More stories

  • in

    Fonti ufficio di Netanyahu: “Decisione presa, pronti a occupare tutta Gaza”

    (Teleborsa) – Quando in Israele sono circa le venti, il notiziario più seguito del Paese annuncia che una ‘fonte importante’ dell’ufficio del premier ha rivelato: “La decisione è stata presa. Occuperemo la Striscia di Gaza. Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale, e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, i rapiti moriranno di fame, la Striscia resterà sotto il controllo dei terroristi. Ci saranno operazioni anche nelle aree dove si trovano ostaggi”. Nessuna conferma ufficiale al momento, ma la fuga di notizie evidentemente ha avuto l’ok dai piani alti. Ynet aggiunge che Benyamin Netanyahu ha avuto il via libera da Donald Trump per lanciare “un’operazione contro Hamas”.Dopo la visita dell’inviato speciale Steve Witkoff nel fine settimana, “Washington e Gerusalemme hanno convenuto che l’organizzazione terroristica non vuole un accordo”. Tuttavia, alcuni commentatori non sfugge che l’ultimo atto di questa vicenda possa essere una tattica negoziale per aumentare la pressione su Hamas. Che da parte sua, dicono gli analisti, “non ha più nulla da perdere”. Adesso il premier dovrebbe portare una proposta formale al gabinetto di sicurezza, ordinando all’Idf di conquistare la Striscia, sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi, poiché appare chiaro dopo la stallo dei colloqui che dura da settimane e le ultime dichiarazioni rilasciate dal gruppo fondamentalista che i negoziati non portano da nessuna parte. L’azione militare deve essere sembrata al governo israeliano quanto alla Casa Bianca l’unica opzione rimasta. Certo è che lo scontro tra i vertici politici e quelli militari su come procedere nella Striscò LEGGI TUTTO

  • in

    Ex Ilva, sindaco di Taranto Bitetti si dimette

    (Teleborsa) – Nuovo colpo di scena nella vicenda ex Ilva mentre si attende l’incontro conclusivo sull’accordo di programma di giovedì 31 luglio e l’incontro calendarizzato per questa mattina al MIMIT sull’indotto. Il sindaco di Taranto Piero Bitetti ha annunciato le sue dimisisoni, dopo esser stato contestato da cittadini e associazioni in seguito ad un incontro con movimenti e comitati sulla vicenda ex Ilva. L’incontro si è tenuto in vista del Consiglio comunale monotematico del 30 luglio, che deve discutere dell’accordo sulla decarbonizzazione dell’impianto tarantino ed in attesa dell’incontro al MIMIT del 31 luglio finalizzato a recepire la posizione degli Enti locali sull’accordo di programma.Nella lettera di dimissioni, Bitetti parla di “inagibilità politica”, denunciando atteggiamenti ritenuti minacciosi da parte di alcuni attivisti. LEGGI TUTTO

  • in

    Giustizia, secondo sì a separazione carriere. Opposizioni protestano

    (Teleborsa) – Con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, il Senato ha approvato la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei magistrati. Il sì è stato salutato dalla premier Giorgia Meloni con soddisfazione, in particolare esulta Forza Italia che ha dedicato il passaggio a Silvio Berlusconi, primo a portare il tema nel dibattito politico. Di segno completamente opposto il giudizio di tutte le opposizioni che si preparano al referendum, che si terrà presumibilmente nella primavera del prossimo anno.Dunque, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato il ddl nel testo licenziato dalla Camera, il che implica che la seconda lettura confermativa delle due Camere – attesa in autunno – non modificherà la riforma.”L’approvazione della riforma costituzionale della giustizia – ha scritto sui social Meloni – segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione”. “Oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente”. Sulla stessa linea il Ministro Nordio che definisce il ddl “un passo molto importante verso l’indipendenza della magistratura da se stessa, dalle sue correnti e anche un balzo gigantesco verso l’attuazione del processo accusatorio voluto da Giuliano Vassalli”. Il partito che ha rivendicato maggiormente il passaggio è stato Fi che ha dedicato il sì a Silvio Berlusconi.Sponda Pd Dario Franceschini paventa, invece, “un boomerang”: Il Csm dei soli Pm, “separato, autonomo, autogestito, dai confini ignoti” farà dei Pm “dei superpoliziotti”, il che conduce “a un rischio ignoto”.(Foto: Per gentile concessione dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi) LEGGI TUTTO

  • in

    Ucraina, telefonata fra Putin e Trump: si cerca soluzione negoziata

    (Teleborsa) – Giro di telefonate fra il Presidente americano Donald Trump ed i leader russo Vladimir Putin ed ucraino Volodymyr Zelensky per risolvere la questione del conflitto in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin questo pomeriggio ha avuto una conversazione telefonica con Donald Trump. “Oggi parlerò con il presidente americano e sicuramente gli suggerirò di utilizzare questo materiale per promuoverlo sul mercato americano”, aveva annunciato Putin, stando a quanto anticipato dall’agenzia stampa russa Tass. La telefonata, prevista per le ore 16 (in Italia), si è conclusa dopo quasi un’ora,. Nel corso della conversazione telefonica il leader russo ha detto a Trump di voler continuare a cercare una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina ed ha ribadito che la Russia non abbandonerà i suoi sforzi per eliminare le cause di fondo del conflitto.Frattanto, secondo il Financial Times, domani sarà la volta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sentirà Trump per discutere dell’improvvisa interruzione di alcune importanti forniture di armi da parte degli USA. “Contiamo sul continuo sostegno degli Usa, perché ha certi mezzi che l’Europa non ha, come i missili Patriot”, ha sottolineato Zelensky.Per la Presidente della UE, Ursula von der Leyen, la decisione degli USA di bloccare gli aiuti militari a Kiev “è un chiaro segnale che occorre aumentare gli sforzi di sostegno all’Ucraina, non solo a livello Ue ma a livello europeo”.”Se gli Usa hanno deciso così, sarà un serio ostacolo per l’Ue e la Nato. Noi speriamo che la partnership con Kiev continui”, ha ribadito la premier danese Mette Frederiksen, a capo della presidenza di turno dell’UE, ricordando che “l’Ucraina appartiene all’Unione europea” e quindi “la Presidenza danese farà tutto il possibile per aiutare l’Ucraina nel suo percorso verso l’adesione all’UE”. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, Senato approva legge fiscale di Trump: Vance decisivo sul pareggio 50-50

    (Teleborsa) – La legge fiscale di Donald Trump, che prevede tagli fiscali e di spesa da 3,3 trilioni di dollari, è stata approvata dal Senato. I senatori hanno votato 51 a 50 per approvare il cosiddetto “One Big Beautiful Bill”, con tre repubblicani – Susan Collins del Maine, Thom Tillis della Carolina del Nord e Rand Paul del Kentucky – che si sono opposti alla legge. Il voto decisivo è stato quello del vicepresidente JD Vance.Lo Speaker Johnson e i vertici della Camera hanno dichiarato che prenderanno immediatamente in considerazione il pacchetto non appena i legislatori torneranno a Washington mercoledì sera. “Questo disegno di legge è nell’agenda del Presidente Trump e lo stiamo trasformando in legge”, ha dichiarato la leadership del Partito Repubblicano.Informato che alcuni repubblicani della Camera hanno dichiarato di non poter sostenere le modifiche apportate dal Senato all’imponente disegno di legge, Trump ha affermato che la misura ha “qualcosa per tutti”. “È un ottimo disegno di legge e penso che andrà molto bene alla Camera”, ha detto Trump.L’ufficio di bilancio del Congresso (CBO), un organismo indipendente, ha dichiarato che il disegno di legge peserà per quasi 3,3 trilioni di dollari sul debito nazionale dal 2025 al 2034, un aumento di quasi 1 trilione di dollari rispetto alla versione approvata dalla Camera. L’analisi ha inoltre rilevato che 11,8 milioni di americani rimarrebbero senza assicurazione entro il 2034 se il disegno di legge venisse approvato. LEGGI TUTTO

  • in

    NATO, via libera ad aumento spese difesa al 5% del PIL

    (Teleborsa) – I 32 Paesi membri della NATO hanno dato il via libera all’impegno di spendere per la difesa il 5% del PILentro il 2035. Un risultato atteso, ma non scontato, dal vertice in corso a L’Aja, che ha discusso anche dei conflitti in corso, dall’Ucraina al Medioriente. Dal vertice alla fine è uscita una dichiarazione unanime sulla necessità di aumentare le spese militari ed un clima disteso a dispetto dei pareri contrastanti espressi alla vigilia dai membri dell’Alleanza. Il segretario Mark Rutte ha da principio ha smentito tensioni con la Casa Bianca, mentre Trump ha sin da subito assicurato l’adesione degli Stati Uniti all’articolo 5 sulla difesa reciproca dei membri dell’Alleanza.Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito il vertice “fantastico” ed ha affermato che “è stato un grande successo”, avendo accolto in pieno la sua richiesta di aumentare le spese per la difesa. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha parlato di un “summit storico”, aggiungendo “tutti insieme abbiamo deciso di alzare nei prossimi anni la quota destinata alla difesa al 5%. E questo è un segnale di forza di fronte a tutti i nostri possibili avversari. E un segnale di determinazione”. “Gli alleati si impegnano a investire il 5% del PIL per le esigenze fondamentali di difesa e per le spese relative alla difesa e alla sicurezza entro il 2035 – si legge nella dichiarazione finale – al fine di garantire gli obblighi individuali e collettivi, in conformità con l’articolo 3 del Trattato di Washington”. In particolare gli alleati si sono impegnati ad investire ” almeno il 3,5% del PIL” per le spesa della difesa entro il 2035, “per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”, e l’1,5% del PIL per le spese più generali di sicurezza. I Paesi membri della NATO hanno accettato di “presentare piani annuali che mostrino un percorso credibile e incrementale per raggiungere questo obiettivo” ed è prevista una “revisione dei piani nel 2029”.Gli alleati hanno poi ribadito il loro “impegno sovrano a fornire sostegno all’Ucraina”, ma nel documento non si fa cenno ad impegni di carattere finanziario, né al futuro ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza, contrariamente a quando avvenne lo scorso anno, quando si sancì il principio del “percorso irreversibile”. I Paesi membri della NATO si sono detti anche “uniti di fronte a profonde minacce e sfide alla sicurezza, in particolare la minaccia di lungo termine rappresentata dalla Russia per la sicurezza Euro-Atlantica e la persistente minaccia del terrorismo”. Parlando in un punto stampa a margine del vertice NATO, la Premier Giorgia Meloni ha parlato di “un vertice importante per gli impegni che vengono assunti, impegni significativi e sostenibili”. Ricordando che le spese militari “sono necessarie per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza”, Meloni ha assicurato “non toglieremo nemmeno un euro dalle priorità del governo e dei cittadini italiani” ed ha ribadito che “i costi sono sostenibili”. L’Italia – ha aggiunto – non userà la clausola di salvaguardia prevista dal Patto di stabilità nel 2026. (Foto: NATO) LEGGI TUTTO

  • in

    Green Claims, relatori Parlamento UE: Italia ritira appoggio, non c’è più maggioranza

    (Teleborsa) – La Commissione europea è pronta a un passo indietro sulla direttiva Green Claims, ovvero nuovi criteri per impedire alle aziende di fare affermazioni fuorvianti sui meriti ambientali dei loro prodotti e servizi. I due co-relatori del Parlamentpo europeo, Tiemo Wolken (S&D) e Sandro Gozi (Renew Europe), hanno rivelato che i negoziatori del Consiglio UE e del Parlamento europeo erano “molto vicini” a trovare un compromesso definitivo ed equilibrato sulla direttiva, ma tutto si sarebbe bloccato per le pressioni di alcuni paesi. In particolare, “l’Italia ha cambiato posizione” e “non c’era più maggioranza” sul mandato del Consiglio UE, hanno detto in conferenza stampa, dopo che la Commissione ha annunciato l’intenzione di ritirare la proposta di direttiva in quanto “preoccupata” degli effetti sulle microimprese delle misure contro il greenwashing.”La Commissione europea rimane pienamente impegnata a contrastare il greenwashing e a garantire che i consumatori siano correttamente informati. Questo è anche lo scopo della Direttiva sulle Green Claims, e pertanto continueremo a lavorare per raggiungere questo obiettivo, in particolare nel contesto dell’attuazione del quadro per la responsabilizzazione dei consumatori nella transizione verde”, ha detto la portavoce della Commissione Paula Pinho nel corso dell’incontro con la stampa.”Vorrei ricordare che una delle priorità di questa Commissione è ridurre gli oneri amministrativi per le piccole imprese, e in particolare per le microimprese – ha aggiunto – Per quanto riguarda le discussioni con i colegislatori sulla direttiva sulle Green Claims ci sono stati degli sviluppi, tra cui uno chiaramente contrario allo stesso obiettivo della Commissione. È contrario all’agenda di semplificazione, in particolare per quanto riguarda le microimprese, perché stiamo parlando di un emendamento che significherebbe che circa 30 milioni di microimprese, che per darvi un riferimento significa il 96% di tutte le aziende, sarebbero coperte dalla proposta se le microimprese fossero incluse. Pertanto, questo emendamento distorce la proposta della Commissione impedendo in primo luogo il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalla proposta, vale a dire il sostegno allo sviluppo dei mercati verdi evitando al contempo oneri eccessivi per le imprese più piccole”. “È in questo contesto che se l’emendamento” verrà mantenuto “allora ritireremo la proposta legislativa sulle Green Claims”. LEGGI TUTTO

  • in

    Vertice NATO, Rutte risponde a Sanchez: Spagna non ha deroghe, intesa è sul 5%

    (Teleborsa) – Il politico olandese Mark Rutte, incaricato di gestire le difficili relazioni della NATO con Donald Trump, sembra pronto a chiudere il suo primo vertice da Segretario Generale con un accordo sull’aumento della spesa per la difesa europea, come auspicato dal presidente degli Stati Uniti. Resta comunque la tensione con alcuni paesi come la Spagna, che ha messo in discussione il suo impegno per l’obiettivo di spesa del 5% del PIL.”Siamo in un’alleanza in cui combattiamo insieme e, se necessario, soffriamo e moriamo insieme per la nostra difesa collettiva, e anche la Spagna ha accettato gli obiettivi”, ha detto Rutte prima del vertice Nato di due giorni all’Aia in Olanda. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, pubblicando per esigenze politiche interne la lettera in cui Rutte accorda un trattamento speciale a Madrid, ha rischiato di far saltare il banco. “La Spagna non ha deroghe, l’intesa è sul 5%”, ha ribattuto l’ex premier olandese nel corso della conferenza stampa pre-summit. La complicata formulazione escogitata in extremis non smentisce nessuno, perchè prevede l’equiparazione degli obiettivi di capacità appena concordati alla ministeriale Difesa di giugno all’impegno sul 3,5%, ovvero la spesa militare classica, che più preoccupa i Paesi ad alto debito e a bassa propensione bellica. “Madrid ha concordato i target di capacità, crede di poter raggiungere gli obiettivi col 2% mentre noi reputiamo servirà il 3,5%: si vedrà nel quadro della revisione del 2029”, ha dichiarato Rutte, ricordando che ci saranno “rapporti annuali” sulla traiettoria di spesa effettiva di ogni singolo Paese (ma non saranno vincolanti).Le resistenze della Spagna sembrano però spingere anche altri paesi a mettere in discussione i nuovi target. Il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, ha scritto sui social che il suo paese deve “riservarsi il diritto sovrano di decidere a quale ritmo e in quale struttura è disposta ad aumentare il bilancio del ministero della Difesa” per “raggiungere il piano della Nato entro il 2035”, precisando che Bratislava “è in grado di soddisfare i requisiti anche senza un sostanziale aumento della spesa per la difesa al 5% del PIL”.Tra chi si è impegnato ad aumentare la spesa complessiva per la difesa e la sicurezza al 5% del PIL entro il 2035 c’è il primo ministro britannico Keir Starmer, sottolineando di voler rendere il paese più competitivo e resiliente in una nuova era di “radicale incertezza”. La Germania aumenterà invece la spesa per la difesa al 3,5% del PIL entro il 2029, finanziata attraverso un programma di prestiti di quasi 400 miliardi di euro, secondo quanto riportato da Reuters citando fonti, mentre il Cancelliere Friedrich Merz mira a inviare un segnale forte in vista del vertice NATO. LEGGI TUTTO