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    Casillo, Standard Ethics conferma rating ESG in attesa del piano di Sostenibilità

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE” a Casillo Group. Si tratta del sesto notch su nove (nella fascia “Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità. Casillo Group è uno dei principali operatori dell’industria molitoria (commercializzazione e trasformazione del grano duro e tenero) italiana e opera globalmente nei settori dello stoccaggio cereali, trading di commodities agricole e retail.La società si è allineata negli ultimi anni alle indicazioni provenienti da Onu, Ocse e Ue con policy e strategie strutturate sui temi di Sostenibilità. Ha implementato un Codice di Condotta Fornitori, estendendo formalmente alla catena di fornitura il proprio impegno sulle tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) e predisposto un questionario per rilevarne le performance di Sostenibilità. La rendicontazione extra-finanziaria si è arricchita di elementi connessi alla normativa europea in materia, di prossima applicazione per il Gruppo.La società ha nuovamente condotto una due diligence di Sostenibilità e rilevato i temi materiali attraverso un’analisi basata sul principio di doppia materialità. Si registra il lancio di nuovi prodotti attraverso processi di economia circolare corredati da analisi sul ciclo di vita (Life Cycle Assessment). Si attende il lancio del Piano di Sostenibilità, di prossima adozione. LEGGI TUTTO

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    Leonardo, rinegoziata linea di credito ESG-linked da 1,8 miliardi di euro con 26 banche

    (Teleborsa) – Leonardo, big italiano della difesa, ha sottoscritto una nuova linea di credito revolving con un pool di banche internazionali e nazionali. La ESG-linked Revolving Credit Facility sottoscritta è di importo pari a 1,8 miliardi di euro e ha una durata di 5 anni. La nuova linea di credito sostituisce la ESG-linked Revolving Credit Facility esistente, riducendo del 30% il margine ed estendendo la durata fino al 2030.La linea di credito integra due obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dirette e indirette. I parametri ESG selezionati contribuiscono ad inserire la Revolving Credit Facility (RCF) nel quadro delle fonti di finanziamento sostenibili di Leonardo che rappresentano circa i 2/3 del totale delle fonti disponibili.”In linea con la strategia finanziaria del Gruppo, la sottoscrizione della nuova linea di credito ci consente di mantenere una significativa posizione di liquidità, riducendone i costi – ha detto l’AD Roberto Cingolani – Gli upgrade di credit rating conseguiti nel corso del 2025 hanno sostenuto la nostra proposta di rinegoziazione della RCF che ha riscontrato ampia adesione da parte delle banche. Inoltre, la conferma dei contenuti ESG ribadisce il nostro impegno per la sostenibilità e la nostra fiducia nella strategia perseguita”.L’elevato numero di controparti, 26 banche, e l’oversubscription di circa 5 miliardi di euro confermano il successo dell’operazione, il supporto del mercato bancario per Leonardo e l’apprezzamento per il Piano Industriale del Gruppo, si legge in una nota.I Mandated Lead Arrangers e Bookrunners sono: Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Banco BPM, Banco Santander, Bank of America, BNP Paribas – Banca Nazionale del Lavoro, BPER Banca, CaixaBank, Commerzbank, Crédit Agricole, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Société Générale e UniCredit. I Lead Arrangers sono: Barclays, Crédit Industriel et Commercial, Citibank, HSBC, Mediobanca, MUFG Bank e NatWest. I Co-Arrangers sono: Banca Passadore, Banca Popolare di Sondrio, Bank of China, JP Morgan, Morgan Stanley e SMBC. LEGGI TUTTO

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    BEI e CaixaBank insieme per sostenere capacità produttiva di Navantia Seanergies

    (Teleborsa) – La Banca europea per gli investimenti (BEI) e CaixaBank hanno firmato un accordo di controgaranzia di 50 milioni di euro, che CaixaBank utilizzerà per creare un portafoglio di garanzie bancarie nell’ambito di un green trade finance facility di almeno 100 milioni a sostegno delle capacità produttive della divisione energie rinnovabili di Navantia, Navantia Seanergies. Navantia vanta una vasta esperienza nel settore dell’energia eolica offshore, grazie alla costruzione di sottostazioni e fondazioni fisse e galleggianti, come jacket e monopali. L’accordo consentirà a Navantia Seanergies di ricevere pagamenti anticipati e di fornire garanzie di performance per l’avvio di nuovi progetti eolici offshore. Consentirà inoltre all’azienda di pagare anticipatamente i propri fornitori per la fornitura dei relativi sottocomponenti, supportando l’intera filiera eolica. La produzione dei componenti per l’energia eolica offshore avverrà presso gli stabilimenti di Navantia Seanergies di Fene (Galizia) e Puerto Real (Andalusia), tutte regioni con un reddito pro capite inferiore alla media UE. L’accordo sostiene l’azione per il clima e contribuisce alla coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione Europea, due delle otto priorità strategiche del Gruppo BEI stabilite nella Roadmap strategica del Gruppo per il periodo 2024-2027. Per CaixaBank, si tratta del primo strumento di finanziamento commerciale verde con copertura BEI, che contribuisce agli sforzi della banca per promuovere il finanziamento del commercio internazionale di tecnologie e materiali verdi nell’ambito del Piano d’azione europeo per l’energia eolica, ed è in linea con il Piano di sostenibilità 2025-2027 della banca, uno dei pilastri del Piano strategico del Gruppo.L’operazione fa parte del pacchetto eolico da 5 miliardi di euro della BEI lanciato nel 2023, un pacchetto dedicato di controgaranzie per migliorare l’accesso al credito per il settore eolico e sostenere l’aumento di 32 GW della capacità di generazione di energia eolica di nuova installazione.L’operazione è garantita da InvestEU, il programma di punta dell’UE che mobilita oltre 372 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del settore pubblico e privato a sostegno degli obiettivi politici dell’UE dal 2021 al 2027. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: oltre 3 euro di benefici sociali per ogni euro erogato per progetti di impatto

    (Teleborsa) – Ogni euro destinato a progetti ad alto valore, genera un beneficio per la collettivita` superiore al triplo dell’importo erogato. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulla valutazione d’impatto sociale presentato oggi da Intesa Sanpaolo e realizzato con Prometeia.I numeri dell’impattoLa valutazione ha riguardato 664 iniziative del Terzo Settore finanziate nel 2024 da Intesa Sanpaolo per un valore complessivo di 155 milioni di euro. Il ritorno sociale dell’investimento (SROI) e` pari a 3,3: ogni euro erogato genera oltre 3 euro di benefici sociali, per un impatto totale di 511 milioni di euro. Le iniziative finanziate hanno sostenuto circa 5mila lavoratori, di cui 3mila confermati grazie ai progetti e 2mila aggiuntivi. I beneficiari complessivi sono oltre 3 milioni di persone, che grazie ai finanziamenti della Banca destinati a specifiche progettualita` registrano 520mila nuovi beneficiari. Tra i risultati piu` significativi: 56mila pazienti hanno beneficiato di cure sanitarie altrimenti difficilmente accessibili; 14mila persone inserite nel mondo del lavoro; 365mila pasti distribuiti nell’ambito di progetti di assistenza; 6mila bambini accolti in asili nido e scuole materne; 40mila persone qualificate professionalmente e 30mila studenti supportati nei percorsi formativi. I settori e i territori In termini di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG), oltre il 40% dei benefici riguarda la salute personale e il benessere, seguiti da istruzione (16%), inserimento lavorativo e crescita economica (8%) e riduzione delle disuguaglianze (7%). Sul piano territoriale emerge un forte impatto al Sud Italia e nelle Isole con 178 milioni di euro, seguite dal Nord-Ovest (155 milioni di euro), dal Centro Italia (103 milioni di euro) e dal Nord- Est (66 milioni di euro). Le aree di maggiore impatto variano a seconda dei territori: sanita` e salute al Nord-Ovest e al Sud, istruzione al Nord-Est e al Centro. “La valutazione d’impatto sociale – afferma Andrea Lecce, Responsabile Direzione Impact Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo – dimostra come, attraverso il nostro credito, gli investimenti effettuati dalle realta` finanziate restituiscono il triplo di benefici per le comunita` in cui operiamo. Ogni anno grazie all’impegno delle nostre 600 persone, alle competenze e alle sinergie generate dalla Banca dei Territori, eroghiamo 300 milioni di euro di credito agevolato a 100mila realta` del Terzo Settore. In questo modo sosteniamo progetti capaci di generare un valore sociale triplicato, creare lavoro e rispondere ai bisogni delle persone piu` fragili”. “I risultati presentati oggi mostrano quanto sia imprescindibile il sostegno al Terzo Settore soprattutto in un contesto segnato da crescente incertezza internazionale, profonde trasformazioni tecnologiche e uno scenario demografico avverso. Misurarne l’impatto in modo rigoroso e` doveroso per rendere il sostegno sempre piu` efficace e diffuso” ha sottolineato Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia. LEGGI TUTTO

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    ASviS Live, “10 Anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future”

    (Teleborsa) – “10 anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future” è il titolo dell’ASviS Live organizzato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per celebrare il decimo anniversario della sua adozione e il primo anniversario del “Patto sul Futuro” da parte delle Nazioni Unite. L’evento online – realizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, UN Global Compact Network Italia e Sustainable Development Solutions Network Italia – ha riunito rappresentanti di istituzioni internazionali, imprese e società civile per analizzare progressi e ritardi dell’Italia rispetto all’Agenda 2030 e valutare lo stato del dibattito globale sui temi del multilateralismo, della finanza per lo sviluppo sostenibile, della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze. A cinque anni dalla scadenza per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 il mondo si trova di fronte a un crocevia: i passi avanti realizzati negli ultimi anni sono stati rallentati o in parte compromessi da crisi interconnesse, dalla pandemia ai conflitti fino all’emergenza climatica e alle guerre commerciali globali. “Le sfide che abbiamo di fronte impongono, come previsto dal Patto sul Futuro sottoscritto dall’Italia nel settembre 2024, di adottare una governance anticipante capace di assumere il futuro come criterio guida delle decisioni presenti – ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS –. L’Italia sta introducendo la Valutazione di Impatto Generazionale delle nuove leggi, come proposto dall’ASviS. Ma non basta: per realizzare il cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, il futuro va messo al centro dell’educazione e della ricerca, per coinvolgere tutto il Paese nella definizione delle politiche da seguire per realizzare una società che sia più giusta e sostenibile”.In occasione dell’evento sono stati diffusi i dati dell’indagine a cui ha preso parte anche UN Global Compact Network Italia, da cui emerge il forte supporto della popolazione europea per l’Agenda 2030: l’80% dei cittadini europei ritiene che lo sviluppo sostenibile debba essere una priorità per l’UE e i governi nazionali, l’85% che le normative sulla sostenibilità aziendale siano essenziali, il 73% considera la sostenibilità un motore di competitività per le aziende, il 75% ritiene che governi e aziende dovrebbero stanziare maggiori risorse per promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, visto che solo il 37% è convinto che la maggior parte di essi possa essere ancora raggiunta entro il 2030.Interessanti sono anche i risultati del sondaggio sulla popolazione italiana promosso da WeWorld e Manitese insieme a Impresa2030 e all’ASviS sul ruolo delle imprese per la tutela dei diritti umani e ambientali. L’85% dei rispondenti ritiene che le grandi imprese europee e quelle di altri paesi che esportano nel mercato europeo debbano essere obbligate per legge a prevenire i danni causati dalle loro attività a persone, ambiente e clima, anche se questo comporta per loro dei costi in più. L’84% chiede che le grandi aziende siano responsabili dei danni causati dai loro prodotti o servizi lungo tutta la catena del valore e il 79% che le grandi aziende siano obbligate a fare piani per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, solo un terzo pensa che i governi facciano abbastanza per limitare l’impatto negativo delle grandi aziende sui diritti umani e clima, mentre tre italiani su quattro affermano che non può esserci competitività senza tutela dei diritti umani, dell’ambiente e senza contrasto al cambiamento climatico. Per affrontare queste sfide e guardare ai prossimi anni, l’ASviS ha presentato il Future Paper “Una governance anticipante per l’Italia. Disegnare il futuro anche nell’interesse delle future generazioni”, realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro, la piattaforma strategica nazionale promossa dall’ASviS proprio per mettere i “futuri” e il pensiero a lungo termine al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del Paese. Il documento, ispirato dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione italiana che ha introdotto, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle generazioni future, propone un nuovo approccio capace di valutare oggi gli impatti di leggi e politiche di domani, così da dotare il Paese degli strumenti necessari a governare le grandi trasformazioni del nostro tempo, come l’intelligenza artificiale, la crisi climatica, la transizione demografica.Il Future Paper propone alcuni interventi, in linea con il Patto sul Futuro, da realizzare entro il 2027. Innanzitutto, dotare l’Italia di strutture di strategic foresight, un approccio che utilizza metodi analitici e partecipativi per esplorare scenari futuri e identificare rischi e opportunità; in secondo luogo, tutelare i diritti delle future generazioni attraverso l’introduzione della Valutazione di Impatto Generazionale, attualmente in discussione alla Camera e istituire nuove autorità indipendenti con un mandato esplicito sulla tutela delle future generazioni; grande attenzione anche alla formazione della Pubblica Amministrazione per acquisire adeguate capacità di foresight e di valutazione dell’impatto delle politiche sulle future generazioni. E infine, creare una “Assemblea Nazionale sul Futuro” per coinvolgere la società civile, e specialmente i giovani, nella progettazione del Paese.”La Costituzione – ha commentato Giulia Di Donato, una delle autrici del Future Paper – ci impone di tutelare anche gli interessi delle future generazioni. I giovani devono quindi essere i protagonisti di questo processo, anche grazie alla costituenda Assemblea Nazionale sul Futuro”.”L’Agenda 2030 – ha dichiarato Maurizio Massari, rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite – ha rappresentato, sin dal suo lancio, uno strumento di grande ambizione per accompagnare e orientare le scelte degli Stati nei percorsi di crescita sostenibile. I dieci anni dalla sua adozione coincidono con l’80° anniversario delle Nazioni Unite e con i 70 anni dall’ingresso dell’Italia nell’Organizzazione, in un contesto molto complesso sia dal punto di vista geo-politico che di quello dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il contributo italiano agli SDGs si distingue su temi centrali per l’Agenda 2030 quali l’SDG16 (istituzioni giuste e trasparenti), il nesso tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici e la trasformazione dei sistemi agroalimentari sostenibili. In quest’ambito, nel luglio 2025 l’Italia ha co-ospitato ad Addis Abeba insieme all’Etiopia l'”Unfss+4″, dopo aver organizzato a Roma, nel 2023, il secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari”. “Oggi, 25 settembre, – ha affermato Filippo Bettini, presidente del UN Global Compact Network Italia – è un’occasione preziosa per dare voce alla ricerca Perception of Sustainable Development by Europeans, che abbiamo condotto in 16 Paesi europei. I risultati parlano chiaro: oltre l’80% dei cittadini europei indica lo sviluppo sostenibile come una priorità, e in Italia tre persone su quattro lo riconoscono anche come leva di competitività. Ma la stessa indagine ci ricorda che la transizione potrà compiersi solo se la regolamentazione in materia sarà proporzionata e applicabile da parte delle aziende, conservando il carattere di efficacia rispetto agli scopi, e se anche le PMI avranno gli strumenti necessari per giocare un ruolo da protagoniste. In questo spirito, come UN Global Compact Network Italia, confermiamo il nostro impegno ad essere in prima linea, con responsabilità e con la convinzione che solo attraverso alleanze solide tra Istituzioni, imprese e società civile sarà possibile dare piena attuazione alla visione dell’Agenda 2030″.”Dieci anni dopo l’adozione dell’Agenda 2030 – ha detto Patrizia Lombardi, co-presidente del SDSN Italia – è tempo di guardare con lucidità ai progressi compiuti e alle sfide ancora aperte. Le crisi recenti hanno reso evidente quanto sia urgente educare al futuro, sviluppando competenze, visioni e responsabilità capaci di orientare le scelte individuali e collettive verso la sostenibilità e la giustizia tra generazioni. In questo percorso le università hanno un ruolo decisivo: attraverso ricerca, educazione e valorizzazione della conoscenza possono generare innovazione, formare cittadini consapevoli e contribuire in modo determinante alla trasformazione del Paese. Come SDSN Italia siamo convinti che scienza, saperi condivisi e dialogo tra istituzioni, imprese e società civile siano la leva fondamentale per tradurre l’Agenda 2030 in azioni concrete, oggi, a beneficio delle future generazioni”.Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha infine sottolineato l’urgenza di adottare un nuovo approccio. “Se vogliamo affrontare con coerenza le sfide globali e onorare il patto tra generazioni, – ha detto Stefanini – dobbiamo trasformare il futuro da concetto astratto a criterio guida delle decisioni presenti. Solo così potremo coniugare prosperità economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente, costruendo un modello di sviluppo equo e sostenibile. È una responsabilità collettiva, che chiama in causa istituzioni, imprese e cittadini, e che richiede visione, coraggio e coerenza”. LEGGI TUTTO

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    ASML Holding, Standard Ethics conferma rating “EE+”

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE+” a ASML Holding, big europea dei semiconduttori. Si tratta del settimo notch su nove (nella fascia “Very Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.In linea con la metodologia di Standard Ethics, gli analisti confermano l’approccio olistico alla Sostenibilità del Gruppo olandese. Il sistema di ESG risk management, l’utilizzo di richiami sovranazionali nel Codice di Condotta, la rendicontazione extra-finanziaria in forma standard, le policy e gli obbiettivi ESG aderenti ai principali quadri internazionali e la composizione quali-quantitativa conforme ai principi di indipendenza, parità di genere ed internazionalità sono alcuni degli elementi che guidano l’Agenzia alla conferma del rating “EE+”. LEGGI TUTTO

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    Tecno, Lombardi: Spagna mercato chiave con recenti sviluppi normativi

    (Teleborsa) – Il nuovo quadro normativo sulla sostenibilità della Spagna rappresenta “una grande opportunità” per i fornitori di tecnologie ambientali, strumenti digitali e soluzioni di misurazione e reporting avanzato. Lo afferma Tecno, gruppo quotato su Euronext Growth Milan e tra i principali player nel settore SustainTech, che è già presente in Spagna con la filiale spagnola della controllata Energika.Il Real Decreto 214/2025, entrato in vigore il 12 giugno 2025 e i nuovi strumenti normativi e strategici adottati dal governo spagnolo, stanno dando forma a un vero e proprio ecosistema regolatorio per la sostenibilità: obblighi stringenti su calcolo della Carbon Footprint di Organizzazione (CFO), piani di decarbonizzazione quinquennali con obiettivi quantificati, monitoraggio digitale e trasparenza pubblica spingono le imprese verso una trasformazione profonda. Secondo le stime ufficiali del MITECO (Ministerio para la Transición Ecológica y el Reto Demográfico), i nuovi obblighi riguardano circa 6.000 aziende private spagnole attive in molteplici settori.Tra i comparti più attivi in questa transizione spicca quello estrattivo e degli inerti, al centro di una profonda trasformazione digitale. In questo scenario, in cui la digitalizzazione diventa la via più efficiente per ridurre il carico amministrativo e abbattere i costi di compliance, Tecno si trova in una posizione favorevole grazie alla partnership strategica con Finanzauto, storico distributore di Caterpillar in Spagna.Il posizionamento in Spagna di Tecno si inserisce nella più ampia strategia di espansione internazionale annunciata al mercato: la crescita nei mercati esteri avviene attraverso partnership solide, integrazione tecnologica e valorizzazione della sostenibilità, in linea con l’approccio data-driven del Gruppo.”La Spagna rappresenta per noi uno dei mercati chiave per ampiezza del perimetro regolatorio, maturità industriale e visione ambientale – ha commentato Giovanni Lombardi, Fondatore e Presidente di Tecno – I recenti sviluppi normativi confermano che la sostenibilità, per le imprese, non è più solo un tema reputazionale, ma un requisito operativo e competitivo. Grazie alla partnership con un attore storico come Finanzauto, abbiamo la possibilità di entrare in questo contesto con un’offerta concreta, riconosciuta sul campo e in linea con le esigenze di digitalizzazione e decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica”. “È un esempio chiaro di come intendiamo crescere all’estero: unendo tecnologie proprietarie e alleanze strategiche con partner solidi e radicati nel territorio – ha aggiunto – Continueremo a cogliere le opportunità che emergono dai grandi processi di trasformazione normativa in Europa, offrendo soluzioni digitali scalabili e capaci di generare valore industriale ed economico per i nostri clienti e ritorno per i nostri azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Veolia Environnement, Standard Ethics migliora l’outlook a Positivo

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha elevato l’Outlook di Veolia Environnement, multinazionale francese impegnata nella fornitura di servizi ambientali, a “Positivo”. Il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE” è confermato. Si tratta del sesto notch su nove (nella fascia “Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Gli analisti di Standard Ethics riscontrano un progressivo allineamento alle indicazioni sulla Sostenibilità di Onu, Ocse e Ue. L’impianto di governance della Sostenibilità poggia su policy e obbiettivi ESG definiti, su un sistema di ESG risk management appropriato e su una rendicontazione extra-finanziaria standard. La composizione quali-quantitativa dell’organo apicale risponde ai principi di indipendenza e parità di genere.Tra i miglioramenti possibili nel breve termine si segnala la possibilità di rendere più facilmente fruibili le policy a carattere sociale citate dall’azienda. LEGGI TUTTO