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    F2i SGR acquista HISI per continuare a crescere nel settore ospedaliero

    (Teleborsa) – F2i SGR, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali, ha siglato un accordo per acquisire HISI – Holding di Investimento in Sanità ed Infrastrutture, piattaforma di investimento nel settore del partenariato pubblico privato in ambito ospedaliero. HISI detiene le concessioni per la gestione dei servizi non sanitari del Nuovo Ospedale di Legnano, in Lombardia, e dell’Ospedale di Alba-Bra, in Piemonte. I venditori sono riconducibili al fondo infrastrutturale francese Ardian ed al fondo pensioni olandese APG.F2i SGR, che ha asset under management per circa 7 miliardi di euro, realizzerà l’acquisizione per conto del fondo denominato “Ania F2i” che realizzerà così il suo quinto investimento, dopo quelli nei settori del trasporto ferroviario merci, aeroportuale, portuale e dello stoccaggio gas.L’operazione è un ulteriore impegno della SGR nel settore del partenariato pubblico privato (PPP) in ambito sanitario, dopo l’investimento in Althea, attiva nel settore della gestione di tecnologie biomedicali in ospedali pubblici e privati.”Con l’ingresso nel settore delle infrastrutture e dei servizi ospedalieri, F2i intende contribuire alla modernizzazione del Paese e alla salute delle persone – ha commentato l’AD Renato Ravanelli – Il PNRR ha stanziato circa 4 miliardi di euro per la realizzazione di nuove strutture sanitarie e per l’ammodernamento di quelle esistenti. Il partenariato pubblico privato rappresenta la forma privilegiata e più efficiente per l’attuazione di tali investimenti, fondamentali per il nostro Paese”. LEGGI TUTTO

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    Covid, Cina alle prese con nuova ondata: cosa sta succedendo?

    (Teleborsa) – Scende ancora l’indice di trasmissibilità Covid-19 con un Rt medio calcolato sui casi sintomatici a 0.91 (range 0,83-0,97) nel periodo 30 novembre-13 dicembre contro lo 0,98 della settimana precedente e sotto soglia epidemica. Diminuisce anche l’incidenza dei casi di Covid in Italia a 7 giorni per 100mila abitanti: 233 (nel periodo 16-22 dicembre 2022) rispetto a 296 (9-15 dicembre).Preoccupano invece i decessi che fanno registrare un nuovo aumento. I nuovi contagi nella settimana 16-22 dicembre sono 137.599 con una variazione di -21,2% rispetto alla settimana precedente (174.652); 798 deceduti con una variazione di +11,0% rispetto alla settimana precedente (719). 1.019.362 tamponi con una variazione di -6,8% rispetto alla settimana precedente (1.093.207). Tasso di positività al 13,5% con una variazione di -2,5% rispetto alla settimana precedente (16,0%). E’ quanto indica il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità.Intanto, il balzo di infezioni da Covid 19 in Cina, che si sta diffondendo dalle città più grandi alle vaste aree rurali, spaventa l’Organizzazione mondiale della sanità che si è detta “molto preoccupata” per l’ondata di contagi senza precedenti. Ma Pechino da parte sua minimizza e assicura di non aver registrato decessi dovuti al virus dopo aver modificato i criteri di conteggio. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso della conferenza stampa settimanale a Ginevra, ha chiesto a Pechino informazioni dettagliate sulla gravità della situazione. “Per effettuare una valutazione completa del rischio, l’Oms ha bisogno di informazioni più dettagliate sulla gravità della situazione, malattia, ricoveri ospedalieri e unità di terapia intensiva”. Parallelamente, il dottor Michael Ryan, capo delle emergenze sanitarie dell’Oms, ha a lungo sottolineato la necessità di più vaccinazioni. “Diciamo da settimane che questo virus altamente contagioso è sempre stato molto difficile da arrestare completamente con le sole misure di salute pubblica e sociali – ha ricordato -. Dobbiamo davvero concentrarci sulla vaccinazione”. LEGGI TUTTO

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    Dl Aiuti quater: Cittadini (Aiop): “Anche l'attuale Governo penalizza la sanità: a rischio il 30% delle cure”

    (Teleborsa) – “Il grave e inammissibile disinteresse nei confronti della sanità è stato, ancora una volta, confermato dalla politica e da chi siede al Governo”. Così Barbara Cittadini, Presidente Aiop, commenta le ultime scelte che emergono dall’iter del Dl Aiuti quater.”Chiediamo al Governo di agire in tempi brevissimi: i ritardi in sanità si trasformano in vere e proprie emergenze, che compromettono pesantemente la salute pubblica, aggravando la drammaticità delle liste d’attesa, della mobilità passiva e della rinuncia alle cure dei cittadini. Si tratta di fenomeni che sono destinati a peggiorare, a causa dei considerevoli rincari energetici che tutte le strutture sanitarie stanno affrontando ormai da un anno”.La Presidente Aiop, poi, rileva: “Sono incomprensibili le motivazioni che hanno indotto il Governo a chiedere la trasformazione in ordine del giorno dell’emendamento che eliminava l’iniquo limite dello 0,8 % previsto, solo per gli ospedali di diritto privato che lavorano per il SSN, al contributo una tantum che le Regioni possono erogare alle strutture sanitarie per il caro-energia a valere sulle risorse già stanziate dal decreto Aiuti-ter”.Per Aiop si tratta di una modifica che rallenta l’esecutività immediata della correzione, nonostante l’emendamento sia stato presentato da tutte le forze politiche di maggioranza e di parte dell’opposizione.Cittadini aggiunge: “La scelta del legislatore non è per nulla ragionevole perché l’eliminazione del tetto dello 0,8% non comporta alcun onere per la finanza pubblica, né altera la quota di riparto del Fondo sanitario nazionale delle Regioni. Si tratta, semmai, di riconoscere alle Regioni la loro autonomia programmatoria, permettendo di ripartire ad entrambe le componenti del SSN, a prescindere dalla natura giuridica, in maniera equa e proporzionata ai consumi, le risorse stanziate per fronteggiare i rincari dell’energia”.Aiop, da una rilevazione condotta su oltre 200 strutture su tutto il territorio nazionale, evidenzia come tra gli anni 2020 e 2022 i costi dell’energia elettrica delle strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate siano aumentati di circa 3 volte e quelli del gas di 4,7 volte: ad essere compromessa, quindi, è la sostenibilità stessa di strutture che garantiscono il 28% di tutte le prestazioni e di tutti i servizi ospedalieri resi alla popolazione, assorbendo il 14% della spesa ospedaliera pubblica.”Il rischio di interrompere le prestazioni e le cure erogate, ormai, è ineluttabile e se non si interviene con misure urgenti la componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale non potrà più continuare a tutelare il diritto alla salute della popolazione” evidenzia la Presidente Aiop, che conclude: “Un cittadino che rinuncia a curarsi è la più grande sconfitta per uno Stato di diritto quale è il nostro” LEGGI TUTTO

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    Amgen, accordo per acquisire Horizon Therapeutics in deal da 27,8 miliardi

    (Teleborsa) – Dopo le indiscrezioni delle ultime ore, è arrivata l’ufficialità: Amgen, società statunitense di biotecnologia, acquisirà Horizon Therapeutics, società biofarmaceutica irlandese, in quello che è il suo più grande deal di M&A finora e anche la più grande fusione del settore healthcare dell’anno.Il correspettivo – in contanti – è di 116,50 dollari per ogni azione, pari a un premio di circa il 47,9% rispetto al prezzo di chiusura del 29 novembre 2022 (ovvero l’ultimo prezzo prima dell’annuncio di una possibile offerta ai sensi delle regole di acquisizione irlandesi) di circa il 19,7% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì. L’acquisizione valuta l’intero capitale azionario a circa 27,8 miliardi di dollari su base completamente diluita e implica un valore d’impresa di circa 28,3 miliardi di dollari.”L’acquisizione di Horizon è un’opportunità interessante per Amgen ed è coerente con la nostra strategia di crescita a lungo termine fornendo farmaci innovativi che rispondono alle esigenze dei pazienti che soffrono di malattie gravi – ha commentato Robert Bradway, CEO di Amgen – I decenni di leadership di Amgen nell’infiammazione e nella nefrologia, combinato con la nostra presenza globale e le capacità biologiche di livello mondiale, ci consentirà di raggiungere molti più pazienti con farmaci di prima classe come Tepezza, Krystexxa e Uplizna”.La transazione dovrebbe accelerare la crescita dei ricavi e aumentare gli utili per azione rettificati dal 2024. Inoltre, dovrebbe aumentare l’efficienza per il gruppo combinato, portando a una riduzione annua dei costi ante imposte stimata di almeno 500 milioni di dollari entro la fine del terzo anno fiscale successivo al completamento del deal. LEGGI TUTTO

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    Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali Italiani, presentato Rapporto Agenas-AIOP

    (Teleborsa) – Agenas e Aiop presentano il Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali Italiani, un documento che propone una valutazione comparativa delle strutture ospedaliere, elaborata sulla base del livello di aderenza agli standard quantitativi e qualitativi disponibili.L’impostazione di fondo è il confronto tra le strutture di diritto pubblico e le strutture di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale rispetto a una selezione di indicatori core del Programma Nazionale Esiti (PNE) di Agenas. Il risultato è una fotografia della qualità offerta dal nostro Servizio Sanitario Nazionale, considerando la natura giuridica delle strutture e valutando l’eterogeneità interna a ciascun comparto, sia a livello nazionale sia a livello interregionale e intra-regionale.Secondo il Rapporto Agenas-Aiop, nell’area cardiocircolatoria, il 47% delle strutture di diritto pubblico e il 65% di quelle di diritto privato riportano un grado alto o molto alto di aderenza agli standard di qualità, contro, rispettivamente, il 15% e il 13% che presentano performance inferiori all’atteso.L’area del sistema nervoso mostra risultati sostanzialmente analoghi, ma con una proporzione più alta di strutture di natura giuridica pubblica con livelli di qualità bassa o molto bassa: circa una struttura su cinque, contro una struttura su dieci di diritto privato.Nell’area respiratoria la divaricazione è ancora più ampia: livelli alti o molto alti di qualità sono raggiunti dal 14% delle strutture di diritto pubblico e dal 56% delle strutture di diritto privato, mentre il 52% delle strutture pubbliche e il 28% di quelle private riportano una qualità bassa o molto bassa.Nell’area osteomuscolare, le strutture di diritto privato con performance alta o molto alta sono proporzionalmente di più (73% vs 47%), mentre quelle con qualità bassa o molto bassa sono proporzionalmente di meno (17% vs 32%).Più sovrapponibili i risultati per le aree di chirurgia generale e di chirurgia oncologica, dove le strutture di diritto privato soffrono soprattutto di ridotti volumi di attività.Diversamente dalle altre aree cliniche valutate, nell’area gravidanza e parto le strutture pubbliche sono per il 47% di qualità alta o molto alta e per il 32% di qualità bassa o molto bassa; quelle private di qualità superiore all’atteso sono invece il 24%, mentre il 54% risulta avere una performance substandard.”L’area gravidanza e parto – spiega Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata – è la sola nella quale sono le strutture di diritto pubblico ad ottenere una valutazione migliore. Il dato è essenzialmente dovuto alla propensione al parto chirurgico delle strutture di diritto privato, un fenomeno di natura culturale (che coinvolge professionisti e gestanti) che stiamo affrontando. La variabilità – prosegue Cittadini – è il dato che emerge con maggiore forza dal Rapporto Agenas-Aiop. Anche se le strutture di diritto privato presentano – complessivamente e nella maggior parte delle aree cliniche valutate – una performance analoga o superiore rispetto a quelle di diritto pubblico, l’eterogeneità qualitativa coinvolge le une e le altre e vede ospedali della stessa natura giuridica, che operano in un medesimo contesto epidemiologico e territoriale, rispondere in modo diverso a bisogni di salute analoghi. Se, infatti, consideriamo la Regione Campania – la Regione che storicamente presenta un ricorso critico al parto cesareo – è di diritto privato sia la struttura con più alte proporzioni sia la struttura con proporzioni più basse. Il Rapporto rappresenta un nuovo, importante contributo di Agenas alla realizzazione di una fotografia che ha come obiettivo quello di fornire indicazioni utili a programmare i servizi sanitari e a governare il cambiamento, nella consapevolezza – comune e condivisa con Aiop – che un sistema sanitario universalistico deve poter assicurare livelli di appropriatezza, efficacia, sicurezza adeguati e omogenei su tutto il territorio nazionale, a prescindere dalla natura giuridica delle strutture ospedaliere. Abbiamo voluto realizzare questo lavoro – continua la presidente di Aiop – con l’Agenzia tecnico-scientifica che più di tutte è deputata a misurare la qualità delle performance delle strutture ospedaliere italiane. Questo dimostra che le strutture di diritto privato del SSN non temono la valutazione e non sfuggono alla comparazione ma, al contrario, hanno bisogno di dati scientificamente validati per conoscere il livello di qualità che offriamo ai nostri pazienti. Conoscenza, questa, che ci consente di identificare i punti di forza da potenziare e le criticità da superare in un’ottica di miglioramento continuo. Aiop, sia nello sforzo interno di mettere a disposizione dei propri associati tutti gli strumenti utili per rendere più efficiente e più efficace il proprio contributo alla salute pubblica, sia nel dialogo costante con i decisori politici, – conclude Cittadini – mette al primo posto le evidenze, unico baluardo per orientare la gestione e la riforma del sistema sanitario secondo criteri oggettivi”. LEGGI TUTTO

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    Covid, nuovo balzo dei ricoveri: il report FIASO

    (Teleborsa) – Ancora un balzo dei ricoveri Covid che in una settimana sono cresciuti del 19,5%. La rilevazione del 29 novembre effettuata tra gli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso evidenza un significativo incremento dei ricoverati con infezione da Sars-Cov-2. Si tratta della seconda settimana di crescita a due cifre: già nel report del 23 novembre era stato registrato un rialzo del 24%. In particolare aumentano del 20% i pazienti nei reparti Covid ordinari mentre le terapie intensive registrano un aumento più ridotto pari al 9%. Il 65% dei ricoveri in ospedale sono di pazienti con covid, ovvero coloro che sono arrivati per la cura di altre patologie ma sono stati trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero, il 34% sono ricoverati Per Covid, ovvero hanno sviluppato sindromi respiratorie polmonari tipiche dell’infezione da Sars-Cov-2. Un dato comunque stabile rispetto alla precedente rilevazione. Peggiora l’andamento dei ricoveri con sindromi respiratorie e polmonari per i non vaccinati che salgono oltre il 28% nei reparti ordinari e sopra il 30% nelle intensive. Nelle rianimazioni inoltre è da notare la notevole differenza di età di più di 10 anni fra vaccinati e non vaccinati la cui età media è decisamente giovane (60 anni circa) e nel 100% dei casi si tratta di pazienti, sia vaccinati sia non vaccinati, fragili ovvero affetti da altre patologie.Complessivamente sono 22 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati per o con Covid, nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella Fiaso. Questa settimana si registrano tre bambini, nella fascia tra i 0-6 mesi, in rianimazione per Covid, mentre da diverse settimane tale reparto era privo di pazienti con sindromi respiratorie e polmonari. LEGGI TUTTO

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    AstraZeneca acquista Neogene per crescere nelle terapie cellulari oncologiche

    (Teleborsa) – AstraZeneca, multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese, ha siglato un accordo per l’acquisizione di Neogene Therapeutics, azienda di biotecnologie in fase clinica che lavora alla scoperta, allo sviluppo e alla produzione di terapie del recettore delle cellule T di nuova generazione, che offrono un nuovo approccio alla terapia cellulare per colpire il cancro.”Questa acquisizione rappresenta un’opportunità unica per riunire la scienza innovativa e gli esperti leader nella biologia dei recettori delle cellule T e nella produzione di terapia cellulare insieme al nostro team interno di terapia cellulare oncologica, aprendo nuovi modi per colpire il cancro”, ha affermato Susan Galbraith, Executive Vice President, Oncology R&D, AstraZeneca.AstraZeneca acquisirà tutte le azioni in circolazione di Neogene per un corrispettivo totale fino a 320 milioni di dollari, su base cash e senza debiti. Ciò includerà un pagamento iniziale di 200 milioni di dollari alla chiusura dell’affare e ulteriori fino a 120 milioni di dollari in base ai traguardi raggiunti.La transazione dovrebbe concludersi nel primo trimestre del 2023 e non ha alcun impatto sulla guidance finanziaria di AstraZeneca per il 2022. LEGGI TUTTO

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    Covid in Italia: RT sopra soglia epidemica, crescono reinfezioni

    (Teleborsa) – Crescono ancora questa settimana i valori dell’incidenza dei casi di Covid-19 e anche dell’indice di trasmissibilità Rt, che torna sopra la soglia epidemica dell’unità.L’incidenza settimanale a livello nazionale arriva infatti a 388 ogni 100.000 abitanti (18-24 novembre) contro 353 ogni 100.000 della settimana precedente (11-17 novembre). Nel periodo 2-15 novembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 1,04 (range 0,80-1,31), in aumento rispetto alla settimana precedente – quando era a 0,88 – e superiore alla soglia epidemica. E’ quanto evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero Salute.Aumenta nello stesso periodo l’occupazione dei reparti ospedalieri da parte dei pazienti Covid, mentre resta stabile l’occupazione delle terapie intensive. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è infatti questa settimana al 2,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 24 novembre) contro il 2,5% dei 7 giorni precedenti. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 12% contro l’11% della rilevazione al 17 novembre. Crescono inoltre da 3 a 5, questa settimana, le Regioni che registrano un’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari da parte di pazienti Covid sopra la soglia di allerta fissata al 15%. Sono Emilia Romagna (al 15,3%), Liguria (20,6%), Marche (15,5%), Umbria (31,3%) e Valle d’Aosta (19,4%).”Stiamo osservano un gran numero di reinfezioni Covid anche vicine nel tempo. E, purtroppo, anche tra chi ha fatto il primo ciclo di vaccinazioni. Un recente studio su ‘Nature’ ha evidenziato, indipendentemente dall’immunizzazione, che coloro che contraggono una nuova infezione, presentano un rischio maggiore di mortalità per tutte le cause ma anche di ospedalizzazione. Quindi lasciar circolare il virus e non fare la quarta dose comporta dei rischi che, soprattutto gli anziani, non dovrebbero correre”. Losottolinea all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), LEGGI TUTTO