settore del gas naturale, l’Italia si trova un passo avanti per assumere un ruolo centrale nello sviluppo dell’idrogeno. La ricerca mette in luce come il Paese, grazie al suo particolare posizionamento geografico e all’estesa rete gas presente sul territorio, possa aspirare al ruolo di hub europeo e del Mediterraneo, importando idrogeno prodotto in Nord Africa attraverso l’energia solare a un costo del 10-15% inferiore rispetto alla produzione domestica.Il Paese può diventare il “ponte infrastrutturale” tra l’Europa e il continente africano, abilitando quindi una maggiore penetrazione dell’idrogeno anche negli altri Paesi europei. Inoltre, la rete del gas italiana può costituire la base per accogliere sempre maggiori percentuali di idrogeno, attraverso una serie di investimenti mirati che le consentano di fare un salto tecnologico.Nei diversi scenari di sviluppo ipotizzati, è stato stimato che in Italia si potrebbe attivare un valore della produzione delle tecnologie afferenti alla filiera dell’idrogeno compreso tra 64 e 111 miliardi di euro al 2050. In termini di contributo al PIL, è stato stimato un valore aggiunto (diretto, indiretto e indotto) compreso tra 22 e 37 miliardi di Euro al 2050. Notevole anche il contributo all’occupazione, grazie alla creazione di 320-540 mila nuovi posti di lavoro al 2050.Manca una strategia nazionalePer valorizzare le molteplici opportunità offerte dall’idrogeno e trarne i massimi benefici, lo studio suggerisce che l’Italia si doti di un piano basato su sei azioni: elaborare una visione e una strategia di lungo termine; creare un ecosistema dell’innovazione e accelerare lo sviluppo di una filiera industriale dedicata attraverso la riconversione dell’industria esistente e l’attrazione di nuovi investimenti; supportare la produzione di idrogeno decarbonizzato su scala nazionale; promuovere un’ampia diffusione dell’idrogeno nei consumi finali; incentivare lo sviluppo di competenze specialistiche sia per le nuove figure professionali sia per accompagnare la transizione di quelle esistenti; sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo dell’impresa sui benefici derivanti dall’impiego di questo vettore. LEGGI TUTTO

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    ERG, collocati Green Bond per 500 milioni di euro

    (Teleborsa) – ERG ha completato il collocamento di un secondo prestito obbligazionario di importo pari a 500 milioni di euro della durata di 7 anni a tasso fisso, emesso nell’ambito del Programma Euro Medium Term Notes (EMTN) da Euro 2 miliardi.L’emissione ha assunto la forma del Green Bond, e si prevede di destinarne circa il 50% al rifinanziamento di progetti eolici e solari recentemente entrati a far parte del portafoglio del Gruppo ERG e il restante 50% circa al finanziamento di nuovi progetti da fonte eolica in sviluppo e costruzione nel Regno Unito e in altri paesi europei.Il prestito obbligazionario è rivolto esclusivamente a investitori istituzionali dell’Euromercato. L’emissione, sottolinea ERG in una nota, ha avuto ampio successo, ricevendo richieste pari a 6 volte l’ammontare delle obbligazioni offerte, da parte di investitori di primario standing e rappresentativi di numerose aree geografiche, significativa la partecipazione di investitori green e sostenibili.Le obbligazioni, che hanno un taglio unitario minimo di 100mila euro, pagano una cedola lorda annua al tasso fisso dello 0,5% e sono state collocate a un prezzo di emissione pari al 99,208% del valore nominale.La data di regolamento è stata fissata per il giorno 11 settembre 2020. Da tale data le obbligazioni saranno quotate presso il mercato regolamentato della Borsa di Lussemburgo. È previsto che Fitch Ratings attribuisca all’emissione un rating pari a BBB-.Luca Bettonte, Amministratore Delegato di ERG, ha commentato: “L’emissione di questo secondo Green Bond conferma la nostra strategia di finanziamento attraverso strumenti green e sostenibili coerenti con il nostro modello di sviluppo. Il successo di questa ulteriore emissione obbligazionaria testimonia ancora una volta la grande fiducia degli investitori verso ERG.” LEGGI TUTTO

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    A2A, Mazzoncini cambia passo: investimenti su rinnovabili e reti idriche

    (Teleborsa) – L’A2A targata Mazzoncini investirà “con grande determinazione” nelle rinnovabili e compirà “un cambio di passo significativo anche nel modo con cui negli ultimi anni e’ entrata nel settore con il fotovoltaico”. Lo ha affermato il neoeletto Ad Renato Mazzoncini al Forum Ambrosetti.Il manager ha affermato che la multiutility è anche “estremamente interessata” a investire nelle reti idriche, che definisce una “preziosa infrastruttura del paese per gli anni futuri””Presenteremo il nuovo piano industriale tra qualche mese”, ha assicurato l’Ad della compagnia energetica, anticipando che sarà decennale e punterà sulla transizione sostenibile, con importanti investimenti in infrastrutture strategiche per il Paese.Mazzoncini ha affermato che A2A “può giocare un ruolo importante nella partita nazionale” per colmare il i gap che l’Italia sta accumulando in tema di obiettivi europei su fonti rinnovabili, ambiente e ciclo idrico.A Cernobbio, è stato presentato uno studio sul ruolo delle utility per il rilancio del Paese, che mette in luce le carenze dell’Italia. Lo studio mette in evidenza che l’Italia rischia di non raggiungere gli obiettivi 2030. Dal lato rinnovabili l’Italia mostra un gap di oltre 7 punti (22,8% contro un target del 30%). Sul fronte ambiente, c’è un tasso medio di conferimento dei rifiuti urbani in discarica al 21,5% contro il target europeo del 10% e di raccolta differenziata del 58,2% contro l’obiettivo UE del 70%. Ancor peggio sul ciclo idrico, dove l’Italia evidenzia le infrastrutture più obsolete (il 60% ha più di 30 anni) e la metà dell’acqua distribuita viene dispersa (47,9%). LEGGI TUTTO

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    Manager, Starace al top nel settore delle utilities

    (Teleborsa) – Due italiani nella classifica dei migliori manager al mondo stilata da Institutional Investor, che seleziona i migliori Ceo, Cfo e professionisti a livello globale.Secondo la testata spagnola specializzata “El periodico del energia”, Francesco Starace, numero uno di Enel, che controlla anche a spagnola Endesa, è al top del settore delle utilities, davanti ai colleghi Ignacio Galan di Iberdrola e Luis Guerra di EDP.Nel settore petrolifero invece figura al vertice Josu Jon Imaz, Ceo di Repsol, scalzano i concorrenti, l’inglese Ben van Beurden di Shell e Patrick Pouyanné di Total.La classifica vede anche al primo posto del settore automotive Carlos Tavares di Peugeot ed Herbert Diess di Volkswagen, seguiti dallo spagnolo Jesus Maria Herrera di CIE Automotive.E nel settore bancario un altro italiano, Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, davanti a Gonzalo Gortazar di CaixaBank e José Antonio Alvarez di Banco Santander. LEGGI TUTTO

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    Recovery Fund per attuare il Green Deal. EY seleziona 1.000 progetti verdi

    (Teleborsa) – Spendere le risorse del Recovery Fund per attuare il Green Deal e creare immediatamente valore sociale, ambientale ed economico nel quadro della ripresa post-Covid.La proposta arriva da Ernst and Young, che ha pubblicato il rapporto “A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe”, identificando oltre 1.000 progetti verdi che possono essere messi rapidamente in cantiere grazie alle risorse messe in capo dall’UE. Si tratta di progetti già in fase di sviluppo, che rappresentano solo una frazione di tutti progetti green che sono in fase di sviluppo in Europa.Secondo la società di consulenza questi progetti , che implicano investimenti per circa 200 miliardi pubblici e privati, potrebbero creare occupazione ed accelerare la transizione verso un’economia sostenibile a zero emissioni di gas serra.I beneficiI progetti selezionati dalla società di ricerca potrebbero impiegare in attività produttive e sostenibili tutti i 12 milioni di lavoratori a tempo pieno che hanno perso il loro lavoro a causa del Covid-19 e creare più di 2 milioni di nuovi posti di lavoro.Porteranno inoltre benefici ambientali, evitando le emissioni di 2,3Gt di gas serra, migliorando la qualità dell’aria, riducendo l’inquinamento acustico, garantendo l’indipendenza energetica e la sicurezza alimentare.Circa il 30% dei progetti elencati sono sviluppati da start-up e PMI, molti dei quali sono progetti innovativi, come soluzioni per la mobilità sostenibile, idrogeno verde, bonifica del territorio e materiali da costruzione a bassa emissione di gas serra. E proprio questa caratteristica dimensionale implica che oltre il 20% dei progetti è su piccola scala, in quanto richiede investimenti fino a 5 milioni di euro.L’Europa dell’Est in prima filaI paesi dell’Europa centrale e orientale ottengono ottimi risultati quanto a progetti di decarbonizzazione: la Croazia e la Slovacchia hanno il più alto rapporto di progetti pro capite e hanno superato le grandi economie come la Francia o la Germania nella produzione di progetti.Diversi progetti sono localizzati in aree di transizione dal carbone, suggerendo chiare opportunità per trasformare tali regioni in modo verde e resiliente.L’Italia concorre con 95 progettiIn Italia i progetti individuati sono 95 di cui 29 nel settore energetico, 15 nei trasporti, 13 di progetti di uso del suolo e agricoltura, 23 per l’industria e l’economia circolare, 16 nel settore delle costruzioni. Con questi progetti si stima che si potrebbero creare subito 120mila posti di lavoro.Fra i mille progetti ve ne sono due di Enel per complessivi 1,8 miliardi di euro. Il progetto “3SUN Gigafactory: an Italian sustainable Gigafactory for PV modules” di Enel Green Power e dei suoi partner in Italia richiede un investimento di 400 milioni di euro, per la creazione di una fabbrica che dovrebbe aumentare la produzione di 3SUN di EGP a oltre 3 GW l’anno dagli attuali 200 MW l’anno, cogliendo la straordinaria opportunità offerta dalla tecnologia a eterogiunzione. L’altro progetto è in Spagna, sviluppato dalla controllata Endesa a Teruel, e si propone di convertire una centrale a carbone con 1.585 MW di solare e 140 MW di eolico, insieme a sistemi di accumulo a batteria per un totale di 160 MW, con un investimenti di 1,4 miliardi di euro.(Foto: © malp/123RF) LEGGI TUTTO

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    Energia rinnovabile PMI, Enel X: accordo con piattaforma fintech October

    (Teleborsa) – Servizi finanziari partecipativi che contribuiscono allo sviluppo di progetti legati alle energie rinnovabili. October, una delle piattaforme fintech leader in Europa continentale nel finanziamento online alle aziende, ha siglato un accordo di partnership con Enel X per sostenere i programmi di sviluppo delle piccole e medie imprese italiane.Attraverso l’accordo – – chiarisce la nota ufficiale – “le aziende clienti di Enel X, la business line globale del Gruppo Enel dedicata ai prodotti innovativi e soluzioni digitali, potranno accedere, a determinate condizioni, ai servizi della piattaforma fintech raccogliendo fondi da prestatori privati e investitori istituzionali interessati a sostenere progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di efficientamento energetico quali l’installazione di impianti fotovoltaici, solari termici, caldaie e climatizzatori”.”Grazie alla partnership con October innoviamo implementando le soluzioni finanziarie di crowdfunding per le piccole e medie imprese italiane”, ha affermato Marco Gazzino, responsabile Innovability di Enel X. “Questo sistema partecipato di raccolta fondi permette ai nostri clienti di proporre progetti legati alla sostenibilità e allo sviluppo delle rinnovabili, e ai piccoli investitori di partecipare alla transizione energetica attraverso uno strumento semplice e veloce”.”Ci fa molto piacere che una realtà di primo piano come Enel X si stia mobilitando per far conoscere alle aziende proprie clienti le nuove opportunità di finanziamento digitale. Si amplia così la platea di soggetti che vanno ad alimentare un sistema virtuoso che, nei fatti, ha già aiutato molte aziende a diversificare le proprie fonti di finanziamento. Il Digital Lending può rappresentare senz’altro un valido strumento per agevolare in tempi rapidi la ripresa economica”, sottolinea Sergio Zocchi, Amministratore delegato di October Italia.Le richieste delle aziende clienti di Enel X – conclude la nota – “saranno valutate da October in base al merito del rischio di credito e, una volta pubblicate sulla piattaforma October, potranno essere finanziate dalla community dei prestatori October. In poco tempo sarà possibile ricevere, mediante la piattaforma, un’offerta di finanziamento con la durata e l’importo della rata grazie alla completa automazione del processo di analisi delle richieste”. LEGGI TUTTO