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    Castelli, accelerare su Riforma fisco

    (Teleborsa) – Dal Reddito di Cittadinanza “non si torna indietro, ma è una riforma che va completata”. Lo sostiene il Viceministro dell’economia Laura Castelli, secondo cui “tutte le grandi riforme hanno bisogno di un tagliando”.Nel vertice di governo M5S, spiega Castelli – si è deciso di “accelerare sulla riforma del fisco, proseguendo nell’azione che abbiamo gia’ intrapreso per la riduzione delle tasse. Dobbiamo semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e Stato, riducendo anche molti degli adempimenti che, grazie alla digitalizzazione, stanno diventando superflui”.Su Quota 100, aggiunge Castelli in un’intervista al Corriere della sera, “nessun colpo di spugna. Abbiamo sempre parlato di una misura sperimentale, che favorisse anche un ricambio generazionale. C’è un termine di questa sperimentazione, e quello resta saldo”. LEGGI TUTTO

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    Recovery Fund, Speranza presenta il piano per la Sanità

    (Teleborsa) – “Penso che di una coraggiosa riforma del Servizio sanitario nazionale ci sia profondamente bisogno, per superare limiti e difficoltà della sanità italiana, che ha comunque superato in maniera positiva l’emergenza covid”.Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, parlando del Recovery Fund sottolineando che “la pandemia ha evidenziato problemi strutturali che vanno affrontati”. “Questo – ha aggiunto – è il momento opportuno per mettere mano a queste criticità”.Speranza ha chiarito che per utilizzare i fondi del Recovery Fund in sanità “stiamo sviluppando un piano in 5 assi: territorio e sanità di prossimità, ospedale in rete, salute e ambiente. Poi ci sono conoscenza per la salute e innovazione digitale. Un piano per provare a superare le disuguaglianze, che rendono il diritto alle cure non uguale per tutti” ha detto il ministro della Salute.”Un diritto – ha sottolineato il Ministro – che va garantito indipendentemente da condizioni di reddito, sociale, territoriale, anagrafico. Garantire un effettivo universalismo della nostra sanità pubblica, dando concretezza agli articoli 3 e 32 della Costituzione”. In questi giorni, riconoscimenti ed elogi all’Italia per la gestione della pandemia. “Noi dobbiamo restare con i piedi per terra – dice Speranza – penso che in questi mesi abbiamo fatto un lavoro importante. I riconoscimenti che stanno arrivando li teniamo lì senza neanche giudicarli in nessun modo. E’ chiaro che oggi avere numeri inferiori rispetto ad altri Paesi europei non può che farci piacere. Ma la battaglia non è vinta, siamo in una fase delicata e avremo ancora alcuni mesi che non sono facili”. LEGGI TUTTO

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    MES, Gentiloni incoraggia l'Italia

    (Teleborsa) – Spetta ai singoli Governi decidere se ricorrere o meno alla linea di credito antipandemica del MES, “certamente l’Italia ha bisogno di migliorare il proprio sistema sanitario, che ha dato un’ottima prova nel corso della crisi ma ha messo in luce anche la necessità di miglioramenti e aggiornamenti”.Lo ha detto il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni rispondendo a una domanda sul dibattito sull’eventuale ricorso al Mes da parte dell’Italia, durante una conferenza stampa sull’Unione doganale.E “certamente – ha aggiunto – l’Italia è tra i Paesi che, visti i tassi, possono avere un vantaggio relativamente maggiore rispetto ad altri Paesi”.Sulla nuova linea di credito anti Covid del Mes “ho ripetuto più volte – ha ricordato l’Eurocommissario – che il lavoro a Bruxelles è stato togliere a questa speciale linea le condizionalità dei programmi economici generali: possiamo dire che oggi questo prestito non è soggetto a condizionalità”.Endorsement anche dal Governatore della Banca d’Italia Visco che poche ore fa ha parlato del MES, affermando “non vedo gravi problemi a usarlo: l’unico potrebbe essere quello dello stigma, ma quello stigma è legato a un cattivo utilizzo dei fondi o a una cattiva comunicazione”. Visco ha spiegato che lo strumento ha “solo vantaggi” da un punto di vista economico, perché evita di dover andare sul mercato, ha una scadenza lunga di 10 anni, interessi più bassi di quelli di mercato e l’unica condizionalità che prevede è quella di impiegare le risorse per il settore sanitario. LEGGI TUTTO

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    Smart Working alla prova del futuro, confronto entra nel vivo

    (Teleborsa) – “E’ stato concordato che il prossimo incontro” sul lavoro agile “si terrà entro il 15 ottobre”. Lo scrive la Confsal.Urge una regolamentazione del lavoro agile, “adesso ancora più stringente per il settore privato in quanto il prossimo 15 ottobre dovrebbe terminare lo stato di emergenza sanitaria nel nostro Paese e, con esso, l’attuale meccanismo semplificato che consente al datore di lavoro privato di ricorrere allo smart working con una decisione unilaterale”. Così il Sindacato dopo la riunione, in remoto e a tavolo unitario con tutte le altre confederazioni Sindacali, con il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.Dal 16 ottobre in poi “si dovrà dunque ritornare, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017, alla stipula volontaria di accordi individuali tra datori di lavoro e i singoli lavoratori, anche se in assenza di regole e di normative differenti”, si legge in una nota.”Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria nel nostro Paese, lo smart working ha rappresentato una sorta di “sperimentazione forzata”, disposta su atto unilaterale del datore di lavoro, che sebbene abbia consentito da un lato ai lavoratori di non interrompere la continuità lavorativa e dall’altro alle aziende di non fermare la produttività e di erogare così i propri servizi alla collettività, ha pero’ mostrato tantissime criticità e nodi che, a fronte di una previsione legislativa – la legge 81/2017 – troppo generica, devono essere urgentemente sciolti nel perimetro degli strumenti della contrattazione collettiva e non attraverso un intervento legislativo unilaterale”, conclude Confsal.Per Mario Mantovani, Presidente di Cida, la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, “lo smart working è una forma di lavoro con grandi potenzialità, in grado di aumentare la produttività se gestito correttamente: occorre però trasformarlo da strumento di emergenza a una metodologia messa a regime e inserita in un ambito contrattuale”. Lo ha detto durante un’audizione presso il Ministero del Lavoro.”Occorre spingere lo sguardo oltre l’emergenza per cogliere le opportunità delle trasformazioni in atto e per guidarne consapevolmente i processi, per ripensare il lavoro nell’ottica dell’innovazione digitale. E’ necessaria una disamina dei profili organizzativi, contrattuali, culturali, per approfondire il tema dello smart working valutandone l’impatto sulle persone e sulle organizzazioni e delineando le conseguenti modifiche dei paradigmi tradizionali della concezione del lavoro”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Fiducia al Senato, il DL Covid è legge: salva la norma sui vertici dei servizi segreti

    (Teleborsa) – Con 143 voti favorevoli, 120 contrari e nessuna astensione, il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo con l’approvazione in via definitiva, nel testo licenziato dalla Camera, del ddl di conversione, con modificazioni, del DL Covid.Il provvedimento, oltre a prorogare fino al prossimo 15 ottobre lo stato di emergenza, contiene le misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica deliberata il 31 gennaio.Salva quindi la norma relativa alla durata degli incarichi dei vertici dei servizi segreti, cioè i direttori delle due agenzie di intelligence (Aise e Aisi) e quello del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis). Il testo garantisce ai vertici dell’intelligence italiana la possibilità di rinnovo dell’incarico per altri quattro anni. LEGGI TUTTO

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    Dopo il voto, MES torna sotto i riflettori

    (Teleborsa) – Neanche il tempo di archiviare il voto regionale, che il discusso MES torna sotto i riflettori, con il PD, forte dei buoni risultati ottenuti che ha già fatto sentire la sua voce.”Le risorse finanziarie sono un problema successivo. Prima bisogna elaborare un piano per rafforzare la sanità, dopodiché andremo a vedere quanto costa questo piano. Sì Mes e no Mes è una questione pregiudiziale su cui non mi pronuncio. Se e quando si porrà il problema lo risolveremo in Parlamento in trasparenza”. Queste le parole del Presidente del Consiglio a margine del Welfare Index PMI 2021.Il Premier ha ovviamente parlato di Recovery Fund: “Il Governo è chiamato ad attuare un progetto molto impegnativo e deve avere la possibilità, il dovere e la responsabilità di portare i progetti a termine e su questo deve essere giudicato. Questo deve essere un Paese serio, deve ragionare in prospettiva. E se non saremo capaci il Governo dovrà andare a casa e io aggiungo con ignominia”.Conte ha poi ribadito di non avvertire “assolutamente l’esigenza di un rimpasto”. “Sono contento della squadra di Governo: soddisfatto perché è coesa, tutti i Ministri hanno sin qui lavorato con grande impegno e coesione. Non mi sembra che il Pd ponga il tema del rimpasto, ma pone un problema di rilancio dell’azione anche alla luce della sfida del Recovery: su questo ci ritroviamo assolutamente”, ha sottolineato LEGGI TUTTO

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    Recovery Plan, Catalfo: per mercato del lavoro pronti 11 progetti, distinti ma connessi

    (Teleborsa) – Un Piano nazionale per le nuove competenze, sgravi contributivi per favorire l’occupazione femminile e il salario minimo orario. Sono alcuni dei temi toccati dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo questa mattina in audizione alla Camera sul Recovery Plan.”Undici progetti, tra loro distinti ma strettamente connessi”, così ha descritto le proposte del suo Ministero al Piano la ministra. L’obiettivo è “l’abbattimento delle disuguaglianze e il raggiungimento di una piena equità sociale” e a tale scopo sono stati “individuati interventi che mirano a garantire l’inclusione sociale sotto il profilo dell’inserimento lavorativo di fasce svantaggiate o a rischio emarginazione, o, ancora, a rischio di sfruttamento, perché impiegate in forme di lavoro irregolare, fenomeno purtroppo ad oggi largamente diffuso in alcune aree del nostro Paese e in determinati settori produttivi”.L’intenzione dell’esecutivo, ha precisato Catalfo, è quella di organizzare un mercato del lavoro “più competente”, “più inclusivo”, più trasparente”, “più digitalizzato” e “più sicuro”. La ministra ha annunciato anche un potenziamento dei Centri per l’Impiego e il rafforzamento delle interazioni fra questi ultimi e i servizi sociali per la presa in carico integrata di soggetti e famiglie in condizioni di fragilità o disoccupazione.Tra le misure descritte dalla ministra c’è quella dell’istituzione di un “Piano nazionale per le nuove competenze” che sarà sviluppato insieme ai ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dell’Innovazione”. Una delle “nostre priorità – ha dichiarato Catalfo – e’ rappresentata dallo sviluppo delle competenze. Credo infatti sia doveroso finalmente accogliere anche in Italia un modello in cui il lavoratore non costituisca più un mero costo per l’azienda, ma venga considerato una risorsa, da far crescere e sulla quale investire, l’investimento in capitale umano è una delle chiavi di volta su cui costruire il rilancio dell’impresa e del lavoro”.”Vogliamo favorire l’occupazione femminile attraverso l’introduzione di un incentivo in termini di sgravi contributivi per il loro ingresso al lavoro e misure per incentivare la prosecuzione del lavoro femminile al rientro dalla maternità – ha detto Nunzia Catalfo – Per garantire una reale parita’ di trattamento anche sul piano retributivo abbiamo in progetto di introdurre incentivi sul salario di produttività che inducano le imprese ad utilizzare indici di produttività del lavoro gender oriented”.Nell’ambito del Recovery Plan, ha aggiunto la ministra, ci saranno misure per garantire una “maggiore adeguatezza dei livelli di reddito attraverso l’ancoraggio della detassazione dei rinnovi contrattuali dei Ccnl all’introduzione di un salario minimo orario modulato dalla contrattazione collettiva”. Il governo intende inoltre sostenere la “contrattazione di secondo livello quale strumento per accrescere la produttività a livello aziendale e riconoscere ai lavoratori benefici contrattuali ed economici come premio per i risultati raggiunti”.Secondo la ministra, “una volta favorito il progressivo adeguamento dei parametri fissati dai contratti collettivi ai valori salariali stabiliti con l’introduzione del salario minimo orario, si determinerà, sul piano nazionale, un incremento generalizzato dei livelli retributivi. Ciò comporterà un miglioramento delle condizioni dei lavoratori, accrescerà la dignità e il valore del lavoro prestato e consentirà di eliminare fenomeni di dumping salariale e di concorrenza sleale tra le imprese”.Infine un ultimo appunto la ministra Nunzia Catalfo lo riseva alla “completa rivisitazione della disciplina degli ammortizzatori sociali”: è già al lavoro una commissione composta da cinque esperti da me nominati”, ha assicurato la ministra. La riforma mira a “snellire l’impianto normativo e procedurale e a superare la frammentarietà e la disorganicità” di un sistema che dovrà assicurare la “vocazione all’universalismo coinvolgendo nel meccanismo assicurativo le imprese di tutti i settori produttivi e tutti i lavoratori”, ha spiegato la Catalfo. LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, Johnson all'angolo: caos Brexit e boom di contagi

    (Teleborsa) – Sembrano lontani i tempi in cui Boris Johnson vestiva i panni del trionfatore assoluto pronto a traghettare tra gli applausi Londra fuori dall’UE. Da allora le cose sono decisamente cambiate, con l’esplosione della pandemia che ha complicato i piani dalle parti di Downing Street.Oggi, intanto, la Camera dei Comuni vota in terza lettura il progetto di legge che dovrebbe bypassare alcune parti dell’accordo di recesso dall’Unione europea, nonostante la forte opposizione giunta da Bruxelles, Belfast e Dublino. Non dovrebbero esserci sorprese per il Governo, dopo che il Premier inglese ha raggiunto un compromesso con i parlamentari conservatori ribelli, accettando un emendamento che assegna al Parlamento il diritto di approvare l’eventuale applicazione della legge.Intenzione di Johnson creare una “rete di sicurezza” legislativa che gli consenta di aggirare le norme dell’accordo per la Brexit che imporrebbero per l’Irlanda del Nord un regime doganale diverso da quello del resto del Regno Unito. Le norme presenti nell’accordo sono state pensate per evitare che in Irlanda venga ripristinato un confine “fisico” tra Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, territorio dell’Unione europea.I numerosi critici dell’iniziativa legislativa di Johnson, tra i quali ex Premier ed esponenti di spicco del Partito conservatore, sostengono che aggirare le norme dell’accordo per la Brexit si tradurrà in una violazione del diritto internazionale e in una perdita di credibilità per il Regno Unito.FRONTE EUROPA – Nel corso del Consiglio Affari Generali di oggi, dedicato anche alla preparazione del prossimo Consiglio Europeo e alla necessità di ripristinare il pieno funzionamento del mercato interno Ue, i Ministri parleranno anche delle “discussioni in corso con il Regno Unito sull’accordo di ritiro”, dopo la legge britannica sul mercato interno, che viola l’accordo di ritiro. “Nel comitato congiunto” per l’applicazione dell’accordo “il lavoro continua e la prossima riunione sarà il 28 settembre. L’UE crede nella calma: siamo dedicati alla piena e puntuale applicazione dell’accordo di ritiro: niente di più e niente di meno”. Lo dice il vicepresidente della Commissione Europea Maros Sefcovic, a margine della riunione a BruxellesIntanto, di fronte all’aumento dei contagi, il governo guidato da Johnson fa marcia indietro e invita i britannici a lavorare da casa. “Se è sicuro operare nel vostro luogo di lavoro, se siete in uno spazio sicuro, allora dovreste essere lì, se il vostro lavoro lo richiede. Ma se potete lavorare da casa, allora dovreste farlo”. Questo il messaggio lanciato in un’intervista mattutina alla Bbc dal cabinet minister Michael Gove, braccio destro del Premier, ammettendo che quello del governo è un radicale ripensamento rispetto a quanto consigliato a luglio dallo stesso Johnson, che aveva ripetutamente invitato i britannici a tornare al lavoro in presenza, per rimettere in moto il motore dell’economia. LEGGI TUTTO