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    Scuola: ENEA con gli studenti delle superiori per la divulgazione scientifica

    (Teleborsa) – La scienza non solo come studio, ma soprattutto come capacità di divulgare i risultati dei propri studi. Partendo da questo obiettivo, un gruppo di ricercatori ENEA del Centro Ricerche di Frascati ha lavorato insieme a studenti degli ultimi anni di liceo, coinvolti nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), conosciuti in passato come alternanza scuola-lavoro. Gli studenti, affiancati dai ricercatori ENEA, hanno indossato gli abiti dei divulgatori scientifici nel corso di eventi pubblici, nei quali hanno dimostrato di essere in grado di trasferire al pubblico le conoscenze apprese nella prima fase del PCTO. Questo nuovo approccio didattico ha suscitato l’interesse della comunità scientifica, tanto che “Il Nuovo Saggiatore”, rivista ufficiale della Società italiana di fisica, ha invitato i ricercatori ENEA a raccontare questa esperienza sull’ultimo numero nella rubrica “Fisica in erba”.”Abbiamo cercato di trasmettere agli studenti coinvolti che uno dei punti di forza della scienza è la più ampia possibile condivisione dell’informazione e che uno degli obiettivi della divulgazione scientifica è suscitare curiosità e passione”, sottolinea il ricercatore ENEA Daniele Murra del Laboratorio di Applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari, uno dei tre autori dell’articolo, insieme ai colleghi Emilio Giovenale e Sarah Bollanti. Raccontando gli eventi di apertura al pubblico dei Centri di ricerca, come gli Open Day e la Notte europea dei ricercatori, l’articolo sottolinea come decine di studenti delle superiori siano stati capaci di parlare di scienza e di condurre esperimenti in prima persona, supportati dagli stessi ricercatori che li avevano formati. In alcuni casi, nel corso del PCTO, gli studenti hanno anche realizzato, con la guida dei ricercatori, dei dimostratori didattici progettati appositamente per illustrare al pubblico i principi di fisica che sono alla base di una serie di fenomeni.Anche il pubblico ha tratto vantaggio da questo ribaltamento dei ruoli: secondo gli autori dell’articolo, avere degli studenti come interlocutori ha contribuito a mettere a proprio agio i visitatori. “In questi percorsi gli studenti hanno imparato come nelle tecniche della divulgazione scientifica sia opportuno mantenere alta l’attenzione degli spettatori, utilizzando argomenti che possano interessare e stupire, suscitando curiosità ed interesse”, spiega Sarah Bollanti.Ad esempio, nella trattazione classica dell’ottica sono state mostrate curiose “illusioni ottiche”, associate alle leggi fisiche su cui si basano. Quando si è trattato di spiegare i principi fisici che regolano la percezione del suono e i fondamenti della fisiologia umana che ci induce ad apprezzare la musica, sono state mostrate una serie di “illusioni acustiche”, raramente reperibili nei vari Festival della Scienza. Un fenomeno complesso come la polarizzazione della luce è stato reso più comprensibile tramite lo sviluppo di un particolare dispositivo che sfrutta questo fenomeno fisico per mostrare uno spettacolare risultato scenico.”I visitatori sono rimasti soddisfatti, e gli studenti anche. Chissà che ‘insegnando a insegnare’ non si sia riusciti ad accendere, in qualcuno dei protagonisti di questa esperienza, quella scintilla che serve a indirizzare sulla giusta strada futuri scienziati”, conclude Giovenale. LEGGI TUTTO

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    Istruzione, Valditara: “Lavoriamo per far avere anticipo su rinnovo contratto”

    (Teleborsa) – “Stiamo lavorando per far avere ai lavoratori della scuola, tra fine novembre e gli inizi di dicembre, un anticipo di risorse legate al rinnovo del contratto 2022/2024”. Lo ha ricordato il MInistro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Lo stesso impegno lo dedicheremo alla assegnazione delle importanti risorse destinate al rinnovo contrattuale dalla legge di bilancio”, ha aggiunto il Ministro, precisando che “a queste significative risorse si deve, poi, aggiungere il positivo impatto della riduzione del cuneo fiscale”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, aumenti docenti: Anief soddisfatta ma somme vanno triplicate

    (Teleborsa) – Sta prendendo forma il meccanismo del decreto “Anticipi” approvato lunedì insieme all’indice della legge di bilancio 2024, con due miliardi di euro destinati agli statali, da considerare come anticipo rispetto al rinnovo del Ccnl, l’indennità di vacanza contrattuale, che arriverà con lo stipendio di dicembre come annunciato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I calcoli della stampa specializzata nazionale riguardano anche gli aumenti lordi in arrivo per 1,2 milioni di dipendenti della scuola: “le cifre dipendono dall’anzianità oltre che dal ruolo. Un professore delle superiori riceverà 829,2 euro se è in cattedra da meno di otto anni, mentre ne avrà 1.228,1 se la sua prima lezione si è tenuta fra 28 e 34 anni fa. Analoga, anche se con valori inferiori, la dinamica alle medie inferiori (le secondarie di primo grado, dove si va da 829,2 a 1.168 euro) e alle scuole dell’infanzia e primarie (da 765,6 a 1.056,2)”. È quanto si legge in una nota di Anief.Secondo Il Sole 24 Ore “si tratta certamente di cifre non trascurabili”, che però “andranno scontate da un contratto chiamato a gestire i picchi inflattivi del 2022 e 2023, che per essere coperti integralmente avrebbero richiesto oltre 30 miliardi, cifre ingestibili anche per manovre di tempi più facili degli attuali. Il Governo ha intenzione di avviare in fretta le trattative, con l’obiettivo di arrivare alle prime chiusure l’anno prossimo, quando infatti non sarà replicata l’una tantum che quest’anno ha puntellato gli stipendi pubblici in attesa dei fondi contrattuali”.Secondo Anief, però, “l’impennata del costo della vita dell’ultimo biennio non può essere compensato dai soli incrementi previsti dal Governo a partire da dicembre”. “Rimane una boccata di ossigeno ma nulla più – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché i soldi persi nel 2022 e 2023 non si riprendono più. E noi non lo possiamo accettare. Per questo abbiamo deciso di rilanciare il modello per recuperare il riallineamento dell’ultimo biennio: ci sono altri due stipendi da recuperare e noi vogliamo farli avere a chi crede in questa battaglia. La verità è che va riallineata l’indennità di vacanza contemporanea, come prevede la legge: l’adeguamento automatico degli stipendi deve essere del 50% dell’inflazione e va fatto dal primo giorno di assenza contrattuale, non solo per l’ultimo anno”. LEGGI TUTTO

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    Scuola: per docenti e Ata in arrivo incarichi aggiuntivi. Anief chiede stabilità degli interventi

    (Teleborsa) – Si è appena concluso al Ministero dell’Istruzione e del Merito l’incontro di Informativa sulle Misure attuative dell’art. 10, comma 2 del decreto-legge 123/2023 che autorizza per l’anno scolastico 2023/24 la spesa di 3.333.000 euro per il 2023 e 10.000.000 euro per il 2024, con l’obiettivo dichiarato di potenziare l’organico dei docenti per l’accompagnamento dei progetti pilota del piano “Agenda Sud”. Il progetto prevede un finanziamento di 265,588 milioni di euro in favore delle scuole statali primarie, secondarie di primo e di secondo grado delle regioni del Mezzogiorno per superare il divario territoriale tra Nord e Sud Italia, garantendo pari opportunità d’istruzione agli studenti su tutto il territorio nazionale. LEGGI TUTTO

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    Covid: incontro al MIM con i sindacati scuola sulle misure per contenere il rischio

    (Teleborsa) – Si è appena concluso l’incontro al ministero dell’Istruzione e del Merito per discutere, con i sindacati della scuola, l’evolversi della situazione epidemiologica. L’Anief ha partecipato con le segreterie generali Chiara Cozzetto e Daniela Rosano. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha annunciato da qualche giorno l’istituzione di un tavolo interministeriale che si riunirà con cadenza periodica per monitorare l’evolversi della situazione in base ai riscontri scientifici relativi all’andamento del virus. Il Governo intende adottare tutte le misure che gli esperti giudicheranno utili a contenere il contagio a tutela in particolare degli studenti e del personale fragile. Il Ministero facendo seguito all’iniziativa governativa e su richiesta delle parti sociali ha convocato oggi tutti i sindacati della scuola.All’incontro di oggi Anief ha espresso apprezzamento per l’apertura e la collaborazione che l’Amministrazione sta dimostrando con questa prima e tempestiva convocazione. “In passato – dichiara il presidente Marcello Pacifico – abbiamo contestato una linea che ha determinato un trattamento discriminatorio dei colleghi; questo approccio ci auguriamo non possa più ripetersi, tanto più che il modello su cui il Ministero della salute sta lavorando è quello di un regime endemico e non di una pandemia. Il Ministero ha chiarito che è in corso un aggiornamento dei vaccini e che la diffusione dei vaccini prevederà priorità e precedenze che dipenderanno dallo stato di salute dei soggetti”.”Dal punto di vista organizzativo la gestione delle istituzioni scolastiche richiederà senz’altro risorse ulteriori e Anief può rivendicare con forza di aver ottenuto un organico aggiuntivo per il personale ATA. L’organico aggiuntivo – fa sapere Anief in una nota – sarà operativo a partire dalla metà di ottobre e, per il momento, fino al 31 dicembre ma con la possibilità di estensione di questi contratti fino al termine delle lezioni, possibilità su cui il sindacato sta lavorando di concerto con il Ministero. Certo sarà importante una gestione attenta e responsabile dell’evoluzione dei contagi che tenga conto soprattutto del personale fragile e che non sovraccarichi le istituzioni scolastiche di compiti che non sono loro propri. Attendiamo le prossime riunioni per la condivisione delle linee guida per la gestione dei contagi. LEGGI TUTTO

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    Voto in condotta, italiani promuovono la riforma Valditara

    (Teleborsa) – La gran parte degli italiani (76%) promuove la riforma del voto in condotta, annunciata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prevede che la valutazione della condotta pesi nei crediti per l’esame di maturità e per far scattare il debito scolastico in educazione civica in caso di 6 in pagella.E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Quorum/You Trend per Sky Tg24. In particolare, dai dati emerge che i più favorevoli hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, mentre i più contrari sono i giovani tra i 18 e i 34.Promossa anche la figura del “docente tutor”, introdotta da quest’anno con il compito di aiutare gli studenti nel processo di orientamento, che convince due italiani su tre, con una percentuale del 66%.Complessivamente, dunque, dal sondaggio emerge che sia la riforma del voto in condotta che l’introduzione dei docenti tutor piacciono in modo trasversale agli elettori di maggioranza e opposizione. LEGGI TUTTO

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    Primo giorno di scuola, ASPI: “Due ore retribuite ai dipendenti per accompagnare i figli”

    (Teleborsa) – In vista della riapertura delle scuole primarie in programma la prossima settimana, Autostrade per l’Italia ha accordato, per tutti i genitori dipendenti del Gruppo non turnisti e con figli in età di scuola primaria, un permesso di 2 ore retribuite per poter accompagnare i propri figli nel loro primo giorno di scuola. L’accordo, siglato questa mattina alla presenza delle Organizzazioni Sindacali, – fa sapere Aspi in una nota – va in continuità con i precedenti accordi e i miglioramenti introdotti già nel nuovo CCNL in merito al tema dei congedi per la maternità e la paternità, tutele per i lavoratori con problemi di salute, miglioramenti del sistema della previdenza complementare e un forte rafforzamento del sistema di welfare, confermando ancora una volta l’attenzione dell’azienda alla conciliazione vita-lavoro e il benessere dei lavoratori.”Il primo giorno di scuola dei nostri figli – dichiara Gian Luca Orefice, direttore Human Capital Organization and HSE di Autostrade per l’Italia – è un tassello fondamentale per l’istruzione e la crescita dei ragazzi, per costruire le persone e la società di domani. Ma è anche un momento importante per la famiglia e per ciascun genitore: un diritto che va tutelato. L’accordo siglato oggi in Aspi è solo un piccolo ma significativo sostegno per ciascun lavoratore, nel solco delle nostre politiche a favore della bigenitorialità, del rafforzamento dell’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, oltre che delle pari occasioni di crescita”. “Questo accordo – aggiunge Antonio Cavallera, head of people management e industrial relations – è un altro frutto della nostra collaborazione costante con le organizzazioni sindacali, una sinergia che consente di conoscere e agire con efficacia su quelle che sono le esigenze dei nostri lavoratori. Un approccio virtuoso che ci rende orgogliosi e ci consente di inaugurare pratiche innovative come questa”.Questa iniziativa – conclude la nota – aggiunge tra l’altro un ulteriore tassello all’impegno aziendale sul versante diversity e inclusion, tradotto nelle molteplici azioni condotte nell’ambito del team rappresentato da Alessia Ruzzeddu, responsabile Diversity ,Equity and Inclusion di Autostrade per l’Italia. LEGGI TUTTO

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    Scuola: PIL sull’istruzione in calo al 4,1%

    (Teleborsa) – La ripresa dell’anno scolastico, il primo dalla fine ufficiale dell’emergenza sanitaria da Covid-19 annunciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ha cancellato l’impoverimento educativo generato dalla pandemia sull’apprendimento e sul benessere psicologico delle studentesse e degli studenti, soprattutto tra i minori in svantaggio socioeconomico. Se la pandemia ha rimesso al centro l’importanza degli investimenti sull’istruzione, dopo l’emergenza la percentuale di PIL investita dal nostro Paese in questo settore è tornata a scendere al 4,1%, contro una media europea del 4,8%, a cui si aggiunge la carenza di servizi come asili nido, mense e tempo pieno, che restano ancora appannaggio di pochi. La copertura nelle strutture educative 0-2 anni pubbliche e private nell’anno educativo 2021/2022 è pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti, ancora ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% entro il 2010 e molto lontano dal nuovo obiettivo stabilito a livello europeo del 45% entro il 2030. Secondo gli ultimi dati disponibili (a.s. 2021/2022) ancora solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno (sebbene in crescita rispetto a 5 anni prima, 32,4% nell’a.s. 2017/2018) e poco più della metà degli alunni della primaria frequenta la mensa scolastica (54,9%, contro 51% dell’a.s. 2017/2018). Queste sono alcune evidenze emerse dal Rapporto “Il Mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane”, diffuso oggi da Save the Children in vista della riapertura delle scuole: una fotografia delle diseguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.”Non sorprende – sottolinea Save the Children in una nota – che la dispersione scolastica in Italia sia superiore rispetto alla media europea (rispettivamente 11,5% e 9,6% nel 2022)[4] e che l’8,7% di studenti si trovi in condizione di dispersione implicita (secondo i dati INVALSI del 2023), percentuale in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma ancora più elevata rispetto a quella registrata prima della pandemia (era del 7,5% nel 2019). Gli studenti che si trovano in condizione di dispersione implicita sono studenti che, pur ottenendo il diploma di scuola superiore, non raggiungono i livelli di competenze richieste nelle prove di italiano, matematica e inglese, bensì mostrano livelli corrispondenti agli obiettivi formativi previsti per gli studenti di terza media.In uno scenario in cui la scuola italiana è alle prese con un numero sempre minore di studenti, a causa del calo demografico che da anni investe il nostro Paese (rispetto a 7 anni fa, quasi 71mila bambini in meno hanno varcato la soglia della scuola elementare, 511.485 nell’a.s. 2015/16, 440.733 nell’a.s. 2021/22).) e con classi sempre più multiculturali, quest’anno il Rapporto annuale sulla scuola di Save the Children mette a fuoco i percorsi educativi degli studenti con background migratorio, evidenziando l’opportunità per il nostro Paese di riconoscere e valorizzare le diversità a scuola e superare gli stereotipi legati al percorso migratorio, con proposte capaci di sostenere una scuola inclusiva e multiculturale. Stiamo parlando di più di 800mila minori, pari ad oltre 1 su 10 (10,6%) tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie nel nostro Paese. Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana ha un impatto sul successo scolastico e segna il loro percorso di crescita e di formazione rispetto ai coetanei. Molti studenti con background migratorio, pur nascendo o crescendo in Italia, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola, a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, al ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce, passando in alcuni territori anche per il cosiddetto fenomeno del white flight, ovvero lo spostamento, da parte delle famiglie italiane, di bambini e adolescenti verso scuole situate in aree urbane centrali, con il conseguente aumento della concentrazione di alunni stranieri nelle scuole periferiche e il distanziamento, non solo fisico, ma anche sociale e culturale tra studenti di origine italiana e studenti con background migratorio. Il percorso scolastico di queste bambine, bambini e adolescenti nel nostro Paese è reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana. Questi studenti incontrano maggiori difficoltà, ad esempio, a partecipare a gite scolastiche e scambi culturali all’estero, riservati spesso ai soli cittadini comunitari, o a competizioni sportive, e, successivamente, anche ad accedere all’Università o ai concorsi pubblici.Nel nostro Paese, – rileva il Rapporto – solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto e frequenta la scuola dell’infanzia (percentuale che sale all’83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani, sperimentando così, fin dai primi anni di vita, percorsi scolastici e educativi diversi, che incidono sui risultati e sulle opportunità future. Tra gli studenti con background migratorio si registrano maggiori ritardi scolastici, casi di dispersione e abbandono scolastico. Mentre gli studenti di origine italiana in ritardo nell’anno scolastico 2021/22 rappresentavano l’8,1%, quelli con cittadinanza non italiana erano il 25,4%, con un divario che diventa ancora più allarmante nella scuola secondaria di II grado (16,3% contro il 48,4%).Le disuguaglianze si rilevano anche negli apprendimenti. Al termine del primo ciclo di istruzione la percentuale degli studenti che non raggiungono le competenze adeguate in italiano, matematica e inglese (secondo i dati INVALSI del 2023) tra gli immigrati di prima generazione è doppia (26%) rispetto agli studenti italiani o stranieri di seconda generazione. A gravare sul percorso educativo dei minori con background migratorio, anche le condizioni di povertà economica – con un’incidenza del 36,2% della povertà assoluta tra le famiglie con minori composte esclusivamente da stranieri (per le famiglie composte solo da italiani si ferma all’8,3%, per quelle miste arriva al 30,7%) – e l’impatto della pandemia, che ha in molti casi comportato l’interruzione dell’insegnamento della lingua italiana e delle attività extrascolastiche, la mancanza di dispositivi tecnologici per seguire le lezioni, la mancanza di occasioni di socialità e di rapporto scuola-famiglia.”I bambini, le bambine e gli adolescenti, italiani di fatto, ma non per legge, sono più di 800 mila nelle nostre scuole e in costante crescita, ma non beneficiano delle stesse opportunità di sviluppo dei loro coetanei italiani. Il loro percorso formativo è segnato da ostacoli e difficoltà che si manifestano fin dall’infanzia, a partire dall’accesso ai servizi, all’accertamento della carriera scolastica, al riconoscimento della validità dei titoli conseguiti in un altro Paese o alla piena partecipazione alle attività scolastiche e extrascolastiche. Per questo, sono necessari interventi e politiche ampie che sostengano nella scuola e nella società le opportunità date da una società multiculturale e consentano di far fiorire i talenti di tutte le studentesse e gli studenti, cosa di cui, peraltro, il nostro Paese ha un enorme bisogno per il suo sviluppo – ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children –. La scuola è lo spazio per eccellenza dell’incontro e dello scambio tra bambini e ragazzi con provenienze diverse e la relazione è spesso la chiave per avviare un processo di inclusione sociale di successo. Per questo, chiediamo al Governo di investire risorse per valorizzare il pluralismo culturale nelle scuole, potenziando la presenza di mediatori culturali negli istituti con un’alta presenza di alunni con background migratorio, ma anche corsi di italiano e attività di socializzazione extrascolastica, soprattutto nelle aree più svantaggiate e a rischio povertà dove si concentrano le famiglie con entrambi i genitori nati all’estero”.”Da troppo tempo l’Italia attende una riforma legislativa che riconosca piena cittadinanza ai bambini e alle bambine che nascono o giungono da piccoli nel nostro Paese, rafforzando così il senso di appartenenza alla comunità nella quale crescono e spingendo in avanti le loro aspirazioni per il futuro. È un’opportunità che il nostro Paese non può perdere – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children –. L’impegno a favore dei percorsi scolastici degli studenti con background migratorio deve inserirsi, a pieno titolo, in un piano di contrasto a tutte le gravi disuguaglianze educative che oggi pregiudicano il futuro dei bambini: le disuguaglianze territoriali (con i gravi divari tra Nord e Sud), quelle legate alla condizione economica delle famiglie, quelle relative al genere, in particolare per l’accesso delle bambine alle discipline scientifiche. Il superamento delle disuguaglianze educative va messo al centro degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, così come dei fondi ordinari e della nuova programmazione europea. Un intervento organico e strutturale a sostegno delle scuole e dei territori che affrontano giornalmente questa sfida è la strada per assicurare davvero, nei fatti, una scuola ‘aperta a tutti‘, come recita la nostra Costituzione”. LEGGI TUTTO