More stories

  • in

    Credem, Fitch conferma rating BBB con outlook positivo

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha confermato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di Credem a “BBB”, con Outlook positivo, e il Viability Rating (VR) a “bbb”.I rating di Credem riflettono principalmente la qualità dell’attivo superiore alla media e il modello di business diversificato, quest’ultimo considerato da Fitch un chiaro vantaggio strategico e competitivo in Italia. Inoltre, i rating riflettono anche la prudente politica di credito e di gestione del capitale e la stabile struttura dei depositi.L’Outlook riflette quello sul rating sovrano italiano (BBB/Positivo) e sul rating “bbb” attribuito al contesto operativo italiano, e rispecchia anche il miglioramento delle prospettive commerciali e finanziarie per le banche italiane. LEGGI TUTTO

  • in

    Anima, Standard Ethics conferma il rating “EE+”

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE+” ad Anima Holding. Si tratta del settimo notch su nove (nella fascia “Very Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità. La società del settore del risparmio gestito italiano, che opera principalmente nelle aree di gestione dei portafogli e gestione collettiva, è stata oggetto di un’OPA da parte di Banco BPM, conclusa con successo nell’aprile 2025.Continua il processo di consolidamento della strategia di sostenibilità di Anima, sancita nella Politica di Sostenibilità e nel Piano di Sostenibilità, come testimoniato dall’adesione della Capogruppo e delle SGR controllate ai principali framework internazionali di riferimento. L’impianto normativo interno consiste di politiche allineate ai principi internazionali promossi da Onu, Ocse e Ue, così come previsto dalle migliori pratiche del governo societario.Il 2024 rappresenta un anno di sostanziale continuità con l’esercizio precedente, con importanti sforzi per lo sviluppo della rendicontazione (ancorché volontaria) in ottica di compliance alle evoluzioni normative europee e alle attività della Fondazione Anima. Le Politiche per la gestione degli investimenti responsabili delle SGR sono oggetto di aggiornamento in un’ottica di continuo miglioramento. Gli impatti sono registrati nell’apposita rendicontazione.Si registra un ulteriore ampliamento dell’offerta con nuovi fondi allineati alla normativa europea di riferimento (SFDR). LEGGI TUTTO

  • in

    Mediocredito Centrale, Morningstar DBRS conferma rating BBB e trend Positivo

    (Teleborsa) – Morningstar DBRS ha confermato tutti i rating creditizi di Mediocredito Centrale, incluso il Long-Term Issuer Rating a “BBB” e il Short-Term Issuer Rating a “R-2 (high)”. L’agenzia di rating ha inoltre confermato il trend “Positivo”.Viene evidenziato che, MCC, una piccola banca pubblica con circa 14,5 miliardi di euro di attività totali a fine marzo 2025, è responsabile del supporto alle piccole e medie imprese (PMI) e alle famiglie, in particolare nel Sud Italia, principalmente attraverso finanziamenti e partnership strategiche, gestendo e fornendo incentivi pubblici e sussidi. Morningstar DBRS si aspetta che lo Stato italiano fornisca supporto a MCC in caso di necessità, grazie alla proprietà della banca e alla sua missione pubblica, che Morningstar DBRS ritiene siano i pilastri fondamentali alla base del rating creditizio di MCC. Dal 2017, MCC è interamente di proprietà dello Stato italiano tramite proprietà indiretta tramite Invitalia, a sua volta interamente di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In collaborazione con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (IFTD), MCC ha partecipato al salvataggio di BdM Banca (BdM; precedentemente Banca Popolare di Bari) nel 2020 ed è diventata la capogruppo del Gruppo Mediocredito Centrale, un gruppo bancario composto da MCC, BdM e Cassa di Risparmio di Orvieto (CRO), ex controllata di BdM e successivamente scorporata. Tuttavia, MCC sta cedendo l’intera partecipazione detenuta in CRO a Banca del Fucino.La redditività di MCC è migliorata dall’acquisizione di BdM, sostenuta da tassi di interesse più elevati, dalla crescita dei prestiti e dalla diversificazione dei ricavi, nonché da una maggiore disciplina dei costi, da minori accantonamenti per perdite su crediti e da minori rischi legali. Secondo Morningstar DBRS, la diversificazione dei ricavi, unita ai risparmi sui costi e alle sinergie derivanti dalla progressiva integrazione di BdM, dovrebbe aiutare MCC a compensare l’impatto negativo sulla redditività derivante dal calo dei tassi di interesse, dai maggiori investimenti digitali, dai potenziali maggiori costi del credito dovuti all’ulteriore ristrutturazione dei prestiti di BdM e alle tensioni commerciali, nonché dallo scorporo di CRO. MCC ha registrato un utile netto attribuibile di 29 milioni di euro nel primo trimestre del 2025, in crescita del 14% su base annua, principalmente grazie al miglioramento della redditività di BdM e ad alcuni effetti positivi di consolidamento. I ricavi totali sono aumentati del 26% su base annua nel primo trimestre del 2025, sostenuti da tutte le fonti di ricavo. Il margine di interesse netto è aumentato del 5% su base annua nel primo trimestre del 2025, poiché i bassi tassi di interesse sono stati più che compensati dai maggiori volumi di prestiti, dal maggiore contributo dei titoli a reddito fisso e dall’ottimizzazione dei costi di finanziamento. Le commissioni nette, che rappresentano il 34% del mix di ricavi di MCC, sono aumentate del 21% su base annua nel primo trimestre del 2025, mentre l’attività di trading e la rivalutazione positiva di alcuni investimenti hanno ulteriormente sostenuto i ricavi. L’efficienza operativa di MCC è notevolmente migliorata, con un rapporto costi/ricavi sceso a circa il 62% nel primo trimestre del 2025 dal 77% del primo trimestre del 2024. Il costo del rischio annualizzato (COR) di MCC si è attestato a ben 95 punti base (bps) nel primo trimestre del 2025, in aumento rispetto agli 80 bps del 2024; Tuttavia, il COR sottostante, esclusi gli accantonamenti per il derisking, è rimasto pressoché invariato a circa 52 punti base nel primo trimestre del 2025.Morningstar DBRS ritiene che il profilo di rischio di MCC sia debole, seppur in miglioramento, considerando il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde (NPE) e crediti deteriorati (NPE) del 6,4%, come riportato dalla banca a fine marzo 2025, inclusi i titoli deteriorati garantiti dal Fondo di Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze, in calo rispetto al 9,2% registrato a fine 2021. Su base netta, il rapporto NPE era del 4% a fine marzo 2025, in calo rispetto al 5,6% registrato a fine 2021. La copertura totale degli NPE è aumentata al 48% a fine marzo 2025, rispetto al 46% circa registrato a fine 2024. I prestiti lordi stage 2 (prestiti il ??cui rischio di credito è aumentato dall’origination) rappresentavano circa l’11% dei prestiti lordi di MCC alla fine del 2024, in aumento rispetto al 9% alla fine del 2023. La maggior parte del portafoglio prestiti di MCC è concentrata in PMI e famiglie, il che implica una bassa concentrazione single-name. Inoltre, una parte significativa del portafoglio prestiti di MCC beneficia di garanzie statali. Morningstar DBRS prevede un aumento dei rischi per la qualità degli attivi in ??futuro a causa delle tensioni commerciali globali e della stagnazione dell’attività economica. La concentrazione delle esposizioni di MCC nelle PMI, in particolare nel Sud Italia più vulnerabile, aggiunge ulteriore rischio alla qualità degli attivi. Tuttavia, i criteri di erogazione del credito di MCC si sono recentemente inaspriti, portando a nuove origination di migliore qualità. Questo, unito a un ulteriore derisking e a un certo supporto all’espansione del credito, con l’allentamento dei tassi di interesse e il progresso della ristrutturazione commerciale di BdM, dovrebbe contribuire a mitigare l’impatto negativo sulla qualità degli attivi della Banca. MCC continua ad avere rischi legali significativi, seppur ridotti, principalmente attribuibili alle attività di BdM prima della sua acquisizione da parte di MCC.MCC è esposta al rischio sovrano attraverso i suoi titoli di Stato italiani, che ammontavano a circa 2,2 miliardi di euro a fine marzo 2025, in calo del 28% rispetto alla fine del 2023 e pari a circa il 15% del suo totale attivo. Alla fine del 2024, il portafoglio di titoli di Stato di MCC rappresentava circa 2,1 volte il suo capitale CET1, significativamente inferiore rispetto al passato, a causa di una riduzione dell’esposizione e dell’accumulo di capitale. Il portafoglio è stato interamente classificato come “hold to collect and sell”, con un conseguente impatto diretto sul patrimonio netto della banca dovuto alla volatilità degli spread creditizi. LEGGI TUTTO

  • in

    Stellantis, Fitch prevede di ritirare i rating per motivi commerciali

    (Teleborsa) – Fitch Ratings prevede di ritirare i rating di Stellantis, colosso italo-francese dell’automotive, intorno all’8 agosto 2025 “per motivi commerciali”. Fitch attualmente assegna a Stellantis i seguenti rating: Long-Term Issuer Default Rating (IDR) a “BBB”/Stabile, IDR a breve termine a “F2”, emissioni di debito a lungo termine con rating senior non garantito a “BBB”.Fitch si riserva il diritto, a sua esclusiva discrezione, di ritirare o mantenere qualsiasi rating in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo ritenga sufficiente. Fitch ritiene che gli investitori traggano vantaggio da una maggiore copertura di rating da parte di Fitch e sta fornendo un preavviso di circa 30 giorni al mercato in merito al ritiro del rating di Stellantis.L’ultima azione di rating di Fitch per Stellantis risale al 3 aprile 2025. L’IDR a lungo termine è stato declassato a “BBB” con Outlook Stabile, da “BBB+” con Outlook Positivo. L’IDR a breve termine è stato confermato a “F2” e il rating senior non garantito è stato declassato a “BBB” da “BBB+”. LEGGI TUTTO

  • in

    Intesa Sanpaolo, Scope conferma rating “A” con outlook “Stabile”

    (Teleborsa) – Scope Ratings ha confermato il rating dell’emittente di Intesa Sanpaolo pari ad “A” con outlook “stabile”.Il rating è ancorato alla valutazione del modello di business Resilient (High). Con 935 miliardi di euro di attività totali al primo trimestre 2025, Intesa è il più grande gruppo bancario italiano. Vanta un’attività bancaria completa, con quote di mercato nazionali di rilievo in prestiti e depositi, a cui si aggiunge una consolidata attività assicurativa e di gestione patrimoniale. A dimostrazione dell’ampiezza delle sue attività, i proventi non da interessi rappresentano una quota relativamente elevata dei ricavi del gruppo. Pur essendo presente nell’Europa centrale e orientale, le attività di Intesa sono principalmente nazionali.Scope non prevede modifiche al modello di business e alla strategia del gruppo nel prossimo futuro. Intesa desidera rafforzare la propria posizione sul mercato italiano come leader nel settore della “gestione patrimoniale, protezione e consulenza”, ovvero in attività a basso impiego di capitale, perseguendo al contempo miglioramenti in termini di efficienza attraverso investimenti tecnologici. Inoltre, Intesa mira a mantenere solidi parametri di qualità degli asset e si è impegnata a un maggiore impegno per la sostenibilità.Intesa si concentra sulla crescita organica e non rientra nell’attuale ondata di fusioni e acquisizioni in Italia. Le operazioni straordinarie all’estero si sono limitate a un’acquisizione aggiuntiva in Romania negli ultimi anni. Il gruppo sta attualmente lavorando all’espansione internazionale della sua offerta di Digital Wealth Management. LEGGI TUTTO

  • in

    Italgas, S&P assegna rating “BBB+” con outlook stabile

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha assegnato ad Italgas, società quotata su Euronext Milan e specializzata nell’attività di distribuzione del gas, il merito di credito di lungo termine di “BBB+” con outlook “Stabile”.L’agenzia di rating scrive che l’acquisizione di 2i Rete Gas (il secondo operatore italiano per dimensioni) aumenterà la quota di mercato di Italgas a circa il 55% in Italia, con un EBITDA rettificato previsto da S&P in aumento a oltre 1,9 miliardi di euro quest’anno su base pro-forma, consolidando 2i Rete Gas per l’intero anno da 1,36 miliardi di euro nel 2024. Italgas consoliderà 2i Rete Gas per i nove mesi del 2025 e ha una guidance di EBITDA tra 1,80 e 1,85 miliardi di euro per il 2025. Italgas ha finanziato l’acquisizione per circa 5,3 miliardi di euro (di cui circa 2 miliardi di euro per il capitale proprio) con un’emissione obbligazionaria di 1 miliardo di euro e un aumento di capitale di 1,02 miliardi di euro completato il 24 giugno 2025. Nonostante l’aumento di capitale, si prevede un indebolimento degli indicatori di credito nel 2025, con un adjusted funds from operations (FFO) to debt previsto in calo a circa il 13% pro-forma dell’operazione, prima di rimbalzare a oltre il 15% a partire dal 2026.L’outlook stabile riflette la previsione che Italgas registrerà parametri in linea con le soglie di rating, con un rapporto FFO to debt pari o superiore al 15% a partire dal 2026. LEGGI TUTTO

  • in

    Boeing, Fitch migliora outlook a Stabile. Confermato rating “BBB-“

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha rivisto l’outlook su Boeing, colosso statunitense che produce velivoli sia per utilizzo civile che militare, da “Negativo” a “Stabile” e ha confermato il rating a “BBB-“.La revisione dell’outlook riflette la visione di Fitch secondo cui l’aumento della produzione post-sciopero e la maggiore flessibilità finanziaria, inclusa l’annunciata vendita di Jeppesen, hanno ridotto i rischi di declassamento e supportano il rating “BBB-“. L’outlook Stabile incorpora anche le aspettative di Fitch di riduzione del debito lordo, incluso il rimborso di tutte le obbligazioni con scadenza 2026 (7,95 miliardi di dollari).I miglioramenti operativi sostenuti, in particolare il continuo progresso nella produzione del 737MAX, dovrebbero guidare la generazione di FCF e gli indicatori di leva finanziaria EBITDA in linea con le soglie “BBB-“. Fitch monitorerà la capacità di Boeing di mantenere lo slancio operativo e fornirà maggiore chiarezza sull’allocazione del capitale a lungo termine, il che potrebbe supportare un ulteriore miglioramento del rating entro 6-12 mesi. LEGGI TUTTO

  • in

    S&P: difficile prevedere implicazioni dell’invecchiamento demografico sul credito

    (Teleborsa) – L’invecchiamento globale, tipicamente dovuto al calo dei tassi di natalità e all’aumento delle aspettative di vita, è una tendenza misurabile nella maggior parte delle aree geografiche. Nonostante ciò, è difficile prevedere i probabili impatti dell’invecchiamento della popolazione sul credito, quanto possano essere significativi e quando potrebbero manifestarsi. Lo afferma S&P Global Ratings in un report sul tema, sottolineando che alcuni impatti sul credito sono già emersi, mentre altri potrebbero manifestarsi solo dopo diversi anni.Le caratteristiche dell’invecchiamento demografico variano da una giurisdizione all’altra. I fattori che influenzano l’evoluzione demografica futura e il loro impatto sulla solidità creditizia sono legati anche ad altri megatrend, come il cambiamento climatico, i rischi geopolitici e l’avanzamento di tecnologie dirompenti come l’intelligenza artificiale. S&P ritiene che gli impatti potenziali sul credito per economie, settori e asset class siano destinati ad accelerare. Tali impatti si faranno sentire sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti, ma con modalità non omogenee a livello geografico e settoriale, generando sia rischi che opportunità. Le metodologie di rating di S&P, soggette a revisioni periodiche e aggiornamenti nel tempo, forniscono l’approccio analitico con cui l’agenzia di rating valuta i fattori legati ai megatrend che ritiene possano influenzare in modo significativo il merito creditizio di mercati, settori e emittenti. Prevedere la composizione demografica a lungo termine di specifiche popolazioni e i relativi effetti sul credito nei settori pubblico e privato richiede una serie di ipotesi. Inoltre, l’impatto aggregato complessivo difficilmente seguirà un andamento lineare, poiché le diverse fasi dell’invecchiamento demografico possono comportare implicazioni molto differenti.Secondo S&P, i principali fattori di impatto sul credito legati all’invecchiamento della popolazione sono: le fasce di età, la partecipazione alla forza lavoro, la produttività, la migrazione e le politiche pubbliche. L’interazione tra questi elementi può generare canali di trasmissione del rischio creditizio diversi e spesso complessi, che si manifestano a livello macroeconomico, settoriale e legati al singolo emittente. Gli effetti dell’invecchiamento demografico si rifletteranno su componenti creditizie tradizionali quali ricavi, costi, leva finanziaria e finanziamento. LEGGI TUTTO