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    Decarbonizzazione, d'Agnese: “Accelerare investimenti. CDP impegnata su transizione”

    (Teleborsa) – “Gestire i compromessi tra sostenibilità energetica, sicurezza e costi non è una sfida nuova. Circa un decennio fa una nuova parola era abbastanza popolare tra gli esperti per descriverlo: si parlava di ‘trilemma’ energetico”. Così Luca d’Agnese, Direttore Policy, Valutazione e Advisory di CDP nel suo intervento al panel “Carbon neutrality, competitive and affordable prices, and energy independence: achieving Europe’s great energy challenge”, in occasione della 12esima edizione di “The State of the Union Conference” in programma a Fiesole (Firenze) dal 5 al 7 maggio 2022. “La novità nel panorama odierno è la mentalità che tutti abbiamo nell’affrontare questo dibattito”, afferma l’esperto, spiegando si è passati da uno status energetico “insostenibile” in cui l’energia “sostenibile” si rivelava troppo costosa a quello attuale “incredibilmente costoso e altamente inaffidabile” , dove però non v’è certezza di una maggiore sostenibilità ed esiste la prospettiva di abbracciare totalmente le rinnovabili o fare “un drastico passo indietro” verso un mix con più carbone.”Il settore energetico richiede investimenti a lungo termine, quindi cercare soluzioni rapide non ci porterà molto lontano”, ribadisce d’Agnese, aggiungendo che “accelerare il ritmo della transizione, fare ciò che era già pianificato, solo più velocemente, è un pilastro comune a tutte le strategie volte a perseguire l’indipendenza energetica e l’accessibilità economica” e “l’UE dovrebbe installare 60 GW di rinnovabili all’anno, raggiungendo 900 GW entro il 2030”. “Cassa Depositi e Prestiti sostiene questa transizione con diverse iniziative che fanno parte del nuovo Piano strategico”, spiega il manager citando i finanziamenti finalizzati ad investimenti in rinnovabili (eolico, fotovoltaico, greenfield), l’attività di supporto alle amministrazioni centrali e locali nell’attuazione del PNRR in Italia (oltre 70 miliardi di euro da impiegare fra risparmio energetico, mobilità sostenibile, progetti sperimentali che utilizzano l’idrogeno) e investimenti diretti in società specializzate nel settore in JV con altri attori (GreenIT, RenovIT). “Se l’attuale crisi può essere un acceleratore per la transizione energetica in Europa, la prospettiva globale è molto più problematica”, afferma d’Agnese, spiegando che gli attuali investimenti energetici, pari al 2,5% del PIL globale (circa 2 trilioni di dollari all’anno) dovranno arrivare fino al 4,5 % del PIL entro il 2030 (5 trilioni di dollari) per assicurare il raggiungimento del Net Zero entro il 2050. C’è anche un problema di accessibilità, nel senso che, supponendo parità di costo per ogni tonnellata di CO2 evitata, l’India dovrebbe spendere un insostenibile 12% del suo PIL. In più le prospettive sui tassi di interesse futuri rendono tali investimenti ancora più complessi da finanziare e la possibilità l’Ovest e le economie asiatiche (e la Cona) ne condividano l’onere (cd diplomazia climatica) è piuttosto remoto.Per accelerare sulla transizione le due leve che possono essere applicate sono l’accelerazione sul fronte delle rinnovabili, su cui più che un intervento finanziario sono necessarie riforme, ed un intervento sul fronte dell’efficienza energetica, cambiando anche i comportamenti dei consumatori, introducendo degli incentivi giusti per risparmiare energia”, ha affermato ancora il manager di CDP a margine dell’evento. “Queste sono le due leve – ha aggiunto – che realisticamente possono essere applicate e possono fare la differenza. La terza leva certamente è, sul fronte della diversificazione dell’offerta di gas, riuscire a rimuovere alcuni colli di bottiglia che ancora abbiamo in Europa, sfruttare meglio le infrastrutture di rigassificazione che esistono in alcuni paesi”.”Temo che avremo di fronte un periodo di prezzi più alti del passato anche quando le ostilità saranno terminate – ha ammesso d’Agnese – perché certamente non si ritornerà facilmente a una situazione come quella che c’era prima di febbraio”.Quanto alle rinnovabili, l’esperto afferma “il grosso dello sforzo temo dobbiamo farlo in tutti gli Stati membri. In Italia il problema principale oggi sono le autorizzazioni ma è stato giustamente sottolineato che se lo superiamo andremo incontro a problemi anche di offerta di materiali e componenti critici per costruire le rinnovabili”. Di qui la necessità di “ricostruire delle catene del valore” per la produzione di questi componenti in UE. LEGGI TUTTO

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    Orsero, bilancio di sostenibilità 2021: ridotti consumi idrici e delle navi

    (Teleborsa) – Orsero, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, ha presentato, in occasione dell’assemblea degli azionisti, il Bilancio di Sostenibilità 2021. Sono tre i principali temi su cui la società ha lavorato nel corso dello scorso esercizio: il valore delle persone, l’impatto sul pianeta e una alimentazione sana e sostenibile. “Prosegue il nostro cammino verso la sostenibilità – ha dichiarato Raffaella Orsero, Vicepresidente e CEO di Orsero – attraverso il quale ci proponiamo di coniugare lo sviluppo sostenibile con la crescita del nostro business, fondamentale per qualsiasi azienda, creando valore nel medio-lungo periodo per tutti i nostri stakeholder”.”Il 2021 è stato un anno strategico sotto questo punto di vista – ha aggiunto – Abbiamo creato una funzione dedicata alla gestione della sostenibilità, adottato una piattaforma online per agevolare la raccolta delle informazioni e dei dati, definito la Policy di Sostenibilità di gruppo e aderito al Global Compact delle Nazioni Unite, il patto mondiale che incoraggia le aziende a condurre il proprio business responsabilmente, perseguendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030. Lo scorso febbraio, inoltre, abbiamo presentato il nostro primo Piano Strategico di Sostenibilità e formalizzato 11 obiettivi concreti con i quali fornire un prezioso contributo per la creazione di un sistema alimentare sostenibile”.Per quanto riguarda il valore delle persone, Orsero afferma che l’attenzione ai propri dipendenti è testimoniata dalla qualità dei rapporti di lavoro, che vede l’82% del personale assunto con contratti a tempo indeterminato, dalla consistenza delle attività di formazione (il 15% in più rispetto al 2020), e dall’attivazione della piattaforma Talent LMS per la diffusione dei documenti aziendali e l’erogazione dei corsi di formazione.Dal punto di vista dell’impatto sul pianeta, tra le altre cose, viene evidenziato che il 2021 ha visto un miglioramento della performance ambientale del gruppo grazie ad una riduzione dei consumi idrici e una diminuzione di tutti i consumi energetici delle navi, in particolare del consumo di diesel (-13%), del LUBOIL (-21%) e del VLSFO (-2%). Sul fronte della promozione di un’alimentazione sana, Orsero si è impegnato per garantire rigorosi standard di tracciabilità, qualità e sicurezza alimentare: nel 2021 sono stati effettuati solo in Europa più di 8.800 controlli qualità al giorno. LEGGI TUTTO

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    INWIT, Ferigo: sostenibilità è uno degli abilitatori del piano industriale

    (Teleborsa) – “Il 2021 ci ha visto consolidare e rafforzare il cammino verso la creazione di un business sostenibile, avviato a settembre 2020. La sostenibilità rappresenta uno degli abilitatori del nostro piano industriale e il forum di oggi è ormai un appuntamento imprescindibile nel percorso di coinvolgimento dei nostri interlocutori, consapevoli che le relazioni con gli azionisti e gli altri stakeholder sono parte integrante di una gestione responsabile e sostenibile del business e sono fondamentali nel processo di creazione di valore per l’azienda”. Lo ha affermato Giovanni Ferigo, AD di INWIT, in occasione del secondo Stakeholder Forum di INWIT.Al Forum hanno partecipato: Giovanni Ferigo, AD di INWIT, Laura Cavatorta, Presidente Comitato Sostenibilità INWIT e comitato ESG SNAM, Daniela Bernacchi, Segretario Generale UN Global Compact Network Italia, Paola Mascaro, Presidente Valore D e Michelangelo Suigo, Direttore External Relations, Communication & Sustainability di INWIT. La società, quotata su Euronext Milan e attiva nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, ha aggiornato il Piano di Sostenibilità 2022-2024 nel CdA del 24 febbraio 2022 e, in seguito, ha pubblicato il secondo Report Integrato. LEGGI TUTTO

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    Mobilità green, Nanni (Askoll EVA): incentivi importanti, ma servono norme migliori

    (Teleborsa) – Gli incentivi approvati dal governo per l’acquisto di auto e moto elettriche, ma anche ibride e a bassa emissione, “sono particolarmente importanti non solo perché rappresentano una spinta ulteriore all’aumento delle vendite e quindi del numero di modelli elettrici circolanti in Italia, che andrebbero a sostituire quelli tradizionali, ma soprattutto perché incoraggiano un cambiamento culturale verso la mobilità sostenibile”. Lo dice a Teleborsa Gian Franco Nanni, amministratore delegato di Askoll EVA, in riferimento al DPCM che, su proposta del ministro Giancarlo Giorgetti, ha ridisegnato e finanziato in maniera strutturale l’incentivo per l’acquisto di veicoli ibridi e a basse emissioni. Si tratta di una misura strutturale che stanzia quasi due miliardi in tre anni: 650 milioni l’anno per il 2022, il 2023 e il 2024.”L’andamento positivo della mobilità elettrica ha avuto un concreto riscontro anche sui numeri di Askoll EVA, in particolare nel secondo semestre del 2021, che mostrano una tendenza in crescita e per la prima volta anche con marginalità positiva. Un trend che sta continuando anche quest’anno”, commenta l’AD della società quotata su Euronext Growth Milan e che sviluppa, produce e commercializza e-bike ed e-scooter, nonché kit e componenti nell’area dei motori elettrici e delle batterie. Askoll EVA si dice “pronta a cogliere tutte le opportunità che si prospetteranno in futuro, rafforzando le iniziative di marketing rivolte al mercato retail e rivisitando ed ampliando la gamma di veicoli scooter per soddisfare tutti i gusti e le esigenze”. Il DPCM è indirizzato principalmente alle persone fisiche, segmento su cui Askoll EVA era già concentrata e che presenta delle peculiarità. “Le persone fisiche, il cosiddetto mercato retail, ha subito una evoluzione nel corso degli ultimi anni – spiega Nanni – Inizialmente chi si avvicinava all’elettrico lo faceva per motivi prettamente economici, basta meno di un euro di ricarica per percorrere un’ottantina di km e si ha una riduzione dei costi di manutenzione rispetto alle due ruote endotermiche: il bollo è gratuito per i primi 5 anni, i costi di assicurazione sono tendenzialmente inferiori rispetto agli equivalenti endotermici e le spese di manutenzione per dei veicoli elettrici sono nettamente inferiori”.Negli ultimi anni la situazione è però cambiata. “Grazie anche all’impegno delle nuove generazioni, l’aspetto economico è passato in secondo piano: ora l’attenzione è all’ambiente, l’impegno per una vita più sostenibile che avvicina i privati a una mobilità leggera green – aggiunge il manager – La strada da fare è ancora molta: il mercato è concentrato sulle grandi città, dove congestione del traffico, scarsi parcheggi e la ricerca di modi più veloci per spostarsi stanno incentivando l’utilizzo delle due ruote elettriche, anche come sostitutive alle auto”.Secondo l’amministratore delegato di Askoll EVA, che è attiva anche all’estero, i legislatori italiani dovrebbero introdurre ulteriori misure per favorire lo sviluppo del settore. “Un provvedimento che consentirebbe di incentivare ulteriormente l’utilizzo dei veicoli elettrici a due ruote in Italia potrebbe essere chiarire a livello nazionale la possibilità per i veicoli elettrici di entrare in ZTL – afferma Nanni – Ora la scelta è regolamentata a livello comunale e c’è scarsa informazione. Se ci fosse una normativa nazionale che acconsentisse ai veicoli elettrici a due ruote di circolare liberamente in ZTL dovunque, per i cittadini sarebbe ancora più facile, comodo e veloce spostarsi in città”. Esempi utili possono essere trovati all’estero, con l’AD che osserva come “a livello europeo stiamo assistendo a un’accelerazione sui provvedimenti in ambito energetico, con politiche di incentivazione alla mobilità elettrica e bonus statali presenti in molti paesi. Vi sono poi misure adottate a livello locale che potremmo recepire anche nelle nostre città, un esempio particolare arriva da Parigi dove lo scorso 30 agosto è entrato in vigore un limite di velocità urbano di 30 km/h. Limitando la velocità delle vetture circolanti le autorità francesi sperano così che le strade della capitale possano diventare più sicure e più tranquille, oltre a ridurre l’impatto acustico, il tutto incoraggiando gli spostamenti con veicoli leggeri e sostenibili”. LEGGI TUTTO

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    Crescita sostenibile, da Intesa Sanpaolo 12 milioni di euro a Idealservice

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo e Idealservice hanno finalizzato un’operazione di finanziamento rivolta alla crescita sostenibile dell’azienda nata a Udine nel 1953 come impresa di pulizie e oggi una delle realtà nazionali di riferimento nel settore dei servizi ambientali, degli impianti di selezione rifiuti e del facility management. Il finanziamento di Intesa Sanpaolo, pari a 12 milioni di euro, – fa sapere la banca in una nota – è destinato al piano di sviluppo dell’azienda tramite nuove acquisizioni ed investimenti. Tale operazione prevede anche obiettivi di miglioramento ESG (Environmental, Social, Governance), in particolare nuove assunzioni dedicate a dipendenti donne e l’introduzione di policy per promuovere la parità di genere in azienda.Nel dettaglio la società cooperativa Idealservice, con sede a Pasian di Prato (UD), che nel 2021 ha realizzato un fatturato di 147 milioni di euro, un utile di 4,5 milioni e che conta 3.719 addetti in tutta Italia, ha approvato un progetto strategico di sviluppo e crescita, che consentirà alla cooperativa di riorganizzare e rafforzare la sua attività, estendendola anche al settore delle energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico.Con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di una economia sostenibile, favorendo lo sviluppo di tale cultura in particolare nelle piccole e medie imprese, Intesa Sanpaolo ha lanciato un nuovo strumento di finanziamento a medio-lungo termine denominato s-Loan specificatamente disegnato – spiega la nota – per accompagnare gli sforzi delle imprese nella direzione di una maggiore sostenibilità sotto il profilo ambientale, sociale e di governance di impresa, valorizzando gli investimenti dedicati grazie anche alla individuazione di indicatori di performance ESG condivisi. S-Loan sostiene le esigenze di medio-lungo termine delle PMI e delle Mid Cap, con condizioni dedicate agevolate, grazie alle riduzioni di tasso che saranno riconosciute al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento in ambito ESG. Per ogni anno in cui l’impegno sarà rispettato sarà riconosciuto uno sconto sul finanziamento al fine di premiare i risultati conseguiti. “Abbiamo fortemente voluto – precisa Marco Riboli, presidente di Idealservice – che l’azienda, forte anche della sua connotazione sociale ed etica e la radicata presenza sul territorio, si strutturasse per diventare anche un vero e proprio punto di riferimento nazionale per quello che riguarda la transizione ecologica. Questo si inserisce in un piano strutturato di crescita che, grazie anche alla partnership con Intesa Sanpaolo, mira a raggiungere i 200 milioni di euro nei prossimi tre anni, rafforzando le nostre attività core (facility management, servizi ambientali e impianti di selezione rifiuti) e consolidando la nostra crescita anche per linee esterne”. “La capacità delle imprese di comprendere e governare il proprio impatto in termini ambientali, di governance e sociali, è centrale per proiettarle in un mercato sempre più competitivo anche sul tema della sostenibilità – ha sottolineato Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo –. Affiancare le imprese che, come Idealservice, puntano sulla crescita sostenibile e nei criteri ESG è per noi una soddisfazione ma anche una responsabilità, che ci permette di essere parte attiva nella creazione di valore collettivo”. LEGGI TUTTO

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    Iren Ambiente, siglato memorandum d'intesa con McDonald's per progetto pilota di Sostenibilità Ambientale

    (Teleborsa) – McDonald’s e Iren Ambiente, società del Gruppo Iren, lanciano un Progetto Pilota di Sostenibilità Ambientale, attraverso un Memorandum d’intesa che vede il coinvolgimento di 28 ristoranti tra Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria. In particolare, le due aziende – spiega una nota congiunta – si impegnano a collaborare per incrementare e migliorare la raccolta differenziata partendo da un monitoraggio dei flussi di rifiuti prodotti dai ristoranti protagonisti del Progetto. L’accordo, inoltre, prevede lo sviluppo di attività di comunicazione ambientale per formare il personale e sensibilizzare anche i consumatori ai temi della riduzione dei rifiuti, del loro corretto conferimento e dell’economia circolare. Il progetto, che durerà un anno, sarà declinato nei ristoranti McDonald’s presenti nelle province di Torino (13), Reggio Emilia (4), Parma (4), Piacenza (3), La Spezia (3) e Vercelli (1). I temi al centro dell’accordo – formazione, prevenzione e corretta gestione dei rifiuti – si inseriscono nel percorso verso la transizione ecologica intrapreso daMcDonald’s che ha già visto l’eliminazione della plastica monouso in favore di materiali più sostenibili, l’installazione di contenitori per la raccolta differenziata nelle sale e nei dehors, la collaborazione con Comieco per lo sviluppo di un nuovo sistema per garantire la riciclabilità del packaging in carta. Temi e obiettivi condivisi dal Gruppo Iren, impegnato anch’esso – si legge nella nota – in un percorso di transizione ecologica, attraverso una progressiva decarbonizzazione delle proprie attività, e teso a rafforzare la leadership dell’azienda nell’economia circolare e nell’utilizzo sostenibile delle risorse, con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle materie di recupero. “L’accordo con Iren rappresenta per noi un ulteriore importante tassello nella collaborazione con le comunità locali, dove da diverso tempo operiamo per sensibilizzare e promuovere comportamenti corretti nell’ambito della sostenibilità ambientale” – commenta Dario Baroni, ad di McDonald’s Italia –. In qualità di una delle catene di ristorazione più diffuse in Italia, abbiamo la responsabilità e l’opportunità di fare la differenza proprio a partire dai nostri ristoranti, dando un contributo concreto e quotidiano in tema di impatto ambientale. Poter contare anche sull’appoggio e il sostegno di enti locali, grazie alla collaborazione con Iren, è per noi estremamente prezioso e utile ad avvicinarci ancora di più al singolo territorio, rispondendo alle sue esigenze specifiche”. “Questa partnership ci consente di mettere a fattor comune le best practice che abbiamo sviluppato nel ciclo integrato dei rifiuti e nel campo dell’educazione ambientale, a fianco di una realtà importante come McDonald’s – dichiara Eugenio Bertolini, amministratore delegato di Iren Ambiente –. Un progetto che abbiamo voluto calare nei territori in cui siamo maggiormente presenti, con l’obiettivo di accompagnarli, anche attraverso questa iniziativa di valore, verso una crescita sempre più sostenibile e attenta ai temi ambientali”. LEGGI TUTTO

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    Enel Green Power, firmata intesa con Sapio per fornitura idrogeno verde

    (Teleborsa) – Attivare una fornitura di idrogeno verde prodotto grazie all’energia rinnovabile dell’impianto eolico di Carlentini, nella Sicilia orientale. Questo l’oggetto dell’intesa siglata da Enel Green Power e Sapio. L’accordo – spiega Enel in una nota – prevede la vendita a Sapio dell’idrogeno verde, prodotto, immagazzinato e messo a disposizione dal 2023 nel sito produttivo di Carlentini e Sortino, sedi dell’iniziativa di Enel Green Power “NextHy”. Sapio si occuperà dello sviluppo del mercato e della distribuzione dell’idrogeno rinnovabile al cliente finale.”Nei contesti in cui l’elettrificazione non è facilmente realizzabile l’idrogeno verde è la soluzione chiave per la decarbonizzazione: è a emissioni zero e ha promettenti prospettive di sviluppo – ha commentato Salvatore Bernabei, ceo di Enel Green Power –. Ecco perché siamo lieti dell’intesa con Sapio. È un accordo che guarda al futuro unendo innovazione tecnologica e produzione sostenibile”.”Sapio è fortemente impegnata nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi SDGs dell’UE – ha sottolineato Alberto Dossi, presidente del Gruppo Sapio – e con questo progetto andiamo concretamente verso uno sviluppo sostenibile del nostro Paese. L’accordo con EGP ci offre inoltre l’opportunità di integrare l’idrogeno verde nel nostro modello di business, basato su una forte competenza tecnologica sull’idrogeno e sulla sua distribuzione maturata in 100 anni di attività. Così potremo inoltre dare ulteriore supporto alle attività industriali che già svolgiamo in Sicilia”. Le oltre 200 tonnellate stimate di capacità produttiva dell’hub siciliano costituiscono oggetto della fornitura annua prevista nell’accordo. Una volta entrato a regime l’idrogeno verde sarà prodotto prevalentemente da un elettrolizzatore di 4 MW, alimentato esclusivamente dall’energia rinnovabile dell’impianto eolico presente, e in parte minore dai sistemi di elettrolisi testati nella piattaforma. Lanciato da Enel Green Power a Settembre 2021 “l’Hydrogen Industrial Lab di NextHy – evidenzia la nota – si pone come esempio unico di laboratorio industriale in cui l’attività produttiva è costantemente accompagnata dalla ricerca tecnologica; oltre ai settori riservati alla produzione full-scale infatti, sono previste aree dedicate al testing di nuovi elettrolizzatori, di componenti come valvole e compressori e di sistemi innovativi di stoccaggio basati su ‘mezzi’ di accumulo liquidi e solidi”. L’intero complesso è, al momento, in iter di valutazione di impatto ambientale presso l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana.”L’idrogeno verde – spiega Enel – verrà non solo prodotto, immagazzinato e movimentato su scala industriale, ma anche acquistato e utilizzato da aziende che hanno inteso come l’idrogeno verde sia la soluzione per la decarbonizzazione dei propri processi produttivi. In questo contesto l’approccio sperimentale e aperto ai contributi esterni consentirà al team del laboratorio di Enel Green Power di mettere alla prova il progetto su scala industriale, così da creare le migliori condizioni per un ambiente commerciale in grado di valorizzare al massimo tutte le tecnologie presenti e future”. LEGGI TUTTO

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    GreenIT e Copenhagen Infrastructure Partners: al via sviluppo di due parchi eolici offshore in Italia da 750MW

    (Teleborsa) – GreenIT, la joint venture tra Plenitude e CDP Equity per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e CI IV, fondo gestito da Copenhagen Infrastructure Partners (CIP), hanno firmato un accordo per la realizzazione di due parchi eolici offshore galleggianti in Sicilia e Sardegna, entrambi posizionati a oltre 35 km dalla costa, per una capacità complessiva di circa 750MW.L’intesa – spiegano le società in una nota congiunta – è finalizzata allo sviluppo, alla costruzione e alla gestione di un progetto in Sicilia, al largo di Marsala, costituito da 21 turbine con una potenza di circa 12 MW ciascuna e una capacità totale di circa 250 MW, e a un secondo parco da realizzare nella zona di mare antistante la costa sud-occidentale della Sardegna composto da 42 turbine eoliche, con una potenza di 12 MW ciascuna per una capacità complessiva di oltre 500 MW.Ai due progetti contribuiscono, anche in qualità di soci di minoranza, società italiane con provata esperienza nello sviluppo di impianti offshore, quali Lilybeo Wind Power per la Sicilia, e Nice Technology e 7 Seas Wind per la Sardegna. Gli impianti prevedono l’utilizzo di piattaforme galleggianti e l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, mirate a minimizzare l’impatto ambientale e visivo, oltre a favorire lo sviluppo dell’industria locale e nazionale.I due parchi eolici produrranno più di 2.000 GWh/anno, che equivalgono al consumo energetico medio annuo di quasi 750mila famiglie nelle aree interessate, e che rappresentano, a parità di capacità installata, un incremento di circa il 50% rispetto alla produzione media di un impianto eolico onshore.L’avvio dell’operatività è attualmente previsto nel 2026 in Sicilia e nel 2028 in Sardegna, al termine della fase autorizzativa e della successiva costruzione.L’iniziativa consentirà di evitare emissioni di anidride carbonica per circa 1 milione di tonnellate su base annua, contribuendo così agli obiettivi di decarbonizzazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2030 e alla crescita del settore eolico offshore galleggiante in Italia. LEGGI TUTTO