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    Sostegni Ter: Anief presenta emendamenti su soluzioni per i precari, fine del dimensionamento e organici

    (Teleborsa) – Precari da assumere in ruolo, attraverso l’utilizzo di tutte le fasce delle graduatorie, prevedendo per chi è in seconda e senza abilitazione dei corsi ad hoc di formazione e abilitanti all’insegnamento per poter esercitare la professione durante l’anno di prova. Ma anche la stabilizzazione degli insegnanti di religione cattolica, a favore dei quali è arrivata di recente anche una sentenza della Corte di Giustizia Europea per fermare una volta per tutte l’abuso in Italia dei contratti a termine: spazio quindi ad una graduatoria, un canale parallelo per poter reclutare più di 15mila insegnanti di religione cattolica. Queste alcune delle richieste presentate dal giovane sindacato Anief alla V Commissione del Senato in occasione del vaglio degli emendamenti al Sostegni ter. Tra le modifiche richieste dal sindacato vi è quella di riconoscere in pieno l’anno di prova neo-assunti 2021 da Gps, le assunzioni dei candidati risultati idonei ai concorsi e dei facenti funzione Dsga; l’attivazione dei passaggi professionali “verticali” per il personale ATA; la fine del “dimensionamento” imposto dalla Legge Gelmini tagli sedi e posti di lavoro, oltre che di tante ore di tempo scuola, delle compresenze e dei docenti specializzati; la conferma per tutto l’anno scolastico corrente dell’organico Covid, poi da collocare in quello di diritto; la valorizzazione del personale Ata, dimenticato da decenni; il rinnovo del CSPI entro fine primavera; l’assegno alimentare ai lavoratori sospesi e senza stipendio perché non vaccinati; il potenziamento del personale amministrativo, tecnico e ausiliario; la conferma in ruoli di tutti coloro che hanno firmato un contratto a tempo indeterminato con riserva; misure a sostegno, almeno fino al 2024, degli enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Tra le richieste di modifica del DL presentate dal sindacato risulta anche, ai fini del reclutamento dei dirigenti scolastici, l’ammissione dei ricorrenti avverso il bando di concorso 2011 e dei presidi incaricati a un nuovo corso intensivo per l’immissione nei ruoli di dirigente scolastico per sanare il contenzioso in corso giunto alla Corte Costituzionale.”Sono troppi i problemi da affrontare e risolvere per migliorare l’offerta formativa scolastica – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché con il Covid19 il funzionamento delle scuole ha mostrato tutti i suoi limiti. L’emblema del mancato apporto di chi governa verso le esigenze delle Scuola è nella mancata considerazione della vittoria ottenuta da Anief a livello UE, con il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e da quello dei Diritti Sociali che anno accolto una denuncia che obbliga lo Stato Italiano a risolvere il problema del precariato entro il 2022: la pronuncia è stata netta, ma sinora in Italia non si è fatto praticamente nulla. La scadenza però rimane. La verità è che non si può continuare ad abbandonare il personale, come pure i lavoratori degli enti di ricerca, ancora di più perché in questo modo si danneggiano anche gli studenti”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: “Pronto a ragionare su riforma”

    (Teleborsa) – “Io sto ascoltando da tempo i ragazzi, ci sono state le elezioni e un milione e seicentomila ragazzi hanno votato per le Consulte, non sono stato incapace di ascoltare. Certo, i ragazzi sono milioni e hanno diversi modi di parlare e agire. Io ho dei tavoli di lavoro con i ragazzi delle Consulte; oggi uno ha terminato il suo lavoro. Ho già ascoltato alcune associazioni, domani sento il Forum. Ieri ci sono stati gli Stati generali, sono pronto a ragionare su una riforma più grande della scuola: con il Pnrr stiamo mettendo mano alla riforma delle scuole professionali e tecniche”. È quanto ha annunciato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervistato da Sky.”Ricordo – ha proseguito Bianchi – che l’Alternanza scuola lavoro non c’è più, oggi ci sono i Percorsi di orientamento e la formazione professionale fatta dalle Regioni finanziati dai fondi europei. È giusto affrontare tutti i temi della scuola, sono pronto a farlo. La sicurezza certamente deve essere di più ma bisogna distinguere tra formazione e orientamento: le due tragedie avvenute riguardano la formazione professionale, l’orientamento che viene fatto dalle scuole è invece un pezzo di scuola. Apriamo insieme il cantiere della scuola, ragioniamo insieme”.Infine riguardo alle polemiche sull’esame di maturità il ministro dell’Istruzione ha esortato gli studenti a avere fiducia. “Abbiamo accolto l’idea che fossero gli istituti a preparare la seconda prova: questo ritorno di fiducia reciproca studenti professori – ha sottolineato Bianchi – è fondante per affrontare la seconda prova. Ai ragazzi dico di avere fiducia negli insegnanti, insieme prepareranno questa prova, i ragazzi hanno bisogno di ritrovare fiducia in se stessi e nella scuola, si ritrovino con i loro insegnanti. Bisogna andare avanti”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, la protesta degli studenti: no a nuova maturità, alternanza scuola-lavoro e violenza della polizia

    (Teleborsa) – Studenti in corteo questa mattina per protestare contro il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, gli scontri avvenuti con la polizia nelle piazze, e soprattutto contro la decisione del ministro Patrizio Bianchi di far riprendere gli esami scritti per la maturità. “Non è possibile questa modalità dopo due anni di pandemia. Il governo non sta investendo su di noi e sulla scuola. A questo diciamo no. La mobilitazione inizia oggi ma non ci fermeremo qui”, fanno sapere gli studenti.Studenti romani in corteo da Piramide fino alla sede del ministero dell’Istruzione. Previsti cortei e presidi poi in piazza Fontana a Milano, a Palermo, Genova, Bari, Firenze, Perugia, Verona, Padova, Varese, Lodi, Agrigento, Taranto, Venezia, Latina, Pisa, Modena e nel resto del Paese.”È impensabile tornare a questo tipo di esame dopo mesi di pandemia – spiegano i ragazzi – e anche adesso, seppure la scuola sia in presenza dall’inizio dell’anno, sappiamo che la situazione non è davvero così: ci sono moltissime classi in quarantena o che sono state più volte in quarantena e quindi in dad durante tutto l’anno. Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un Ministero che non ascolta gli studenti e che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che stanno vivendo, ma pensa invece solamente a valutarli. Persino il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di insediamento, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di noi studenti. Vogliamo risposte dal Ministro”. Le associazioni studentesche chiedono un esame che elimini gli scritti e inserisca una tesina. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: Dad genera problemi ma è stata rilevante durante il lockdown, ok solo per tempi brevi

    (Teleborsa) – “Il prolungamento dell’attività a distanza genera problemi, ma immaginiamo cosa sarebbe stato se quest’ultima non ci fosse stata. All’inizio della pandemia c’è stato uno sbando proprio perché non c’era nessun collegamento con la scuola. In quella bufera è stato rilevante avere almeno un collegamento con la scuola, presente con strumenti inediti”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha partecipato ad un evento online dell’università Bocconi. “La scuola – ha aggiunto Bianchi – vuole essere caparbiamente in presenza: possono esserci esercizi di attività a distanza o integrata e surrogatoria, ma solo per tempi molto brevi”. “C’è un problema di nuova centralità della scuola – ha inoltre osservato il ministro – che però va costruita e non è così ovvio e scontato. Non tutti i problemi sono sorti con la Dad e la pandemia, non attribuiamo problemi che sono molto più radicati nella nostra storia”. “Il virus ha esasperato le disuguaglianze. Attraverso il PNRR stiamo facendo investimenti sulla scuola come mai successo prima”, ha assicurato. “Abbiamo mantenuto la posizione di mantenere aperta la scuola in una fase in cui il virus ancora circola, in cui c’è ancora bisogno di strumenti a distanza per gestire con tutela alcune situazioni”, ha ribadito il ministro Bianchi. LEGGI TUTTO

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    Scuola, l'appello delle Regioni: “Stop alla dad per i vaccinati”

    (Teleborsa) – “Basta caos nelle scuole: chi è vaccinato con tre dosi non deve andare in dad. Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato”. Questo– fa sapere il presidente della Toscana, Eugenio Giani, al termine di una riunione con i governatori – l’appello che le Regioni lanciano al Governo.”I presidenti delle Regioni, di vario orientamento politico – spiega Giani – sono tutti compatti: serve un salto di qualità con un adeguamento delle misure Covid all’andamento della pandemia”.”Guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese. Questi gli obiettivi – ha affermato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni – che ci siamo posti oggi e che sono la base di una posizione che i Presidenti della Regioni hanno condiviso in modo unanime. Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l’Esecutivo e le Regioni”.Sul fronte della scuola la richiesta delle Regioni sembra essere in linea con le ipotesi sul tavolo del ministero dell’Istruzione. “Stiamo lavorando per rivedere le norme sulla quarantena. Molti ragazzi – ha dichiarato la sottosegretaria all’Istruzione del M5S Barbara Floridia su Radio Cusano Campus – si trovano a stare a lungo in quarantena pur essendo in salute: almeno per i più piccoli lavoriamo per ridurre i giorni, ma non è una scelta che possiamo fare solo come Ministero dell’Istruzione. Le quarantene si cercherà di snellirle: hanno creato difficoltà nelle scuole e la malattia si sta endemizzando e questo può farci abbassare quel livello di sicurezza che avevamo previsto. Nonostante le molte difficoltà le scuole hanno riaperto i battenti, come volevamo tutti e come il Paese ha bisogno che sia. Ora stiamo cercando, anche dando le Ffp2 alle scuole, di aiutare i presidi affinché, nonostante le difficoltà che conosciamo e riconosciamo, possiamo tenere questo presidio fondamentale, che è la scuola, aperto. Riaprire – ha sottolineato – è stata la scelta migliore. È vero che comunque molte classi sono andate in Dad, ma a priori decidere di tenere tutto chiuso avrebbe impedito a quei territori dove la situazione poteva essere più tranquilla o dove alcuni bambini avevano più necessità. Il sacrificio che tutti abbiamo fatto ne è valsa la pena. Non è stato a costo zero: molte classi sono andate in Dad, lo avevamo previsto, era inevitabile, ma l’idea di tenere aperto era fondamentale. Passati i giorni del picco, – ha annunciato Floridia – la scuola potrebbe nel giro di poche settimane tornare a uno stato di normalità. Per sopperire a queste settimane più difficili abbiamo fatto in modo che finalmente i tamponi per le scuole secondarie di I e II grado fossero non solo gratuiti, ma anche reperibili facilmente nelle farmacie, per decongestionare l’imbuto che si è creato nella procedura del T0 e del T5. Abbiamo messo in campo tutte le risorse possibili. Speriamo fortemente nella normalità al più presto”. LEGGI TUTTO

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    Transizione Ecologica e Digitale, al via il nuovo Liceo quadriennale promosso da Elis e Snam

    (Teleborsa) – Prende il via con il prossimo anno scolastico 2022/2023 il nuovo Liceo quadriennale per la Transizione Ecologica e Digitale. Un percorso formativo che coinvolge 27 scuole superiori in tutta Italia, quattro università e le aziende del Consorzio ELIS sotto la presidenza di Semestre dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.Il nuovo Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale (abbreviato in “Liceo T.E.D.”) – spiegano Snam ed Elis in una nota congiunta – punta a integrare in un unico programma didattico le conoscenze umanistiche e scientifiche del tradizionale liceo italiano con una maggiore attenzione alle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), dalle quali dipenderanno sempre più in futuro le professioni e la comprensione di fenomeni d’interesse globale come ambiente e sviluppo. Il Liceo si inserisce nel piano delle nuove classi quadriennali lanciato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” e in continuità con il piano “Rigenerazione Scuola”. Per presentare domanda d’iscrizione c’è tempo fino al 28 gennaio 2022, rivolgendosi a uno degli istituti scolastici che aderiscono alla sperimentazione.”La sostenibilità e la transizione ecologica e digitale sono temi centrali nella nuova scuola che stiamo costruendo per le nostre studentesse e i nostri studenti, così come è fondamentale il ruolo delle discipline STEM – ha dichiarato Bianchi –. Ringrazio tutti i protagonisti di questo progetto, a cominciare dalle scuole. Una sinergia che ha portato a conseguire un ottimo risultato per gli obiettivi e le sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Rigenerazione Scuola”.”La nascita del Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale – ha affermato Alverà – è un contributo al futuro dei nostri giovani e allo sviluppo sostenibile del nostro Paese, in linea con gli obiettivi del PNRR sulla scuola. È il risultato di una proficua collaborazione tra le istituzioni e la nostra rete di scuole, imprese e università nell’interesse del sistema formativo italiano. Grazie a questo progetto, dal prossimo anno scolastico inizierà per tanti ragazzi in tutta Italia un nuovo percorso su temi chiave per la nostra società come la transizione ecologica e digitale, con nuovi metodi didattici, una virtuosa combinazione tra competenze umanistiche e scientifiche, un filo diretto con le aziende e nuove esperienze come i tirocini e i workshop in rete. Il nuovo Liceo avrà tra le sue priorità anche l’equilibrio di genere, con l’obiettivo di contrastare le disparità che ancora oggi esistono tra ragazze e ragazzi nello studio delle discipline STEM e nello sviluppo delle relative competenze, che saranno decisive per l’80% dei mestieri del futuro”.Centrale nella sperimentazione è anche lo sforzo di rinnovare il metodo d’insegnamento e offrire supporto agli stessi docenti, inserendo ogni singolo istituto scolastico in una rete di cooperazione tra scuole, università e aziende. Il Liceo potrà avvalersi in questo di ELIS, ente non profit che forma e avvia al lavoro ogni anno 2.500 giovani e che raccoglie intorno a sé un consorzio di oltre 100 tra grandi gruppi, aziende e università. “Il nostro impegno – ha spiegato Pietro Cum, amministratore delegato di ELIS – si concentra innanzitutto nell’alimentare una rete del sapere che offra allo studente conoscenze aggiornate con il supporto di centri di ricerca e imprese, e anche l’opportunità di verificarle sul campo attraverso tirocini e altri modelli di didattica esperienziale. Un altro aspetto per noi centrale sarà l’orientamento e la crescita dello studente come persona, stimolando un atteggiamento di curiosità verso il sapere ancora prima che l’acquisizione di conoscenze. Saranno alla fine proprio curiosità e creatività a permettergli di realizzare una strategia personale per affrontare gli studi universitari e la vita lavorativa”.Alla didattica in aula si aggiungeranno momenti di apprendimento come workshop settimanali con esperti su temi altamente specialistici, summer camp, tirocini in azienda e soggiorni all’estero per l’apprendimento delle lingue e la conoscenza di contesti globali. Le potenzialità della didattica digitale saranno sfruttate per collegare contemporaneamente tutte le aule degli istituti scolastici con docenti ed esperti di particolare rilievo. È questa una delle misure con cui i coordinatori della sperimentazione a livello nazionale si prefiggono anche di superare le differenze di qualità dell’insegnamento e di accesso alle fonti di apprendimento, che troppo spesso sono rilevate in diversi contesti territoriali del Paese.”Al centro c’è la sfida di vivere un nuovo modo di apprendere e insegnare, che favorisca le capacità cognitive, emotive e relazionali”, commenta Elena Ugolini, rettrice delle scuole Malpighi e tra i promotori del progetto. “Il rapporto stretto con gli atenei – sottolinea Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’ISS Majorana di Brindisi e capofila della rete di scuole coinvolte nel progetto – permetterà anche alle scuole di svolgere meglio la propria funzione di orientamento e di trampolino di lancio ai successivi studi universitari”.Quattro le università coinvolte nella sperimentazione: Bocconi, Politecnico di Milano, Università di Roma Tor Vergata e l’Università degli Studi di Padova con lo spin-off Mind4Children. “Gruppi di docenti di scuola superiore e universitari, insieme ad esperti delle aziende – osserva Antonio Capone, preside della Scuola di Ingegneria del Politecnico di Milano – possono offrire un mix di competenze che coniugano i valori della tradizione scientifica e umanistica con una cultura delle tecnologie oggi imprescindibile. Le crisi che si sono susseguite nel nuovo millennio derivano da una scarsa capacità di fare formazione guardando alla realtà anche in base all’evoluzione tecnologica. La didattica in quattro anni rappresenta poi una sfida che è giusto cogliere. Ci allinea ai tempi della scuola nella maggior parte dei Paesi europei e permette agli studenti di entrare un anno prima in università. Un anno prima significa un grado in più di libertà per approfondire specifici interessi con esperienze all’estero più estese del classico Erasmus o esperienze in azienda e di studio extracurriculare che gli permetteranno di costruirsi un profilo scientifico e professionale più originale” LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: oltre il 93% delle classi sono in presenza

    (Teleborsa) – La DAD non è opposizione alla presenza ma la capacità di integrazione attraverso le tecnologie che permettono di sviluppare una didattica partecipativa”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera. “Ad oggi, alle 12 – ha affermato – il 93,4% delle classi è in presenza. Di questi il 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza. Le classi totalmente a distanza sono il 6,6%”. “Lungi da me fare polemiche, però in questi giorni ho sentito proporre stime che non avevano basi numeriche”.Il riferimento è alle stime fornite dall’Associazione Nazionale Presidi, secondo la quale al momento ci sarebbero il 50% delle classi in Dad. “Su un totale di 7.362.181 studenti, gli alunni in presenza sono l’88,4%. Per l’infanzia gli alunni positivi o in quarantena sono il 9%. Per la primaria il 10,9% e per la secondaria il numero di studenti in Dad o in didattica integrata sono il 12,5%”. “Il personale sospeso per non essere in regola con il vaccino è dello 0,9%. Ciò dimostra l’alto grado di responsabilità dei nostri docenti”.”Abbiamo sempre dato priorità ad una scuola in presenza – afferma -, perché era un punto di riferimento per i ragazzi, per le famiglie e per la comunità nel suo insieme”. “La scuola – prosegue – è comunità. E vi può essere anche attività con strumenti digitali ma all’interno di un progetto didattico”. “In termini di vaccinazione abbiamo situazioni molto differenziate per diversi livelli. Un livello molto alto per i ragazzi tra i 12 e i 19 anni, con una copertura vicina all’85%. Più basso, ovviamente, per i ragazzi della primaria per via di aver avuto l’autorizzazione a procedere con le vaccinazioni il 25 di novembre. Ma se all’inizio della settimana scorsa eravamo al 12%, abbiamo poi chiuso al 25%, con un tasso molto alto di adesione alla vaccinazione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, allarme Presidi: in 7 giorni 200mila classi in Dad

    (Teleborsa) – La scuola riparte in presenza, ma non si placano le polemiche. In particolare, da un lato i Presidi che avrebbero optato per un breve slittamento, dall’altro il Ministro dell’Istruzione Bianchi che ha difeso a spada tratta la ripartenza. “Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare guardando i contagi”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a Rainews24.”Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia – ha continuato -. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d’accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico”.Torna a difendere la scelta di ripartire, il Ministro Bianchi per il quale “aveva senso aprire subito la scuola. Non si può giustificare che tutto è aperto e l’unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura. Sono rientrati la maggior parte degli studenti e dei professori. Stiamo monitorando attentamente la situazione e nel primo pomeriggio avremo i dati. Il dato evidente è che è ripresa la scuola”, ha detto a Rainews 24. “Per Bianchi, “la scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall'”evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità”. C’è “un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del ‘tutti a scuola’, dall’altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza”, sottolinea Bianchi a Radio 1, nel giorno del ritorno in classe degli studenti. “Stiamo lavorando su una partecipazione collettiva, usciamo dalla logica del controllore: c’è un Paese che nel suo insieme si assume l’incarico di far tornare a scuola i ragazzi”.Capitolo Ffp2 “abbiamo fatto un intervento importante, il generale Figliuolo ha raggiunto un accordo con le farmacie per calmierare il prezzo a 0,75 euro. Le diamo inoltre gratuitamente già a tutti gli operatori, soprattutto della scuola dell’infanzia dove non ci sono protezioni per bambini. Però è un tema importante, ho capito che sta molto a cuore e lo porrò in evidenza al Consiglio dei ministri”, così Bianchi sulle mascherine che gli studenti dovranno indossare in classe in caso di autosorveglianza.Di “situazione preoccupante” parla il governatore Luca Zaia a Mattino 5 su Canale 5 sottolineando che “il 25-30% tra studenti e insegnanti sarà assente con defezioni dovute a malattia, quarantena o mancata vaccinazione”. “Draghi – ha aggiunto – si faccia dare un parere dal Comitato tecnico scientifico perché l’assembramento è inevitabile, da noi, almeno 800mila persone saranno confinate in aula per ore, con il rischio che, se ci saranno positivi, ci siano anche contagi”.Il Governo, intanto, ha impugnato l’ordinanza del Governatore della Campania, De Luca sul rinvio del ritorno in classe, LEGGI TUTTO