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    Agcom, nel 2024 il mercato delle comunicazioni vale 56,19 miliardi

    (Teleborsa) – Il valore complessivo delle aree economiche di interesse dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, a fine 2024, in 56,19 miliardi di euro, in crescita su base annua del 3,5% e del 10,6% con riferimento al 2020 (anno d’inizio del periodo analizzato) che si riflette in una variazione complessiva pari a 1,88 miliardi di euro su base annua, e di 5,38 miliardi di euro rispetto al 2020. È quanto emerge dall’Osservatorio sulle Comunicazioni aggiornato al primo trimestre 2025, pubblicato oggi dall’Agcom in base ai dati elaborati dall’Autorità in occasione della pubblicazione della Relazione Annuale 2025 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro.Negli ultimi cinque anni (2020-2024), le risorse delle comunicazioni elettroniche si sono ridotte di circa 640 milioni di euro (da 28,65 a 28,01 miliardi di euro), frutto di una dinamica che ha visto crescere i ricavi da rete fissa (+11% nel periodo considerato) in contrapposizione alla riduzione di quelli da rete mobile (-18,1%); da rilevare che su base annua si registra una crescita delle risorse complessive del 3,4%. La spesa finale della clientela residenziale e affari nel 2024 è cresciuta dell’1,9% su base annua mentre, rispetto al 2020, la flessione è dell’1,5% (-330 mln. di euro).Tra il 2020 ed il 2024 i ricavi della televisione crescono, nel complesso, di circa 1,2 miliardi di euro (da 7,64 nel 2020 a 8,44 miliardi di euro nel 2024). Le risorse della radio (circa 660 milioni nel 2024) sono in crescita di circa 112 milioni di euro rispetto al 2020, mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica si sono ridotte, nell’intero periodo considerato, di circa 360 milioni di euro (da 3,00 a 2,64 miliardi di euro, -12,0%).Nello stesso arco di tempo, il valore della pubblicità online è quasi raddoppiato, passando da 4,07 miliardi di euro stimati per il 2020 a 7,46 miliardi di euro nel 2024, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme valutabile nel 2024 in circa 6,36 miliardi di euro (in crescita del 7,1% su base annua e del 91,9% rispetto al valore del 2020).Il settore postale nel suo complesso nel 2024, raggiungendo un valore di 8,59 miliardi di euro, è cresciuto dell’1,9% rispetto al 2023 e del 24,4% rispetto al 2020. I servizi di corrispondenza nell’intero periodo esaminato evidenziano una crescita dei ricavi del 4,9% (da 1,68 a 1,76 miliardi di euro), mentre maggiore è quella fatta registrare dai servizi di consegna pacchi, cresciuti del 30,7% (da 5,22 stimati nel 2020 a 6,83 miliardi di euro nel 2024). I ricavi relativi alle attività domestiche (mittente e destinatario nazionali) nell’intero periodo considerato hanno registrato un incremento del 25% (da 5,11 a 6,39 miliardi di euro), mentre quelli transfrontalieri hanno visto una crescita del 22,8% (da 1,79 a 2,20 miliardi di euro). LEGGI TUTTO

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    KKR su indagine Commissione UE: fornito informazioni specifiche e accurate

    (Teleborsa) – “Come custodi delle infrastrutture pubbliche, prendiamo sul serio la nostra responsabilità nei confronti di coloro che serviamo, della Commissione europea e delle autorità di regolamentazione italiane”. È al risposta di KKR all’indagine formale avviata dalla Commissione europea per accertare se, durante l’indagine sulla concentrazione relativa all’acquisizione di NetCo da parte di KKR, il colosso statunitense del provate equity abbia fornito alla Commissione informazioni errate o fuorvianti.Nell’ambito dell’autorizzazione dell’operazione, “abbiamo collaborato con la Commissione europea in buona fede e fornito informazioni specifiche e accurate, e FiberCop continua a rispettare gli impegni assunti con i clienti e la regolamentazione economica regolata dall’AGCOM, l’autorità italiana indipendente di regolamentazione delle comunicazioni”. KKR “collaborerà pienamente con la Commissione per affrontare qualsiasi preoccupazione e lavorare per una risoluzione completa della questione”, è la conclusione della nota. LEGGI TUTTO

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    UE, indagine per possibili informazioni fuorvianti fornite da KKR in operazione su rete TIM

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha avviato un’indagine formale per accertare se, durante l’indagine sulla concentrazione relativa all’acquisizione di NetCo da parte di KKR, il colosso statunitense del provate equity abbia fornito alla Commissione informazioni errate o fuorvianti.NetCo comprende la rete fissa primaria e dorsale di Telecom Italia (TIM), ovvero l’infrastruttura a banda larga che collega la sede centrale all’armadio di distribuzione stradale, nonché FiberCop. FiberCop era una joint venture tra TIM e KKR che includeva la rete fissa secondaria di TIM, ovvero l’infrastruttura a banda larga che collega gli armadi di distribuzione stradale alle abitazioni degli utenti finali.Il 30 maggio 2024, la Commissione ha autorizzato incondizionatamente l’acquisizione di NetCo da parte di KKR, concludendo che l’operazione non avrebbe sollevato preoccupazioni in termini di concorrenza nello Spazio Economico Europeo (SEE). In particolare, la Commissione ha esaminato l’impatto dell’operazione sul mercato dei servizi di accesso a banda larga wholesale in Italia e ha concluso che l’entità risultante dalla fusione non sarebbe stata in grado di deteriorare le condizioni di accesso ai servizi passivi, né di porvi fine, grazie agli accordi a lungo termine stipulati da FiberCop con diversi operatori interessati all’accesso, tra cui Fastweb e Iliad.Nell’ambito dell’indagine avviata oggi, la Commissione valuterà se KKR abbia fornito informazioni errate o fuorvianti in merito a tali accordi. L’indagine odierna è distinta dalla procedura che ha portato all’approvazione incondizionata dell’operazione KKR/NetCo ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni. L’avvio di un’indagine formale non ne pregiudica l’esito.”Le nostre norme in materia di controllo delle concentrazioni impongono alle parti di comunicare alla Commissione informazioni complete e accurate in sede di valutazione dell’operazione ha commentato Teresa Ribera, Vicepresidente Esecutiva per una Transizione Pulita, Giusta e Competitiva – Prendiamo molto seriamente qualsiasi violazione di questo obbligo. In questa fase, la Commissione ha raccolto elementi sufficienti per avviare un’indagine formale volta a determinare se KKR abbia rispettato tale obbligo”. LEGGI TUTTO

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    TLC, Agcom: investimenti infrastrutture +8,7% a 7 miliardi

    (Teleborsa) – Gli investimenti in infrastrutture di rete tlc (trainati da quelli relativi alla rete fissa) hanno mostrato nel 2024 un aumento dell’8,7% rispetto al 2023, raggiungendo 7,05 miliardi di euro. È quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Agcom illustrata al Senato dal presidente Giacomo Lasorella. Il peso dei ricavi del settore delle tlc sul Pil si attesta all’1,3% nel 2024, stabile rispetto al 2023. La spesa complessiva della clientela (residenziale e affari) è cresciuta dell’1,9%. La copertura FTTH, cioè la connessione alla rete tramite fibra ottica, ha raggiunto, al 31 dicembre 2024, il 70,7% delle famiglie. Lo sviluppo della connessione FTTH ha interessato in modo uniforme aree bianche, grigie e nere, anche se la realizzazione nelle aree grigie e nere procede più lentamente rispetto ai piani dichiarati. Il 25,7% della copertura FTTH esistente è stata realizzata nel 2024. Con un mercato all’ingrosso delle tlc radicalmente mutato da operazioni quali la separazione della rete fissa di Tim ceduta a Fibercop ma anche dall’acquisizione di Vodafone da parte di Swisscom e dall’ingresso nel capitale di Telecom Italia di Poste Italiane, diventato il primo azionista della società, l’Agcom ha avviato una nuova Analisi dei mercati di accesso alla rete fissa. L’obiettivo – come ha ricordato Lasorella – sarà quello di stabilire se FiberCop possa essere qualificata come operatore wholesale only (aspetto sul quale l’Autorità ha già raggiunto una conclusione, avallata dall’Agcm, che ha sottoposto alle autorità europee) con le quali è in corso una interlocuzione) e di delineare il regime regolamentare conseguente. “La televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani. Soltanto il 46,5% della popolazione adulta – dicono i dati dell’Osservatorio Agcom sul sistema dell’informazione, pubblicati nel marzo 2025 – si informa con la televisione, laddove appena sei anni fa, nel 2019, questa percentuale era del 67,4% – ha sottolineato Lasorella, nella relazione annuale al Parlamento –. Un italiano su due (il 52,4%), invece, utilizza la Rete per informarsi, con motori di ricerca, social media e siti web/app di quotidiani e periodici che sono diventate le principali porte di accesso all’informazione. Per altro verso – a conferma del fatto che un singolo dato non restituisce adeguatamente la complessità del quadro – televisione, radio e carta stampata rimangono fonti informative ritenute più affidabili rispetto a social network e piattaforme; questo impone una riflessione sulla necessità di tutelare e salvaguardare”.Il quadro economico del settore dei Media, analizzando il contesto nazionale, nonostante alcune persistenti debolezze, “mostra nel 2024 segnali di ripresa” ha evidenziato il presidente dell’Agcom. Le entrate complessive sono aumentate del 3,2% rispetto al 2023, superando i 12 miliardi di euro. “Questo incremento si deve principalmente all’aumento dei ricavi da contenuti a pagamento (+4,3%), soprattutto per la televisione online, che ha compensato il calo nelle vendite di copie di quotidiani e periodici – ha aggiunto Lasorella –. La televisione arriva a generare il 72,8% degli introiti. Parallelamente, si riduce l’incidenza dell’editoria quotidiana e periodica (21,8% delle risorse totali) e quella della radio (5,4%)”. Riguardo ai programmi di informazione, nel 2024, “il Tg1 rimane il telegiornale più seguito, seguito dal Tg5 e dalla Tgr di Rai come fonte di informazione locale. Più in dettaglio, nel 2024 il settore televisivo ha superato nel complesso gli 8,8 miliardi di euro, registrando un incremento del 7,3% rispetto al 2023”. Nel settore dei servizi postali, nel 2024 ci sono stati circa 3,1 miliardi di invii, con un calo complessivo rispetto al 2023 (-1,5%), determinato dalla riduzione degli invii di corrispondenza, che segnano un -6,2% sul 2023 e un -18% rispetto al 2020. “Al contrario – ha spiegato Lasorella – la consegna di pacchi conferma una crescita significativa, raggiungendo circa 1,17 miliardi di invii nel 2024, con un aumento del 7,3% rispetto al 2023 e un notevole +34,6% rispetto al 2020”. I ricavi complessivi del mercato postale nel 2024 sono stati pari a 8,59 miliardi di euro, con un incremento di quasi 163 milioni di euro (+1,9%) rispetto all’anno precedente, riferibile soprattutto all’aumento dei ricavi dai servizi di pacchi. L’incidenza dei servizi di corrispondenza rientranti nel Servizio universale diminuisce nel tempo, rappresentando nel 2024 il 30,4% in volume e il 53% in ricavi. “La Relazione annuale 2025 dell’Agcom arriva in un momento strategico nel quale l’impegno dell’Authority è centrale sul piano nazionale, europeo e internazionale – ha commentato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini –. Il ruolo che l’Agcom esercita, evidenzia l’esponente dell’esecutivo, tutela gli interessi del nostro Paese e difende il settore dell’informazione professionale in un momento storico in cui la competizione con le Big Tech è ben lontana da quel ‘level playing field’ richiesto anche dall’Ue. L’editoria dell’informazione – osserva Barachini – deve sostenere l’offensiva della distribuzione algoritmica e confrontarsi con attori che, in questa era di intelligenza artificiale, hanno una forza economica esponenzialmente superiore e non sono tenuti a rispettare né argini deontologici, né responsabilità editoriali. Anche sotto questo aspetto, le iniziative regolamentari, di vigilanza e sanzionatorie dell’Agcom sono insostituibili per l’equilibrio del nostro sistema Paese”. LEGGI TUTTO

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    Ericsson, i margini migliorano nel 2° trimestre. Vendite impattate da cambi

    (Teleborsa) – Ericsson, multinazionale svedese attiva nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, software e infrastrutture in ambito ICT, ha chiuso il secondo trimestre del 2025 con vendite in calo del -6% a 56,1 miliardi di corone svedesi, poiché la crescita organica delle vendite del 2% su base annua è stata compensata da un impatto valutario di -4,7 miliardi di corone svedesi. Le vendite nel settore reti sono diminuite del -5% a 35,7 miliardi di corone svedesi. Le vendite nel settore software e servizi cloud sono diminuite del -5% a 14,4 miliardi di corone svedesi, mentre le vendite nel settore Enterprise sono diminuite del -14% a 5,5 miliardi di corone svedesi.Il margine lordo è aumentato al 47,5% (43,1%) con miglioramenti in tutti i segmenti. L’utile netto è stato di 4,6 miliardi di corone svedesi (vs perdita di 11 miliardi un anno fa). Il secondo trimestre del 2024 includeva un impatto netto di -11,4 miliardi di corone svedesi derivante dalla svalutazione. L’EBIT e la gestione finanziaria netta sono aumentati, in parte compensati da maggiori imposte. L’utile per azione diluito è stato di 1,37 corone svedesi (vs -3,34).”I nostri risultati del secondo trimestre dimostrano la solida esecuzione delle nostre priorità strategiche e operative – ha detto il CEO Borje Ekholm – Abbiamo raggiunto il massimo margine EBITA rettificato degli ultimi tre anni, supportato da continue azioni di efficienza. Abbiamo strutturalmente ridotto la nostra base di costi e siamo fortemente concentrati sulla realizzazione di ulteriori efficienze”.”È incoraggiante che la crescita delle Americhe continui e che l’Europa si sia stabilizzata – ha detto – I clienti globali di accesso wireless fisso (FWA) hanno ormai superato i 160 milioni e stanno generando un traffico di rete significativo. La penetrazione del 5G standalone è ancora limitata, ma è necessaria per supportare pienamente i casi d’uso dell’IA all’edge, che richiedono latenza bassissima e prestazioni di uplink migliorate. Guardando al futuro, stiamo aumentando gli investimenti nell’IA, anche nel nostro consorzio svedese AI Factory”. LEGGI TUTTO

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    TLC: “In UE troppe norme, Big Tech creano squilibrio”

    (Teleborsa) – La crescente complessità del quadro normativo europeo nel settore delle telecomunicazioni ostacola la competitività, rallenta l’innovazione e frammenta il mercato unico digitale. A evidenziarlo è uno studio realizzato dalla società di consulenza Arthur D. Little per Connect Europe, l’associazione che riunisce gli operatori europei di telecomunicazioni. Secondo il rapporto sono 34 gli obblighi normativi, spesso sovrapposti e incoerenti tra loro, che le tlc del continente devono affrontare, con impatti negativi sulla chiarezza per i consumatori e sulla sostenibilità economica del settore. Al tempo stesso, invece, le Big Tech restano in gran parte escluse da obblighi equivalenti, generando uno squilibrio competitivo.Lo studio propone una strategia di riforma in tre fasi: semplificazione delle norme, eliminando obblighi obsoleti e ridondanti; garanzia di condizioni eque tra operatori tradizionali e piattaforme digitali; armonizzazione delle regole in tutta l’UE per offrire ai consumatori un’esperienza coerente e tutelata.L’obiettivo è chiaro: stimolare gli investimenti, accelerare l’adozione del 5G, migliorare la connettività transfrontaliera e assicurare diritti digitali equi per tutti i cittadini europei.”Le aziende europee non possono più competere con una mano legata dietro la schiena. Una semplificazione radicale è essenziale per favorire innovazione e qualità dei servizi” ha dichiarato Alessandro Gropelli, direttore generale di Connect Europe. “È il momento di passare a una regolamentazione orizzontale, armonizzata e basata sui servizi, nell’interesse dei consumatori e della competitività dell’UE”, ha aggiunto Elisabetta Cafforio, partner di Arthur D. Little.(Foto: Christophe Maout – © Unione Europea) LEGGI TUTTO

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    TimVision: dal 10 luglio in esclusiva la serie crime “This City Is Ours”

    (Teleborsa) – Dal 10 luglio arriva in Italia, in anteprima esclusiva su TimVision,”This City Is Ours” la serie crime con Sean Bean e James Nelson-Joyce. Ambientata a Liverpool “This City is Ours” – fa sapere Tim in una nota – è una storia di criminalità organizzata, di lotta per il potere e su ciò che siamo disposti a fare per ottenerlo, ma è anche un racconto sulla famiglia e sull’amore. Per anni, con il suo amico Ronnie (Bean), Michael (Nelson-Joyce) ha contrabbandato cocaina dentro e fuori dalla città, direttamente dalla Colombia. Ma quando una delle spedizioni scompare, capisce che il loro regno è in pericolo. Ronnie inizia ad accennare al ritiro e alla pensione mentre Michael, per la prima volta innamorato, inizia a immaginare una vita diversa. Quando il figlio di Ronnie, Jamie (Jack McMullen), inizia a prendere il controllo decide che per Michael non c’è più posto al tavolo delle trattative. Entrambi hanno piani ambiziosi per modernizzare la gang e la loro lotta per il potere diventa brutale. Ma la sfida più grande per Michael sarà salvare Diana (Hannah Onslow), la donna che ama, e il figlio che in fondo ha sempre sognato. Nel cast oltre a Bean (Shardlake, Marriage, Time) e Nelson-Joyce (Bird, A Thousand Blows), Hannah Onslow (Empire of Light, This Is Going to Hurt), Jack McMullen (Hijack, Ford v Ferrari) e Julie Graham (Shetland, Time).”This City is ours” è prodotta da Sony Pictures, produttori esecutivi sono Andy Harries (The Crown, Outlander), Rebecca Hodgson (Sherwood), Sian McWilliams (Without Sin), Stephen Butchard (The Last Kingdom, Baghdad Central), Saul Dibb (The Sixth Commandment, Dublin Murders) e Jo McClellan (This Town, I May Destroy You).(Foto: © gonewiththewind/123RF) LEGGI TUTTO

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    Sparkle amplia la copertura negli Stati Uniti con un punto di presenza a San Diego

    (Teleborsa) – Sparkle, primo operatore di servizi internazionali in Italia e fra i primi nel mondo, annuncia l’espansione della propria rete negli Stati Uniti con l’apertura di un nuovo Punto di Presenza (PoP) a San Diego, California. “Con questo PoP, Sparkle – spiega la società in una nota – aggiunge un’infrastruttura strategica ai nodi già attivi a McAllen, El Paso, Dallas (USA) e Querétaro (Messico), garantendo la massima diversificazione e ridondanza per i clienti locali”.Situato presso il data center neutrale di MDC, il nuovo PoP è completamente integrato con la dorsale IP Tier-1 globale di Sparkle Seabone, che vanta un’ampia copertura nelle Americhe con 52 punti di presenza in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Panama, Perù, Porto Rico, Stati Uniti e Venezuela. Inoltre, grazie alle proprie reti terrestri e sottomarine – che includono quattro “autostrade digitali” (Curie nel Pacifico e poi Monet, Seabras-1 e presto Manta nell’Atlantico) – Sparkle offre percorsi diversificati per la connettività tra Sud e Nord America, per una ridondanza completa e un’alta qualità di navigazione. Il nuovo nodo permette a operatori di rete, ISP, OTT, content delivery networks, content e application provider di usufruire di servizi di transito IP affidabili e a bassa latenza, con capacità nell’ordine dei Terabit al secondo. Inoltre, i clienti hanno a disposizione una gamma completa di soluzioni IP che comprendono anche i servizi DDoS Protection, che offre la possibilità di proteggere la propria rete dagli attacchi, e Virtual NAP, che fornisce accesso virtuale ai principali Internet Exchange Point (IXP) senza la necessità di sviluppare infrastrutture proprietarie. LEGGI TUTTO